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2023_02_e-Construction

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VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com<br />

ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/<strong>02</strong>/2004 n° 46)<br />

art. 1, comma 1, LO/MI<br />

SUPPLEMENTO A TRATTORI<br />

N°2 <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />

OTTOBRE<br />

FOCUS<br />

SICUREZZA<br />

Un panorama<br />

desolante dove sembra<br />

impossibile migliorare<br />

TEST IN CAMPO<br />

Escavatore idraulico<br />

LIUGONG 915F CR<br />

Material Handler<br />

TEREX ECOTEC<br />

TWH220<br />

GIS &<br />

MATERIAL HANDLERS<br />

Un mercato che<br />

offre motorizzazioni<br />

termiche, elettriche<br />

e a batteria<br />

ECOMONDO


Ottobre <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />

SEGUICI SUI<br />

SOCIAL:<br />

e-construction.org<br />

NON POTRETE PIÙ<br />

FARNE SENZA<br />

60<br />

44<br />

78<br />

HI-TECH<br />

6. AMMANN<br />

TELESCOPICI<br />

38. Polivalenti per natura<br />

+<br />

Con l'innovativo profilo V10-Force appositamente progettato per massimizzare le capacità di carico<br />

in verticale, la gru EFFER 1000 offre tra le soluzioni più innovative sul mercato nella gamma di gru da<br />

90Tm, garantendo prestazioni paragonabili a gru di dimensioni maggiore, ma con l’ingombro ed il peso<br />

che assicurano una grande capacità di carico sul camion e con installazioni dal costo più contenuto.<br />

V10-Force rappresenta il meglio da parte di EFFER in termini di sbandamento laterale, rigidità della<br />

struttura e con un angolo di lavoro di 83° per lavorare il più vicino possibile alle strutture.<br />

effer.com<br />

8<br />

15<br />

CANTIERE 4.0<br />

8. Leica Geosystems<br />

10. Topcon<br />

PASSIONE CANTIERE<br />

12. Fracar srl<br />

PERISCOPIO<br />

15. McCloskey e Massucco T.<br />

16. Palfinger<br />

18. Manitou<br />

GIS & ECOMONDO<br />

20. Sicurezza e Ambiente<br />

FOCUS SICUREZZA<br />

24. Evidente segno di resa?<br />

IMPIANTI MOBILI<br />

28. Mobili, flessibili, tecnologici<br />

MATERIAL HANDLER<br />

32. Preziosi alleati<br />

MERLO<br />

36. Anima verde<br />

GRU<br />

40. Su gomma, su cingoli, su camion<br />

44. Palfinger<br />

46. CM Srl<br />

48. Ferrari International<br />

50. EFFER<br />

52. Indeco<br />

54. Westcar<br />

56. HIAB<br />

58. OMS & Sumitomo Pavers<br />

TEST<br />

60. TEREX TWH 220<br />

66. LIUGONG 915F CR<br />

72. Brigade<br />

74. DAF<br />

76. Webasto<br />

IN PUNTA BRACCIO<br />

78. A ciclo realmente completo<br />

STORIA<br />

82. ATLAS GMBH<br />

SOMMARIO<br />

3


PUNTI DOLENTI<br />

Se GIS ed ECOMONDO<br />

permettono di fare il punto su<br />

tecnologie e stato dell’arte in due<br />

settori fondamentali per il mondo<br />

industriale, dall’altro portano a riflessioni<br />

che, tutti noi, dovremmo continuamente<br />

elaborare. Le news quotidiane, a cui<br />

forse siamo ormai assuefatti, ci guidano<br />

verso due tematiche sostanziali attorno a<br />

cui tutto il paese dovrebbe interrogarsi.<br />

Parliamo infatti di SICUREZZA<br />

SUL LAVORO e di tematiche legate<br />

all’AMBIENTE. Non bastano purtroppo<br />

gli appelli del nostro Presidente della<br />

Repubblica, Sergio Mattarella, a riportare<br />

i due argomenti in cima alla lista delle<br />

urgenze. Perché in realtà lo sono sempre<br />

stati ma, a quanto pare, non sembra che<br />

ci sia una seria volontà di porvi mano<br />

in modo risolutivo. Se da un lato, e GIS<br />

lo testimonia con il suo elevatissimo<br />

livello tecnologico, le aziende investono<br />

in modo importante per fare in modo che<br />

la sicurezza aumenti, dall’altro manca<br />

una seria cultura della formazione. Gli<br />

incidenti sul lavoro legati al mondo<br />

del sollevamento sono infatti una vera<br />

e propria macchia a livello nazionale.<br />

E a poco serve la tecnologia quando<br />

la mentalità imperante è ancora quella<br />

di bypassare i controlli o modificare<br />

le macchine in modo inopportuno. E<br />

quando questo non succede è ancora<br />

troppo alta la leggerezza con cui gli<br />

operatori affrontano situazioni di rischio<br />

in modo superficiale. Ecomondo ci<br />

permette invece di fotografare lo stato<br />

dell’arte nel settore delle bonifiche,<br />

del trattamento e riuso dei rifiuti, delle<br />

energie rinnovabili e dei processi<br />

di purificazione di acque e terreni.<br />

Nonostante questa sia una delle più<br />

importanti manifestazioni di settore al<br />

mondo e nonostante le aziende italiane<br />

siano fra le più tecnologicamente attive<br />

ed evolute la cura dell’ambiente è ancora<br />

oggi una evidente piaga nazionale. Il<br />

tutto nasce, a mio avviso, da una diffusa<br />

visione antiscientifica del problema<br />

che porta acqua al mulino di chi vuole<br />

approfittare della situazione sotto molti<br />

punti di vista. Dalle continue “emergenze<br />

rifiuti” di alcune grandi città, ai siti<br />

industriali dismessi che faticano a trovare<br />

una propria strada virtuosa. Il tutto<br />

quando scienza e tecnologia ci offrono<br />

soluzioni, spesso di aziende nazionali,<br />

che oltre frontiera, invece, fanno furore.<br />

EDITORIALE<br />

4


AMMANN, tecnologia smart, zero scarti<br />

SMART<br />

TECHNOLOGY<br />

AMMANN è presente sul mercato con<br />

le sue tecnologie complementari per<br />

la riduzione di scarti ed emissioni.<br />

Dall’hardware dei bruciatori polivalenti ai<br />

sistemi digitali che aumentano efficienza<br />

in tutti i settori che investono il ciclo di<br />

produzione del settore stradale e che<br />

parte dalla produzione dei conglomerati<br />

per finire alla loro stesa e compattazione<br />

Ammann è un costruttore<br />

che, da sempre, investe<br />

in ricerca e sviluppo a<br />

favore della eco-sostenibilità. Un<br />

tred confermato con una linea<br />

di impianti che operano con il<br />

riciclaggio dei materiali. A latere<br />

del processo costruttivo stradale<br />

ci sono poi altre tecnologie meno<br />

evidenti ma altrettanto efficaci.<br />

Come ad esempio quella che<br />

permette ai rulli di raggiungere<br />

gli obiettivi di compattazione<br />

con meno passaggi. Aumentando<br />

di fatto l’efficienza grazie alla<br />

riduzione del consumo di carburante<br />

e alle minori emissioni in<br />

atmosfera.<br />

Occorre tuttavia accelerare in<br />

questa direzione impiegando<br />

tutte le tecnologie possibili<br />

senza visioni ideologiche di<br />

nessun tipo.<br />

consapevoli.<br />

Da questo<br />

punto di vista<br />

il costruttore<br />

svizzero ha<br />

messo in pratica<br />

una serie<br />

di sette punti<br />

per indirizzare<br />

i propri sforzi<br />

nella riduzione<br />

dell’impatto ambientale. Questo<br />

anche per accelerare il processo<br />

che porterà la stessa Ammann<br />

verso la completa decarbonizzazione.<br />

Si va quindi dalla ricerca e sviluppo<br />

nella costruzione di macchine<br />

a basso impatto ambientale<br />

fino alla tecnologia digitale più<br />

avanzata che arriva in aiuto per<br />

aumentare l’efficienza operativa<br />

di macchine e impianti.<br />

Processi innovativi<br />

Nello specifico settore della<br />

produzione di conglomerati<br />

bituminosi, AMMANN progetta,<br />

costruisce e testa direttamente<br />

tutti i suoi bruciatori. Oggi tutti i<br />

modelli del costruttore svizzero<br />

sono già predisposti per utilizzare<br />

idrogeno. Si tratta quindi di una<br />

fonte rinnovabile in grado di abbassare<br />

in modo sensibile i livelli<br />

di anidride carbonica. Ma non<br />

solo. Ammann lavora anche con<br />

bruciatori che trasformano la polvere<br />

di legno in un combustibile<br />

rinnovabile. La neutralità carbonica<br />

è in questo<br />

caso ancora<br />

più elevata<br />

in quanto la<br />

CO2 rilasciata<br />

durante la<br />

combustione<br />

del legno<br />

viene compensata<br />

dal fatto<br />

che l’albero<br />

ha consumato<br />

la stessa quantità di anidride<br />

carbonica nel suo ciclo di vita.<br />

Soluzione integrata anche con<br />

altre tecnologie che prevedono<br />

l’impiego di combustibili<br />

alternativi e provenienti da fonti<br />

rinnovabili.<br />

AMMANN Compaction Expert<br />

Nelle tecnologie digitali il sistema<br />

ACE, AMMANN Compaction<br />

Expert, prevede un impiego<br />

delle tecnologie digitali per una<br />

compattazione “intelligente” ed<br />

efficiente. Infatti il sistema misura<br />

e comunica il progresso della<br />

compattazione in tempo reale.<br />

Esistono diverse versioni di ACE,<br />

tra cui una per i compattatori pesanti<br />

e un’altra per le attrezzature<br />

leggere. Ogni tecnologia fornisce<br />

conoscenze volte a prevenire la<br />

compattazione inutile. L’obiettivo<br />

è ovviamente quello di ridurre<br />

drasticamente il consumo di<br />

carburante, l’usura della macchina<br />

e le emissioni. Oltre che, fondamentale<br />

per le aziende, il tempo<br />

di esecuzione dei lavori.<br />

HI-TECH<br />

6


Leica Geosystems iCON per i compatti<br />

ABBATTERE<br />

LA DIFFIDENZA<br />

Leica Geosystems arriva alle macchine<br />

compatte abbattendo la diffidenza verso<br />

i sistemi digitali con il suo iCON pensato<br />

appositamente per essere impiegato<br />

sui midi e mini escavatori. Polivalenza,<br />

flessibilità, semplicità di utilizzo per<br />

far capire che la tecnologia digitale di<br />

assistenza allo scavo non è solo per le<br />

grandi imprese e per i grandi lavori<br />

CANTIERE 4.0<br />

Leica Geosystems, società di<br />

ExLeica Geosystems allarga<br />

il target del suo sistema<br />

iCON con l’arrivo della nuova<br />

versione per escavatori compatti.<br />

Con la chiara consapevolezza<br />

che i sistemi di assistenza allo<br />

scavo possano essere parte integrante<br />

della vita operativa nei<br />

cantieri di piccole dimensioni.<br />

Infatti gli escavatori compatti<br />

rappresentano oggi oltre il<br />

50% del mercato. Con la loro<br />

polivalenza sono i protagonisti<br />

indiscussi di cantieri urbani di<br />

ogni tipologia. Da quelli stradali<br />

a quelli di cantieri di costruzione<br />

civile e industriale. L’impiego<br />

di sistemi Machine Control<br />

è quindi fondamentale anche su<br />

macchine più compatte. Ma con<br />

richieste specifiche dove polivalenza<br />

e flessibilità<br />

vanno<br />

a braccetto<br />

con quella<br />

della pura<br />

assistenza allo<br />

scavo. Leica<br />

Geosystems<br />

ha quindi<br />

pensato ad un<br />

sistema digitale<br />

completo<br />

per i cantieri delle imprese che<br />

operano soprattutto con le macchine<br />

compatte. La soluzione<br />

iCON prevede infatti tre nuovi<br />

componenti. Stiamo parlando di<br />

una nuova applicazione software,<br />

un nuovo doppio ricevitore<br />

GNSS e un dispositivo di comunicazione<br />

aggiuntivo opzionale.<br />

Piccolo è bello!<br />

La nuova applicazione per<br />

escavatori compatti iCON è<br />

quindi disponibile sia come<br />

software autonomo, sia come<br />

elemento aggiuntivo che dialoga<br />

con la vasta piattaforma di<br />

cantiere iCON già esistente sul<br />

mercato. Se utilizzato come<br />

componente aggiuntivo permette<br />

di avere un’ampia flessibilità<br />

sia all’interno che all’esterno<br />

della macchina. Consentendo<br />

quindi a chi opera in cantiere di<br />

eseguire un’ampia casistica di<br />

lavori con gli stessi strumenti.<br />

Quindi è possibile usare l’unità<br />

di controllo in abbinamento con<br />

un’antenna intelligente per tracciare<br />

o creare<br />

un progetto.<br />

Immediatamente<br />

dopo è<br />

si monta l’unità<br />

in cabina<br />

e si inizia a<br />

lavorare in<br />

base al nuovo<br />

progetto.<br />

Non appena<br />

lo scavo o il<br />

livellamento sono stati completati<br />

si toglie l’unità di controllo<br />

dalla macchina e la si impiega<br />

per eseguire il processo costruttivo.<br />

Si tratta in sostanza di una<br />

nuova soluzione che ottimizza<br />

non solo le attività di movimento<br />

terra degli escavatori compatti.<br />

Grazie infatti alla versatilità<br />

unica della piattaforma iCON<br />

Site è possibile impiegarla anche<br />

per applicazioni esterne alla<br />

macchina. In questo modo si<br />

ottimizza l’investimento e si alza<br />

l’efficienza sia del processo costruttivo,<br />

sia dell’impiego delle<br />

risorse in cantiere. I professionisti<br />

del cantiere apprezzano molto<br />

la flessibilità della soluzione in<br />

loco. Elemento positivo che Leica<br />

iCON per escavatori compatti<br />

valorizza e amplifica. L’azienda<br />

ha infatti pensato a chi opera<br />

quotidianamente nei piccoli cantieri<br />

fornendo la capacità unica<br />

di misurare prima un’area, creare<br />

un progetto e quindi scavare direttamente<br />

secondo quel progetto<br />

in modo molto semplice.<br />

5-7 5-7 OTTOBRE - PIACENZA - Area Area Esterna I67-M95<br />

Hydraulic Equipment<br />

7-10 7-10 NOVEMBRE - RIMINI - Padiglione C5 C5 - Stand - 201 201<br />

8


La piattaforma integrata Topcon Aptix<br />

TUTTI<br />

INSIEME<br />

Topcon Aptix è la piattaforma<br />

di integrazione che consente di<br />

ottimizzare la gestione dei grandi<br />

progetti di ingegneria civile. Aperta<br />

verso soluzioni esterne, consente di<br />

gestire in modo efficace e rapido ogni<br />

fase del cantiere in modo integrato<br />

fornendo un monitoraggio costante<br />

Aptix di Topcon Positioning<br />

Systems è la nuova piattaforma<br />

di integrazione asa-service<br />

(iPaaS) che consente di<br />

ottimizzare la gestione dei grandi<br />

progetti di ingegneria civile e<br />

infrastrutture. L’importanza di<br />

Aptix è nella sua integrazione<br />

delle soluzioni Topcon con<br />

molteplici applicazioni di terze<br />

parti. Lo scopo è di automatizzare<br />

le connessioni dati tra l’ufficio<br />

e il cantiere. Ottimizza quindi<br />

i processi e genera analisi per i<br />

team di progetto all’interno di<br />

un’unica piattaforma. L’obiettivo<br />

finale è che il progetto effettivamente<br />

realizzato sia come è stato<br />

pianificato e che raggiunga gli<br />

obiettivi di redditività.<br />

Aptix automatizza e coordina la<br />

distribuzione dei dati, compresi<br />

i file di machine<br />

control, i modelli<br />

3D di costruzione,<br />

le tempistiche di<br />

progetto e i report<br />

sui dati reali.<br />

Inoltre mostra,<br />

quasi in tempo<br />

reale, la posizione<br />

delle macchine<br />

con la possibilità<br />

di aggregare i dati<br />

as-built, ossia di<br />

quanto effettivamente<br />

realizzato,<br />

provenienti dalla telematica di<br />

flotte miste. A questo scopo<br />

fornisce anche un report in tempo<br />

reale su persone, materiali,<br />

macchine ed emissioni di anidride<br />

carbonica. Permette quindi<br />

anche anche di intraprendere<br />

azioni specifiche per ridurre<br />

l’impatto ambientale legato a<br />

macchine e processi operativi di<br />

ogni tipo e che coinvolgono più<br />

unità.<br />

CANTIERE 4.0<br />

Il digitale flessibile e integrato<br />

Una delle caratteristiche principali<br />

di Topcon Aptix è la capacità di<br />

automatizzare la distribuzione dei<br />

modelli 3D di costruzione e le modifiche<br />

in corso a quanto programmato.<br />

I frequenti cambiamenti imposti<br />

da condizioni esterne come,<br />

ad esempio, il meteo, rendono<br />

infatti difficile tenere aggiornata la<br />

direzione tecnica di cantiere e tutti<br />

gli operatori coinvolti nel lavoro.<br />

Aptix affronta questa problematica<br />

integrandosi con applicazioni standard<br />

del settore, tra cui Autodesk<br />

<strong>Construction</strong> Cloud® e Microsoft<br />

OneDrive. Grazie a queste integrazioni<br />

Aptix monitora attivamente<br />

gli aggiornamenti dei file all’interno<br />

di Autodesk® Build, Autodesk®<br />

Docs, BIM 360® e Microsoft<br />

OneDrive.<br />

Nella sostanza, quindi, non appena<br />

si verifica una modifica di un<br />

modello di costruzione<br />

o di pianificazione<br />

distribuisce<br />

automaticamente<br />

questi aggiornamenti<br />

a tutti i soggetti<br />

coinvolti. Oltre a<br />

questo si assicura<br />

che gli operatori<br />

abbiano accesso ai<br />

modelli e alle attività pianificate più<br />

aggiornati e che i responsabili di<br />

progetto dispongano dei report più<br />

aggiornati.<br />

James Cook, direttore, Partner<br />

integrations, Autodesk <strong>Construction</strong><br />

Solutions, ha sottolineato che<br />

«Senza informazioni aggiornate,<br />

accessibili e fruibili, i team di<br />

progetto avranno sempre difficoltà<br />

a comunicare e collaborare.<br />

Grazie all’integrazione di Autodesk<br />

<strong>Construction</strong> Cloud in Topcon<br />

Aptix, i team possono garantire<br />

che le informazioni critiche siano<br />

accessibili a tutte le parti interessate.<br />

In questo modo aiutano le<br />

aziende a costruire e a collaborare<br />

più facilmente fra loro».<br />

Gli fa eco Jason Hallett, vicepresidente<br />

e direttore generale di<br />

Topcon Integration Services, che<br />

ha rimarcato «Automatizzando<br />

processi in precedenza manuali,<br />

Aptix elimina l’inserimento dati. Si<br />

tratta infatti di un’operazione dispendiosa<br />

in termini di tempo oltre<br />

che soggetta ad errori. Questo<br />

consente di concentrarsi su attività<br />

più strategiche. I responsabili di<br />

progetto possono quindi prendere<br />

decisioni migliori e più informate<br />

grazie alla visibilità in tempo reale<br />

sull’avanzamento del progetto e<br />

sui potenziali ostacoli.<br />

Siamo certi che Aptix ottimizzerà il<br />

modo in cui vengono gestiti i progetti<br />

di costruzione. Questo perché<br />

si tratta di un nuovo e potente<br />

strumento rivolto ai professionisti<br />

delle costruzioni che desiderano<br />

migliorare i loro processi di gestione<br />

dei progetti».<br />

Murray Lodge, vicepresidente<br />

esecutivo e direttore generale di<br />

Topcon, ha invece sottolineato<br />

«Aptix integra le soluzioni Topcon<br />

per l’edilizia civile e le infrastrutture<br />

con soluzioni di terze parti per condividere<br />

dati, automatizzare i flussi<br />

di lavoro e facilitare la rendicontazione<br />

dei dati reali del costruito.<br />

Essere aperti e pronti a integrarsi<br />

con il resto del mondo è ciò che fa<br />

progredire l’industria delle costruzioni».<br />

| Engines<br />

Our new ambition is rising.<br />

Its name is Kohler Energy.<br />

When it comes to engines, we’ve been on the leading edge of technology<br />

and innovation since our foundation. But we don’t simply provide you with<br />

functional power: we redefine your energy resilience with industry-leading<br />

electrification, hybrid solutions, alternative fuels and innovative products,<br />

to create better lives and communities in a more sustainable future.<br />

This is the next chapter in our vision, and its name is Kohler Energy.<br />

10


L’impianto di riciclo metalli della FRACAR<br />

AL SERVIZIO<br />

DI TUTTI<br />

La piemontese FRACAR opera nel settore<br />

del riciclo dei metalli da oltre mezzo<br />

secolo. Un’attività che vede un impianto<br />

dalla capacità di taglio di 1.200 tonnellate<br />

orarie gestito con un flusso continuo di<br />

materiale in ingresso. E dove lavora un<br />

movimentatore industriale Hidromek<br />

HMK220W MH che si occupa di gran parte<br />

della logistica aziendale<br />

PASSIONE CANTIERE<br />

I<br />

cantieri non sono soltanto<br />

mobili e temporanei. Ci sono<br />

infatti attività che richiedono<br />

installazioni fisse dove le attività<br />

operative sono del tutto assimilabili<br />

a quello che normalmente si<br />

vedrebbe in un ordinario cantiere<br />

di demolizione.<br />

Come nel caso dell’impianto di<br />

riciclo dei metalli dove si trovano<br />

una pressocesoia ed un centro<br />

di riduzione volumetrica in grado<br />

di processare 1.200 tonnellate<br />

di materiale in un’ora di lavoro.<br />

Una struttura impegnativa la cui<br />

gestione è affidata ad un movimentatore<br />

industriale Hidromek<br />

HMK220W MH.<br />

«La Fracar ha superato il mezzo<br />

secolo di vita - ci racconta<br />

Andrea Forgia, titolare dell’azienda<br />

insieme ai fratelli Paolo e<br />

Danilo - e in tutto questo tempo<br />

abbiamo ormai maturato una<br />

buona esperienza sulle macchine<br />

da movimentazione. La prima<br />

cosa che abbiamo imparato è<br />

che se il movimentatore ha un<br />

DNA da macchina movimento<br />

terra tendenzialmente non darà<br />

problemi».<br />

E continua «Abbiamo un rapporto<br />

di lunga data con la Tematec,<br />

il concessionario Hidromek del<br />

nord ovest. Quando ci è stato<br />

proposto l’HMK220W MH siamo<br />

stati incuriositi. Siamo stati colpiti<br />

positivamente dalle carpenterie,<br />

dalla cura costruttiva<br />

generale, dalla cabina e dalle<br />

caratteristiche generali della<br />

macchina. Un mezzo a cui non<br />

avevamo pensato e che, invece,<br />

ha conquistato il nostro interesse<br />

e, in seguito, la nostra fiducia».<br />

Le fasi operative<br />

La Fracar ha la propria sede in<br />

posizione baricentrica fra Torino<br />

e Cuneo. L’attività aziendale<br />

spazia in tutto il nord ovest e<br />

nella sede di Polonghera. Dai<br />

cantieri di demolizione e dalle<br />

industrie della zona arrivano<br />

i metalli che prima sono divisi<br />

per tipologia, poi trattati e<br />

infine inviati in acciaieria. Tutta<br />

la gestione dei flussi è affidata<br />

al movimentatore industriale<br />

Hidromek. Con il supporto puntuale<br />

di due macchine su pilone<br />

che operano in postazione fissa.<br />

Ci spiega Paolo Forgia «Per<br />

affrontare la logistica in modo<br />

più efficiente abbiamo quindi<br />

deciso di affiancarli proprio<br />

con il movimentatore gommato.<br />

L’Hidromek HMK220W MH ha<br />

uno sbraccio di quasi 13 metri<br />

con un peso operativo di 26.500<br />

kg e ci permette di essere più<br />

produttivi grazie alla sua agilità<br />

e velocità».<br />

E continua «Per noi è importante<br />

avere la massima efficienza<br />

possibile nella gestione<br />

dell’impianto. L’arrivo del nuovo<br />

movimentatore ci ha permesso<br />

di risparmiare molto tempo e<br />

di acquistare più velocità nella<br />

movimentazionegestione dei<br />

rottami».<br />

5-7 OTTOBRE - PIACENZA<br />

Area Esterna M120-N127<br />

7-10 NOVEMBRE - RIMINI<br />

Padiglione C5 - Stand 2<strong>02</strong><br />

12


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ECOMONDO è l’occasione per presentare<br />

la gamma McCloskey al mercato italiano.<br />

Il costruttore canadese ha infatti trovato in<br />

Massucco T. un importatore con la giusta<br />

mentalità per affrontare il complesso<br />

panorama operativo nazionale. Grazie ad<br />

una gamma completa e che copre target<br />

fra loro differenti e complementari<br />

Massucco T. si presenta<br />

per la prima volta ad<br />

ECOMONDO con gli<br />

impianti mobili McCloskey. Il<br />

costruttore canadese, forte di<br />

una presenza globale e di una<br />

importante sede operativa anche<br />

in Irlanda del Nord, ha infatti<br />

trovato la propria dimensione<br />

ideale nella partnership con la<br />

struttura distributiva di Cuneo.<br />

Una collaborazione che si è<br />

ulteriormente rafforzata e consolidata<br />

nell’ultimo triennio con<br />

importanti risultati di mercato<br />

e con una flotta noleggio che<br />

trova oggi pochi riscontri nella<br />

concorrenza.<br />

L’evoluzione organizzativa del<br />

costruttore ha inoltre portato a<br />

gestire in modo distinto le macchine<br />

per l’ecologia, destinate<br />

a biomasse e rifiuti misti, che<br />

sono state divise da quelle per il<br />

trattamento dei materiali inerti<br />

e il riciclaggio dei rifiuti da<br />

costruzione e demolizione.<br />

L’offerta del costruttore prevede<br />

impianti con motorizzazioni<br />

termiche o con alimentazione<br />

elettrica.<br />

Frantoi e vagli. Ma non solo<br />

La gamma McCloskey si articola<br />

oggi su tre fondamentali linee<br />

di prodotto. Frantoi, vagli e<br />

nastri convogliatori. I frantoi si<br />

dividono a loro volta in tre tipi:<br />

Prodotti<br />

a mascelle, ad urto e a cono.<br />

Con target che spaziano dalla<br />

classica lavorazione dei materiali<br />

inerti fino ai cantieri di demolizione<br />

e bonifica. Gli impianti<br />

di vagliatura si dividono nelle<br />

due gamme R ed S. Dove la<br />

prima è indicata per i materiali<br />

più difficili, comprende anche<br />

modelli sgrossatori ed è dotata<br />

di prevagliatura con finger in<br />

grado di selezionare anche materiali<br />

umidi e grossolani senza<br />

ripercussioni di nessun genere.<br />

La serie S, invece, è indicata<br />

soprattuto per la selezione secondaria<br />

con una forte propensione<br />

verso i materiali inerti. In<br />

entrambi i casi si raggiungono<br />

livelli qualitativi elevati con<br />

la possibilità di integrare il<br />

lavaggio nel ciclo di selezione.<br />

I nastri convogliatori, infine,<br />

sono dotati di carri cingolati e<br />

tramogge di carico che permettono<br />

non solo di operare in linea<br />

con altri impianti ma anche in<br />

alimentazione con escavatori o<br />

pale gommate.<br />

La linea Environmental<br />

La linea dedicata ai rifiuti e<br />

alle biomasse si compone di<br />

cinque linee di prodotti. Con<br />

due tipologie di nastri ed i vagli<br />

serie R “prese a prestito” dalle<br />

macchine per inerti. Completano<br />

l’offerta i trituratori ed i<br />

vagli a tamburo. I trituratori a<br />

bassa velocità possono spaziare<br />

da materiali più semplici come<br />

cascami di legname fino ad elementi<br />

più coriacei e complessi<br />

come gli pneumatici. Passando<br />

ovviamente per rifiuti misti di<br />

vario genere.<br />

L’offerta di vagli a tamburo si<br />

articola su modelli cingolati<br />

e gommati. Con questi ultimi<br />

pensati per essere agganciati a<br />

semirimorchi che agevolano i<br />

lunghi trasporti fra un sito produttivo<br />

ed un altro.<br />

PERISCOPIO<br />

15


PALFINGER<br />

INARRESTABILE<br />

PALFINGER ha presentato questa estate al mercato<br />

italiano il modello PCC 57.0<strong>02</strong> al mercato italiano. Una<br />

macchina cingolata multiruolo pensata per operare<br />

nelle condizioni più disparate. Dagli ordinari spazi<br />

industriali dove si muove con agilità, fino ai cantieri<br />

montani di costruzione di impianti di risalita<br />

Palfinger ha presentato in<br />

estate, al mercato italiano,<br />

la nuova gru cingolata PCC<br />

57.0<strong>02</strong> pensata per affrontare<br />

cantieri di ogni tipo e per muoversi<br />

agilmente in spazi complessi. Da<br />

quelli ordinari tipici delle industrie,<br />

dei cantieri urbani o stradali. Per<br />

arrivare a quelli montani dove<br />

l’impiego delle gru è fondamentale<br />

per operare ad esempio nel<br />

montaggi di impianti di risalita,<br />

manutenzione e montaggi di<br />

centrali idroelettriche, dighe o altri<br />

impianti speciali. Oppure semplici<br />

cantieri abitativi. Un target<br />

estremamente ampio dove spesso<br />

erano impiegati, obbligandoli ad<br />

un fermo forzato, veicoli industriali<br />

dotati di gru retrocabina. Senza<br />

però, a volte, avere la stessa semplicità<br />

di accesso a luoghi impervi<br />

dove invece il carro cingolato può<br />

essere risolutivo e determinante.<br />

Con una precisione di piazzamento<br />

che non sempre i veicoli industriali<br />

possiedono in condizioni limite.<br />

Polivalente al quadrato<br />

Il costruttore austriaco punta in<br />

modo fondamentale alla polivalenza.<br />

Non solo nel lavoro in cantiere<br />

ma anche nelle sempre più complesse<br />

e delicate fasi di trasporto.<br />

La macchina pesa infatti, nella sua<br />

versione completa di contrappeso,<br />

carro e fly jib staccabili, circa 26<br />

tonnellate permettendo il trasporto<br />

con mezzi ordinari. Tutto questo<br />

a fronte di uno sbraccio massimo<br />

che sfiora i 30 metri, un’altezza<br />

massima raggiungibile che supera<br />

i 32 metri e una capacità massima<br />

di sollevamento di 18.200 kg. La<br />

pendenza massima superabile in<br />

modo autonomo è di 28 gradi.<br />

Le minipale<br />

gommate e<br />

cingolate della<br />

GEHL hanno<br />

trovato in Manitou<br />

un costruttore<br />

di valore che<br />

sta investendo<br />

per rinnovare e<br />

ampliare tutta la<br />

gamma.<br />

Riconoscimento basato<br />

sull’intelligenza artificiale.<br />

Telecamera con rilevamento pedoni integrato<br />

• Tecnologia plug-and-play per il collegamento diretto al monitor<br />

• Segnale di avvertimento acustico e visivo per il conducente<br />

• Riduce la probabilità di collisioni fornendo informazioni<br />

immediate e affidabili al conducente<br />

• Riduce i falsi allarmi<br />

PERISCOPIO<br />

16<br />

Le gru PCC, pensate per le difficoltà<br />

Le gru cingolate Palfinger PCC si<br />

basano su un concetto semplice<br />

quanto flessibile. Attualmente<br />

l’offerta del marchio austriaco è articolata<br />

su due modelli. La più piccola<br />

PCC 52.007 e la più grande<br />

PCC 115.0<strong>02</strong>. Quest’ultima, nonostante<br />

il suo peso operativo di<br />

42 tonnellate in versione completa<br />

di jib, contrappeso e verricello da<br />

3,5 tonnellate, è stata pensata in<br />

due moduli integrati e smontabili.<br />

Il modulo gru può quindi essere<br />

trasportato da solo con un peso<br />

operativo di circa 25 tonnellate<br />

mentre il modulo cingolato pesa<br />

intorno alle 10 tonnellate. Inoltre<br />

il modulo gru può anche essere<br />

utilizzato da solo senza per forza<br />

operare con il modulo cingolato.<br />

Fra le possibilità applicative del<br />

modulo gru vi è anche quella di<br />

poter essere impiegato su un<br />

autocarro ottimizzando così l’investimento.<br />

La pendenza massima affrontabile<br />

è del 60% permettendo quindi<br />

di muoversi autonomamente<br />

su terreni molto accidentati. La<br />

presenza di stabilizzatori off-road<br />

per impieghi gravosi permettono<br />

di compensare pendenze fino<br />

ad 8° mantenendo comunque<br />

la massima capacità di carico. I<br />

cingoli possono essere protetti<br />

con appositi pattini in materiale<br />

plastico speciale che consente di<br />

non rovinare le pavimentazioni.<br />

Decisamente interessante la<br />

possibilità di avere anche l’alimentazione<br />

elettrica tramite l’e-pack<br />

collegandosi alla rete elettrica.<br />

A riguardo della PCC 115.0<strong>02</strong> la<br />

capacità massima di sollevamento<br />

è pari a 30.000 kg per uno sbraccio<br />

massimo di quasi 34 metri<br />

con il jib ed un’altezza massima<br />

raggiungibile di oltre 36 metri.<br />

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Inquadrare<br />

per maggiori<br />

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Le piattaforme Manitou Oxygen<br />

