2023_02_e-Construction
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VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com<br />
ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.<br />
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/<strong>02</strong>/2004 n° 46)<br />
art. 1, comma 1, LO/MI<br />
SUPPLEMENTO A TRATTORI<br />
N°2 <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />
OTTOBRE<br />
FOCUS<br />
SICUREZZA<br />
Un panorama<br />
desolante dove sembra<br />
impossibile migliorare<br />
TEST IN CAMPO<br />
Escavatore idraulico<br />
LIUGONG 915F CR<br />
Material Handler<br />
TEREX ECOTEC<br />
TWH220<br />
GIS &<br />
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Un mercato che<br />
offre motorizzazioni<br />
termiche, elettriche<br />
e a batteria<br />
ECOMONDO
Ottobre <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />
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SOCIAL:<br />
e-construction.org<br />
NON POTRETE PIÙ<br />
FARNE SENZA<br />
60<br />
44<br />
78<br />
HI-TECH<br />
6. AMMANN<br />
TELESCOPICI<br />
38. Polivalenti per natura<br />
+<br />
Con l'innovativo profilo V10-Force appositamente progettato per massimizzare le capacità di carico<br />
in verticale, la gru EFFER 1000 offre tra le soluzioni più innovative sul mercato nella gamma di gru da<br />
90Tm, garantendo prestazioni paragonabili a gru di dimensioni maggiore, ma con l’ingombro ed il peso<br />
che assicurano una grande capacità di carico sul camion e con installazioni dal costo più contenuto.<br />
V10-Force rappresenta il meglio da parte di EFFER in termini di sbandamento laterale, rigidità della<br />
struttura e con un angolo di lavoro di 83° per lavorare il più vicino possibile alle strutture.<br />
effer.com<br />
8<br />
15<br />
CANTIERE 4.0<br />
8. Leica Geosystems<br />
10. Topcon<br />
PASSIONE CANTIERE<br />
12. Fracar srl<br />
PERISCOPIO<br />
15. McCloskey e Massucco T.<br />
16. Palfinger<br />
18. Manitou<br />
GIS & ECOMONDO<br />
20. Sicurezza e Ambiente<br />
FOCUS SICUREZZA<br />
24. Evidente segno di resa?<br />
IMPIANTI MOBILI<br />
28. Mobili, flessibili, tecnologici<br />
MATERIAL HANDLER<br />
32. Preziosi alleati<br />
MERLO<br />
36. Anima verde<br />
GRU<br />
40. Su gomma, su cingoli, su camion<br />
44. Palfinger<br />
46. CM Srl<br />
48. Ferrari International<br />
50. EFFER<br />
52. Indeco<br />
54. Westcar<br />
56. HIAB<br />
58. OMS & Sumitomo Pavers<br />
TEST<br />
60. TEREX TWH 220<br />
66. LIUGONG 915F CR<br />
72. Brigade<br />
74. DAF<br />
76. Webasto<br />
IN PUNTA BRACCIO<br />
78. A ciclo realmente completo<br />
STORIA<br />
82. ATLAS GMBH<br />
SOMMARIO<br />
3
PUNTI DOLENTI<br />
Se GIS ed ECOMONDO<br />
permettono di fare il punto su<br />
tecnologie e stato dell’arte in due<br />
settori fondamentali per il mondo<br />
industriale, dall’altro portano a riflessioni<br />
che, tutti noi, dovremmo continuamente<br />
elaborare. Le news quotidiane, a cui<br />
forse siamo ormai assuefatti, ci guidano<br />
verso due tematiche sostanziali attorno a<br />
cui tutto il paese dovrebbe interrogarsi.<br />
Parliamo infatti di SICUREZZA<br />
SUL LAVORO e di tematiche legate<br />
all’AMBIENTE. Non bastano purtroppo<br />
gli appelli del nostro Presidente della<br />
Repubblica, Sergio Mattarella, a riportare<br />
i due argomenti in cima alla lista delle<br />
urgenze. Perché in realtà lo sono sempre<br />
stati ma, a quanto pare, non sembra che<br />
ci sia una seria volontà di porvi mano<br />
in modo risolutivo. Se da un lato, e GIS<br />
lo testimonia con il suo elevatissimo<br />
livello tecnologico, le aziende investono<br />
in modo importante per fare in modo che<br />
la sicurezza aumenti, dall’altro manca<br />
una seria cultura della formazione. Gli<br />
incidenti sul lavoro legati al mondo<br />
del sollevamento sono infatti una vera<br />
e propria macchia a livello nazionale.<br />
E a poco serve la tecnologia quando<br />
la mentalità imperante è ancora quella<br />
di bypassare i controlli o modificare<br />
le macchine in modo inopportuno. E<br />
quando questo non succede è ancora<br />
troppo alta la leggerezza con cui gli<br />
operatori affrontano situazioni di rischio<br />
in modo superficiale. Ecomondo ci<br />
permette invece di fotografare lo stato<br />
dell’arte nel settore delle bonifiche,<br />
del trattamento e riuso dei rifiuti, delle<br />
energie rinnovabili e dei processi<br />
di purificazione di acque e terreni.<br />
Nonostante questa sia una delle più<br />
importanti manifestazioni di settore al<br />
mondo e nonostante le aziende italiane<br />
siano fra le più tecnologicamente attive<br />
ed evolute la cura dell’ambiente è ancora<br />
oggi una evidente piaga nazionale. Il<br />
tutto nasce, a mio avviso, da una diffusa<br />
visione antiscientifica del problema<br />
che porta acqua al mulino di chi vuole<br />
approfittare della situazione sotto molti<br />
punti di vista. Dalle continue “emergenze<br />
rifiuti” di alcune grandi città, ai siti<br />
industriali dismessi che faticano a trovare<br />
una propria strada virtuosa. Il tutto<br />
quando scienza e tecnologia ci offrono<br />
soluzioni, spesso di aziende nazionali,<br />
che oltre frontiera, invece, fanno furore.<br />
EDITORIALE<br />
4
AMMANN, tecnologia smart, zero scarti<br />
SMART<br />
TECHNOLOGY<br />
AMMANN è presente sul mercato con<br />
le sue tecnologie complementari per<br />
la riduzione di scarti ed emissioni.<br />
Dall’hardware dei bruciatori polivalenti ai<br />
sistemi digitali che aumentano efficienza<br />
in tutti i settori che investono il ciclo di<br />
produzione del settore stradale e che<br />
parte dalla produzione dei conglomerati<br />
per finire alla loro stesa e compattazione<br />
Ammann è un costruttore<br />
che, da sempre, investe<br />
in ricerca e sviluppo a<br />
favore della eco-sostenibilità. Un<br />
tred confermato con una linea<br />
di impianti che operano con il<br />
riciclaggio dei materiali. A latere<br />
del processo costruttivo stradale<br />
ci sono poi altre tecnologie meno<br />
evidenti ma altrettanto efficaci.<br />
Come ad esempio quella che<br />
permette ai rulli di raggiungere<br />
gli obiettivi di compattazione<br />
con meno passaggi. Aumentando<br />
di fatto l’efficienza grazie alla<br />
riduzione del consumo di carburante<br />
e alle minori emissioni in<br />
atmosfera.<br />
Occorre tuttavia accelerare in<br />
questa direzione impiegando<br />
tutte le tecnologie possibili<br />
senza visioni ideologiche di<br />
nessun tipo.<br />
consapevoli.<br />
Da questo<br />
punto di vista<br />
il costruttore<br />
svizzero ha<br />
messo in pratica<br />
una serie<br />
di sette punti<br />
per indirizzare<br />
i propri sforzi<br />
nella riduzione<br />
dell’impatto ambientale. Questo<br />
anche per accelerare il processo<br />
che porterà la stessa Ammann<br />
verso la completa decarbonizzazione.<br />
Si va quindi dalla ricerca e sviluppo<br />
nella costruzione di macchine<br />
a basso impatto ambientale<br />
fino alla tecnologia digitale più<br />
avanzata che arriva in aiuto per<br />
aumentare l’efficienza operativa<br />
di macchine e impianti.<br />
Processi innovativi<br />
Nello specifico settore della<br />
produzione di conglomerati<br />
bituminosi, AMMANN progetta,<br />
costruisce e testa direttamente<br />
tutti i suoi bruciatori. Oggi tutti i<br />
modelli del costruttore svizzero<br />
sono già predisposti per utilizzare<br />
idrogeno. Si tratta quindi di una<br />
fonte rinnovabile in grado di abbassare<br />
in modo sensibile i livelli<br />
di anidride carbonica. Ma non<br />
solo. Ammann lavora anche con<br />
bruciatori che trasformano la polvere<br />
di legno in un combustibile<br />
rinnovabile. La neutralità carbonica<br />
è in questo<br />
caso ancora<br />
più elevata<br />
in quanto la<br />
CO2 rilasciata<br />
durante la<br />
combustione<br />
del legno<br />
viene compensata<br />
dal fatto<br />
che l’albero<br />
ha consumato<br />
la stessa quantità di anidride<br />
carbonica nel suo ciclo di vita.<br />
Soluzione integrata anche con<br />
altre tecnologie che prevedono<br />
l’impiego di combustibili<br />
alternativi e provenienti da fonti<br />
rinnovabili.<br />
AMMANN Compaction Expert<br />
Nelle tecnologie digitali il sistema<br />
ACE, AMMANN Compaction<br />
Expert, prevede un impiego<br />
delle tecnologie digitali per una<br />
compattazione “intelligente” ed<br />
efficiente. Infatti il sistema misura<br />
e comunica il progresso della<br />
compattazione in tempo reale.<br />
Esistono diverse versioni di ACE,<br />
tra cui una per i compattatori pesanti<br />
e un’altra per le attrezzature<br />
leggere. Ogni tecnologia fornisce<br />
conoscenze volte a prevenire la<br />
compattazione inutile. L’obiettivo<br />
è ovviamente quello di ridurre<br />
drasticamente il consumo di<br />
carburante, l’usura della macchina<br />
e le emissioni. Oltre che, fondamentale<br />
per le aziende, il tempo<br />
di esecuzione dei lavori.<br />
HI-TECH<br />
6
Leica Geosystems iCON per i compatti<br />
ABBATTERE<br />
LA DIFFIDENZA<br />
Leica Geosystems arriva alle macchine<br />
compatte abbattendo la diffidenza verso<br />
i sistemi digitali con il suo iCON pensato<br />
appositamente per essere impiegato<br />
sui midi e mini escavatori. Polivalenza,<br />
flessibilità, semplicità di utilizzo per<br />
far capire che la tecnologia digitale di<br />
assistenza allo scavo non è solo per le<br />
grandi imprese e per i grandi lavori<br />
CANTIERE 4.0<br />
Leica Geosystems, società di<br />
ExLeica Geosystems allarga<br />
il target del suo sistema<br />
iCON con l’arrivo della nuova<br />
versione per escavatori compatti.<br />
Con la chiara consapevolezza<br />
che i sistemi di assistenza allo<br />
scavo possano essere parte integrante<br />
della vita operativa nei<br />
cantieri di piccole dimensioni.<br />
Infatti gli escavatori compatti<br />
rappresentano oggi oltre il<br />
50% del mercato. Con la loro<br />
polivalenza sono i protagonisti<br />
indiscussi di cantieri urbani di<br />
ogni tipologia. Da quelli stradali<br />
a quelli di cantieri di costruzione<br />
civile e industriale. L’impiego<br />
di sistemi Machine Control<br />
è quindi fondamentale anche su<br />
macchine più compatte. Ma con<br />
richieste specifiche dove polivalenza<br />
e flessibilità<br />
vanno<br />
a braccetto<br />
con quella<br />
della pura<br />
assistenza allo<br />
scavo. Leica<br />
Geosystems<br />
ha quindi<br />
pensato ad un<br />
sistema digitale<br />
completo<br />
per i cantieri delle imprese che<br />
operano soprattutto con le macchine<br />
compatte. La soluzione<br />
iCON prevede infatti tre nuovi<br />
componenti. Stiamo parlando di<br />
una nuova applicazione software,<br />
un nuovo doppio ricevitore<br />
GNSS e un dispositivo di comunicazione<br />
aggiuntivo opzionale.<br />
Piccolo è bello!<br />
La nuova applicazione per<br />
escavatori compatti iCON è<br />
quindi disponibile sia come<br />
software autonomo, sia come<br />
elemento aggiuntivo che dialoga<br />
con la vasta piattaforma di<br />
cantiere iCON già esistente sul<br />
mercato. Se utilizzato come<br />
componente aggiuntivo permette<br />
di avere un’ampia flessibilità<br />
sia all’interno che all’esterno<br />
della macchina. Consentendo<br />
quindi a chi opera in cantiere di<br />
eseguire un’ampia casistica di<br />
lavori con gli stessi strumenti.<br />
Quindi è possibile usare l’unità<br />
di controllo in abbinamento con<br />
un’antenna intelligente per tracciare<br />
o creare<br />
un progetto.<br />
Immediatamente<br />
dopo è<br />
si monta l’unità<br />
in cabina<br />
e si inizia a<br />
lavorare in<br />
base al nuovo<br />
progetto.<br />
Non appena<br />
lo scavo o il<br />
livellamento sono stati completati<br />
si toglie l’unità di controllo<br />
dalla macchina e la si impiega<br />
per eseguire il processo costruttivo.<br />
Si tratta in sostanza di una<br />
nuova soluzione che ottimizza<br />
non solo le attività di movimento<br />
terra degli escavatori compatti.<br />
Grazie infatti alla versatilità<br />
unica della piattaforma iCON<br />
Site è possibile impiegarla anche<br />
per applicazioni esterne alla<br />
macchina. In questo modo si<br />
ottimizza l’investimento e si alza<br />
l’efficienza sia del processo costruttivo,<br />
sia dell’impiego delle<br />
risorse in cantiere. I professionisti<br />
del cantiere apprezzano molto<br />
la flessibilità della soluzione in<br />
loco. Elemento positivo che Leica<br />
iCON per escavatori compatti<br />
valorizza e amplifica. L’azienda<br />
ha infatti pensato a chi opera<br />
quotidianamente nei piccoli cantieri<br />
fornendo la capacità unica<br />
di misurare prima un’area, creare<br />
un progetto e quindi scavare direttamente<br />
secondo quel progetto<br />
in modo molto semplice.<br />
5-7 5-7 OTTOBRE - PIACENZA - Area Area Esterna I67-M95<br />
Hydraulic Equipment<br />
7-10 7-10 NOVEMBRE - RIMINI - Padiglione C5 C5 - Stand - 201 201<br />
8
La piattaforma integrata Topcon Aptix<br />
TUTTI<br />
INSIEME<br />
Topcon Aptix è la piattaforma<br />
di integrazione che consente di<br />
ottimizzare la gestione dei grandi<br />
progetti di ingegneria civile. Aperta<br />
verso soluzioni esterne, consente di<br />
gestire in modo efficace e rapido ogni<br />
fase del cantiere in modo integrato<br />
fornendo un monitoraggio costante<br />
Aptix di Topcon Positioning<br />
Systems è la nuova piattaforma<br />
di integrazione asa-service<br />
(iPaaS) che consente di<br />
ottimizzare la gestione dei grandi<br />
progetti di ingegneria civile e<br />
infrastrutture. L’importanza di<br />
Aptix è nella sua integrazione<br />
delle soluzioni Topcon con<br />
molteplici applicazioni di terze<br />
parti. Lo scopo è di automatizzare<br />
le connessioni dati tra l’ufficio<br />
e il cantiere. Ottimizza quindi<br />
i processi e genera analisi per i<br />
team di progetto all’interno di<br />
un’unica piattaforma. L’obiettivo<br />
finale è che il progetto effettivamente<br />
realizzato sia come è stato<br />
pianificato e che raggiunga gli<br />
obiettivi di redditività.<br />
Aptix automatizza e coordina la<br />
distribuzione dei dati, compresi<br />
i file di machine<br />
control, i modelli<br />
3D di costruzione,<br />
le tempistiche di<br />
progetto e i report<br />
sui dati reali.<br />
Inoltre mostra,<br />
quasi in tempo<br />
reale, la posizione<br />
delle macchine<br />
con la possibilità<br />
di aggregare i dati<br />
as-built, ossia di<br />
quanto effettivamente<br />
realizzato,<br />
provenienti dalla telematica di<br />
flotte miste. A questo scopo<br />
fornisce anche un report in tempo<br />
reale su persone, materiali,<br />
macchine ed emissioni di anidride<br />
carbonica. Permette quindi<br />
anche anche di intraprendere<br />
azioni specifiche per ridurre<br />
l’impatto ambientale legato a<br />
macchine e processi operativi di<br />
ogni tipo e che coinvolgono più<br />
unità.<br />
CANTIERE 4.0<br />
Il digitale flessibile e integrato<br />
Una delle caratteristiche principali<br />
di Topcon Aptix è la capacità di<br />
automatizzare la distribuzione dei<br />
modelli 3D di costruzione e le modifiche<br />
in corso a quanto programmato.<br />
I frequenti cambiamenti imposti<br />
da condizioni esterne come,<br />
ad esempio, il meteo, rendono<br />
infatti difficile tenere aggiornata la<br />
direzione tecnica di cantiere e tutti<br />
gli operatori coinvolti nel lavoro.<br />
Aptix affronta questa problematica<br />
integrandosi con applicazioni standard<br />
del settore, tra cui Autodesk<br />
<strong>Construction</strong> Cloud® e Microsoft<br />
OneDrive. Grazie a queste integrazioni<br />
Aptix monitora attivamente<br />
gli aggiornamenti dei file all’interno<br />
di Autodesk® Build, Autodesk®<br />
Docs, BIM 360® e Microsoft<br />
OneDrive.<br />
Nella sostanza, quindi, non appena<br />
si verifica una modifica di un<br />
modello di costruzione<br />
o di pianificazione<br />
distribuisce<br />
automaticamente<br />
questi aggiornamenti<br />
a tutti i soggetti<br />
coinvolti. Oltre a<br />
questo si assicura<br />
che gli operatori<br />
abbiano accesso ai<br />
modelli e alle attività pianificate più<br />
aggiornati e che i responsabili di<br />
progetto dispongano dei report più<br />
aggiornati.<br />
James Cook, direttore, Partner<br />
integrations, Autodesk <strong>Construction</strong><br />
Solutions, ha sottolineato che<br />
«Senza informazioni aggiornate,<br />
accessibili e fruibili, i team di<br />
progetto avranno sempre difficoltà<br />
a comunicare e collaborare.<br />
Grazie all’integrazione di Autodesk<br />
<strong>Construction</strong> Cloud in Topcon<br />
Aptix, i team possono garantire<br />
che le informazioni critiche siano<br />
accessibili a tutte le parti interessate.<br />
In questo modo aiutano le<br />
aziende a costruire e a collaborare<br />
più facilmente fra loro».<br />
Gli fa eco Jason Hallett, vicepresidente<br />
e direttore generale di<br />
Topcon Integration Services, che<br />
ha rimarcato «Automatizzando<br />
processi in precedenza manuali,<br />
Aptix elimina l’inserimento dati. Si<br />
tratta infatti di un’operazione dispendiosa<br />
in termini di tempo oltre<br />
che soggetta ad errori. Questo<br />
consente di concentrarsi su attività<br />
più strategiche. I responsabili di<br />
progetto possono quindi prendere<br />
decisioni migliori e più informate<br />
grazie alla visibilità in tempo reale<br />
sull’avanzamento del progetto e<br />
sui potenziali ostacoli.<br />
Siamo certi che Aptix ottimizzerà il<br />
modo in cui vengono gestiti i progetti<br />
di costruzione. Questo perché<br />
si tratta di un nuovo e potente<br />
strumento rivolto ai professionisti<br />
delle costruzioni che desiderano<br />
migliorare i loro processi di gestione<br />
dei progetti».<br />
Murray Lodge, vicepresidente<br />
esecutivo e direttore generale di<br />
Topcon, ha invece sottolineato<br />
«Aptix integra le soluzioni Topcon<br />
per l’edilizia civile e le infrastrutture<br />
con soluzioni di terze parti per condividere<br />
dati, automatizzare i flussi<br />
di lavoro e facilitare la rendicontazione<br />
dei dati reali del costruito.<br />
Essere aperti e pronti a integrarsi<br />
con il resto del mondo è ciò che fa<br />
progredire l’industria delle costruzioni».<br />
| Engines<br />
Our new ambition is rising.<br />
Its name is Kohler Energy.<br />
When it comes to engines, we’ve been on the leading edge of technology<br />
and innovation since our foundation. But we don’t simply provide you with<br />
functional power: we redefine your energy resilience with industry-leading<br />
electrification, hybrid solutions, alternative fuels and innovative products,<br />
to create better lives and communities in a more sustainable future.<br />
This is the next chapter in our vision, and its name is Kohler Energy.<br />
10
L’impianto di riciclo metalli della FRACAR<br />
AL SERVIZIO<br />
DI TUTTI<br />
La piemontese FRACAR opera nel settore<br />
del riciclo dei metalli da oltre mezzo<br />
secolo. Un’attività che vede un impianto<br />
dalla capacità di taglio di 1.200 tonnellate<br />
orarie gestito con un flusso continuo di<br />
materiale in ingresso. E dove lavora un<br />
movimentatore industriale Hidromek<br />
HMK220W MH che si occupa di gran parte<br />
della logistica aziendale<br />
PASSIONE CANTIERE<br />
I<br />
cantieri non sono soltanto<br />
mobili e temporanei. Ci sono<br />
infatti attività che richiedono<br />
installazioni fisse dove le attività<br />
operative sono del tutto assimilabili<br />
a quello che normalmente si<br />
vedrebbe in un ordinario cantiere<br />
di demolizione.<br />
Come nel caso dell’impianto di<br />
riciclo dei metalli dove si trovano<br />
una pressocesoia ed un centro<br />
di riduzione volumetrica in grado<br />
di processare 1.200 tonnellate<br />
di materiale in un’ora di lavoro.<br />
Una struttura impegnativa la cui<br />
gestione è affidata ad un movimentatore<br />
industriale Hidromek<br />
HMK220W MH.<br />
«La Fracar ha superato il mezzo<br />
secolo di vita - ci racconta<br />
Andrea Forgia, titolare dell’azienda<br />
insieme ai fratelli Paolo e<br />
Danilo - e in tutto questo tempo<br />
abbiamo ormai maturato una<br />
buona esperienza sulle macchine<br />
da movimentazione. La prima<br />
cosa che abbiamo imparato è<br />
che se il movimentatore ha un<br />
DNA da macchina movimento<br />
terra tendenzialmente non darà<br />
problemi».<br />
E continua «Abbiamo un rapporto<br />
di lunga data con la Tematec,<br />
il concessionario Hidromek del<br />
nord ovest. Quando ci è stato<br />
proposto l’HMK220W MH siamo<br />
stati incuriositi. Siamo stati colpiti<br />
positivamente dalle carpenterie,<br />
dalla cura costruttiva<br />
generale, dalla cabina e dalle<br />
caratteristiche generali della<br />
macchina. Un mezzo a cui non<br />
avevamo pensato e che, invece,<br />
ha conquistato il nostro interesse<br />
e, in seguito, la nostra fiducia».<br />
Le fasi operative<br />
La Fracar ha la propria sede in<br />
posizione baricentrica fra Torino<br />
e Cuneo. L’attività aziendale<br />
spazia in tutto il nord ovest e<br />
nella sede di Polonghera. Dai<br />
cantieri di demolizione e dalle<br />
industrie della zona arrivano<br />
i metalli che prima sono divisi<br />
per tipologia, poi trattati e<br />
infine inviati in acciaieria. Tutta<br />
la gestione dei flussi è affidata<br />
al movimentatore industriale<br />
Hidromek. Con il supporto puntuale<br />
di due macchine su pilone<br />
che operano in postazione fissa.<br />
Ci spiega Paolo Forgia «Per<br />
affrontare la logistica in modo<br />
più efficiente abbiamo quindi<br />
deciso di affiancarli proprio<br />
con il movimentatore gommato.<br />
L’Hidromek HMK220W MH ha<br />
uno sbraccio di quasi 13 metri<br />
con un peso operativo di 26.500<br />
kg e ci permette di essere più<br />
produttivi grazie alla sua agilità<br />
e velocità».<br />
E continua «Per noi è importante<br />
avere la massima efficienza<br />
possibile nella gestione<br />
dell’impianto. L’arrivo del nuovo<br />
movimentatore ci ha permesso<br />
di risparmiare molto tempo e<br />
di acquistare più velocità nella<br />
movimentazionegestione dei<br />
rottami».<br />
5-7 OTTOBRE - PIACENZA<br />
Area Esterna M120-N127<br />
7-10 NOVEMBRE - RIMINI<br />
Padiglione C5 - Stand 2<strong>02</strong><br />
12
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ECOMONDO è l’occasione per presentare<br />
la gamma McCloskey al mercato italiano.<br />
Il costruttore canadese ha infatti trovato in<br />
Massucco T. un importatore con la giusta<br />
mentalità per affrontare il complesso<br />
panorama operativo nazionale. Grazie ad<br />
una gamma completa e che copre target<br />
fra loro differenti e complementari<br />
Massucco T. si presenta<br />
per la prima volta ad<br />
ECOMONDO con gli<br />
impianti mobili McCloskey. Il<br />
costruttore canadese, forte di<br />
una presenza globale e di una<br />
importante sede operativa anche<br />
in Irlanda del Nord, ha infatti<br />
trovato la propria dimensione<br />
ideale nella partnership con la<br />
struttura distributiva di Cuneo.<br />
Una collaborazione che si è<br />
ulteriormente rafforzata e consolidata<br />
nell’ultimo triennio con<br />
importanti risultati di mercato<br />
e con una flotta noleggio che<br />
trova oggi pochi riscontri nella<br />
concorrenza.<br />
L’evoluzione organizzativa del<br />
costruttore ha inoltre portato a<br />
gestire in modo distinto le macchine<br />
per l’ecologia, destinate<br />
a biomasse e rifiuti misti, che<br />
sono state divise da quelle per il<br />
trattamento dei materiali inerti<br />
e il riciclaggio dei rifiuti da<br />
costruzione e demolizione.<br />
L’offerta del costruttore prevede<br />
impianti con motorizzazioni<br />
termiche o con alimentazione<br />
elettrica.<br />
Frantoi e vagli. Ma non solo<br />
La gamma McCloskey si articola<br />
oggi su tre fondamentali linee<br />
di prodotto. Frantoi, vagli e<br />
nastri convogliatori. I frantoi si<br />
dividono a loro volta in tre tipi:<br />
Prodotti<br />
a mascelle, ad urto e a cono.<br />
Con target che spaziano dalla<br />
classica lavorazione dei materiali<br />
inerti fino ai cantieri di demolizione<br />
e bonifica. Gli impianti<br />
di vagliatura si dividono nelle<br />
due gamme R ed S. Dove la<br />
prima è indicata per i materiali<br />
più difficili, comprende anche<br />
modelli sgrossatori ed è dotata<br />
di prevagliatura con finger in<br />
grado di selezionare anche materiali<br />
umidi e grossolani senza<br />
ripercussioni di nessun genere.<br />
La serie S, invece, è indicata<br />
soprattuto per la selezione secondaria<br />
con una forte propensione<br />
verso i materiali inerti. In<br />
entrambi i casi si raggiungono<br />
livelli qualitativi elevati con<br />
la possibilità di integrare il<br />
lavaggio nel ciclo di selezione.<br />
I nastri convogliatori, infine,<br />
sono dotati di carri cingolati e<br />
tramogge di carico che permettono<br />
non solo di operare in linea<br />
con altri impianti ma anche in<br />
alimentazione con escavatori o<br />
pale gommate.<br />
La linea Environmental<br />
La linea dedicata ai rifiuti e<br />
alle biomasse si compone di<br />
cinque linee di prodotti. Con<br />
due tipologie di nastri ed i vagli<br />
serie R “prese a prestito” dalle<br />
macchine per inerti. Completano<br />
l’offerta i trituratori ed i<br />
vagli a tamburo. I trituratori a<br />
bassa velocità possono spaziare<br />
da materiali più semplici come<br />
cascami di legname fino ad elementi<br />
più coriacei e complessi<br />
come gli pneumatici. Passando<br />
ovviamente per rifiuti misti di<br />
vario genere.<br />
L’offerta di vagli a tamburo si<br />
articola su modelli cingolati<br />
e gommati. Con questi ultimi<br />
pensati per essere agganciati a<br />
semirimorchi che agevolano i<br />
lunghi trasporti fra un sito produttivo<br />
ed un altro.<br />
PERISCOPIO<br />
15
PALFINGER<br />
INARRESTABILE<br />
PALFINGER ha presentato questa estate al mercato<br />
italiano il modello PCC 57.0<strong>02</strong> al mercato italiano. Una<br />
macchina cingolata multiruolo pensata per operare<br />
nelle condizioni più disparate. Dagli ordinari spazi<br />
industriali dove si muove con agilità, fino ai cantieri<br />
montani di costruzione di impianti di risalita<br />
Palfinger ha presentato in<br />
estate, al mercato italiano,<br />
la nuova gru cingolata PCC<br />
57.0<strong>02</strong> pensata per affrontare<br />
cantieri di ogni tipo e per muoversi<br />
agilmente in spazi complessi. Da<br />
quelli ordinari tipici delle industrie,<br />
dei cantieri urbani o stradali. Per<br />
arrivare a quelli montani dove<br />
l’impiego delle gru è fondamentale<br />
per operare ad esempio nel<br />
montaggi di impianti di risalita,<br />
manutenzione e montaggi di<br />
centrali idroelettriche, dighe o altri<br />
impianti speciali. Oppure semplici<br />
cantieri abitativi. Un target<br />
estremamente ampio dove spesso<br />
erano impiegati, obbligandoli ad<br />
un fermo forzato, veicoli industriali<br />
dotati di gru retrocabina. Senza<br />
però, a volte, avere la stessa semplicità<br />
di accesso a luoghi impervi<br />
dove invece il carro cingolato può<br />
essere risolutivo e determinante.<br />
Con una precisione di piazzamento<br />
che non sempre i veicoli industriali<br />
possiedono in condizioni limite.<br />
Polivalente al quadrato<br />
Il costruttore austriaco punta in<br />
modo fondamentale alla polivalenza.<br />
Non solo nel lavoro in cantiere<br />
ma anche nelle sempre più complesse<br />
e delicate fasi di trasporto.<br />
La macchina pesa infatti, nella sua<br />
versione completa di contrappeso,<br />
carro e fly jib staccabili, circa 26<br />
tonnellate permettendo il trasporto<br />
con mezzi ordinari. Tutto questo<br />
a fronte di uno sbraccio massimo<br />
che sfiora i 30 metri, un’altezza<br />
massima raggiungibile che supera<br />
i 32 metri e una capacità massima<br />
di sollevamento di 18.200 kg. La<br />
pendenza massima superabile in<br />
modo autonomo è di 28 gradi.<br />
Le minipale<br />
gommate e<br />
cingolate della<br />
GEHL hanno<br />
trovato in Manitou<br />
un costruttore<br />
di valore che<br />
sta investendo<br />
per rinnovare e<br />
ampliare tutta la<br />
gamma.<br />
Riconoscimento basato<br />
sull’intelligenza artificiale.<br />
Telecamera con rilevamento pedoni integrato<br />
• Tecnologia plug-and-play per il collegamento diretto al monitor<br />
• Segnale di avvertimento acustico e visivo per il conducente<br />
• Riduce la probabilità di collisioni fornendo informazioni<br />
immediate e affidabili al conducente<br />
• Riduce i falsi allarmi<br />
PERISCOPIO<br />
16<br />
Le gru PCC, pensate per le difficoltà<br />
Le gru cingolate Palfinger PCC si<br />
basano su un concetto semplice<br />
quanto flessibile. Attualmente<br />
l’offerta del marchio austriaco è articolata<br />
su due modelli. La più piccola<br />
PCC 52.007 e la più grande<br />
PCC 115.0<strong>02</strong>. Quest’ultima, nonostante<br />
