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Didactique et situations

En se basant sur la diversité de la didactique de la formation professionnelle pratiquée en Suisse alémanique, en Suisse romande et au Tessin, les nombreuses contributions qui figurent dans l’ouvrage commémoratif de la HEFP « Didactiques et situations » proposent des suggestions, des idées, des concepts et des exemples pratiques sur la façon de concevoir un enseignement cohérent sur le plan didactique. Le livre est complété par des contributions en ligne, qui comporteront notamment des articles sur les formes d’enseignement numérisées, l’enseignement professionnel bilingue, l’enseignement dans les arts appliqués et l’analyse de la situation en tant qu’introduction à l’enseignement pour les enseignant-e-s en formation.

En se basant sur la diversité de la didactique de la formation professionnelle pratiquée en Suisse alémanique, en Suisse romande et au Tessin, les nombreuses contributions qui figurent dans l’ouvrage commémoratif de la HEFP « Didactiques et situations » proposent des suggestions, des idées, des concepts et des exemples pratiques sur la façon de concevoir un enseignement cohérent sur le plan didactique. Le livre est complété par des contributions en ligne, qui comporteront notamment des articles sur les formes d’enseignement numérisées, l’enseignement professionnel bilingue, l’enseignement dans les arts appliqués et l’analyse de la situation en tant qu’introduction à l’enseignement pour les enseignant-e-s en formation.

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ispondere ai commenti precedentemente inseriti, creando una sorta di<br />

conversazione virtuale attorno a momenti topici identificati nel video.<br />

Caso 1. Nell’esempio relativo agli impiegati di commercio, all’interno di<br />

un corso interaziendale sulla consulenza alla clientela, abbiamo potuto<br />

lavorare con 13 classi per testare l’efficacia di un approccio didattico basato<br />

sull’analisi degli errori. Dopo aver preparato una consulenza in piccoli<br />

gruppi, un membro di ciascun gruppo svolgeva un’attività di simulazione<br />

di una consulenza. La simulazione veniva videoregistrata, così che potesse<br />

poi essere caricata online per rendere disponibile la funzionalità della<br />

videoannotazione (fase 1). Nel frattempo, in classe le PiF affrontavano<br />

con il formatore il tema della consulenza, che veniva introdotto e spiegato<br />

a partire da un video “modello”. Ciascun allievo aveva poi a disposizione<br />

un computer per poter svolgere l’analisi (riflessione sulla pratica) di due<br />

videoregistrazioni delle simulazioni fatte nei gruppi. A seconda delle condizioni,<br />

doveva dunque analizzare gli errori commessi nella simulazione<br />

(gruppo sperimentale), piuttosto che i comportamenti corr<strong>et</strong>ti (gruppo di<br />

controllo). Chi analizzava gli errori, doveva dire 1. quale fosse l’errore<br />

rilevato; 2. perché fosse da considerare un errore; 3. quali fossero i comportamenti<br />

corr<strong>et</strong>ti e/o come fare per evitare che l’errore accada (v. Figura<br />

4.). In una fase successiva, tutte le PiF ricevevano una scheda in cui<br />

riassumere le diverse fasi e sottofasi della procedura di consulenza al<br />

cliente, e in cui specificare per ciascuna di esse i comportamenti attesi e i<br />

possibili errori da prevenire e da evitare (fasi 2-3).<br />

ratorie al debriefing (fasi 2-3). Le sedute di debriefing erano anche preparatorie<br />

al ritorno alla pratica, avendo a disposizione materiale per<br />

migliorare la stessa durante l’attività successiva (fase 4).<br />

Risultati ottenuti: in questo scenario distinguiamo i due casi perché la<br />

natura degli studi è molto diversa e sarebbe difficile operare un’unica<br />

sintesi.<br />

Figura 5 · Un fotogramma<br />

di una seduta di debriefing<br />

supportata dalla videoregistrazione<br />

annotata. Si nota come il video<br />

e le annotazioni in esso contenute<br />

diventino riferimento essenziale<br />

per l’identificazione di d<strong>et</strong>tagli<br />

attorno ai quali fornire un feedback.<br />

Caso 2. Durante il loro percorso di formazione, i tecnici di sala operatoria<br />