IN ALTO<br />

IN SILENZIO<br />

Le piattaforme ATJe della gamma<br />

Oxygen di Manitou si distinguono per<br />

il funzionamento elettrico a batteria.<br />

Macchine pensate per muoversi in<br />

ambienti di ogni tipo senza emissioni<br />

locali né gassose, né sonore per<br />

garantire l’operabilità dove non è<br />

possibile muoversi con altri mezzi<br />

PERISCOPIO<br />

18<br />

Lavorare in spazi chiusi,<br />

centri urbani e ovunque vi<br />

sia la necessità di azzerare<br />

le emissioni locali. Manitou ha<br />

presentato la gamma Oxygen nel<br />

corso dello scorso Bauma puntando<br />

proprio a questo specifico<br />

target. E se c’è un settore dove<br />

questa esigenza è particolarmente<br />

sentita è proprio quello delle<br />

La gamma elettrificata Oxygen<br />

rappresenta la risposta specifica<br />

di Manitou alle esigenze del<br />

mercato specialistico che<br />

vuole operare in un contesto di<br />

emissioni locali pari a zero.<br />

La filosofia alla base di questi<br />

modelli trasversali è legata a<br />

soluzioni di alimentazione che si<br />

basano sull’effettivo impiego della<br />

macchina e vanno oltre a certe<br />

visioni “talebane” che si possono<br />

piattaforme dove l’azienda francese<br />

è presente con un’offerta<br />

che copre la maggioranza della<br />

richiesta con modelli scissor e a<br />

braccio articolato in grado di arrivare<br />

fino a circa 28 metri e con<br />

le macchine Oxygen ATJe che si<br />

fermano, per ora, al range dei 20<br />

metri di altezza operativa.<br />

riscontrare in altri settori come, ad<br />

esempio, quello automobilistico.<br />

Manitou ha infatti sviluppato<br />

macchine sia a batteria, sia con<br />

la doppia alimentazione elettrica/<br />

diesel. Interessando non solo<br />

le PLE ma anche i sollevatori<br />

telescopici rotativi e fissi frontali.<br />

Le soluzioni utilizzate sono tutte<br />

mirate all’abbassamento del<br />

TCO. Senza però abbassare le<br />

prestazioni e soprattutto con un<br />

Al litio<br />

Le batterie impiegate soo al Litio<br />

da 48 V x 460 Ah e con una<br />

potenza di 22 kWh. Il carica batteria<br />

integrato è da 48 V a 60 A.<br />

Una dotazione che permette di<br />

operare per lunghi turni di lavoro<br />

e consente la ricarica veloce in<br />

pausa pranzo.<br />

Oxygen, la gamma elettrificata di Manitou<br />

occhio alle potenzialità operative<br />

del cantiere.<br />

Nel caso dei modelli MRTe, ad<br />

esempio, sono disponibili anche<br />

dei powerpack che consentono<br />

di caricare le batterie durante<br />

gli spostamenti su strada fra un<br />

cantiere ed un altro garantendo<br />

così la necessaria autonomia<br />

operativa ma, soprattutto,<br />

sollevando l’operatore dal<br />

pensiero della ricarica. Sono<br />

infatti molto frequenti le situazioni<br />

in cui questi mezzi devono<br />

spostarsi per affrontare situazioni<br />

impreviste facendo proprio<br />

leva sulla propria polivalenza.<br />

Imprevisti che possono far<br />

variare i piani aziendali fra cui, ad<br />

esempio, proprio la ricarica della<br />

batteria. Il fatto di poter contare<br />

comunque su un certo livello di<br />

autonomia rende questi mezzi,<br />

nei fatti, impiegabili esattamente<br />

come gli MRT con motorizzazioni<br />

endotermiche. Le prestazioni in<br />

sollevamento rimangono invariate<br />

grazie ai livelli di potenza dove,<br />

ad esempio, sul modello MRT<br />

2660e si hanno 107 kW per gli<br />

spostamenti e 84 kW per torretta<br />

e braccio con identica disponibilità<br />

di accessori.<br />

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GIS & ECOMONDO. Autunno caldo<br />

SICUREZZA<br />

& AMBIENTE<br />

NODI CRUCIALI<br />

GIS & ECOMONDO sono i due<br />

appuntamenti autunnali più importanti<br />

del <strong>2<strong>02</strong>3</strong>. Due fiere italiane di richiamo<br />

internazionale che da un lato testimoniano<br />

il nostro “saper fare” in settori strategici<br />

come sollevamento e tecnologie<br />

ambientali. Dall’altro accendono i riflettori<br />

su tematiche per noi delicate come<br />

sicurezza e ambiente<br />

GIS ed ECOMONDO<br />

sono due tra<br />

le fiere italiane<br />

che hanno un<br />

forte respiro<br />

internazionale<br />

con una presenza<br />

qualificata e<br />

trasversale che<br />

consente di fare<br />

il punto sullo<br />

stato dell’arte<br />

in due settori,<br />

sollevamento e<br />

ambiente, che<br />

hanno molte<br />

sinergie fra loro.<br />

E che muovono<br />

comparti produttivi<br />

importanti e<br />

fondamentali per il<br />

nostro paese. Sia a<br />

livello di occupati,<br />

sia a livello di<br />

fatturato. Con nomi<br />

di eccellenza.<br />

GIS & ECOMONDO<br />

L<br />

'Italia è un paese dalle grandissime contraddizioni.<br />

Se da un lato siamo una delle nazioni<br />

con un sistema industriale in grado di competere<br />

ai massimi livelli mondiali, dall’altro facciamo<br />

di tutto per fare scappare gli investitori. Se da un<br />

lato riusciamo ad essere un paese leader in settori<br />

innovativi e molto competitivi come, ad esempio,<br />

il sollevamento, dall’altro facciamo segnare tristi<br />

classifiche legate agli infortuni mortali sul posto di<br />

lavoro. Se la nostra tecnologia in tema di macchine<br />

e attrezzature per l’ambiente è oggi in cima alle<br />

classifiche mondiali, dall’altro non siamo in grado<br />

di sfruttare degnamente questo know-how per<br />

valorizzare un patrimonio ambientale che è stato<br />

particolarmente generoso nei nostri confronti.<br />

Quest’autunno ci aspettano due fiere di settore<br />

molto importanti che mettono ulteriormente in luce<br />

queste discrasie. GIS ed Ecomondo testimoniano infatti,<br />

davanti ad una platea internazionale, la nostra<br />

grande capacità tecnica in due settori importantissimi<br />

sia per i comparti industriali che coinvolgono, sia per<br />

la sempre crescente importanza a livello strategico. Il<br />

mondo del sollevamento è infatti in crescita, e lo sarà<br />

ancora per moltissimo tempo, mentre l’importanza<br />

delle tecnologie per la salvaguardia ed il recupero<br />

ambientali sono oggi all’ordine del giorno. E non<br />

solo in Italia ma a livello globale. Ma dove il nostro<br />

paese recita un importante ruolo grazie ad un sistema<br />

produttivo e universitario di primo piano.<br />

Giornate Italiane del Sollevamento<br />

Se l’acronimo GIS indica chiaramente le Giornate<br />

Italiane del Sollevamento, in realtà ormai<br />

parlare solo di Italia è decisamente riduttivo. La<br />

kermesse piacentina, infatti, è di livello internazionale<br />

e coinvolge tutti i maggiori costruttori<br />

mondiali. Qui hanno infatti trovato casa non<br />

solo le aziende nazionali, leader nel settore del<br />

sollevamento in più ambiti merceologici, ma anche<br />

e soprattutto i grandi player internazionali.<br />

Probabilmente trascinati qui anche dalla grande<br />

importanza del nostro comparto industriale di<br />

settore. Un po’ come succede con Eima nel set-<br />

tore dell’agricoltura dove l’Italia è attualmente il<br />

primo costruttore al mondo di macchine agricole<br />

per numero di pezzi prodotti ed il secondo in<br />

termini di fatturato. GIS è una fiera verticale, di<br />

nome e di fatto, che ha una reale apertura globale<br />

e dove i costruttori presentano innovazioni<br />

e nuovi modelli perché sanno che gli operatori<br />

di settore arrivano qui appositamente per capire<br />

il “sentiment” generale del proprio settore.<br />

Le tematiche affrontate da GIS non sono però<br />

solo tecniche e tecnologiche ma anche di approfondito<br />

dibattivo su tematiche normative, su<br />

tendenze di mercato e su argomenti scottanti e<br />

spesso estremamente scomodi. Fra questi anche<br />

la sicurezza.<br />

Formazione e novità normative<br />

Nel corso di GIS si farà infatti il punto sul settore<br />

da molti punti di vista. Da quello di chi opera<br />

nei trasporti eccezionali e, in generale, nei servizi<br />

connessi al mondo delle costruzioni e della logistica,<br />

fondamentali utilizzatori di gru retrocabina<br />

e di allestimenti speciali e che al GIS trovano un<br />

fondamentale riferimento per le novità di settore e<br />

l’andamento del mercato.<br />

Si parlerà di formazione professionale, tema<br />

quanto mai importante e che coinvolge in modo<br />

pesante il mondo del sollevamento. Sia quello<br />

professionale, sia quello che possiamo definire<br />

“occasionale” e rappresentato dall’innumerevole<br />

numero di aziende generiche che si affidano al noleggio<br />

per le proprie specifiche esigenze di operare<br />

in quota. Con tutte le problematiche connesse a<br />

livello di errato uso delle macchine e relativi incidenti<br />

sul lavoro.<br />

Si parlerà di fondamentali aspetti normativi che<br />

coinvolgono macchine e aziende con risvolti spesso<br />

inaspettati sotto molti punti di vista. Primo fra tutti<br />

l’operare in modo corretto in cantiere per aumentare<br />

il livello di sicurezza attiva e passiva. Si prospetta<br />

un’edizione di GIS molto interessante grazie ad una<br />

piena maturità di una manifestazione che ormai è<br />

attesa sia dagli addetti ai lavori, sia da chi invece<br />

20<br />

21


ECOMONDO è l’occasione di confronto su tematiche legate ad<br />

ambiente, riciclo dei materiali e tecnologie collegate. I costruttori<br />

sono molto attivi da questo punto di vista con un’attività di per<br />

sonalizzazione ed allestimento che coinvolge specializzazioni e<br />

capacità tecniche di ogni livello. Il settore dedicato alle macchine<br />

è molto importante all’interno della manifestazione di Rimini e<br />

consente di capire lo stato dell’arte sul tema del riciclo e delle<br />

tecnologie impiegate per questo fondamentale settore di servizio.<br />

ha a che fare con il sollevamento in modo indiretto<br />

e occasionale.<br />

GIS & ECOMONDO<br />

ECOMONDO<br />

La manifestazione riminese è un punto di riferimento<br />

mondiale nel settore ambiente ed ecologia.<br />

Con spin-off, soprattutto dedicati alle energie<br />

rinnovabili, che da qui hanno preso vita propria.<br />

C’è stato un periodo in cui, a fronte di una profonda<br />

crisi del settore delle macchine movimento<br />

terra, i costruttori partecipavano ad Ecomondo a<br />

testimonianza di una vitalità continua del mondo legato<br />

al riciclo dei materiali. C’è infatti una profonda<br />

connessione con il mondo industriale generico che,<br />

da sempre, si appoggia alle aziende specializzate in<br />

questo tipo di attività per avere servizi e soluzioni<br />

a problematiche contingenti. Questa tendenza però<br />

si è affievolita nell’ultimo periodo lasciando spazio<br />

ai professionisti della movimentazione industriale e<br />

ad alcuni brand che invece ritengono ancora fondamentale<br />

essere presenti in un settore importante a<br />

livello nazionale.<br />

Non solo macchine<br />

Ecomondo non è però solo macchine. Pur essendo<br />

importantissima la presenza di movimentatori industriali,<br />

impianti di processazione di rifiuti di ogni<br />

tipo, sollevatori telescopici e veicoli industriali con<br />

tutti i loro allestimenti per la raccolta ed il trasporto<br />

dei rifiuti. Un settore trasversale che, ad ogni buon<br />

conto, sviluppa un fatturato molto elevato e coinvolge<br />

un numero di aziende altrettanto importante. Sono<br />

presenti qui anche industrie di settore che sviluppano<br />

tecnologie di bonifica e purificazione che, basandosi<br />

su elementi di grande innovazione scientifica, hanno<br />

però sempre bisogno di un importante “hardware”<br />

per svilupparsi. Stiamo quindi parlando di macchine<br />

e impianti industriali che portano ad avere, a cascata,<br />

la necessità di servizi legati a movimentazione,<br />

montaggio e logistica. Settori produttivi, questi ultimi,<br />

legati a stretto giro alle aziende che parteciano a<br />

GIS. Molte di loro, infatti, sono presenti ad entrambe<br />

le manifestazioni che, per fortuna, distano circa un<br />

mese l’una dall’altra in una programmazione sostenibile<br />

e che spesso non trova pari lungimiranza anche<br />

in fiere generaliste di settore.<br />

Veicoli industriali e allestimenti<br />

Un settore importante e ben presente in entrambe le<br />

manifestazioni è quello dei veicoli industriali e degli<br />

allestimenti loro dedicati. I costruttori di gru articolate<br />

lo sanno molto bene. Così come quelli che, e in<br />

Italia sono nuovamente tantisismi, si occupano invece<br />

di compattatori per rifiuti e macchine speciali per<br />

l’igiene urbana. Allestimenti che si collocano in una<br />

forbice alta del mercato in quanto a valore e complessità<br />

e che rappresentano per il nostro paese un<br />

altro fortissimo comparto produttivo. Ecomondo è di<br />

fatto la loro casa e anche qui il pubblico di riferimento<br />

è globale e non solo locale. La fiera riminese ha<br />

infatti saputo costruirsi una propria specifica identità<br />

che la vede oggi come punto di riferimento trainante<br />

e il cui limite, in effetti, è dato solo dalla capacità<br />

della fiera, intesa come struttura logistica composta<br />

da padiglioni e servizi, che “fa il pieno” in occasione<br />

di questa importante manifestazione. Grazie anche ad<br />

un comparto dell’accoglienza che trova in Rimini, e<br />

in tutta la costiera romagnola, un esempio organizzativo<br />

di alto livello in grado di trovare ospitalità a<br />

costi normali ad un numero rilevante di visitatori che<br />

hanno fatto segnare, nella scorsa edizione, un +41%<br />

rispetto all’anno precedente.<br />

22<br />

23


FOCUS SICUREZZA. Fanalini di coda<br />

EVIDENTE<br />

SEGNO<br />

DI RESA?<br />

Una situazione che più che definire allarmante<br />

è di fatto disperata. I dati relativi agli incidenti<br />

sui luoghi di lavoro sono in continuo aumento.<br />

Con quelli che determinano la morte delle<br />

persone coinvolte che non danno tregua e<br />

sembrano un bollettino di guerra. La media<br />

supera i tre decessi al giorno e coinvolge<br />

anche ambiti che dovrebbero operare con<br />

stringenti procedure operative<br />

SICUREZZA<br />

Dobbiamo alzare le mani in segno di resa? Viviamo<br />

uno sconsolante panorama dove gli<br />

infortuni sul lavoro con esito fatale, in Italia,<br />

si attestano a 3 ogni 110mila occupati contro una<br />

media UE di 2,1.<br />

Uno scenario causato in primis da una cronica<br />

mancanza di cultura della sicurezza che proviene<br />

da molto lontano. E che investe non solo i settori<br />

occupazionali ma ogni luogo della nostra vita quotidiana.<br />

Dalla strada fino alle mura domestiche. Si<br />

tratta prima di tutto di una questione culturale che<br />

investe il nostro modo di pensare ed il nostro modo<br />

di agire quotidiano. Per avere una seria e radicata<br />

inversione di tendenza occorre quindi un immane<br />

lavoro non solo di sensibilizzazione ma, prima di<br />

tutto, di una profonda formazione che coinvolga anche<br />

le scuole dell’obbligo. Un’azione radicale che<br />

coinvolga le giovani leve e permetta, con il tempo,<br />

di cambiare il modo di pensare.<br />

I dati INAIL fino a luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />

Le rilevazioni INAIL ci permettono di avere dei<br />

dati ufficiali aggiornati ufficialmente a fine luglio<br />

<strong>2<strong>02</strong>3</strong>. Comprendono quindi i primi 7 mesi dell’anno<br />

con una tendenza che, dalle notizie degli ultimi<br />

giorni, sembra in peggioramento.<br />

Ad oggi abbiamo infatti 559 vittime di cui 430 in<br />

occasione di lavoro e 129 in itinere con una media<br />

di 80 decessi al mese.<br />

Gli infortuni mortali, visti come numeri assoluti,<br />

ci forniscono invece questi dati percentuali. Il numero<br />

di 430 vittime in occasione di lavoro fa segnare,<br />

rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente,<br />

un aumento del +4,4%. Siamo infatti passati da 412<br />

a, per l’appunto 430 morti nel corso delle operazioni<br />

lavorative. Per contro c’è stato un vistosto calo,<br />

pari al -17,8% dei decessi in itinere. Siamo infatti<br />

passati da 157 a 129.<br />

I dati per regioni<br />

A livello regionale i dati sono invece i seguenti:<br />

. LOMBARDIA - 74 decessi<br />

. VENETO - 40 decessi<br />

. LAZIO - 36 decessi<br />

. CAMPANIA - 33 decessi<br />

. PIEMONTE - 33 decessi<br />

. EMILIA ROMAGNA - 31 decessi<br />

. PUGLIA - 29 decessi<br />

. SICILIA - 26 decessi<br />

. TOSCANA - 21 decessi<br />

. ABRUZZO - 16 decessi<br />

. MARCHE - 14 decessi<br />

. UMBRIA - 13 decessi<br />

. CALABRIA - 13 decessi<br />

. FRIULI VENEZIA GIULIA - 12 decessi<br />

. TRENTINO ALTO ADIGE - 11 decessi<br />

. LIGURIA - 11 decessi<br />

. SARDEGNA - 10 decessi<br />

. BASILICATA - 5 decessi<br />

. VALLE D’AOSTA - 1 decesso<br />

. MOLISE - 1 decesso<br />

Potrebbe sembrare evidente una correlazione fra<br />

popolazione residente e PIL regionale. Cosa che in<br />

realtà non è.<br />

È stata infatti effettuata una zonizzazione a colori<br />

delle regioni per mettere in evidenza l’incidenza degli<br />

infortuni mortali in base al numero di occupati.<br />

La zonizzazione regionale<br />

L’incidenza degli infortuni mortali fornisce il numero<br />

di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa<br />

in una data area. Questa può essere una<br />

regione o una provincia. Il dato è sempre rapportato<br />

ad ogni milione di occupati presenti in quella<br />

data area. con questo metodo è quindi possibile<br />

confrontare i dati sul numero di infortuni e decessi<br />

tra le diverse regioni anche se sono caratterizzate<br />

da una popolazione lavorativa differente.<br />

L’Osservatorio Vega ha definito il rischio infortunistico<br />

nelle regioni italiane con i seguenti colori:<br />

. Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica<br />

inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale<br />

. Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica<br />

compresa tra il 75% dell’incidenza media nazio-<br />

Lo scenario italiano<br />

si attesta a 3<br />

infortuni mortali<br />

ogni 100mila<br />

occupati contro<br />

una media UE di<br />

2,1. Siamo quindi<br />

quasi al 50% in<br />

più rispetto alla<br />

media dell’unione.<br />

Un quadro che<br />

vede chiare<br />

carenze culturali<br />

e una formazione<br />

professionale che<br />

spesso rimane<br />

semplice carta<br />

straccia che serve<br />

semplicemente<br />

per accedere ai<br />

cantieri ma senza,<br />

dietro, una reale<br />

consapevolezza<br />

dei rischi che si<br />

corrono in cantiere<br />

e delle procedure<br />

per affrontarli in<br />

modo corretto.<br />

24<br />

25


Operare in sicurezza richiede una forte cultura personale che<br />

guarda in primis alle procedure. Cultura che si acquisisce con una<br />

forte attenzione ai dettagli e con una preparazione che inizi già<br />

con le giovani leve. Le imprese, dal canto loro, hanno il compito<br />

di strutturare e organizzare il lavoro in modo che nulla sia lasciato<br />

al caso. Sia in cantieri molto complessi, sia in cantieri semplici. La<br />

committenza, soprattutto quella pubblica, ha il dovere morale di<br />

valutare correttamente i prezzi di appalto per non speculare sugli<br />

aspetti legati alla sicurezza. Cosa che spesso non avviene e che<br />

causa problematiche di non poco conto.<br />

SICUREZZA<br />

nale e il valore medio nazionale<br />

. Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica<br />

compresa tra il valore medio nazionale e il<br />

125% dell’incidenza media nazionale<br />

. Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica<br />

superiore al 125% dell’incidenza media nazionale<br />

Questa elaborazione, effettuata per i primi sette<br />

mesi del <strong>2<strong>02</strong>3</strong> con un’incidenza superiore al 25%<br />

rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza<br />

medio, pari a 18,6 morti sul lavoro ogni milione di<br />

lavoratori) ha quindi ridefinito il quadro in questo<br />

modo.<br />

. REGIONI IN ROSSO: Umbria, Abruzzo, Basilicata<br />

e Calabria.<br />

. REGIONI IN ARANCIONE: Friuli Venezia Giulia,<br />

Puglia, Marche, Trentino Alto Adige, Campania,<br />

Sicilia e Veneto.<br />

. REGIONI IN GIALLO: Piemonte, Valle D’Aosta,<br />

Liguria, Sardegna, Lombardia, Lazio ed Emilia<br />

Romagna.<br />

. REGIONI IN BIANCO: Toscana e Molise.<br />

Appare quindi una situazione ben differente rispetto<br />

al dato numerico puro con regioni, come ad esempio<br />

Lombardia, Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna<br />

avere un dato rientrante nella media nazionale.<br />

Altre che invece potevano apparire più virtuose,<br />

come ad esempio Calabria, Basilicata ed Abruzzo,<br />

avere in realtà un dato gravemente sopra la media<br />

nazionale pur con numeri assoluti bassi.<br />

Le denunce di infortunio<br />

Le denunce di infortunio registrate da gennaio a<br />

luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong> sono in diminuzione del 21,9% rispetto<br />

allo stesso periodo del 2<strong>02</strong>2. Siamo infatti<br />

partiti da 441.451 a fine luglio 2<strong>02</strong>2 per arrivare a<br />

344.897a luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong>. Si tratta di un decremento<br />

evidente già da mesi che conferma la scomparsa<br />

degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.<br />

Infatti le denunce di infortunio nel solo settore<br />

Sanità sono calate del 63% passando da 60.6<strong>02</strong> di<br />

luglio 2<strong>02</strong>2 a 16.389 di luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong>.<br />

I dati legati al COVID-19 hanno infatti falsato<br />

le statistiche anche con decessi legati alla malattia<br />

contratta sul posto di lavoro.<br />

Giovani, meno giovani e donne<br />

Parlando invece di fasce di età i dati forniscono un<br />

quadro chiaro legato ad esperienza e logoramento<br />

fisico. Infatti la fascia d’età numericamente più<br />

colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella<br />

tra i 55 e i 64 anni. Su 430 infortuni da inizio anno<br />

ne abbiamo infatti 154 in questo specifico range.<br />

Se però ci rapportiamo a livello percentuale notiamo<br />

come l’incidenza degli infortuni mortali tra<br />

i lavoratori con età compresa tra i 15 e i 24 anni<br />

è molto alta. Infatti i dati evidenziano un rischio<br />

ben superiore rispetto ai colleghi di età compresa<br />

tra i 25 e i 34 anni. Abbiamo infatti 15,7 infortuni<br />

mortali ogni milione di occupati contro 9,5 per i<br />

colleghi meno giovani.<br />

L’incidenza più elevata è purtroppo quella rilevata<br />

nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni.<br />

Qui abbiamo un valore altissimo pari a<br />

65,5 infortuni mortali ogni milione di occupati.<br />

A seguire si ha la fascia di lavoratori compresi<br />

tra i 55 e i 64 anni con 32 infortuni mortali ogni<br />

milione di occupati. Dati che devono far riflettere<br />

in merito all’età pensionabile e alla classificazione<br />

dei lavori usurantiti.<br />

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane<br />

da gennaio a luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong> sono state 121.095.<br />

Quelle dei colleghi uomini 223.8<strong>02</strong>. Le donne<br />

che hanno perso la vita in occasione di lavoro da<br />

gennaio a luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong> sono 25. Sono invece 14 i<br />