il suo peso operativo di<br />
42 tonnellate in versione completa<br />
di jib, contrappeso e verricello da<br />
3,5 tonnellate, è stata pensata in<br />
due moduli integrati e smontabili.<br />
Il modulo gru può quindi essere<br />
trasportato da solo con un peso<br />
operativo di circa 25 tonnellate<br />
mentre il modulo cingolato pesa<br />
intorno alle 10 tonnellate. Inoltre<br />
il modulo gru può anche essere<br />
utilizzato da solo senza per forza<br />
operare con il modulo cingolato.<br />
Fra le possibilità applicative del<br />
modulo gru vi è anche quella di<br />
poter essere impiegato su un<br />
autocarro ottimizzando così l’investimento.<br />
La pendenza massima affrontabile<br />
è del 60% permettendo quindi<br />
di muoversi autonomamente<br />
su terreni molto accidentati. La<br />
presenza di stabilizzatori off-road<br />
per impieghi gravosi permettono<br />
di compensare pendenze fino<br />
ad 8° mantenendo comunque<br />
la massima capacità di carico. I<br />
cingoli possono essere protetti<br />
con appositi pattini in materiale<br />
plastico speciale che consente di<br />
non rovinare le pavimentazioni.<br />
Decisamente interessante la<br />
possibilità di avere anche l’alimentazione<br />
elettrica tramite l’e-pack<br />
collegandosi alla rete elettrica.<br />
A riguardo della PCC 115.0<strong>02</strong> la<br />
capacità massima di sollevamento<br />
è pari a 30.000 kg per uno sbraccio<br />
massimo di quasi 34 metri<br />
con il jib ed un’altezza massima<br />
raggiungibile di oltre 36 metri.<br />
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Le piattaforme Manitou Oxygen<br />
IN ALTO<br />
IN SILENZIO<br />
Le piattaforme ATJe della gamma<br />
Oxygen di Manitou si distinguono per<br />
il funzionamento elettrico a batteria.<br />
Macchine pensate per muoversi in<br />
ambienti di ogni tipo senza emissioni<br />
locali né gassose, né sonore per<br />
garantire l’operabilità dove non è<br />
possibile muoversi con altri mezzi<br />
PERISCOPIO<br />
18<br />
Lavorare in spazi chiusi,<br />
centri urbani e ovunque vi<br />
sia la necessità di azzerare<br />
le emissioni locali. Manitou ha<br />
presentato la gamma Oxygen nel<br />
corso dello scorso Bauma puntando<br />
proprio a questo specifico<br />
target. E se c’è un settore dove<br />
questa esigenza è particolarmente<br />
sentita è proprio quello delle<br />
La gamma elettrificata Oxygen<br />
rappresenta la risposta specifica<br />
di Manitou alle esigenze del<br />
mercato specialistico che<br />
vuole operare in un contesto di<br />
emissioni locali pari a zero.<br />
La filosofia alla base di questi<br />
modelli trasversali è legata a<br />
soluzioni di alimentazione che si<br />
basano sull’effettivo impiego della<br />
macchina e vanno oltre a certe<br />
visioni “talebane” che si possono<br />
piattaforme dove l’azienda francese<br />
è presente con un’offerta<br />
che copre la maggioranza della<br />
richiesta con modelli scissor e a<br />
braccio articolato in grado di arrivare<br />
fino a circa 28 metri e con<br />
le macchine Oxygen ATJe che si<br />
fermano, per ora, al range dei 20<br />
metri di altezza operativa.<br />
riscontrare in altri settori come, ad<br />
esempio, quello automobilistico.<br />
Manitou ha infatti sviluppato<br />
macchine sia a batteria, sia con<br />
la doppia alimentazione elettrica/<br />
diesel. Interessando non solo<br />
le PLE ma anche i sollevatori<br />
telescopici rotativi e fissi frontali.<br />
Le soluzioni utilizzate sono tutte<br />
mirate all’abbassamento del<br />
TCO. Senza però abbassare le<br />
prestazioni e soprattutto con un<br />
Al litio<br />
Le batterie impiegate soo al Litio<br />
da 48 V x 460 Ah e con una<br />
potenza di 22 kWh. Il carica batteria<br />
integrato è da 48 V a 60 A.<br />
Una dotazione che permette di<br />
operare per lunghi turni di lavoro<br />
e consente la ricarica veloce in<br />
pausa pranzo.<br />
Oxygen, la gamma elettrificata di Manitou<br />
occhio alle potenzialità operative<br />
del cantiere.<br />
Nel caso dei modelli MRTe, ad<br />
esempio, sono disponibili anche<br />
dei powerpack che consentono<br />
di caricare le batterie durante<br />
gli spostamenti su strada fra un<br />
cantiere ed un altro garantendo<br />
così la necessaria autonomia<br />
operativa ma, soprattutto,<br />
sollevando l’operatore dal<br />
pensiero della ricarica. Sono<br />
infatti molto frequenti le situazioni<br />
in cui questi mezzi devono<br />
spostarsi per affrontare situazioni<br />
impreviste facendo proprio<br />
leva sulla propria polivalenza.<br />
Imprevisti che possono far<br />
variare i piani aziendali fra cui, ad<br />
esempio, proprio la ricarica della<br />
batteria. Il fatto di poter contare<br />
comunque su un certo livello di<br />
autonomia rende questi mezzi,<br />
nei fatti, impiegabili esattamente<br />
come gli MRT con motorizzazioni<br />
endotermiche. Le prestazioni in<br />
sollevamento rimangono invariate<br />
grazie ai livelli di potenza dove,<br />
ad esempio, sul modello MRT<br />
2660e si hanno 107 kW per gli<br />
spostamenti e 84 kW per torretta<br />
e braccio con identica disponibilità<br />
di accessori.<br />
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GIS & ECOMONDO. Autunno caldo<br />
SICUREZZA<br />
& AMBIENTE<br />
NODI CRUCIALI<br />
GIS & ECOMONDO sono i due<br />
appuntamenti autunnali più importanti<br />
del <strong>2<strong>02</strong>3</strong>. Due fiere italiane di richiamo<br />
internazionale che da un lato testimoniano<br />
il nostro “saper fare” in settori strategici<br />
come sollevamento e tecnologie<br />
ambientali. Dall’altro accendono i riflettori<br />
su tematiche per noi delicate come<br />
sicurezza e ambiente<br />
GIS ed ECOMONDO<br />
sono due tra<br />
le fiere italiane<br />
che hanno un<br />
forte respiro<br />
internazionale<br />
con una presenza<br />
qualificata e<br />
trasversale che<br />
consente di fare<br />
il punto sullo<br />
stato dell’arte<br />
in due settori,<br />
sollevamento e<br />
ambiente, che<br />
hanno molte<br />
sinergie fra loro.<br />
E che muovono<br />
comparti produttivi<br />
importanti e<br />
fondamentali per il<br />
nostro paese. Sia a<br />
livello di occupati,<br />
sia a livello di<br />
fatturato. Con nomi<br />
di eccellenza.<br />
GIS & ECOMONDO<br />
L<br />
'Italia è un paese dalle grandissime contraddizioni.<br />
Se da un lato siamo una delle nazioni<br />
con un sistema industriale in grado di competere<br />
ai massimi livelli mondiali, dall’altro facciamo<br />
di tutto per fare scappare gli investitori. Se da un<br />
lato riusciamo ad essere un paese leader in settori<br />
innovativi e molto competitivi come, ad esempio,<br />
il sollevamento, dall’altro facciamo segnare tristi<br />
classifiche legate agli infortuni mortali sul posto di<br />
lavoro. Se la nostra tecnologia in tema di macchine<br />
e attrezzature per l’ambiente è oggi in cima alle<br />
classifiche mondiali, dall’altro non siamo in grado<br />
di sfruttare degnamente questo know-how per<br />
valorizzare un patrimonio ambientale che è stato<br />
particolarmente generoso nei nostri confronti.<br />
Quest’autunno ci aspettano due fiere di settore<br />
molto importanti che mettono ulteriormente in luce<br />
queste discrasie. GIS ed Ecomondo testimoniano infatti,<br />
davanti ad una platea internazionale, la nostra<br />
grande capacità tecnica in due settori importantissimi<br />
sia per i comparti industriali che coinvolgono, sia per<br />
la sempre crescente importanza a livello strategico. Il<br />
mondo del sollevamento è infatti in crescita, e lo sarà<br />
ancora per moltissimo tempo, mentre l’importanza<br />
delle tecnologie per la salvaguardia ed il recupero<br />
ambientali sono oggi all’ordine del giorno. E non<br />
solo in Italia ma a livello globale. Ma dove il nostro<br />
paese recita un importante ruolo grazie ad un sistema<br />
produttivo e universitario di primo piano.<br />
Giornate Italiane del Sollevamento<br />
Se l’acronimo GIS indica chiaramente le Giornate<br />
Italiane del Sollevamento, in realtà ormai<br />
parlare solo di Italia è decisamente riduttivo. La<br />
kermesse piacentina, infatti, è di livello internazionale<br />
e coinvolge tutti i maggiori costruttori<br />
mondiali. Qui hanno infatti trovato casa non<br />
solo le aziende nazionali, leader nel settore del<br />
sollevamento in più ambiti merceologici, ma anche<br />
e soprattutto i grandi player internazionali.<br />
Probabilmente trascinati qui anche dalla grande<br />
importanza del nostro comparto industriale di<br />
settore. Un po’ come succede con Eima nel set-<br />
tore dell’agricoltura dove l’Italia è attualmente il<br />
primo costruttore al mondo di macchine agricole<br />
per numero di pezzi prodotti ed il secondo in<br />
termini di fatturato. GIS è una fiera verticale, di<br />
nome e di fatto, che ha una reale apertura globale<br />
e dove i costruttori presentano innovazioni<br />
e nuovi modelli perché sanno che gli operatori<br />
di settore arrivano qui appositamente per capire<br />
il “sentiment” generale del proprio settore.<br />
Le tematiche affrontate da GIS non sono però<br />
solo tecniche e tecnologiche ma anche di approfondito<br />
dibattivo su tematiche normative, su<br />
tendenze di mercato e su argomenti scottanti e<br />
spesso estremamente scomodi. Fra questi anche<br />
la sicurezza.<br />
Formazione e novità normative<br />
Nel corso di GIS si farà infatti il punto sul settore<br />
da molti punti di vista. Da quello di chi opera<br />
nei trasporti eccezionali e, in generale, nei servizi<br />
connessi al mondo delle costruzioni e della logistica,<br />
fondamentali utilizzatori di gru retrocabina<br />
e di allestimenti speciali e che al GIS trovano un<br />
fondamentale riferimento per le novità di settore e<br />
l’andamento del mercato.<br />
Si parlerà di formazione professionale, tema<br />
quanto mai importante e che coinvolge in modo<br />
pesante il mondo del sollevamento. Sia quello<br />
professionale, sia quello che possiamo definire<br />
“occasionale” e rappresentato dall’innumerevole<br />
numero di aziende generiche che si affidano al noleggio<br />
per le proprie specifiche esigenze di operare<br />
in quota. Con tutte le problematiche connesse a<br />
livello di errato uso delle macchine e relativi incidenti<br />
sul lavoro.<br />
Si parlerà di fondamentali aspetti normativi che<br />
coinvolgono macchine e aziende con risvolti spesso<br />
inaspettati sotto molti punti di vista. Primo fra tutti<br />
l’operare in modo corretto in cantiere per aumentare<br />
il livello di sicurezza attiva e passiva. Si prospetta<br />
un’edizione di GIS molto interessante grazie ad una<br />
piena maturità di una manifestazione che ormai è<br />
attesa sia dagli addetti ai lavori, sia da chi invece<br />
20<br />
21
ECOMONDO è l’occasione di confronto su tematiche legate ad<br />
ambiente, riciclo dei materiali e tecnologie collegate. I costruttori<br />
sono molto attivi da questo punto di vista con un’attività di per<br />
sonalizzazione ed allestimento che coinvolge specializzazioni e<br />
capacità tecniche di ogni livello. Il settore dedicato alle macchine<br />
è molto importante all’interno della manifestazione di Rimini e<br />
consente di capire lo stato dell’arte sul tema del riciclo e delle<br />
tecnologie impiegate per questo fondamentale settore di servizio.<br />
ha a che fare con il sollevamento in modo indiretto<br />
e occasionale.<br />
GIS & ECOMONDO<br />
ECOMONDO<br />
La manifestazione riminese è un punto di riferimento<br />
mondiale nel settore ambiente ed ecologia.<br />
Con spin-off, soprattutto dedicati alle energie<br />
rinnovabili, che da qui hanno preso vita propria.<br />
C’è stato un periodo in cui, a fronte di una profonda<br />
crisi del settore delle macchine movimento<br />
terra, i costruttori partecipavano ad Ecomondo a<br />
testimonianza di una vitalità continua del mondo legato<br />
al riciclo dei materiali. C’è infatti una profonda<br />
connessione con il mondo industriale generico che,<br />
da sempre, si appoggia alle aziende specializzate in<br />
questo tipo di attività per avere servizi e soluzioni<br />
a problematiche contingenti. Questa tendenza però<br />
si è affievolita nell’ultimo periodo lasciando spazio<br />
ai professionisti della movimentazione industriale e<br />
ad alcuni brand che invece ritengono ancora fondamentale<br />
essere presenti in un settore importante a<br />
livello nazionale.<br />
Non solo macchine<br />
Ecomondo non è però solo macchine. Pur essendo<br />
importantissima la presenza di movimentatori industriali,<br />
impianti di processazione di rifiuti di ogni<br />
tipo, sollevatori telescopici e veicoli industriali con<br />
tutti i loro allestimenti per la raccolta ed il trasporto<br />
dei rifiuti. Un settore trasversale che, ad ogni buon<br />
conto, sviluppa un fatturato molto elevato e coinvolge<br />
un numero di aziende altrettanto importante. Sono<br />
presenti qui anche industrie di settore che sviluppano<br />
tecnologie di bonifica e purificazione che, basandosi<br />
su elementi di grande innovazione scientifica, hanno<br />
però sempre bisogno di un importante “hardware”<br />
per svilupparsi. Stiamo quindi parlando di macchine<br />
e impianti industriali che portano ad avere, a cascata,<br />
la necessità di servizi legati a movimentazione,<br />
montaggio e logistica. Settori produttivi, questi ultimi,<br />
legati a stretto giro alle aziende che parteciano a<br />
GIS. Molte di loro, infatti, sono presenti ad entrambe<br />
le manifestazioni che, per fortuna, distano circa un<br />
mese l’una dall’altra in una programmazione sostenibile<br />
e che spesso non trova pari lungimiranza anche<br />
in fiere generaliste di settore.<br />
Veicoli industriali e allestimenti<br />
Un settore importante e ben presente in entrambe le<br />
manifestazioni è quello dei veicoli industriali e degli<br />
allestimenti loro dedicati. I costruttori di gru articolate<br />
lo sanno molto bene. Così come quelli che, e in<br />
Italia sono nuovamente tantisismi, si occupano invece<br />
di compattatori per rifiuti e macchine speciali per<br />
l’igiene urbana. Allestimenti che si collocano in una<br />
forbice alta del mercato in quanto a valore e complessità<br />
e che rappresentano per il nostro paese un<br />
altro fortissimo comparto produttivo. Ecomondo è di<br />
fatto la loro casa e anche qui il pubblico di riferimento<br />
è globale e non solo locale. La fiera riminese ha<br />
infatti saputo costruirsi una propria specifica identità<br />
che la vede oggi come punto di riferimento trainante<br />
e il cui limite, in effetti, è dato solo dalla capacità<br />
della fiera, intesa come struttura logistica composta<br />
da padiglioni e servizi, che “fa il pieno” in occasione<br />
di questa importante manifestazione. Grazie anche ad<br />
un comparto dell’accoglienza che trova in Rimini, e<br />
in tutta la costiera romagnola, un esempio organizzativo<br />
di alto livello in grado di trovare ospitalità a<br />
costi normali ad un numero rilevante di visitatori che<br />
hanno fatto segnare, nella scorsa edizione, un +41%<br />
rispetto all’anno precedente.<br />
22<br />
23
FOCUS SICUREZZA. Fanalini di coda<br />
EVIDENTE<br />
SEGNO<br />
DI RESA?<br />
Una situazione che più che definire allarmante<br />
è di fatto disperata. I dati relativi agli incidenti<br />
sui luoghi di lavoro sono in continuo aumento.<br />
Con quelli che determinano la morte delle<br />
persone coinvolte che non danno tregua e<br />
sembrano un bollettino di guerra. La media<br />
supera i tre decessi al giorno e coinvolge<br />
anche ambiti che dovrebbero operare con<br />
stringenti procedure operative<br />
SICUREZZA<br />
Dobbiamo alzare le mani in segno di resa? Viviamo<br />
uno sconsolante panorama dove gli<br />
infortuni sul lavoro con esito fatale, in Italia,<br />
si attestano a 3 ogni 110mila occupati contro una<br />
media UE di 2,1.<br />
Uno scenario causato in primis da una cronica<br />
mancanza di cultura della sicurezza che proviene<br />
da molto lontano. E che investe non solo i settori<br />
occupazionali ma ogni luogo della nostra vita quotidiana.<br />
Dalla strada fino alle mura domestiche. Si<br />
tratta prima di tutto di una questione culturale che<br />
investe il nostro modo di pensare ed il nostro modo<br />
di agire quotidiano. Per avere una seria e radicata<br />
inversione di tendenza occorre quindi un immane<br />
lavoro non solo di sensibilizzazione ma, prima di<br />
tutto, di una profonda formazione che coinvolga anche<br />
le scuole dell’obbligo. Un’azione radicale che<br />
coinvolga le giovani leve e permetta, con il tempo,<br />
di cambiare il modo di pensare.<br />
I dati INAIL fino a luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />
Le rilevazioni INAIL ci permettono di avere dei<br />
dati ufficiali aggiornati ufficialmente a fine luglio<br />
<strong>2<strong>02</strong>3</strong>. Comprendono quindi i primi 7 mesi dell’anno<br />
con una tendenza che, dalle notizie degli ultimi<br />
giorni, sembra in peggioramento.<br />
Ad oggi abbiamo infatti 559 vittime di cui 430 in<br />
occasione di lavoro e 129 in itinere con una media<br />
di 80 decessi al mese.<br />
Gli infortuni mortali, visti come numeri assoluti,<br />
ci forniscono invece questi dati percentuali. Il numero<br />
di 430 vittime in occasione di lavoro fa segnare,<br />
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente,<br />
un aumento del +4,4%. Siamo infatti passati da 412<br />
a, per l’appunto 430 morti nel corso delle operazioni<br />
lavorative. Per contro c’è stato un vistosto calo,<br />
pari al -17,8% dei decessi in itinere. Siamo infatti<br />
passati da 157 a 129.<br />
I dati per regioni<br />
A livello regionale i dati sono invece i seguenti:<br />
. LOMBARDIA - 74 decessi<br />
. VENETO - 40 decessi<br />
. LAZIO - 36 decessi<br />
. CAMPANIA - 33 decessi<br />
. PIEMONTE - 33 decessi<br />
. EMILIA ROMAGNA - 31 decessi<br />
. PUGLIA - 29 decessi<br />
. SICILIA - 26 decessi<br />
. TOSCANA - 21 decessi<br />
. ABRUZZO - 16 decessi<br />
. MARCHE - 14 decessi<br />
. UMBRIA - 13 decessi<br />
. CALABRIA - 13 decessi<br />
. FRIULI VENEZIA GIULIA - 12 decessi<br />
. TRENTINO ALTO ADIGE - 11 decessi<br />
. LIGURIA - 11 decessi<br />
. SARDEGNA - 10 decessi<br />
. BASILICATA - 5 decessi<br />
. VALLE D’AOSTA - 1 decesso<br />
. MOLISE - 1 decesso<br />
Potrebbe sembrare evidente una correlazione fra<br />
popolazione residente e PIL regionale. Cosa che in<br />
realtà non è.<br />
È stata infatti effettuata una zonizzazione a colori<br />
delle regioni per mettere in evidenza l’incidenza degli<br />
infortuni mortali in base al numero di occupati.<br />
La zonizzazione regionale<br />
L’incidenza degli infortuni mortali fornisce il numero<br />
di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa<br />
in una data area. Questa può essere una<br />
regione o una provincia. Il dato è sempre rapportato<br />
ad ogni milione di occupati presenti in quella<br />
data area. con questo metodo è quindi possibile<br />
confrontare i dati sul numero di infortuni e decessi<br />
tra le diverse regioni anche se sono caratterizzate<br />
da una popolazione lavorativa differente.<br />
L’Osservatorio Vega ha definito il rischio infortunistico<br />
nelle regioni italiane con i seguenti colori:<br />
. Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica<br />
inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale<br />
. Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica<br />
compresa tra il 75% dell’incidenza media nazio-<br />
Lo scenario italiano<br />
si attesta a 3<br />
infortuni mortali<br />
ogni 100mila<br />
occupati contro<br />
una media UE di<br />
2,1. Siamo quindi<br />
quasi al 50% in<br />
più rispetto alla<br />
media dell’unione.<br />
Un quadro che<br />
vede chiare<br />
carenze culturali<br />
e una formazione<br />
professionale che<br />
spesso rimane<br />
semplice carta<br />
straccia che serve<br />
semplicemente<br />
per accedere ai<br />
cantieri ma senza,<br />
dietro, una reale<br />
consapevolezza<br />
dei rischi che si<br />
corrono in cantiere<br />
e delle procedure<br />
per affrontarli in<br />
modo corretto.<br />
24<br />
25
Operare in sicurezza richiede una forte cultura personale che<br />
guarda in primis alle procedure. Cultura che si acquisisce con una<br />
forte attenzione ai dettagli e con una preparazione che inizi già<br />
con le giovani leve. Le imprese, dal canto loro, hanno il compito<br />
di strutturare e organizzare il lavoro in modo che nulla sia lasciato<br />
al caso. Sia in cantieri molto complessi, sia in cantieri semplici. La<br />
committenza, soprattutto quella pubblica, ha il dovere morale di<br />
valutare correttamente i prezzi di appalto per non speculare sugli<br />
aspetti legati alla sicurezza. Cosa che spesso non avviene e che<br />
causa problematiche di non poco conto.<br />
SICUREZZA<br />
nale e il valore medio nazionale<br />
. Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica<br />
compresa tra il valore medio nazionale e il<br />
125% dell’incidenza media nazionale<br />
. Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica<br />
superiore al 125% dell’incidenza media nazionale<br />
Questa elaborazione, effettuata per i primi sette<br />
mesi del <strong>2<strong>02</strong>3</strong> con un’incidenza superiore al 25%<br />
rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza<br />
medio, pari a 18,6 morti sul lavoro ogni milione di<br />
lavoratori) ha quindi ridefinito il quadro in questo<br />
modo.<br />
. REGIONI IN ROSSO: Umbria, Abruzzo, Basilicata<br />
e Calabria.<br />
. REGIONI IN ARANCIONE: Friuli Venezia Giulia,<br />
Puglia, Marche, Trentino Alto Adige, Campania,<br />
Sicilia e Veneto.<br />
. REGIONI IN GIALLO: Piemonte, Valle D’Aosta,<br />
Liguria, Sardegna, Lombardia, Lazio ed Emilia<br />
Romagna.<br />
. REGIONI IN BIANCO: Toscana e Molise.<br />
Appare quindi una situazione ben differente rispetto<br />
al dato numerico puro con regioni, come ad esempio<br />
Lombardia, Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna<br />
avere un dato rientrante nella media nazionale.<br />
Altre che invece potevano apparire più virtuose,<br />
come ad esempio Calabria, Basilicata ed Abruzzo,<br />
avere in realtà un dato gravemente sopra la media<br />
nazionale pur con numeri assoluti bassi.<br />
Le denunce di infortunio<br />
Le denunce di infortunio registrate da gennaio a<br />
luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong> sono in diminuzione del 21,9% rispetto<br />
allo stesso periodo del 2<strong>02</strong>2. Siamo infatti<br />
partiti da 441.451 a fine luglio 2<strong>02</strong>2 per arrivare a<br />
344.897a luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong>. Si tratta di un decremento<br />
evidente già da mesi che conferma la scomparsa<br />
degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.<br />
Infatti le denunce di infortunio nel solo settore<br />
Sanità sono calate del 63% passando da 60.6<strong>02</strong> di<br />
luglio 2<strong>02</strong>2 a 16.389 di luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong>.<br />
I dati legati al COVID-19 hanno infatti falsato<br />
le statistiche anche con decessi legati alla malattia<br />
contratta sul posto di lavoro.<br />
Giovani, meno giovani e donne<br />
Parlando invece di fasce di età i dati forniscono un<br />
quadro chiaro legato ad esperienza e logoramento<br />
fisico. Infatti la fascia d’età numericamente più<br />
colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella<br />
tra i 55 e i 64 anni. Su 430 infortuni da inizio anno<br />
ne abbiamo infatti 154 in questo specifico range.<br />
Se però ci rapportiamo a livello percentuale notiamo<br />
come l’incidenza degli infortuni mortali tra<br />
i lavoratori con età compresa tra i 15 e i 24 anni<br />
è molto alta. Infatti i dati evidenziano un rischio<br />
ben superiore rispetto ai colleghi di età compresa<br />
tra i 25 e i 34 anni. Abbiamo infatti 15,7 infortuni<br />
mortali ogni milione di occupati contro 9,5 per i<br />
colleghi meno giovani.<br />
L’incidenza più elevata è purtroppo quella rilevata<br />
nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni.<br />
Qui abbiamo un valore altissimo pari a<br />
65,5 infortuni mortali ogni milione di occupati.<br />
A seguire si ha la fascia di lavoratori compresi<br />
tra i 55 e i 64 anni con 32 infortuni mortali ogni<br />
milione di occupati. Dati che devono far riflettere<br />
in merito all’età pensionabile e alla classificazione<br />
dei lavori usurantiti.<br />
Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane<br />
da gennaio a luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong> sono state 121.095.<br />
Quelle dei colleghi uomini 223.8<strong>02</strong>. Le donne<br />
che hanno perso la vita in occasione di lavoro da<br />
gennaio a luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong> sono 25. Sono invece 14 i<br />
decessi nel percorso casa-lavoro.<br />
Stranieri<br />
Parlando invece di lavoratori stranieri emerge un<br />
dato preoccupante. Rimane alto il livello emergenziale.<br />
Sono infatti 79 gli infortuni mortali in<br />
occasione di lavoro e 24 quelli in itinere. Quindi<br />
il rischio di infortunio mortale per loro è quasi<br />
doppio rispetto agli italiani con un’incidenza di<br />
mortalità di 33,3 contro il 16,9 degli italiani.<br />
Numeri che devono far riflettere in merito alla<br />
formazione, al livello professionale e al corretto inserimento<br />
all’interno di un meccanismo operativo<br />
dove la sicurezza sia effettiva e soprattutto considerata<br />
un valore aggiunto. Considerazione che vale<br />
anche per i giovani lavoratori italiani.<br />
26<br />
27
IMPIANTI MOBILI Le punte di diamante<br />
MOBILI<br />
FLESSIBILI<br />
TECNOLOGICI<br />
Gli impianti mobili di frantumazione e vagliatura sono<br />
oggi macchine indispensabili per le aziende che<br />
vogliano elevarsi oltre il consueto. Con una polivalenza<br />
che spesso li fa preferire alle postazioni fisse grazie<br />
ad una produttività che va oltre ogni aspettativa. Un<br />
mercato in crescita dove tecnologia, azionamenti<br />
elettrici ed efficienza sono le parole d’ordine<br />
IMPIANTI MOBILI<br />
Da vere e proprie comparse a protagonisti dei cantieri<br />
di oggi. Gli impianti mobili di frantumazione<br />
e vagliatura sono diventati indispensabili<br />
per tutte quelle aziende che hanno intenzione di valorizzare<br />
il proprio processo produttivo. Un percorso<br />
non facile, visti anche gli importi degli investimenti<br />
in essere, ma che anche da noi ha preso piede. Chi<br />
ha saputo vedere lontano ed ha iniziato da tempo ad<br />
operare nel recupero e trattamento dei rifiuti da costruzione<br />
e demolizione lo sa molto bene. Oggi la tecnologia<br />
mette a disposizione nuove visioni operative<br />
dove l’azionamento elettrico e la triturazione a bassa<br />
velocità hanno aperto nuove prospettive di efficienza<br />
con un ulteriore aumento della polivalenza operativa.<br />
E l’Italia, ancora una volta, recita un ruolo importante.<br />
REV<br />
Fondata nel 1967, l’azienda italiana ha scritto pagine<br />
importanti nel settore degli impianti mobili. Con l’arrivo<br />
della nuova proprietà è stato ritrovato lo smalto<br />
del passato in cui innovazione e ricerca erano sempre<br />
stati gli elementi qualificanti con cui i fondatori, Roberto<br />
ed Ettore Vignali, erano riusciti a connotare il<br />
DNA aziendale.<br />
Il pieno rilancio da parte della famiglia Piffer,<br />
attiva da generazioni nel settore del movimento terra<br />
con la Comac, ha infatti consentito di evolvere con<br />
nuovi modelli e linee di prodotto. REV si è sempre<br />
distinta per la sua capacità di personalizzazione e<br />
per macchine pensate per essere polivalenti e compatte.<br />
Gli impianti di nuova generazione mantengono<br />
le stesse caratteristiche ma sono stati completamente<br />
rivisti e riprogettate pensando anche alla<br />
doppia alimentazione e ad efficientare i processi di<br />
lavorazione dei materiali. L’obiettivo fondamentale<br />
è infatti la riduzione del costo per ogni tonnellata<br />
di materiale processato. Sui modelli individuati<br />
dalla lettera “E” si hanno infatti potenze impegnate<br />
inferiori rispetto al passato senza però diminuire la<br />
capacità produttiva. In queste macchine la scelta<br />
progettuale ha quindi previsto un motore diesel di<br />
bassa potenza per gli spostamenti ed i servizi idraulici<br />
mentre il funzionamento vero e proprio è completamente<br />
elettrico. Un esempio è il GCS98E che,<br />
pur essendo una macchina da 42.500 kg di peso<br />
operativo con una bocca di frantumazione da 900<br />
x 800 mm dispone di un motore diesel da 83 kW<br />
(112 cv) e di un azionamento elettrico da 135 kW<br />
per una produzione oraria massima di 240 tonnellate.<br />
Scelte specifiche che riposizionano il marchio in<br />
modo intelligente. Decisamente interessante, infine,<br />
la possibilità di avere azionamenti completamente<br />
manuali o con PLC.<br />
