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VAGNARI - Archeologia.unifg.it - Università degli Studi di Foggia

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XII. Vagnari nel contesto dei paesaggi rurali dell’Apulia romana e tardoantica<br />

ticolarmente preziose in particolare a segu<strong>it</strong>o del <strong>di</strong>rottamento<br />

del grano egiziano verso Costantinopoli e più<br />

tar<strong>di</strong> della perd<strong>it</strong>a del controllo dell’Africa in mano ai<br />

Vandali 41 .<br />

Un ruolo fondamentale nella definizione del paesaggio<br />

rurale tardoantico (soprattutto nel V-VI secolo)<br />

va attribu<strong>it</strong>o alle chiese e ai cim<strong>it</strong>eri, spesso unica traccia<br />

<strong>di</strong> ab<strong>it</strong>ati minori, <strong>di</strong>fficili da in<strong>di</strong>viduare nel corso<br />

delle ricognizioni e raramente oggetto <strong>di</strong> scavi non lim<strong>it</strong>ati<br />

esclusivamente all’indagine dell’e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong><br />

culto 42 . I tanti esempi noti, pur con i lim<strong>it</strong>i <strong>di</strong> una conoscenza<br />

ancora ampiamente lacunosa e nonostante le<br />

specific<strong>it</strong>à dei singoli casi (chiese private, chiese battesimali,<br />

chiese episcopali, monasteri, ecc.), propongono<br />

una serie <strong>di</strong> considerazioni che è possibile così<br />

schematizzare: le <strong>di</strong>ffusione delle chiese rurali riguardò<br />

in particolare il V e VI secolo, che cost<strong>it</strong>uirono<br />

il momento centrale della cristianizzazione delle campagne;<br />

alcune chiese restarono in v<strong>it</strong>a sicuramente non<br />

oltre il VII secolo, mentre per altre è documentata o<br />

ipotizzabile una prosecuzione nei secoli successivi; la<br />

geografia <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> culto era strettamente legata<br />

non solo alla viabil<strong>it</strong>à ma anche alle geografia delle<br />

ville e dei vici tardoantichi; non sempre, però, risulta<br />

chiaro se la chiesa si sia installata nei pressi <strong>di</strong> una<br />

villa ancora attiva o in un e<strong>di</strong>ficio ormai abbandonato<br />

e in <strong>di</strong>suso; in questi ultimi casi spesso sono i cim<strong>it</strong>eri<br />

ad attestare forme <strong>di</strong> riuso delle strutture preesistenti;<br />

le chiese associavano alle attiv<strong>it</strong>à religiose altre funzioni,<br />

in quanto centri <strong>di</strong> aggregazione, <strong>di</strong> commercio<br />

e <strong>di</strong> scambio, <strong>di</strong> pagamento dei canoni e delle tasse, e<br />

<strong>di</strong> assistenza.<br />

È una peculiar<strong>it</strong>à del processo <strong>di</strong> cristianizzazione,<br />

in particolare nei terr<strong>it</strong>ori centro-meri<strong>di</strong>onali, la presenza<br />

<strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong> vici promossi a sede episcopale,<br />

secondo un processo frequente nella prassi,<br />

anche se fortemente contrastato dai vertici della gerarchia<br />

ecclesiastica 43 . Ben due casi riguardano la Puglia<br />

settentrionale: Trani e San Giusto. I vescovi rurali,<br />

spesso erroneamente confusi con i corepiscopi, erano<br />

dotati <strong>di</strong> pieni poteri, partecipavano a concili, ne sottoscrivevano<br />

gli atti, ricevevano missive papali ed inca-<br />

41 In generale cfr. Volpe 1996, 147-196; Arthur 2004.<br />

42 Si rinvia a Volpe, Favia, Giuliani 1999 e 2003; Volpe 2008b<br />

e 2009; in generale si veda Cantino Wataghin, Fiocchi Nicolai,<br />

Volpe 2007.<br />

richi per la soluzione <strong>di</strong> problemi riguardanti altre <strong>di</strong>ocesi,<br />

ecc., pur essendo inse<strong>di</strong>ati in ab<strong>it</strong>ati rurali. Il concetto<br />