decessi nel percorso casa-lavoro.<br />

Stranieri<br />

Parlando invece di lavoratori stranieri emerge un<br />

dato preoccupante. Rimane alto il livello emergenziale.<br />

Sono infatti 79 gli infortuni mortali in<br />

occasione di lavoro e 24 quelli in itinere. Quindi<br />

il rischio di infortunio mortale per loro è quasi<br />

doppio rispetto agli italiani con un’incidenza di<br />

mortalità di 33,3 contro il 16,9 degli italiani.<br />

Numeri che devono far riflettere in merito alla<br />

formazione, al livello professionale e al corretto inserimento<br />

all’interno di un meccanismo operativo<br />

dove la sicurezza sia effettiva e soprattutto considerata<br />

un valore aggiunto. Considerazione che vale<br />

anche per i giovani lavoratori italiani.<br />

26<br />

27


IMPIANTI MOBILI Le punte di diamante<br />

MOBILI<br />

FLESSIBILI<br />

TECNOLOGICI<br />

Gli impianti mobili di frantumazione e vagliatura sono<br />

oggi macchine indispensabili per le aziende che<br />

vogliano elevarsi oltre il consueto. Con una polivalenza<br />

che spesso li fa preferire alle postazioni fisse grazie<br />

ad una produttività che va oltre ogni aspettativa. Un<br />

mercato in crescita dove tecnologia, azionamenti<br />

elettrici ed efficienza sono le parole d’ordine<br />

IMPIANTI MOBILI<br />

Da vere e proprie comparse a protagonisti dei cantieri<br />

di oggi. Gli impianti mobili di frantumazione<br />

e vagliatura sono diventati indispensabili<br />

per tutte quelle aziende che hanno intenzione di valorizzare<br />

il proprio processo produttivo. Un percorso<br />

non facile, visti anche gli importi degli investimenti<br />

in essere, ma che anche da noi ha preso piede. Chi<br />

ha saputo vedere lontano ed ha iniziato da tempo ad<br />

operare nel recupero e trattamento dei rifiuti da costruzione<br />

e demolizione lo sa molto bene. Oggi la tecnologia<br />

mette a disposizione nuove visioni operative<br />

dove l’azionamento elettrico e la triturazione a bassa<br />

velocità hanno aperto nuove prospettive di efficienza<br />

con un ulteriore aumento della polivalenza operativa.<br />

E l’Italia, ancora una volta, recita un ruolo importante.<br />

REV<br />

Fondata nel 1967, l’azienda italiana ha scritto pagine<br />

importanti nel settore degli impianti mobili. Con l’arrivo<br />

della nuova proprietà è stato ritrovato lo smalto<br />

del passato in cui innovazione e ricerca erano sempre<br />

stati gli elementi qualificanti con cui i fondatori, Roberto<br />

ed Ettore Vignali, erano riusciti a connotare il<br />

DNA aziendale.<br />

Il pieno rilancio da parte della famiglia Piffer,<br />

attiva da generazioni nel settore del movimento terra<br />

con la Comac, ha infatti consentito di evolvere con<br />

nuovi modelli e linee di prodotto. REV si è sempre<br />

distinta per la sua capacità di personalizzazione e<br />

per macchine pensate per essere polivalenti e compatte.<br />

Gli impianti di nuova generazione mantengono<br />

le stesse caratteristiche ma sono stati completamente<br />

rivisti e riprogettate pensando anche alla<br />

doppia alimentazione e ad efficientare i processi di<br />

lavorazione dei materiali. L’obiettivo fondamentale<br />

è infatti la riduzione del costo per ogni tonnellata<br />

di materiale processato. Sui modelli individuati<br />

dalla lettera “E” si hanno infatti potenze impegnate<br />

inferiori rispetto al passato senza però diminuire la<br />

capacità produttiva. In queste macchine la scelta<br />

progettuale ha quindi previsto un motore diesel di<br />

bassa potenza per gli spostamenti ed i servizi idraulici<br />

mentre il funzionamento vero e proprio è completamente<br />

elettrico. Un esempio è il GCS98E che,<br />

pur essendo una macchina da 42.500 kg di peso<br />

operativo con una bocca di frantumazione da 900<br />

x 800 mm dispone di un motore diesel da 83 kW<br />

(112 cv) e di un azionamento elettrico da 135 kW<br />

per una produzione oraria massima di 240 tonnellate.<br />

Scelte specifiche che riposizionano il marchio in<br />

modo intelligente. Decisamente interessante, infine,<br />

la possibilità di avere azionamenti completamente<br />

manuali o con PLC.<br />

MCCLOSKEY<br />

Il costruttore canadese, che fa parte del grande mondo<br />

di Metso, è oggi uno dei maggiori costruttori mondiali<br />

di impianti mobili con una storia iniziata nel 1985 ed<br />

una gamma che spazia dai classici frantoi a mascelle<br />

per arrivare fino ai nastri convogliatori. In mezzo<br />

c’è un grande universo composto da frantoi ad urto<br />

e cono, vagli sgrossatori e di semplice selezione. Il<br />

costruttore ha anche una propria sede a Tyrone, in Irlanda<br />

del Nord, che è il riferimento per tutti i mercati<br />

della zona UE. La divisione Environmental propone<br />

invece impianti mobili specifici per il trattamento di<br />

biomasse e rifiuti. La gamma dedicata al recycling<br />

legato al mondo delle costruzioni è offerta con motorizzazioni<br />

Volvo Penta, Caterpillar o con azionamento<br />

elettrificato per andare incontro alle esigenze specifiche<br />

di ogni realtà produttiva. McCloskey ha inoltre<br />

sviluppato il sistema 365SiteConnex che permette di<br />

avere il pieno controllo della macchina da remoto con<br />

tutti i dati di funzionamento e le diagnosi preventive<br />

di manutenzione. Uno strumento fondamentale che<br />

permette di gestire anche più impianti in serie per coordinare<br />

il flusso complessivo di lavorazione.<br />

KOMPLET<br />

L’azienda di Trecastelli, in provincia di Ancona,<br />

produce una gamma di macchine compatte molto<br />

interessanti e centrate sulle esigenze delle piccole<br />

imprese, dei cantieri con spazi stretti e problematiche<br />

produttive.<br />

L’offerta è articolata su frantoi, vagli, tritutratori<br />

e nastri mobili. La filosofia aziendale è quella di<br />

garantire massima mobilità, semplice trasportabilità<br />

ed elevate prestazioni produttive con materiali<br />

differenti e che spaziano dai classici rifiuti da costruzione<br />

e demolizione per arrivare fino a quelli<br />

urbani. Alla base della gamma Komplet c’è la<br />

propulsione elettrica, utilizzata sulla gran parte dei<br />

modelli. Energia elettrica fornita sia dalla rete, sia<br />

da un gruppo elettrogeno installato a bordo macchina<br />

con un significativo aumento della produttività.<br />

REV è un nome<br />

storico del mercato<br />

che, con la nuova<br />

proprietà, ha<br />

trovato un forte<br />

slancio verso nuovi<br />

prodotti ed un<br />

target allargato.<br />

MCCLOSKEY (in<br />

basso) si propone<br />

oggi con una<br />

gamma ampia e<br />

strutturata adatta<br />

a diversi tipi di<br />

mercati e materiali.<br />

28<br />

29


KOMPLET punta<br />

su compattezza<br />

e flessibilità<br />

operativa.<br />

KEESTRACK è oggi<br />

una delle aziende<br />

più presenti<br />

sul mercato<br />

forti di continui<br />

investimenti in<br />

ricerca e sviluppo.<br />

CAMS è stato un<br />

costruttore che,<br />

in forte anticipo<br />

sui tempi, ha<br />

fortemente creduto<br />

nella triturazione<br />

ad azionamento<br />

elettrico.<br />

IMPIANTI MOBILI<br />

La gamma complessiva comprende 8 vagli mobili fra<br />

cui anche in modello rotativo. I frantoi sono invece 7<br />

di cui un modello scarrabile. Molto interessante il trituratore<br />

a bassa velocità Krokodile che spazia dalle<br />

biomasse per arrivare fino ai cantieri di demolizione.<br />

Dispone infatti di funzione di inversione automatica<br />

della rotazione per evitare blocchi operativi<br />

a fronte di una coppia di rotazione di 160.000 Nm.<br />

KEESTRACK<br />

Il Gruppo belga è oggi fra i più attivi e dinamici. In<br />

fortissima crescita su tutti i mercati, sta puntando su<br />

prodotti dove l’efficienza operativa e la modularità sono<br />

alla base di una visione che mette il basso impatto al<br />

primo posto. L’azienda ha una grande storicità negli<br />

impianti mobili di vagliatura e, dopo l’acquisizione<br />

della OM di Ponzano Veneto, ha rafforzato in modo<br />

importante la propria presenza con una gamma che è<br />

oggi fra le più complete del mercato e comprende sia<br />

frantoi a mascelle, urto e cono, sia vagli convenzionali<br />

e vagli sgrossatori. Oltre che nastri di rilancio e trituratori<br />

a bassa velocità. A corredo di queste fondamentali<br />

macchine che trovano ampio spazio nella demolizione<br />

e nel riciclo dei materiali vi sono anche nebulizzatori<br />

per la polvere e unità cingolate di potenza per fornire<br />

energia elettrica a impianti e nastri.<br />

CAMS<br />

Torniamo in Italia, per la precisione a Castel San<br />

Pietro Terme dove ha sede la CAMS. Un nome storico<br />

del settore che, sulla base di 40 anni di knowhow,<br />

ha esplorato fra i primi il mondo della triturazione<br />

a bassa velocità. Oggi CAMS conta oltre 600<br />

impianti in azione in Italia e più di 200 oltre frontiera.<br />

Non solo impianti mobili ma anche installazioni<br />

fisse per il trattamento di rifiuti misti e da costruzione<br />

e demolizione, asfalto e materiali inerti. La<br />

gamma mobile è composta dalla Serie<br />

Centauro che ha portato su cingoli tutte<br />

le competenze dell’azienda romagnola.<br />

In una sola macchina sono infatti combinate<br />

triturazione, vagliatura e defferrizzazione<br />

del materiale. L’alimentazione<br />

è elettrica tramite dei gruppi elettrogeni<br />

di bordo che permettono di essere autonomi<br />

in ogni contesto operativo. La<br />

polivalenza delle macchine Centauro è<br />

pienamente gestibile in modo efficiente<br />

grazie a specifici programmi software<br />

che ottimizzano il funzionamento della<br />

macchina in base ai materiali trattati. Ad<br />

un basso consumo di carburante si associa<br />

una capacità di lavorazione anche di<br />

materiali bagnati rendendo queste macchine<br />

adatte per le bonifiche.<br />

NON POTRETE PIÙ<br />

FARNE SENZA<br />

+<br />

Con la gru HIAB iQ.1188 HIPRO porterete la vostra attività ad un altro livello, con un elevato<br />

contenuto di innovazioni che contribuiscono ad incrementare l'efficienza delle operazioni<br />

quotidiane. Il nuovo profilo V12-Power massimizza il sollevamento possibile da una gru da 110Tm,<br />

lasciando una capacità di carico eccezionale grazie al suo peso simile alle gru da 90Tm ed un<br />

ingombro minimo per la sua categoria. Un design senza scendere a compromessi, progettato per<br />

fare quello che serve davvero senza aggiungere elementi non necessari.<br />

hiab.com<br />

30


MATERIAL-HANDLER. Il punto del mercato<br />

PREZIOSI<br />

ALLEATI<br />

Gommati, cingolati e fissi. I material-handler<br />

sono oggi i protagonisti assoluti degli impianti<br />

di riciclo dei metalli. Ma non solo. Anche della<br />

movimentazione di biomasse, legnami o qualsiasi<br />

altro materiale che debba entrare in un ciclo<br />

produttivo industriale. Con azionamenti che<br />

spaziano dal classico diesel fino alle batterie<br />

MATERIAL-HANDLER<br />

La prima esigenza per chi opera con un impianto<br />

di riciclaggio materiali o con processi produttivi<br />

che richiedono una logistica accurata è sicuramente<br />

la movimentazione efficiente dei materiali.<br />

Chi lavora nel campo dei rottami metallici, delle<br />

biomasse o del legname sa molto bene quanto sia<br />

complesso riuscire a prevedere ogni aspetto. Anche<br />

nell'impianto meglio organizzato è necessario avere<br />

macchine polivalenti e in grado di semplificare<br />

la vita sia agli operatori, sia ai responsabili della<br />

produzione. I material-handler nascono proprio per<br />

questo. Escavatori idraulici prestati ad un mondo<br />

parallelo dove bracci lunghi, cabine sopraelevabili<br />

sono al servizio di carri gommati ampiamente stabilizzati,<br />

carri cingolati, piloni fissi, mobili o su binari.<br />

Gli azionamenti partono dal classico motore<br />

diesel per arrivare alle macchina a batteria passando<br />

per l'alimentazione elettrica tramite rete. Un mondo<br />

di specialisti dove la capacità di personalizzazione<br />

dei costruttori fa la reale differenza.<br />

HIDROMEK<br />

Il costruttore di Ankara si sta facendo largo anche<br />

nel mercato dei material-handler con una gamma<br />

incentrata nella zona medio-bassa in termini di<br />

pesi operativi. Macchine che nascono sulla base<br />

degli apprezzati escavatori H4 con due modelli<br />

gommati ed uno cingolato. Almeno per ora visto<br />

che Hidromek si sta sempre più ritagliando un posto<br />

fra le aziende in grado di sviluppare modelli<br />

speciali in house con un'attenzione progettuale<br />

di livello. I modelli gommati sono l'HMK 140W<br />

MH e l'HMK 220W MH derivati dagli omologhi<br />

escavatori su ruote. La macchina cingolata è invece<br />

l'HMK230 LC MH. I bracci sono disegnati<br />

in modo specifico per andare incontro alle esigenze<br />

della movimentazione industriale e le cabine<br />

sopraelevabili sono dotate di un leverismo che<br />

associa elevata rigidezza laterale con un'ottima<br />

sospensione data dalla posizione dei cilindri che<br />

lavorano in piena estensione. Due accorgimenti<br />

che potrebbero anche sembrare banali ma che non<br />

tutti i costruttori generici utilizzano a causa del costo<br />

maggiore rispetto ad altre soluzioni. L'impianto<br />

idraulico è l'Opera Control System che si distingue<br />

per la fluidità e la sensibilità operativa con cui gestisce<br />

le portate fornite dalle pompe Kawasaki. Le<br />

motorizzazioni sono Isuzu Stage V con cilindrate<br />

che vanno da 3,0 a 5,2 litri e con potenze da 113<br />

a 162 cv. Gli sbracci sono perfettamente in linea<br />

con la categoria di ogni macchina superando gli<br />

11,00 metri nei modelli superiori con altezze fino<br />

a oltre 12,50 metri.<br />

I punti di forza di queste macchine sono legati<br />

sostanzialmente ad un'impostazione da macchina<br />

movimento terra che garantisce una durata superiore<br />

dei componenti come ralla, struttura dei bracci<br />

e carri. La cabina è un ulteriore punto di forza<br />

con un'ergonomia che oggi trova pochi riscontri<br />

sul mercato grazie a soluzioni fra cui, tra le altre,<br />

il sedile con sospensione non solo verticale ma<br />

anche orizzontale.<br />

SENNEBOGEN<br />

Parlare di Sennebogen significa immergersi di<br />

fatto nel mondo dei material-handler. L'azienda<br />

di Straubing, nel cuore della Baviera, è oggi uno<br />

dei massimi specialisti al mondo con soluzioni<br />

in grado di ottimizzare la movimentazione sia in<br />

piccoli impianti, sia in grandi porti per lo scarico<br />

e il carico di navi. Le macchine dal caratteristico<br />

colore verde acceso si sono infatti costruite una<br />

solida reputazione in settori estrememante differenti<br />

e con una gamma che comprende anche<br />

Terex Fuchs MODULAR+<br />

Fuchs è uno degli specialisti di settore.<br />

Il costruttore tedesco, ormai da anni<br />

parte integrante fondamentale del<br />

Gruppo Terex, è presente sul mercato<br />

in modo diretto con le sue macchine dal<br />

caratteristico colore blu e anche con il<br />

marchio Terex Ecotec (la cui prova del<br />

modello TWH 220 è a pagina 60 di questo<br />

numero) dai colori bianco e grigio. Alla<br />

base vi sono le stesse macchine ma<br />

declinate con la disponibilità di allestimenti<br />

diversificati.<br />

Il brand Fuchs si identifica infatti con<br />

un'offerta maggiormente articolata e che,<br />

nei modelli MODULAR+, si identifica<br />

con una vera e propria "quadrupla<br />

gamma" con alimentazione DIESEL,<br />

ELETTRIFICATA CON DIESEL<br />

POWER PACK, ELETTRIFICATA<br />

con alimentazione da rete oppure<br />

ELETTRIFICATA CON BATTERIE.<br />

Il costruttore apre quindi a soluzioni<br />

completamente differenti sulla base<br />

degli stessi modelli consentendo dunque<br />

ai propri clienti di scegliere la migliore<br />

soluzione in base alle specifiche esigenze.<br />

I modelli che non fanno parte dell'offerta<br />

MODULAR+ sono comunque disponibili<br />

con il duplice azionamento Diesel o<br />

Elettrico. Si tratta di una visione che<br />

il costruttore ha ereditato dalla sua<br />

lunga esperienza nel mercato della<br />

movimentazione e che lo vede oggi<br />

proporre un'offerta con carri gommati e<br />

cingolati, su pilone mobile o fisso oppure<br />

in versione stazionaria. In totale 14 modelli<br />

da 17 a 80 tonnellate di peso operativo<br />

con sbracci da 9,0 a oltre 24 metri.<br />

Uno dei punti di forza delle macchine<br />

Terex Fuchs è sicuramente la cabina di<br />

guida che, oggi, non ha rivali nel mercato.<br />

Disegnata appositamente per rispondere<br />

Wacker Neuson<br />

è un costruttore<br />

estremamente<br />

focalizzato sui<br />

cantieri edili e<br />

stradali con una<br />

gamma specializzata<br />

di alto livello. Il<br />

midi gommato<br />

EW100 si presenta<br />

a Samoter in modo<br />

completamente<br />

rinnovato<br />

aumentando in<br />

modo esponenziale<br />

le sue prestazioni<br />

allargando quindi<br />

il suo target di<br />

riferimento.<br />

alle specifiche richieste del mercato<br />

della movimentazione, di distingue per lo<br />

spazio, l'ergonomia e la visibilità a bordo.<br />

Il layout della torretta è un altro punto a<br />

favore di questi mezzi grazie a spazi di<br />

lavoro, anche nei modelli più piccoli, che<br />

agevolano la manutenzione ordinaria<br />

e aumentano la sicurezza nei controlli<br />

quotidiani. Il disegno dei bracci, infine, è<br />

specificamente pensato per ottimizzare le<br />

geometrie di lavoro.<br />

32


A destra, il Liebherr<br />

LH26 è una<br />

delle macchine<br />

più vendute nel<br />

panorama dei<br />

material- handler. Il<br />

costruttore tedesco<br />

è oggi il benchmark<br />

in questa<br />

particolare categoria<br />

di macchine<br />

grazie anche alla<br />

capacità di saper<br />

personalizzare<br />

diversi allestimenti<br />

e alla chiara<br />

derivazione dagli<br />

omologhi escavatori<br />

gommati e cingolati.<br />

In alto l'ATLAS<br />

300MH, un materialhandler<br />

della<br />

classe di peso da<br />

30 tonnellate che<br />

si inserisce nella<br />

classe di macchine<br />

più vendute . Il<br />

costruttore di<br />

Ganderkesee ha<br />

una storia lunga<br />

e movimentata<br />

che però non<br />

gli impedisce<br />

ancora oggi di<br />

posizionarsi sul<br />

mercato in modo<br />

ottimale rispetto<br />

alle richieste<br />

delle aziende<br />

specializzate.<br />

MATERIAL-HANDLER<br />

macchine a batteria. Nonostante sia uno specialista<br />

del settore, a dispetto di altre aziende simili ha impostato<br />

la propria gamma basandosi sul concetto<br />

di elevata robustezza e durata nel tempo. Tanto<br />

che sulla base di alcuni modelli cingolati nascono<br />

anche versioni specifiche per la demolizione. Le<br />

macchine portuali sono anche disponibili con la<br />

tecnologia Balance Handler che ottimizza consumi<br />

e tempi di ciclo grazie al bilanciamento del carico<br />

tramite uno specifico contrappeso.<br />

LIEBHERR<br />

L'azienda tedesca è oggi uno dei leader di mercato<br />

con una gamma che copre applicazioni molto differenti<br />

fra loro. La movimentazione industriale è<br />

per Liebherr un vero e proprio core-business che<br />

si affianca a quello della demolizione. Tanto che i<br />

material-handler della gamma sono spesso affiancati<br />

da numerosissime versioni ad hoc sviluppate<br />

appositamente in base alle specifiche richieste dei<br />

clienti. Il marchio ha infatti saputo sviluppare una<br />

forte capacità di personalizzazione che l'ha reso<br />

un punto di riferimento per le aziende del settore<br />

contribuendo alla sempre maggiore diffusione delle<br />

proprie macchine in impianti, industrie e nei grandi<br />

cantieri di movimentazione. Compresi ovviamente<br />

i porti. Sia marittimi che fluviali. Liebherr è inoltre<br />

stato un vero precursore nello sviluppo di versioni<br />

elettrificate alimentate direttamente da rete elettrica<br />

anche grazie alla propria esperienza nel settore minerario<br />

dove queste soluzioni sono in uso da lungo<br />

tempo. La derivazione dei material-handler del costruttore<br />

dagli omologhi escavatori è uno dei punti<br />

di forza che ha contribuito a renderli affidabili nel<br />

tempo ed apprezzati dagli addetti ai lavori.<br />

ATLAS<br />

Il costruttore di Ganderkesee è un altro dei sicuri<br />

riferimenti tedeschi nel campo dei material-handler.<br />

L'azienda si è costruita una solida fama nel tempo<br />

grazie ai suoi escavatori idraulici. In particolar<br />

modo quelli gommati. Che sono poi stati la base per<br />

gli attuali movimentatori che si presentano con una<br />

gamma di 10 modelli con pesi operativi fra 16 e 57<br />

tonnellate e con sbracci da 10,00 a 22,00 metri. Le<br />

macchine ATLAS si distinguono per le soluzioni<br />

uniche dei modelli più grandi che presentano un'architettura<br />

con motore longitudinale. Un layout che<br />

distingue da sempre gli escavatori ATLAS e che il<br />

costruttore ha abbandonato solo nei modelli più piccoli.<br />

La cabina è un altro dei punti di forza di queste<br />

macchine e si distingue per l'ergonomia molto<br />

curata e la visibilità molto buona in ogni direzione.<br />

Anche nel caso di ATLAS la derivazione dei suoi<br />

material-handlers dalle macchine movimento terra<br />

ha portato ad avere un'impostazione dove affidabili-<br />

tà e durata nel tempo sono due fattori fondamentali.<br />

La possibilità di avere bracci con disegni specifici<br />

e con un'impostazione da escavatore ha inoltre<br />

consentito di fare fronte ad applicazioni particolari<br />

come la movimentazione con pinze selezionatrici o<br />

con specifiche attrezzature studiate per applicazioni<br />

Diesel, elettrici, ibridi e a batteria.<br />

Se c'è una categoria di macchine che<br />

più di altre ha sempre impiegato l'azionamento<br />

elettrificato è proprio quella dei<br />

material-handler. Il fatto di operare spesso<br />

all'interno di stabilimenti e in processi<br />

operativi industrializzati e quindi organizzati<br />

ha infatti richiesto versioni con motori<br />

elettrici ormai da lungo tempo. Per diversi<br />

motivi. Sia per eliminare le emissioni<br />

negli spazi chiusi dei capannoni, sia per<br />

contenere i costi di esercizio. Le versioni<br />

elettrificate, infatti, ben anche inizialmente<br />

più costose, si rivelano infatti convenienti<br />

laddove il numero di ore lavorate sia molto<br />

alto. Cosa che avviene regolarmente<br />

negli impianti produttivi e in quelli dove si<br />

molto verticali. In opzione sono inoltre disponibili<br />

anche meccanismi di sollevamento della cabina<br />

che consentono un doppio movimento in modo da<br />

ottimizzare la posizione dell'operatore in operazioni<br />

molto differenti come, ad esempio, il carico e lo<br />

scarico di chiatte o veicoli con sponde alte.<br />

effettua il recupero dei materiali metallici<br />

o dove si movimentano biomasse e rifiuti<br />

per alimentare impianti di produzione<br />

di energia e termovalorizzatori. Oggi la<br />

tecnologia ha compiuto passi da gigante e<br />

la richiesta di mezzi elettrificati, soprattutto<br />

nei paesi dove esistono importanti incentivi<br />

fiscali, ha portato nuove soluzioni.<br />

La richiesta di macchine compatte in<br />

grado di muoversi liberamente ma, al contempo,<br />

anche operative in modo stazionario,<br />

ha portato all'impiego di batterie. Con<br />

un processo operativo dove la macchina<br />

può ricaricarsi dalla rete mentre lavora<br />

senza però rinunciare alla possibilità di<br />

muoversi all'interno dell'azienda in modo<br />

libero e dinamico quando necessario. Da<br />

questo punto di vista sia Fuchs, sia Sennebogen<br />

sono i due costruttori che oggi<br />

offrono più modelli con un'impostazione<br />

di questo tipo. E dove l'impostazione<br />

MODULAR+ delle "macchine blu" risulta<br />

convincente e vincente nei confronti delle<br />

imprese che chiedono sempre maggiore<br />

polivalenza anche da questo punto<br />

di vista. Il settore, inoltre, non risente in<br />

modo negativo delle dinamiche perverse<br />

tipiche del mondo delle costruzioni e<br />

le aziende, anche in virtù di una solida<br />

programmazione economica e produttiva,<br />

sono maggiormente disposte ad investire<br />

in macchine più costose.<br />

34<br />

35


MERLO. Ambiente e rifiuti<br />

ANIMA<br />

VERDE<br />

MERLO ha da sempre una fortissima vocazione<br />

per la movimentazione e la logistica nei settori<br />

legati all’ambiente, al riciclo e alla valorizzazione<br />

dei rifiuti. Sia con i suoi telescopici equipaggiati in<br />

modo specifico, sia con la divisione Tecno attiva<br />

negli allestimenti per i veicoli industriali legati alla<br />

raccolta e trasporto rifiuti<br />

I sollevatori<br />

telescopici Merlo si<br />

sono ritagliati uno<br />

spazio importante<br />

e qualificato nella<br />

movimentazione<br />

industriale legata<br />

al settore della<br />

trasformazione,<br />

trattamento e<br />

valorizzazione dei<br />

rifiuti.<br />

MERLO<br />

Merlo è stato il primo costruttore ad intuire<br />

in modo così marcato le grandi potenzialità<br />

applicative dei sollevatori telescopici.<br />

Il costruttore, in tempi assolutamente non sospetti,<br />

ha infatti aperto il mercato dell’agricoltura a<br />

queste macchine trascinando con sé anche i suoi<br />

maggiori competitor. Ma i campi applicativi in cui<br />

l’azienda di Cuneo ha saputo fare da apripista sono<br />

molteplici. In primis quello dell’ecologia, dei rifiuti,<br />

delle biomasse e della logistica degli impianti<br />

industriali. Settori dove, grazie a macchine pensate<br />

in modo specifico e ad un catalogo di attrezzature<br />

che oggi trova pochissimi riscontri sul mercato,<br />

le macchine verdi si sono fatte apprezzare per la<br />

loro polivalenza e la capacità di saper affrontare<br />

impieghi duri e impegnativi. Come solo le attività<br />

industriali sanno esserlo e dove i turni di lavoro<br />

sono intensi e difficili.<br />

Macchine pensate per lavorare<br />

La gamma Merlo è ovviamente articolata per fasce<br />

di portata e dimensioni ma c’è un denominatore comune<br />

che unisce trasversalmente tutti i modelli e che<br />

consiste nella completezza degli allestimenti specifici<br />

e nella capacità operativa associata ad una semplicità<br />

di utilizzo derivante da impianti idraulici di valore.<br />

Nella sostanza, utilizzare un telescopico di piccole<br />

dimensioni oppure una grande macchina non costituisce<br />

nessuna differenza salvo, ovviamente, nelle<br />

dimensioni e nelle portate.<br />

Questo permette agli utilizzatori di trovare la macchina<br />

più adatta per la propria specifica applicazione<br />

in base agli spazi a disposizione e ai compiti specifici<br />

da affidare ad ogni singola macchina.<br />

L’altro fondamentale valore aggiunto, per chi opera<br />

con flotte composte da macchine di diversa dimensione,<br />

è l’assoluta uniformità del posto guida che,<br />

anche sui modelli più piccoli, ha dimensioni, layout<br />

e dotazioni identici ai modelli superiori. Consentendo<br />

quindi agli operatori di passare senza problemi<br />

da una macchina all’altra senza alcuna necessità di<br />

apprendimento ulteriore se non l’abitudine alle differenti<br />

dimensioni delle singole macchine.<br />

Un posto guida che va oltre la cabina<br />

Il posto guida dei sollevatori telescopici Merlo va<br />

ben oltre la semplice cabina di guida. L’impostazione<br />

di base che il costruttore ha sempre e fortemente sviluppato<br />

coinvolge infatti tutto il sistema macchina.<br />

La cabina di guida è solo la punta dell’iceberg di<br />

macchine dove l’idraulica Load Sensing Flow Sharing,<br />

la trasmissione idrostatica a circuito chiuso, le<br />

motorizzazioni esuberanti, i bracci con le tubazioni<br />

interne e la struttura estremamente compatta contribuiscono<br />

in modo sostanziale a quella piacevolezza<br />

di impiego che ha sempre distinto i telescopici<br />

Merlo.<br />

A poco servirebbe infatti una cabina dal design<br />

accattivante e dall’ergonomia ben studiata se poi la<br />

struttura ingombrante della macchina ponesse forti<br />

limiti alla visibilità. Così come un impianto idraulico<br />

raffinato, abbinato ad una trasmissione Power-Shift,<br />

avrebbe dei limiti applicativi da non sottovalutare<br />

quando si opera in contesti delicati dove precisione<br />

e fluidità fanno la differenza. Proprio come negli impianti<br />

di lavorazione e riciclo dei rifiuti di qualsiasi<br />

tipo. Luoghi dove spazi stretti, ritmi produttivi elevati<br />

e disagi di vario genere mettono in primo piano<br />

il comfort e la semplicità di utilizzo dei telescopici<br />

dal caratteristico colore verde.<br />

La possibilità di avere la cabina sospesa idraulicamente<br />

rappresenta un ulteriore vantaggio competitivo<br />

di non poco conto rispetto ai competitor. In abbinamento<br />

al braccio sospeso consente infatti di ridurre in<br />

modo drastico le vibrazioni trasmesse all’operatore e<br />

di aumentare il ritmo produttivo. Si riducono a zero<br />

le perdite di carico dalla benna ed è possibile operare<br />

a velocità superiori senza ripercussioni su operatore<br />

e macchina.<br />

La gamma Alta Capacità<br />

Merlo ha anche pensato alle aziende che hanno necessità<br />

produttive importanti con la gamma Alta Capacità.<br />

Stiamo parlando dei modelli che partono dal<br />

45.11 e arrivano fino al 120.10 e si basano su un’impostazione<br />

modulare che prevede anche un cinematismo<br />

ad alta forza di strappo sul modello TF65.9.<br />

Una macchina pensata appositamente per competere<br />

con le pale gommate in impianti, movimentazione<br />

biomasse, rifiuti e legname. Ma con il vantaggio di<br />

una manovrabilità superiore, di un elevato carico ad<br />

altezze fino a 9 metri che richiederebbero pale con<br />

dimensioni e costi di gestione non lontanamente paragonabili<br />

a quelle di un sollevatore telescopico. Nel<br />

caso del TF65.9 si parla infatti di una macchina da<br />

11.250 kg di peso operativo a fronte di una portata<br />

massima di 6.500 kg che passano a 4.500 kg alla<br />

massima altezza di 9 metri. La presenza della trasmissione<br />

a variazione continua CVTronic consente<br />

inoltre di avere sempre la massima coppia di spinta<br />

senza interruzione di continuità.<br />

La logistica dei rifiuti secondo Merlo<br />

Fra le divisioni aziendali del Gruppo Merlo la TEC-<br />

NOINDUSTRIE si occupa di allestimenti per la raccolta<br />

ed il trasporto dei rifiuti con veicoli industriali.<br />

Un’attività che Merlo ha integrato nel Gruppo nel<br />

1996 e che oggi è fra i protagonisti del settore con<br />

una gamma composta da sei linee di compattatori<br />

per veicoli piccoli, medi e pesanti. L’evoluzione della<br />

gamma TECNOINDUSTRIE ha seguito in modo<br />

parallelo sia quella del quadro normativo legato alla<br />

raccolta differenziata e al riuso, sia il cambiamento<br />

dei mezzi di trasporto con l’ingresso nel mondo della<br />

raccolta rifuti dei veicoli elettrici e di quelli estremamente<br />

compatti.<br />

Si è inoltre posta particolare attenzione ai veicoli<br />

satellite che conferiscono in un grande mezzo “madre”<br />

che si occupa poi del trasporto agl impianti di<br />

trattamento e valorizzazione. La gamma Zenith, in<br />

particolare, ha messo in campo soluzioni ottimizzate<br />

da questo punto di vista ponendo grande attenzione<br />

sia alla tenuta dei liquidi di percolazione, sia alle<br />

modalità di compattazione e scarico.<br />

La gamma di<br />

compattatori di<br />

TECNOINDUSTRIE<br />

copre oggi oltre il<br />

90% delle richieste<br />

del mercato con<br />

macchine di ogni<br />

dimensione. La<br />

linea Zeithc, in<br />

particolare, è<br />

pensata per<br />

veicoli medi e<br />

pesanti e svolge il<br />

fondamentale ruolo<br />

sia della raccolta,<br />

sia del trasporto<br />

verso gli impianti<br />

di trasformazione<br />

dei contenuti<br />

di altre piccole<br />

unità satellite che<br />

conferiscono nel<br />

veicolo “madre”.<br />

La gamma di<br />

sollevatori<br />

telescopici made<br />

in Cuneo dispone<br />

di caratteristiche<br />

di base che sono<br />

trasversali a tutti i<br />

modelli. Prima fra<br />

tutte una elevata<br />

semplicità di guida<br />

che aumenta la<br />

sicurezza operativa.<br />

36<br />

37


TELESCOPICI. Il punto del mercato<br />

POLIVALENTI<br />

PER NATURA<br />

I sollevatori telescopici sono macchine la cui<br />

polivalenza è sempre più apprezzata dal mercato.<br />

Non solo sollevamento, quindi, ma anche carico,<br />

scavo, lavori speciali in contesti duri e complessi,<br />

movimentazione industriale e agricola. Mezzi<br />

dall’anima multiforme che non si accontentano di<br />

una definizione univoca<br />

La gamma<br />

Pegasus di Dieci<br />

si arricchisce del<br />

nuovo 60.35 che<br />

introduce una<br />

cabina di guida<br />

e l’Easy Tech<br />

System , una<br />

nuova piattaforma<br />

Hardware e<br />

Software che<br />

permette il pieno<br />

controllo della<br />

macchina in modo<br />

più semplice e<br />

intuitivo.<br />

TELESCOPICI<br />

I<br />

sollevatori telescopici sono dei chiari indicatori<br />

economici sul tipo di mercato in cui si collocano.<br />

La loro presenza indica infatti maggiore o<br />

minore complessità economica con spazi enormi<br />

del tutto inesplorati. Ecco perché stiamo parlando<br />

di una macchina che sarà la sicura protagonista<br />

dei prossimi anni con numeri in continua e costante<br />

crescita e con una domanda che porterà molti<br />

costruttori a doversi organizzare per aumentare la<br />

propria presenza in mercati inesplorati. Il mercato<br />

offre oggi macchine con caratteristiche e potenzialità<br />

operative di tutti i tipi. Dove costruttori<br />

specialisti e altri più generalisti sono presenti con<br />

macchine dalle caratteristiche molto interessanti.<br />

BOBCAT<br />

La Lince sta sempre di più puntando su una presenza<br />

in grado di fornire macchine e servizi alle imprese<br />

attive sia nel settore delle costruzioni, sia in agricoltura<br />

e industria. L’accordo con Magni ha permesso<br />

di avere una gamma di telescopici rotativi ad alte<br />

prestazioni di riconosciuta qualità che ha allargato<br />

ampiamente il target della rete distributiva. Ma le<br />

macchine prodotte self-made sono da sempre molto<br />

interessanti. Stiamo parlando ovviamente dei modelli<br />

frontali fissi prodotti nello stabilimento, recentemente<br />

ampliato, con sede a Pontchateau.<br />

La gamma frontale fissa del costruttore americano<br />

si compone di 13 modelli con altezze di sollevamento<br />

comprese fra 6 e 18 metri con e senza<br />

stabilizzazione. Si tratta di macchine dai contenuti<br />

molto concreti e interessanti dove ad un livello di<br />

affidabilità molto elevato riconosciuto dal mercato si<br />

associa una altrettanto elevata semplicità di utilizzo.<br />

Bobcat ha infatti puntato su una gestione molto semplice<br />

delle potenzialità della macchina. L’elettronica<br />

di bordo, infatti, presenta interessanti funzionalità<br />

che aumentano l’efficienza operativagrazie all’ottimizzazione<br />

della gestione dei movimenti, della<br />

stabilizzazione (dove presente) e della trasmissione<br />

idrostatica ad alta efficienza. Molte funzionalità sono<br />

infatti comandabili tutte dal joystick multifunzione e<br />

risultano estremamente pratiche nell’impiego dinamico<br />

tipico di queste macchine. Il posto guida è stato<br />

recentemente aggiornato con nuovi interni e display<br />

digitale di nuova generazione che riprende routine di<br />

navigazione ed elementi comuni a tutte le altre macchine<br />

Bobcat. Infatti il costruttore punta moltissimo<br />

sull’integrazione di gamma fornendo un’elevatissima<br />

compatibilità con gli accessori da utilizzare anche su<br />

minipale e pale gommate. Tutto questo grazie sia agli<br />

attacchi unificati Bob-Tach, sia al riconoscimento automatico<br />

elettronico.<br />

DIECI<br />

L’azienda di Reggio Emilia si presenta alle fiere<br />

autunnali con i nuovi modelli della gamma rotativa<br />

Pegasus. In particolare il nuovo 60.35 che introduce<br />

l’Easy Tech System. Si tratta di una nuova piattaforma<br />

Hardware e Software che permette il pieno<br />

controllo della macchina in modo più semplice e<br />

intuitivo grazie alla gestione avanzata di tutte le<br />

funzionalità del mezzo. L’obiettivo di Dieci è quello<br />

di aumentare la sicurezza operativa e consentire<br />

agli operatori di sfruttare al 100% le elevate potenzialità<br />

delle proprie macchine. Tra le innovazioni<br />

abbiamo la gestione retro azionata dei movimenti<br />

di braccio, torretta e attrezzature che permette di<br />

impostare anche i parametri di soglia massima per<br />

ogni movimento. La movimentazione del braccio<br />

avviene secondo 6 differenti modalità di lavoro. Il<br />

sistema antiribaltamento avanzato Anti Tilt System<br />

Pro gestisce il controllo del carico in tempo reale con<br />

il blocco dei movimenti aggravanti. Questo anche<br />

grazie al rilevamento automatico dell’attrezzatura<br />

e la calibrazione dei diagrammi di lavoro in modo<br />

completamente automatico. Il tutto tramite un posto<br />

guida completamente nuovo che apre nuove frontiere<br />

in termini di ergonomia, semplicità d’uso e comfort<br />

operativo. La postazione di guida è infatti dotata di<br />

due joystick proporzionali di tipo capacitivo con cui<br />

si comandano tutti i movimenti di braccio e torretta.<br />

MAGNI TH<br />

L’azienda di Castelfranco Emilia si presenta con la<br />

sua gamma di telescopici sia frontali fissi che rotativi.<br />

Un costruttore che fin da subito si è distinto per<br />

modelli ad alte prestazioni e per applicazioni speciali<br />

sviluppate in modo diretto. Specifiche nicchie<br />

di mercato dove Magni ha aperto la strada in settori<br />

dove i sollevatori telescopici non avevano ancora trovato<br />

spazio. Come ad esempio nella manutenzione<br />

del verde con le versioni dotate di cesoie forestali<br />

che permettono un elevato efficientamento negli interventi<br />

di abbattimento controllato nei centri urbani<br />

o lungo le vie di comunicazione.<br />

La gamma di rotativi della Magni è oggi composta<br />

da 21 modelli in commercio e da una nuova<br />

macchina in arrivo. Stiamo parlando dell’RTH<br />

10.37 che si caratterizza per la capacità massima di<br />

sollevamento di 10 tonnellate e per l’altezza massima<br />

raggiungibile di 37 metri. Passando invece<br />

alla parte bassa della gamma rotativa è stato introdotto<br />

nel corso del <strong>2<strong>02</strong>3</strong> il modello RTH 5.18 che<br />

