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CRISTIANA COMPAGNO - Confindustria Udine

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www.confi ndustria.ud.it<br />

FOCUS<br />

DIECI ANNI DI<br />

FABBRICHE<br />

APERTE<br />

INSERTO<br />

LE MISURE<br />

ANTICRISI<br />

DELLA REGIONE<br />

Mensile - n.10, anno I<br />

DICEMBRE 2009<br />

Spedizione in abbonamento<br />

postale D.L. 27/02/2004 n° 46,<br />

art. 1, comma 1, DCB UDINE<br />

- Filiale di <strong>Udine</strong> Ferrovia<br />

Tariffa R.O.C. (iscritti al registo<br />

operatori comunicazione) ex<br />

Tabella B<br />

contiente inserto<br />

<strong>CRISTIANA</strong> <strong>COMPAGNO</strong><br />

L’IMPEGNO DEL MAGNIFICO RETTORE PER<br />

UN’UNIVERSITA’ A SERVIZIO DEL TERRITORIO<br />

dicembre09 1<br />

foto Alessio Buldrin


2 dicembre09


dicembre09 3


4 dicembre09


UNIVERSITA’:<br />

IL CORAGGIO DEL SAPERE<br />

Di fatto, gli atenei italiani si trovano a dover affrontare in questi<br />

anni un’autentica battaglia per la loro sopravvivenza. <strong>Udine</strong>, in<br />

questo quadro d’insieme, parte per lo meno avvantaggiata in<br />

quanto i (pochi) fondi statali da lei ricevuti sono stati sempre<br />

inversamente proporzionali alla qualità (tanta) della sua offerta<br />

didattica e formativa.<br />

La professoressa Cristiana Compagno - intervistata da Realtà<br />

Industriale alla vigilia dell’apertura dell’anno accademico - è persona<br />

che non si tira indietro dinanzi alle sfi de e proprio per questo<br />

piace al mondo imprenditoriale: sarà per la sua determinazione<br />

a cogliere gli obiettivi, sarà per la sua capacità di parlare la lingua<br />

dell’impresa o sarà per la sua attenzione costante a tutto ciò che è<br />

innovazione e futuro.<br />

E’ grazie a rettori come lei se l’obsoleta ma ancora non risolta contrapposizione<br />

tra teoria e pratica, tra mondo accademico e mondo<br />

Editoriale<br />

“Il malcontento è il primo passo verso il progresso”. Chissà cosa ne pensa dell’aforisma<br />

di Oscar Wilde il Magnifi co Rettore dell’Università degli Studi di <strong>Udine</strong>, Cristiana<br />

Compagno, alle prese, come tanti suoi colleghi, con la politica di tagli, razionalizzazioni e<br />

