42 <strong>Sicherheit</strong> 2010_ 3 SALUTE Il datore di lavoro fa firmare al collaboratore una dichiarazione scrit ta, in cui viene definito concretamente un comportamento corretto. Come ci si attendeva, aziende operanti in ambito industriale e artigianale applicavano di più le disposizioni relative al consumo d’alcool. Il 23% delle 850 aziende che erano state analizzate aveva formato il personale in questo senso, soprattutto le grandi aziende con almeno 500 collaboratori. Un importante passo verso l’informazione e la prevenzione è costituito da www.alkoholamarbeitsplatz.ch, il sito web comune, in funzione dall’autunno del 2009, di Dipendenze Info Svizzera, INSAI, Promozione della Salute Svizzera e della Segreteria di Stato dell’economia (SECO). Superiori, colleghi di lavoro e persone con problemi di dipendenza vi trovano tutta una serie di informazioni e di consigli. Per es. l’indicazione che, in occasione del primo colloquio, i superiori non dovrebbero toccare l’argomento dell’alcool, ma riferirsi soltanto al comportamento strano notato e al rendimento. Si può trattare, tra l’altro, di assenze, pause prolungate, mancanza di puntualità. errori, reclami da parte di collaboratori e clienti, mancanze, diminuzione del rendimento e della qualità, ma anche difficoltà a concentrarsi, frequenti cambiamenti di umore, nervosismo, ripiegamento su se stessi e diminuzione della motivazione. «Spesso il problema non è così palese», spiega Monique Helfer, portavoce di Dipen- denze Info Svizzera: «L’idea che gli interessati attraversino gli uffici lasciando dietro di sé puzza d’alcool è in genere del tutto errata. Fanno di tutto per tenere nascosto il loro consumo d’alcool.» M. Helfer sottolinea che non spetta né ai colleghi né ai superiori fare una diagnosi e giudicare affrettatamente. E fa presente un ulteriore aspetto scottante: «I collaboratori tendono spesso a coprire il collega, ad aiutarlo a nascondere le sue mancanze. Ma alla lunga non fanno un piacere né al collega né a se stessi. Devono piuttosto far presenti al collega i cambiamenti che hanno notato sul lavoro e menzionare come ciò comporti un onere non indifferente. L’ambiente non deve assolutamente adattarsi a questa situazione.» In una seconda fase i colleghi non devono indugiare a rivolgersi ai superiori. «Molti dei nostri pazienti vengono perché messi sotto pressione dai datori di lavoro» La Clinica Forel di Ellikon an der Thur è specializzata nel trattamento delle dipendenze da alcool, medicamenti e tabacco. Nelle terapie vengono coinvolti i datori di lavoro e offerti anche trattamenti ambulatoriali, spiega la Dott.ssa Monika Ridinger, primario della clinica. Daniela Kuhn è giornalista indipendente a Zurigo. Come fare per motivare delle persone dipendenti dall’alcool ad accettare aiuto? La cosa principale è affrontare il problema: il datore di lavoro dovrebbe esprimere, nell’ambito di un colloquio con il suo collaboratore, il sospetto e presentare delle offerte d’aiuto concrete. Le persone con problemi seri di alcool minimizzano la cosa e spesso la negano, ma quando poi sono a casa e dispongono di indirizzi, molti cercano aiuto. Spesso sono addirittura felici se non devono più nascondere con fatica la loro malattia. Quando qualcuno si fa notare, sono in effetti in genere già passati dai cinque ai dieci anni. È raro che i diretti interessati chiedano aiuto, p.es. al loro medico di famiglia o a Alcolisti Anonimi? Ci sono persone che si rivolgono direttamente al loro medico, al centro di consultorio o all’ambulatorio per le tossicodipendenze. Consulenza e informazione procedono parallelamente. Si appura se esistano altri disturbi, che spesso accompagnano i problemi di alcool. Per es. paure, depressioni, traumi oppure disturbi della personalità. Nel caso che l’abuso d’alcool o la dipendenza dall’alcool siano recenti, a volte sono già sufficienti queste offerte ambulatoriali. Ammesso che il lavoratore con questo problema voglia farsi aiutare, quali sono i passi successivi? Il secondo colloquio con il datore di lavoro dovrebbe aver luogo circa due o quattro settimane dopo il primo, in modo da controllare gli accordi presi. Se le misure su cui ci si era accordati non sono state applicate oppure ci sono state delle ricadute, è necessaria p.es. un’ingiunzione scritta per una terapia con ricovero. È importante procedere gradualmente perché in questo modo il diretto interessato si riappropria della sua autonomia che ha perso nel consumo d’alcool. Alla Clinica Forel sono numerosi i pazienti inviati sotto la pressione esercitata dal datore di lavoro? Sì, spesso l’offerta ambulatoriale non è sufficiente in caso di dipendenza dall’alcool. In clinica sottoponiamo i pazienti ad una disintossicazione e otteniamo l’astinenza. Il trattamento è però anche interconnesso: dopo la terapia in clinica i diretti interessati approfittano di nuovo dell’offerta anbulatoriale. Qual è la quota di successo? In genere, dopo il ricovero nella nostra clinica, i nostri pazienti vengono integrati nuovamente nel pro- cesso di lavoro. Con l’accordo dei diretti interessati, il datore di lavoro viene coinvolto nella procedura ed è presente al momento in cui la persona lascia la clinica. Importante è anche l’assistenza dopo il ricovero da parte di centri specializzati nella lotta contro l’alcolismo, nelle vicinanze del posto di lavoro. E qual è la quota delle ricadute? Nel primo anno dopo il ricovero, il 60% osserva l’astinenza. Per un trattamento contro una tossicodipendenza si tratta già di un buon risultato. La maggior parte dei pazienti ha delle ricadute nei primi tre mesi. Come deve comportarsi il datore di lavoro in caso di ricadute? Si devono interrompere al più presto le ricadute. Notiamo che molti datori di lavoro sono molto competenti in questo senso. Nell’ambito di accordi, alle persone con problemi di dipendenza vengo attribuiti degli interlocutori ai quali i lavoratori possono rivolgersi in caso di ricadute. Quattro anni fa si leggeva che in un licenziamento su sei c’era di mezzo l’alcool. Queste cifre sono peggiorate a causa della crisi economica? Questa cifra mi sembra molto elevata. In periodi economicamente difficili si consuma dì più alcool, non si può però costatare un aumento della dipendenza dall’alcool, e quindi neanche un aumento dei relativi licenziamenti. L’alcolismo è una malattia. Secondo il diritto del lavoro, senza le relative misure non si può licenziare così facilmente. W
Anerkannte Weiterbildungsmassnahme Hauptmedienpartner: Kooperationspartner: Arbeits<strong>Sicherheit</strong> Schweiz Zeitgleich und räumlich angegliedert Corporate HealtH Convention 3. Fachmesse für Arbeitssicherheit und Gesundheitsschutz am Arbeitsplatz 17.–18. November 2010 – Messe Basel www.arbeits-sicherheit-schweiz.ch HRM.ch