si rivolge ad un target<br />

dove sia il noleggio,<br />

sia le piccole imprese<br />

giocano un ruolo fondamentale.<br />

Si tratta di<br />

una macchina che può<br />

trovare anche ampio<br />

spazio nel tunnelling<br />

come mezzo compatto<br />

e versatile per la posa<br />

centine e la bonifica<br />

delle pareti nei cantieri<br />

condotti con metodologie<br />

tradizionali. Nelle<br />

macchine frontali<br />

fisse Magni sta invece<br />

allargando la propria<br />

gamma verso il basso<br />

con nuovi modelli stabilizzati<br />

da 15 metri di<br />

altezza.<br />

MAGNI ha<br />

esplorato<br />

diverse nuove<br />

applicazioni con<br />

i suoi telescopici<br />

rotativi che hanno<br />

portato queste<br />

macchine verso<br />

settori dove, fino a<br />

poco fa, non erano<br />

presenti. Come ad<br />

esempio nel caso<br />

dell’abbattimento<br />

controllato degli<br />

alberi ad alto fusto<br />

nei centri abitati<br />

o lungo le vie di<br />

comunicazione.<br />

BOBCAT punta su<br />

una gamma solida e<br />

strutturata per dare<br />

risposte concrete<br />

a chi lavora in<br />

edilizia, industria ed<br />

agricoltura grazie a<br />

soluzioni semplici<br />

ma funzionali dove<br />

l’integrazione con<br />

la ricca gamma di<br />

accessori in uso<br />

su pale gommate<br />

e minipale è<br />

fondamentale per<br />

rete e clienti.<br />

38<br />

39


GRU. Un mercato con soluzioni di ogni tipo<br />

SU GOMMA<br />

SU CINGOLI<br />

SU CAMION<br />

Il mercato delle gru offre oggi soluzioni per<br />

ogni esigenza. Una forte evoluzione legata ad<br />

un diverso modo di costruire e a tecnologie<br />

che si stanno sempre più aggiornando. Con<br />

macchine gommate, cingolate o articolate su<br />

camion. Le portate non hanno (quasi) limiti<br />

operativi e gli allestimenti seguono ormai le<br />

più disparate richieste dei clienti. La parola<br />

d’ordine è ormai chiaramente “polivalenza”<br />

Sany è presente in<br />

Italia nel settore<br />

gru con Verdelli<br />

International che<br />

ha già collocato<br />

sul mercato<br />

due grandi gru<br />

cingolate. Parliamo<br />

della SCE2660A<br />

ed SCE4800A,<br />

tralicciate da 260<br />

e 480 tonnellate di<br />

capacità massima di<br />

sollevamento. Qui<br />

a lato la SCE600TB<br />

da 60 tonnellate<br />

di capacità<br />

con braccio<br />

telescopico. In<br />

basso la Gamma<br />

Techno di Fassi<br />

presentata al GIS<br />

2<strong>02</strong>1.<br />

GRU<br />

Che le gru fossero le protagoniste indiscusse dei<br />

cantieri era chiaro. Che lo skyline della presenza<br />

di queste macchine nei lavori in corso<br />

in Italia diventasse invece così variegato in pochi<br />

lo avrebbero pensato. Sono tornate ad essere protagoniste<br />

macchine che non si vedevano da tempo.<br />

Un po’ per i tipi di lavori ma, soprattutto, per un’evoluzione<br />

tecnologica dei cantieri che, complice la<br />

fortissima crisi che ha raggiunto il suo apice fra il<br />

2012 e il 2013, non è stata così evidente nel nostro<br />

paese. Complice anche un quadro fiscale dove il<br />

piano Industria 4.0 ha contribuito in modo determinante<br />

al ricambio e all’aumento del parco macchine<br />

circolante, siamo oggi di fronte a presenze cui non<br />

si era abituati. Parliamo soprattutto di gru cingolate.<br />

Senza ovviamente dimenticare le più diffuse<br />

autogru e le gru articolate da autocarro. Con queste<br />

ultime sempre più importanti e prestazionali.<br />

SANY<br />

Il grande gruppo globale è ormai una presenza<br />

sempre più frequente nei cantieri italiani con le sue<br />

macchine movimento terra. La divisione sollevamento<br />

fa capo a Verdelli International, importatore<br />

ufficiale delle gru per tutto il territorio nazionale.<br />

Le macchine importate in Italia, per ora, costituiscono<br />

le gamme di gru cingolate telescopiche<br />

e a traliccio, autogru tuttoterreno e fuoristrada.<br />

L’azienda cinese vanta un know-how di livello<br />

nel settore con tecnologie di bordo decisamente<br />

interessanti. Nel caso delle gru cingolate, sia telescopiche<br />

che a traliccio, una delle caratteristiche<br />

fondamentali è la possibilità di operare con radiocomando<br />

in ogni contesto operativo. Una possibilità<br />

che, soprattutto nei sollevamenti ordinari,<br />

permette all’operatore di avere pienamente sotto<br />

controllo tutta la zona di lavoro. Da un punto di<br />

vista prestazionale, Sany si sta ritagliando un’importante<br />

posizione fra i grandi costruttori di gru ad<br />

alte prestazioni grazie ad un’esperienza sul campo<br />

che ha visto le macchine cinesi operare in tutto il<br />

mondo. Attualmente il di punta fra le gru cingolate<br />

a traliccio è la SCC40000A con 4.000 tonnellate<br />

di capacità massima di sollevamento. In Italia operano<br />

diverse macchine, sia telescopiche sia a traliccio<br />

con due fra i modelli più grandi presenti in<br />

Europa. Stiamo parlando della SCC2600A e della<br />

SCC4800A con capacità massima di sollevamento<br />

pari rispettivamente a 260 e 480 tonnellate. Due<br />

modelli che si inseriscono nella gamma delle gru<br />

cingolate a traliccio e che attualmente operano in<br />

importanti cantieri del sud Italia.<br />

FASSI<br />

L’azienda di Bergamo è uno dei punti di riferimento<br />

mondiali nel settore delle gru articolate per autocarro.<br />

GIS <strong>2<strong>02</strong>3</strong> sarà l’occasione per presentare<br />

l’ampliamento della gamma Techno il cui lancio<br />

era stato al centro dell’interesse aziendale nel corso<br />

della kermesse piacentina del 2<strong>02</strong>1. Nuovi modelli<br />

in arrivo, quindi, caratterizzati dall’elevato livello<br />

tecnologico che contraddistingue questa gamma.<br />

In particolare la struttura X-Design con il braccio<br />

secondario e gli sfili a sezione dodecagonale che<br />

consente una distribuzione uniforme degli sforzi<br />

tra pattino e longherone e, al contempo, permette<br />

una sensibile riduzione del peso operativo. A livello<br />

di gestione della macchina abbiamo l’innovativa<br />

unità di controllo FX900 ed il sistema digitale che<br />

integra il nuovo disaply con la possibilità di radiocomandare<br />

gli stabilizzatori. Il sistema di controllo<br />

della stabilità FSC-Techno consente di ottimizzare<br />

le prestazioni della macchina a livello di portata<br />

in base all’effettiva posizione degli stabilizzatori.<br />

Tutta la struttura della macchina è infine realizzata<br />

in acciaio UHSS ad alto limite di snervamento che<br />

permettono di ridurre il peso della gru al minimo<br />

indispensabile.<br />

PM<br />

L’azienda modenese è di fatto il primo costruttore<br />

italiano di gru articolate per autocarro. Dal 2015<br />

è stato assorbito da Manitex Inc. ma tutta la testa<br />

pensante dell’azienda, e non solo, sono rimaste saldamente<br />

in Italia. Concetto ulteriormente ribadito<br />

nel 2018 con l’accorpamento fra PM e Oli&Steel<br />

sotto l’unico marchio PM Oli&Steel Spa. La produzione<br />

spazia in modo trasversale su tutti i segmenti<br />

40<br />

41


In alto, le gru Jonsered sono pensate per l’impiego nel<br />

settore del riciclaggio e della movimentazione industriale e<br />

boschiva. A lato la PM 70.5 SP integra diverse funzionalità<br />

che aumentano la sicurezza operativa e agevolano il lavoro<br />

in cantiere dell’operatore. A destra le macchine COPMA della<br />

gamma High Power si caratterizzano per i sistemi di controllo<br />

di planarità del telaio e per la presenza del motoriduttore<br />

doppio che assicura elevata prestazioni in rotazione continua.<br />

GRU<br />

del mercato con macchine dalla comprovata affidabilità<br />

e prestazioni. Fra le ultime novità a livello<br />

tecnico la PM ha presentato la sua 70.5 SP che si<br />

caratterizza per le alte prestazioni e per la presenza<br />

di alcuni importanti automatismi che agevolano il<br />

lavoro dell’operatore. Fra cui lo Smart Winch che<br />

permette di movimentare l’argano in sincronia con<br />

il braccio telescopico e del jib.<br />

Altro elemento tecnico importante a livello di<br />

efficienza e sicurezza è l’Auto-Folding che permette<br />

il ripiegamento semi-automatico della gru.<br />

Mediante un’operazione semiautomatica, l’operatore<br />

può avviare la chiusura della gru solo quando<br />

le estensioni telescopiche della gru e del jib sono<br />

completamente rientrate. L’operatore può attivare<br />

questa funzione premendo un apposito pulsante sul<br />

radiocomando, ma deve tenere una leva azionata<br />

per mantenerla attiva a tutela completa della sicurezza.<br />

Infatti il semplice rilascio della leva interrompe<br />

qualsiasi movimento.<br />

JONSERED<br />

Jonsered è un nome che evoca boschi infiniti e taglialegna<br />

iper-professionali. Il brand fa parte del<br />

Gruppo Hiab e definisce in modo chiaro le gru per<br />

il settore della movimentazione. Sia industriale, con<br />

le macchine pensate per il carico dei metalli, sia di<br />

quello forestale, appunto, per la movimentazione<br />

dei tronchi. Stiamo parlando di una gamma che si<br />

caratterizza per le sue elevate prestazioni e per gli<br />

impianti idraulici che permettono manovre veloce<br />

e fluide per accelerare i tempi di carico e movimentare<br />

i materiali in piena sicurezza. In totale si<br />

parla di quattro modelli che identificano altrettante<br />

classi operative dove impieghi normali, riciclaggio<br />

pesante, applicazioni per edilizia e macchine fisse<br />

sono i target specifici di queste gru progettate per<br />

impieghi specialistici.<br />

MEC - BUSI GROUP<br />

MEC è un altro dei nomi specializzati nella costruzione<br />

di gru per il carico e la manipolazione di rifiuti<br />

e metalli. L’azienda di Bresca, parte integrante di<br />

Busi Group, è infatti una delle specialiste del settore<br />

con allestimenti che integrano in modo ideale gru,<br />

cassone ribaltabile e/o cassoni scarrabili. Il target<br />

aziendale è infatti chiaramente definito dal settore<br />

principale di attività della Famiglia Busi che costruisce<br />

anche allestimenti per la compattazione dei rifiuti<br />

misti e rifiuti urbani. Nel settore del riciclaggio<br />

e della movimentazione di materiali misti e sfusi le<br />

gru MEC sono oggi uno dei punti di riferimento del<br />

mercato anche grazie ad una concreta semplicità di<br />

impiego che le rende macchine snelle, efficienti e<br />

produttive pur garantendo elevati standard di sicurezza<br />

operativa.<br />

COPMA<br />

Copma è uno dei marchi che fa parte di CPS Group<br />

. Si tratta di uno dei maggiori gruppi costruttori di<br />

gru per autocarri non solo italiani ma globali. Nasce<br />

dall’unione di marchi affermati come COPMA,<br />

per l’appunto, e Pesci. La gamma del costruttore<br />

spazia in tutti i segmenti di mercato con soluzioni<br />

di alto profilo tecnologico e dalla comprovata affidabilità.<br />

Il marchio COPMA, in particolare, si è<br />

ritagliato una propria specifica posizione su importanti<br />

mercati oltre frontiera fra cui, ad esempio, il<br />

nord America dove CPS esporta quasi il 20% della<br />

propria produzione. Segue l’area EMEA con quasi<br />

il 50% della produzione e l’area APAC con circa il<br />

30%. Le COPMA High Power si distinguono per la<br />

presenza del motoriduttore doppio e per il controllo<br />

ottimizzato della planarità del telaio.<br />

42<br />

43


PALFINGER. Gamma TEC in prima linea<br />

PK 1050 TEC<br />

DECATLETA<br />

Palfinger riscrive i confini applicativi nella classe<br />

delle 100 tonnellate metro. Una macchina che<br />

unisce forza, agilità e capacità di far fronte<br />

a ritmi operativi altamente stressanti . Come<br />

una decatleta. Grazie allo SMART CONTROL,<br />

alle funzioni MEMORY POSITION e LEVELING<br />

ASSISTANT e al DUAL POWER SYSTEM<br />

La gamma di gru<br />

TEC si allarga con<br />

la PK 1050 TEC che<br />

introduce per la<br />

prima volta su una<br />

macchina da 100<br />

tm delle innovazioni<br />

sostanziali da un<br />

punto di vista della<br />

gestione elettronica<br />

complessiva.<br />

PALFINGER<br />

Palfinger è uno di quei costruttori che ha scritto,<br />

e continua a scrivere, importanti pagine nella<br />

storia delle gru per autocarro. Con la gamma<br />

TEC ha di fatto introdotto un nuovo modo di pensare<br />

queste macchine. Da un lato prestazioni sempre<br />

maggiori, dall’altro una superiore facilità di<br />

impiego che strizza l’occhio alla sicurezza attiva<br />

e passiva. Non che le gru del costruttore austriaco<br />

di Bergheim non siano sempre state un punto di<br />

riferimento tecnologico per il mercato grazie alle<br />

loro caratteristiche prestazionali. Ma il contesto<br />

operativo classico di questo tipo di macchina è in<br />

forte evoluzione e Palfinger non sta sicuramente<br />

alla finestra a guardare passare il tempo.<br />

Abbiamo infatti scenari operativi che prevedono<br />

sempre di più vicoli stretti, cantieri in spazi chiusi<br />

e traffico automobilistico ininterrotto in ambiti<br />

urbani complessi. Al contrario, laddove invece lo<br />

spazio è presente, sono cambiate le richieste. Infatti<br />

i cantieri in spazi aperti richiedono prestazioni<br />

completamente differenti. In primis ampi sbracci,<br />

stabilità elevata e controllo dei movimenti intuitivo.<br />

Tutto questo ha richiesto un forte implemento della<br />

tecnologia di bordo finalizzata ad un concreto aiuto<br />

per l’operatore.<br />

SMART CONTROL<br />

La PK 1050 TEC integra, per la prima volta su una<br />

gru da 100 tm. Si tratta di un sistema elettronico<br />

che, di fatto, costituisce il modo più semplice e innovativo<br />

per controllare la punta della gru orizzontalmente,<br />

verticalmente e diagonalmente. Questo<br />

avviene in ogni direzione e con un solo movimento<br />

della leva. Infatti il sistema riconosce autonomamente<br />

i carichi pesanti al gancio e compensa, in<br />

modo del tutto automatico, la flessione della gru.<br />

Questo consente di portare a termine lavori di precisione<br />

in modalità<br />

ancora più confortevoli. Il fly jib può essere controllato<br />

come di consueto semplificando ogni manovra.<br />

MEMORY POSITION & LEVELING ASSISTANT<br />

È spesso frequente dover compiere più volte la stessa<br />

operazione in condizioni operative non semplici.<br />

Palfinger ha pensato quindi alla funzione MEMO-<br />

RY POSITION con cui l‘operatore può salvare,<br />

per ogni operazione, le posizioni predefinite della<br />

gru. Tra cui anche non solo quelle del braccio<br />

ma anche quella del fly jib e dell‘argano. Questo<br />

consente di avvicinarsi con precisione utilizzando<br />

solo una o due leve. Se l‘impostazione era stata<br />

precedentemente salvata senza carico e al riavvio<br />

la macchina lavora invece sotto sforzo, il sistema<br />

compensa automaticamente la flessione legata al<br />

peso dell’elemento che si sta sollevando. Possono<br />

inoltre essere salvate anche le posizioni ricorrenti.<br />

Come ad esempio quelle sopra l‘area di carico del<br />

camion che, quindi, non dovranno più essere impostate<br />

nuovamente ogni volta.<br />

Per agevolare e semplificare ulteriormente la vita<br />

all’operatore, e al contempo aumentare il fattore di<br />

sicurezza, la funzione LEVELING ASSISTANT<br />

semplifica il processo di stabilizzazione livellando<br />

in modo ottimale il veicolo. Il processo avviene attraverso<br />

movimenti che sfruttano le pulsazioni dei<br />

cilindri degli stabilizzatori. Con un solo movimento<br />

della leva sul comando a distanza si ottiene un<br />

livellamento ottimale grazie ai movimenti costanti<br />

e precisi degli stabilizzatori. Per ottenere la migliore<br />

inclinazione del veicolo per fare fronte ad ogni<br />

singola applicazione, l‘operatore può inoltre sce-<br />

gliere tra due versioni: “posizione ripida” oppure<br />

“HPSC”.<br />

DUAL POWER SYSTEM<br />

La continua ricerca delle prestazioni sul campo porta<br />

ad avere un’altrettanto elevata ricerca di sbracci<br />

elevati. L’impiego con i fly jib è quindi ormai la<br />

norma per chi lavora con gru ad alte prestazioni.<br />

E non solo.<br />

Palfinger ha introdotto il Dual Power System che<br />

consente di aumentare notevolmente la capacità di<br />

sollevamento con il fly jib. Nelle gru TEC impiegate<br />

con il fly jib il sistema dimostra tutte le sue<br />

potenzialità quando si lavora con sbracci elevati.<br />

Consente infatti di aumentare le aree applicative di<br />

impiego della gru. Infatti mentre la funzione DPS-<br />

Plus riconosce due posizioni dell‘ultimo sfilo e utilizza<br />

due intervalli di pressione, la funzione DPS-C<br />

può invece selezionare continuamente l‘intervallo<br />

di pressione<br />

che meglio si adatta alla rispettiva posizione. In<br />

questo modo ottiene ancora più potenza di sollevamento<br />

dalla gru in qualsiasi momento.<br />

HPSC-PLUS<br />

Un’altra esigenza specifica, operando spesso in<br />

condizioni limite, è quella di sfruttare pienamente<br />

l’area di lavoro in base al carico e alla stabilizzazione<br />

del veicoli. La HPSC-Plus offre tre moduli per<br />

espandere il collaudato sistema di stabilità HPSC<br />

di Palfinger. Grazie infatti al rilevamento del carico<br />

(LOAD), al sistema di misurazione della lunghezza<br />

del braccio (GEOM), al rilevamento della forza<br />

stabilizzatrice (FSTAB) è quindi possibile sfruttare<br />

al massimo la capacità di sollevamento della gamma<br />

TEC. Questo operando nel pieno utilizzo delle<br />

possibilità operative della macchina e in ogni punto<br />

della curva di stabilità. Ovviamente in modo indipendente<br />

dalle<br />

condizioni di spazio a disposizione e dalla posizione<br />

del mezzo.<br />

P-FOLD<br />

Per aumentare l’efficienza, ridurre i tempi operativi,<br />

alzare il livello di sicurezza ed abbassare il<br />

rischio di danni, Palfinger ha introdotto la funzione<br />

P-FOLD che prevede di effettuare le operazioni di<br />

estensione o ripiegamento del braccio con un solo<br />

movimento della leva. Se è presente l’argano interviene<br />

la funzione RTC (Rope Tension Control)<br />

a fare in modo che la fune sia arrotolata in modo<br />

corretto.<br />

Palfinger ha<br />

spostato i confini<br />

applicativi delle<br />

gru retrocabina<br />

con la gamma<br />

TEC e la recente<br />

introduzione del<br />

modello PK 1050<br />

TEC. Una macchina<br />

da 100 tm che,<br />

per la prima volta,<br />

vede l’introduzione<br />

di funzioni<br />

fondamentali<br />

come lo SMART<br />

CONTROL, le<br />

funzioni MEMORY<br />

POSITION,<br />

LEVELING<br />

ASSISTANT e il<br />

DUAL POWER<br />

SYSTEM. L’obiettivo<br />

è di semplificare la<br />

vita all’operatore,<br />

sfruttare al massimo<br />

le potenzialità della<br />

gru e aumentare<br />

sicurezza attiva e<br />

passiva. In questo<br />

modo la capacità<br />

di sollevamento è<br />

ottimizzata al 100%<br />

in ogni posizione<br />

operativa.<br />

44<br />

45


CM Srl. Il riciclo è il suo ambiente<br />

OBIETTIVO<br />

AMBIENTE<br />

CM si conferma uno dei player nazionali più attivi<br />

nel campo delle attrezzature per la demolizione e<br />

il riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione.<br />

Le benne frantoio della serie CBF e CBF-L, insieme<br />

alle pinze selezionatrici della serie G e alle benne<br />

selezionatrici serie CDS, chiudono un ciclo operativo<br />

virtuoso all’interno dei cantieri contemporanei<br />

Le benne frantoio<br />

della serie<br />

CBF risolvono<br />

problematiche<br />

logistiche e<br />

ambientali di<br />

valore grazie alla<br />

loro polivalenza<br />

e all’impiego in<br />

cantieri di ogni<br />

dimensione. CM Srl<br />

fornisce anche kit<br />

di abbatimento<br />

polveri e magneti<br />

per la raccolta dei<br />

metalli.<br />

CM<br />

Abbiamo conosciuto CM per la sua grande capacità<br />

di saper interpretare le tendenze del<br />

mercato. L’azienda di Carré, in provincia di<br />

Vicenza, si distingue infatti per la sua ampia offerta<br />

di attrezzature che spaziano dal mercato stradale<br />

fino ad arrivare alla demolizione e riciclaggio. Senza<br />

contare il track-loader radiocomandato Multiskid<br />

RC che ha aperto nuovi orizzonti applicativi.<br />

L’offerta dell’azienda italiana si distingue per il<br />

livello qualitativo elevato e per soluzioni che, alla<br />

concretezza necessaria in cantiere, associano caratteristiche<br />

tecniche che mettono in prima linea l’affidabilità<br />

e le prestazioni. CM non si ferma quindi<br />

solo alle attrezzature per macchine compatte ma si<br />

spinge in alto. Con accoppiamenti ad escavatori che<br />

si collocano nella fascia alta delle classi medie. Non<br />

è quindi un caso se le pinze selezionatrici serie G<br />

arrivano fino a macchine da 35 tonnellate di peso<br />

operativo mentre le benne frantoio della serie CBF<br />

si spingono fino alle 45 tonnellate. A chiudere il<br />

ciclo operativo ci pensano le benne selezionatrici<br />

della serie CDS che si accoppiano invece con escavatori<br />

fino a 25 tonnellate. Si tratta di attrezzature<br />

specialistiche che, in buona sostanza, coprono la<br />

maggior parte della richiesta del mercato andando<br />

quindi incontro alle esigenze degli specialisti di<br />

settore.<br />

Demolire, selezionare, movimentare<br />

Le pinze selezionatrici sono attrezzature che, finalmente,<br />

stanno trovando ampio spazio anche sul nostro<br />

mercato. Gli addetti ai lavori sanno molto bene<br />

che queste attrezzature, oltre frontiera, sono in uso<br />

da diversi decenni. Cosa ben diversa qui da noi. Un<br />

mercato, il nostro, in piena espansione e con enormi<br />

potenzialità di crescita dove negli anni passati solo<br />

i veri specialisti delle demolizioni usavano questo<br />

tipo di attachment.<br />

CM si presenta con una gamma molto interessante<br />

composta da cinque modelli che si adattano a<br />

mini escavatori dal peso operativo di 1,5 tonnellate<br />

fino ad arrivarei alle grandi macchine da 35 tonnellate.<br />

I range operativi sono allargati in modo da<br />

avere quella necessaria polivalenza all’interno del<br />

parco macchine aziendale che consente di ottimizzare<br />

l’uso dell’attrezzatura. La G90 spazia quindi<br />

su mini da 1,5 a 3,5 tonnellate. La G140 va invece<br />

da 4 a 9 tonnellate. La G180 può essere impiegata<br />

su macchine da 16 a 25 tonnellate e la G200 fra 16<br />

e 25 tonnellate. Al vertice abbiamo infine la G250<br />

che arriva a 35 tonnellate partendo dalle 26. I pesi<br />

operativi spaziano da 110 fino a 2.000 kg mentre<br />

le portate idrauliche vanno da 5 a 60 l/min. Stiamo<br />

quindi parlando di attrezzature “poco golose” di<br />

olio ma che necessitano di pressioni operative importanti<br />

vista la necessità di garantire la necessaria<br />

presa nel corso della movimentazione dei materiali.<br />

Se infatti nei modelli più piccoli sono sufficienti<br />

200 bar, in quelli destinati alle macchine pesanti<br />

si parla di range fra 300 e 400 bar. Pressione che<br />

tendenzialmente tutti gli escavatori di quelle classe<br />

di peso sono in grado di offrire visto che operano<br />

mediamente fra 350 e 380 bar.<br />

Decisamente interessanti i dati geometrici. Nelle<br />

pinze selezionatrici è infatti fondamentale l’apertura<br />

che parte da 900 mm per la G90 e arriva fino<br />

a 2.500 mm per la G250. Le sigle scelte da CM<br />

indicano quindi l’apertura massima in centimetri.<br />

Demolire, frantumare e vagliare<br />

La gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione<br />

passa anche dalla frantumazione e selezione<br />

dei materiali di risulta. I cantieri di piccola entità,<br />

soprattutto in Italia, rappresentano oggi la grande<br />

maggioranza del mercato. Ma questo non solo da<br />

oggi. Non quindi un caso se le benne frantoio siano<br />

nate proprio qui da noi per trovare poi grande<br />

fortuna anche oltre frontiera. Si tratta quindi di<br />

una tecnologia ampiamente collaudata che permette<br />

di risolvere problematiche logistiche importanti<br />

e di ottimizzare spazi, trasporti e materiali. Sia le<br />

benne frantoio della serie CBF, sia le benne selezionatrici<br />

della serie CDS si caratterizzano per il<br />

loro impiego snello e flessibile. Se infatti usciamo<br />

dal mondo della demolizione e del riciclo possono<br />

essere tranquillamente impiegate in cantiere per<br />

trasformare il materiale di scavo in materia prima<br />

utile per altre lavorazioni. La roccia può essere<br />

frantumata e la ghiaia può essere vagliata con<br />

l’obiettivo di avere a disposizione materiale con<br />

differenti granulometrie da impiegare per portare<br />

a termine lavori di vario genere.<br />

L’offerta di CM comprende infatti 4 benne frantoio<br />

e 4 benne vaglianti con target ben differenziati.<br />

Da un lato le benne frantoio si accoppiano con<br />

escavatori da 10 a 45 tonnellate. Stiamo parlando<br />

dei modelli CBF60, CBF70, CBF90 e CBF120<br />

le cui sigle identificano sia la larghezza massima<br />

della bocca di ingresso del materiale, sia la capacità<br />

in volume della camera di frantumazione. I<br />

pesi operativi vanno da 1.700 a 5.000 kg e tutte<br />

le macchine impiegano la collaudata tecnologia a<br />

mascelle con regolazione della pezzatura in uscita<br />

da 15 a 135 mm.<br />

La gamma di benne selezionatrici, invece, parte<br />

più in basso adattandosi, con il modello entry-level<br />

CDS07, a miniescavatori da 3 tonnellate di peso<br />

operativo. Il successivo CDS10 si accoppia con<br />

midi da 7 a 10 tonnellate mentre i due modelli<br />

superiori, CDS14 e CDS18, vanno da 13 fino a<br />

28 tonnellate con il confine delle 18 tonnellate<br />

come passaggio dal modello più piccolo a quello<br />

superiore.<br />

La gamma CDS è disponibile con diversi kit<br />

di allestimento. Abbiamo quindi il kit Vagliatura,<br />

quello Frantumazione medio-leggera e quello<br />

Frantumazione medio-pesante. Quando si parla di<br />

frantumazione, in questo caso, si intende chiaramente<br />

la riduzione di pezzatura di materiali come<br />

ramaglie, fogliame, cartongesso, compost e cemento<br />

alleggerito tipico dei sottofondi con il kit<br />

Frantumazione medio-leggera. Passando a quella<br />

medio-pesante è possibile trattare in modo efficiente<br />

asfalto, laterizi, carbone, compost, vetro e<br />

rifiuti solidi urbani.<br />

Si tratta di attrezzature in grado di valorizzare<br />

fortemente il materiale presente in cantiere ottenendo,<br />

con il kit Vagliatura, diversi tipi di granulometrie<br />

utili in cantiere per diverse applicazioni.<br />

La gamma di<br />

attrezzature della<br />

CM Srl permette<br />

di affrontare in<br />

modo sistematico<br />

i cantieri di<br />

demolizione e<br />

riciclo dei materiali<br />

grazie a modelli<br />

che, sviluppati per<br />

compiti differenti,<br />

si integrano fra<br />

loro aumentando in<br />

modo esponenziale<br />

l’efficienza<br />

in cantiere<br />

permettendo<br />

di ottimizzare<br />

logistica, impiego<br />

dei materiali, tempi<br />

di esecuzione ed<br />

emissioni di CO2<br />

grazie al riuso<br />

del materiale<br />

direttamente in<br />

situ. Non solo<br />

per quanto<br />

riguarda i sempre<br />

più numerosi<br />

cantieri legati alle<br />

demolizioni ma<br />

anche in lavori<br />

più ordinari dove<br />

è però possibile<br />

recuperare e<br />

trasformare per<br />

altri usi quanto già<br />

presente.<br />

46<br />

47


FERRARI INTERNATIONAL. FAB 250 AUTO<br />

SOPRA<br />

O SOTTO<br />

Ferrari Iinternational èspecialista nel settore degli<br />

accessori ad alta tecnologia per il sollevamento.<br />

L’azienda italiana, grazie a diversi brevetti, propone<br />

al mercato soluzioni che permettono di ampliare il<br />

campo applicativo delle gru in modo da soddisfare<br />

quei requisiti di polivalenza, efficienza e flessibilità<br />

operativa che le imprese richiedono sempre di più.<br />

Ferrari International<br />

ha maturato<br />

una grande<br />

specializzazione<br />

nella costruzione<br />

di accessori per<br />

il mondo del<br />

sollevamento con<br />

elevati requisiti di<br />

sicurezza.<br />

FERRARI INTERNATIONAL<br />

Ferrari Iinternational propone una gamma di accessori<br />

per il sollevamento che è ormai diventata<br />

un punto di riferimento nel settore. Dotazioni<br />