MCCLOSKEY<br />
Il costruttore canadese, che fa parte del grande mondo<br />
di Metso, è oggi uno dei maggiori costruttori mondiali<br />
di impianti mobili con una storia iniziata nel 1985 ed<br />
una gamma che spazia dai classici frantoi a mascelle<br />
per arrivare fino ai nastri convogliatori. In mezzo<br />
c’è un grande universo composto da frantoi ad urto<br />
e cono, vagli sgrossatori e di semplice selezione. Il<br />
costruttore ha anche una propria sede a Tyrone, in Irlanda<br />
del Nord, che è il riferimento per tutti i mercati<br />
della zona UE. La divisione Environmental propone<br />
invece impianti mobili specifici per il trattamento di<br />
biomasse e rifiuti. La gamma dedicata al recycling<br />
legato al mondo delle costruzioni è offerta con motorizzazioni<br />
Volvo Penta, Caterpillar o con azionamento<br />
elettrificato per andare incontro alle esigenze specifiche<br />
di ogni realtà produttiva. McCloskey ha inoltre<br />
sviluppato il sistema 365SiteConnex che permette di<br />
avere il pieno controllo della macchina da remoto con<br />
tutti i dati di funzionamento e le diagnosi preventive<br />
di manutenzione. Uno strumento fondamentale che<br />
permette di gestire anche più impianti in serie per coordinare<br />
il flusso complessivo di lavorazione.<br />
KOMPLET<br />
L’azienda di Trecastelli, in provincia di Ancona,<br />
produce una gamma di macchine compatte molto<br />
interessanti e centrate sulle esigenze delle piccole<br />
imprese, dei cantieri con spazi stretti e problematiche<br />
produttive.<br />
L’offerta è articolata su frantoi, vagli, tritutratori<br />
e nastri mobili. La filosofia aziendale è quella di<br />
garantire massima mobilità, semplice trasportabilità<br />
ed elevate prestazioni produttive con materiali<br />
differenti e che spaziano dai classici rifiuti da costruzione<br />
e demolizione per arrivare fino a quelli<br />
urbani. Alla base della gamma Komplet c’è la<br />
propulsione elettrica, utilizzata sulla gran parte dei<br />
modelli. Energia elettrica fornita sia dalla rete, sia<br />
da un gruppo elettrogeno installato a bordo macchina<br />
con un significativo aumento della produttività.<br />
REV è un nome<br />
storico del mercato<br />
che, con la nuova<br />
proprietà, ha<br />
trovato un forte<br />
slancio verso nuovi<br />
prodotti ed un<br />
target allargato.<br />
MCCLOSKEY (in<br />
basso) si propone<br />
oggi con una<br />
gamma ampia e<br />
strutturata adatta<br />
a diversi tipi di<br />
mercati e materiali.<br />
28<br />
29
KOMPLET punta<br />
su compattezza<br />
e flessibilità<br />
operativa.<br />
KEESTRACK è oggi<br />
una delle aziende<br />
più presenti<br />
sul mercato<br />
forti di continui<br />
investimenti in<br />
ricerca e sviluppo.<br />
CAMS è stato un<br />
costruttore che,<br />
in forte anticipo<br />
sui tempi, ha<br />
fortemente creduto<br />
nella triturazione<br />
ad azionamento<br />
elettrico.<br />
IMPIANTI MOBILI<br />
La gamma complessiva comprende 8 vagli mobili fra<br />
cui anche in modello rotativo. I frantoi sono invece 7<br />
di cui un modello scarrabile. Molto interessante il trituratore<br />
a bassa velocità Krokodile che spazia dalle<br />
biomasse per arrivare fino ai cantieri di demolizione.<br />
Dispone infatti di funzione di inversione automatica<br />
della rotazione per evitare blocchi operativi<br />
a fronte di una coppia di rotazione di 160.000 Nm.<br />
KEESTRACK<br />
Il Gruppo belga è oggi fra i più attivi e dinamici. In<br />
fortissima crescita su tutti i mercati, sta puntando su<br />
prodotti dove l’efficienza operativa e la modularità sono<br />
alla base di una visione che mette il basso impatto al<br />
primo posto. L’azienda ha una grande storicità negli<br />
impianti mobili di vagliatura e, dopo l’acquisizione<br />
della OM di Ponzano Veneto, ha rafforzato in modo<br />
importante la propria presenza con una gamma che è<br />
oggi fra le più complete del mercato e comprende sia<br />
frantoi a mascelle, urto e cono, sia vagli convenzionali<br />
e vagli sgrossatori. Oltre che nastri di rilancio e trituratori<br />
a bassa velocità. A corredo di queste fondamentali<br />
macchine che trovano ampio spazio nella demolizione<br />
e nel riciclo dei materiali vi sono anche nebulizzatori<br />
per la polvere e unità cingolate di potenza per fornire<br />
energia elettrica a impianti e nastri.<br />
CAMS<br />
Torniamo in Italia, per la precisione a Castel San<br />
Pietro Terme dove ha sede la CAMS. Un nome storico<br />
del settore che, sulla base di 40 anni di knowhow,<br />
ha esplorato fra i primi il mondo della triturazione<br />
a bassa velocità. Oggi CAMS conta oltre 600<br />
impianti in azione in Italia e più di 200 oltre frontiera.<br />
Non solo impianti mobili ma anche installazioni<br />
fisse per il trattamento di rifiuti misti e da costruzione<br />
e demolizione, asfalto e materiali inerti. La<br />
gamma mobile è composta dalla Serie<br />
Centauro che ha portato su cingoli tutte<br />
le competenze dell’azienda romagnola.<br />
In una sola macchina sono infatti combinate<br />
triturazione, vagliatura e defferrizzazione<br />
del materiale. L’alimentazione<br />
è elettrica tramite dei gruppi elettrogeni<br />
di bordo che permettono di essere autonomi<br />
in ogni contesto operativo. La<br />
polivalenza delle macchine Centauro è<br />
pienamente gestibile in modo efficiente<br />
grazie a specifici programmi software<br />
che ottimizzano il funzionamento della<br />
macchina in base ai materiali trattati. Ad<br />
un basso consumo di carburante si associa<br />
una capacità di lavorazione anche di<br />
materiali bagnati rendendo queste macchine<br />
adatte per le bonifiche.<br />
NON POTRETE PIÙ<br />
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contenuto di innovazioni che contribuiscono ad incrementare l'efficienza delle operazioni<br />
quotidiane. Il nuovo profilo V12-Power massimizza il sollevamento possibile da una gru da 110Tm,<br />
lasciando una capacità di carico eccezionale grazie al suo peso simile alle gru da 90Tm ed un<br />
ingombro minimo per la sua categoria. Un design senza scendere a compromessi, progettato per<br />
fare quello che serve davvero senza aggiungere elementi non necessari.<br />
hiab.com<br />
30
MATERIAL-HANDLER. Il punto del mercato<br />
PREZIOSI<br />
ALLEATI<br />
Gommati, cingolati e fissi. I material-handler<br />
sono oggi i protagonisti assoluti degli impianti<br />
di riciclo dei metalli. Ma non solo. Anche della<br />
movimentazione di biomasse, legnami o qualsiasi<br />
altro materiale che debba entrare in un ciclo<br />
produttivo industriale. Con azionamenti che<br />
spaziano dal classico diesel fino alle batterie<br />
MATERIAL-HANDLER<br />
La prima esigenza per chi opera con un impianto<br />
di riciclaggio materiali o con processi produttivi<br />
che richiedono una logistica accurata è sicuramente<br />
la movimentazione efficiente dei materiali.<br />
Chi lavora nel campo dei rottami metallici, delle<br />
biomasse o del legname sa molto bene quanto sia<br />
complesso riuscire a prevedere ogni aspetto. Anche<br />
nell'impianto meglio organizzato è necessario avere<br />
macchine polivalenti e in grado di semplificare<br />
la vita sia agli operatori, sia ai responsabili della<br />
produzione. I material-handler nascono proprio per<br />
questo. Escavatori idraulici prestati ad un mondo<br />
parallelo dove bracci lunghi, cabine sopraelevabili<br />
sono al servizio di carri gommati ampiamente stabilizzati,<br />
carri cingolati, piloni fissi, mobili o su binari.<br />
Gli azionamenti partono dal classico motore<br />
diesel per arrivare alle macchina a batteria passando<br />
per l'alimentazione elettrica tramite rete. Un mondo<br />
di specialisti dove la capacità di personalizzazione<br />
dei costruttori fa la reale differenza.<br />
HIDROMEK<br />
Il costruttore di Ankara si sta facendo largo anche<br />
nel mercato dei material-handler con una gamma<br />
incentrata nella zona medio-bassa in termini di<br />
pesi operativi. Macchine che nascono sulla base<br />
degli apprezzati escavatori H4 con due modelli<br />
gommati ed uno cingolato. Almeno per ora visto<br />
che Hidromek si sta sempre più ritagliando un posto<br />
fra le aziende in grado di sviluppare modelli<br />
speciali in house con un'attenzione progettuale<br />
di livello. I modelli gommati sono l'HMK 140W<br />
MH e l'HMK 220W MH derivati dagli omologhi<br />
escavatori su ruote. La macchina cingolata è invece<br />
l'HMK230 LC MH. I bracci sono disegnati<br />
in modo specifico per andare incontro alle esigenze<br />
della movimentazione industriale e le cabine<br />
sopraelevabili sono dotate di un leverismo che<br />
associa elevata rigidezza laterale con un'ottima<br />
sospensione data dalla posizione dei cilindri che<br />
lavorano in piena estensione. Due accorgimenti<br />
che potrebbero anche sembrare banali ma che non<br />
tutti i costruttori generici utilizzano a causa del costo<br />
maggiore rispetto ad altre soluzioni. L'impianto<br />
idraulico è l'Opera Control System che si distingue<br />
per la fluidità e la sensibilità operativa con cui gestisce<br />
le portate fornite dalle pompe Kawasaki. Le<br />
motorizzazioni sono Isuzu Stage V con cilindrate<br />
che vanno da 3,0 a 5,2 litri e con potenze da 113<br />
a 162 cv. Gli sbracci sono perfettamente in linea<br />
con la categoria di ogni macchina superando gli<br />
11,00 metri nei modelli superiori con altezze fino<br />
a oltre 12,50 metri.<br />
I punti di forza di queste macchine sono legati<br />
sostanzialmente ad un'impostazione da macchina<br />
movimento terra che garantisce una durata superiore<br />
dei componenti come ralla, struttura dei bracci<br />
e carri. La cabina è un ulteriore punto di forza<br />
con un'ergonomia che oggi trova pochi riscontri<br />
sul mercato grazie a soluzioni fra cui, tra le altre,<br />
il sedile con sospensione non solo verticale ma<br />
anche orizzontale.<br />
SENNEBOGEN<br />
Parlare di Sennebogen significa immergersi di<br />
fatto nel mondo dei material-handler. L'azienda<br />
di Straubing, nel cuore della Baviera, è oggi uno<br />
dei massimi specialisti al mondo con soluzioni<br />
in grado di ottimizzare la movimentazione sia in<br />
piccoli impianti, sia in grandi porti per lo scarico<br />
e il carico di navi. Le macchine dal caratteristico<br />
colore verde acceso si sono infatti costruite una<br />
solida reputazione in settori estrememante differenti<br />
e con una gamma che comprende anche<br />
Terex Fuchs MODULAR+<br />
Fuchs è uno degli specialisti di settore.<br />
Il costruttore tedesco, ormai da anni<br />
parte integrante fondamentale del<br />
Gruppo Terex, è presente sul mercato<br />
in modo diretto con le sue macchine dal<br />
caratteristico colore blu e anche con il<br />
marchio Terex Ecotec (la cui prova del<br />
modello TWH 220 è a pagina 60 di questo<br />
numero) dai colori bianco e grigio. Alla<br />
base vi sono le stesse macchine ma<br />
declinate con la disponibilità di allestimenti<br />
diversificati.<br />
Il brand Fuchs si identifica infatti con<br />
un'offerta maggiormente articolata e che,<br />
nei modelli MODULAR+, si identifica<br />
con una vera e propria "quadrupla<br />
gamma" con alimentazione DIESEL,<br />
ELETTRIFICATA CON DIESEL<br />
POWER PACK, ELETTRIFICATA<br />
con alimentazione da rete oppure<br />
ELETTRIFICATA CON BATTERIE.<br />
Il costruttore apre quindi a soluzioni<br />
completamente differenti sulla base<br />
degli stessi modelli consentendo dunque<br />
ai propri clienti di scegliere la migliore<br />
soluzione in base alle specifiche esigenze.<br />
I modelli che non fanno parte dell'offerta<br />
MODULAR+ sono comunque disponibili<br />
con il duplice azionamento Diesel o<br />
Elettrico. Si tratta di una visione che<br />
il costruttore ha ereditato dalla sua<br />
lunga esperienza nel mercato della<br />
movimentazione e che lo vede oggi<br />
proporre un'offerta con carri gommati e<br />
cingolati, su pilone mobile o fisso oppure<br />
in versione stazionaria. In totale 14 modelli<br />
da 17 a 80 tonnellate di peso operativo<br />
con sbracci da 9,0 a oltre 24 metri.<br />
Uno dei punti di forza delle macchine<br />
Terex Fuchs è sicuramente la cabina di<br />
guida che, oggi, non ha rivali nel mercato.<br />
Disegnata appositamente per rispondere<br />
Wacker Neuson<br />
è un costruttore<br />
estremamente<br />
focalizzato sui<br />
cantieri edili e<br />
stradali con una<br />
gamma specializzata<br />
di alto livello. Il<br />
midi gommato<br />
EW100 si presenta<br />
a Samoter in modo<br />
completamente<br />
rinnovato<br />
aumentando in<br />
modo esponenziale<br />
le sue prestazioni<br />
allargando quindi<br />
il suo target di<br />
riferimento.<br />
alle specifiche richieste del mercato<br />
della movimentazione, di distingue per lo<br />
spazio, l'ergonomia e la visibilità a bordo.<br />
Il layout della torretta è un altro punto a<br />
favore di questi mezzi grazie a spazi di<br />
lavoro, anche nei modelli più piccoli, che<br />
agevolano la manutenzione ordinaria<br />
e aumentano la sicurezza nei controlli<br />
quotidiani. Il disegno dei bracci, infine, è<br />
specificamente pensato per ottimizzare le<br />
geometrie di lavoro.<br />
32
A destra, il Liebherr<br />
LH26 è una<br />
delle macchine<br />
più vendute nel<br />
panorama dei<br />
material- handler. Il<br />
costruttore tedesco<br />
è oggi il benchmark<br />
in questa<br />
particolare categoria<br />
di macchine<br />
grazie anche alla<br />
capacità di saper<br />
personalizzare<br />
diversi allestimenti<br />
e alla chiara<br />
derivazione dagli<br />
omologhi escavatori<br />
gommati e cingolati.<br />
In alto l'ATLAS<br />
300MH, un materialhandler<br />
della<br />
classe di peso da<br />
30 tonnellate che<br />
si inserisce nella<br />
classe di macchine<br />
più vendute . Il<br />
costruttore di<br />
Ganderkesee ha<br />
una storia lunga<br />
e movimentata<br />
che però non<br />
gli impedisce<br />
ancora oggi di<br />
posizionarsi sul<br />
mercato in modo<br />
ottimale rispetto<br />
alle richieste<br />
delle aziende<br />
specializzate.<br />
MATERIAL-HANDLER<br />
macchine a batteria. Nonostante sia uno specialista<br />
del settore, a dispetto di altre aziende simili ha impostato<br />
la propria gamma basandosi sul concetto<br />
di elevata robustezza e durata nel tempo. Tanto<br />
che sulla base di alcuni modelli cingolati nascono<br />
anche versioni specifiche per la demolizione. Le<br />
macchine portuali sono anche disponibili con la<br />
tecnologia Balance Handler che ottimizza consumi<br />
e tempi di ciclo grazie al bilanciamento del carico<br />
tramite uno specifico contrappeso.<br />
LIEBHERR<br />
L'azienda tedesca è oggi uno dei leader di mercato<br />
con una gamma che copre applicazioni molto differenti<br />
fra loro. La movimentazione industriale è<br />
per Liebherr un vero e proprio core-business che<br />
si affianca a quello della demolizione. Tanto che i<br />
material-handler della gamma sono spesso affiancati<br />
da numerosissime versioni ad hoc sviluppate<br />
appositamente in base alle specifiche richieste dei<br />
clienti. Il marchio ha infatti saputo sviluppare una<br />
forte capacità di personalizzazione che l'ha reso<br />
un punto di riferimento per le aziende del settore<br />
contribuendo alla sempre maggiore diffusione delle<br />
proprie macchine in impianti, industrie e nei grandi<br />
cantieri di movimentazione. Compresi ovviamente<br />
i porti. Sia marittimi che fluviali. Liebherr è inoltre<br />
stato un vero precursore nello sviluppo di versioni<br />
elettrificate alimentate direttamente da rete elettrica<br />
anche grazie alla propria esperienza nel settore minerario<br />
dove queste soluzioni sono in uso da lungo<br />
tempo. La derivazione dei material-handler del costruttore<br />
dagli omologhi escavatori è uno dei punti<br />
di forza che ha contribuito a renderli affidabili nel<br />
tempo ed apprezzati dagli addetti ai lavori.<br />
ATLAS<br />
Il costruttore di Ganderkesee è un altro dei sicuri<br />
riferimenti tedeschi nel campo dei material-handler.<br />
L'azienda si è costruita una solida fama nel tempo<br />
grazie ai suoi escavatori idraulici. In particolar<br />
modo quelli gommati. Che sono poi stati la base per<br />
gli attuali movimentatori che si presentano con una<br />
gamma di 10 modelli con pesi operativi fra 16 e 57<br />
tonnellate e con sbracci da 10,00 a 22,00 metri. Le<br />
macchine ATLAS si distinguono per le soluzioni<br />
uniche dei modelli più grandi che presentano un'architettura<br />
con motore longitudinale. Un layout che<br />
distingue da sempre gli escavatori ATLAS e che il<br />
costruttore ha abbandonato solo nei modelli più piccoli.<br />
La cabina è un altro dei punti di forza di queste<br />
macchine e si distingue per l'ergonomia molto<br />
curata e la visibilità molto buona in ogni direzione.<br />
Anche nel caso di ATLAS la derivazione dei suoi<br />
material-handlers dalle macchine movimento terra<br />
ha portato ad avere un'impostazione dove affidabili-<br />
tà e durata nel tempo sono due fattori fondamentali.<br />
La possibilità di avere bracci con disegni specifici<br />
e con un'impostazione da escavatore ha inoltre<br />
consentito di fare fronte ad applicazioni particolari<br />
come la movimentazione con pinze selezionatrici o<br />
con specifiche attrezzature studiate per applicazioni<br />
Diesel, elettrici, ibridi e a batteria.<br />
Se c'è una categoria di macchine che<br />
più di altre ha sempre impiegato l'azionamento<br />
elettrificato è proprio quella dei<br />
material-handler. Il fatto di operare spesso<br />
all'interno di stabilimenti e in processi<br />
operativi industrializzati e quindi organizzati<br />
ha infatti richiesto versioni con motori<br />
elettrici ormai da lungo tempo. Per diversi<br />
motivi. Sia per eliminare le emissioni<br />
negli spazi chiusi dei capannoni, sia per<br />
contenere i costi di esercizio. Le versioni<br />
elettrificate, infatti, ben anche inizialmente<br />
più costose, si rivelano infatti convenienti<br />
laddove il numero di ore lavorate sia molto<br />
alto. Cosa che avviene regolarmente<br />
negli impianti produttivi e in quelli dove si<br />
molto verticali. In opzione sono inoltre disponibili<br />
anche meccanismi di sollevamento della cabina<br />
che consentono un doppio movimento in modo da<br />
ottimizzare la posizione dell'operatore in operazioni<br />
molto differenti come, ad esempio, il carico e lo<br />
scarico di chiatte o veicoli con sponde alte.<br />
effettua il recupero dei materiali metallici<br />
o dove si movimentano biomasse e rifiuti<br />
per alimentare impianti di produzione<br />
di energia e termovalorizzatori. Oggi la<br />
tecnologia ha compiuto passi da gigante e<br />
la richiesta di mezzi elettrificati, soprattutto<br />
nei paesi dove esistono importanti incentivi<br />
fiscali, ha portato nuove soluzioni.<br />
La richiesta di macchine compatte in<br />
grado di muoversi liberamente ma, al contempo,<br />
anche operative in modo stazionario,<br />
ha portato all'impiego di batterie. Con<br />
un processo operativo dove la macchina<br />
può ricaricarsi dalla rete mentre lavora<br />
senza però rinunciare alla possibilità di<br />
muoversi all'interno dell'azienda in modo<br />
libero e dinamico quando necessario. Da<br />
questo punto di vista sia Fuchs, sia Sennebogen<br />
sono i due costruttori che oggi<br />
offrono più modelli con un'impostazione<br />
di questo tipo. E dove l'impostazione<br />
MODULAR+ delle "macchine blu" risulta<br />
convincente e vincente nei confronti delle<br />
imprese che chiedono sempre maggiore<br />
polivalenza anche da questo punto<br />
di vista. Il settore, inoltre, non risente in<br />
modo negativo delle dinamiche perverse<br />
tipiche del mondo delle costruzioni e<br />
le aziende, anche in virtù di una solida<br />
programmazione economica e produttiva,<br />
sono maggiormente disposte ad investire<br />
in macchine più costose.<br />
34<br />
35
MERLO. Ambiente e rifiuti<br />
ANIMA<br />
VERDE<br />
MERLO ha da sempre una fortissima vocazione<br />
per la movimentazione e la logistica nei settori<br />
legati all’ambiente, al riciclo e alla valorizzazione<br />
dei rifiuti. Sia con i suoi telescopici equipaggiati in<br />
modo specifico, sia con la divisione Tecno attiva<br />
negli allestimenti per i veicoli industriali legati alla<br />
raccolta e trasporto rifiuti<br />
I sollevatori<br />
telescopici Merlo si<br />
sono ritagliati uno<br />
spazio importante<br />
e qualificato nella<br />
movimentazione<br />
industriale legata<br />
al settore della<br />
trasformazione,<br />
trattamento e<br />
valorizzazione dei<br />
rifiuti.<br />
MERLO<br />
Merlo è stato il primo costruttore ad intuire<br />
in modo così marcato le grandi potenzialità<br />
applicative dei sollevatori telescopici.<br />
Il costruttore, in tempi assolutamente non sospetti,<br />
ha infatti aperto il mercato dell’agricoltura a<br />
queste macchine trascinando con sé anche i suoi<br />
maggiori competitor. Ma i campi applicativi in cui<br />
l’azienda di Cuneo ha saputo fare da apripista sono<br />
molteplici. In primis quello dell’ecologia, dei rifiuti,<br />
delle biomasse e della logistica degli impianti<br />
industriali. Settori dove, grazie a macchine pensate<br />
in modo specifico e ad un catalogo di attrezzature<br />
che oggi trova pochissimi riscontri sul mercato,<br />
le macchine verdi si sono fatte apprezzare per la<br />
loro polivalenza e la capacità di saper affrontare<br />
impieghi duri e impegnativi. Come solo le attività<br />
industriali sanno esserlo e dove i turni di lavoro<br />
sono intensi e difficili.<br />
Macchine pensate per lavorare<br />
La gamma Merlo è ovviamente articolata per fasce<br />
di portata e dimensioni ma c’è un denominatore comune<br />
che unisce trasversalmente tutti i modelli e che<br />
consiste nella completezza degli allestimenti specifici<br />
e nella capacità operativa associata ad una semplicità<br />
di utilizzo derivante da impianti idraulici di valore.<br />
Nella sostanza, utilizzare un telescopico di piccole<br />
dimensioni oppure una grande macchina non costituisce<br />
nessuna differenza salvo, ovviamente, nelle<br />
dimensioni e nelle portate.<br />
Questo permette agli utilizzatori di trovare la macchina<br />
più adatta per la propria specifica applicazione<br />
in base agli spazi a disposizione e ai compiti specifici<br />
da affidare ad ogni singola macchina.<br />
L’altro fondamentale valore aggiunto, per chi opera<br />
con flotte composte da macchine di diversa dimensione,<br />
è l’assoluta uniformità del posto guida che,<br />
anche sui modelli più piccoli, ha dimensioni, layout<br />
e dotazioni identici ai modelli superiori. Consentendo<br />
quindi agli operatori di passare senza problemi<br />
da una macchina all’altra senza alcuna necessità di<br />
apprendimento ulteriore se non l’abitudine alle differenti<br />
dimensioni delle singole macchine.<br />
Un posto guida che va oltre la cabina<br />
Il posto guida dei sollevatori telescopici Merlo va<br />
ben oltre la semplice cabina di guida. L’impostazione<br />
di base che il costruttore ha sempre e fortemente sviluppato<br />
coinvolge infatti tutto il sistema macchina.<br />
La cabina di guida è solo la punta dell’iceberg di<br />
macchine dove l’idraulica Load Sensing Flow Sharing,<br />
la trasmissione idrostatica a circuito chiuso, le<br />
motorizzazioni esuberanti, i bracci con le tubazioni<br />
interne e la struttura estremamente compatta contribuiscono<br />
in modo sostanziale a quella piacevolezza<br />
di impiego che ha sempre distinto i telescopici<br />
Merlo.<br />
A poco servirebbe infatti una cabina dal design<br />
accattivante e dall’ergonomia ben studiata se poi la<br />
struttura ingombrante della macchina ponesse forti<br />
limiti alla visibilità. Così come un impianto idraulico<br />
raffinato, abbinato ad una trasmissione Power-Shift,<br />
avrebbe dei limiti applicativi da non sottovalutare<br />
quando si opera in contesti delicati dove precisione<br />
e fluidità fanno la differenza. Proprio come negli impianti<br />
di lavorazione e riciclo dei rifiuti di qualsiasi<br />
tipo. Luoghi dove spazi stretti, ritmi produttivi elevati<br />
e disagi di vario genere mettono in primo piano<br />
il comfort e la semplicità di utilizzo dei telescopici<br />
dal caratteristico colore verde.<br />
La possibilità di avere la cabina sospesa idraulicamente<br />
rappresenta un ulteriore vantaggio competitivo<br />
di non poco conto rispetto ai competitor. In abbinamento<br />
al braccio sospeso consente infatti di ridurre in<br />
modo drastico le vibrazioni trasmesse all’operatore e<br />
di aumentare il ritmo produttivo. Si riducono a zero<br />
le perdite di carico dalla benna ed è possibile operare<br />
a velocità superiori senza ripercussioni su operatore<br />
e macchina.<br />
La gamma Alta Capacità<br />
Merlo ha anche pensato alle aziende che hanno necessità<br />
produttive importanti con la gamma Alta Capacità.<br />
Stiamo parlando dei modelli che partono dal<br />
45.11 e arrivano fino al 120.10 e si basano su un’impostazione<br />
modulare che prevede anche un cinematismo<br />
ad alta forza di strappo sul modello TF65.9.<br />
Una macchina pensata appositamente per competere<br />
con le pale gommate in impianti, movimentazione<br />
biomasse, rifiuti e legname. Ma con il vantaggio di<br />
una manovrabilità superiore, di un elevato carico ad<br />
altezze fino a 9 metri che richiederebbero pale con<br />
dimensioni e costi di gestione non lontanamente paragonabili<br />
a quelle di un sollevatore telescopico. Nel<br />
caso del TF65.9 si parla infatti di una macchina da<br />
11.250 kg di peso operativo a fronte di una portata<br />
massima di 6.500 kg che passano a 4.500 kg alla<br />
massima altezza di 9 metri. La presenza della trasmissione<br />
a variazione continua CVTronic consente<br />
inoltre di avere sempre la massima coppia di spinta<br />
senza interruzione di continuità.<br />
La logistica dei rifiuti secondo Merlo<br />
Fra le divisioni aziendali del Gruppo Merlo la TEC-<br />
NOINDUSTRIE si occupa di allestimenti per la raccolta<br />
ed il trasporto dei rifiuti con veicoli industriali.<br />
Un’attività che Merlo ha integrato nel Gruppo nel<br />
1996 e che oggi è fra i protagonisti del settore con<br />
una gamma composta da sei linee di compattatori<br />
per veicoli piccoli, medi e pesanti. L’evoluzione della<br />
gamma TECNOINDUSTRIE ha seguito in modo<br />
parallelo sia quella del quadro normativo legato alla<br />
raccolta differenziata e al riuso, sia il cambiamento<br />
dei mezzi di trasporto con l’ingresso nel mondo della<br />
raccolta rifuti dei veicoli elettrici e di quelli estremamente<br />
compatti.<br />
Si è inoltre posta particolare attenzione ai veicoli<br />
satellite che conferiscono in un grande mezzo “madre”<br />
che si occupa poi del trasporto agl impianti di<br />
trattamento e valorizzazione. La gamma Zenith, in<br />
particolare, ha messo in campo soluzioni ottimizzate<br />
da questo punto di vista ponendo grande attenzione<br />
sia alla tenuta dei liquidi di percolazione, sia alle<br />
modalità di compattazione e scarico.<br />
La gamma di<br />
compattatori di<br />
TECNOINDUSTRIE<br />
copre oggi oltre il<br />
90% delle richieste<br />
del mercato con<br />
macchine di ogni<br />
dimensione. La<br />
linea Zeithc, in<br />
particolare, è<br />
pensata per<br />
veicoli medi e<br />
pesanti e svolge il<br />
fondamentale ruolo<br />
sia della raccolta,<br />
sia del trasporto<br />
verso gli impianti<br />
di trasformazione<br />
dei contenuti<br />
di altre piccole<br />
unità satellite che<br />
conferiscono nel<br />
veicolo “madre”.<br />
La gamma di<br />
sollevatori<br />
telescopici made<br />
in Cuneo dispone<br />
di caratteristiche<br />
di base che sono<br />
trasversali a tutti i<br />
modelli. Prima fra<br />
tutte una elevata<br />
semplicità di guida<br />
che aumenta la<br />
sicurezza operativa.<br />
36<br />
37
TELESCOPICI. Il punto del mercato<br />
POLIVALENTI<br />
PER NATURA<br />
I sollevatori telescopici sono macchine la cui<br />
polivalenza è sempre più apprezzata dal mercato.<br />
Non solo sollevamento, quindi, ma anche carico,<br />
scavo, lavori speciali in contesti duri e complessi,<br />
movimentazione industriale e agricola. Mezzi<br />
dall’anima multiforme che non si accontentano di<br />
una definizione univoca<br />
La gamma<br />
Pegasus di Dieci<br />
si arricchisce del<br />
nuovo 60.35 che<br />
introduce una<br />
cabina di guida<br />
e l’Easy Tech<br />
System , una<br />
nuova piattaforma<br />
Hardware e<br />
Software che<br />
permette il pieno<br />
controllo della<br />
macchina in modo<br />
più semplice e<br />
intuitivo.<br />
TELESCOPICI<br />
I<br />
sollevatori telescopici sono dei chiari indicatori<br />
economici sul tipo di mercato in cui si collocano.<br />
La loro presenza indica infatti maggiore o<br />
minore complessità economica con spazi enormi<br />
del tutto inesplorati. Ecco perché stiamo parlando<br />