(TSO) svolgono degli stage di lunga durata in ospedale, dove hanno la possibilità<br />

di fare pratica, assistiti da due tutor. La pratica avviene su pazienti<br />

reali, durante operazioni reali. Dopo la pratica, lo studente svolge delle<br />

sedute di debriefing con i propri formatori, per discutere la propria prestazione<br />

professionale. Queste sedute avvengono di solito entro una s<strong>et</strong>timana<br />

dall’operazione, e si svolgono attorno ad un tavolo, con carta e penna<br />

perché lo studente possa appuntarsi alcuni elementi di miglioramento,<br />

sulla base dei feedback ricevuti. Grazie alla collaborazione delle istituzioni,<br />

abbiamo potuto portare in sala operatoria una videocamera, ottemperando<br />

naturalmente a tutte le condizioni di sicurezza e igiene, e videoregistrare<br />

alcune operazioni in cui era coinvolta una studentessa TSO in stage<br />

(fase 1). Anche in questo caso, la videoregistrazione veniva poi resa disponibile<br />

per la videoannotazione. Secondo uno schema progressivo simile a<br />

quello adottato nel percorso di analisi delle pratiche dei docenti in formazione<br />

(pp. 227-238 della versione cartacea di quest’opera), inizialmente la<br />

studentessa non aveva accesso alle videoannotazioni dei suoi tutor prima<br />

della seduta di debriefing (visibile in Figura 5.). Gradualmente, poteva<br />

non solo aver accesso ma anche intervenire con le sue risposte nelle annotazioni,<br />

fino ad essere lei stessa la prima ad inserire le annotazioni prepa-<br />

Figura 4 · Un d<strong>et</strong>taglio della fase<br />

di videoannotazione degli errori<br />

nella sperimentazione svolta<br />

con gli impiegati di commercio.<br />

Sono visibili le tre fasi: identificazione<br />

dell’errore, argomentazione<br />

del perché sia un errore, proposte<br />

di soluzione o di anticipazione.<br />

Caso 1. Nel primo caso abbiamo potuto analizzare sia il numero e la qualità<br />

delle annotazioni inserite in fase di analisi dei video, sia il testo finale<br />

riassuntivo della procedura di consulenza. Abbiamo notato (v. Cattaneo<br />

e Boldrini, 2016 per tutti i d<strong>et</strong>tagli) che il numero di elementi analizzati<br />

nel video era minore per chi lavorava all’identificazione degli errori,<br />

ma la qualità del testo era superiore risp<strong>et</strong>to al gruppo che lavorava sui<br />

comportamenti corr<strong>et</strong>ti. Inoltre, e ciò che più conta, la qualità del testo<br />

finale – ossia della descrizione corr<strong>et</strong>ta e compl<strong>et</strong>a della procedura – era<br />

significativamente superiore per il gruppo sperimentale, e non solo nella<br />

parte legata all’identificazione degli errori, ma anche in quella relativa ai<br />

comportamenti corr<strong>et</strong>ti. Anche in questo caso la soddisfazione e la motivazione<br />

registrate sono state molto alte, e significativamente superiori<br />

per chi ha lavorato sugli errori. Nell’interazione orale con le PiF è emerso<br />

infatti che il lavoro sugli errori ha assunto anche una dimensione in qualche<br />

modo “ludica”, che il lavoro sui comportamenti corr<strong>et</strong>ti non ha invece<br />

elicitato.<br />

Caso 2. Nel secondo caso, si tratta di uno studio pilota, i cui risultati non<br />

possono necessariamente essere generalizzabili. Tuttavia, lo studio ha<br />

dato indicazioni interessanti (v. Cattaneo <strong>et</strong> al., 2020 per tutti i d<strong>et</strong>tagli):<br />

l’esperienza sembra infatti confermare non solo che l’approccio è fattibile<br />

nella pratica reale, ma che sia l’introduzione del video, sia della videoannotazione<br />

ha consentito un miglioramento risp<strong>et</strong>to alla pratica attuale. In<br />

particolare, il supporto video ha mostrato di agevolare un feedback più<br />

supportivo sui processi di lavoro, più basato su evidenze e più contestualizzato<br />

e concr<strong>et</strong>o risp<strong>et</strong>to al debriefing tradizionale. L’uso della videoannotazione<br />

inoltre tende da una parte a sostenere un feedback più dialogico<br />

e guidato dagli studenti e dall’altra ad aumentare l’acc<strong>et</strong>tazione del<br />

feedback da parte degli studenti.<br />

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