che permettono di risolvere specifiche esigenze<br />

operative fornendo risposte che spesso i costruttori<br />

generalisti trascurano. La gamma del costruttore<br />

emiliano comprende cestelli e piattaforme, forche<br />

portapallet, pinze per laterizi, argani da sollevamento,<br />

pedane per stabilizzatori, verricelli da recupero,<br />

rotatori idraulici e meccanici per arrivare a pinze<br />

per tronchi, benne mordenti e benne a polipo. Oltre<br />

ad una larga gamma di elementi che risultano fondamentali<br />

per il corretto funzionamento delle gru.<br />

Fra le attrezzature del marchio destano particolare<br />

interesse i cestelli e le piattaforme per il trasporto<br />

delle persone.<br />

Si tratta di attrezzature porta operatore installabili<br />

su qualsiasi gru presente sul mercato. Questo<br />

consente il sicuro impiego in quota nel rispetto delle<br />

norme vigenti.<br />

Materiali e sistemi di sicurezza<br />

I cestelli sono infatti disponibili in acciaio, alluminio<br />

e vetroresina. E possono trasportare da 1 a 4<br />

posti operatori. E’ inoltre possibile averli con o senza<br />

rotazione, con sistemi di bilanciamento a gravità<br />

manuali o elettronici, fissi o regolabili in altezza.<br />

Sono attrezzature costruite secondo la normativa vigente<br />

in conformità con la EN 280 ed equipaggiate<br />

con i necessari sistemi di sicurezza.<br />

Nel caso specifico abbiamo il sistema di controllo<br />

dell’inclinazione FULLMATIC 2.0 per i cestelli<br />

il cui piano di calpestio sia inferiore a 1,00 mq.<br />

Nel caso invece il piano di calpestio superi la<br />

superficie di 1,00 mq si ha il sistema di controllo<br />

inclinazione FULLMATIC 2.0 associato al LIMI-<br />

TATORE DI CARICO.<br />

L’obiettivo del costruttore è sempre quello primario<br />

del trasporto in quota delle persone in massima<br />

sicurezza. Obiettivo a cui il team progettuale<br />

di Ferrari International<br />

ha lavorato in<br />

modo intenso mettendo<br />

a punto soluzioni tecniche<br />

specifiche.<br />

FULLMATIC 2.0<br />

Fra queste soluzioni c’è il FULLMATIC 2.0. Si<br />

tratta di un sistema brevettato di controllo inclinazione<br />

che rappresenta un’innovativa soluzione tesa<br />

ad ottenere la certificazione europea CE EN 280 per<br />

l’utilizzo di cestelli bilanciati a gravità.<br />

La centralina “FULLMATIC®” utilizza un accelerometro<br />

per rilevare il proprio angolo di inclinazione<br />

rispetto all’asse orizzontale. Questo consente<br />

di bloccare la gru in caso di superamento delle<br />

soglie di allarme.<br />

Il sistema è composto da un cilindro smorzatore<br />

completo di elettrovalvola e da una scheda elettronica<br />

che lavora in tensione indifferentemente a<br />

12 Vcc o 24 Vcc. Il sistema permette, in caso di<br />

emergenza, di livellare automaticamente il cesto per<br />

gravità consentendo quindi il recupero in completa<br />

sicurezza dell’operatore.<br />

Il sistema FULLMATIC® 2.0 risponde alle caratteristiche<br />

di Cat. 3 PL d EN 13849-1 così come<br />

espressamente richiesto dalla normativa di sicurezza<br />

EN 280. Sulla base di questo sistema sono stati<br />

sviluppati diversi cestelli autobilancianti fra cui<br />

anche il FAB AUTO 250.<br />

FAB AUTO 250<br />

Il FAB AUTO 250 è una piattaforma porta ope-<br />

ratore a due posti autobilanciante e costruita in<br />

acciaio. Si tratta di un accessorio che, fra le altre<br />

cose, permette anche un impiego sottoponte<br />

grazie al sistema autobilanciante e alla rotazione<br />

del braccio a 360°. La regolazione della scheda<br />

elettronica avviene manualmente attraverso<br />

trimmer e l’alimentazione è a 12/24 Volt garantendo<br />

quindi massima libertà di installazione.<br />

Il punto di forza del FAB AUTO 250 è l’innovativo<br />

attuatore a sfere rotanti brevettato. E’<br />

inoltre presente una valvola di sicurezza per<br />

bloccare o sbloccare la rotazione del braccio.<br />

Il FAB AUTO 250, per le sue caratteristiche innovative,<br />

permette di aumentare a dismisura la<br />

polivalenza della macchina base consentendo,<br />

appunto, anche l’impiego come PLE sottoponte.<br />

Un impiego sempre più richiesto dal mercato e<br />

che con questo accessorio trova<br />

una soluzione efficiente.<br />

Le soluzioni in vetroresina<br />

Ferrari Internationale propone,<br />

oltre ai cestelli porta operatore<br />

in acciaio, anche una vasta<br />

gamma di modelli in vetroresina.<br />

Questo per avere maggiore<br />

leggerezza senza rinunciare a<br />

robustezza e sicurezza. L’offerta<br />

comprende sia modelli ad un<br />

posto che a due posti. Fra questi<br />

ultimi di particolare interesse lo<br />

SKYLER 2 FB che rientra nei<br />

modelli equipaggiabili con il sistema<br />

in kit SKY AUTO che lo<br />

rende autobilanciante.<br />

L’esperienza di Ferrari International<br />

in questo specifico settore<br />

affonda radici profonde che<br />

risalgono ad oltre tre decenni<br />

fa. Oggi il costruttore è presente<br />

in oltre 120 paesi in cinque<br />

continenti con una gamma di<br />

prodotti che affianca i professionisti<br />

del settore in ogni loro<br />

attività.<br />

Molti costruttori<br />

di macchine si<br />

rivolgono a Ferrari<br />

Iinternational per<br />

avere supporto<br />

nella fornitura<br />

di cestelli ed<br />

accessori. Come<br />

nel caso della<br />

finlandese Lannen,<br />

specialista nel<br />

settore delle terne<br />

ad alte prestazioni.<br />

Il sistema di<br />

autobilanciamento<br />

del costruttore<br />

permette di<br />

avere la massima<br />

sicurezza operativa<br />

grazie al sistema di<br />

sicurezza brevettato<br />

FULLMATIC 2.0 che<br />

permette anche<br />

di operare in<br />

negativo.<br />

48<br />

49


EFFER. iQ. 1200 HP<br />

NULLA<br />

LA SPAVENTA<br />

La reputazione di EFFER nel settore delle gru ad alte<br />

prestazioni è cosa risaputa. Con la nuova gamma iQ<br />

il costruttore italiano alza ulteriormente l’asticella e<br />

porta ad un livello superiore le prestazioni delle sue<br />

macchine. La iQ. 1200 HP ha infatti un peso operativo<br />

da 90 tm con le prestazioni di una 100 tm. Senza<br />

rinunciare alla massima sicurezza operativa.<br />

La EFFER iQ.<br />

1200 HP è una<br />

gru articolata<br />

per autocarri che<br />

sfrutta la sezione<br />

dodecagonale<br />

V12 Power per<br />

ottimizzare l’inerzia<br />

dei bracci sfilabili<br />

ed aumentare<br />

così le prestazioni<br />

in altezza anche<br />

con braccio molto<br />

inclinato.<br />

EFFER<br />

EFFER è uno dei costruttori che si è costruito una<br />

solida reputazione nel settore delle gru articolate<br />

per autocarro ad alte prestazioni. L’azienda<br />

emiliana, appartenente oggi a Cargotec Corporation<br />

insieme a HIAB, non ha mai snaturato la propria filosofia<br />

di base. Anzi, le strette sinergie fra le due realtà<br />

ha permesso di rafforzare ulteriormente le potenzialità<br />

delle sue macchine di alta gamma. La gamma iQ<br />

è il frutto di quelle sinergie e si presenta al mercato<br />

con caratteristiche sostanzialmente uniche.<br />

Nata pensando all’efficienza<br />

Pensare all’efficienza può portare in molte direzioni<br />

differenti. La iQ. 1200 HP è nata con l’obiettivo di<br />

rendere più efficiente il lavoro in cantiere. L’elemento<br />

caratterizzante questo modello è lo sbraccio. E’<br />

infatti dotato di prestazioni sia verticali che orizzontali<br />

derivanti da un disegno che fa tesoro di tutti gli<br />

insegnamenti della meccanica razionale. Tutto questo<br />

senza cedere a compromessi e con sezioni che a<br />

qualcuno potrebbero sembrare “strane”.<br />

La configurazione a 9+6 estensioni, o quella a 10,<br />

risultano estremanente pratiche nell’utilizzo grazie<br />

alla loro specifica conformazione.<br />

La iQ. 1200 HP è infatti una macchina progettata<br />

secondo criteri indirizzati verso la riduzione del peso<br />

e la compattezza degli ingombri. Tutto questo consente<br />

quindi di essere più efficienti grazie al minore<br />

spazio di utilizzo, alle maggiori prestazioni in altezza<br />

e al minore peso che permette di trasportare più carico<br />

utile. Sommando tutti questi fattori si ha quindi una<br />

macchina più performante che si può usare anche laddove,<br />

normalmente, si impiegano macchine più piccole.<br />

Macchine che presentano, ovviamente, tutti i limiti<br />

del caso. Sia operativi, sia prestazionali. EFFER ha<br />

quindi fortemente voluto condurre verso un risparmio<br />

in termini di tempo, di carburante e di spazio<br />

Sicurezza prima di tutto<br />

Poter operare con elevate prestazioni in spazi prima<br />

preclusi a macchine di questo tipo significa<br />

anche aprirsi ad un mercato differente dove la EF-<br />

FER iQ. 1200 HP consente di avere una concreta<br />

soluzione ad esigenze specifiche.<br />

Alla base di tutto questo c’è il sistema di controllo<br />

SPACEevo. Si tratta di una piattaforma<br />

aperta e moderna che permette anche di aggiungere<br />

funzionalità nel tempo. Questo assicura alla<br />

EFFER iQ.1200 HP una lunga vita d’uso ed un<br />

valore residuale più alto. Oltre che un continuo aggiornamento<br />

con funzionalità di livello superiore<br />

che possono rispondere, ad esempio, ad esigenze<br />

specifiche.<br />

A livello di hardware abbiamo un processore<br />

dual-core con attuatori e cablaggi che permettono<br />

di lavorare in tutte le condizioni ambientali.<br />

E’ quindi possibile dare potenza alla gru quando<br />

serve ma sempre aumentando affidabilità e durabilità<br />

durante ogni tipo di applicazione. Questo<br />

perché la macchina viene sfruttata in modo intelligente<br />

in base alla sua effettiva posizione, alla<br />

sua stabilizzazione e al carico che sta sollevando.<br />

CombiDrive4<br />

Il radiocomando CombiDrive4 permette di avere<br />

un eccellente controllo sui movimenti. L’operatore<br />

riceve continue informazioni ed eventuali allarmi in<br />

caso di necessità. Ogni informazione risulta chiara<br />

grazie ai tre grandi display a colori ottimizzati per<br />

avere la massima visibilità anche in condizioni di<br />

forte luminosità esterna.<br />

Da un punto di vista operativo è possibile ese-<br />

guire dei settaggi personalizzati. Ogni operatore è<br />

quindi in grado di selezionare le configurazioni a<br />

lui più adatte per ottimizzare l’impiego della gru.<br />

Le batterie impiegate dal CombiDrive4 permettono<br />

di memorizzare queste impostazioni. L’operatore<br />

può così utilizzarle ogni volta che usa la macchina.<br />

Fra le impostazioni personalizzabili<br />

c’è, ad esempio, la velocità dei<br />

movimenti della macchina.<br />

Le batterie hanno un’autonomia<br />

superiore ed il<br />

sistema di feedback<br />

ad impulsi invia<br />

segnali specifici che consentono all’operatore di<br />

capire le reazioni della gru ed utilizzarla quindi in<br />

modo più sicuro, efficiente e semplice.<br />

Da questo punto di vista sia gli operatori molto<br />

esperti che quelli con meno esperienza potranno<br />

avere dei vantaggi immediati. La gestione dei carichi<br />

avviene infatti in piena sicurezza riducendo,<br />

fra le altre cose, la complessità delle manovre più<br />

difficili.<br />

Confirm View<br />

La nuova generazione del radiocomando Combi-<br />

Drive4 comprende, tra le funzionalità legate alla<br />

sicurezza operativa, l’individuazione automatica<br />

da parte della gru della posizione dell’operatore. In<br />

questo modo sono abilitati gli stabilizzatori dove<br />

si trova la persona che aziona la gru con la certezza<br />

che siano nel suo cono visivo. Questo obbliga<br />

l’operatore ad avere pienamente sotto controllo<br />

questa fondamentale operazione che ha forti implicazioni<br />

per la sicurezza in cantiere.<br />

Dynamic Load Charts<br />

Si tratta del sistema che simula una stabilizzazione<br />

preventiva riducendo i tempi di piazzamento della<br />

macchina ed aumentando sia il comfort dell’operatore<br />

che usa il radiocomando, sia la sicurezza effettiva.<br />

Questa funzione, infatti, permette di avere<br />

pienamente sotto controllo in modo semplice una<br />

fase fondamentale per la sicurezza e l’efficienza<br />

del cantiere. Evitando quindi qualsiasi successiva<br />

manovra di aggiustamento che farebbe perdere<br />

tempo e che indurrebbe l’operatore a comportamenti<br />

scorretti.<br />

Variable Stability Logic Plus<br />

VSL+ è un sistema di sicurezza che massimizza<br />

la prestazione di sollevamento della gru. Operazione<br />

che avviene in base all’apertura effettiva<br />

degli stabilizzatori e del carico presente sul<br />

camion. Utilizza quindi in maniera dinamica il<br />

peso del carico stesso per aumentare la prestazione<br />

totale in sollevamento facendo affidamento<br />

sulla stabilità effettiva del veicolo in base al<br />

suo peso.<br />

La EFFER iQ. 1200<br />

HP è una gru ad<br />

alte prestazioni<br />

che presenta forti<br />

innovazioni sia da<br />

un punto di vista<br />

strutturale, sia da<br />

un punto di vista<br />

della gestione<br />

elettronica della<br />

sicurezza operativa<br />

grazie al sistema<br />

SPACEevo che può<br />

anche aggiornato<br />

o implementato nel<br />

tempo.<br />

50<br />

51


INDECO. Cesoie ISS, riciclare i metalli<br />

HARD STEEL<br />

HARD WORK<br />

La gamma di cesoie ISS di INDECO si posiziona ad<br />

un elevato livello qualitativo e prestazionale grazie<br />

a soluzioni specifiche come il design compatto ma<br />

con elevata apertura della mascella e leverismi che<br />

aumentano la forza di taglio. Non è un caso se la<br />

piemontese Peretti Rottami ha deciso di affidarsi al<br />

costruttore italiano per il suo impianto produttivo<br />

La gamma di cesoie<br />

idrauliche ISS si è<br />

distinta sul mercato<br />

internazionale<br />

grazie a soluzioni<br />

altamente<br />

prestazionali. Non<br />

è quindi un caso se<br />

la Peretti Rottami<br />

abbia scelto la<br />

ISS 30/50 per<br />

gestire la riduzione<br />

volumentrica<br />

dei propri flussi<br />

di materiale in<br />

ingresso.<br />

INDECO<br />

Se Indeco è un costruttore conosciuto soprattutto<br />

per i suoi martelli idraulici, in realtà<br />

l’azienda barese si presenta con una ricca<br />

gamma di attrezzature dedicate in modo specifico<br />

al riciclaggio e alla demolizione. Parliamo<br />

ovviamente di cesoie, pinze, frantumatori e benne<br />

selezionatrici. Prodotti alla cui base c’è sempre<br />

la stessa filosofia aziendale basata su Ricerca &<br />

Sviluppo.<br />

Come spesso succede, nessuno è profeta in<br />

patria, ed anche Indeco si è costruita una solida<br />

reputazione sui mercato internazionali con posizioni<br />

di importanti leadership in mercati strategici<br />

come, ad esempio, quello nord americano.<br />

Ma anche da noi l’azienda di Bari si sta sempre<br />

più smarcando dalla nomèa di “semplice” costruttore<br />

di martelli per essere associato a quello<br />

di costruttore di attrezzature a tutto tondo. Lo<br />

abbiamo visto in modo specifico sia al Bauma,<br />

dove il costruttore ha insistito in modo preciso<br />

su tutta la propria gamma di attrezzature, sia al<br />

Samoter. Dove pinze, cesoie, pinze selezionatrici<br />

e frantumatori sono stati i principali protagonisti<br />

di una presenza importante e qualificata.<br />

All’interno della storia aziendale il 2010 rappresenta<br />

una tappa fondamentale. Arriva infatti<br />

sul mercato la gamma di cesoie idrauliche della<br />

serie ISS. Attrezzature con un’impostazione che<br />

si distingue fin da subito per compattezza e per<br />

elevate aperture delle ganasce in rapporto al peso<br />

operativo. Elemento che le distingue fin da subito<br />

rispetto a molti concorrenti. Unitamente ad<br />

una geometria di taglio ottimizzata, le posiziona<br />

in una fascia prestazionale immediatamente<br />

apprezzata dai professionisti della demolizione<br />

e del riciclo del materiale. In particolar modo di<br />

quelli operanti in nord America. E come tutti ben<br />

sanno, negli USA e in Canada di acciaio “se ne<br />

intendono” visto che la costruzione di edifici, non<br />

solo industriali ma anche civili, con strutture portanti<br />

metalliche ha una lunga tradizione iniziata<br />

a fine ‘800. Con la conseguente demolizione, e<br />

successivo riciclo, di elementi in acciaio anche<br />

con sezioni decisamente importanti. Non è infatti<br />

un caso se proprio gli USA siano la patria<br />

delle cesoie idrauliche per gli escavatori. Una<br />

tradizione costruttiva basata quindi su un mercato<br />

che, prima di altri, si è posto il problema di<br />

come demolire e riciclare le strutture metalliche.<br />

Il favore che Indeco ha quindi raccolto su questo<br />

importante mercato è chiara testimonianza di una<br />

validità tecnica e operativa delle soluzioni impiegate<br />

dal costruttore di Bari.<br />

Peretti Rottami e la ISS 30/50<br />

Gli specialisti italiani del settore hanno compreso<br />

la validità della gamma ISS di Indeco. Spesso<br />

scegliendo queste macchine rispetto ad altre attrezzature<br />

maggiormente diffuse.<br />

Come nel caso della Peretti Rottami di Carmnagnola,<br />

in provincia di Torino, che si è indirizzata<br />

verso una ISS 30/50 come cuore produttivo<br />

del proprio impianto di riciclo metalli.<br />

«È una macchina che utilizziamo per la riduzione<br />

volumetrica di tutto il metallo che trattatiamo<br />

in azienda - ci ha spiegato Walter Peretti,<br />

titolare dell’azienda con la propria famiglia e<br />

seconda generazione alla guida della compagine<br />

piemontese. Oltre all’acquisto di materiale che<br />

proviene dalle demolizioni abbiamo diversi contratti<br />

con industrie del torinese dove ritiriamo<br />

scarti di produzione e li inviamo al riciclo».<br />

Il flusso produttivo aziendale prevede infatti<br />

l’ingresso in azienda dei materiali metallici, la<br />

loro selezione e riduzione volumetrica in modo<br />

che siano compatibili con le pressocesoie aziendali<br />

e il successivo invio in fonderia.<br />

«Trattiamo svariate migliaia di tonnellate di<br />

materiale all’anno - spiega Peretti - e diamo<br />

lavoro ad una ventina di persone. Con un parco<br />

macchine aziendale composto da autocarri,<br />

movimentatori industriali, escavatori cingolati e<br />

diverse presse e pressocesoie. Svolgiamo anche<br />

lavori di smantellamenti industriali e demolizioni<br />

operando fianco a fianco con imporanti aziende<br />

specializzate in demolizioni civili e industriali.<br />

Un impegno di questo tipo richiedeva una cesoia<br />

performante ma allo stesso tempo facilmente<br />

trasportabile in cantieri esterni quando necessario.<br />

La ISS 30/50 è stata quindi installata su un<br />

escavatore da 30 tonnellate al posto dell’avambraccio.<br />

Un allestimento che Indeco ci ha fornito<br />

completo proprio nella versione specifica per<br />

questo tipo di applicazione.<br />

Con una ralla progettata e costruita per questi<br />

impieghi gravosi e con l’attacco per l’escavatore<br />

dimensionato in modo da avere geometrie<br />

di lavoro ideali. Una macchina che si sta comportando<br />

molto bene e riesce a mantenere i cicli<br />

produttivi che la nostra intensa attività richiede<br />

ogni giorno».<br />

Per escavatori da 30 a 50 tonnellate<br />

La gamma di cesoie Indeco si identifica con sigle<br />

che individuano il peso operativo ottimale<br />

degli escavatori su cui le attrezzature andrebbero<br />

installate. La ISS 30/50 è quindi indicata per<br />

escavatori con peso operativo di 30 tonnellate se<br />

installata, come nel caso della Peretti Rottami, al<br />

posto dell’avambraccio. Se invece si sceglie di<br />

montarla al posto benna occorre salire fino alla<br />

classe delle 50 tonnellate.<br />

Si caratterizza per il peso operativo di 6.300<br />

kg nella versione al posto dell’avambraccio. La<br />

pressione operativa è di 350 bar e la richiesta in<br />

termini di portata idraulica va da 240 a 400 l/min.<br />

Il motore di rotazione richiede 50 l/min.<br />

I dati prestazioni sono molto interessanti in<br />

quanto abbiamo 210 tonnellate di forza in punta<br />

per una classe operativa di 1.300 tonnellate al<br />

fulcro. L’apertura della ganascia è di 850 mm per<br />

una profondità di 860 mm su una classe di macchina<br />

che ha una lunghezza di 4.040 mm per una<br />

larghezza della cesoia di 680 mm. Dimensioni<br />

che la rendono snella e compatta.<br />

La Peretti Rottami<br />

si è affidata alla<br />

cesoia Indeco<br />

ISS 30/50 per<br />

affrontare<br />

la riduzione<br />

volumetrica del<br />

flusso di materiali<br />

metallici in ingresso<br />

nell’impianto<br />

di riciclo di<br />

Carmagnola, in<br />

provincia di Torino.<br />

La compagine<br />

piemontese,<br />

arrivata oggi<br />

alla seconda<br />

generazione, è<br />

riconosciuta per<br />

essere una delle<br />

più professionali<br />

nel settore e opera<br />

anche in cantieri<br />

di demolizione e<br />

smantellamento<br />

sia da sola che<br />

insieme alle<br />

maggiori imprese<br />

di demolizione<br />

attive sul territorio.<br />

L’arrivo della<br />

ISS 30/50 è<br />

stato legato alla<br />

sostituzione di una<br />

precedente cesoia<br />

e la macchina ha<br />

dimostrato sul<br />

campo prestazioni<br />

all’altezza delle<br />

aspettative<br />

aziendali.<br />

52<br />

53


WESTCAR. Dentro gli argani i giunti del costruttore italiano<br />

INDISPENSABILE<br />

SPECIALISTA<br />

La specialista Westcar è presente in modo massiccio<br />

nel settore del sollevamento con i suoi giunti a denti e<br />

a rulli che trovano larga applicazione nei tamburi fune<br />

impiegati sulle gru grazie alla loro elevata capacità di<br />

carico radiale e all’importante grado di compensazione<br />

dei disallineamenti angolari<br />

WESTCAR<br />

54<br />

Westcar è oggi uno dei massimi specialisti<br />

nel settore dei giunti ad alte prestazioni.<br />

L’azienda lombarda è infatti un punto di<br />

riferimento in questa specifica categoria merceologica<br />

con un forte appeal nel settore del sollevamento<br />

grazie ai suoi giunti meccanici a denti e<br />

rulli impiegati soprattutto nella costruzione degli<br />

argani porta fune. Una funzione fondamentale,<br />

quindi, all’interno di una macchina complessa<br />

come una gru che, oltre a garantire elevate coppie<br />

operative, deve anche essere massimamente<br />

sicura.<br />

Ed è qui che Westcar entra in scena con i suoi<br />

prodotti specificamente sviluppati per gru, sollevatori<br />

a paranchi e carriponte.<br />

I giunti meccanici Westcar AR<br />

Per questi specifici campi il costruttore ha infatti<br />

saputo sviluppare una gamma di giunti a denti ed a<br />

rulli indirizzati in modo specifico al sollevamento.<br />

Si tratta di uno specifico prodotto che diventa un<br />

elemento chiave della macchina.<br />

Infatti si interpone tra il tamburo porta fune ed il<br />

gruppo di riduzione dei comandi del sollevamento<br />

con una funzione vitale per l’operazione stessa.<br />

Grazie alla loro specifica forma costruttiva, i<br />

giunti AR sono disponibili sia nella versione a denti<br />

che nella versione a rulli. Pur differenti nella loro<br />

architettura, sono però accomunati da medesime<br />

caratteristiche e prestazioni molto simili.<br />

Sono infatti entrambi dotati di elevata capacità<br />

di carico radiale che permette di affrontare trasferimenti<br />

di coppia elevati ed avere elevata resistenza<br />

agli sfori torsionali dati dalle più impegnative operazioni<br />

di sollevamento.<br />

Inoltre sono dotati di un elevato grado di compensazione<br />

dei disallineamenti angolari, assiali e<br />

radiali. Una caratteristica che permette loro di affrontare<br />

con un elevato grado di affidabilità anche<br />

le più complesse situazioni di emergenza che potrebbero<br />

verificarsi per qualche errata manovra di<br />

sollebamento.<br />

La gamma di giunti AR rappresentano oggi uno<br />

degli elementi costitutivi fondamentali degli argani<br />

porta fune. E permettono di trasmettere il moto in<br />

modo ideale.<br />

I campi applicativi<br />

I giunti Westcare AR possono essere equipaggiati<br />

con sistemi frenanti di vario tipo. Si va quindi dai<br />

classici dischi per passare ai tamburi freno con i<br />

relativi attuatori. Si tratta di componenti che fanno<br />

parte dell’offerta del costruttore lombardo e che<br />

integrano il sistema di trasmissione del moto in<br />

modo completo. In questo modo si garantisce un<br />

elevatissimo grado di sicurezza di tutto l’apparato<br />

di trasmissione del moto avendo l’accoppiamento<br />

ideale fra i diversi elementi meccanici.<br />

Fra le applicazioni del settore sollevamento in<br />

cui Westcar è presente da tempo vi sono sicuramente<br />

le gru a portale e i carri ponte. Ma anche negli<br />

argani di sollevamento impiegati nel settore della<br />

perforazione e nelle gru navali.<br />

Uscendo dal sollevamento “ordinario” si passa<br />

alle pesanti e impegnative situazioni operative delle<br />

acciaierie. Westcar è infatti conosciuta fra i costruttori<br />

di gru e apparecchi di sollevamento per la sua<br />

capacità di sviluppare soluzioni specifiche ad hoc<br />

per fare fronte in modo garantito e prestazionale a<br />

particolari esigenze operative.<br />

L’esperienza del costruttore di Solbiate Olona<br />

gli ha infatti permesso di progettare con grande<br />

affidabilità dei giunti specifici, e di ogni dimensione,<br />

per risolvere problematiche spesso uniche<br />

e su specifico disegno.<br />

Su misura<br />

La elevata specializzazione di Westcar gli ha infatti<br />

permesso di realizzare su disegno giunti di<br />

ogni tipo. Nel caso della gamma AR il costruttore<br />

garantisce la possibilità di realizzare componenti<br />

a disegno in funzione delle varie interfacce tra riduttore<br />

e tamburo. L’azienda ha infatti una grande<br />

predisposizione alla customizzazione.<br />

Si tratta di una specializzazione aziendale che ha<br />

portato ad un orientamento verso prodotti di elevato<br />

livello qualitativo.<br />

Oggi la gamma di giunti per tamburi portafune<br />

AR di Westcar si articola su venti differenti modelli<br />

con taglie da 2.5 a 920 a cui corrispondono diametri<br />

foro da 38 a 500 mm con pesi che vanno da 10 a<br />

944 kg. Gli spostamenti assiali vanno da 3 a 10 mm<br />

e le coppie trasmissibili da 6,5 a 1.050 kNm.<br />

Westcar: specialista nella trasmissione di potenza<br />

Nata nel 1978, Westcar è oggi un punto<br />

di riferimento globale nella costruzione<br />

di giunti meccanici che si adattano ad<br />

applicazioni anche molto differenti fra<br />

loro.<br />

La produzione aziendale copre<br />

infatti settori che vanno dal mondo<br />

delle costruzioni fino al chimico e<br />

petrolchimico passando per trasporto,<br />

movimentazione, minerario e industria.<br />

L’attuale produzione si articola infatti su<br />

cinque grandi famiglie di prodotti. Giunti<br />

idraulici, giunti elastici, giunti flessibili,<br />

freni meccanici e dispositivi elettronici.<br />

Questo per andare incontro alle più<br />

diversificate applicazioni che richiedono<br />

particolari soluzioni nella trasmissione<br />

del moto. Spesso in condizioni limite.<br />

Basti pensare ai sistemi elettrici a<br />

controllo elettronico dei treni ad Alta<br />

Velocità che la Westcar produce da<br />

tempo.<br />

La filosofia di base dell’azienda è<br />

fortemente incentrata sulla ricerca e<br />

sviluppo di nuove soluzioni in grado di<br />

trovare soluzioni originali e funzionali a<br />

problemi consueti e altamente diffusi.<br />

La nuova frizione centrifuga ad innesto<br />

automatico Mecstart è solo uno dei<br />

prodotti innovativi del costruttore di<br />

Olgiate Olona.<br />

L’azienda opera con un altissimo<br />

livello qualitativo dei propri prodotti.<br />

Questo consente di fornire le massime<br />

garanzie di durata ai propri clienti.<br />

Infatti le procedure di verifica della<br />

qualità si avvalgono di banchi di prova<br />

all’avanguardia.<br />

Strumentazioni con cui la materia<br />

prima viene controllata al 100% grazie<br />

anche all’utilizzo di specifici strumenti<br />

di misura. Ogni prodotto della Westcar<br />

viene collaudato e certificato prima della<br />

sua uscita dall’azienda.<br />

Westcar è fornitore<br />

di importanti<br />

player mondiali<br />

del sollevamento<br />

con i propri giunti<br />

AR progettati<br />