di una macchina che sarà la sicura protagonista<br />
dei prossimi anni con numeri in continua e costante<br />
crescita e con una domanda che porterà molti<br />
costruttori a doversi organizzare per aumentare la<br />
propria presenza in mercati inesplorati. Il mercato<br />
offre oggi macchine con caratteristiche e potenzialità<br />
operative di tutti i tipi. Dove costruttori<br />
specialisti e altri più generalisti sono presenti con<br />
macchine dalle caratteristiche molto interessanti.<br />
BOBCAT<br />
La Lince sta sempre di più puntando su una presenza<br />
in grado di fornire macchine e servizi alle imprese<br />
attive sia nel settore delle costruzioni, sia in agricoltura<br />
e industria. L’accordo con Magni ha permesso<br />
di avere una gamma di telescopici rotativi ad alte<br />
prestazioni di riconosciuta qualità che ha allargato<br />
ampiamente il target della rete distributiva. Ma le<br />
macchine prodotte self-made sono da sempre molto<br />
interessanti. Stiamo parlando ovviamente dei modelli<br />
frontali fissi prodotti nello stabilimento, recentemente<br />
ampliato, con sede a Pontchateau.<br />
La gamma frontale fissa del costruttore americano<br />
si compone di 13 modelli con altezze di sollevamento<br />
comprese fra 6 e 18 metri con e senza<br />
stabilizzazione. Si tratta di macchine dai contenuti<br />
molto concreti e interessanti dove ad un livello di<br />
affidabilità molto elevato riconosciuto dal mercato si<br />
associa una altrettanto elevata semplicità di utilizzo.<br />
Bobcat ha infatti puntato su una gestione molto semplice<br />
delle potenzialità della macchina. L’elettronica<br />
di bordo, infatti, presenta interessanti funzionalità<br />
che aumentano l’efficienza operativagrazie all’ottimizzazione<br />
della gestione dei movimenti, della<br />
stabilizzazione (dove presente) e della trasmissione<br />
idrostatica ad alta efficienza. Molte funzionalità sono<br />
infatti comandabili tutte dal joystick multifunzione e<br />
risultano estremamente pratiche nell’impiego dinamico<br />
tipico di queste macchine. Il posto guida è stato<br />
recentemente aggiornato con nuovi interni e display<br />
digitale di nuova generazione che riprende routine di<br />
navigazione ed elementi comuni a tutte le altre macchine<br />
Bobcat. Infatti il costruttore punta moltissimo<br />
sull’integrazione di gamma fornendo un’elevatissima<br />
compatibilità con gli accessori da utilizzare anche su<br />
minipale e pale gommate. Tutto questo grazie sia agli<br />
attacchi unificati Bob-Tach, sia al riconoscimento automatico<br />
elettronico.<br />
DIECI<br />
L’azienda di Reggio Emilia si presenta alle fiere<br />
autunnali con i nuovi modelli della gamma rotativa<br />
Pegasus. In particolare il nuovo 60.35 che introduce<br />
l’Easy Tech System. Si tratta di una nuova piattaforma<br />
Hardware e Software che permette il pieno<br />
controllo della macchina in modo più semplice e<br />
intuitivo grazie alla gestione avanzata di tutte le<br />
funzionalità del mezzo. L’obiettivo di Dieci è quello<br />
di aumentare la sicurezza operativa e consentire<br />
agli operatori di sfruttare al 100% le elevate potenzialità<br />
delle proprie macchine. Tra le innovazioni<br />
abbiamo la gestione retro azionata dei movimenti<br />
di braccio, torretta e attrezzature che permette di<br />
impostare anche i parametri di soglia massima per<br />
ogni movimento. La movimentazione del braccio<br />
avviene secondo 6 differenti modalità di lavoro. Il<br />
sistema antiribaltamento avanzato Anti Tilt System<br />
Pro gestisce il controllo del carico in tempo reale con<br />
il blocco dei movimenti aggravanti. Questo anche<br />
grazie al rilevamento automatico dell’attrezzatura<br />
e la calibrazione dei diagrammi di lavoro in modo<br />
completamente automatico. Il tutto tramite un posto<br />
guida completamente nuovo che apre nuove frontiere<br />
in termini di ergonomia, semplicità d’uso e comfort<br />
operativo. La postazione di guida è infatti dotata di<br />
due joystick proporzionali di tipo capacitivo con cui<br />
si comandano tutti i movimenti di braccio e torretta.<br />
MAGNI TH<br />
L’azienda di Castelfranco Emilia si presenta con la<br />
sua gamma di telescopici sia frontali fissi che rotativi.<br />
Un costruttore che fin da subito si è distinto per<br />
modelli ad alte prestazioni e per applicazioni speciali<br />
sviluppate in modo diretto. Specifiche nicchie<br />
di mercato dove Magni ha aperto la strada in settori<br />
dove i sollevatori telescopici non avevano ancora trovato<br />
spazio. Come ad esempio nella manutenzione<br />
del verde con le versioni dotate di cesoie forestali<br />
che permettono un elevato efficientamento negli interventi<br />
di abbattimento controllato nei centri urbani<br />
o lungo le vie di comunicazione.<br />
La gamma di rotativi della Magni è oggi composta<br />
da 21 modelli in commercio e da una nuova<br />
macchina in arrivo. Stiamo parlando dell’RTH<br />
10.37 che si caratterizza per la capacità massima di<br />
sollevamento di 10 tonnellate e per l’altezza massima<br />
raggiungibile di 37 metri. Passando invece<br />
alla parte bassa della gamma rotativa è stato introdotto<br />
nel corso del <strong>2<strong>02</strong>3</strong> il modello RTH 5.18 che<br />
si rivolge ad un target<br />
dove sia il noleggio,<br />
sia le piccole imprese<br />
giocano un ruolo fondamentale.<br />
Si tratta di<br />
una macchina che può<br />
trovare anche ampio<br />
spazio nel tunnelling<br />
come mezzo compatto<br />
e versatile per la posa<br />
centine e la bonifica<br />
delle pareti nei cantieri<br />
condotti con metodologie<br />
tradizionali. Nelle<br />
macchine frontali<br />
fisse Magni sta invece<br />
allargando la propria<br />
gamma verso il basso<br />
con nuovi modelli stabilizzati<br />
da 15 metri di<br />
altezza.<br />
MAGNI ha<br />
esplorato<br />
diverse nuove<br />
applicazioni con<br />
i suoi telescopici<br />
rotativi che hanno<br />
portato queste<br />
macchine verso<br />
settori dove, fino a<br />
poco fa, non erano<br />
presenti. Come ad<br />
esempio nel caso<br />
dell’abbattimento<br />
controllato degli<br />
alberi ad alto fusto<br />
nei centri abitati<br />
o lungo le vie di<br />
comunicazione.<br />
BOBCAT punta su<br />
una gamma solida e<br />
strutturata per dare<br />
risposte concrete<br />
a chi lavora in<br />
edilizia, industria ed<br />
agricoltura grazie a<br />
soluzioni semplici<br />
ma funzionali dove<br />
l’integrazione con<br />
la ricca gamma di<br />
accessori in uso<br />
su pale gommate<br />
e minipale è<br />
fondamentale per<br />
rete e clienti.<br />
38<br />
39
GRU. Un mercato con soluzioni di ogni tipo<br />
SU GOMMA<br />
SU CINGOLI<br />
SU CAMION<br />
Il mercato delle gru offre oggi soluzioni per<br />
ogni esigenza. Una forte evoluzione legata ad<br />
un diverso modo di costruire e a tecnologie<br />
che si stanno sempre più aggiornando. Con<br />
macchine gommate, cingolate o articolate su<br />
camion. Le portate non hanno (quasi) limiti<br />
operativi e gli allestimenti seguono ormai le<br />
più disparate richieste dei clienti. La parola<br />
d’ordine è ormai chiaramente “polivalenza”<br />
Sany è presente in<br />
Italia nel settore<br />
gru con Verdelli<br />
International che<br />
ha già collocato<br />
sul mercato<br />
due grandi gru<br />
cingolate. Parliamo<br />
della SCE2660A<br />
ed SCE4800A,<br />
tralicciate da 260<br />
e 480 tonnellate di<br />
capacità massima di<br />
sollevamento. Qui<br />
a lato la SCE600TB<br />
da 60 tonnellate<br />
di capacità<br />
con braccio<br />
telescopico. In<br />
basso la Gamma<br />
Techno di Fassi<br />
presentata al GIS<br />
2<strong>02</strong>1.<br />
GRU<br />
Che le gru fossero le protagoniste indiscusse dei<br />
cantieri era chiaro. Che lo skyline della presenza<br />
di queste macchine nei lavori in corso<br />
in Italia diventasse invece così variegato in pochi<br />
lo avrebbero pensato. Sono tornate ad essere protagoniste<br />
macchine che non si vedevano da tempo.<br />
Un po’ per i tipi di lavori ma, soprattutto, per un’evoluzione<br />
tecnologica dei cantieri che, complice la<br />
fortissima crisi che ha raggiunto il suo apice fra il<br />
2012 e il 2013, non è stata così evidente nel nostro<br />
paese. Complice anche un quadro fiscale dove il<br />
piano Industria 4.0 ha contribuito in modo determinante<br />
al ricambio e all’aumento del parco macchine<br />
circolante, siamo oggi di fronte a presenze cui non<br />
si era abituati. Parliamo soprattutto di gru cingolate.<br />
Senza ovviamente dimenticare le più diffuse<br />
autogru e le gru articolate da autocarro. Con queste<br />
ultime sempre più importanti e prestazionali.<br />
SANY<br />
Il grande gruppo globale è ormai una presenza<br />
sempre più frequente nei cantieri italiani con le sue<br />
macchine movimento terra. La divisione sollevamento<br />
fa capo a Verdelli International, importatore<br />
ufficiale delle gru per tutto il territorio nazionale.<br />
Le macchine importate in Italia, per ora, costituiscono<br />
le gamme di gru cingolate telescopiche<br />
e a traliccio, autogru tuttoterreno e fuoristrada.<br />
L’azienda cinese vanta un know-how di livello<br />
nel settore con tecnologie di bordo decisamente<br />
interessanti. Nel caso delle gru cingolate, sia telescopiche<br />
che a traliccio, una delle caratteristiche<br />
fondamentali è la possibilità di operare con radiocomando<br />
in ogni contesto operativo. Una possibilità<br />
che, soprattutto nei sollevamenti ordinari,<br />
permette all’operatore di avere pienamente sotto<br />
controllo tutta la zona di lavoro. Da un punto di<br />
vista prestazionale, Sany si sta ritagliando un’importante<br />
posizione fra i grandi costruttori di gru ad<br />
alte prestazioni grazie ad un’esperienza sul campo<br />
che ha visto le macchine cinesi operare in tutto il<br />
mondo. Attualmente il di punta fra le gru cingolate<br />
a traliccio è la SCC40000A con 4.000 tonnellate<br />
di capacità massima di sollevamento. In Italia operano<br />
diverse macchine, sia telescopiche sia a traliccio<br />
con due fra i modelli più grandi presenti in<br />
Europa. Stiamo parlando della SCC2600A e della<br />
SCC4800A con capacità massima di sollevamento<br />
pari rispettivamente a 260 e 480 tonnellate. Due<br />
modelli che si inseriscono nella gamma delle gru<br />
cingolate a traliccio e che attualmente operano in<br />
importanti cantieri del sud Italia.<br />
FASSI<br />
L’azienda di Bergamo è uno dei punti di riferimento<br />
mondiali nel settore delle gru articolate per autocarro.<br />
GIS <strong>2<strong>02</strong>3</strong> sarà l’occasione per presentare<br />
l’ampliamento della gamma Techno il cui lancio<br />
era stato al centro dell’interesse aziendale nel corso<br />
della kermesse piacentina del 2<strong>02</strong>1. Nuovi modelli<br />
in arrivo, quindi, caratterizzati dall’elevato livello<br />
tecnologico che contraddistingue questa gamma.<br />
In particolare la struttura X-Design con il braccio<br />
secondario e gli sfili a sezione dodecagonale che<br />
consente una distribuzione uniforme degli sforzi<br />
tra pattino e longherone e, al contempo, permette<br />
una sensibile riduzione del peso operativo. A livello<br />
di gestione della macchina abbiamo l’innovativa<br />
unità di controllo FX900 ed il sistema digitale che<br />
integra il nuovo disaply con la possibilità di radiocomandare<br />
gli stabilizzatori. Il sistema di controllo<br />
della stabilità FSC-Techno consente di ottimizzare<br />
le prestazioni della macchina a livello di portata<br />
in base all’effettiva posizione degli stabilizzatori.<br />
Tutta la struttura della macchina è infine realizzata<br />
in acciaio UHSS ad alto limite di snervamento che<br />
permettono di ridurre il peso della gru al minimo<br />
indispensabile.<br />
PM<br />
L’azienda modenese è di fatto il primo costruttore<br />
italiano di gru articolate per autocarro. Dal 2015<br />
è stato assorbito da Manitex Inc. ma tutta la testa<br />
pensante dell’azienda, e non solo, sono rimaste saldamente<br />
in Italia. Concetto ulteriormente ribadito<br />
nel 2018 con l’accorpamento fra PM e Oli&Steel<br />
sotto l’unico marchio PM Oli&Steel Spa. La produzione<br />
spazia in modo trasversale su tutti i segmenti<br />
40<br />
41
In alto, le gru Jonsered sono pensate per l’impiego nel<br />
settore del riciclaggio e della movimentazione industriale e<br />
boschiva. A lato la PM 70.5 SP integra diverse funzionalità<br />
che aumentano la sicurezza operativa e agevolano il lavoro<br />
in cantiere dell’operatore. A destra le macchine COPMA della<br />
gamma High Power si caratterizzano per i sistemi di controllo<br />
di planarità del telaio e per la presenza del motoriduttore<br />
doppio che assicura elevata prestazioni in rotazione continua.<br />
GRU<br />
del mercato con macchine dalla comprovata affidabilità<br />
e prestazioni. Fra le ultime novità a livello<br />
tecnico la PM ha presentato la sua 70.5 SP che si<br />
caratterizza per le alte prestazioni e per la presenza<br />
di alcuni importanti automatismi che agevolano il<br />
lavoro dell’operatore. Fra cui lo Smart Winch che<br />
permette di movimentare l’argano in sincronia con<br />
il braccio telescopico e del jib.<br />
Altro elemento tecnico importante a livello di<br />
efficienza e sicurezza è l’Auto-Folding che permette<br />
il ripiegamento semi-automatico della gru.<br />
Mediante un’operazione semiautomatica, l’operatore<br />
può avviare la chiusura della gru solo quando<br />
le estensioni telescopiche della gru e del jib sono<br />
completamente rientrate. L’operatore può attivare<br />
questa funzione premendo un apposito pulsante sul<br />
radiocomando, ma deve tenere una leva azionata<br />
per mantenerla attiva a tutela completa della sicurezza.<br />
Infatti il semplice rilascio della leva interrompe<br />
qualsiasi movimento.<br />
JONSERED<br />
Jonsered è un nome che evoca boschi infiniti e taglialegna<br />
iper-professionali. Il brand fa parte del<br />
Gruppo Hiab e definisce in modo chiaro le gru per<br />
il settore della movimentazione. Sia industriale, con<br />
le macchine pensate per il carico dei metalli, sia di<br />
quello forestale, appunto, per la movimentazione<br />
dei tronchi. Stiamo parlando di una gamma che si<br />
caratterizza per le sue elevate prestazioni e per gli<br />
impianti idraulici che permettono manovre veloce<br />
e fluide per accelerare i tempi di carico e movimentare<br />
i materiali in piena sicurezza. In totale si<br />
parla di quattro modelli che identificano altrettante<br />
classi operative dove impieghi normali, riciclaggio<br />
pesante, applicazioni per edilizia e macchine fisse<br />
sono i target specifici di queste gru progettate per<br />
impieghi specialistici.<br />
MEC - BUSI GROUP<br />
MEC è un altro dei nomi specializzati nella costruzione<br />
di gru per il carico e la manipolazione di rifiuti<br />
e metalli. L’azienda di Bresca, parte integrante di<br />
Busi Group, è infatti una delle specialiste del settore<br />
con allestimenti che integrano in modo ideale gru,<br />
cassone ribaltabile e/o cassoni scarrabili. Il target<br />
aziendale è infatti chiaramente definito dal settore<br />
principale di attività della Famiglia Busi che costruisce<br />
anche allestimenti per la compattazione dei rifiuti<br />
misti e rifiuti urbani. Nel settore del riciclaggio<br />
e della movimentazione di materiali misti e sfusi le<br />
gru MEC sono oggi uno dei punti di riferimento del<br />
mercato anche grazie ad una concreta semplicità di<br />
impiego che le rende macchine snelle, efficienti e<br />
produttive pur garantendo elevati standard di sicurezza<br />
operativa.<br />
COPMA<br />
Copma è uno dei marchi che fa parte di CPS Group<br />
. Si tratta di uno dei maggiori gruppi costruttori di<br />
gru per autocarri non solo italiani ma globali. Nasce<br />
dall’unione di marchi affermati come COPMA,<br />
per l’appunto, e Pesci. La gamma del costruttore<br />
spazia in tutti i segmenti di mercato con soluzioni<br />
di alto profilo tecnologico e dalla comprovata affidabilità.<br />
Il marchio COPMA, in particolare, si è<br />
ritagliato una propria specifica posizione su importanti<br />
mercati oltre frontiera fra cui, ad esempio, il<br />
nord America dove CPS esporta quasi il 20% della<br />
propria produzione. Segue l’area EMEA con quasi<br />
il 50% della produzione e l’area APAC con circa il<br />
30%. Le COPMA High Power si distinguono per la<br />
presenza del motoriduttore doppio e per il controllo<br />
ottimizzato della planarità del telaio.<br />
42<br />
43
PALFINGER. Gamma TEC in prima linea<br />
PK 1050 TEC<br />
DECATLETA<br />
Palfinger riscrive i confini applicativi nella classe<br />
delle 100 tonnellate metro. Una macchina che<br />
unisce forza, agilità e capacità di far fronte<br />
a ritmi operativi altamente stressanti . Come<br />
una decatleta. Grazie allo SMART CONTROL,<br />
alle funzioni MEMORY POSITION e LEVELING<br />
ASSISTANT e al DUAL POWER SYSTEM<br />
La gamma di gru<br />
TEC si allarga con<br />
la PK 1050 TEC che<br />
introduce per la<br />
prima volta su una<br />
macchina da 100<br />
tm delle innovazioni<br />
sostanziali da un<br />
punto di vista della<br />
gestione elettronica<br />
complessiva.<br />
PALFINGER<br />
Palfinger è uno di quei costruttori che ha scritto,<br />
e continua a scrivere, importanti pagine nella<br />
storia delle gru per autocarro. Con la gamma<br />
TEC ha di fatto introdotto un nuovo modo di pensare<br />
queste macchine. Da un lato prestazioni sempre<br />
maggiori, dall’altro una superiore facilità di<br />
impiego che strizza l’occhio alla sicurezza attiva<br />
e passiva. Non che le gru del costruttore austriaco<br />
di Bergheim non siano sempre state un punto di<br />
riferimento tecnologico per il mercato grazie alle<br />
loro caratteristiche prestazionali. Ma il contesto<br />
operativo classico di questo tipo di macchina è in<br />
forte evoluzione e Palfinger non sta sicuramente<br />
alla finestra a guardare passare il tempo.<br />
Abbiamo infatti scenari operativi che prevedono<br />
sempre di più vicoli stretti, cantieri in spazi chiusi<br />
e traffico automobilistico ininterrotto in ambiti<br />
urbani complessi. Al contrario, laddove invece lo<br />
spazio è presente, sono cambiate le richieste. Infatti<br />
i cantieri in spazi aperti richiedono prestazioni<br />
completamente differenti. In primis ampi sbracci,<br />
stabilità elevata e controllo dei movimenti intuitivo.<br />
Tutto questo ha richiesto un forte implemento della<br />
tecnologia di bordo finalizzata ad un concreto aiuto<br />
per l’operatore.<br />
SMART CONTROL<br />
La PK 1050 TEC integra, per la prima volta su una<br />
gru da 100 tm. Si tratta di un sistema elettronico<br />
che, di fatto, costituisce il modo più semplice e innovativo<br />
per controllare la punta della gru orizzontalmente,<br />
verticalmente e diagonalmente. Questo<br />
avviene in ogni direzione e con un solo movimento<br />
della leva. Infatti il sistema riconosce autonomamente<br />
i carichi pesanti al gancio e compensa, in<br />
modo del tutto automatico, la flessione della gru.<br />
Questo consente di portare a termine lavori di precisione<br />
in modalità<br />
ancora più confortevoli. Il fly jib può essere controllato<br />
come di consueto semplificando ogni manovra.<br />
MEMORY POSITION & LEVELING ASSISTANT<br />
È spesso frequente dover compiere più volte la stessa<br />
operazione in condizioni operative non semplici.<br />
Palfinger ha pensato quindi alla funzione MEMO-<br />
RY POSITION con cui l‘operatore può salvare,<br />
per ogni operazione, le posizioni predefinite della<br />
gru. Tra cui anche non solo quelle del braccio<br />
ma anche quella del fly jib e dell‘argano. Questo<br />
consente di avvicinarsi con precisione utilizzando<br />
solo una o due leve. Se l‘impostazione era stata<br />
precedentemente salvata senza carico e al riavvio<br />
la macchina lavora invece sotto sforzo, il sistema<br />
compensa automaticamente la flessione legata al<br />
peso dell’elemento che si sta sollevando. Possono<br />
inoltre essere salvate anche le posizioni ricorrenti.<br />
Come ad esempio quelle sopra l‘area di carico del<br />
camion che, quindi, non dovranno più essere impostate<br />
nuovamente ogni volta.<br />
Per agevolare e semplificare ulteriormente la vita<br />
all’operatore, e al contempo aumentare il fattore di<br />
sicurezza, la funzione LEVELING ASSISTANT<br />
semplifica il processo di stabilizzazione livellando<br />
in modo ottimale il veicolo. Il processo avviene attraverso<br />
movimenti che sfruttano le pulsazioni dei<br />
cilindri degli stabilizzatori. Con un solo movimento<br />
della leva sul comando a distanza si ottiene un<br />
livellamento ottimale grazie ai movimenti costanti<br />
e precisi degli stabilizzatori. Per ottenere la migliore<br />
inclinazione del veicolo per fare fronte ad ogni<br />
singola applicazione, l‘operatore può inoltre sce-<br />
gliere tra due versioni: “posizione ripida” oppure<br />
“HPSC”.<br />
DUAL POWER SYSTEM<br />
La continua ricerca delle prestazioni sul campo porta<br />
ad avere un’altrettanto elevata ricerca di sbracci<br />
elevati. L’impiego con i fly jib è quindi ormai la<br />
norma per chi lavora con gru ad alte prestazioni.<br />
E non solo.<br />
Palfinger ha introdotto il Dual Power System che<br />
consente di aumentare notevolmente la capacità di<br />
sollevamento con il fly jib. Nelle gru TEC impiegate<br />
con il fly jib il sistema dimostra tutte le sue<br />
potenzialità quando si lavora con sbracci elevati.<br />
Consente infatti di aumentare le aree applicative di<br />
impiego della gru. Infatti mentre la funzione DPS-<br />
Plus riconosce due posizioni dell‘ultimo sfilo e utilizza<br />
due intervalli di pressione, la funzione DPS-C<br />
può invece selezionare continuamente l‘intervallo<br />
di pressione<br />
che meglio si adatta alla rispettiva posizione. In<br />
questo modo ottiene ancora più potenza di sollevamento<br />
dalla gru in qualsiasi momento.<br />
HPSC-PLUS<br />
Un’altra esigenza specifica, operando spesso in<br />
condizioni limite, è quella di sfruttare pienamente<br />
l’area di lavoro in base al carico e alla stabilizzazione<br />
del veicoli. La HPSC-Plus offre tre moduli per<br />
espandere il collaudato sistema di stabilità HPSC<br />
di Palfinger. Grazie infatti al rilevamento del carico<br />
(LOAD), al sistema di misurazione della lunghezza<br />
del braccio (GEOM), al rilevamento della forza<br />
stabilizzatrice (FSTAB) è quindi possibile sfruttare<br />
al massimo la capacità di sollevamento della gamma<br />
TEC. Questo operando nel pieno utilizzo delle<br />
possibilità operative della macchina e in ogni punto<br />
della curva di stabilità. Ovviamente in modo indipendente<br />
dalle<br />
condizioni di spazio a disposizione e dalla posizione<br />
del mezzo.<br />
P-FOLD<br />
Per aumentare l’efficienza, ridurre i tempi operativi,<br />
alzare il livello di sicurezza ed abbassare il<br />
rischio di danni, Palfinger ha introdotto la funzione<br />
P-FOLD che prevede di effettuare le operazioni di<br />
estensione o ripiegamento del braccio con un solo<br />
movimento della leva. Se è presente l’argano interviene<br />
la funzione RTC (Rope Tension Control)<br />
a fare in modo che la fune sia arrotolata in modo<br />
corretto.<br />
Palfinger ha<br />
spostato i confini<br />
applicativi delle<br />
gru retrocabina<br />
con la gamma<br />
TEC e la recente<br />
introduzione del<br />
modello PK 1050<br />
TEC. Una macchina<br />
da 100 tm che,<br />
per la prima volta,<br />
vede l’introduzione<br />
di funzioni<br />
fondamentali<br />
come lo SMART<br />
CONTROL, le<br />
funzioni MEMORY<br />
POSITION,<br />
LEVELING<br />
ASSISTANT e il<br />
DUAL POWER<br />
SYSTEM. L’obiettivo<br />
è di semplificare la<br />
vita all’operatore,<br />
sfruttare al massimo<br />
le potenzialità della<br />
gru e aumentare<br />
sicurezza attiva e<br />
passiva. In questo<br />
modo la capacità<br />
di sollevamento è<br />
ottimizzata al 100%<br />
in ogni posizione<br />
operativa.<br />
44<br />
45
CM Srl. Il riciclo è il suo ambiente<br />
OBIETTIVO<br />
AMBIENTE<br />
CM si conferma uno dei player nazionali più attivi<br />
nel campo delle attrezzature per la demolizione e<br />
il riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione.<br />
Le benne frantoio della serie CBF e CBF-L, insieme<br />
alle pinze selezionatrici della serie G e alle benne<br />
selezionatrici serie CDS, chiudono un ciclo operativo<br />
virtuoso all’interno dei cantieri contemporanei<br />
Le benne frantoio<br />
della serie<br />
CBF risolvono<br />
problematiche<br />
logistiche e<br />
ambientali di<br />
valore grazie alla<br />
loro polivalenza<br />
e all’impiego in<br />
cantieri di ogni<br />
dimensione. CM Srl<br />
fornisce anche kit<br />
di abbatimento<br />
polveri e magneti<br />
per la raccolta dei<br />
metalli.<br />
CM<br />
Abbiamo conosciuto CM per la sua grande capacità<br />
di saper interpretare le tendenze del<br />
mercato. L’azienda di Carré, in provincia di<br />
Vicenza, si distingue infatti per la sua ampia offerta<br />
di attrezzature che spaziano dal mercato stradale<br />
fino ad arrivare alla demolizione e riciclaggio. Senza<br />
contare il track-loader radiocomandato Multiskid<br />
RC che ha aperto nuovi orizzonti applicativi.<br />
L’offerta dell’azienda italiana si distingue per il<br />
livello qualitativo elevato e per soluzioni che, alla<br />
concretezza necessaria in cantiere, associano caratteristiche<br />
tecniche che mettono in prima linea l’affidabilità<br />
e le prestazioni. CM non si ferma quindi<br />
solo alle attrezzature per macchine compatte ma si<br />
spinge in alto. Con accoppiamenti ad escavatori che<br />
si collocano nella fascia alta delle classi medie. Non<br />
è quindi un caso se le pinze selezionatrici serie G<br />
arrivano fino a macchine da 35 tonnellate di peso<br />
operativo mentre le benne frantoio della serie CBF<br />
si spingono fino alle 45 tonnellate. A chiudere il<br />
ciclo operativo ci pensano le benne selezionatrici<br />
della serie CDS che si accoppiano invece con escavatori<br />
fino a 25 tonnellate. Si tratta di attrezzature<br />
specialistiche che, in buona sostanza, coprono la<br />
maggior parte della richiesta del mercato andando<br />
quindi incontro alle esigenze degli specialisti di<br />
settore.<br />
Demolire, selezionare, movimentare<br />
Le pinze selezionatrici sono attrezzature che, finalmente,<br />
stanno trovando ampio spazio anche sul nostro<br />
mercato. Gli addetti ai lavori sanno molto bene<br />
che queste attrezzature, oltre frontiera, sono in uso<br />
da diversi decenni. Cosa ben diversa qui da noi. Un<br />
mercato, il nostro, in piena espansione e con enormi<br />
potenzialità di crescita dove negli anni passati solo<br />
i veri specialisti delle demolizioni usavano questo<br />
tipo di attachment.<br />
CM si presenta con una gamma molto interessante<br />
composta da cinque modelli che si adattano a<br />
mini escavatori dal peso operativo di 1,5 tonnellate<br />
fino ad arrivarei alle grandi macchine da 35 tonnellate.<br />
I range operativi sono allargati in modo da<br />
avere quella necessaria polivalenza all’interno del<br />
parco macchine aziendale che consente di ottimizzare<br />
l’uso dell’attrezzatura. La G90 spazia quindi<br />
su mini da 1,5 a 3,5 tonnellate. La G140 va invece<br />
da 4 a 9 tonnellate. La G180 può essere impiegata<br />
su macchine da 16 a 25 tonnellate e la G200 fra 16<br />
e 25 tonnellate. Al vertice abbiamo infine la G250<br />
che arriva a 35 tonnellate partendo dalle 26. I pesi<br />
operativi spaziano da 110 fino a 2.000 kg mentre<br />
le portate idrauliche vanno da 5 a 60 l/min. Stiamo<br />
quindi parlando di attrezzature “poco golose” di<br />
olio ma che necessitano di pressioni operative importanti<br />
vista la necessità di garantire la necessaria<br />
presa nel corso della movimentazione dei materiali.<br />
Se infatti nei modelli più piccoli sono sufficienti<br />
200 bar, in quelli destinati alle macchine pesanti<br />
si parla di range fra 300 e 400 bar. Pressione che<br />
tendenzialmente tutti gli escavatori di quelle classe<br />
di peso sono in grado di offrire visto che operano<br />
mediamente fra 350 e 380 bar.<br />
Decisamente interessanti i dati geometrici. Nelle<br />
pinze selezionatrici è infatti fondamentale l’apertura<br />
che parte da 900 mm per la G90 e arriva fino<br />
a 2.500 mm per la G250. Le sigle scelte da CM<br />
indicano quindi l’apertura massima in centimetri.<br />
Demolire, frantumare e vagliare<br />
La gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione<br />
passa anche dalla frantumazione e selezione<br />
dei materiali di risulta. I cantieri di piccola entità,<br />
soprattutto in Italia, rappresentano oggi la grande<br />
maggioranza del mercato. Ma questo non solo da<br />
oggi. Non quindi un caso se le benne frantoio siano<br />
nate proprio qui da noi per trovare poi grande<br />