accorpamenti, imposta, a torto o a ragione, dal Governo centrale<br />

La scomparsa di RENATA POLANO<br />

Lunedì 2 novembre si è spenta<br />

a San Daniele, dove era nata<br />

nel 1941, l’imprenditrice Renata<br />

Polano. Dopo il diploma in<br />

ragioneria conseguito all’Istituto<br />

Zanon di <strong>Udine</strong> nel 1959 fondò,<br />

con la madre, la Amb Srl di San<br />

Daniele, azienda attiva nel settore<br />

del packaging per alimenti.<br />

Nata dalla sua caparbia volontà,<br />

con dimensioni piccolissime,<br />

l’azienda nel 2009 compie 40<br />

anni, occupa oltre 145 persone,<br />

fattura 45 milioni di euro che<br />

esporta per una quota pari<br />

al 70% in tutto il mondo.<br />

Imprenditrice determinata, ha<br />

dedicato al suo progetto costanti<br />

energie riuscendo a trasmetterle<br />

ai tre fi gli, Anita, Bruno e<br />

Alessandro, ai collaboratori ed<br />

alle numerose persone con le<br />

quali ha condiviso il suo sogno<br />

cui lascia il ricordo di tenacia,<br />

dedizione, curiosità e forza<br />

instancabile. Con la stessa forza<br />

ha combattuto per vent’anni<br />

con la sua malattia senza mai<br />

smettere di credere in un domani<br />

ricco di progetti e di sogni da<br />

realizzare.<br />

“Essere imprenditori vuol dire?<br />

Realizzare un sogno”. Così<br />

Renata Polano<br />

produttivo, si è evoluta in un<br />

connubio vincente almeno<br />

a <strong>Udine</strong>, come dimostrano<br />

le tante iniziative congiunte<br />

realizzate dalla professoressa<br />

Compagno in collaborazione<br />

con gli Industriali su diversi<br />

temi, tra cui il passaggio<br />

generazionale e l’aggregazione<br />

tra imprese.<br />

Del resto, un anno e mezzo<br />

fa, un sano pragmatismo<br />

fece da sfondo all’incontro<br />

uffi ciale con il presidente di<br />

Confi ndustria <strong>Udine</strong>, Adriano<br />

Luci, a seguito della sua nomina al vertice<br />

di palazzo Florio. In quella occasio-<br />

Renata Polano, nella rubrica<br />

‘Botta e Risposta’ pubblicata<br />

nel dicembre 2007 su Realtà<br />

Industriale, aveva parlato<br />

della sua scelta di diventare<br />

donna imprenditrice. “Bisogna<br />

lavorare – diceva – con la<br />

consapevolezza che l’azienda<br />

deve essere un bene sociale.<br />

Occorre dare sempre il cento per<br />

cento e operare in coerenza con<br />

il proprio progetto senza mai<br />

distrarsi”.<br />

La notizia della morte della<br />

signora Renata Polano ha<br />

suscitato viva commozione in<br />

Confi ndustria <strong>Udine</strong>, alla cui<br />

attività non aveva mai fatto<br />

mancare il suo acuto contributo<br />

di proposte e di stimolo. Con la<br />

sua scomparsa, il Friuli industriale<br />

perde una fi gura imprenditoriale<br />

di riferimento, ricordandola<br />

come donna coraggiosa ed<br />

imprenditrice forte e determinata.<br />

ne, la professoressa Compagno ribadì<br />

come lo Statuto dell’ateneo udinese, a<br />

differenza di altri, nasca espressamente<br />

al servizio del territorio. Traduzione:<br />

le porte dell’Università sono aperte alle<br />

esigenze del mondo dell’impresa che,<br />

da parte sua, si augura una maggiore<br />

attenzione governativa nei confronti<br />

delle istituzioni che dimostrano di saper<br />

funzionare bene.<br />

Nel nostro piccolo, anche Realtà<br />

Industriale spezza una lancia per<br />

rafforzare il dialogo tra ateneo friulano<br />

e sistema produttivo. Dallo scorso numero<br />

la nostra rivista viene distribuita<br />

agli studenti della Facoltà di Economia.<br />

L’iniziativa è ora estesa anche a quelli<br />

di Ingegneria.<br />

Come diceva il poeta Orazio: “Sapere<br />

aude!” “Abbi il coraggio di sapere”...<br />

che cosa fa l’Università e che cosa fa<br />

l’industria.<br />

Alfredo Longo<br />

dicembre09 5


n. 10<br />

09<br />

Foto archivio Università degli Studi di <strong>Udine</strong><br />

Realtà Industriale<br />

Registrazione Tribunale di <strong>Udine</strong><br />