e costruiti<br />

appositamente per<br />

gli argani porta<br />

fune grazie al loro<br />

elevato livello<br />

di affidabilità e<br />

adattamento ai<br />

disallineamenti<br />

angolari, radiali e<br />

assiali.<br />

Il sistema di assicurazione qualità è a<br />

sua volta certificato secondo la norma<br />

ISO 9001:2015.<br />

Il sistema produttivo segue i moderni<br />

dettami della lean production.<br />

Si tratta di una scelta specifica volta a<br />

garantire il massimo della produttività al<br />

cliente finale.<br />

Westcar ha organizzato le proprie linee<br />

di montaggio in modo estremamente<br />

flessibile e versatile. Di fatto, anche<br />

in questo caso, è un elemento<br />

determinante per l’ottenimento di un<br />

processo ottimizzato sono l’elevata<br />

formazione e specializzazione degli<br />

operatori che concretamente lavorano<br />

alla produzione.<br />

Ognuno di loro, infatti, si dedica<br />

espressamente ad una singola fase<br />

produttiva per raggiungere il massimo<br />

livello qualitativo possibile per quella<br />

specifica mansione.<br />

55


HIAB. Le nuove frontiere della iQ.1188 HiPro<br />

A TUTTO<br />

SBRACCIO<br />

Hiab, con la sua iQ.1188 HiPro apre nuove frontiere<br />

nel sollevamento pesante. Una macchina da 110 tm<br />

ma con il peso equivalente di una 90 tm con elevate<br />

prestazioni sia in verticale che in orizzontale con<br />

spazi di ingombro e peso operativo che permettono<br />

diverse tipologie di installazioni a seconda del tipo<br />

di impiego per aumentare l’efficienza aziendale<br />

La HIAB iQ.1188<br />

HiPro è una gru<br />

ad alte prestazioni<br />

pensata per<br />

avere prestazioni<br />

da macchine da<br />

110tm con il peso<br />

operativo di una<br />

90tm. Un vantaggio<br />

competitivo<br />

che permette<br />

allestimenti più<br />

liberi e minori<br />

consumi.<br />

HIAB<br />

HIAB è uno dei punti di riferimento nel settore<br />

delle gru articolate per autocarro. L’azienda<br />

svedese, con la sua iQ.1188 HiPro, ha messo<br />

sul mercato il modello di gru dalla portata più<br />

elevata che abbia mai realizzato. Una macchina<br />

pensata per massimizzare le prestazioni in ottica di<br />

elevata efficienza.<br />

Stiamo parlando di una gru da 110 tm ma con<br />

il peso equivalente ad una macchina da 90 tm pensata<br />

per generare valore nell’utilizzo sia verticale<br />

che orizzontale. Tutto questo assicurando in primis<br />

grandi vantaggi in termini di spazio di carico utile<br />

sul camion. È inoltre possibile optare per più tipologie<br />

di installazioni a seconda delle necessità di<br />

utilizzo andando quindi incontro alle esigenze di<br />

utilizzatori molto diversi fra loro.<br />

Un design pensato per l’efficienza<br />

Dal punto di vista strutturale, la principale innovazione<br />

tecnologica della HIAB iQ.1188 HiPro consiste<br />

nel disegno del profilo dei bracci principali e<br />

del JIB. Il profilo V12-Power fa riferimento alla<br />

sua sezione dodecagonale. Una soluzione unica il<br />

cui sviluppo è la piena espressione di tutta l’innovazione<br />

ed esperienza del costruttore. Questo disegno<br />

permette infatti di avere una capacità di carico<br />

elevata ma, al contempo, contribuisce a ridurre il<br />

peso della struttura della gru. A questo si associa,<br />

inoltre, la diminuzione dell’ingombro complessivo<br />

della gru stessa.<br />

Di fatto la HIAB iQ.1188 HiPro è il primo modello<br />

dotato dell’evoluzione del sistema di controllo<br />

SPACEevo. Si tratta di un elemento tecnico di grande<br />

valore aggiunto che, negli anni, è stato fortemente<br />

apprezzato dal mercato.<br />

HIAB SPACEevo<br />

Lo HIAB SPACEevo rappresenta, infatti, la base<br />

su cui è costruita tutta l’intelligenza della gru. Il<br />

sistema consiste infatti in una piattaforma modulare<br />

aperta, che consente di aggiungere funzioni evolute.<br />

Si tratta quindi di una funzionalità aggiornabile nel<br />

tempo. Questo permette quindi all’utilizzatore di aggiornare<br />

la macchina in after market andando quindi<br />

incontro a specifiche esigenze operative che, magari,<br />

possono sorgere per variazioni del tipo di mercato<br />

di riferimento o per esigenze operative diversificate.<br />

Lavorare in sicurezza<br />

Con la iQ.1188 HiPro fa anche la sua comparsa il<br />

nuovo radiocomando CD4 progettato e pensato per<br />

aumentare la sicurezza operativa ed avere un’interazione<br />

uomo-macchina adatta alle dimensioni e alle<br />

prestazioni della macchina.<br />

E’ infatti dotato di un display di grandi dimensioni<br />

che permette di avere una visione superiore<br />

anche in piena luce.<br />

La batteria in dotazione è un modello a lunga<br />

durata per consentire di operare in massima serenità<br />

anche su turni di lavoro impegnativi.<br />

Il radiocomando impiega segnali haptic per permettere<br />

all’operatore di avere un ritorno sensoriale<br />

delle operazioni che sta effettuando. Si tratta di una<br />

soluzione tecnica fondamentale per consentire di<br />

avere sempre pienamente sotto controllo ogni movimento<br />

e capire esattamente cosa succede nelle operazioni<br />

di sollevamento. Su una macchina di queste<br />

dimensioni e con queste prestazioni l’operatore, a<br />

prescindere dai sistemi di sicurezza di alto livello<br />

di cui è dotata la iQ.1188 HiPro, deve infatti poter<br />

prevedere ogni eventualità anche capendo come reagisce<br />

la macchina in ogni singola manovra.<br />

Tra le funzionalità è anche disponibile la possibilitò<br />

di personalizzare alcune impostazioni nell’uso<br />

del radiocomando stesso in modo da potersi adattare<br />

in modo ottimale a ogni operatore.<br />

La filosofia di HIAB<br />

La filosofia del costruttore, infatti, mette in primo<br />

piano da sempre la sicurezza dell’operatore e di<br />

tutti coloro che sono presenti nelle operazioni di<br />

sollevamento.<br />

Gli accorgimenti messi in atto con la iQ.1188<br />

HiPro permettono dunque di operare con una sicurezza<br />

ancora maggiore rispetto al passato.<br />

Infatti le prestazioni di questa macchina impongono<br />

grande attenzione.<br />

Abbiamo uno sbraccio verticale di 40 metri e<br />

uno orizzontale di 36 metri. La capacità massima di<br />

sollevamento arriva a 9.420 kg pari a 83.719 kmg<br />

per la versione denominata E-10.<br />

Si tratta quindi di una gru che possiamo tranquillamente<br />

definire “universale” grazie anche all’ottimale<br />

bilanciamento fra prestazioni e peso operativo.<br />

Una macchina nata dal mercato<br />

La iQ.1188 HiPro è nei fatti una macchina nata dal<br />

mercato. L’ascolto delle esigenze degli operatori del<br />

settore ha infatti portato HIAB verso soluzioni e<br />

allestimenti flessibili e funzionali.<br />

La macchina è infatti disponibile con:<br />

. 9+6 estensioni.<br />

. 10 estensioni idrauliche (non in combinazione con<br />

l’uso del JIB)<br />

. JIB 155-Q (con profilo V12-Power).<br />

. Prolunga a gancio rialzato.<br />

. Verricello da 3,5t.<br />

. Predisposta per essere installata sulle soluzioni<br />

d’installazione Hiab FrameWorks.<br />

. Verniciatura con tecnologia a nanoparticelle nDurance<br />

per garantire una protezione di lunga durata,<br />

in tutte le condizioni ambientali contribuendo a<br />

mantenerne il valore residuale.<br />

Il sistema di controllo di base SPACEevo è stato<br />

integrato con funzioni avanzate che assistono gli<br />

operatori anche meno esperti nell’evitare danni ed<br />

a lavorare rapidamente ed in modo efficiente.<br />

Il peso contenuto della macchina, insieme al<br />

Cyclone Tank di serie e alla compattezza generale<br />

degli ingombri consente di avere più spazio a<br />

bordo per il trasporto di materiali di ausilio per le<br />

attività di sollevamento. Soluzioni che si traducono<br />

in una maggiore efficienza fra cui, tra le tante,<br />

anche il bisogno di effettuare meno viaggi per il<br />

trasporto del materiale o richiedere meno veicoli<br />

di appoggio con sensibili riduzioni dei consumi<br />

di carburante.<br />

HIAB è uno dei<br />

costruttori di<br />

riferimento nel<br />

settore delle<br />

gru articolate<br />

per autocarro.<br />

Il costruttore<br />

svedese, con la<br />

iQ.1188 HiPro<br />

ha costruito la<br />

sua macchina più<br />

performante e<br />

più grande con il<br />

risultato di avere<br />

prestazioni molto<br />

elevate con un<br />

peso operativo<br />

ridotto. Lasciando<br />

così massima libertà<br />

ai propri clienti di<br />

allestire la macchina<br />

nel modo più<br />

confacente alle<br />

proprie specifiche<br />

necessità operative.<br />

56<br />

57


OMS & SUMITOMO PAVERS. Pavimentare sulla SA-RC<br />

POLIVALENZA<br />

IN GRANDE<br />

Le finitrici Sumitomo Pavers si stanno facendo strada<br />

grazie alla elevata capacità di stesa del rasatore<br />

J-Paver. Come la HA60W-11 che, in forza nel parco<br />

macchine della CIEFFE LAVORI, si è occupata della<br />

pavimentazione di alcuni tratti dell’autostrada<br />

Salerno-Reggio Calabria. Dove la qualità della<br />

pavimentazione è più che fondamentale<br />

La CIEFFE LAVORI<br />

ha realizzato<br />

un importante<br />

intervento di<br />

manutenzione<br />

straordinaria<br />

sull’autostrada<br />

Salerno-Reggio<br />

Calabria con la<br />

H60W-11.<br />

OMS<br />

Sumitomo Pavers e OMS. Un binomio ormai<br />

conosciuto nel settore dei lavori stradali grazie<br />

ad una presenza qualificata che ha portato<br />

le finitrici giapponesi su tutto il territorio nazionale.<br />

La iniziale diffidenza verso un marchio<br />

completamente nuovo, ma che si attesta su un<br />

livello qualitativamente alto del mercato, è stata<br />

però abbattuta grazie alle caratteristiche uniche sia<br />

del rasatore J-Paver, sia di un’architettura generale<br />

della macchina pensata per essere efficiente in<br />

ogni operazione di stesa del conglomerato.<br />

Sono ormai molte le imprese che si sono affidate<br />

alle finitrici Sumitomo e fra queste vi è la<br />

CIEFFE LAVORI, una delle aziende più strutturate<br />

della Campania che, dopo una prima HA60W-8,<br />

ha messo in strada una HA60W-11 impiegata nel<br />

corso dell’estate scorsa in un cantiere di manutenzione<br />

straordinaria sull’autostrada Salerno-Reggio<br />

Calabria. Un rifacimento della pavimentazione che<br />

ha visto la macchina in azione su diversi tratti fra<br />

Cosenza e Salerno.<br />

Il rasatore J-Paver<br />

La CIEFFE LAVORI è un’azienda impegnata sia<br />

in grandi lavori autostradali, sia in cantieri urbani.<br />

Dove spesso le esigenze di stesa sono in antitesi e<br />

le caratteristiche di una macchina non sono sempre<br />

adatte al 100% al contesto in cui si opera.<br />

La HA60W-11 mantiene di fatto le stesse caratteristiche<br />

di elevata polivalenza di stesa della<br />

macchina che l’ha preceduta, ossia la HA60W-8.<br />

Ma con il vantaggio di essere leggermente più<br />

corsta senza sacrificare i punti di forza che hanno<br />

fatto conoscere il marchio. Ossia il passo lungo,<br />

la grande facilità di mantenimento delle livellette<br />

verticali e la grande manovrabilità nei contesti<br />

operativi più difficili.<br />

Il tutto per valorizzare il rasatore J-Paver che<br />

ha delle caratteristiche del tutto uniche. La prima<br />

e più evidente è la possibilità di lavorare in continuo<br />

fra 2,30 e 6,00 metri in continuo e senza<br />

utilizzare allargatori meccanici. Questo permette<br />

anche il trasporto della macchina nella sagoma limite<br />

di 2,55 metri di larghezza senza smontare le<br />

sponde laterali.<br />

La regolazione idraulica trasversale consente di<br />

mantenere in modo corretto la planarità senza quei<br />

salti di livello che, anche se corretti in seguito con<br />

il rullo compattatore, generano comunque una differenza<br />

di densità nel conglomerato. Operazione<br />

che si effettua in pochi istanti direttamente dalla<br />

pulsantiera del banco.<br />

Risulta poi fondamentale la precompattazione<br />

data dall’azione congiunta fra lo Strike-Off e il<br />

Mold-Board. Questo permette di limitare l’azione<br />

dei rulli compattatori che lavorano al seguito<br />

della macchina. Si tratta di accorgimenti tecnici<br />

che permettono di avere un’efficienza complessiva<br />

che aumenta la durata del tamper e richiede meno<br />

passaggi di compattazione risparmiando tempo,<br />

carburante ed emissioni. Oltre a questo sono infine<br />

evidenti i minori consumi della finitrice associati<br />

ad una maggiore economia di cantiere legata ad un<br />

impegno inferiore nella compattazione.<br />

Un cantiere con tolleranze minime<br />

Se a prima vista il cantiere di manutenzione straordinaria<br />

sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria<br />

può sembrare assolutamente ordinario, in realtà<br />

è stato più complesso del previsto a causa degli<br />

obiettivi progettuali da raggiungere.<br />

Infatti la fresatura e successiva pavimentazione<br />

è stata funzionale alla correzione sia di livellette<br />

male impostate all’origine, sia di risanamenti di<br />

piccole parti di pavimentazione che, nel tempo,<br />

aveva ceduto.<br />

Le operazioni di stesa della nuova pavimentazione<br />

hanno quindi richiesto un’attenta operazione<br />

di rimodellamento della carreggiata in direzione<br />

nord per evitare i fastidiosi avvallamenti che si<br />

erano formati. A prescindere quindi dalla fresatura<br />

della pavimentazione ammalorata, la stesa<br />

ha richiesto accorgimenti specifici che con la<br />

HA60W-11 è stato più semplice mettere in atto.<br />

Se infatti sembrerebbe semplice “incasellare” la-<br />

HA60W-11 come una finitrice da lavori urbani, in<br />

realtà la macchina giapponese è pensata proprio<br />

per essere produttiva anche nel difficile contesto<br />

autostradale.<br />

Trazione, equilibrio e precompattazione<br />

La stesa in autostrada richiede infatti doti fondamentali<br />

dove trazione, equilibrio delle masse, precompattazione<br />

e planarità esecutiva sono fondamentali<br />

per riuscire a lavorare in modo efficiente.<br />

Infatti le motivazioni che hanno portato la<br />

CIEFFE LAVORI verso le macchine Sumitomo<br />

derivano non solo dalla elevata qualità di stesa del<br />

banco J-Paver ma anche dalle molteplici soluzioni<br />

che ne fanno una macchina agile ma adatta proprio<br />

agli impegnativi lavori autostradali. Si tratta di due<br />

caratteristiche che infatti spesso collidono fra loro<br />

mentre la particolare architettura delle gommate<br />

giapponesi riesce a metterle d’accordo.<br />

La prima è la trazione ottimizzata con gestione<br />

elettronica dei quattro motori di traslazione. La seconda<br />

sono i due assi che agevolano le manovre<br />

senza rinunciare all’equilibrio complessivo e ad<br />

un completo sfruttamente della capacità motrice.<br />

La motorizzazione ad elevata efficienza energetica<br />

continua il quadro generale. Grazie infatti alla<br />

completa gestione elettronica di tutti gli azionamenti<br />

in base al flusso di materiale, alla velocità di<br />

stesa e alla compattazione, il motore eroga solo e<br />

sempre la potenza necessaria<br />

con un elevato contenimento<br />

dei consumi. Infine i comandi<br />

semplici e intuitivi sono fra le<br />

motivazioni pratiche che hanno<br />

colpito in modo particolare<br />

sia l’operatore, sia gli addetti<br />

al banco. Mettendo soprattutto<br />

in luce la validità delle soluzioni<br />

impiegate da Sumitomo<br />

per le sue finitri. Sia gommate,<br />

come in questo caso, sia<br />

cingolate.<br />

Infine, ma non meno importante,<br />

è fondamentale la<br />

gestione elettronica su più<br />

livelli che permette anche di<br />

operare in manuale in caso<br />

di avarie alle schede elettroniche.<br />

La Sumitomo<br />

HA60W-11 è una<br />

finitrice che ha<br />

colpito la CIEFFE<br />

LAVORI per la<br />

sua capacità di<br />

essere pienamente<br />

sfruttabile sia<br />

nei lavori urbani<br />

dove sono<br />

richieste mobilità<br />

e flessibilità<br />

operativa, sia in<br />

quelli autostradali<br />

dove trazione,<br />

equilibrio<br />

complessivo,<br />

regolazioni<br />

completamente<br />

idrauliche e<br />

presenza del banco<br />

J-Paver fanno la<br />

differenza anche<br />

nelle impegnative<br />

stese dove livellette<br />

e produttività<br />

giornaliera sono<br />

gli obiettivi<br />

fondamentali da<br />

raggiungere..<br />

58<br />

59


TEREX ECOTEC TWH 220, specialista del recycling<br />

LUNGA<br />

TRADIZIONE<br />

Il TEREX ECOTEC<br />

TWH 220 in azione<br />

nell’impianto di<br />

trattamento rifiuti<br />

della Rosso Srl di<br />

Fossano. Azienda<br />

che si è affidata al<br />

marchio con due<br />

macchine in azione<br />

e con il nuovo<br />

TWH 220 appena<br />

arrivato in azienda.<br />

La macchina si<br />

occupa della<br />

preparazione dei<br />

rifiuti da inviare in<br />

trattamento o in<br />

discarica.<br />

SCHEDA TECNICA<br />

Movimentatore provato<br />

Il movimentatore industriale<br />

TEREX ECOTEC TWH 220<br />

è “preso a prestito” dalla<br />

gamma FUCHS, costruttore<br />

tedesco dalla lunga tradizione<br />

che fa parte di TEREX Group.<br />

Costruito negli stabilimenti del<br />

costruttore di Bad Schönborn,<br />

in Germania, si presenta<br />

come un mezzo estremamente<br />

specializzato nato<br />

per soddisfare le specifiche<br />

esigenze delle aziende del<br />

settore. Con un peso operativo<br />

di 21 tonnellate si colloca<br />

nella categoria medio bassa<br />

del mercato rivolgendosi ad<br />

un target ampiamente diffuso<br />

che spazia dalle imprese che<br />

trattano rifiuti al classico riciclo<br />

dei metalli. Si distingue per le<br />

soluzioni ergonomiche uniche<br />

della cabina, per l’impianto<br />

idraulico Load Sensing che<br />

aumenta l’efficienza operativa<br />

e per la struttura generale nata<br />

per questi specifici impieghi.<br />

Dati tecnici<br />

Motore DEUTZ TCD 3.6 L4<br />

Stage V 4 cilindri da 3,6 litri,<br />

130 cv, 500 Nm. Impianto<br />

idraulico Load Sensing gestito<br />

elettronicamente 290 l/min<br />

con doppia pompa a portata<br />

variabile. Massima capacità di<br />

sollevamento 10.500 kg.<br />

CONSUMO* l/h 7,5<br />

AUTONOMIA 40 ore<br />

Una lunga e consolidata tradizione.<br />

Il TEREX ECOTEC TWH<br />

220 fa parte, infatti, della grande<br />

famiglia TEREX ed è un modello<br />

“preso a prestito” dalla gamma FU-<br />

CHS. Il costruttore tedesco, infatti,<br />

vanta una storia nel settore iniziata<br />

nel lontano 1888. Nello stabilimento<br />

di Bad Schönborn, fra Mannheim e<br />

Stoccarda, nascono i movimentatori<br />

industriali che compongono la numerosa<br />

gamma del costruttore. Il TE-<br />

REX ECOTEC TWH 220 è di fatto il<br />

FUCHS MHL 320 nella sua versione<br />

gommata. Una macchina i cui possibili<br />

allestimenti sono indirizzati alla<br />

manipolazione dei rifiuti e dei rottami<br />

ferrosi. Con un peso operativo di 22<br />

tonnellate ed una potenza di 130 cv<br />

si colloca nella categoria medio bassa<br />

del mercato. Una macchina che ha dei<br />

plus notevoli rispetto alla media del<br />

mercato fra cui, prima di tutto, una<br />

cabina dalle soluzioni uniche e un’ingegnerizzazione<br />

accurata di tutta la<br />

torretta. Un movimentatore pensato<br />

per aumentare la sicurezza operativa,<br />

semplificare la vita all’operatore e, di<br />

conseguenza, aumentare l’efficienza<br />

produttiva nei lunghi e spesso estenuanti<br />

turni di lavoro.<br />

PREZZO EURO<br />

Non dichiarato<br />

* Consumo medio orario rilevato<br />

nell’applicazione specifica.<br />

© E-costruction <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />

TEST<br />

TEREX<br />

ECOTEC<br />

TWH 220<br />

Abbiamo provato il<br />

movimentatore industriale<br />

TEREX ECOTEC TWH 220.<br />

Uno specialista della classe<br />

21 tonnellate che arriva da<br />

una tradizione storica da veri<br />

specialisti<br />

l+ l-<br />

l Struttura progettata per le esigenze della<br />

movimentazione industriale<br />

l Cabina di guida che porta il livello di comfort<br />

ed ergonomia ad un livello superiore<br />

l Impianto idraulico Load Sensing<br />

l Disponibile anche in versione elettrificata<br />

l Layout della torretta ingegnerizzato per<br />

agevolare la manutenzione<br />

l Disponibilità di allestimenti limitatai<br />

l Valvole anticaduta opzionali<br />

l Sistema di sovraccarico e controllo<br />

dell’area di lavoro in opzione<br />

l Solo versione gommata<br />

60<br />

61


cv!<br />

140!<br />

130!<br />

120!<br />

110!<br />

100!<br />

90!<br />

80!<br />

70!<br />

60!<br />

TCD 3.6 L04<br />

kgm!<br />

56!<br />

54!<br />

52!<br />

50!<br />

48!<br />

46!<br />

44!<br />

42!<br />

40!<br />

50!<br />

38!<br />

700! 1.300! 1.900! 2.500!<br />

giri / minuto !<br />

POTENZA CV! COPPIA KGM!<br />

Il grafico, realizzato da e-<strong>Construction</strong>, è<br />

disegnato in modo che le curve di potenza<br />

e di coppia si incontrino al regime di rotazione<br />

in cui si rileva il minor consumo<br />

specifico: 150 grammi per cavallo ora a<br />

1.600 giri.<br />

MOTORE<br />

Marca e sigla DEUTZ TCD 3.6 L04<br />

Alesaggio/corsa mm 98/120<br />

Cilindri/cc/valvole 4/3.600/16<br />

Potenza nominale cv/giri 130/2.000<br />

Potenza specifica cv/litro 36,11<br />

Coppia Nm/giri 500/1.600<br />

Riserva di coppia % 32<br />

Rapporto di compressione 16:1<br />

Aspirazione<br />

Intercooler<br />

Iniezione<br />

Common rail<br />

Massa kg 350<br />

Massa specifica kg/litri 97,2<br />

Rendimento 0,42<br />

Cons. spec. min g/cvh/giri 150/1.300<br />

Cons. spec. pot. max litri/h 71,1<br />

Cons. spec. coppia max litri/h 64,6<br />

Autonomia in pot. max ore 9,2<br />

Indice sollecitazione 10,5<br />

Emissioni<br />

Stage V<br />

INDICE DIESEL e-<strong>Construction</strong> 7<br />

Qui a fianco,il TEREX<br />

ECOTEC TWH 220 in<br />

configurazione con<br />

braccio da 10.000<br />

mm e avambraccio<br />

da 5.000 mm allestito<br />

con polipo per rifiuti.<br />

Sotto, il motore<br />

DEUTZ Stage V da<br />

3,6 litri e 130 cv che<br />

aziona l’impianto<br />

idraulico a centro<br />

chiuso Load Sensing<br />

Flow Sharing da<br />

290 l/min gestito<br />

elettronicamente. La<br />

torretta ha un layout<br />

fra i più curati del<br />

mercato e tutta la<br />

macchina è facilmente<br />

accessibile per la<br />

manutenzione..<br />

Nato per questo<br />

duro lavoro<br />

Il TEREX ECOTEC TWH 220 è<br />

chiaramente individuabile come un<br />

movimentatore industriale che è nato<br />

per questo lavoro. Non parliamo solo<br />

della struttura della macchina ma anche<br />

di cabina e layout della torretta. Difficile<br />

trovare, soprattutto in questa classe di<br />

peso, una macchina che permetta un<br />

accesso così semplice e sicuro per la<br />

manutenzione e, al contempo, dimensioni<br />

contenute ed una cabina dalla visibilità<br />

così elevata. E’ chiaro che la “scuola”<br />

FUCHS si faccia sentire. Non tanto negli<br />

allestimenti disponibili che vedono il TWH<br />

220 disponibile solo in versione gommata<br />

diesel o elettrica. Mentre invece l’omologo<br />

modello con il caratteristico colore blu<br />

è disponibile anche in versione ibrida,<br />

a batteria e con versioni cingolate, su<br />

pilone e con ralle sopraelevate. Anche<br />

perché TEREX ECOTEC è un brand<br />

dove i material handler sono macchine<br />

complementari agli impianti di trattamento<br />

e bonifica.Nella sostanza abbiamo però<br />

trovato una macchina molto efficace, dai<br />

consumi contenuti e dalla silenziosità<br />

operativa decisamente gradevole.<br />

L’impianto idraulico Load Sensing Flow<br />

Sharing semplifica la vita e, insieme alla<br />

cabina unica nel suo genere, consente di<br />

aumentare efficienza e sicurezza.<br />

TEST<br />

LA MECCANICA<br />

Rigorosamente made<br />

in Germany<br />

Deutz e Bosch-Rexroth.<br />

Lavorare fluidi e silenziosi<br />

Il movimentatore industriale TEREX ECOTEC<br />

TWH 220 testato nell’impianto di Fossano<br />

(Cn) della Rosso Srl è una macchina adibita<br />

alla lavorazione propedeutica dei rifiuti misti<br />

prima dell’invio in smaltimento o in recupero.<br />

Un impegno che vede la macchina attiva in modo<br />

continuo nel turno operativo spostandosi su più<br />

fronti. La scelta di andare su un mezzo di queste<br />

dimensioni è stata legata da un lato ad una macchina<br />

identica già operativa in azienda da tempo.<br />

Dall’altro dall’esigenza di riuscire ad operare in<br />

modo snello fra capannoni, viabilità interna e<br />

limiti di altezza.<br />

Il layout della macchina è oggi fra quelli meglio<br />

studiati in questo settore. La scelta specifica<br />

del costruttore va infatti nella direzione di un<br />

accesso semplice e sicuro per le eventuali operazioni<br />

di manutenzione o per i controlli quotidiani.<br />

Fra cui anche i livelli e i rabbocchi di gasolio<br />

o AdBlue. Per raggiungere questi obiettivi TE-<br />

REX ECOTEC (by FUCHS) ha quindi deciso di<br />

affidarsi a Bosch-Rexroth per l’impianto idraulico<br />

e a Deutz per il propulsore.<br />

4 cilindri DEUTZ Stage V<br />

Sotto i cofani “batte” quindi uno dei propulsori<br />

più diffusi sia in ambito agricolo che industriale.<br />

Stiamo parlando del TCD3.6 L4 Stage V che<br />

si distingue per la tecnologia DIVERT che integra<br />

DOC, DPF ed SCR. Si tratta di un motore<br />

pensato e costruito per questi specifici impieghi.<br />

La sua struttura è infatti compatta e si presta in<br />

modo specifico per ottimizzare lo spazio a dispo-<br />

sizione dei progettisti. Senza ovviamente penalizzare<br />

le prestazioni.<br />

Abbiamo infatti dimensioni di 701 mm e 592<br />

mm in pianta a cui corrisponde un’altezza di<br />

790 mm. Quest’ultima tiene conto del profondo<br />

basamento in cui la coppa dell’olio permette di<br />

lavorare senza problemi anche in pendenza.<br />

La potenza è di 95 kW (130 cv) a 2.000 giri/<br />

min con una coppia di 500 Nm a 1.600 giri/<br />

min. Règime di funzionamento che permette di<br />

sfruttare in pieno le potenzialità operative della<br />

macchina mantenendo da un lato un’elevata efficienza<br />

in termini di velocità idraulica. Dall’altro<br />

contenere consumi ed emissioni sonore senza<br />

mai arrivare al règime massimo.<br />

Colpiscono le masse radianti che, in rapporto<br />

alla potenza installata, alla cilindrata del motore<br />

e alle dimensioni del mezzo, sono decisamente<br />

sovradimensionate. Una specifica scelta legata<br />

alle specifiche di un impiego gravoso, quello<br />

della manipolazione di rifiuti di vario tipo, dove<br />

62<br />

63


STRUTTURA DEL CARRO<br />

Carro gommato con longheroni e traverse<br />

allestito a richiesta con doppi stabilizzatori<br />

(di serie), lama e stabilizzatori (opz.), doppi<br />

stabilizzatori e lama (opz.). Accesso al<br />

posto guida tramite apposite scale progettate<br />

per non ostacolare il lavoro e garantire<br />

piena sicurezza.<br />

TRAZIONE<br />

Idrostatica e integrale con due ponti motore<br />

dotati di sterzata su tutte e quattro<br />

le ruote con comando anche da joystick.<br />

Velocità massima in prima marcia 5,00<br />

km/h e in seconda marcia 20,00 km/h.<br />

Assale posteriore oscillante bloccabile.<br />

Assali con riduttori a planetari e freni<br />

integrati.<br />

IMPIANTO IDRAULICO<br />

Impianto a centro chiuso Load Sensing<br />

Flow Sharing da 290 l/min. Contemporaneità<br />

dei movimenti e gestione elettronica<br />

con tre modalità di impiego per un elevato<br />

risparmio di carburante. Massima capacità<br />

di sollevamento di 10.500 kgf. Possibilità<br />

di versione con braccio simil-scavo<br />

per attrezzature comandate con il cilindro<br />

benna.<br />

ROTAZIONE<br />

Motore di rotazione della torretta con ammortizzatore<br />

e doppia riduzione a planetari.<br />

Rotazione massima di 7,0 giri/min con<br />

freno automatico ad azionamento elettroidraulico.<br />

TELEMATICA<br />

Sistema telematico FUCHS CONNECT di<br />

serie con contratto di 5 anni compreso. E’<br />

quindi possibile monitorare a distanza la<br />

macchina raccogliendo i dati su posizione,<br />

parco mezzi, caratteristiche operative e<br />

dati in tempo reale, dettagli relativi ad ogni<br />

comando impiegato, rapporto di efficienza,<br />