fortuna anche oltre frontiera. Si tratta quindi di<br />
una tecnologia ampiamente collaudata che permette<br />
di risolvere problematiche logistiche importanti<br />
e di ottimizzare spazi, trasporti e materiali. Sia le<br />
benne frantoio della serie CBF, sia le benne selezionatrici<br />
della serie CDS si caratterizzano per il<br />
loro impiego snello e flessibile. Se infatti usciamo<br />
dal mondo della demolizione e del riciclo possono<br />
essere tranquillamente impiegate in cantiere per<br />
trasformare il materiale di scavo in materia prima<br />
utile per altre lavorazioni. La roccia può essere<br />
frantumata e la ghiaia può essere vagliata con<br />
l’obiettivo di avere a disposizione materiale con<br />
differenti granulometrie da impiegare per portare<br />
a termine lavori di vario genere.<br />
L’offerta di CM comprende infatti 4 benne frantoio<br />
e 4 benne vaglianti con target ben differenziati.<br />
Da un lato le benne frantoio si accoppiano con<br />
escavatori da 10 a 45 tonnellate. Stiamo parlando<br />
dei modelli CBF60, CBF70, CBF90 e CBF120<br />
le cui sigle identificano sia la larghezza massima<br />
della bocca di ingresso del materiale, sia la capacità<br />
in volume della camera di frantumazione. I<br />
pesi operativi vanno da 1.700 a 5.000 kg e tutte<br />
le macchine impiegano la collaudata tecnologia a<br />
mascelle con regolazione della pezzatura in uscita<br />
da 15 a 135 mm.<br />
La gamma di benne selezionatrici, invece, parte<br />
più in basso adattandosi, con il modello entry-level<br />
CDS07, a miniescavatori da 3 tonnellate di peso<br />
operativo. Il successivo CDS10 si accoppia con<br />
midi da 7 a 10 tonnellate mentre i due modelli<br />
superiori, CDS14 e CDS18, vanno da 13 fino a<br />
28 tonnellate con il confine delle 18 tonnellate<br />
come passaggio dal modello più piccolo a quello<br />
superiore.<br />
La gamma CDS è disponibile con diversi kit<br />
di allestimento. Abbiamo quindi il kit Vagliatura,<br />
quello Frantumazione medio-leggera e quello<br />
Frantumazione medio-pesante. Quando si parla di<br />
frantumazione, in questo caso, si intende chiaramente<br />
la riduzione di pezzatura di materiali come<br />
ramaglie, fogliame, cartongesso, compost e cemento<br />
alleggerito tipico dei sottofondi con il kit<br />
Frantumazione medio-leggera. Passando a quella<br />
medio-pesante è possibile trattare in modo efficiente<br />
asfalto, laterizi, carbone, compost, vetro e<br />
rifiuti solidi urbani.<br />
Si tratta di attrezzature in grado di valorizzare<br />
fortemente il materiale presente in cantiere ottenendo,<br />
con il kit Vagliatura, diversi tipi di granulometrie<br />
utili in cantiere per diverse applicazioni.<br />
La gamma di<br />
attrezzature della<br />
CM Srl permette<br />
di affrontare in<br />
modo sistematico<br />
i cantieri di<br />
demolizione e<br />
riciclo dei materiali<br />
grazie a modelli<br />
che, sviluppati per<br />
compiti differenti,<br />
si integrano fra<br />
loro aumentando in<br />
modo esponenziale<br />
l’efficienza<br />
in cantiere<br />
permettendo<br />
di ottimizzare<br />
logistica, impiego<br />
dei materiali, tempi<br />
di esecuzione ed<br />
emissioni di CO2<br />
grazie al riuso<br />
del materiale<br />
direttamente in<br />
situ. Non solo<br />
per quanto<br />
riguarda i sempre<br />
più numerosi<br />
cantieri legati alle<br />
demolizioni ma<br />
anche in lavori<br />
più ordinari dove<br />
è però possibile<br />
recuperare e<br />
trasformare per<br />
altri usi quanto già<br />
presente.<br />
46<br />
47
FERRARI INTERNATIONAL. FAB 250 AUTO<br />
SOPRA<br />
O SOTTO<br />
Ferrari Iinternational èspecialista nel settore degli<br />
accessori ad alta tecnologia per il sollevamento.<br />
L’azienda italiana, grazie a diversi brevetti, propone<br />
al mercato soluzioni che permettono di ampliare il<br />
campo applicativo delle gru in modo da soddisfare<br />
quei requisiti di polivalenza, efficienza e flessibilità<br />
operativa che le imprese richiedono sempre di più.<br />
Ferrari International<br />
ha maturato<br />
una grande<br />
specializzazione<br />
nella costruzione<br />
di accessori per<br />
il mondo del<br />
sollevamento con<br />
elevati requisiti di<br />
sicurezza.<br />
FERRARI INTERNATIONAL<br />
Ferrari Iinternational propone una gamma di accessori<br />
per il sollevamento che è ormai diventata<br />
un punto di riferimento nel settore. Dotazioni<br />
che permettono di risolvere specifiche esigenze<br />
operative fornendo risposte che spesso i costruttori<br />
generalisti trascurano. La gamma del costruttore<br />
emiliano comprende cestelli e piattaforme, forche<br />
portapallet, pinze per laterizi, argani da sollevamento,<br />
pedane per stabilizzatori, verricelli da recupero,<br />
rotatori idraulici e meccanici per arrivare a pinze<br />
per tronchi, benne mordenti e benne a polipo. Oltre<br />
ad una larga gamma di elementi che risultano fondamentali<br />
per il corretto funzionamento delle gru.<br />
Fra le attrezzature del marchio destano particolare<br />
interesse i cestelli e le piattaforme per il trasporto<br />
delle persone.<br />
Si tratta di attrezzature porta operatore installabili<br />
su qualsiasi gru presente sul mercato. Questo<br />
consente il sicuro impiego in quota nel rispetto delle<br />
norme vigenti.<br />
Materiali e sistemi di sicurezza<br />
I cestelli sono infatti disponibili in acciaio, alluminio<br />
e vetroresina. E possono trasportare da 1 a 4<br />
posti operatori. E’ inoltre possibile averli con o senza<br />
rotazione, con sistemi di bilanciamento a gravità<br />
manuali o elettronici, fissi o regolabili in altezza.<br />
Sono attrezzature costruite secondo la normativa vigente<br />
in conformità con la EN 280 ed equipaggiate<br />
con i necessari sistemi di sicurezza.<br />
Nel caso specifico abbiamo il sistema di controllo<br />
dell’inclinazione FULLMATIC 2.0 per i cestelli<br />
il cui piano di calpestio sia inferiore a 1,00 mq.<br />
Nel caso invece il piano di calpestio superi la<br />
superficie di 1,00 mq si ha il sistema di controllo<br />
inclinazione FULLMATIC 2.0 associato al LIMI-<br />
TATORE DI CARICO.<br />
L’obiettivo del costruttore è sempre quello primario<br />
del trasporto in quota delle persone in massima<br />
sicurezza. Obiettivo a cui il team progettuale<br />
di Ferrari International<br />
ha lavorato in<br />
modo intenso mettendo<br />
a punto soluzioni tecniche<br />
specifiche.<br />
FULLMATIC 2.0<br />
Fra queste soluzioni c’è il FULLMATIC 2.0. Si<br />
tratta di un sistema brevettato di controllo inclinazione<br />
che rappresenta un’innovativa soluzione tesa<br />
ad ottenere la certificazione europea CE EN 280 per<br />
l’utilizzo di cestelli bilanciati a gravità.<br />
La centralina “FULLMATIC®” utilizza un accelerometro<br />
per rilevare il proprio angolo di inclinazione<br />
rispetto all’asse orizzontale. Questo consente<br />
di bloccare la gru in caso di superamento delle<br />
soglie di allarme.<br />
Il sistema è composto da un cilindro smorzatore<br />
completo di elettrovalvola e da una scheda elettronica<br />
che lavora in tensione indifferentemente a<br />
12 Vcc o 24 Vcc. Il sistema permette, in caso di<br />
emergenza, di livellare automaticamente il cesto per<br />
gravità consentendo quindi il recupero in completa<br />
sicurezza dell’operatore.<br />
Il sistema FULLMATIC® 2.0 risponde alle caratteristiche<br />
di Cat. 3 PL d EN 13849-1 così come<br />
espressamente richiesto dalla normativa di sicurezza<br />
EN 280. Sulla base di questo sistema sono stati<br />
sviluppati diversi cestelli autobilancianti fra cui<br />
anche il FAB AUTO 250.<br />
FAB AUTO 250<br />
Il FAB AUTO 250 è una piattaforma porta ope-<br />
ratore a due posti autobilanciante e costruita in<br />
acciaio. Si tratta di un accessorio che, fra le altre<br />
cose, permette anche un impiego sottoponte<br />
grazie al sistema autobilanciante e alla rotazione<br />
del braccio a 360°. La regolazione della scheda<br />
elettronica avviene manualmente attraverso<br />
trimmer e l’alimentazione è a 12/24 Volt garantendo<br />
quindi massima libertà di installazione.<br />
Il punto di forza del FAB AUTO 250 è l’innovativo<br />
attuatore a sfere rotanti brevettato. E’<br />
inoltre presente una valvola di sicurezza per<br />
bloccare o sbloccare la rotazione del braccio.<br />
Il FAB AUTO 250, per le sue caratteristiche innovative,<br />
permette di aumentare a dismisura la<br />
polivalenza della macchina base consentendo,<br />
appunto, anche l’impiego come PLE sottoponte.<br />
Un impiego sempre più richiesto dal mercato e<br />
che con questo accessorio trova<br />
una soluzione efficiente.<br />
Le soluzioni in vetroresina<br />
Ferrari Internationale propone,<br />
oltre ai cestelli porta operatore<br />
in acciaio, anche una vasta<br />
gamma di modelli in vetroresina.<br />
Questo per avere maggiore<br />
leggerezza senza rinunciare a<br />
robustezza e sicurezza. L’offerta<br />
comprende sia modelli ad un<br />
posto che a due posti. Fra questi<br />
ultimi di particolare interesse lo<br />
SKYLER 2 FB che rientra nei<br />
modelli equipaggiabili con il sistema<br />
in kit SKY AUTO che lo<br />
rende autobilanciante.<br />
L’esperienza di Ferrari International<br />
in questo specifico settore<br />
affonda radici profonde che<br />
risalgono ad oltre tre decenni<br />
fa. Oggi il costruttore è presente<br />
in oltre 120 paesi in cinque<br />
continenti con una gamma di<br />
prodotti che affianca i professionisti<br />
del settore in ogni loro<br />
attività.<br />
Molti costruttori<br />
di macchine si<br />
rivolgono a Ferrari<br />
Iinternational per<br />
avere supporto<br />
nella fornitura<br />
di cestelli ed<br />
accessori. Come<br />
nel caso della<br />
finlandese Lannen,<br />
specialista nel<br />
settore delle terne<br />
ad alte prestazioni.<br />
Il sistema di<br />
autobilanciamento<br />
del costruttore<br />
permette di<br />
avere la massima<br />
sicurezza operativa<br />
grazie al sistema di<br />
sicurezza brevettato<br />
FULLMATIC 2.0 che<br />
permette anche<br />
di operare in<br />
negativo.<br />
48<br />
49
EFFER. iQ. 1200 HP<br />
NULLA<br />
LA SPAVENTA<br />
La reputazione di EFFER nel settore delle gru ad alte<br />
prestazioni è cosa risaputa. Con la nuova gamma iQ<br />
il costruttore italiano alza ulteriormente l’asticella e<br />
porta ad un livello superiore le prestazioni delle sue<br />
macchine. La iQ. 1200 HP ha infatti un peso operativo<br />
da 90 tm con le prestazioni di una 100 tm. Senza<br />
rinunciare alla massima sicurezza operativa.<br />
La EFFER iQ.<br />
1200 HP è una<br />
gru articolata<br />
per autocarri che<br />
sfrutta la sezione<br />
dodecagonale<br />
V12 Power per<br />
ottimizzare l’inerzia<br />
dei bracci sfilabili<br />
ed aumentare<br />
così le prestazioni<br />
in altezza anche<br />
con braccio molto<br />
inclinato.<br />
EFFER<br />
EFFER è uno dei costruttori che si è costruito una<br />
solida reputazione nel settore delle gru articolate<br />
per autocarro ad alte prestazioni. L’azienda<br />
emiliana, appartenente oggi a Cargotec Corporation<br />
insieme a HIAB, non ha mai snaturato la propria filosofia<br />
di base. Anzi, le strette sinergie fra le due realtà<br />
ha permesso di rafforzare ulteriormente le potenzialità<br />
delle sue macchine di alta gamma. La gamma iQ<br />
è il frutto di quelle sinergie e si presenta al mercato<br />
con caratteristiche sostanzialmente uniche.<br />
Nata pensando all’efficienza<br />
Pensare all’efficienza può portare in molte direzioni<br />
differenti. La iQ. 1200 HP è nata con l’obiettivo di<br />
rendere più efficiente il lavoro in cantiere. L’elemento<br />
caratterizzante questo modello è lo sbraccio. E’<br />
infatti dotato di prestazioni sia verticali che orizzontali<br />
derivanti da un disegno che fa tesoro di tutti gli<br />
insegnamenti della meccanica razionale. Tutto questo<br />
senza cedere a compromessi e con sezioni che a<br />
qualcuno potrebbero sembrare “strane”.<br />
La configurazione a 9+6 estensioni, o quella a 10,<br />
risultano estremanente pratiche nell’utilizzo grazie<br />
alla loro specifica conformazione.<br />
La iQ. 1200 HP è infatti una macchina progettata<br />
secondo criteri indirizzati verso la riduzione del peso<br />
e la compattezza degli ingombri. Tutto questo consente<br />
quindi di essere più efficienti grazie al minore<br />
spazio di utilizzo, alle maggiori prestazioni in altezza<br />
e al minore peso che permette di trasportare più carico<br />
utile. Sommando tutti questi fattori si ha quindi una<br />
macchina più performante che si può usare anche laddove,<br />
normalmente, si impiegano macchine più piccole.<br />
Macchine che presentano, ovviamente, tutti i limiti<br />
del caso. Sia operativi, sia prestazionali. EFFER ha<br />
quindi fortemente voluto condurre verso un risparmio<br />
in termini di tempo, di carburante e di spazio<br />
Sicurezza prima di tutto<br />
Poter operare con elevate prestazioni in spazi prima<br />
preclusi a macchine di questo tipo significa<br />
anche aprirsi ad un mercato differente dove la EF-<br />
FER iQ. 1200 HP consente di avere una concreta<br />
soluzione ad esigenze specifiche.<br />
Alla base di tutto questo c’è il sistema di controllo<br />
SPACEevo. Si tratta di una piattaforma<br />
aperta e moderna che permette anche di aggiungere<br />
funzionalità nel tempo. Questo assicura alla<br />
EFFER iQ.1200 HP una lunga vita d’uso ed un<br />
valore residuale più alto. Oltre che un continuo aggiornamento<br />
con funzionalità di livello superiore<br />
che possono rispondere, ad esempio, ad esigenze<br />
specifiche.<br />
A livello di hardware abbiamo un processore<br />
dual-core con attuatori e cablaggi che permettono<br />
di lavorare in tutte le condizioni ambientali.<br />
E’ quindi possibile dare potenza alla gru quando<br />
serve ma sempre aumentando affidabilità e durabilità<br />
durante ogni tipo di applicazione. Questo<br />
perché la macchina viene sfruttata in modo intelligente<br />
in base alla sua effettiva posizione, alla<br />
sua stabilizzazione e al carico che sta sollevando.<br />
CombiDrive4<br />
Il radiocomando CombiDrive4 permette di avere<br />
un eccellente controllo sui movimenti. L’operatore<br />
riceve continue informazioni ed eventuali allarmi in<br />
caso di necessità. Ogni informazione risulta chiara<br />
grazie ai tre grandi display a colori ottimizzati per<br />
avere la massima visibilità anche in condizioni di<br />
forte luminosità esterna.<br />
Da un punto di vista operativo è possibile ese-<br />
guire dei settaggi personalizzati. Ogni operatore è<br />
quindi in grado di selezionare le configurazioni a<br />
lui più adatte per ottimizzare l’impiego della gru.<br />
Le batterie impiegate dal CombiDrive4 permettono<br />
di memorizzare queste impostazioni. L’operatore<br />
può così utilizzarle ogni volta che usa la macchina.<br />
Fra le impostazioni personalizzabili<br />
c’è, ad esempio, la velocità dei<br />
movimenti della macchina.<br />
Le batterie hanno un’autonomia<br />
superiore ed il<br />
sistema di feedback<br />
ad impulsi invia<br />
segnali specifici che consentono all’operatore di<br />
capire le reazioni della gru ed utilizzarla quindi in<br />
modo più sicuro, efficiente e semplice.<br />
Da questo punto di vista sia gli operatori molto<br />
esperti che quelli con meno esperienza potranno<br />
avere dei vantaggi immediati. La gestione dei carichi<br />
avviene infatti in piena sicurezza riducendo,<br />
fra le altre cose, la complessità delle manovre più<br />
difficili.<br />
Confirm View<br />
La nuova generazione del radiocomando Combi-<br />
Drive4 comprende, tra le funzionalità legate alla<br />
sicurezza operativa, l’individuazione automatica<br />
da parte della gru della posizione dell’operatore. In<br />
questo modo sono abilitati gli stabilizzatori dove<br />
si trova la persona che aziona la gru con la certezza<br />
che siano nel suo cono visivo. Questo obbliga<br />
l’operatore ad avere pienamente sotto controllo<br />
questa fondamentale operazione che ha forti implicazioni<br />
per la sicurezza in cantiere.<br />
Dynamic Load Charts<br />
Si tratta del sistema che simula una stabilizzazione<br />
preventiva riducendo i tempi di piazzamento della<br />
macchina ed aumentando sia il comfort dell’operatore<br />
che usa il radiocomando, sia la sicurezza effettiva.<br />
Questa funzione, infatti, permette di avere<br />
pienamente sotto controllo in modo semplice una<br />
fase fondamentale per la sicurezza e l’efficienza<br />
del cantiere. Evitando quindi qualsiasi successiva<br />
manovra di aggiustamento che farebbe perdere<br />
tempo e che indurrebbe l’operatore a comportamenti<br />
scorretti.<br />
Variable Stability Logic Plus<br />
VSL+ è un sistema di sicurezza che massimizza<br />
la prestazione di sollevamento della gru. Operazione<br />
che avviene in base all’apertura effettiva<br />
degli stabilizzatori e del carico presente sul<br />
camion. Utilizza quindi in maniera dinamica il<br />
peso del carico stesso per aumentare la prestazione<br />
totale in sollevamento facendo affidamento<br />
sulla stabilità effettiva del veicolo in base al<br />
suo peso.<br />
La EFFER iQ. 1200<br />
HP è una gru ad<br />
alte prestazioni<br />
che presenta forti<br />
innovazioni sia da<br />
un punto di vista<br />
strutturale, sia da<br />
un punto di vista<br />
della gestione<br />
elettronica della<br />
sicurezza operativa<br />
grazie al sistema<br />
SPACEevo che può<br />
anche aggiornato<br />
o implementato nel<br />
tempo.<br />
50<br />
51
INDECO. Cesoie ISS, riciclare i metalli<br />
HARD STEEL<br />
HARD WORK<br />
La gamma di cesoie ISS di INDECO si posiziona ad<br />
un elevato livello qualitativo e prestazionale grazie<br />
a soluzioni specifiche come il design compatto ma<br />
con elevata apertura della mascella e leverismi che<br />
aumentano la forza di taglio. Non è un caso se la<br />
piemontese Peretti Rottami ha deciso di affidarsi al<br />
costruttore italiano per il suo impianto produttivo<br />
La gamma di cesoie<br />
idrauliche ISS si è<br />
distinta sul mercato<br />
internazionale<br />
grazie a soluzioni<br />
altamente<br />
prestazionali. Non<br />
è quindi un caso se<br />
la Peretti Rottami<br />
abbia scelto la<br />
ISS 30/50 per<br />
gestire la riduzione<br />
volumentrica<br />
dei propri flussi<br />
di materiale in<br />
ingresso.<br />
INDECO<br />
Se Indeco è un costruttore conosciuto soprattutto<br />
per i suoi martelli idraulici, in realtà<br />
l’azienda barese si presenta con una ricca<br />
gamma di attrezzature dedicate in modo specifico<br />
al riciclaggio e alla demolizione. Parliamo<br />
ovviamente di cesoie, pinze, frantumatori e benne<br />
selezionatrici. Prodotti alla cui base c’è sempre<br />
la stessa filosofia aziendale basata su Ricerca &<br />
Sviluppo.<br />
Come spesso succede, nessuno è profeta in<br />
patria, ed anche Indeco si è costruita una solida<br />
reputazione sui mercato internazionali con posizioni<br />
di importanti leadership in mercati strategici<br />
come, ad esempio, quello nord americano.<br />
Ma anche da noi l’azienda di Bari si sta sempre<br />
più smarcando dalla nomèa di “semplice” costruttore<br />
di martelli per essere associato a quello<br />
di costruttore di attrezzature a tutto tondo. Lo<br />
abbiamo visto in modo specifico sia al Bauma,<br />
dove il costruttore ha insistito in modo preciso<br />
su tutta la propria gamma di attrezzature, sia al<br />
Samoter. Dove pinze, cesoie, pinze selezionatrici<br />
e frantumatori sono stati i principali protagonisti<br />
di una presenza importante e qualificata.<br />
All’interno della storia aziendale il 2010 rappresenta<br />
una tappa fondamentale. Arriva infatti<br />
sul mercato la gamma di cesoie idrauliche della<br />
serie ISS. Attrezzature con un’impostazione che<br />
si distingue fin da subito per compattezza e per<br />
elevate aperture delle ganasce in rapporto al peso<br />
operativo. Elemento che le distingue fin da subito<br />
rispetto a molti concorrenti. Unitamente ad<br />
una geometria di taglio ottimizzata, le posiziona<br />
in una fascia prestazionale immediatamente<br />
apprezzata dai professionisti della demolizione<br />
e del riciclo del materiale. In particolar modo di<br />
quelli operanti in nord America. E come tutti ben<br />
sanno, negli USA e in Canada di acciaio “se ne<br />
intendono” visto che la costruzione di edifici, non<br />
solo industriali ma anche civili, con strutture portanti<br />
metalliche ha una lunga tradizione iniziata<br />
a fine ‘800. Con la conseguente demolizione, e<br />
successivo riciclo, di elementi in acciaio anche<br />
con sezioni decisamente importanti. Non è infatti<br />
un caso se proprio gli USA siano la patria<br />
delle cesoie idrauliche per gli escavatori. Una<br />
tradizione costruttiva basata quindi su un mercato<br />
che, prima di altri, si è posto il problema di<br />
come demolire e riciclare le strutture metalliche.<br />
Il favore che Indeco ha quindi raccolto su questo<br />
importante mercato è chiara testimonianza di una<br />
validità tecnica e operativa delle soluzioni impiegate<br />
dal costruttore di Bari.<br />
Peretti Rottami e la ISS 30/50<br />
Gli specialisti italiani del settore hanno compreso<br />
la validità della gamma ISS di Indeco. Spesso<br />
scegliendo queste macchine rispetto ad altre attrezzature<br />
maggiormente diffuse.<br />
Come nel caso della Peretti Rottami di Carmnagnola,<br />
in provincia di Torino, che si è indirizzata<br />
verso una ISS 30/50 come cuore produttivo<br />
del proprio impianto di riciclo metalli.<br />
«È una macchina che utilizziamo per la riduzione<br />
volumetrica di tutto il metallo che trattatiamo<br />
in azienda - ci ha spiegato Walter Peretti,<br />
titolare dell’azienda con la propria famiglia e<br />
seconda generazione alla guida della compagine<br />
piemontese. Oltre all’acquisto di materiale che<br />
proviene dalle demolizioni abbiamo diversi contratti<br />
con industrie del torinese dove ritiriamo<br />
scarti di produzione e li inviamo al riciclo».<br />
Il flusso produttivo aziendale prevede infatti<br />
l’ingresso in azienda dei materiali metallici, la<br />
loro selezione e riduzione volumetrica in modo<br />
che siano compatibili con le pressocesoie aziendali<br />
e il successivo invio in fonderia.<br />
«Trattiamo svariate migliaia di tonnellate di<br />
materiale all’anno - spiega Peretti - e diamo<br />
lavoro ad una ventina di persone. Con un parco<br />
macchine aziendale composto da autocarri,<br />
movimentatori industriali, escavatori cingolati e<br />
diverse presse e pressocesoie. Svolgiamo anche<br />
lavori di smantellamenti industriali e demolizioni<br />
operando fianco a fianco con imporanti aziende<br />
specializzate in demolizioni civili e industriali.<br />
Un impegno di questo tipo richiedeva una cesoia<br />
performante ma allo stesso tempo facilmente<br />
trasportabile in cantieri esterni quando necessario.<br />
La ISS 30/50 è stata quindi installata su un<br />
escavatore da 30 tonnellate al posto dell’avambraccio.<br />
Un allestimento che Indeco ci ha fornito<br />
completo proprio nella versione specifica per<br />
questo tipo di applicazione.<br />
Con una ralla progettata e costruita per questi<br />
impieghi gravosi e con l’attacco per l’escavatore<br />
dimensionato in modo da avere geometrie<br />
di lavoro ideali. Una macchina che si sta comportando<br />
molto bene e riesce a mantenere i cicli<br />
produttivi che la nostra intensa attività richiede<br />
ogni giorno».<br />
Per escavatori da 30 a 50 tonnellate<br />
La gamma di cesoie Indeco si identifica con sigle<br />
che individuano il peso operativo ottimale<br />
degli escavatori su cui le attrezzature andrebbero<br />
installate. La ISS 30/50 è quindi indicata per<br />
escavatori con peso operativo di 30 tonnellate se<br />
installata, come nel caso della Peretti Rottami, al<br />
posto dell’avambraccio. Se invece si sceglie di<br />
montarla al posto benna occorre salire fino alla<br />
classe delle 50 tonnellate.<br />
Si caratterizza per il peso operativo di 6.300<br />
kg nella versione al posto dell’avambraccio. La<br />
pressione operativa è di 350 bar e la richiesta in<br />
termini di portata idraulica va da 240 a 400 l/min.<br />
Il motore di rotazione richiede 50 l/min.<br />
I dati prestazioni sono molto interessanti in<br />
quanto abbiamo 210 tonnellate di forza in punta<br />
per una classe operativa di 1.300 tonnellate al<br />
fulcro. L’apertura della ganascia è di 850 mm per<br />
una profondità di 860 mm su una classe di macchina<br />
che ha una lunghezza di 4.040 mm per una<br />
larghezza della cesoia di 680 mm. Dimensioni<br />
che la rendono snella e compatta.<br />
La Peretti Rottami<br />
si è affidata alla<br />
cesoia Indeco<br />
ISS 30/50 per<br />
affrontare<br />
la riduzione<br />
volumetrica del<br />
flusso di materiali<br />
metallici in ingresso<br />
nell’impianto<br />
di riciclo di<br />
Carmagnola, in<br />
provincia di Torino.<br />
La compagine<br />
piemontese,<br />
arrivata oggi<br />
alla seconda<br />
generazione, è<br />
riconosciuta per<br />
essere una delle<br />
più professionali<br />
nel settore e opera<br />
anche in cantieri<br />
di demolizione e<br />
smantellamento<br />
sia da sola che<br />
insieme alle<br />
maggiori imprese<br />
di demolizione<br />
attive sul territorio.<br />
L’arrivo della<br />
ISS 30/50 è<br />
stato legato alla<br />
sostituzione di una<br />
precedente cesoia<br />
e la macchina ha<br />
dimostrato sul<br />
campo prestazioni<br />
all’altezza delle<br />
aspettative<br />
aziendali.<br />
52<br />
53
WESTCAR. Dentro gli argani i giunti del costruttore italiano<br />
INDISPENSABILE<br />
SPECIALISTA<br />
La specialista Westcar è presente in modo massiccio<br />
nel settore del sollevamento con i suoi giunti a denti e<br />
a rulli che trovano larga applicazione nei tamburi fune<br />
impiegati sulle gru grazie alla loro elevata capacità di<br />
carico radiale e all’importante grado di compensazione<br />
dei disallineamenti angolari<br />
WESTCAR<br />
54<br />
Westcar è oggi uno dei massimi specialisti<br />
nel settore dei giunti ad alte prestazioni.<br />
L’azienda lombarda è infatti un punto di<br />
riferimento in questa specifica categoria merceologica<br />
con un forte appeal nel settore del sollevamento<br />
grazie ai suoi giunti meccanici a denti e<br />
rulli impiegati soprattutto nella costruzione degli<br />
argani porta fune. Una funzione fondamentale,<br />
quindi, all’interno di una macchina complessa<br />
come una gru che, oltre a garantire elevate coppie<br />
operative, deve anche essere massimamente<br />
sicura.<br />
Ed è qui che Westcar entra in scena con i suoi<br />
prodotti specificamente sviluppati per gru, sollevatori<br />
a paranchi e carriponte.<br />
I giunti meccanici Westcar AR<br />
Per questi specifici campi il costruttore ha infatti<br />
saputo sviluppare una gamma di giunti a denti ed a<br />
rulli indirizzati in modo specifico al sollevamento.<br />
Si tratta di uno specifico prodotto che diventa un<br />
elemento chiave della macchina.<br />
Infatti si interpone tra il tamburo porta fune ed il<br />
gruppo di riduzione dei comandi del sollevamento<br />
con una funzione vitale per l’operazione stessa.<br />
Grazie alla loro specifica forma costruttiva, i<br />
giunti AR sono disponibili sia nella versione a denti<br />
che nella versione a rulli. Pur differenti nella loro<br />
architettura, sono però accomunati da medesime<br />
caratteristiche e prestazioni molto simili.<br />
Sono infatti entrambi dotati di elevata capacità<br />
di carico radiale che permette di affrontare trasferimenti<br />
di coppia elevati ed avere elevata resistenza<br />
agli sfori torsionali dati dalle più impegnative operazioni<br />
di sollevamento.<br />
Inoltre sono dotati di un elevato grado di compensazione<br />
dei disallineamenti angolari, assiali e<br />
radiali. Una caratteristica che permette loro di affrontare<br />
con un elevato grado di affidabilità anche<br />
le più complesse situazioni di emergenza che potrebbero<br />
verificarsi per qualche errata manovra di<br />
sollebamento.<br />
La gamma di giunti AR rappresentano oggi uno<br />
degli elementi costitutivi fondamentali degli argani<br />
porta fune. E permettono di trasmettere il moto in<br />
modo ideale.<br />
I campi applicativi<br />
I giunti Westcare AR possono essere equipaggiati<br />
con sistemi frenanti di vario tipo. Si va quindi dai<br />
classici dischi per passare ai tamburi freno con i<br />
relativi attuatori. Si tratta di componenti che fanno<br />
parte dell’offerta del costruttore lombardo e che<br />
integrano il sistema di trasmissione del moto in<br />
modo completo. In questo modo si garantisce un<br />
elevatissimo grado di sicurezza di tutto l’apparato<br />
di trasmissione del moto avendo l’accoppiamento<br />
ideale fra i diversi elementi meccanici.<br />
Fra le applicazioni del settore sollevamento in<br />
cui Westcar è presente da tempo vi sono sicuramente<br />
le gru a portale e i carri ponte. Ma anche negli<br />