n. 24/99<br />

Redazione<br />

Direttore Responsabile<br />

Alfredo Longo<br />

e-mail: ri@assind.ud.it<br />

Società Editrice<br />

Confi ndustria <strong>Udine</strong><br />

Largo Carlo Melzi, 2<br />

33100 <strong>Udine</strong>, tel. 0432 2761<br />

A questo numero<br />

hanno collaborato<br />

Carlo Tomaso Parmegiani<br />

(caporedattore),<br />

Arianna Arizzi, Carla Ciampalini,<br />

Paola Del Degan, Massimo De<br />

Liva, Marco Di Blas, Barbara<br />

Franceschelli, Gino Grillo, Mauro<br />

Filippo Grillone, Alessandro<br />

Montello, Franco Rosso, Paolo<br />

Tarabocchia, Eleonora Zoratto<br />

per Gruppo Giovani Imprenditori:<br />

Enrico Accettola (presidente),<br />

Progetto grafi co ed impaginazione<br />

AA Media<br />

Mednarodni Prehod 6, Vrtojba,<br />

5290 Sempeter (Slo)<br />

presso Parco Tecnologico<br />

e-mail: info@aamedia.eu<br />

Fotoservizi<br />

Foto copertina: Alessio Buldrin<br />

(buldrin@studioimmagini.it)<br />

Altre foto: Alessio Buldrin,<br />

Anteprima. Archivio Immagini Fvg,<br />

Roberto Del Fabro, Diego Gasperi<br />

Concessionaria per la pubblicità<br />

Scripta Manent srl<br />

v.le della Vittoria 13<br />

33100 <strong>Udine</strong> - tel. 0432 505900<br />

e-mail: posta@scriptamanent.sm<br />

6 dicembre09<br />

08 Intervista<br />

Cristiana Compagno: università<br />

di qualità a servizio del territorio<br />

12 Focus<br />

Fabbriche Aperte<br />

18 Aziende Flash<br />

22 Aziende<br />

Modulblok<br />

Villaggio Friuli in Abruzzo<br />

Le Oru<br />

28 Botta & Risposta<br />

Raffaella Codutti (Codutti Spa)<br />

30 Analisi<br />

Ripresa pallida<br />

31 In primo piano<br />

Missione in Brasile e in Cile<br />

34 Eventi<br />

Confi ndustria <strong>Udine</strong> tiene<br />

a battesimo Greenfvg<br />

36 Edilizia<br />

I costruttori incontrano De Anna<br />

Ricostruzione in Kossovo<br />

Honsell: <strong>Udine</strong> riaprirà i cantieri<br />

38 Alimentari e bevande<br />

Viaggio nel gusto (2° parte)<br />

39 Web<br />

40 Assindustria formazione<br />

Programma corsi dicembre 2009<br />

41 CSC News<br />

Andrea Moltrasio: come reinventare<br />

la propria impresa<br />

<strong>CRISTIANA</strong> <strong>COMPAGNO</strong>:<br />

Università di qualità a<br />

servizio del territorio<br />

DICEMBRE 09 CONTENUTI<br />

42 Giovani Imprenditori<br />

46 Obiettivo Montagna<br />

SAIE, l’unione fa la forza<br />

48 Obiettivo Austria<br />

La ripresa ancora non c’è<br />

50 Obiettivo Iraq<br />

Visita della delegazione del Kurdistan<br />

51 Obiettivo Internazionalizzazione<br />

Organizzazione per vincere la crisi<br />

52 Camera di Commercio<br />

Premiato il Friuli che lavora<br />

54 Regione<br />

Rimpinguata la Legge Bertossi<br />

56 Storia<br />

Brindisi per il primo mobile (M. Fantoni)<br />

58 Riconoscimenti<br />

Realtà Industriale si laurea in Economia<br />

59 Università<br />

Start Cup Fvg, <strong>Udine</strong> sugli scudi<br />

60 Libri<br />

61 Friuli Nel Mondo<br />

La libertà ha i colori di S. Domingo<br />

62 Approfondimenti<br />

Inglese vs Friulano<br />

64 Agrodolce<br />

66 A proposito di...<br />

... Made in Italy<br />

www.confi ndustria.ud.it<br />

“L’offerta formativa del nostro<br />

ateneo porta trasferimenti di<br />

conoscenze importanti e forma<br />

classe dirigente per il nostro<br />

territorio”<br />

A cura della Direzione Centrale Attività Produttive della Regione Autonoma Friuli Venezia<br />

Giulia, in collaborazione con Confi ndustria <strong>Udine</strong>, REALTÀ INDUSTRIALE dedica l’inserto<br />

all’attuazione delle misure regionali anticrisi


dicembre09 7


Economia<br />

Intervista<br />

<strong>CRISTIANA</strong> <strong>COMPAGNO</strong><br />

L’UNIVERSITÀ DEL FRIULI: IMPEGNO PER<br />

LA QUALITÀ A SERVIZIO DEL TERRITORIO<br />

Cristiana Compagno, eletta Magnifi co Rettore dell’Università<br />

di <strong>Udine</strong> il 27 maggio del 2008, fi n dall’inizio del suo mandato<br />