controllo della manutenzione e sua<br />

programmazione. Tutti i dati sono consultabili<br />

in modo completo da PC, Smartphone<br />

o Tablet.<br />

A lato, la cabina<br />

del TWH 220 è oggi<br />

fra le migliori in<br />

assoluto nel settore<br />

dei movimentatori<br />

industriali. Ergonomia,<br />

spazio a bordo e<br />

visibilità la collocano<br />

al vertice del<br />

mercato. Notevole<br />

la climatizzazione<br />

dall’efficacia<br />

elevatissima che<br />

“neutralizza”<br />

perfettamente le<br />

superfici vetrate<br />

molto ampie. Il<br />

display digitale ha<br />

inoltre una routine<br />

di azionamento<br />

semplice e<br />

funzionale.<br />

Metro e bilancia<br />

Lunghezza mm 8.070<br />

Larghezza mm 2.500<br />

Altezza mm 3.420<br />

Passo mm 2.500<br />

Luce da terra mm 310<br />

Raggio massimo mm 14.000<br />

Forza di sollevamento kgf 10.500<br />

Velocità massima km/h 20<br />

Pendenza max. 55%<br />

Peso operativo kg 21.000<br />

Serbatoio gasolio l 305<br />

Serbatoio AdBlue l 20<br />

Serbatoio olio idraulico l 275<br />

Impianto idraulico l 615<br />

Velocità traslaz. km/h (1°-2°) 5,00 - 20,00<br />

TEST<br />

polvere ed elementi volanti mettono a dua prova<br />

il raffreddamento dei liquidi. Le ventole sono ovviamente<br />

reversibili per ottimizzare la pulizia ed<br />

aumentare l’efficienza. L’olio idraulico ha inoltre<br />

una massa radiante completamente separata<br />

e autonoma.<br />

Fluidi e rilassati con il Load Sensing Flow Sharing<br />

L’impianto idraulico prevede un distributore<br />

con logica Load Sensing Flow Sharing. Il flusso<br />

complessivo da gestire è pari a 290 l/min che<br />

permettono di muoversi in scioltezza con movimenti<br />

contemporanei. Si tratta di un plus di valore<br />

su una macchina di questo tipo che deve per<br />

forza calibrare i propri movimenti sia per avere<br />

un’elevata efficienza operativa, sia per districarsi<br />

in spazi spesso complessi.<br />

Le impostazioni dell’impianto idraulico prevedono<br />

il pieno controllo delle zone di sicurezza<br />

della macchina con chiara visione dal display<br />

digitale.<br />

LA CABINA<br />

Progetto da premio<br />

Un posto guida che ha vinto<br />

l’iF Design Award 2017<br />

L<br />

a<br />

cabina del TEREX ECOTEC TWH 220 ha<br />

già sei anni di vita sulle spalle. Nata infatti<br />

nel 2017 si è aggiudicata l’iF Design Award.<br />

Ed abbiamo l’impressione che rimarrà sul mercato<br />

ancora a lungo visti i suoi contenuti ad alto<br />

valore aggiunto. La superficie vetrata regala una<br />

visione a 360° che non ha oggi paragoni con i<br />

diretti competitor. La climatizzazione Webasto è<br />

integrata nella copertura. La forma della cabina<br />

con il vetro anteriore spiovente verso il basso<br />

favorisce non solo la visibilità ma diminuisce il<br />

deposito della polvere limitando quindi l’impiego<br />

del tergicristallo la cui superficie d’azione è quasi<br />

totale. All’interno l’ergonomia è veramente pen-<br />

sata per chi deve stare a bordo a lungo. Lo spazio<br />

a disposizione è molto generoso e tutti i controlli<br />

sono disposti sulla destra in modo ordinato e<br />

semplice. Ci sono vani refrigerati e spazi destinati<br />

agli oggetti personali come lo smartphone Dai<br />

joystick multifunzione è possibile controllare in<br />

modo completo tutta la macchina, compresa la<br />

sterzata, con pulsanti e roller proporzionali le cui<br />

funzioni sono programmabili. L’impostazione di<br />

default è però efficace e intuitiva. Dopo pochi<br />

minuti si ha la piena padronanza di ogni funzione<br />

della macchina e l’impianto idraulico fluido<br />

con logica proporzionale si fa apprezzare proprio<br />

grazie ad una cabina di guida fuori dell’ordinario.<br />

Il meccanismo di rialzamento ha una rigidezza<br />

molto elevata limitando quindi le oscillazioni e<br />

gli scossoni contribuendo in modo sostanziale sia<br />

al comfort, sia alla sicurezza operativa. Soprattutto<br />

nelle manovre dove è necessario muoversi<br />

velocemente e operare con la cabina alla quota<br />

massima raggiungibile.<br />

64<br />

65


LIUGONG 915F CR, outsider dai contenuti tecnologici sorprendenti<br />

TECNOLOGIA<br />

COMPATTA<br />

L’escavatore<br />

idraulico LiuGong<br />

915F CR messo a<br />

disposizione da<br />

Massucco T. Sud<br />

è stato impiegato<br />

in una cava di<br />

tufo a Mottola, nei<br />

pressi di Taranto.<br />

La macchina ha<br />

messo in luce una<br />

verve notevole<br />

nell’estrazione<br />

diretta del<br />

coriaceo . Una<br />

dote, che associata<br />

alle dimensioni<br />

compatte, si fa<br />

apprezzare nei<br />

lavori più difficili in<br />

spazi ristretti.<br />

SCHEDA TECNICA<br />

Veicolo provato<br />

L’escavatore cingolato<br />

LiuGong 915F CR è una<br />

macchina short-radius<br />

della classe fra le 15 e le 17<br />

tonnellate di peso operativo.<br />

Si distingue per l’impianto ad<br />

azionamento elettroidraulico<br />

sviluppato con Kawasaki.<br />

Un’impostazione che si<br />

sposa con un elevato livello<br />

tecnologico che il costruttore<br />

ha sempre ricercato. La macchina<br />

era allestita con braccio<br />

a triplice articolazione disponibile<br />

direttamente dalla fabbrica<br />

andando quindi incontro<br />

alle esigenze dei mercati più<br />

evoluti. La cabina di guida si<br />

distingue per l’elevato livello<br />

di finitura e l’architettura della<br />

torretta si distingue per la sua<br />

compattezza.<br />

Dati tecnici<br />

Motore Cummins F3.8<br />

Stage V, 4 cilindri da 3,8 litri,<br />

120 cv, 500 Nm. Impianto<br />

idraulico Kawasaki ad<br />

azionamento elettroidraulico<br />

da 2 x 117 l/min con tre<br />

modalità operative a gestione<br />

elettronica.<br />

Massima forza di scavo 9.881<br />

kgf. Massima forza di strappo<br />

7.138 kgf. Peso operativo<br />

con lama e braccio a triplice<br />

articolazione 17.300 kg.<br />

CONSUMO* l/h 11,0<br />

AUTONOMIA 18 ore<br />

Tecnologia e qualità. Sono le due<br />

caratteristiche su cui LiuGong<br />

punta in modo spinto per abbattere<br />

quella diffidenza che ancora oggi<br />

circonda i prodotti cinesi. Primo costruttore<br />

al mondo di pale gommate,<br />

è però oggi l’unico player, insieme a<br />

Caterpillar, a presentarsi nel mercato<br />

degli escavatori con la tecnologia<br />

elettroidraulica e con gli azionamenti<br />

elettrici delle ventole. LiuGong si<br />

è rivolta, per la tecnologia idraulica,<br />

niente meno che a Kawasaki. Tutto<br />

l’impianto è stato infatti sviluppato<br />

insieme al costruttore giapponese formando<br />

un sodalizio di alto livello che<br />

mira ad efficienza ed abbattimento dei<br />

consumi. Quindi la nuova Serie F, in<br />

cui il 915FCR presidia la classe di<br />

peso fra le 15 e le 17 tonnellate, è dotata<br />

di questa tecnologia che permette<br />

anche di impostare confini operativi e<br />

di interagire in modo semplificato con<br />

le tecnologie 2D e 3D di assistenza<br />

allo scavo. Il midi cinese però mette<br />

in luce anche una grinta decisamente<br />

apprezzabile che ha sfoderato nella<br />

nostra prova, organizzata con Massucco<br />

T. Sud, importatore per tutto il sud<br />

Italia, in una cava di coriaceco tufo<br />

pguliese vicino a Taranto.<br />

PREZZO EURO<br />

Non dichiarato<br />

* Consumo medio orario rilevato<br />

nell’applicazione specifica<br />

© E-costruction <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />

TEST<br />

LIUGONG<br />

915F CR<br />

F-SERIES<br />

LIUGONG è l’ultimo player in ordine<br />

di tempo a fare il proprio ingresso sul<br />

mercato italiano. Un costruttore cinese<br />

che si presenta con il biglietto da visita<br />

della tecnologia e dell’elevato livello<br />

qualitativo. Come nel caso del 915FCR,<br />

short-radius da 17 tonnellate<br />

l+ l-<br />

l Impianto con comandi elettroidraulici<br />

sviluppato con Kawasaki<br />

l Possibilità di installare in modo semplificato<br />

tecnologie 2D, 3D e impostazione e-fence<br />

l Cabina di guida con un livello ergonomico<br />

e di finiture molto elevato<br />

l Versione con braccio triplice<br />

l Gestione ottimale delle attrezzature<br />

l Accesso superiore alla manutenzione del<br />

motore migliorabile<br />

l Alcune impostazioni sono solo digitali<br />

mentre sarebbero comode anche in<br />

manuale<br />

66<br />

67


cv!<br />

140!<br />

130!<br />

120!<br />

110!<br />

100!<br />

90!<br />

80!<br />

70!<br />

60!<br />

CUMMINS F3.8<br />

kgm!<br />

58!<br />

56!<br />

54!<br />

52!<br />

50!<br />

48!<br />

46!<br />

44!<br />

42!<br />

50!<br />

40!<br />

700! 1.300! 1.900! 2.500!<br />

giri / minuto !<br />

POTENZA CV! COPPIA KGM!<br />

Il grafico, realizzato da e-<strong>Construction</strong>, è<br />

disegnato in modo che le curve di potenza<br />

e di coppia si incontrino al regime di rotazione<br />

in cui si rileva il minor consumo<br />

specifico: 153 grammi per cavallo ora a<br />

1.500 giri.<br />

MOTORE<br />

Marca e sigla Cummins F3.8<br />

Alesaggio/corsa mm 1<strong>02</strong>/115<br />

Cilindri/cc/valvole 4/3.800/16<br />

Potenza nominale cv/giri 113/2.200<br />

Potenza massima cv/giri 120/2.200<br />

Potenza specifica cv/litro 31,50<br />

Coppia Nm/giri 500/1.500<br />

Riserva di coppia % 49<br />

Rapporto di compressione 17:1<br />

Aspirazione<br />

Intercooler<br />

Iniezione<br />

Common rail<br />

Massa kg 769<br />

Massa specifica kg/litri 86,4<br />

Rendimento 0,41<br />

Cons. spec. min g/cvh/giri 153/1.100<br />

Cons. spec. pot. max litri/h 62,7<br />

Cons. spec. coppia max litri/h 59<br />

Autonomia in pot. max ore 6<br />

Indice sollecitazione 11<br />

Emissioni<br />

Stage V<br />

INDICE DIESEL e-<strong>Construction</strong> 7,4<br />

Qui a fianco, il 915F<br />

CR in azione a Mottola<br />

(Ta) nella cava di tufo<br />

dove, in estrazione<br />

diretta, si preparava del<br />

materiale da destinare<br />

alla copertura di una<br />

discarica. Nonostante<br />

le dimensioni compatte<br />

il midi di LiuGong ha<br />

messo in luce una grinta<br />

che si è fatta apprezzare.<br />

L’impianto idraulico si<br />

è infatti dimostrato non<br />

solo reattivo e preciso<br />

ma anche pronto ad<br />

operare in un contesto<br />

meno usuale ma che evidenzia<br />

le caratteristiche<br />

di una macchina in grado<br />

di affrontare a viso<br />

aperto terreni difficili.<br />

Un vero mix di<br />

culture tecniche<br />

Che LiuGong sia un costruttore cinese<br />

non è così facilmente individuabile se non<br />

dal nome. L’approccio con il 915F CR, sia<br />

salendo in cabina, sia aprendo i cofani,<br />

fa percepire infatti una macchina pensata<br />

e costruita per il mercato europeo. Ed<br />

italiano in particolare. Dove le esigenze<br />

delle imprese cambiano in modo estremamente<br />

rapido. La presenza di una versione<br />

con braccio dotato di triplice articolazione,<br />

ad esempio, è il chiaro punto di vista di<br />

LiuGong. Si tratta infatti di un marchio che<br />

ha fortissime radici europee. Non solo per<br />

la sua lunga presenza nei paesi del nord,<br />

ma anche per l’headquarter che ha sede<br />

a Londra dove opera Gary Major, designer<br />

che ha “forgiato” l’immagine attuale delle<br />

macchine JCB e che sta dando un’impronta<br />

di grande attualità a LiuGong. Così<br />

come lo stabilimento polacco della Dressta<br />

che è punto d’appoggio fondamentale per<br />

un approccio sistemico alle aspettative<br />

dei clienti europei. Valori che si ritrovano<br />

pienamente nel 915F CR che è oggi uno<br />

degli escavatori idraulici midi più interessanti<br />

grazie all’evoluto impianto Kawasaki<br />

a controllo elettroidraulico e alla motorizzazione<br />

Cummins F3.8 con tecnologia ad<br />

elevata efficienza di combustione.<br />

TEST<br />

LA MECCANICA<br />

Batte un cuore Cummins<br />

Motore compatto e impianto<br />

idraulico di livello<br />

L<br />

iuGong<br />

è un costruttore cinese che punta da<br />

sempre all’innovazione tecnologica. La lunga<br />

joint-venture con Caterpillar gli ha permesso<br />

di diventare il primo costruttore al mondo di<br />

pale gommate capitalizzando un’esperienza costruttiva<br />

unica che ha saputo personalizzare con<br />

soluzioni di valore. Ma anche nel campo degli<br />

escavatori la visione tecnologica lo ha portato ad<br />

avere oggi una gamma completa a pieno controllo<br />

elettroidraulico. La collaborazione con Kawasaki<br />

ha infatti permesso a LiuGong di posizionarsi<br />

sul mercato, unico player insieme al brand USA,<br />

con macchine dal forte valore aggiunto e con un<br />

rapporto qualità/prezzo che trova difficili riscontri.<br />

Una specifica scelta che permette di avere<br />

tecnologie 2D e 3D integrate. Così come la possibilità<br />

di regolare tutti i parametri dei singoli<br />

movimenti oppure impostare dei confini operativi<br />

virtuali. Senza ovviamente rinunciare ad una<br />

struttura della macchina che si fa apprezzare per<br />

qualità costruttiva e carpenterie generose. Non è<br />

infatti un caso che il peso operativo del 915F CR<br />

provato in Puglia sia di 17.300 kg.<br />

Compatto ma strong<br />

Il LiuGong 915F CR è un escavatore che presidia<br />

una delle fasce più importanti del mercato.<br />

Le macchine short-radius sono infatti in continua<br />

crescita e il peso operativo appena sotto le 20 tonnellate<br />

è oggi praticamente presente in quasti tutte<br />

le imprese di movimento terra. Le scelte progettuali<br />

del costruttore hanno portato ad un mezzo<br />

con una potenza installata leggermente superiore<br />

alla media del mercato. Con il suo impianto ad<br />

azionamento elettroidraulico permette di adattarsi<br />

in modo ottimale ad ogni operatore e ad ogni<br />

contesto. Una strada, quella di LiuGong, intrapresa<br />

per i modelli che partono dal miniescavatore<br />

9018F fino all’attuale 939F. Man mano che i nuovi<br />

modelli entreranno in gamma questa tecnologia<br />

sarà implementata. Solo il 995F, top di gamma con<br />

quasi 100 tonnellate di peso operativo. mantiene<br />

un’impostazione con i servocomandi idraulici a<br />

fronte di una mission differente rispetto ai modelli<br />

più piccoli.<br />

Obiettivo efficienza con Cummins e Kawasaki<br />

Il motore Cummins F3.8 fornisce una potenza<br />

massima di 120 cv a 2.200 giri/min. La coppia<br />

massima è di 500 Nm a 1.500 giri/min. Un valore<br />

si rivela equilibrato e ben gestibile. Tanto che il<br />

règime ideale per un impiego in piena scioltezza<br />

della macchina è intorno ai 1.800 giri/min dove<br />

il compromesso fra coppia e potenza è ottimale.<br />

Inoltre i consumi si mantengono su livelli mol-<br />

68<br />

69


STRUTTURA DEL CARRO<br />

Carro ad X con longheroni ed elementi<br />

centrali scatolat. Due rulli superiori e sette<br />

rulli inferiori. Rulli e catene in conformazione<br />

Heavy Duty con due guidacingolo<br />

inferiori di serie. Pattini a tripla costola.<br />

Tendicingolo idraulico con valvola di sovrapressione.<br />

Lama a doppio effetto con<br />

due cilindri di azionamento.<br />

TRAZIONE<br />

Idrostatica con due motori idraulici a pistoni<br />

assiali e freno idraulico negativo ad<br />

inserimento e disinserimento automatico.<br />

Riduttori a doppio planetario. Due velocità<br />

di traslazione con 2,90 km/h in prima marcia<br />

e 4,90 km/h in seconda marcia. Massima<br />

pendenza superabile 35° (70%). Massima<br />

forza di trazione pari a 12.440 kgf.<br />

IMPIANTO IDRAULICO<br />

Impianto a centro aperto con doppia pompa<br />

a portata variabile da 2 x 117 l/min. Gestione<br />

elettronica con attivazione elettroidraulica<br />

a tre modalità operative (Massima<br />

potenza, Eco e Standard) e la memorizzazione<br />

di 10 attrezzature con pressioni e<br />

portate. Massima forza di scavo di 9.881<br />

kgf e massima forza di strappo di 7.138 kgf.<br />

ROTAZIONE<br />

Motore di rotazione ad alta coppia con<br />

freno automatico integrato a bagno d’olio.<br />

Rotazione massima di 11,3giri/min e coppia<br />

massima di 36.790 Nm.<br />

A lato, il posto guida<br />

del 915F CR ha la<br />

stessa impostazione<br />

di tutta la nuova Serie<br />

F e si caratterizza per<br />

ergonomia, colori<br />

tenui e materiali di alta<br />

qualità. La “mano” di<br />

Gary Major, designer<br />

industriale di altissimo<br />

livello che per 15<br />

anni ha guidato i<br />

progetti di JCB prima<br />

di approdare in<br />

LiuGong, è evidente<br />

in ogni dettaglio e<br />

nelle soluzioni che si<br />

trovano sia in cabina,<br />

sia nella disposizione<br />

dei componenti e nel<br />

layout generale di<br />

tutta la macchina..<br />

Metro e bilancia<br />

Lunghezza mm 5.050<br />

Larghezza mm 2.490<br />

Altezza (con FOPS) mm 3.015<br />

Passo mm 3.010<br />

Luce da terra mm 450<br />

Forza di strappo kgf 7.138<br />

Forza di scavo kgf 9.881<br />

Forza di trazione kgf 12.440<br />

Pendenza max. 35° (70%)<br />

Peso operativo (triplice) kg 17.300<br />

Serbatoio gasolio l 200<br />

Serbatoio AdBlue l 20<br />

Serbatoio olio idraulico l 100<br />

Impianto idraulico l 160<br />

Velocità traslaz. km/h 2,90 - 4,90<br />

TEST<br />

to buoni. Soprattutto tenendo conto dell’impiego<br />

duro a cui abbiamo sottoposto il 915F CR operando<br />

nel compatto tufo della Puglia.<br />

L’impianto idraulico è stato all’altezza delle<br />

aspettative per una macchina di questo tipo. La<br />

portata di 2 x 117 l/min (234 l/min complessivi)<br />

è infatti in linea con il mercato e ci ha permesso<br />

di operare in modo veloce e preciso. La gestione<br />

elettroidraulica permette inoltre di regolare ogni<br />

singolo movimento adattandolo alle esigenze<br />

dell’operatore.<br />

Le attrezzature sono impostabili in modo semplice<br />

direttamente dal display digitale. La routine<br />

di controllo è agevole e facilmente memorizzabile<br />

con videate chiare, semplici e che si distinguono<br />

per la presenza di icone che non lasciano<br />

spazio a nessun dubbio. E’ possibile memorizzare<br />

10 attrezzature differenti con relative pressioni e<br />

portate. Ultimo, ma non per importanza, la piena<br />

contemporaneità di tutti i movimenti insieme alla<br />

traslazione.<br />

LA CABINA<br />

Design made in Europe<br />

Gary Major è il padre delle nuove<br />

macchine LiuGong<br />

L<br />

a<br />

cabina del 915F CR è la stessa, leggermente<br />

più corta, dei nuovi escavatori della Serie<br />

F del costruttore cinese. Premiato, fra le altre<br />

cose, con il Red Dot Design Award nel 2<strong>02</strong>0 per<br />

il dozer Dressta TD16N e nel 2019 con il grader<br />

4180D. Gary Major è l’artefice, con il suo team<br />

internazionale e interdisciplinare che lavora a<br />

Londra, delle nuove macchine LiuGong.<br />

Una fortissima attenzione ad ogni dettaglio<br />

per offrire all’operatore non solo un’ergonomia<br />

di alto livello ma anche un’interazione uomomacchina<br />

semplice, intuitiva e funzionale. Per<br />

semplificare la vita a bordo, aumentare la sicu-<br />

rezza e al contempo ottimizzare l’efficienza.<br />

Una chiara visione concreta<br />

La concretezza ha quindi portato ad avere uno<br />

spazio a bordo ben definito in elementi funzionali.<br />

La regolazione di sedile e joystick è semplice<br />

e funzionale.<br />

Il display digitale da 8” è ben visibile anche<br />

con molta luce. Il torrido clima estivo ha consentito<br />

di provare l’efficienza della climatizzazione<br />

con un impianto che non solo ha una forte capacità<br />

di raffrescamento ma dispone di bocchette<br />

orientabili disposte in modo uniforme in tutta<br />

la cabina. In alto è possibile oscurare completamente<br />

il vetro superiore consentendo di regolare<br />

la luce interna ed evitando l’abbagliamento.<br />

Anche se la macchina è compatta e la torretta<br />

ha un profilo più basso della media del mercato,<br />

la presenza delle telecamere a 360° permette di<br />

avere sempre l’area di lavoro sotto controllo in<br />

ogni momento.<br />

70<br />

71


BRIGADE. Punta sull’Intelligenza Artificiale<br />

RILEVAMENTO<br />

INTELLIGENTE<br />

Brigade Electronics è un pioniere ante<br />

litteram delle telecamere panoramiche<br />

di sicurezza. Una vision aziendale che<br />

oggi fa un ulteriore passo avanti con<br />

l’impiego dell’Intelligenza Artificiale per<br />

il riconoscimento di persone e oggetti.<br />

Perché prevenire è meglio che curare<br />

BRIGADE<br />

72<br />

Che Brigade Electronics fosse un chiaro punto<br />

di riferimento per quanto riguarda le telecamere<br />

panoramiche applicate al mondo delle<br />

macchine è ormai un dato assodato. Tutti gli addetti<br />

ai lavori, infatti, conoscono e apprezzano le<br />

soluzioni del costruttore che hanno permesso di alzare<br />

in modo esponenziale il livello di sicurezza in<br />

cantiere. Ma non solo. In tutte quelle applicazioni<br />

dove l’interferenza uomo-macchina comporta elevati<br />

livelli di rischio.<br />

L’azienda ha ora compiuto un ulteriore passo<br />

avanti implementando sofisticati algoritmi di riconoscimento<br />

di persone e cose che permettono di<br />

fornire un aiuto ancora più incisivo e attivo agli<br />

operatori che utilizzano macchine in contesti pericolosi.<br />

Algoritmi che si basano su processi impiegati<br />

dall’Intelligenza Artificiale e sono quindi in<br />

grado di apprendere e migliorare nel tempo dinamiche<br />

legate a situazioni sempre più imprevedibili<br />

e complesse.<br />

Le telecamere AI<br />

Infatti le elecamere AI si distinguono da quelle tradizionali<br />

per veicoli grazie alle loro caratteristiche<br />

del tutto eccezionali. Utilizzano una telecamera ad<br />

alta definizione (HD) con potenza di elaborazione<br />

incorporata. Questo consente di identificare con<br />

precisione le persone all’interno del campo di rilevamento<br />

riducendo in modo significativo i falsi<br />

allarmi.<br />

Inoltre, rispetto ai modelli precedenti, queste telecamere<br />

offrono una migliore visibilità nella parte<br />

sia anteriore che posteriore del veicolo.<br />

Anteriore e posteriore<br />

Le telecamere di rilevamento intelligente AI di Brigade<br />

sono disponibili nei formati anteriore e posteriore.<br />

Si tratta di una specifica scelta legata alla<br />

volontà di fornire un elevato livello di sicurezza<br />

agli operatori e risolvere le problematiche legate a<br />

qualsiasi tipo di situazione.<br />

Coloro che si occupano di sicurezza nell’uso<br />

delle macchine sottolineano l’importanza di questi<br />

dispositivi perché forniscono un aiuto concreto a<br />

chi, ogni giorno, si trova a dover affrontare situazioni<br />

di rischio in continuo divenire e legate spesso<br />

a cattivi comportamenti delle persone. Come ad<br />

esempio il mancato rispetto di divieti, disposizioni<br />

operative o passaggi pedonali obbligati. Dall’altro<br />

lato gli operatori, soprattutto a fine turno, si trovano<br />

a dover affrontare rischi continui in condizioni di<br />

stanchezza fisica e mentale. Chi invece guida veicoli<br />

commerciali di ogni tipo e dimensione nei centri<br />

urbani, ma non solo, è continuamente in allerta per<br />

la presenza di pedoni e utenti su due ruote. Le telecamere<br />

AI sono quindi un fondamentale strumento<br />

di sicurezza sia passiva che attiva.<br />

Thierry Bourgeay, Senior Product Manager di<br />

Brigade Electronics, ha sottolineato che “L’introduzione<br />

delle telecamere AI da parte di Brigade Electronics<br />

è destinata ad avere un impatto significativo<br />

sul panorama della sicurezza dei veicoli commerciali.<br />

Le loro caratteristiche e capacità avanzate le<br />

rendono uno strumento prezioso per gli operatori<br />

delle flotte e i conducenti, garantendo che le nostre<br />

strade siano più sicure e protette che mai”.<br />

Quasi ogni settimana, ciclisti e pedoni sono coinvolti<br />

in collisioni con veicoli commerciali. Molti<br />

utenti vulnerabili della strada non sono consapevoli<br />

degli angoli ciechi anteriori e posteriori dei mezzi<br />

pesanti, e ciò provoca incidenti gravi perché non<br />

sono stati visti dal conducente.<br />

Il team di Brigade parte dal presupposto che i<br />

conducenti di mezzi pesanti necessitino della visione<br />

sia diretta sia indiretta Oltre che, ovviamente, di<br />

altri dispositivi di sicurezza all’avanguardia come<br />

la tecnologia passiva e attiva. Il tutto per avere una<br />

sicurezza ottimale.<br />

Le telecamere AI sono una nuova generazione<br />

di rilevamento attivo degli angoli ciechi. Utilizzando<br />

l’intelligenza artificiale, le telecamere rilevano<br />

e riconoscono la forma umana all’interno dell’area<br />

di rilevamento predefinita e avvertono in modo affidabile<br />

il conducente visivamente e/o acusticamente<br />

prima che si verifichi una possibile collisione.<br />

L’elaborazione dell’immagine è integrata nella telecamera,<br />

il che significa che non è necessario altro<br />

hardware.<br />

BRIGADE ELECTRONICS. Missione sicurezza<br />

L’arrivo delle telecamere Brigade<br />

Electronics sul mercato ha fatto nascere<br />

una nuova consapevolezza in merito<br />

alla necessità di avere il pieno controllo<br />

dell’area di lavoro. Con le nuove<br />

telecamere AI è stato compiuto un<br />

ulteriore passo avanti che permette di<br />

alzare ulteriormente il livello di sicurezza.<br />

La nuova generazione di sistemi di<br />

rilevamento attivo degli angoli ciechi<br />

riconosce gli esseri umani grazie<br />

all’intelligenza artificiale (AI) e avvisa il<br />

conducente quando viene rilevata una<br />

persona.<br />

Il sistema avverte quindi i conducenti di<br />

potenziali pericoli come la presenza di<br />

un utente vulnerabile della strada (VRU)<br />

nel suo punto cieco. La telecamera AI<br />

di Brigade riduce in modo sostanziale i<br />

falsi avvisi, avvisando il conducente solo<br />

quando c’è un reale pericolo di collisione<br />

con un VRU.<br />

Infatti il sistema operativo utilizzato nelle<br />

telecamere è “addestrato” a riconoscere<br />

le persone sulla base di algoritmi. Il<br />

sistema è dotato di una telecamera HD<br />

con potenza di elaborazione incorporata<br />

che consente di identificare la presenza<br />

di un essere umano nel raggio di<br />

rilevamento.<br />

Si tratta di un sistema concettualmente<br />

complesso ma strutturalmente semplice.<br />

L’installazione infatti non è difficile perché<br />

il sistema è “plug and play”.<br />

Questo la rende un’opzione molto<br />

interessante per le grandi flotte. La<br />

telecamera ha inoltre un grado di<br />

protezione IP69K. Significa quindi che<br />

è protetta dall’ingresso di polvere, alte<br />

temperature e acqua ad alta pressione.<br />

Il minicomputer inoltre è integrato<br />

nell’unità della telecamera ed<br />

elabora le informazioni per migliorare<br />

continuamente il rilevamento e ridurre i<br />

falsi allarmi.<br />

L’adattatore Brigade garantisce inoltre<br />

Brigade Electronics<br />

è un pioniere<br />

nel settore delle<br />

telecamere per<br />

la sicurezza nella<br />

movimentazione<br />

dei veicoli di ogni<br />

genere e l’arrivo<br />

delle telecamere<br />

AI ha permesso<br />

di compiere un<br />

ulteriore passo<br />

avanti per ridurre<br />

gli incidenti legati<br />

agli investimenti<br />

delle persone.<br />

Fondamentali<br />

i logaritmi di<br />

riconoscimento dei<br />

VRU.<br />

che la telecamera sia sempre accesa e<br />

che il tempo di avvio sia pari a zero. In<br />

questo modo il conducente può partire<br />

con il veicolo immediatamente dopo<br />

l’accensione del mezzo.<br />

La telecamera va installata sia<br />

anteriormente che posteriormente.<br />

L’angolo di visione anteriore è pari a 52°<br />

orizzontali e 63° verticali. Posteriormente<br />

abbiamo invece un angolo di 129°<br />

orizzontali e 145° verticali. Una differenza<br />

sostanziale giustificata dal fatto che la<br />

visibilità anteriore è coadiuvata anche<br />

dalla visione diretta del conducente del<br />

veicolo.<br />

La tecnologia proposta dall’azienda è in<br />

continua evoluzione per dare risposte<br />

concrete e un aiuto effettivo a chi, ogni<br />

giorno, è impegnato sul campo alla guida<br />

dei veicoli e deve fare i conti con i rischi<br />

connessi all’investimento delle persone.<br />

Rischi che sono in continuo aumento e<br />

che occorre invece ridurre e prevenire.<br />

73