<strong>di</strong> rurale è, dunque, legato al tipo <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento<br />

nel quale il vescovo eserc<strong>it</strong>ava le proprie funzioni, cioè<br />

generalmente in ‘agglomerati secondari’, o meglio in<br />

‘inse<strong>di</strong>amenti non urbani’, privi dunque dello status <strong>di</strong><br />

civ<strong>it</strong>as. All’interno <strong>di</strong> questa definizione possono trovare<br />

spazio realtà alquanto articolate, come vici, scali<br />

mar<strong>it</strong>timi e stazioni <strong>di</strong> posta (mansiones), inse<strong>di</strong>amenti<br />

<strong>di</strong> tipo precario o stagionale legati ad esempio a nun<strong>di</strong>nae<br />

o sorti intorno a santuari, accampamenti mil<strong>it</strong>ari,<br />

castra/castella 44 .<br />

Il fenomeno appare eccezionale nell’Italia Annonaria,<br />

mentre risulta molto più esteso in area centro-meri<strong>di</strong>onale.<br />

È particolarmente significativa, in alcuni<br />

casi, l’evoluzione urbana del vicus. Esemplare <strong>di</strong> questo<br />

processo è il caso <strong>di</strong> Trani, un villaggio portuale del<br />

terr<strong>it</strong>orio <strong>di</strong> Canusium, documentato per la prima volta<br />

dalla Tabula Peutigeriana e assurto al rango <strong>di</strong> <strong>di</strong>ocesi<br />

tra V e VI secolo in segu<strong>it</strong>o ad una gemmazione dalla<br />

<strong>di</strong>ocesi canosina, <strong>di</strong> cui faceva originariamente parte:<br />

Eutychius episcopus Tranensis sottoscrisse i concili romani<br />

del 501-2.<br />

Se in alcuni casi il vicus conobbe una trasformazione<br />

urbana, la breve durata, con il conseguente abbandono<br />

nel corso dell’Altome<strong>di</strong>oevo, <strong>di</strong> altre <strong>di</strong>ocesi<br />

rurali <strong>di</strong>mostra, però, come l’iniziativa vescovile, pur<br />

cost<strong>it</strong>uendo un decisivo fattore <strong>di</strong> sviluppo, non potesse<br />

essere sufficiente, in mancanza <strong>di</strong> altri fattori (in particolare<br />

legati alla collocazione lungo gran<strong>di</strong> arterie viarie<br />

e in s<strong>it</strong>i portuali), a garantire sempre e comunque<br />

un’evoluzione in senso urbano. La maggiore <strong>di</strong>ffusione<br />

delle <strong>di</strong>ocesi rurali nelle regioni centro-meri<strong>di</strong>onali è<br />

verosimilmente da spiegare sia con l’affermazione in<br />

queste aree del sistema vicano, sia con la particolare<br />

v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à dell’economia agraria <strong>di</strong> tali terr<strong>it</strong>ori durante<br />

l’età tardoantica. Frequente risulta l’associazione tra le<br />

se<strong>di</strong> episcopali sorte in campagna e la presenza <strong>di</strong><br />

ampie proprietà imperiali 45 , spesso trasfer<strong>it</strong>e al patrimonio<br />

ecclesiastico e a volte organizzate nella forma<br />

della massa fundorum 46 . Tale associazione con la proprietà<br />

imperiale sembra particolarmente significativa<br />

43 Si veda ampiamente Volpe 2008b.<br />

44 Cantino Wataghin, Fiocchi Nicolai, Volpe 2007.<br />

45 De Fino 2005a.<br />

46 Vera 1999b e 2001.<br />

<strong>VAGNARI</strong>. Il villaggio, lʼartigianato, la proprietà imperiale - © 2011 · E<strong>di</strong>puglia s.r.l. - www.e<strong>di</strong>puglia.<strong>it</strong><br />

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