argani di sollevamento impiegati nel settore della<br />
perforazione e nelle gru navali.<br />
Uscendo dal sollevamento “ordinario” si passa<br />
alle pesanti e impegnative situazioni operative delle<br />
acciaierie. Westcar è infatti conosciuta fra i costruttori<br />
di gru e apparecchi di sollevamento per la sua<br />
capacità di sviluppare soluzioni specifiche ad hoc<br />
per fare fronte in modo garantito e prestazionale a<br />
particolari esigenze operative.<br />
L’esperienza del costruttore di Solbiate Olona<br />
gli ha infatti permesso di progettare con grande<br />
affidabilità dei giunti specifici, e di ogni dimensione,<br />
per risolvere problematiche spesso uniche<br />
e su specifico disegno.<br />
Su misura<br />
La elevata specializzazione di Westcar gli ha infatti<br />
permesso di realizzare su disegno giunti di<br />
ogni tipo. Nel caso della gamma AR il costruttore<br />
garantisce la possibilità di realizzare componenti<br />
a disegno in funzione delle varie interfacce tra riduttore<br />
e tamburo. L’azienda ha infatti una grande<br />
predisposizione alla customizzazione.<br />
Si tratta di una specializzazione aziendale che ha<br />
portato ad un orientamento verso prodotti di elevato<br />
livello qualitativo.<br />
Oggi la gamma di giunti per tamburi portafune<br />
AR di Westcar si articola su venti differenti modelli<br />
con taglie da 2.5 a 920 a cui corrispondono diametri<br />
foro da 38 a 500 mm con pesi che vanno da 10 a<br />
944 kg. Gli spostamenti assiali vanno da 3 a 10 mm<br />
e le coppie trasmissibili da 6,5 a 1.050 kNm.<br />
Westcar: specialista nella trasmissione di potenza<br />
Nata nel 1978, Westcar è oggi un punto<br />
di riferimento globale nella costruzione<br />
di giunti meccanici che si adattano ad<br />
applicazioni anche molto differenti fra<br />
loro.<br />
La produzione aziendale copre<br />
infatti settori che vanno dal mondo<br />
delle costruzioni fino al chimico e<br />
petrolchimico passando per trasporto,<br />
movimentazione, minerario e industria.<br />
L’attuale produzione si articola infatti su<br />
cinque grandi famiglie di prodotti. Giunti<br />
idraulici, giunti elastici, giunti flessibili,<br />
freni meccanici e dispositivi elettronici.<br />
Questo per andare incontro alle più<br />
diversificate applicazioni che richiedono<br />
particolari soluzioni nella trasmissione<br />
del moto. Spesso in condizioni limite.<br />
Basti pensare ai sistemi elettrici a<br />
controllo elettronico dei treni ad Alta<br />
Velocità che la Westcar produce da<br />
tempo.<br />
La filosofia di base dell’azienda è<br />
fortemente incentrata sulla ricerca e<br />
sviluppo di nuove soluzioni in grado di<br />
trovare soluzioni originali e funzionali a<br />
problemi consueti e altamente diffusi.<br />
La nuova frizione centrifuga ad innesto<br />
automatico Mecstart è solo uno dei<br />
prodotti innovativi del costruttore di<br />
Olgiate Olona.<br />
L’azienda opera con un altissimo<br />
livello qualitativo dei propri prodotti.<br />
Questo consente di fornire le massime<br />
garanzie di durata ai propri clienti.<br />
Infatti le procedure di verifica della<br />
qualità si avvalgono di banchi di prova<br />
all’avanguardia.<br />
Strumentazioni con cui la materia<br />
prima viene controllata al 100% grazie<br />
anche all’utilizzo di specifici strumenti<br />
di misura. Ogni prodotto della Westcar<br />
viene collaudato e certificato prima della<br />
sua uscita dall’azienda.<br />
Westcar è fornitore<br />
di importanti<br />
player mondiali<br />
del sollevamento<br />
con i propri giunti<br />
AR progettati<br />
e costruiti<br />
appositamente per<br />
gli argani porta<br />
fune grazie al loro<br />
elevato livello<br />
di affidabilità e<br />
adattamento ai<br />
disallineamenti<br />
angolari, radiali e<br />
assiali.<br />
Il sistema di assicurazione qualità è a<br />
sua volta certificato secondo la norma<br />
ISO 9001:2015.<br />
Il sistema produttivo segue i moderni<br />
dettami della lean production.<br />
Si tratta di una scelta specifica volta a<br />
garantire il massimo della produttività al<br />
cliente finale.<br />
Westcar ha organizzato le proprie linee<br />
di montaggio in modo estremamente<br />
flessibile e versatile. Di fatto, anche<br />
in questo caso, è un elemento<br />
determinante per l’ottenimento di un<br />
processo ottimizzato sono l’elevata<br />
formazione e specializzazione degli<br />
operatori che concretamente lavorano<br />
alla produzione.<br />
Ognuno di loro, infatti, si dedica<br />
espressamente ad una singola fase<br />
produttiva per raggiungere il massimo<br />
livello qualitativo possibile per quella<br />
specifica mansione.<br />
55
HIAB. Le nuove frontiere della iQ.1188 HiPro<br />
A TUTTO<br />
SBRACCIO<br />
Hiab, con la sua iQ.1188 HiPro apre nuove frontiere<br />
nel sollevamento pesante. Una macchina da 110 tm<br />
ma con il peso equivalente di una 90 tm con elevate<br />
prestazioni sia in verticale che in orizzontale con<br />
spazi di ingombro e peso operativo che permettono<br />
diverse tipologie di installazioni a seconda del tipo<br />
di impiego per aumentare l’efficienza aziendale<br />
La HIAB iQ.1188<br />
HiPro è una gru<br />
ad alte prestazioni<br />
pensata per<br />
avere prestazioni<br />
da macchine da<br />
110tm con il peso<br />
operativo di una<br />
90tm. Un vantaggio<br />
competitivo<br />
che permette<br />
allestimenti più<br />
liberi e minori<br />
consumi.<br />
HIAB<br />
HIAB è uno dei punti di riferimento nel settore<br />
delle gru articolate per autocarro. L’azienda<br />
svedese, con la sua iQ.1188 HiPro, ha messo<br />
sul mercato il modello di gru dalla portata più<br />
elevata che abbia mai realizzato. Una macchina<br />
pensata per massimizzare le prestazioni in ottica di<br />
elevata efficienza.<br />
Stiamo parlando di una gru da 110 tm ma con<br />
il peso equivalente ad una macchina da 90 tm pensata<br />
per generare valore nell’utilizzo sia verticale<br />
che orizzontale. Tutto questo assicurando in primis<br />
grandi vantaggi in termini di spazio di carico utile<br />
sul camion. È inoltre possibile optare per più tipologie<br />
di installazioni a seconda delle necessità di<br />
utilizzo andando quindi incontro alle esigenze di<br />
utilizzatori molto diversi fra loro.<br />
Un design pensato per l’efficienza<br />
Dal punto di vista strutturale, la principale innovazione<br />
tecnologica della HIAB iQ.1188 HiPro consiste<br />
nel disegno del profilo dei bracci principali e<br />
del JIB. Il profilo V12-Power fa riferimento alla<br />
sua sezione dodecagonale. Una soluzione unica il<br />
cui sviluppo è la piena espressione di tutta l’innovazione<br />
ed esperienza del costruttore. Questo disegno<br />
permette infatti di avere una capacità di carico<br />
elevata ma, al contempo, contribuisce a ridurre il<br />
peso della struttura della gru. A questo si associa,<br />
inoltre, la diminuzione dell’ingombro complessivo<br />
della gru stessa.<br />
Di fatto la HIAB iQ.1188 HiPro è il primo modello<br />
dotato dell’evoluzione del sistema di controllo<br />
SPACEevo. Si tratta di un elemento tecnico di grande<br />
valore aggiunto che, negli anni, è stato fortemente<br />
apprezzato dal mercato.<br />
HIAB SPACEevo<br />
Lo HIAB SPACEevo rappresenta, infatti, la base<br />
su cui è costruita tutta l’intelligenza della gru. Il<br />
sistema consiste infatti in una piattaforma modulare<br />
aperta, che consente di aggiungere funzioni evolute.<br />
Si tratta quindi di una funzionalità aggiornabile nel<br />
tempo. Questo permette quindi all’utilizzatore di aggiornare<br />
la macchina in after market andando quindi<br />
incontro a specifiche esigenze operative che, magari,<br />
possono sorgere per variazioni del tipo di mercato<br />
di riferimento o per esigenze operative diversificate.<br />
Lavorare in sicurezza<br />
Con la iQ.1188 HiPro fa anche la sua comparsa il<br />
nuovo radiocomando CD4 progettato e pensato per<br />
aumentare la sicurezza operativa ed avere un’interazione<br />
uomo-macchina adatta alle dimensioni e alle<br />
prestazioni della macchina.<br />
E’ infatti dotato di un display di grandi dimensioni<br />
che permette di avere una visione superiore<br />
anche in piena luce.<br />
La batteria in dotazione è un modello a lunga<br />
durata per consentire di operare in massima serenità<br />
anche su turni di lavoro impegnativi.<br />
Il radiocomando impiega segnali haptic per permettere<br />
all’operatore di avere un ritorno sensoriale<br />
delle operazioni che sta effettuando. Si tratta di una<br />
soluzione tecnica fondamentale per consentire di<br />
avere sempre pienamente sotto controllo ogni movimento<br />
e capire esattamente cosa succede nelle operazioni<br />
di sollevamento. Su una macchina di queste<br />
dimensioni e con queste prestazioni l’operatore, a<br />
prescindere dai sistemi di sicurezza di alto livello<br />
di cui è dotata la iQ.1188 HiPro, deve infatti poter<br />
prevedere ogni eventualità anche capendo come reagisce<br />
la macchina in ogni singola manovra.<br />
Tra le funzionalità è anche disponibile la possibilitò<br />
di personalizzare alcune impostazioni nell’uso<br />
del radiocomando stesso in modo da potersi adattare<br />
in modo ottimale a ogni operatore.<br />
La filosofia di HIAB<br />
La filosofia del costruttore, infatti, mette in primo<br />
piano da sempre la sicurezza dell’operatore e di<br />
tutti coloro che sono presenti nelle operazioni di<br />
sollevamento.<br />
Gli accorgimenti messi in atto con la iQ.1188<br />
HiPro permettono dunque di operare con una sicurezza<br />
ancora maggiore rispetto al passato.<br />
Infatti le prestazioni di questa macchina impongono<br />
grande attenzione.<br />
Abbiamo uno sbraccio verticale di 40 metri e<br />
uno orizzontale di 36 metri. La capacità massima di<br />
sollevamento arriva a 9.420 kg pari a 83.719 kmg<br />
per la versione denominata E-10.<br />
Si tratta quindi di una gru che possiamo tranquillamente<br />
definire “universale” grazie anche all’ottimale<br />
bilanciamento fra prestazioni e peso operativo.<br />
Una macchina nata dal mercato<br />
La iQ.1188 HiPro è nei fatti una macchina nata dal<br />
mercato. L’ascolto delle esigenze degli operatori del<br />
settore ha infatti portato HIAB verso soluzioni e<br />
allestimenti flessibili e funzionali.<br />
La macchina è infatti disponibile con:<br />
. 9+6 estensioni.<br />
. 10 estensioni idrauliche (non in combinazione con<br />
l’uso del JIB)<br />
. JIB 155-Q (con profilo V12-Power).<br />
. Prolunga a gancio rialzato.<br />
. Verricello da 3,5t.<br />
. Predisposta per essere installata sulle soluzioni<br />
d’installazione Hiab FrameWorks.<br />
. Verniciatura con tecnologia a nanoparticelle nDurance<br />
per garantire una protezione di lunga durata,<br />
in tutte le condizioni ambientali contribuendo a<br />
mantenerne il valore residuale.<br />
Il sistema di controllo di base SPACEevo è stato<br />
integrato con funzioni avanzate che assistono gli<br />
operatori anche meno esperti nell’evitare danni ed<br />
a lavorare rapidamente ed in modo efficiente.<br />
Il peso contenuto della macchina, insieme al<br />
Cyclone Tank di serie e alla compattezza generale<br />
degli ingombri consente di avere più spazio a<br />
bordo per il trasporto di materiali di ausilio per le<br />
attività di sollevamento. Soluzioni che si traducono<br />
in una maggiore efficienza fra cui, tra le tante,<br />
anche il bisogno di effettuare meno viaggi per il<br />
trasporto del materiale o richiedere meno veicoli<br />
di appoggio con sensibili riduzioni dei consumi<br />
di carburante.<br />
HIAB è uno dei<br />
costruttori di<br />
riferimento nel<br />
settore delle<br />
gru articolate<br />
per autocarro.<br />
Il costruttore<br />
svedese, con la<br />
iQ.1188 HiPro<br />
ha costruito la<br />
sua macchina più<br />
performante e<br />
più grande con il<br />
risultato di avere<br />
prestazioni molto<br />
elevate con un<br />
peso operativo<br />
ridotto. Lasciando<br />
così massima libertà<br />
ai propri clienti di<br />
allestire la macchina<br />
nel modo più<br />
confacente alle<br />
proprie specifiche<br />
necessità operative.<br />
56<br />
57
OMS & SUMITOMO PAVERS. Pavimentare sulla SA-RC<br />
POLIVALENZA<br />
IN GRANDE<br />
Le finitrici Sumitomo Pavers si stanno facendo strada<br />
grazie alla elevata capacità di stesa del rasatore<br />
J-Paver. Come la HA60W-11 che, in forza nel parco<br />
macchine della CIEFFE LAVORI, si è occupata della<br />
pavimentazione di alcuni tratti dell’autostrada<br />
Salerno-Reggio Calabria. Dove la qualità della<br />
pavimentazione è più che fondamentale<br />
La CIEFFE LAVORI<br />
ha realizzato<br />
un importante<br />
intervento di<br />
manutenzione<br />
straordinaria<br />
sull’autostrada<br />
Salerno-Reggio<br />
Calabria con la<br />
H60W-11.<br />
OMS<br />
Sumitomo Pavers e OMS. Un binomio ormai<br />
conosciuto nel settore dei lavori stradali grazie<br />
ad una presenza qualificata che ha portato<br />
le finitrici giapponesi su tutto il territorio nazionale.<br />
La iniziale diffidenza verso un marchio<br />
completamente nuovo, ma che si attesta su un<br />
livello qualitativamente alto del mercato, è stata<br />
però abbattuta grazie alle caratteristiche uniche sia<br />
del rasatore J-Paver, sia di un’architettura generale<br />
della macchina pensata per essere efficiente in<br />
ogni operazione di stesa del conglomerato.<br />
Sono ormai molte le imprese che si sono affidate<br />
alle finitrici Sumitomo e fra queste vi è la<br />
CIEFFE LAVORI, una delle aziende più strutturate<br />
della Campania che, dopo una prima HA60W-8,<br />
ha messo in strada una HA60W-11 impiegata nel<br />
corso dell’estate scorsa in un cantiere di manutenzione<br />
straordinaria sull’autostrada Salerno-Reggio<br />
Calabria. Un rifacimento della pavimentazione che<br />
ha visto la macchina in azione su diversi tratti fra<br />
Cosenza e Salerno.<br />
Il rasatore J-Paver<br />
La CIEFFE LAVORI è un’azienda impegnata sia<br />
in grandi lavori autostradali, sia in cantieri urbani.<br />
Dove spesso le esigenze di stesa sono in antitesi e<br />
le caratteristiche di una macchina non sono sempre<br />
adatte al 100% al contesto in cui si opera.<br />
La HA60W-11 mantiene di fatto le stesse caratteristiche<br />
di elevata polivalenza di stesa della<br />
macchina che l’ha preceduta, ossia la HA60W-8.<br />
Ma con il vantaggio di essere leggermente più<br />
corsta senza sacrificare i punti di forza che hanno<br />
fatto conoscere il marchio. Ossia il passo lungo,<br />
la grande facilità di mantenimento delle livellette<br />
verticali e la grande manovrabilità nei contesti<br />
operativi più difficili.<br />
Il tutto per valorizzare il rasatore J-Paver che<br />
ha delle caratteristiche del tutto uniche. La prima<br />
e più evidente è la possibilità di lavorare in continuo<br />
fra 2,30 e 6,00 metri in continuo e senza<br />
utilizzare allargatori meccanici. Questo permette<br />
anche il trasporto della macchina nella sagoma limite<br />
di 2,55 metri di larghezza senza smontare le<br />
sponde laterali.<br />
La regolazione idraulica trasversale consente di<br />
mantenere in modo corretto la planarità senza quei<br />
salti di livello che, anche se corretti in seguito con<br />
il rullo compattatore, generano comunque una differenza<br />
di densità nel conglomerato. Operazione<br />
che si effettua in pochi istanti direttamente dalla<br />
pulsantiera del banco.<br />
Risulta poi fondamentale la precompattazione<br />
data dall’azione congiunta fra lo Strike-Off e il<br />
Mold-Board. Questo permette di limitare l’azione<br />
dei rulli compattatori che lavorano al seguito<br />
della macchina. Si tratta di accorgimenti tecnici<br />
che permettono di avere un’efficienza complessiva<br />
che aumenta la durata del tamper e richiede meno<br />
passaggi di compattazione risparmiando tempo,<br />
carburante ed emissioni. Oltre a questo sono infine<br />
evidenti i minori consumi della finitrice associati<br />
ad una maggiore economia di cantiere legata ad un<br />
impegno inferiore nella compattazione.<br />
Un cantiere con tolleranze minime<br />
Se a prima vista il cantiere di manutenzione straordinaria<br />
sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria<br />
può sembrare assolutamente ordinario, in realtà<br />
è stato più complesso del previsto a causa degli<br />
obiettivi progettuali da raggiungere.<br />
Infatti la fresatura e successiva pavimentazione<br />
è stata funzionale alla correzione sia di livellette<br />
male impostate all’origine, sia di risanamenti di<br />
piccole parti di pavimentazione che, nel tempo,<br />
aveva ceduto.<br />
Le operazioni di stesa della nuova pavimentazione<br />
hanno quindi richiesto un’attenta operazione<br />
di rimodellamento della carreggiata in direzione<br />
nord per evitare i fastidiosi avvallamenti che si<br />
erano formati. A prescindere quindi dalla fresatura<br />
della pavimentazione ammalorata, la stesa<br />
ha richiesto accorgimenti specifici che con la<br />
HA60W-11 è stato più semplice mettere in atto.<br />
Se infatti sembrerebbe semplice “incasellare” la-<br />
HA60W-11 come una finitrice da lavori urbani, in<br />
realtà la macchina giapponese è pensata proprio<br />
per essere produttiva anche nel difficile contesto<br />
autostradale.<br />
Trazione, equilibrio e precompattazione<br />
La stesa in autostrada richiede infatti doti fondamentali<br />
dove trazione, equilibrio delle masse, precompattazione<br />
e planarità esecutiva sono fondamentali<br />
per riuscire a lavorare in modo efficiente.<br />
Infatti le motivazioni che hanno portato la<br />
CIEFFE LAVORI verso le macchine Sumitomo<br />
derivano non solo dalla elevata qualità di stesa del<br />
banco J-Paver ma anche dalle molteplici soluzioni<br />
che ne fanno una macchina agile ma adatta proprio<br />
agli impegnativi lavori autostradali. Si tratta di due<br />
caratteristiche che infatti spesso collidono fra loro<br />
mentre la particolare architettura delle gommate<br />
giapponesi riesce a metterle d’accordo.<br />
La prima è la trazione ottimizzata con gestione<br />
elettronica dei quattro motori di traslazione. La seconda<br />
sono i due assi che agevolano le manovre<br />
senza rinunciare all’equilibrio complessivo e ad<br />
un completo sfruttamente della capacità motrice.<br />
La motorizzazione ad elevata efficienza energetica<br />
continua il quadro generale. Grazie infatti alla<br />
completa gestione elettronica di tutti gli azionamenti<br />
in base al flusso di materiale, alla velocità di<br />
stesa e alla compattazione, il motore eroga solo e<br />
sempre la potenza necessaria<br />
con un elevato contenimento<br />
dei consumi. Infine i comandi<br />
semplici e intuitivi sono fra le<br />
motivazioni pratiche che hanno<br />
colpito in modo particolare<br />
sia l’operatore, sia gli addetti<br />
al banco. Mettendo soprattutto<br />
in luce la validità delle soluzioni<br />
impiegate da Sumitomo<br />
per le sue finitri. Sia gommate,<br />
come in questo caso, sia<br />
cingolate.<br />
Infine, ma non meno importante,<br />
è fondamentale la<br />
gestione elettronica su più<br />
livelli che permette anche di<br />
operare in manuale in caso<br />
di avarie alle schede elettroniche.<br />
La Sumitomo<br />
HA60W-11 è una<br />
finitrice che ha<br />
colpito la CIEFFE<br />
LAVORI per la<br />
sua capacità di<br />
essere pienamente<br />
sfruttabile sia<br />
nei lavori urbani<br />
dove sono<br />
richieste mobilità<br />
e flessibilità<br />
operativa, sia in<br />
quelli autostradali<br />
dove trazione,<br />
equilibrio<br />
complessivo,<br />
regolazioni<br />
completamente<br />
idrauliche e<br />
presenza del banco<br />
J-Paver fanno la<br />
differenza anche<br />
nelle impegnative<br />
stese dove livellette<br />
e produttività<br />
giornaliera sono<br />
gli obiettivi<br />
fondamentali da<br />
raggiungere..<br />
58<br />
59
TEREX ECOTEC TWH 220, specialista del recycling<br />
LUNGA<br />
TRADIZIONE<br />
Il TEREX ECOTEC<br />
TWH 220 in azione<br />
nell’impianto di<br />
trattamento rifiuti<br />
della Rosso Srl di<br />
Fossano. Azienda<br />
che si è affidata al<br />
marchio con due<br />
macchine in azione<br />
e con il nuovo<br />
TWH 220 appena<br />
arrivato in azienda.<br />
La macchina si<br />
occupa della<br />
preparazione dei<br />
rifiuti da inviare in<br />
trattamento o in<br />
discarica.<br />
SCHEDA TECNICA<br />
Movimentatore provato<br />
Il movimentatore industriale<br />
TEREX ECOTEC TWH 220<br />
è “preso a prestito” dalla<br />
gamma FUCHS, costruttore<br />
tedesco dalla lunga tradizione<br />
che fa parte di TEREX Group.<br />
Costruito negli stabilimenti del<br />
costruttore di Bad Schönborn,<br />
in Germania, si presenta<br />
come un mezzo estremamente<br />
specializzato nato<br />
per soddisfare le specifiche<br />
esigenze delle aziende del<br />
settore. Con un peso operativo<br />
di 21 tonnellate si colloca<br />
nella categoria medio bassa<br />
del mercato rivolgendosi ad<br />
un target ampiamente diffuso<br />
che spazia dalle imprese che<br />
trattano rifiuti al classico riciclo<br />
dei metalli. Si distingue per le<br />
soluzioni ergonomiche uniche<br />
della cabina, per l’impianto<br />
idraulico Load Sensing che<br />
aumenta l’efficienza operativa<br />
e per la struttura generale nata<br />
per questi specifici impieghi.<br />
Dati tecnici<br />
Motore DEUTZ TCD 3.6 L4<br />
Stage V 4 cilindri da 3,6 litri,<br />
130 cv, 500 Nm. Impianto<br />
idraulico Load Sensing gestito<br />
elettronicamente 290 l/min<br />
con doppia pompa a portata<br />
variabile. Massima capacità di<br />
sollevamento 10.500 kg.<br />
CONSUMO* l/h 7,5<br />
AUTONOMIA 40 ore<br />
Una lunga e consolidata tradizione.<br />
Il TEREX ECOTEC TWH<br />
220 fa parte, infatti, della grande<br />
famiglia TEREX ed è un modello<br />
“preso a prestito” dalla gamma FU-<br />
CHS. Il costruttore tedesco, infatti,<br />
vanta una storia nel settore iniziata<br />
nel lontano 1888. Nello stabilimento<br />
di Bad Schönborn, fra Mannheim e<br />
Stoccarda, nascono i movimentatori<br />
industriali che compongono la numerosa<br />
gamma del costruttore. Il TE-<br />
REX ECOTEC TWH 220 è di fatto il<br />
FUCHS MHL 320 nella sua versione<br />
gommata. Una macchina i cui possibili<br />
allestimenti sono indirizzati alla<br />
manipolazione dei rifiuti e dei rottami<br />
ferrosi. Con un peso operativo di 22<br />
tonnellate ed una potenza di 130 cv<br />
si colloca nella categoria medio bassa<br />
del mercato. Una macchina che ha dei<br />
plus notevoli rispetto alla media del<br />
mercato fra cui, prima di tutto, una<br />
cabina dalle soluzioni uniche e un’ingegnerizzazione<br />
accurata di tutta la<br />
torretta. Un movimentatore pensato<br />
per aumentare la sicurezza operativa,<br />
semplificare la vita all’operatore e, di<br />
conseguenza, aumentare l’efficienza<br />
produttiva nei lunghi e spesso estenuanti<br />
turni di lavoro.<br />
PREZZO EURO<br />
Non dichiarato<br />
* Consumo medio orario rilevato<br />
nell’applicazione specifica.<br />
© E-costruction <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />
TEST<br />
TEREX<br />
ECOTEC<br />
TWH 220<br />
Abbiamo provato il<br />
movimentatore industriale<br />
TEREX ECOTEC TWH 220.<br />
Uno specialista della classe<br />
21 tonnellate che arriva da<br />
una tradizione storica da veri<br />
specialisti<br />
l+ l-<br />
l Struttura progettata per le esigenze della<br />
movimentazione industriale<br />
l Cabina di guida che porta il livello di comfort<br />
ed ergonomia ad un livello superiore<br />
l Impianto idraulico Load Sensing<br />
l Disponibile anche in versione elettrificata<br />
l Layout della torretta ingegnerizzato per<br />
agevolare la manutenzione<br />
l Disponibilità di allestimenti limitatai<br />
l Valvole anticaduta opzionali<br />
l Sistema di sovraccarico e controllo<br />
dell’area di lavoro in opzione<br />
l Solo versione gommata<br />
60<br />
61
cv!<br />
140!<br />
130!<br />
120!<br />
110!<br />
100!<br />
90!<br />
80!<br />
70!<br />
60!<br />
TCD 3.6 L04<br />
kgm!<br />
56!<br />
54!<br />
52!<br />
50!<br />
48!<br />
46!<br />
44!<br />
42!<br />
40!<br />
50!<br />
38!<br />
700! 1.300! 1.900! 2.500!<br />
giri / minuto !<br />
POTENZA CV! COPPIA KGM!<br />
Il grafico, realizzato da e-<strong>Construction</strong>, è<br />
disegnato in modo che le curve di potenza<br />
e di coppia si incontrino al regime di rotazione<br />
in cui si rileva il minor consumo<br />
specifico: 150 grammi per cavallo ora a<br />
1.600 giri.<br />
MOTORE<br />
Marca e sigla DEUTZ TCD 3.6 L04<br />
Alesaggio/corsa mm 98/120<br />
Cilindri/cc/valvole 4/3.600/16<br />
Potenza nominale cv/giri 130/2.000<br />
Potenza specifica cv/litro 36,11<br />
Coppia Nm/giri 500/1.600<br />
Riserva di coppia % 32<br />
Rapporto di compressione 16:1<br />
Aspirazione<br />
Intercooler<br />
Iniezione<br />
Common rail<br />
Massa kg 350<br />
Massa specifica kg/litri 97,2<br />
Rendimento 0,42<br />
Cons. spec. min g/cvh/giri 150/1.300<br />
Cons. spec. pot. max litri/h 71,1<br />
Cons. spec. coppia max litri/h 64,6<br />
Autonomia in pot. max ore 9,2<br />
Indice sollecitazione 10,5<br />
Emissioni<br />
Stage V<br />
INDICE DIESEL e-<strong>Construction</strong> 7<br />
Qui a fianco,il TEREX<br />
ECOTEC TWH 220 in<br />
configurazione con<br />
braccio da 10.000<br />
mm e avambraccio<br />
da 5.000 mm allestito<br />
con polipo per rifiuti.<br />
Sotto, il motore<br />
DEUTZ Stage V da<br />
3,6 litri e 130 cv che<br />
aziona l’impianto<br />
idraulico a centro<br />
chiuso Load Sensing<br />
Flow Sharing da<br />
290 l/min gestito<br />
elettronicamente. La<br />
torretta ha un layout<br />
fra i più curati del<br />
mercato e tutta la<br />
macchina è facilmente<br />
accessibile per la<br />
manutenzione..<br />
Nato per questo<br />
duro lavoro<br />
Il TEREX ECOTEC TWH 220 è<br />
chiaramente individuabile come un<br />
movimentatore industriale che è nato<br />
per questo lavoro. Non parliamo solo<br />
della struttura della macchina ma anche<br />
di cabina e layout della torretta. Difficile<br />
trovare, soprattutto in questa classe di<br />
peso, una macchina che permetta un<br />
accesso così semplice e sicuro per la<br />
manutenzione e, al contempo, dimensioni<br />
contenute ed una cabina dalla visibilità<br />
così elevata. E’ chiaro che la “scuola”<br />
FUCHS si faccia sentire. Non tanto negli<br />
allestimenti disponibili che vedono il TWH<br />
220 disponibile solo in versione gommata<br />
diesel o elettrica. Mentre invece l’omologo<br />
modello con il caratteristico colore blu<br />
è disponibile anche in versione ibrida,<br />
a batteria e con versioni cingolate, su<br />
pilone e con ralle sopraelevate. Anche<br />
perché TEREX ECOTEC è un brand<br />
dove i material handler sono macchine<br />
complementari agli impianti di trattamento<br />
e bonifica.Nella sostanza abbiamo però<br />
trovato una macchina molto efficace, dai<br />
consumi contenuti e dalla silenziosità<br />
operativa decisamente gradevole.<br />
L’impianto idraulico Load Sensing Flow<br />
Sharing semplifica la vita e, insieme alla<br />
cabina unica nel suo genere, consente di<br />
aumentare efficienza e sicurezza.<br />
TEST<br />
LA MECCANICA<br />
Rigorosamente made<br />
in Germany<br />
Deutz e Bosch-Rexroth.<br />
Lavorare fluidi e silenziosi<br />
Il movimentatore industriale TEREX ECOTEC<br />
TWH 220 testato nell’impianto di Fossano<br />
(Cn) della Rosso Srl è una macchina adibita<br />
alla lavorazione propedeutica dei rifiuti misti<br />
prima dell’invio in smaltimento o in recupero.<br />
Un impegno che vede la macchina attiva in modo<br />
continuo nel turno operativo spostandosi su più<br />
fronti. La scelta di andare su un mezzo di queste<br />
dimensioni è stata legata da un lato ad una macchina<br />
identica già operativa in azienda da tempo.<br />
Dall’altro dall’esigenza di riuscire ad operare in<br />
modo snello fra capannoni, viabilità interna e<br />
limiti di altezza.<br />
Il layout della macchina è oggi fra quelli meglio<br />
studiati in questo settore. La scelta specifica<br />
del costruttore va infatti nella direzione di un<br />
accesso semplice e sicuro per le eventuali operazioni<br />
di manutenzione o per i controlli quotidiani.<br />
Fra cui anche i livelli e i rabbocchi di gasolio<br />
o AdBlue. Per raggiungere questi obiettivi TE-<br />
REX ECOTEC (by FUCHS) ha quindi deciso di<br />
affidarsi a Bosch-Rexroth per l’impianto idraulico<br />
e a Deutz per il propulsore.<br />
4 cilindri DEUTZ Stage V<br />
Sotto i cofani “batte” quindi uno dei propulsori<br />
più diffusi sia in ambito agricolo che industriale.<br />
Stiamo parlando del TCD3.6 L4 Stage V che<br />
si distingue per la tecnologia DIVERT che integra<br />
DOC, DPF ed SCR. Si tratta di un motore<br />
pensato e costruito per questi specifici impieghi.<br />
La sua struttura è infatti compatta e si presta in<br />
modo specifico per ottimizzare lo spazio a dispo-<br />
sizione dei progettisti. Senza ovviamente penalizzare<br />