DAF. Prova in cava XFC 530 8X4<br />

COMFORT<br />

IN OFF-ROAD<br />

DAF rilancia in grande stile con la nuova gamma<br />

cava-cantiere XFC presentata per la prima volta in<br />

Italia la scorsa primavera a Samoter. Il costruttore<br />

olandese rivede l’impostazione complessiva<br />

aumentando l’altezza libera da terra per dare una<br />

matrice “off-road” spigliata e disinvolta. E con<br />

soluzioni per comfort e visibilità senza eguali<br />

Il DAF XFC 530<br />

8X4 testato nella<br />

Cava Merlini ha<br />

messo in luce una<br />

natura da vero<br />

off-road ma con<br />

un comfort e livelli<br />

di sicurezza inediti<br />

per il settore.<br />

L’impostazione della<br />

cabina si fa infatti<br />

apprezzare in ogni<br />

aspetto operativo.<br />

DAF<br />

Che DAF sia un veicolo apprezzato da sempre<br />

per il comfort di bordo è cosa altamente risaputa.<br />

Che sia un veicolo altrettanto apprezzato<br />

per i suoi consumi contenuti è altrettanto vero. Ma<br />

l’impostazione dei suoi cava cantiere del passato<br />

risentiva forse un po’ troppo della derivazione stradale.<br />

Nulla di drammatico, sia chiaro, ma l’altezza<br />

da terra ridotta sull’uscita della PTO metteva a volte<br />

in difficoltà gli utilizzatori di pompe per il calcestruzzo<br />

nei terreni più difficili.<br />

Il costruttore olandese non ci ha quindi pensato<br />

due volte quando ha ripensato completamente le<br />

proprie gamme ed ha lanciato sul mercato i nuovi<br />

XFC. Abbiamo avuto modo di provare nel suo terreno<br />

ideale il nuovo XFC 530 8x4, ossia la versione<br />

forse più gettonata del mercato italiano nel settore<br />

cava-cantiere grazie all’ottimale rapporto fra tara<br />

e portata e con un livello di potenza tale da farlo<br />

operare in scioltezza sulle strade, e nelle cave, del<br />

Bel Paese.<br />

Al volante del DAF XFC 530 8x4<br />

La prova si è svolta nel contesto off-road di Cava<br />

Merlini, a Gaggiano, in provincia di Milano, dove<br />

abbiamo potuto sfruttare a fondo le potenzialità<br />

del propulsore e della catena cinematica. Ma dove,<br />

prima di tutto, abbiamo potuto capire a fondo le<br />

impostazioni software della trasmissione, il freno<br />

motore dall’elevatissima efficienza e i sistemi di sicurezza.<br />

Questi ultimi, in modo particolare, permettono<br />

di affrontare la guida del veicolo con strumenti<br />

di grande valore aggiunto che permettono di avere<br />

sott’occhio tutto lo spazio attorno al veicolo. Anche<br />

angoli ciechi traditori.<br />

Fra i sistemi di sicurezza c’è infatti la Corner-<br />

View che permette, insieme agli specchi retrovisori<br />

grandangolari, di controllare in modo ottimale ogni<br />

angolo attorno all’automezzo.<br />

DAF, con questa soluzione, ha pensato realmente<br />

a chi utilizza queste macchine nel duro e impegnativo<br />

settore del cava-cantiere. Si tratta di soluzioni<br />

che possono sembrare banali ma che, in realtà, aiutano<br />

realmente gli autisti nel loro lavoro quotidiano.<br />

Come, ad esempio, l’ingombro ridotto degli specchi<br />

retrovisori che aiuta nelle manovre in retromarcia<br />

nei ristretti spazi urbani o quando si devono “centrare”<br />

gli stretti portoni cittadini per entrare in cantieri<br />

che molti definirebbero “impossibili”.<br />

La sicurezza prima di tutto<br />

DAF ha definito con “Mani sul volante, occhi sulla<br />

strada” la sua nuova generazione di veicoli industriali<br />

di cui gli XFC fanno parte. Non è affatto uno<br />

slogan fine a sé stesso.<br />

Tutto è stato infatti pensato per consentire di avere<br />

la massima visibilità attorno e davanti al veicolo.<br />

La linea di cintura molto bassa di parabrezza e<br />

finestrini laterali, insieme al cruscotto Vision dal<br />

profilo ribassato, consentono di avere un’elevata<br />

percezione del percorso.<br />

Nell’esemplare in prova non era presente ma<br />

è anche disponibile, optional che personalmente<br />

consiglio vivamente, la porta passeggero vetrata.<br />

Insieme al sedile destro ripiegabile permette infatti<br />

di avere direttamente sotto controllo ciò che avviene<br />

di fianco alla cabina. Insieme alla Corner View<br />

diventa uno strumento fondamentale per evitare<br />

quegli incidenti stradali che, purtroppo, stanno riempiendo<br />

le cronache di questi ultimi mesi.<br />

La presenza della Corner View è quanto di più<br />

utile ci possa essere per capire cosa succede sia sulla<br />

destra, sia anteriormente al veicolo. La visione<br />

è , fra le altre cose, decisamente eccellente grazie<br />

al monitor chiaro e di grandi dimensioni collocato<br />

esattamente nel cono visivo utilizzato per controllare<br />

i retrovisori posizionati a destra. Il suo uso è<br />

quindi assolutamente intuitivo e semplice grazie ad<br />

uno studio ergonomico che ha coinvolto ogni aspetto<br />

della cabina.<br />

Una catena cinematica equilibrata<br />

Allestito con un cassone ribaltabile Cantoni, il<br />

DAF XFC 530 8×4 provato nella Cava Merlini<br />

adotta una motorizzazione che si colloca al vertice<br />

della gamma del costruttore con il motore Paccar<br />

MX13 che fornisce la potenza massima di 530<br />

cv per una coppia di 2.700 Nm fra 970 e 1.400<br />

giri/min.<br />

Propulsore che si accompagna in modo equilibrato<br />

alla cinematica affidata alla trasmissione automatizzata<br />

TraXon.<br />

Non stiamo parlando di un optional bensì di una<br />

dotazione di serie che aumenta efficienza e sicurezza<br />

operativa. In opzione è però il software specifico<br />

di gestione espressamente pensato per muoversi in<br />

modo ottimale sia su strada che in fuoristrada. Si<br />

tratta di una scelta consigliata grazie alle specifiche<br />

funzioni come la “ASR-off” e la “Rock-Free”. La<br />

prima consente di effettuare partenze su superfici<br />

scivolose con la perizia di un autista “off-road” di<br />

lunga esperienza. La seconda invece consente di<br />

disimpegnarsi su fondi cedevoli grazie alla perfetta<br />

simulazione del “gioco di frizione” che si effettua<br />

per uscire dal fango.<br />

Il Paccar MX 13 è anche fornito con la doppia<br />

uscita della PTO che<br />

permette di adattarsi<br />

alla perfezione con<br />

diversi tipi di applicazione.<br />

Uscita ad<br />

“ore 13” per quelle<br />

più pesanti ed uscita<br />

ad “ore 11” per<br />

quelle più leggere. Si<br />

possono poi installare<br />

PTO indirette sulla<br />

parte anteriore del<br />

motore per azionare,<br />

ad esempio, i sistemi<br />

di carico a gancio<br />

degli scarrabili<br />

oppure per il funzionamento<br />

dei cassoni<br />

ribaltabili come nel<br />

nostro caso.<br />

La cabina di<br />

guida del DAF<br />

XFC privilegia la<br />

visibilità a 360°.<br />

Quella laterale<br />

destra è amplificata<br />

dalle soluzioni<br />

specifiche come il<br />

cruscotto Vision e<br />

la porta finestrata<br />

(in opzione) con<br />

sedile passeggero<br />

ripiegabile.<br />

La presenza<br />

della Corner<br />

View si rivela<br />

fondamentale.<br />

Tutta l’ergonomia<br />

di bordo mette in<br />

prima posizione<br />

la visibilità e la<br />

sicurezza di guida<br />

con concreti<br />

accorgimenti che<br />

migliorano la<br />

percezione dello<br />

spazio attorno al<br />

veicolo..<br />

74<br />

75


WEBASTO. Specialista dell’elettrificazione<br />

STRADE<br />

ALTERNATIVE<br />

WEBASTO è un nome che tutti conosciamo e che<br />

spesso associamo ai sistemi di riscaldamento e<br />

raffrescamento. In realtà è anche uno dei maggiori<br />

specialisti in sistemi di elettrificazione a batteria in cui<br />

è fortemente coinvolto anche lo stabilimento italiano<br />

di Molinella, in provincia di Bologna.<br />

Con l’elettrificazione di escavatori e perforatrici<br />

In Olanda<br />

l’elettrificazione<br />

delle macchine<br />

da costruzione<br />

è fortemente<br />

incentivata dal<br />

Governo che<br />

prevede incentivi a<br />

fondo perduto.<br />

WEBASTO<br />

Webasto e l’elettrificazione delle macchine da<br />

cantiere. Un’impresa impossibile? Assolutamente<br />

no. La tecnologia del costruttore<br />

ha portato le batterie ad alimentare le auto ibride<br />

ed elettriche di Kia. Ma non solo.<br />

I mercati nord europei sono oggi fra i più recettivi<br />

e fra i più proattivi per quanto riguarda<br />

l’elettrificazione delle macchine da costruzione. A<br />

loro vantaggio una forte incentivazione fiscale che<br />

prevede, ad esempio nei Paesi Bassi, un contributo<br />

a fondo perduto pari al 40% della differenza di costo<br />

fra macchina convenzionale e identica versione<br />

elettrificata.<br />

Molti costruttori hanno quindi deciso di trasformare<br />

macchine con propulsione diesel in mezzi<br />

elettrificati. Fra le soluzioni impiegate vi sono proprio<br />

quelle sviluppate nello stabilimento italiano di<br />

Webasto.<br />

La tecnologia del costruttore è stata individuata,<br />

fra le tante disponibili sul mercato, per l’elevato valore<br />

aggiunto. Fra cui la modularità del sistema e la<br />

garanzia di una sicurezza operativa che derivano da<br />

un’esperienza di alto livello. Senza contare il fondamentale<br />

supporto tecnico che un costruttore come<br />

Webasto è in grado di offrire. Supporto che si rivela<br />

prezioso per ottimizzare al massimo l’impiego delle<br />

batterie modulari tramite il V.I.B. Vehicle Interface<br />

Box. Che, di fatto, è il vero cuore del sistema in<br />

grado di dialogare con il veicolo tramite il BMS,<br />

il sistema di gestione della batteria. Ma andiamo<br />

con ordine.<br />

WEBASTO POWERBOX<br />

Il progetto nasce in Olanda per motivazioni molto<br />

stringenti. L’inquinamento da ossidi di azoto è<br />

attualmente molto alto e il Governo olandese sta<br />

mettendo in atto delle politiche ambientali incentivando<br />

anche l’impiego di macchine movimento<br />

terra a funzionamento elettrico. Favorendo ovviamente<br />

i contesti urbani. Ma non solo. L’impiego dei<br />

nuovi escavatori elettrici sta infatti trovando largo<br />

interesse anche in applicazioni che non siano limitate<br />

al solo mondo delle costruzioni. Un’opportunità<br />

che Staad Group e E.C.E. Electric <strong>Construction</strong><br />

Equipment stanno cogliendo in modo proattivo ed<br />

efficace. Grazie ad una profonda conoscenza del<br />

settore movimento terra che li porta a comprendere<br />

le reali esigenze degli utilizzatori. , per dimensione<br />

e presenza sul mercato, hanno deciso di lavorare insieme<br />

ad un progetto comune. Elettrificando alcuni<br />

modelli della gamma di escavatori Develo. Marchio<br />

distribuito ufficialmente da Staad Group nella parte<br />

centrale e meridionale del territorio olandese.<br />

La base della trasformazione è il Powerbox che<br />

integra anche un sistema autonomo di raffreddamento<br />

per ottimizzare il funzionamento del modulo<br />

batteria.<br />

La tecnologia di base è, tutto sommato, concettualmente<br />

molto semplice. Si tratta di veri e propri<br />

pacchi batterie dotati di Active Climate Control<br />

System. Dispositivo fondamentale per il controllo<br />

della temperatura sviluppato e costruito nello<br />

stabilimento italiano Webasto di Molinella. La trasformazione<br />

ha coinvolto l’escavatore gommato<br />

DX165W-7 e il cingolato DX300LC-7 trasformati<br />

in versione Electric. I due escavatori utilizzano<br />

un doppio e un triplo sistema di batterie standard<br />

ma con uno schema funzionale simile con le ovvie<br />

differenze legate alla dimensione e, quindi, alla potenza<br />

richiesta.<br />

Il concept con le batterie intercambiabili sfrutta<br />

un intelligente mix di tecnologie Webasto. Il pacco<br />

intercambiabile di batterie Powerbox è stato fornito<br />

sulla base delle specifiche dettagliate di E.C.E.<br />

Il DX165W Electric utilizza un doppio pacco di<br />

batterie da 140 kWh ciascuno per complessivi 280<br />

kWh. Mentre il DX300LC Electric ne utilizza tre da<br />

130 kWh per un totale di 390 kWh. Una differenza<br />

necessaria per far fronte ai diversi livelli di potenza<br />

delle due macchine. Dove il DX165W Electric è<br />

mosso da un motore elettrico Danfoss da 1<strong>02</strong> kW<br />

e il DX300LC Electric ne impiega invece uno da<br />

145 kW.<br />

WEBASTO & WOLTMAN<br />

Un altro progetto estremamente interessante riguarda<br />

l’elettrificazione di una perforatrice Woltman in<br />

collaborazione con l’olandese Dieseko. Una trivella<br />

da 90 tonnellate di peso operativo in grado di realizzare<br />

pali trivellati infissi fino ad una profondità<br />

di 36 metri.<br />

Non è un caso se Dieseko si sia rivolta proprio<br />

a Webasto. I cui tecnici hanno pensato di utilizzare<br />

36 pacchi di batteria standard. Sei pacchi sono<br />

installati in modo permanente e<br />

permettono alla macchina piccoli<br />

spostamenti in cantiere. Gli altri<br />

30 pacchi, invece, forniscono l’energia<br />

sufficiente per una giornata<br />

lavorativa media in cantiere di circa<br />

otto-dieci ore. Le batterie possono<br />

poi essere ricaricate durante<br />

la notte fino a 90 kilowatt all’ora.<br />

Il loro contenuto di energia è di<br />

35 kilowattora ciascuna, per cui<br />

in totale le batterie forniscono 1,2<br />

megawattora quando sono completamente<br />

cariche. Le problematiche<br />

legate alle vibrazioni e al cantiere<br />

sono superate dalla costruzione<br />

delle batterie Webasto. Sono infatti<br />

testate per vibrazioni e impatti fino<br />

a 100 kilonewton e sono protette<br />

da una custodia supplementare. Il<br />

raffreddamento interno mantiene<br />

la temperatura costante fra 15° e<br />

35°C grazie al sistema di gestione<br />

termica Plug & Play di Webasto<br />

(eBTM). Tutto il complesso è infine<br />

controllato dal Vehicle Interface<br />

Boxes che ha la funzione di interfaccia<br />

con la macchina.<br />

WEBASTO è oggi<br />

uno dei principali<br />

fornitori di sistemi<br />

di alimentazione<br />

a batteria. Veri e<br />

propri elementi<br />

modulari in grado<br />

di fornire energia<br />

anche a grandi<br />

macchine come<br />

escavatori e<br />

perforatrici. Non<br />

è quindi un caso<br />

se Staad Group<br />

insieme ad ECE e<br />

Woltman insieme<br />

a Dieseko si<br />

siano rivolti allo<br />

specialista per due<br />

importanti progetti<br />

di elettrificazione<br />

che hanno<br />

coinvolto macchine<br />

importanti da un<br />

punto di vista<br />

del consumo<br />

energetico. Non<br />

solo batterie ma<br />

tutta la gestione<br />

del sistema è stata<br />

curata da Webasto.<br />

76<br />

77


IN PUNTA BRACCIO. Demolizione e riciclaggio<br />

A CICLO<br />

REALMENTE<br />

COMPLETO<br />

Il mercato delle demolizioni e del<br />

riciclodei materiali è in continua<br />

crescita. E con lui la domanda di<br />

attrezzature specificamente pensate<br />

per questi impieghi. Spaziando dalla<br />

movimentazione selettiva e dalla<br />

demolizione primaria fino ad arrivare alla<br />

trasformazione in situ per riutilizzare il<br />

materiale in modo snello e conveniente<br />

La gamma MB<br />

Crusher comprende<br />

le storiche benne<br />

frantoio, vera e<br />

propria invenzione<br />

del costruttore<br />

di Breganze, fino<br />

ad arrivare oggi<br />

a comprendere<br />

benne vagliatrici e<br />

pinze selezionatrici<br />

oltre che teste<br />

fresanti. SIMEX<br />

è oggi presente<br />

sul mercato con<br />

un’ampia gamma di<br />

attrezzature per il<br />

riciclo e recupero<br />

dei materiali<br />

che sfruttano la<br />

grande esperienza<br />

aziendale<br />

nell’idraulica ad alte<br />

prestazioni.<br />

AT TREZZATURE<br />

Un mercato in crescita continua che si sta specializzando<br />

in modo sempre più verticale. E’<br />

quello delle demolizioni e ricostruzioni che<br />

richiede, a sua volta, attrezzature pensate per risolvere<br />

i problemi concreti di chi opera in cantiere ed<br />

aumentare la produttività e l’efficienza aziendali.<br />

Parliamo quindi di attrezzature sicuramente dedicate<br />

in modo specifico alla demolizione e alla movimentazione<br />

selettiva ma soprattutto per trasformare,<br />

ridurre di volume e riutilizzare in cantiere il materiale<br />

di risulta. Un modo di pensare che implica<br />

un ciclo virtuoso dove riduzione dei consumi, economia<br />

circolare e impiego intelligente delle risorse<br />

sono lo sfondo di un’attività che non è possibile<br />

improvvisare.<br />

MB Crusher<br />

Il costruttore italiano è stato un vero e proprio precursore<br />

nel settore a cui è ascrivibile l’invenzione<br />

della benna frantoio. Oggi l’azienda vicentina ha<br />

allargato il proprio campo d’azione sviluppando una<br />

gamma di attrezzature che integrano il ciclo completo<br />

di riuso dei materiali all’interno del cantiere<br />

edile. La forte specializzazione maturata nel tempo<br />

con lo studio e il perfezionamento proprio delle<br />

benne frantoio ha portato ad avere benne vaglianti<br />

rotative, benne selezionatrici, teste fresanti e pinze<br />

selezionatrici.<br />

Di fatto il cliente di MB Crusher parte dalla demolizione<br />

selettiva, separando in modo accurato i<br />

materiali, e arriva al loro riuso. Non solo di quelli<br />

derivanti dalle demolizioni ma anche di quelli che<br />

possono essere rinvenuti in situ semplicemente scavando<br />

e poi trasformandoli con le benne selezionatrici.<br />

Il campo d’azione è veramente molto vasto e<br />

va dalla semplice terra vegetale fino alla roccia più<br />

coriacea che può essere scavata e ridotta in piccola<br />

pezzatura con le teste fresanti.<br />

SIMEX<br />

Il costruttore di San Giovanni in Persiceto è associato<br />

più al settore stradale che non a quello del<br />

riciclo e del riuso dei materiali. In realtà la grande<br />

esperienza maturata con le problematiche prestazionali<br />

delle scarificatrici ha permesso all’azienda di<br />

studiare e immettere sul mercato di benne vagliatrici,<br />

granulatrici e frantumatrici molto interessanti<br />

e con alcune peculiarità uniche e brevettate. Siamo<br />

infatti di fronte a gamme in grado di accoppiarsi<br />

con escavatori pesanti oltre le 40 tonnellate di peso<br />

operativo per produzioni importanti. L’obiettivo di<br />

Simex è ovviamente quello di allargare il proprio<br />

target ma anche quello di fornire risposte precise<br />

a domande operative altrettanto focalizzate. Il costruttore<br />

punta sulla massima polivalenza operativa<br />

grazie al sistema di brevettato di variazione rapida<br />

delle pezzatura tramite il comando idraulico direttamente<br />

dal posto guida che caratterizza la gamma<br />

di benne vagliatrici SVE. Un sistema che permette<br />

di aumentare l’efficienza anche in terreni umidi che,<br />

tendenzialmente, sono i più difficili da trattare.<br />

Per quanto riguarda invece la riduzione volumetrica<br />

dell’asfalto le benne granulatrici della gamma<br />

CBA si basano su un sistema mutuato dalle fortunate<br />

scarificatrici. Il tamburo cilindrico è infatti<br />

composto da denti intercambiabili ed è azionato da<br />

motori idraulici a pistoni radiali di grande cilindrata<br />

con inversione automatica. Questo permette di<br />

avere sia elevata produttività, sia di operare con<br />

parti di usura già utilizzate e conosciute. La griglia<br />

posteriore configurabile permette di regolare<br />

la granulometria in uscita consentendo pezzature<br />

da 0 a 20 mm.<br />

MANTOVANIBENNE<br />

L’azienda di Mirandola compie 60 anni di vita<br />

ma non smette mai di introdurre sul mercato nuovi<br />

concetti operativi nel settore delle attrezzature<br />

da demolizione e riciclaggio. A Samoter abbiamo<br />

visto la nuova gamma DS con i modelli DS26R<br />

e DS40R. Alla base di queste attrezzature da demolzione<br />

c’è un concetto molto interessante legato<br />

alla demolizione primaria di strutture in acciaio.<br />

Nella sostanza le DR sono delle e proprie forbici<br />

in grado di operare a grandi altezze e con prestazioni<br />

in taglio molto interessanti. Poco diffuse sui<br />

78<br />

79


Le cesoie Demarec<br />

della serie DXS si<br />

caratterizzano per<br />

la presenza del<br />

DemaPower 2.0. Si<br />

tratta di un cilindro<br />

con quattro camere<br />

di pressione<br />

ed il 25% di<br />

potenza in più<br />

in combinazione<br />

con una valvola di<br />

velocità a doppio<br />

effetto.<br />

nostri mercati dove tendenzialmente si preferisce<br />

utilizzare la classica cesoia, sono invece molto impiegate<br />

nei mercati dell’estremo oriente. Di fatto<br />

non sostituisce la cesoia ma la affianca diventando<br />

un fondamentale complemento soprattutto in demolizione.<br />

La struttura delle DS permette infatti di<br />

compiere con maggiore sicurezza quelle operazioni<br />

che possiamo definire “improprie” per una cesoia<br />

(ma che in cantiere si fanno comunque ogni giorno)<br />

come ad esempio le trazioni o le forti leve che<br />

sono spesso necessarie nei lavori di demolizione e<br />

che vanno oltre il classico taglio dei metalli. Con<br />

un peso operativo di 2,6 tonnellate per la DS26R<br />

e di 4,0 tonnellate per la DS40R, l’accoppiamento<br />

ideale è con escavatori da 28 a 40 tonnellate per<br />

il modello più piccolo e da 40 a 55 tonnellate per<br />

quello più grande.<br />

AT TREZZATURE<br />

GENESIS<br />

Nome di riferimento soprattutto nelle cesoie per<br />

materiali metallici, Genesis è comunque presente<br />

con una gamma completa di attrezzature per demolizione<br />

primaria e secondaria. Fa parte di NPK,<br />

colosso giapponese della demolizione e vero e<br />

proprio antesignano nella costruzione di pinze per<br />

calcestruzzo ad alte prestazioni, che ha acquistato<br />

il costruttore USA nel 2019. Il marchio dal classico<br />

colore giallo dispone di due gamme di cesoie, GXP<br />

e GXT, che si differenziano per target e prestazioni.<br />

La serie GXP è quella che si definisce una classica<br />

cesoia per impieghi generici. Adatta soprattutto per<br />

il taglio e il riciclo dei materiali, dispone di accorgimenti<br />

specifici (come la serie GXT) che agevolano<br />

sia la durata dei coltelli, sia il lavoro di chi opera<br />

negli impianti dove occorre operare soprattutto nella<br />

riduzione volumetrica.<br />

La gamma GXT invece si caratterizza per una<br />

forma più snella, slanciata e per una struttura più<br />

leggera a parità di prestazioni rispetto alla serie<br />

GXP. Pur avendo le stesse caratteristiche peculiari<br />

del becco di taglio delle GXP, è maggiormente indicata<br />

per i cantieri di demolizione dove snellezza,<br />

leggerezza e visibilità sono fondamentali.<br />

DEMAREC<br />

Il costruttore olandese fa parte del grande gruppo<br />

Kinshofer ma l’azienda mantiene una propria precisa<br />

identità costruttiva con linee di attrezzature<br />

dalle caratteristiche tecniche molto interessanti. In<br />

particolar modo la gamma di cesoie DXS rappresenta<br />

oggi una sorta di unicum in questo specifico<br />

mercato. Si tratta di una gamma composta da 6 modelli<br />

per escavatori da 18 a 100 tonnellate di peso<br />

operativo. La particolarità è data dalla presenza del<br />

DemaPower 2.0. Si tratta di fatto di un cilindro con<br />

quattro camere di pressione e il 25% di potenza in<br />

più in combinazione con una valvola di velocità<br />

a doppio effetto. Tutto questo garantisce tempi di<br />

ciclo estremamente rapidi ed un aumento rilevante<br />

delle prestazioni.<br />

CM<br />

L’azienda venetaè presente nel mercato della demolizione<br />

e riciclaggio con la sua gamma di pinze<br />

selezionatrici e con le benne frantumatrici e vagliatrici.<br />

Attrezzature che si distinguono per la costruzione<br />

pensata al cantiere e che punta su solidità di<br />

impiego e affidabilità. L’obiettivo di CM è quello di<br />

fornire ai propri clienti un approccio a 360° partendo<br />

dalla selezione dei materiali con la demolizione<br />

controllata per finire al riuso e trasformazione in<br />

modo da ottimizzare una gestione circolare di tutto<br />

il cantiere.<br />

La gamma DS di<br />

MANTOVANIBENNE<br />

porta un concetto<br />

differente nel<br />

mondo della<br />

demolizione<br />

primaria delle<br />

strutture in acciaio.<br />

Si tratta di vere e<br />

proprie forbici in<br />

grado di aumentare<br />

l’efficienza<br />

operativa<br />

nell’affrontare<br />

strutture metalliche<br />

impegnative.<br />

Le cesoie GENESIS,<br />

a sinistra, puntano<br />

a target specifici<br />

con la serie GXT<br />

e GXP grazie<br />

ad accorgimenti<br />

pensati per il<br />

semplice taglio e<br />

per la demolizione.<br />

80<br />

81


ATLAS GMBH<br />

104 ANNI DI<br />

MOVIMENTAZIONE<br />

ATLAS GMBH ha 104 anni di storia<br />

industriale legata alla movimentazione<br />

pesante e agli escavatori idraulici.<br />

Un’azienda che ancora oggi è un<br />

riferimento nel settore dei material handler<br />

dove è depositaria di valori tecnologici,<br />

qualitativi e di design di riferimento per<br />

tutto il mercato<br />

STORIA<br />

82<br />

ATLAS GMBH è da sempre<br />

un nome di riferimento<br />

nel settore della movimentazione<br />

industriale. L’azienda<br />

tedesca di Ganderkesee è infatti<br />

stata fondata nel lontano 1919 da<br />

Hinrich Weyhausen a Delmenhorst.<br />

Come moltissimi costruttori<br />

attuali iniziò la propria attività<br />

progettando e realizzando macchine<br />

nel settore dell’agricoltura.<br />

Nel 1945 ci fu il primo brevetto<br />

per una gru da carico con mordente<br />

da accoppiare ad un trattore<br />

agricolo. Una strada che aprì<br />

nuove prospettive e che nel 1950<br />

vide la realizzazione del primo<br />

escavatore idraulico. Si trattava<br />

del modello AB1500 che trovò<br />

ampio successo sia in agricoltura,<br />

sia nel settore industriale,<br />

declinato in versione gommata<br />

e cingolata e in duplice versione<br />

da scavo e sollevamento. Da quel<br />

momento in poi, complice anche<br />

un quadro storico che richiedeva<br />

parecchie macchine per la ricostruzione<br />

post-bellica, ATLAS<br />

conobbe un periodo di fortuna<br />

diventando uno dei costruttori<br />

leader in Europa nel campo degli<br />

escavatori idraulici. Sia cingolati<br />

che gommati. Con questi ultimi<br />

particolarmente apprezzati per<br />

affidabilità, prestazioni e livello<br />

tecnologico.<br />

Le recenti vicissitudini<br />

Sull’onda del crescente successo<br />

delle macchine ATLAS fu inaugurato<br />

lo stabilimento di Ganderkesee,<br />

ancora oggi quartier generale<br />

dell’azienda, il 27 gennaio 1960.<br />

L’allora sindaco della città, Georg<br />

von Seggern, voleva industrializzare<br />

la zona ed offrì a Weyhausne<br />

un immobile industriale con un<br />

proprio collegamento ferroviario<br />

per il trasporto delle materie prime<br />

e delle macchine finite.<br />

L’azienda ha poi allargato nel<br />

tempo il proprio campo d’azione<br />

anche nelle pale gommate e nelle<br />

gru retrocabina con l’apertura di<br />

un’altra unità produttiva in Germania,<br />

a Vechta, di una anche in<br />

UK, a Bradford. Nel 2001 iniziò<br />

la parentesi Terex Group che terminò<br />

poi nel 2010 con l’acquisto<br />

da parte di Fil Filipov che rilancò<br />

il marchio e che guidò ATLAS<br />

nella sua elevata specializzazione<br />

in campo industriale.<br />

Cultura, storia, tecnica, impieghi<br />

e mercato delle macchine movimento terra<br />

Supplemanto alla rivista TRATTORI<br />

Direttore responsabile<br />

Stefano Agnellini<br />

Coordinatore redazionale<br />

Costantino Radis<br />

In redazione<br />

Fabio Butturi, Ornella Cavalli,<br />

Fabrizio Dalle Nogare, Stefano Eliseo,<br />

Fabio Franchini, Riccardo Schiavo,<br />

Cristina Scuteri, Luca Vitali<br />

Collaboratori<br />

Marzia Rubinetti<br />

Impaginazione e grafica<br />

Marco Zanusso<br />

Gestione editoriale<br />

Fabio Zammaretti<br />

Stampa<br />

Industrie grafiche RGM srl, Rozzano (Mi)<br />

Fotolito<br />

Industrie grafiche RGM srl, Rozzano (Mi)<br />

Autorizzazione del tribunale<br />

di Milano n. 466 del 1° agosto 1997<br />

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L.<br />

353/2003 (conv. in L. 27/<strong>02</strong>/2004 n° 46)<br />

art. 1, comma 1, LO/MI<br />

Registro nazionale della stampa<br />

n. 4.596 del 20/04/1994<br />

n. iscrizione R.O.C. 2880 del 30-11-2001<br />

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