LIBRO. Mujeres haciendo la historia - Alpaca Producciones
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Oggi l’Argentina è un paese di emigrazione e di immigrazione.<br />
Dal<strong>la</strong> fine degli anni ’70 del XX secolo, molti argentini nipoti e bisnipoti di italiani<br />
hanno deciso di ripetere il cammino che i loro avi avevano fatto un secolo prima,<br />
tornando a migrare.<br />
La dittatura militare e <strong>la</strong> crisi economica degli anni ’80 e del 2001 sono state alcune<br />
delle cause fondamentali di questo nuovo esodo in cerca di migliori condizioni. Tutto<br />
ricomincia. Le condizioni di viaggio e le comunicazioni sono altre, però il sentimento di<br />
sradicamento è lo stesso. La radici sono lontane e <strong>la</strong> lingua è solo un suono familiare.<br />
C’è il desiderio di recuperare <strong>la</strong> italianità perduta.<br />
Per quanto riguarda <strong>la</strong> immigrazione in Argentina, terminata l’ondata europea del post<br />
Seconda Guerra mondiale, acquista visibilità il flusso migratorio proveniente dai paesi<br />
limitrofi come Paraguay e Bolivia. Minori ma sempre considerevoli gli arrivi da Cile,<br />
Uruguay, Brasile e Perù. I nuovi venuti si concentrano nelle aree urbane vicine ai grandi<br />
centri di consumo.<br />
Benché <strong>la</strong> migrazione dai paesi limitrofi sia storica, <strong>la</strong> società <strong>la</strong> considera un fenomeno<br />
nuovo e sembra dimenticare le caratteristiche in comune con gli esodi europei dei secoli<br />
XIX e XX: il predominio delle reti personali nei circuiti del<strong>la</strong> distribuzione dei migranti,<br />
<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>rità del fenomeno, l’importanza del<strong>la</strong> comunità di origine come referente<br />
culturale e affettivo, le rimesse e i modelli di accompagnamento familiare.<br />
Possiamo osservare quanto l’organizzazione di identità nei migranti boliviani sia<br />
analoga a quel<strong>la</strong> degli italiani arrivati a Buenos Aires nel secolo XIX. I boliviani in<br />
Argentina si sono organizzati in circa 200 associazioni gestite da persone giovani, tra i<br />
30 e i 45 anni, in prevalenza commercianti. Altri immigrati <strong>la</strong>vorano nell’industria,<br />
nell’agricoltura e nel<strong>la</strong> costruzione edilizia.<br />
Oggi c’è un’inversione nell’ordine tradizionale del<strong>la</strong> migrazione. In passato erano gli<br />
uomini i primi a partire. Attualmente si assiste ad una “femminilizzazione” dei flussi<br />
migratori: confermate nel ruolo di gestione familiare, le donne scelgono di <strong>la</strong>vorare in<br />
paesi lontani dal proprio mantenendo il più possibile il legame con <strong>la</strong> terra d’origine,<br />
dove vogliono ritornare per ricongiungersi con i propri affetti.<br />
Sono il coraggio e <strong>la</strong> dignità i due elementi che le caratterizzano. La nostalgia rimane<br />
sullo sfondo di un presente in costruzione.