le prestazioni.<br />
Abbiamo infatti dimensioni di 701 mm e 592<br />
mm in pianta a cui corrisponde un’altezza di<br />
790 mm. Quest’ultima tiene conto del profondo<br />
basamento in cui la coppa dell’olio permette di<br />
lavorare senza problemi anche in pendenza.<br />
La potenza è di 95 kW (130 cv) a 2.000 giri/<br />
min con una coppia di 500 Nm a 1.600 giri/<br />
min. Règime di funzionamento che permette di<br />
sfruttare in pieno le potenzialità operative della<br />
macchina mantenendo da un lato un’elevata efficienza<br />
in termini di velocità idraulica. Dall’altro<br />
contenere consumi ed emissioni sonore senza<br />
mai arrivare al règime massimo.<br />
Colpiscono le masse radianti che, in rapporto<br />
alla potenza installata, alla cilindrata del motore<br />
e alle dimensioni del mezzo, sono decisamente<br />
sovradimensionate. Una specifica scelta legata<br />
alle specifiche di un impiego gravoso, quello<br />
della manipolazione di rifiuti di vario tipo, dove<br />
62<br />
63
STRUTTURA DEL CARRO<br />
Carro gommato con longheroni e traverse<br />
allestito a richiesta con doppi stabilizzatori<br />
(di serie), lama e stabilizzatori (opz.), doppi<br />
stabilizzatori e lama (opz.). Accesso al<br />
posto guida tramite apposite scale progettate<br />
per non ostacolare il lavoro e garantire<br />
piena sicurezza.<br />
TRAZIONE<br />
Idrostatica e integrale con due ponti motore<br />
dotati di sterzata su tutte e quattro<br />
le ruote con comando anche da joystick.<br />
Velocità massima in prima marcia 5,00<br />
km/h e in seconda marcia 20,00 km/h.<br />
Assale posteriore oscillante bloccabile.<br />
Assali con riduttori a planetari e freni<br />
integrati.<br />
IMPIANTO IDRAULICO<br />
Impianto a centro chiuso Load Sensing<br />
Flow Sharing da 290 l/min. Contemporaneità<br />
dei movimenti e gestione elettronica<br />
con tre modalità di impiego per un elevato<br />
risparmio di carburante. Massima capacità<br />
di sollevamento di 10.500 kgf. Possibilità<br />
di versione con braccio simil-scavo<br />
per attrezzature comandate con il cilindro<br />
benna.<br />
ROTAZIONE<br />
Motore di rotazione della torretta con ammortizzatore<br />
e doppia riduzione a planetari.<br />
Rotazione massima di 7,0 giri/min con<br />
freno automatico ad azionamento elettroidraulico.<br />
TELEMATICA<br />
Sistema telematico FUCHS CONNECT di<br />
serie con contratto di 5 anni compreso. E’<br />
quindi possibile monitorare a distanza la<br />
macchina raccogliendo i dati su posizione,<br />
parco mezzi, caratteristiche operative e<br />
dati in tempo reale, dettagli relativi ad ogni<br />
comando impiegato, rapporto di efficienza,<br />
controllo della manutenzione e sua<br />
programmazione. Tutti i dati sono consultabili<br />
in modo completo da PC, Smartphone<br />
o Tablet.<br />
A lato, la cabina<br />
del TWH 220 è oggi<br />
fra le migliori in<br />
assoluto nel settore<br />
dei movimentatori<br />
industriali. Ergonomia,<br />
spazio a bordo e<br />
visibilità la collocano<br />
al vertice del<br />
mercato. Notevole<br />
la climatizzazione<br />
dall’efficacia<br />
elevatissima che<br />
“neutralizza”<br />
perfettamente le<br />
superfici vetrate<br />
molto ampie. Il<br />
display digitale ha<br />
inoltre una routine<br />
di azionamento<br />
semplice e<br />
funzionale.<br />
Metro e bilancia<br />
Lunghezza mm 8.070<br />
Larghezza mm 2.500<br />
Altezza mm 3.420<br />
Passo mm 2.500<br />
Luce da terra mm 310<br />
Raggio massimo mm 14.000<br />
Forza di sollevamento kgf 10.500<br />
Velocità massima km/h 20<br />
Pendenza max. 55%<br />
Peso operativo kg 21.000<br />
Serbatoio gasolio l 305<br />
Serbatoio AdBlue l 20<br />
Serbatoio olio idraulico l 275<br />
Impianto idraulico l 615<br />
Velocità traslaz. km/h (1°-2°) 5,00 - 20,00<br />
TEST<br />
polvere ed elementi volanti mettono a dua prova<br />
il raffreddamento dei liquidi. Le ventole sono ovviamente<br />
reversibili per ottimizzare la pulizia ed<br />
aumentare l’efficienza. L’olio idraulico ha inoltre<br />
una massa radiante completamente separata<br />
e autonoma.<br />
Fluidi e rilassati con il Load Sensing Flow Sharing<br />
L’impianto idraulico prevede un distributore<br />
con logica Load Sensing Flow Sharing. Il flusso<br />
complessivo da gestire è pari a 290 l/min che<br />
permettono di muoversi in scioltezza con movimenti<br />
contemporanei. Si tratta di un plus di valore<br />
su una macchina di questo tipo che deve per<br />
forza calibrare i propri movimenti sia per avere<br />
un’elevata efficienza operativa, sia per districarsi<br />
in spazi spesso complessi.<br />
Le impostazioni dell’impianto idraulico prevedono<br />
il pieno controllo delle zone di sicurezza<br />
della macchina con chiara visione dal display<br />
digitale.<br />
LA CABINA<br />
Progetto da premio<br />
Un posto guida che ha vinto<br />
l’iF Design Award 2017<br />
L<br />
a<br />
cabina del TEREX ECOTEC TWH 220 ha<br />
già sei anni di vita sulle spalle. Nata infatti<br />
nel 2017 si è aggiudicata l’iF Design Award.<br />
Ed abbiamo l’impressione che rimarrà sul mercato<br />
ancora a lungo visti i suoi contenuti ad alto<br />
valore aggiunto. La superficie vetrata regala una<br />
visione a 360° che non ha oggi paragoni con i<br />
diretti competitor. La climatizzazione Webasto è<br />
integrata nella copertura. La forma della cabina<br />
con il vetro anteriore spiovente verso il basso<br />
favorisce non solo la visibilità ma diminuisce il<br />
deposito della polvere limitando quindi l’impiego<br />
del tergicristallo la cui superficie d’azione è quasi<br />
totale. All’interno l’ergonomia è veramente pen-<br />
sata per chi deve stare a bordo a lungo. Lo spazio<br />
a disposizione è molto generoso e tutti i controlli<br />
sono disposti sulla destra in modo ordinato e<br />
semplice. Ci sono vani refrigerati e spazi destinati<br />
agli oggetti personali come lo smartphone Dai<br />
joystick multifunzione è possibile controllare in<br />
modo completo tutta la macchina, compresa la<br />
sterzata, con pulsanti e roller proporzionali le cui<br />
funzioni sono programmabili. L’impostazione di<br />
default è però efficace e intuitiva. Dopo pochi<br />
minuti si ha la piena padronanza di ogni funzione<br />
della macchina e l’impianto idraulico fluido<br />
con logica proporzionale si fa apprezzare proprio<br />
grazie ad una cabina di guida fuori dell’ordinario.<br />
Il meccanismo di rialzamento ha una rigidezza<br />
molto elevata limitando quindi le oscillazioni e<br />
gli scossoni contribuendo in modo sostanziale sia<br />
al comfort, sia alla sicurezza operativa. Soprattutto<br />
nelle manovre dove è necessario muoversi<br />
velocemente e operare con la cabina alla quota<br />
massima raggiungibile.<br />
64<br />
65
LIUGONG 915F CR, outsider dai contenuti tecnologici sorprendenti<br />
TECNOLOGIA<br />
COMPATTA<br />
L’escavatore<br />
idraulico LiuGong<br />
915F CR messo a<br />
disposizione da<br />
Massucco T. Sud<br />
è stato impiegato<br />
in una cava di<br />
tufo a Mottola, nei<br />
pressi di Taranto.<br />
La macchina ha<br />
messo in luce una<br />
verve notevole<br />
nell’estrazione<br />
diretta del<br />
coriaceo . Una<br />
dote, che associata<br />
alle dimensioni<br />
compatte, si fa<br />
apprezzare nei<br />
lavori più difficili in<br />
spazi ristretti.<br />
SCHEDA TECNICA<br />
Veicolo provato<br />
L’escavatore cingolato<br />
LiuGong 915F CR è una<br />
macchina short-radius<br />
della classe fra le 15 e le 17<br />
tonnellate di peso operativo.<br />
Si distingue per l’impianto ad<br />
azionamento elettroidraulico<br />
sviluppato con Kawasaki.<br />
Un’impostazione che si<br />
sposa con un elevato livello<br />
tecnologico che il costruttore<br />
ha sempre ricercato. La macchina<br />
era allestita con braccio<br />
a triplice articolazione disponibile<br />
direttamente dalla fabbrica<br />
andando quindi incontro<br />
alle esigenze dei mercati più<br />
evoluti. La cabina di guida si<br />
distingue per l’elevato livello<br />
di finitura e l’architettura della<br />
torretta si distingue per la sua<br />
compattezza.<br />
Dati tecnici<br />
Motore Cummins F3.8<br />
Stage V, 4 cilindri da 3,8 litri,<br />
120 cv, 500 Nm. Impianto<br />
idraulico Kawasaki ad<br />
azionamento elettroidraulico<br />
da 2 x 117 l/min con tre<br />
modalità operative a gestione<br />
elettronica.<br />
Massima forza di scavo 9.881<br />
kgf. Massima forza di strappo<br />
7.138 kgf. Peso operativo<br />
con lama e braccio a triplice<br />
articolazione 17.300 kg.<br />
CONSUMO* l/h 11,0<br />
AUTONOMIA 18 ore<br />
Tecnologia e qualità. Sono le due<br />
caratteristiche su cui LiuGong<br />
punta in modo spinto per abbattere<br />
quella diffidenza che ancora oggi<br />
circonda i prodotti cinesi. Primo costruttore<br />
al mondo di pale gommate,<br />
è però oggi l’unico player, insieme a<br />
Caterpillar, a presentarsi nel mercato<br />
degli escavatori con la tecnologia<br />
elettroidraulica e con gli azionamenti<br />
elettrici delle ventole. LiuGong si<br />
è rivolta, per la tecnologia idraulica,<br />
niente meno che a Kawasaki. Tutto<br />
l’impianto è stato infatti sviluppato<br />
insieme al costruttore giapponese formando<br />
un sodalizio di alto livello che<br />
mira ad efficienza ed abbattimento dei<br />
consumi. Quindi la nuova Serie F, in<br />
cui il 915FCR presidia la classe di<br />
peso fra le 15 e le 17 tonnellate, è dotata<br />
di questa tecnologia che permette<br />
anche di impostare confini operativi e<br />
di interagire in modo semplificato con<br />
le tecnologie 2D e 3D di assistenza<br />
allo scavo. Il midi cinese però mette<br />
in luce anche una grinta decisamente<br />
apprezzabile che ha sfoderato nella<br />
nostra prova, organizzata con Massucco<br />
T. Sud, importatore per tutto il sud<br />
Italia, in una cava di coriaceco tufo<br />
pguliese vicino a Taranto.<br />
PREZZO EURO<br />
Non dichiarato<br />
* Consumo medio orario rilevato<br />
nell’applicazione specifica<br />
© E-costruction <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />
TEST<br />
LIUGONG<br />
915F CR<br />
F-SERIES<br />
LIUGONG è l’ultimo player in ordine<br />
di tempo a fare il proprio ingresso sul<br />
mercato italiano. Un costruttore cinese<br />
che si presenta con il biglietto da visita<br />
della tecnologia e dell’elevato livello<br />
qualitativo. Come nel caso del 915FCR,<br />
short-radius da 17 tonnellate<br />
l+ l-<br />
l Impianto con comandi elettroidraulici<br />
sviluppato con Kawasaki<br />
l Possibilità di installare in modo semplificato<br />
tecnologie 2D, 3D e impostazione e-fence<br />
l Cabina di guida con un livello ergonomico<br />
e di finiture molto elevato<br />
l Versione con braccio triplice<br />
l Gestione ottimale delle attrezzature<br />
l Accesso superiore alla manutenzione del<br />
motore migliorabile<br />
l Alcune impostazioni sono solo digitali<br />
mentre sarebbero comode anche in<br />
manuale<br />
66<br />
67
cv!<br />
140!<br />
130!<br />
120!<br />
110!<br />
100!<br />
90!<br />
80!<br />
70!<br />
60!<br />
CUMMINS F3.8<br />
kgm!<br />
58!<br />
56!<br />
54!<br />
52!<br />
50!<br />
48!<br />
46!<br />
44!<br />
42!<br />
50!<br />
40!<br />
700! 1.300! 1.900! 2.500!<br />
giri / minuto !<br />
POTENZA CV! COPPIA KGM!<br />
Il grafico, realizzato da e-<strong>Construction</strong>, è<br />
disegnato in modo che le curve di potenza<br />
e di coppia si incontrino al regime di rotazione<br />
in cui si rileva il minor consumo<br />
specifico: 153 grammi per cavallo ora a<br />
1.500 giri.<br />
MOTORE<br />
Marca e sigla Cummins F3.8<br />
Alesaggio/corsa mm 1<strong>02</strong>/115<br />
Cilindri/cc/valvole 4/3.800/16<br />
Potenza nominale cv/giri 113/2.200<br />
Potenza massima cv/giri 120/2.200<br />
Potenza specifica cv/litro 31,50<br />
Coppia Nm/giri 500/1.500<br />
Riserva di coppia % 49<br />
Rapporto di compressione 17:1<br />
Aspirazione<br />
Intercooler<br />
Iniezione<br />
Common rail<br />
Massa kg 769<br />
Massa specifica kg/litri 86,4<br />
Rendimento 0,41<br />
Cons. spec. min g/cvh/giri 153/1.100<br />
Cons. spec. pot. max litri/h 62,7<br />
Cons. spec. coppia max litri/h 59<br />
Autonomia in pot. max ore 6<br />
Indice sollecitazione 11<br />
Emissioni<br />
Stage V<br />
INDICE DIESEL e-<strong>Construction</strong> 7,4<br />
Qui a fianco, il 915F<br />
CR in azione a Mottola<br />
(Ta) nella cava di tufo<br />
dove, in estrazione<br />
diretta, si preparava del<br />
materiale da destinare<br />
alla copertura di una<br />
discarica. Nonostante<br />
le dimensioni compatte<br />
il midi di LiuGong ha<br />
messo in luce una grinta<br />
che si è fatta apprezzare.<br />
L’impianto idraulico si<br />
è infatti dimostrato non<br />
solo reattivo e preciso<br />
ma anche pronto ad<br />
operare in un contesto<br />
meno usuale ma che evidenzia<br />
le caratteristiche<br />
di una macchina in grado<br />
di affrontare a viso<br />
aperto terreni difficili.<br />
Un vero mix di<br />
culture tecniche<br />
Che LiuGong sia un costruttore cinese<br />
non è così facilmente individuabile se non<br />
dal nome. L’approccio con il 915F CR, sia<br />
salendo in cabina, sia aprendo i cofani,<br />
fa percepire infatti una macchina pensata<br />
e costruita per il mercato europeo. Ed<br />
italiano in particolare. Dove le esigenze<br />
delle imprese cambiano in modo estremamente<br />
rapido. La presenza di una versione<br />
con braccio dotato di triplice articolazione,<br />
ad esempio, è il chiaro punto di vista di<br />
LiuGong. Si tratta infatti di un marchio che<br />
ha fortissime radici europee. Non solo per<br />
la sua lunga presenza nei paesi del nord,<br />
ma anche per l’headquarter che ha sede<br />
a Londra dove opera Gary Major, designer<br />
che ha “forgiato” l’immagine attuale delle<br />
macchine JCB e che sta dando un’impronta<br />
di grande attualità a LiuGong. Così<br />
come lo stabilimento polacco della Dressta<br />
che è punto d’appoggio fondamentale per<br />
un approccio sistemico alle aspettative<br />
dei clienti europei. Valori che si ritrovano<br />
pienamente nel 915F CR che è oggi uno<br />
degli escavatori idraulici midi più interessanti<br />
grazie all’evoluto impianto Kawasaki<br />
a controllo elettroidraulico e alla motorizzazione<br />
Cummins F3.8 con tecnologia ad<br />
elevata efficienza di combustione.<br />
TEST<br />
LA MECCANICA<br />
Batte un cuore Cummins<br />
Motore compatto e impianto<br />
idraulico di livello<br />
L<br />
iuGong<br />
è un costruttore cinese che punta da<br />
sempre all’innovazione tecnologica. La lunga<br />
joint-venture con Caterpillar gli ha permesso<br />
di diventare il primo costruttore al mondo di<br />
pale gommate capitalizzando un’esperienza costruttiva<br />
unica che ha saputo personalizzare con<br />
soluzioni di valore. Ma anche nel campo degli<br />
escavatori la visione tecnologica lo ha portato ad<br />
avere oggi una gamma completa a pieno controllo<br />
elettroidraulico. La collaborazione con Kawasaki<br />
ha infatti permesso a LiuGong di posizionarsi<br />
sul mercato, unico player insieme al brand USA,<br />
con macchine dal forte valore aggiunto e con un<br />
rapporto qualità/prezzo che trova difficili riscontri.<br />
Una specifica scelta che permette di avere<br />
tecnologie 2D e 3D integrate. Così come la possibilità<br />
di regolare tutti i parametri dei singoli<br />
movimenti oppure impostare dei confini operativi<br />
virtuali. Senza ovviamente rinunciare ad una<br />
struttura della macchina che si fa apprezzare per<br />
qualità costruttiva e carpenterie generose. Non è<br />
infatti un caso che il peso operativo del 915F CR<br />
provato in Puglia sia di 17.300 kg.<br />
Compatto ma strong<br />
Il LiuGong 915F CR è un escavatore che presidia<br />
una delle fasce più importanti del mercato.<br />
Le macchine short-radius sono infatti in continua<br />
crescita e il peso operativo appena sotto le 20 tonnellate<br />
è oggi praticamente presente in quasti tutte<br />
le imprese di movimento terra. Le scelte progettuali<br />
del costruttore hanno portato ad un mezzo<br />
con una potenza installata leggermente superiore<br />
alla media del mercato. Con il suo impianto ad<br />
azionamento elettroidraulico permette di adattarsi<br />
in modo ottimale ad ogni operatore e ad ogni<br />
contesto. Una strada, quella di LiuGong, intrapresa<br />
per i modelli che partono dal miniescavatore<br />
9018F fino all’attuale 939F. Man mano che i nuovi<br />
modelli entreranno in gamma questa tecnologia<br />
sarà implementata. Solo il 995F, top di gamma con<br />
quasi 100 tonnellate di peso operativo. mantiene<br />
un’impostazione con i servocomandi idraulici a<br />
fronte di una mission differente rispetto ai modelli<br />
più piccoli.<br />
Obiettivo efficienza con Cummins e Kawasaki<br />
Il motore Cummins F3.8 fornisce una potenza<br />
massima di 120 cv a 2.200 giri/min. La coppia<br />
massima è di 500 Nm a 1.500 giri/min. Un valore<br />
si rivela equilibrato e ben gestibile. Tanto che il<br />
règime ideale per un impiego in piena scioltezza<br />
della macchina è intorno ai 1.800 giri/min dove<br />
il compromesso fra coppia e potenza è ottimale.<br />
Inoltre i consumi si mantengono su livelli mol-<br />
68<br />
69
STRUTTURA DEL CARRO<br />
Carro ad X con longheroni ed elementi<br />
centrali scatolat. Due rulli superiori e sette<br />
rulli inferiori. Rulli e catene in conformazione<br />
Heavy Duty con due guidacingolo<br />
inferiori di serie. Pattini a tripla costola.<br />
Tendicingolo idraulico con valvola di sovrapressione.<br />
Lama a doppio effetto con<br />
due cilindri di azionamento.<br />
TRAZIONE<br />
Idrostatica con due motori idraulici a pistoni<br />
assiali e freno idraulico negativo ad<br />
inserimento e disinserimento automatico.<br />
Riduttori a doppio planetario. Due velocità<br />
di traslazione con 2,90 km/h in prima marcia<br />
e 4,90 km/h in seconda marcia. Massima<br />
pendenza superabile 35° (70%). Massima<br />
forza di trazione pari a 12.440 kgf.<br />
IMPIANTO IDRAULICO<br />
Impianto a centro aperto con doppia pompa<br />
a portata variabile da 2 x 117 l/min. Gestione<br />
elettronica con attivazione elettroidraulica<br />
a tre modalità operative (Massima<br />
potenza, Eco e Standard) e la memorizzazione<br />
di 10 attrezzature con pressioni e<br />
portate. Massima forza di scavo di 9.881<br />
kgf e massima forza di strappo di 7.138 kgf.<br />
ROTAZIONE<br />
Motore di rotazione ad alta coppia con<br />
freno automatico integrato a bagno d’olio.<br />
Rotazione massima di 11,3giri/min e coppia<br />
massima di 36.790 Nm.<br />
A lato, il posto guida<br />
del 915F CR ha la<br />
stessa impostazione<br />
di tutta la nuova Serie<br />
F e si caratterizza per<br />
ergonomia, colori<br />
tenui e materiali di alta<br />
qualità. La “mano” di<br />
Gary Major, designer<br />
industriale di altissimo<br />
livello che per 15<br />
anni ha guidato i<br />
progetti di JCB prima<br />
di approdare in<br />
LiuGong, è evidente<br />
in ogni dettaglio e<br />
nelle soluzioni che si<br />
trovano sia in cabina,<br />
sia nella disposizione<br />
dei componenti e nel<br />
layout generale di<br />
tutta la macchina..<br />
Metro e bilancia<br />
Lunghezza mm 5.050<br />
Larghezza mm 2.490<br />
Altezza (con FOPS) mm 3.015<br />
Passo mm 3.010<br />
Luce da terra mm 450<br />
Forza di strappo kgf 7.138<br />
Forza di scavo kgf 9.881<br />
Forza di trazione kgf 12.440<br />
Pendenza max. 35° (70%)<br />
Peso operativo (triplice) kg 17.300<br />
Serbatoio gasolio l 200<br />
Serbatoio AdBlue l 20<br />
Serbatoio olio idraulico l 100<br />
Impianto idraulico l 160<br />
Velocità traslaz. km/h 2,90 - 4,90<br />
TEST<br />
to buoni. Soprattutto tenendo conto dell’impiego<br />
duro a cui abbiamo sottoposto il 915F CR operando<br />
nel compatto tufo della Puglia.<br />
L’impianto idraulico è stato all’altezza delle<br />
aspettative per una macchina di questo tipo. La<br />
portata di 2 x 117 l/min (234 l/min complessivi)<br />
è infatti in linea con il mercato e ci ha permesso<br />
di operare in modo veloce e preciso. La gestione<br />
elettroidraulica permette inoltre di regolare ogni<br />
singolo movimento adattandolo alle esigenze<br />
dell’operatore.<br />
Le attrezzature sono impostabili in modo semplice<br />
direttamente dal display digitale. La routine<br />
di controllo è agevole e facilmente memorizzabile<br />
con videate chiare, semplici e che si distinguono<br />
per la presenza di icone che non lasciano<br />
spazio a nessun dubbio. E’ possibile memorizzare<br />
10 attrezzature differenti con relative pressioni e<br />
portate. Ultimo, ma non per importanza, la piena<br />
contemporaneità di tutti i movimenti insieme alla<br />
traslazione.<br />
LA CABINA<br />
Design made in Europe<br />
Gary Major è il padre delle nuove<br />
macchine LiuGong<br />
L<br />
a<br />
cabina del 915F CR è la stessa, leggermente<br />
più corta, dei nuovi escavatori della Serie<br />
F del costruttore cinese. Premiato, fra le altre<br />
cose, con il Red Dot Design Award nel 2<strong>02</strong>0 per<br />
il dozer Dressta TD16N e nel 2019 con il grader<br />
4180D. Gary Major è l’artefice, con il suo team<br />
internazionale e interdisciplinare che lavora a<br />
Londra, delle nuove macchine LiuGong.<br />
Una fortissima attenzione ad ogni dettaglio<br />
per offrire all’operatore non solo un’ergonomia<br />
di alto livello ma anche un’interazione uomomacchina<br />
semplice, intuitiva e funzionale. Per<br />
semplificare la vita a bordo, aumentare la sicu-<br />
rezza e al contempo ottimizzare l’efficienza.<br />
Una chiara visione concreta<br />
La concretezza ha quindi portato ad avere uno<br />
spazio a bordo ben definito in elementi funzionali.<br />
La regolazione di sedile e joystick è semplice<br />
e funzionale.<br />
Il display digitale da 8” è ben visibile anche<br />
con molta luce. Il torrido clima estivo ha consentito<br />
di provare l’efficienza della climatizzazione<br />
con un impianto che non solo ha una forte capacità<br />
di raffrescamento ma dispone di bocchette<br />
orientabili disposte in modo uniforme in tutta<br />
la cabina. In alto è possibile oscurare completamente<br />
il vetro superiore consentendo di regolare<br />
la luce interna ed evitando l’abbagliamento.<br />
Anche se la macchina è compatta e la torretta<br />
ha un profilo più basso della media del mercato,<br />
la presenza delle telecamere a 360° permette di<br />
avere sempre l’area di lavoro sotto controllo in<br />
ogni momento.<br />
70<br />
71
BRIGADE. Punta sull’Intelligenza Artificiale<br />
RILEVAMENTO<br />
INTELLIGENTE<br />
Brigade Electronics è un pioniere ante<br />
litteram delle telecamere panoramiche<br />
di sicurezza. Una vision aziendale che<br />
oggi fa un ulteriore passo avanti con<br />
l’impiego dell’Intelligenza Artificiale per<br />
il riconoscimento di persone e oggetti.<br />
Perché prevenire è meglio che curare<br />
BRIGADE<br />
72<br />
Che Brigade Electronics fosse un chiaro punto<br />
di riferimento per quanto riguarda le telecamere<br />
panoramiche applicate al mondo delle<br />
macchine è ormai un dato assodato. Tutti gli addetti<br />
ai lavori, infatti, conoscono e apprezzano le<br />
soluzioni del costruttore che hanno permesso di alzare<br />
in modo esponenziale il livello di sicurezza in<br />
cantiere. Ma non solo. In tutte quelle applicazioni<br />
dove l’interferenza uomo-macchina comporta elevati<br />
livelli di rischio.<br />
L’azienda ha ora compiuto un ulteriore passo<br />
avanti implementando sofisticati algoritmi di riconoscimento<br />
di persone e cose che permettono di<br />
fornire un aiuto ancora più incisivo e attivo agli<br />
operatori che utilizzano macchine in contesti pericolosi.<br />
Algoritmi che si basano su processi impiegati<br />
dall’Intelligenza Artificiale e sono quindi in<br />
grado di apprendere e migliorare nel tempo dinamiche<br />
legate a situazioni sempre più imprevedibili<br />
e complesse.<br />
Le telecamere AI<br />
Infatti le elecamere AI si distinguono da quelle tradizionali<br />
per veicoli grazie alle loro caratteristiche<br />
del tutto eccezionali. Utilizzano una telecamera ad<br />
alta definizione (HD) con potenza di elaborazione<br />
incorporata. Questo consente di identificare con<br />
precisione le persone all’interno del campo di rilevamento<br />
riducendo in modo significativo i falsi<br />
allarmi.<br />
Inoltre, rispetto ai modelli precedenti, queste telecamere<br />
offrono una migliore visibilità nella parte<br />
sia anteriore che posteriore del veicolo.<br />
Anteriore e posteriore<br />
Le telecamere di rilevamento intelligente AI di Brigade<br />
sono disponibili nei formati anteriore e posteriore.<br />
Si tratta di una specifica scelta legata alla<br />
volontà di fornire un elevato livello di sicurezza<br />
agli operatori e risolvere le problematiche legate a<br />
qualsiasi tipo di situazione.<br />
Coloro che si occupano di sicurezza nell’uso<br />
delle macchine sottolineano l’importanza di questi<br />
dispositivi perché forniscono un aiuto concreto a<br />
chi, ogni giorno, si trova a dover affrontare situazioni<br />
di rischio in continuo divenire e legate spesso<br />
a cattivi comportamenti delle persone. Come ad<br />
esempio il mancato rispetto di divieti, disposizioni<br />
operative o passaggi pedonali obbligati. Dall’altro<br />
lato gli operatori, soprattutto a fine turno, si trovano<br />
a dover affrontare rischi continui in condizioni di<br />
stanchezza fisica e mentale. Chi invece guida veicoli<br />
commerciali di ogni tipo e dimensione nei centri<br />
urbani, ma non solo, è continuamente in allerta per<br />
la presenza di pedoni e utenti su due ruote. Le telecamere<br />
AI sono quindi un fondamentale strumento<br />
di sicurezza sia passiva che attiva.<br />
Thierry Bourgeay, Senior Product Manager di<br />
Brigade Electronics, ha sottolineato che “L’introduzione<br />
delle telecamere AI da parte di Brigade Electronics<br />
è destinata ad avere un impatto significativo<br />
sul panorama della sicurezza dei veicoli commerciali.<br />
Le loro caratteristiche e capacità avanzate le<br />
rendono uno strumento prezioso per gli operatori<br />
delle flotte e i conducenti, garantendo che le nostre<br />
strade siano più sicure e protette che mai”.<br />
Quasi ogni settimana, ciclisti e pedoni sono coinvolti<br />
in collisioni con veicoli commerciali. Molti<br />
utenti vulnerabili della strada non sono consapevoli<br />
degli angoli ciechi anteriori e posteriori dei mezzi<br />
pesanti, e ciò provoca incidenti gravi perché non<br />
sono stati visti dal conducente.<br />
Il team di Brigade parte dal presupposto che i<br />
conducenti di mezzi pesanti necessitino della visione<br />
sia diretta sia indiretta Oltre che, ovviamente, di<br />
altri dispositivi di sicurezza all’avanguardia come<br />
la tecnologia passiva e attiva. Il tutto per avere una<br />
sicurezza ottimale.<br />
Le telecamere AI sono una nuova generazione<br />
di rilevamento attivo degli angoli ciechi. Utilizzando<br />
l’intelligenza artificiale, le telecamere rilevano<br />
e riconoscono la forma umana all’interno dell’area<br />
di rilevamento predefinita e avvertono in modo affidabile<br />
il conducente visivamente e/o acusticamente<br />
prima che si verifichi una possibile collisione.<br />
L’elaborazione dell’immagine è integrata nella telecamera,<br />
il che significa che non è necessario altro<br />
hardware.<br />
BRIGADE ELECTRONICS. Missione sicurezza<br />
L’arrivo delle telecamere Brigade<br />
Electronics sul mercato ha fatto nascere<br />
una nuova consapevolezza in merito<br />
alla necessità di avere il pieno controllo<br />
dell’area di lavoro. Con le nuove<br />
telecamere AI è stato compiuto un<br />
ulteriore passo avanti che permette di<br />
alzare ulteriormente il livello di sicurezza.<br />
La nuova generazione di sistemi di<br />
rilevamento attivo degli angoli ciechi<br />
riconosce gli esseri umani grazie<br />
all’intelligenza artificiale (AI) e avvisa il<br />
conducente quando viene rilevata una<br />
persona.<br />
Il sistema avverte quindi i conducenti di<br />
potenziali pericoli come la presenza di<br />
un utente vulnerabile della strada (VRU)<br />
nel suo punto cieco. La telecamera AI<br />
di Brigade riduce in modo sostanziale i<br />
falsi avvisi, avvisando il conducente solo<br />
quando c’è un reale pericolo di collisione<br />
con un VRU.<br />
Infatti il sistema operativo utilizzato nelle<br />
telecamere è “addestrato” a riconoscere<br />
le persone sulla base di algoritmi. Il<br />
sistema è dotato di una telecamera HD<br />
con potenza di elaborazione incorporata<br />
che consente di identificare la presenza<br />
di un essere umano nel raggio di<br />
rilevamento.<br />
Si tratta di un sistema concettualmente<br />
complesso ma strutturalmente semplice.<br />
L’installazione infatti non è difficile perché<br />
il sistema è “plug and play”.<br />
Questo la rende un’opzione molto<br />
interessante per le grandi flotte. La<br />
telecamera ha inoltre un grado di<br />
protezione IP69K. Significa quindi che<br />
è protetta dall’ingresso di polvere, alte<br />
temperature e acqua ad alta pressione.<br />
Il minicomputer inoltre è integrato<br />
nell’unità della telecamera ed<br />
elabora le informazioni per migliorare<br />
continuamente il rilevamento e ridurre i<br />
falsi allarmi.<br />
L’adattatore Brigade garantisce inoltre<br />
Brigade Electronics<br />
è un pioniere<br />
nel settore delle<br />
telecamere per<br />
la sicurezza nella<br />
movimentazione<br />
dei veicoli di ogni<br />
genere e l’arrivo<br />
delle telecamere<br />
AI ha permesso<br />
di compiere un<br />
ulteriore passo<br />
avanti per ridurre<br />
gli incidenti legati<br />
agli investimenti<br />
delle persone.<br />
Fondamentali<br />
i logaritmi di<br />
riconoscimento dei<br />
VRU.<br />
che la telecamera sia sempre accesa e<br />
che il tempo di avvio sia pari a zero. In<br />
questo modo il conducente può partire<br />
con il veicolo immediatamente dopo<br />
l’accensione del mezzo.<br />
La telecamera va installata sia<br />
anteriormente che posteriormente.<br />
L’angolo di visione anteriore è pari a 52°<br />
orizzontali e 63° verticali. Posteriormente<br />
abbiamo invece un angolo di 129°<br />
orizzontali e 145° verticali. Una differenza<br />
sostanziale giustificata dal fatto che la<br />
visibilità anteriore è coadiuvata anche<br />
dalla visione diretta del conducente del<br />
veicolo.<br />
La tecnologia proposta dall’azienda è in<br />
continua evoluzione per dare risposte<br />
concrete e un aiuto effettivo a chi, ogni<br />
giorno, è impegnato sul campo alla guida<br />
dei veicoli e deve fare i conti con i rischi<br />
connessi all’investimento delle persone.<br />
Rischi che sono in continuo aumento e<br />
che occorre invece ridurre e prevenire.<br />
73
DAF. Prova in cava XFC 530 8X4<br />
COMFORT<br />
IN OFF-ROAD<br />
DAF rilancia in grande stile con la nuova gamma<br />
cava-cantiere XFC presentata per la prima volta in<br />
Italia la scorsa primavera a Samoter. Il costruttore<br />
olandese rivede l’impostazione complessiva<br />
aumentando l’altezza libera da terra per dare una<br />
matrice “off-road” spigliata e disinvolta. E con<br />
soluzioni per comfort e visibilità senza eguali<br />
Il DAF XFC 530<br />
8X4 testato nella<br />
Cava Merlini ha<br />
messo in luce una<br />
natura da vero<br />
off-road ma con<br />
un comfort e livelli<br />
di sicurezza inediti<br />
per il settore.<br />
L’impostazione della<br />
cabina si fa infatti<br />
apprezzare in ogni<br />
aspetto operativo.<br />
DAF<br />
Che DAF sia un veicolo apprezzato da sempre<br />
per il comfort di bordo è cosa altamente risaputa.<br />
Che sia un veicolo altrettanto apprezzato<br />
per i suoi consumi contenuti è altrettanto vero. Ma<br />
l’impostazione dei suoi cava cantiere del passato<br />
risentiva forse un po’ troppo della derivazione stradale.<br />
Nulla di drammatico, sia chiaro, ma l’altezza<br />
da terra ridotta sull’uscita della PTO metteva a volte<br />
in difficoltà gli utilizzatori di pompe per il calcestruzzo<br />
nei terreni più difficili.<br />
Il costruttore olandese non ci ha quindi pensato<br />
due volte quando ha ripensato completamente le<br />
proprie gamme ed ha lanciato sul mercato i nuovi<br />
XFC. Abbiamo avuto modo di provare nel suo terreno<br />
ideale il nuovo XFC 530 8x4, ossia la versione<br />
forse più gettonata del mercato italiano nel settore<br />
cava-cantiere grazie all’ottimale rapporto fra tara<br />
e portata e con un livello di potenza tale da farlo<br />
operare in scioltezza sulle strade, e nelle cave, del<br />
Bel Paese.<br />
Al volante del DAF XFC 530 8x4<br />
La prova si è svolta nel contesto off-road di Cava<br />
Merlini, a Gaggiano, in provincia di Milano, dove<br />
abbiamo potuto sfruttare a fondo le potenzialità<br />
del propulsore e della catena cinematica. Ma dove,<br />
prima di tutto, abbiamo potuto capire a fondo le<br />
impostazioni software della trasmissione, il freno<br />
motore dall’elevatissima efficienza e i sistemi di sicurezza.<br />
Questi ultimi, in modo particolare, permettono<br />
di affrontare la guida del veicolo con strumenti<br />
di grande valore aggiunto che permettono di avere<br />
sott’occhio tutto lo spazio attorno al veicolo. Anche<br />
angoli ciechi traditori.<br />
Fra i sistemi di sicurezza c’è infatti la Corner-<br />
View che permette, insieme agli specchi retrovisori<br />
grandangolari, di controllare in modo ottimale ogni<br />
angolo attorno all’automezzo.<br />
DAF, con questa soluzione, ha pensato realmente<br />
a chi utilizza queste macchine nel duro e impegnativo<br />
settore del cava-cantiere. Si tratta di soluzioni<br />
che possono sembrare banali ma che, in realtà, aiutano<br />
realmente gli autisti nel loro lavoro quotidiano.<br />
Come, ad esempio, l’ingombro ridotto degli specchi<br />
retrovisori che aiuta nelle manovre in retromarcia<br />
nei ristretti spazi urbani o quando si devono “centrare”<br />
gli stretti portoni cittadini per entrare in cantieri<br />
che molti definirebbero “impossibili”.<br />
La sicurezza prima di tutto<br />
DAF ha definito con “Mani sul volante, occhi sulla<br />
strada” la sua nuova generazione di veicoli industriali<br />
di cui gli XFC fanno parte. Non è affatto uno<br />
slogan fine a sé stesso.<br />
Tutto è stato infatti pensato per consentire di avere<br />
la massima visibilità attorno e davanti al veicolo.<br />
La linea di cintura molto bassa di parabrezza e<br />
finestrini laterali, insieme al cruscotto Vision dal<br />
profilo ribassato, consentono di avere un’elevata<br />
percezione del percorso.<br />
Nell’esemplare in prova non era presente ma<br />
è anche disponibile, optional che personalmente<br />
consiglio vivamente, la porta passeggero vetrata.<br />
Insieme al sedile destro ripiegabile permette infatti<br />
di avere direttamente sotto controllo ciò che avviene<br />
di fianco alla cabina. Insieme alla Corner View<br />
diventa uno strumento fondamentale per evitare<br />
quegli incidenti stradali che, purtroppo, stanno riempiendo<br />
le cronache di questi ultimi mesi.<br />
La presenza della Corner View è quanto di più<br />
utile ci possa essere per capire cosa succede sia sulla<br />
destra, sia anteriormente al veicolo. La visione<br />
è , fra le altre cose, decisamente eccellente grazie<br />
al monitor chiaro e di grandi dimensioni collocato<br />
esattamente nel cono visivo utilizzato per controllare<br />
i retrovisori posizionati a destra. Il suo uso è<br />
quindi assolutamente intuitivo e semplice grazie ad<br />
uno studio ergonomico che ha coinvolto ogni aspetto<br />
della cabina.<br />
Una catena cinematica equilibrata<br />
Allestito con un cassone ribaltabile Cantoni, il<br />
DAF XFC 530 8×4 provato nella Cava Merlini<br />
adotta una motorizzazione che si colloca al vertice<br />
della gamma del costruttore con il motore Paccar<br />
MX13 che fornisce la potenza massima di 530<br />
cv per una coppia di 2.700 Nm fra 970 e 1.400<br />
giri/min.<br />
Propulsore che si accompagna in modo equilibrato<br />
alla cinematica affidata alla trasmissione automatizzata<br />
TraXon.<br />
Non stiamo parlando di un optional bensì di una<br />
dotazione di serie che aumenta efficienza e sicurezza<br />
operativa. In opzione è però il software specifico<br />
di gestione espressamente pensato per muoversi in<br />
modo ottimale sia su strada che in fuoristrada. Si<br />
tratta di una scelta consigliata grazie alle specifiche<br />
funzioni come la “ASR-off” e la “Rock-Free”. La<br />
prima consente di effettuare partenze su superfici<br />
scivolose con la perizia di un autista “off-road” di<br />
lunga esperienza. La seconda invece consente di<br />
disimpegnarsi su fondi cedevoli grazie alla perfetta<br />
simulazione del “gioco di frizione” che si effettua<br />
per uscire dal fango.<br />
Il Paccar MX 13 è anche fornito con la doppia<br />
uscita della PTO che<br />
permette di adattarsi<br />
alla perfezione con<br />
diversi tipi di applicazione.<br />
Uscita ad<br />
“ore 13” per quelle<br />
più pesanti ed uscita<br />
ad “ore 11” per<br />
quelle più leggere. Si<br />
possono poi installare<br />
PTO indirette sulla<br />
parte anteriore del<br />
motore per azionare,<br />
ad esempio, i sistemi<br />
di carico a gancio<br />
degli scarrabili<br />
oppure per il funzionamento<br />
dei cassoni<br />
ribaltabili come nel<br />
nostro caso.<br />
La cabina di<br />
guida del DAF<br />
XFC privilegia la<br />
visibilità a 360°.<br />
Quella laterale<br />
destra è amplificata<br />
dalle soluzioni<br />
specifiche come il<br />
cruscotto Vision e<br />
la porta finestrata<br />
(in opzione) con<br />
sedile passeggero<br />
ripiegabile.<br />
La presenza<br />
della Corner<br />
View si rivela<br />
fondamentale.<br />
Tutta l’ergonomia<br />
di bordo mette in<br />
prima posizione<br />
la visibilità e la<br />
sicurezza di guida<br />
con concreti<br />
accorgimenti che<br />
migliorano la<br />
percezione dello<br />
spazio attorno al<br />
veicolo..<br />
74<br />
75
WEBASTO. Specialista dell’elettrificazione<br />
STRADE<br />
ALTERNATIVE<br />
WEBASTO è un nome che tutti conosciamo e che<br />
spesso associamo ai sistemi di riscaldamento e<br />
raffrescamento. In realtà è anche uno dei maggiori<br />
specialisti in sistemi di elettrificazione a batteria in cui<br />
è fortemente coinvolto anche lo stabilimento italiano<br />
di Molinella, in provincia di Bologna.<br />
Con l’elettrificazione di escavatori e perforatrici<br />
In Olanda<br />
l’elettrificazione<br />
delle macchine<br />
da costruzione<br />
è fortemente<br />
incentivata dal<br />
Governo che<br />
prevede incentivi a<br />
fondo perduto.<br />
WEBASTO<br />
Webasto e l’elettrificazione delle macchine da<br />
cantiere. Un’impresa impossibile? Assolutamente<br />
no. La tecnologia del costruttore<br />
ha portato le batterie ad alimentare le auto ibride<br />
ed elettriche di Kia. Ma non solo.<br />
I mercati nord europei sono oggi fra i più recettivi<br />
e fra i più proattivi per quanto riguarda<br />
l’elettrificazione delle macchine da costruzione. A<br />
loro vantaggio una forte incentivazione fiscale che<br />
prevede, ad esempio nei Paesi Bassi, un contributo<br />
a fondo perduto pari al 40% della differenza di costo<br />
fra macchina convenzionale e identica versione<br />
elettrificata.<br />
Molti costruttori hanno quindi deciso di trasformare<br />
macchine con propulsione diesel in mezzi<br />
elettrificati. Fra le soluzioni impiegate vi sono proprio<br />
quelle sviluppate nello stabilimento italiano di<br />
Webasto.<br />
La tecnologia del costruttore è stata individuata,<br />
fra le tante disponibili sul mercato, per l’elevato valore<br />
aggiunto. Fra cui la modularità del sistema e la<br />
garanzia di una sicurezza operativa che derivano da<br />
un’esperienza di alto livello. Senza contare il fondamentale<br />
supporto tecnico che un costruttore come<br />
Webasto è in grado di offrire. Supporto che si rivela<br />
prezioso per ottimizzare al massimo l’impiego delle<br />
batterie modulari tramite il V.I.B. Vehicle Interface<br />
Box. Che, di fatto, è il vero cuore del sistema in<br />
grado di dialogare con il veicolo tramite il BMS,<br />
il sistema di gestione della batteria. Ma andiamo<br />
con ordine.<br />
WEBASTO POWERBOX<br />
Il progetto nasce in Olanda per motivazioni molto<br />
stringenti. L’inquinamento da ossidi di azoto è<br />
attualmente molto alto e il Governo olandese sta<br />
mettendo in atto delle politiche ambientali incentivando<br />
anche l’impiego di macchine movimento<br />
terra a funzionamento elettrico. Favorendo ovviamente<br />
i contesti urbani. Ma non solo. L’impiego dei<br />
nuovi escavatori elettrici sta infatti trovando largo<br />
interesse anche in applicazioni che non siano limitate<br />
al solo mondo delle costruzioni. Un’opportunità<br />
che Staad Group e E.C.E. Electric <strong>Construction</strong><br />
Equipment stanno cogliendo in modo proattivo ed<br />
efficace. Grazie ad una profonda conoscenza del<br />
settore movimento terra che li porta a comprendere<br />
le reali esigenze degli utilizzatori. , per dimensione<br />
e presenza sul mercato, hanno deciso di lavorare insieme<br />
ad un progetto comune. Elettrificando alcuni<br />
modelli della gamma di escavatori Develo. Marchio<br />
distribuito ufficialmente da Staad Group nella parte<br />
centrale e meridionale del territorio olandese.<br />
La base della trasformazione è il Powerbox che<br />
integra anche un sistema autonomo di raffreddamento<br />
per ottimizzare il funzionamento del modulo<br />
batteria.<br />
La tecnologia di base è, tutto sommato, concettualmente<br />
molto semplice. Si tratta di veri e propri<br />
pacchi batterie dotati di Active Climate Control<br />
System. Dispositivo fondamentale per il controllo<br />
della temperatura sviluppato e costruito nello<br />
stabilimento italiano Webasto di Molinella. La trasformazione<br />
ha coinvolto l’escavatore gommato<br />
DX165W-7 e il cingolato DX300LC-7 trasformati<br />
in versione Electric. I due escavatori utilizzano<br />
un doppio e un triplo sistema di batterie standard<br />
ma con uno schema funzionale simile con le ovvie<br />
differenze legate alla dimensione e, quindi, alla potenza<br />
richiesta.<br />
Il concept con le batterie intercambiabili sfrutta<br />
un intelligente mix di tecnologie Webasto. Il pacco<br />
intercambiabile di batterie Powerbox è stato fornito<br />
sulla base delle specifiche dettagliate di E.C.E.<br />
Il DX165W Electric utilizza un doppio pacco di<br />
batterie da 140 kWh ciascuno per complessivi 280<br />
kWh. Mentre il DX300LC Electric ne utilizza tre da<br />
130 kWh per un totale di 390 kWh. Una differenza<br />
necessaria per far fronte ai diversi livelli di potenza<br />
delle due macchine. Dove il DX165W Electric è<br />
mosso da un motore elettrico Danfoss da 1<strong>02</strong> kW<br />
e il DX300LC Electric ne impiega invece uno da<br />
145 kW.<br />
WEBASTO & WOLTMAN<br />
Un altro progetto estremamente interessante riguarda<br />
l’elettrificazione di una perforatrice Woltman in<br />
collaborazione con l’olandese Dieseko. Una trivella<br />
da 90 tonnellate di peso operativo in grado di realizzare<br />
pali trivellati infissi fino ad una profondità<br />
di 36 metri.<br />
Non è un caso se Dieseko si sia rivolta proprio<br />
a Webasto. I cui tecnici hanno pensato di utilizzare<br />
36 pacchi di batteria standard. Sei pacchi sono<br />
installati in modo permanente e<br />
permettono alla macchina piccoli<br />
spostamenti in cantiere. Gli altri<br />
30 pacchi, invece, forniscono l’energia<br />
sufficiente per una giornata<br />
lavorativa media in cantiere di circa<br />
otto-dieci ore. Le batterie possono<br />
poi essere ricaricate durante<br />
la notte fino a 90 kilowatt all’ora.<br />
Il loro contenuto di energia è di<br />
35 kilowattora ciascuna, per cui<br />
in totale le batterie forniscono 1,2<br />
megawattora quando sono completamente<br />
cariche. Le problematiche<br />
legate alle vibrazioni e al cantiere<br />
sono superate dalla costruzione<br />
delle batterie Webasto. Sono infatti<br />
testate per vibrazioni e impatti fino<br />
a 100 kilonewton e sono protette<br />
da una custodia supplementare. Il<br />
raffreddamento interno mantiene<br />
la temperatura costante fra 15° e<br />
35°C grazie al sistema di gestione<br />
termica Plug & Play di Webasto<br />
(eBTM). Tutto il complesso è infine<br />
controllato dal Vehicle Interface<br />
Boxes che ha la funzione di interfaccia<br />
con la macchina.<br />
WEBASTO è oggi<br />
uno dei principali<br />
fornitori di sistemi<br />
di alimentazione<br />
a batteria. Veri e<br />
propri elementi<br />
modulari in grado<br />
di fornire energia<br />
anche a grandi<br />
macchine come<br />
escavatori e<br />
perforatrici. Non<br />
è quindi un caso<br />
se Staad Group<br />
insieme ad ECE e<br />
Woltman insieme<br />
a Dieseko si<br />
siano rivolti allo<br />
specialista per due<br />
importanti progetti<br />
di elettrificazione<br />
che hanno<br />
coinvolto macchine<br />
importanti da un<br />
punto di vista<br />
del consumo<br />
energetico. Non<br />
solo batterie ma<br />
tutta la gestione<br />
del sistema è stata<br />
curata da Webasto.<br />
76<br />
77
IN PUNTA BRACCIO. Demolizione e riciclaggio<br />
A CICLO<br />
REALMENTE<br />
COMPLETO<br />
Il mercato delle demolizioni e del<br />
riciclodei materiali è in continua<br />
crescita. E con lui la domanda di<br />
attrezzature specificamente pensate<br />
per questi impieghi. Spaziando dalla<br />
movimentazione selettiva e dalla<br />
demolizione primaria fino ad arrivare alla<br />
trasformazione in situ per riutilizzare il<br />
materiale in modo snello e conveniente<br />
La gamma MB<br />
Crusher comprende<br />
le storiche benne<br />
frantoio, vera e<br />
propria invenzione<br />
del costruttore<br />
di Breganze, fino<br />
ad arrivare oggi<br />
a comprendere<br />
benne vagliatrici e<br />
pinze selezionatrici<br />
oltre che teste<br />
fresanti. SIMEX<br />
è oggi presente<br />
sul mercato con<br />
un’ampia gamma di<br />
attrezzature per il<br />
riciclo e recupero<br />
dei materiali<br />
che sfruttano la<br />
grande esperienza<br />
aziendale<br />
nell’idraulica ad alte<br />
prestazioni.<br />
AT TREZZATURE<br />
Un mercato in crescita continua che si sta specializzando<br />
in modo sempre più verticale. E’<br />
quello delle demolizioni e ricostruzioni che<br />
richiede, a sua volta, attrezzature pensate per risolvere<br />
i problemi concreti di chi opera in cantiere ed<br />
aumentare la produttività e l’efficienza aziendali.<br />
Parliamo quindi di attrezzature sicuramente dedicate<br />
in modo specifico alla demolizione e alla movimentazione<br />
selettiva ma soprattutto per trasformare,<br />
ridurre di volume e riutilizzare in cantiere il materiale<br />
di risulta. Un modo di pensare che implica<br />
un ciclo virtuoso dove riduzione dei consumi, economia<br />
circolare e impiego intelligente delle risorse<br />
sono lo sfondo di un’attività che non è possibile<br />
improvvisare.<br />
MB Crusher<br />
Il costruttore italiano è stato un vero e proprio precursore<br />
nel settore a cui è ascrivibile l’invenzione<br />
della benna frantoio. Oggi l’azienda vicentina ha<br />
allargato il proprio campo d’azione sviluppando una<br />
gamma di attrezzature che integrano il ciclo completo<br />
di riuso dei materiali all’interno del cantiere<br />
edile. La forte specializzazione maturata nel tempo<br />
con lo studio e il perfezionamento proprio delle<br />
benne frantoio ha portato ad avere benne vaglianti<br />
rotative, benne selezionatrici, teste fresanti e pinze<br />
selezionatrici.<br />
Di fatto il cliente di MB Crusher parte dalla demolizione<br />
selettiva, separando in modo accurato i<br />
materiali, e arriva al loro riuso. Non solo di quelli<br />
derivanti dalle demolizioni ma anche di quelli che<br />
possono essere rinvenuti in situ semplicemente scavando<br />
e poi trasformandoli con le benne selezionatrici.<br />
Il campo d’azione è veramente molto vasto e<br />
va dalla semplice terra vegetale fino alla roccia più<br />
coriacea che può essere scavata e ridotta in piccola<br />
pezzatura con le teste fresanti.<br />
SIMEX<br />
Il costruttore di San Giovanni in Persiceto è associato<br />
più al settore stradale che non a quello del<br />
riciclo e del riuso dei materiali. In realtà la grande<br />
esperienza maturata con le problematiche prestazionali<br />
delle scarificatrici ha permesso all’azienda di<br />
studiare e immettere sul mercato di benne vagliatrici,<br />
granulatrici e frantumatrici molto interessanti<br />
e con alcune peculiarità uniche e brevettate. Siamo<br />
infatti di fronte a gamme in grado di accoppiarsi<br />
con escavatori pesanti oltre le 40 tonnellate di peso<br />
operativo per produzioni importanti. L’obiettivo di<br />
Simex è ovviamente quello di allargare il proprio<br />
target ma anche quello di fornire risposte precise<br />
a domande operative altrettanto focalizzate. Il costruttore<br />
punta sulla massima polivalenza operativa<br />
grazie al sistema di brevettato di variazione rapida<br />
delle pezzatura tramite il comando idraulico direttamente<br />
dal posto guida che caratterizza la gamma<br />
di benne vagliatrici SVE. Un sistema che permette<br />
di aumentare l’efficienza anche in terreni umidi che,<br />
tendenzialmente, sono i più difficili da trattare.<br />
Per quanto riguarda invece la riduzione volumetrica<br />
dell’asfalto le benne granulatrici della gamma<br />
CBA si basano su un sistema mutuato dalle fortunate<br />
scarificatrici. Il tamburo cilindrico è infatti<br />
composto da denti intercambiabili ed è azionato da<br />
motori idraulici a pistoni radiali di grande cilindrata<br />
con inversione automatica. Questo permette di<br />
avere sia elevata produttività, sia di operare con<br />
parti di usura già utilizzate e conosciute. La griglia<br />
posteriore configurabile permette di regolare<br />
la granulometria in uscita consentendo pezzature<br />
da 0 a 20 mm.<br />
MANTOVANIBENNE<br />
L’azienda di Mirandola compie 60 anni di vita<br />
ma non smette mai di introdurre sul mercato nuovi<br />
concetti operativi nel settore delle attrezzature<br />
da demolizione e riciclaggio. A Samoter abbiamo<br />
visto la nuova gamma DS con i modelli DS26R<br />
e DS40R. Alla base di queste attrezzature da demolzione<br />
c’è un concetto molto interessante legato<br />
alla demolizione primaria di strutture in acciaio.<br />
Nella sostanza le DR sono delle e proprie forbici<br />
in grado di operare a grandi altezze e con prestazioni<br />
in taglio molto interessanti. Poco diffuse sui<br />
78<br />
79
Le cesoie Demarec<br />
della serie DXS si<br />
caratterizzano per<br />
la presenza del<br />
DemaPower 2.0. Si<br />
tratta di un cilindro<br />
con quattro camere<br />
di pressione<br />
ed il 25% di<br />
potenza in più<br />
in combinazione<br />
con una valvola di<br />
velocità a doppio<br />
effetto.<br />
nostri mercati dove tendenzialmente si preferisce<br />
utilizzare la classica cesoia, sono invece molto impiegate<br />
nei mercati dell’estremo oriente. Di fatto<br />
non sostituisce la cesoia ma la affianca diventando<br />
un fondamentale complemento soprattutto in demolizione.<br />
La struttura delle DS permette infatti di<br />
compiere con maggiore sicurezza quelle operazioni<br />
che possiamo definire “improprie” per una cesoia<br />
(ma che in cantiere si fanno comunque ogni giorno)<br />
come ad esempio le trazioni o le forti leve che<br />
sono spesso necessarie nei lavori di demolizione e<br />
che vanno oltre il classico taglio dei metalli. Con<br />
un peso operativo di 2,6 tonnellate per la DS26R<br />
e di 4,0 tonnellate per la DS40R, l’accoppiamento<br />
ideale è con escavatori da 28 a 40 tonnellate per<br />
il modello più piccolo e da 40 a 55 tonnellate per<br />
quello più grande.<br />
AT TREZZATURE<br />
GENESIS<br />
Nome di riferimento soprattutto nelle cesoie per<br />
materiali metallici, Genesis è comunque presente<br />
con una gamma completa di attrezzature per demolizione<br />
primaria e secondaria. Fa parte di NPK,<br />
colosso giapponese della demolizione e vero e<br />
proprio antesignano nella costruzione di pinze per<br />
calcestruzzo ad alte prestazioni, che ha acquistato<br />
il costruttore USA nel 2019. Il marchio dal classico<br />
colore giallo dispone di due gamme di cesoie, GXP<br />
e GXT, che si differenziano per target e prestazioni.<br />
La serie GXP è quella che si definisce una classica<br />
cesoia per impieghi generici. Adatta soprattutto per<br />
il taglio e il riciclo dei materiali, dispone di accorgimenti<br />
specifici (come la serie GXT) che agevolano<br />
sia la durata dei coltelli, sia il lavoro di chi opera<br />
negli impianti dove occorre operare soprattutto nella<br />
riduzione volumetrica.<br />
La gamma GXT invece si caratterizza per una<br />
forma più snella, slanciata e per una struttura più<br />
leggera a parità di prestazioni rispetto alla serie<br />
GXP. Pur avendo le stesse caratteristiche peculiari<br />
del becco di taglio delle GXP, è maggiormente indicata<br />
per i cantieri di demolizione dove snellezza,<br />
leggerezza e visibilità sono fondamentali.<br />
DEMAREC<br />
Il costruttore olandese fa parte del grande gruppo<br />
Kinshofer ma l’azienda mantiene una propria precisa<br />
identità costruttiva con linee di attrezzature<br />
dalle caratteristiche tecniche molto interessanti. In<br />
particolar modo la gamma di cesoie DXS rappresenta<br />
oggi una sorta di unicum in questo specifico<br />
mercato. Si tratta di una gamma composta da 6 modelli<br />
per escavatori da 18 a 100 tonnellate di peso<br />
operativo. La particolarità è data dalla presenza del<br />
DemaPower 2.0. Si tratta di fatto di un cilindro con<br />
quattro camere di pressione e il 25% di potenza in<br />
più in combinazione con una valvola di velocità<br />
a doppio effetto. Tutto questo garantisce tempi di<br />
ciclo estremamente rapidi ed un aumento rilevante<br />
delle prestazioni.<br />
CM<br />
L’azienda venetaè presente nel mercato della demolizione<br />
e riciclaggio con la sua gamma di pinze<br />
selezionatrici e con le benne frantumatrici e vagliatrici.<br />
Attrezzature che si distinguono per la costruzione<br />
pensata al cantiere e che punta su solidità di<br />
impiego e affidabilità. L’obiettivo di CM è quello di<br />
fornire ai propri clienti un approccio a 360° partendo<br />
dalla selezione dei materiali con la demolizione<br />
controllata per finire al riuso e trasformazione in<br />
modo da ottimizzare una gestione circolare di tutto<br />
il cantiere.<br />
La gamma DS di<br />
MANTOVANIBENNE<br />
porta un concetto<br />
differente nel<br />
mondo della<br />
demolizione<br />
primaria delle<br />
strutture in acciaio.<br />
Si tratta di vere e<br />
proprie forbici in<br />
grado di aumentare<br />
l’efficienza<br />
operativa<br />
nell’affrontare<br />
strutture metalliche<br />
impegnative.<br />
Le cesoie GENESIS,<br />
a sinistra, puntano<br />
a target specifici<br />
con la serie GXT<br />
e GXP grazie<br />
ad accorgimenti<br />
pensati per il<br />
semplice taglio e<br />
per la demolizione.<br />
80<br />
81
ATLAS GMBH<br />
104 ANNI DI<br />
MOVIMENTAZIONE<br />
ATLAS GMBH ha 104 anni di storia<br />
industriale legata alla movimentazione<br />
pesante e agli escavatori idraulici.<br />
Un’azienda che ancora oggi è un<br />
riferimento nel settore dei material handler<br />
dove è depositaria di valori tecnologici,<br />
qualitativi e di design di riferimento per<br />
tutto il mercato<br />
STORIA<br />
82<br />
ATLAS GMBH è da sempre<br />
un nome di riferimento<br />
nel settore della movimentazione<br />
industriale. L’azienda<br />
tedesca di Ganderkesee è infatti<br />
stata fondata nel lontano 1919 da<br />
Hinrich Weyhausen a Delmenhorst.<br />
Come moltissimi costruttori<br />
attuali iniziò la propria attività<br />
progettando e realizzando macchine<br />
nel settore dell’agricoltura.<br />
Nel 1945 ci fu il primo brevetto<br />
per una gru da carico con mordente<br />
da accoppiare ad un trattore<br />
agricolo. Una strada che aprì<br />
nuove prospettive e che nel 1950<br />
vide la realizzazione del primo<br />
escavatore idraulico. Si trattava<br />
del modello AB1500 che trovò<br />
ampio successo sia in agricoltura,<br />
sia nel settore industriale,<br />
declinato in versione gommata<br />
e cingolata e in duplice versione<br />
da scavo e sollevamento. Da quel<br />
momento in poi, complice anche<br />
un quadro storico che richiedeva<br />
parecchie macchine per la ricostruzione<br />
post-bellica, ATLAS<br />
conobbe un periodo di fortuna<br />
diventando uno dei costruttori<br />
leader in Europa nel campo degli<br />
escavatori idraulici. Sia cingolati<br />
che gommati. Con questi ultimi<br />
particolarmente apprezzati per<br />
affidabilità, prestazioni e livello<br />
tecnologico.<br />
Le recenti vicissitudini<br />
Sull’onda del crescente successo<br />
delle macchine ATLAS fu inaugurato<br />
lo stabilimento di Ganderkesee,<br />
ancora oggi quartier generale<br />
dell’azienda, il 27 gennaio 1960.<br />
L’allora sindaco della città, Georg<br />
von Seggern, voleva industrializzare<br />
la zona ed offrì a Weyhausne<br />
un immobile industriale con un<br />
proprio collegamento ferroviario<br />
per il trasporto delle materie prime<br />
e delle macchine finite.<br />
L’azienda ha poi allargato nel<br />
tempo il proprio campo d’azione<br />
anche nelle pale gommate e nelle<br />
gru retrocabina con l’apertura di<br />
un’altra unità produttiva in Germania,<br />
a Vechta, di una anche in<br />
UK, a Bradford. Nel 2001 iniziò<br />
la parentesi Terex Group che terminò<br />
poi nel 2010 con l’acquisto<br />
da parte di Fil Filipov che rilancò<br />
il marchio e che guidò ATLAS<br />
nella sua elevata specializzazione<br />
in campo industriale.<br />
Cultura, storia, tecnica, impieghi<br />
e mercato delle macchine movimento terra<br />
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