si è impegnata con determinazione e tenacia per portare l’ateneo<br />

udinese ai vertici qualitativi del sistema universitario nazionale<br />

Professoressa Compagno, qual è il<br />

bilancio dei primi diciotto mesi da<br />

Rettore?<br />

E’ stato un anno molto intenso da tutti i<br />

punti di vista. Ho imparato molto. Credo<br />

di aver iniziato a introdurre, insieme agli<br />

organi di governo dell’ateneo, importanti<br />

processi di cambiamento, anticipando<br />

molti punti del disegno di legge di riforma<br />

dell’università approvato dal Consiglio dei<br />

Ministri il 28 ottobre scorso. Abbiamo lavorato<br />

a ritmi molto sostenuti, ma c’è una<br />

grande soddisfazione perché siamo riusciti<br />

a iniziare un processo di cambiamenti<br />

strutturali sia grazie all’impegno di tutti gli<br />

organi di governo dell’ateneo, sia grazie al<br />

fatto che la comunità accademica ne ha<br />

capito l’importanza e li sta portando avanti<br />

con determinazione.<br />

Quali sono gli obiettivi di quei cambiamenti?<br />

Vanno nella direzione di una qualifi cazione<br />

ulteriore dell’offerta formativa e della<br />

ricerca di ateneo, di una valutazione della<br />

stessa ricerca e della didattica, il tutto per<br />

indirizzare le risorse sulla base di logiche di<br />

merito e a criteri qualitativi.<br />

Ci ha appena sottolineato che quei<br />

cambiamenti sono stati ben accettati<br />

dal corpo accademico udinese. Crede<br />

che in altri atenei, più vecchi e dove<br />

determinati modi di operare sono più<br />

“incancreniti” ci sarà la stessa accettazione<br />

delle novità?<br />

<strong>Udine</strong> ha certamente il vantaggio di essere<br />

un’università relativamente giovane, con<br />

8 dicembre09<br />

una struttura demografi ca dei docenti fra<br />

le più giovani d’Italia e, quindi, con una<br />

potenziale rapidità d’azione che ci è stata<br />

riconosciuta anche dal Ministero. Vediamo,<br />

dunque, i cambiamenti introdotti dal<br />

ddl (che pur presenta alcune criticità che<br />

vanno aggiustate in sede di emendamenti<br />

tecnici) come un’opportunità di evoluzione<br />

per fi nalmente valutare gli atenei sulla base<br />

del merito e della qualità, il che consentirà<br />

ai nostri giovani ricercatori di far vedere la<br />

loro bravura: cosa che, fi no a oggi, con la<br />

ripartizione dei fondi su base storica non<br />

era possibile.<br />

Più in generale qual è il suo giudizio<br />

sulla riforma universitaria?<br />

Intanto, come dicevo, ritengo che ci do-<br />

La sede universitaria di Palazzo Antonini<br />

di Carlo Tomaso Parmegiani<br />

vranno essere doverosi emendamenti<br />

tecnici nel passaggio parlamentare. Nel<br />

complesso, tuttavia, l’impianto è molto<br />

ampio e interviene su due aspetti fondamentali<br />

dell’università: la governance, ridefi<br />

nendo le composizioni e i ruoli di senato<br />

accademico e consiglio di amministrazione<br />

e, a livello interno, il rapporto fra facoltà e<br />

dipartimenti con uno spostamento del baricentro<br />

di “potere accademico” dalle facoltà<br />

ai dipartimenti come centri produttori<br />

della ricerca e della didattica (da questo<br />

punto di vista noi abbiamo anticipato il ddl,<br />

lavorando sui processi di riaggregazione dipartimentale<br />

con l’obbiettivo di dimezzarne<br />

il numero che oggi è di ventotto); i meccanismi<br />

di funzionamento, reclutamento<br />

e gestione per i quali, soprattutto da quest’ultimo<br />

punto di vista, noi abbiamo già<br />

ampiamente anticipato il ddl, creando un<br />

nucleo di valutazione di grande prestigio<br />

e con 5 componenti su 9 esterni al nostro<br />

ateneo, fra i quali anche Salvatore Settis,<br />

rettore della Normale di Pisa e membro<br />

dell’European Research Council, che è l’organismo<br />

che defi nisce le linee strategiche<br />

della ricerca e distribuisce tutte le risorse a<br />

livello europeo. Il giudizio è, dunque, positivo<br />

sugli obiettivi, mentre una grossa criticità<br />

è data dalla mancanza di risorse per<br />

attuare la riforma, non solo perché non ci<br />

sono risorse aggiunte, ma perché abbiamo<br />

risorse calanti da qui al 2012.<br />

La riforma, però, non ha anche<br />

l’obiettivo di far risparmiare lo Stato?<br />

Questa è una riforma che punta primariamente<br />

a innalzare i livelli di qualità del


sistema e una riforma di questo tipo non<br />

si può realizzare a risorse calanti. Aspettiamo<br />

adesso i risultati dello scudo fi scale<br />

per capire di quanto dovremo ridurre le<br />

risorse, ma per un ateneo già fortemente<br />

sotto fi nanziato come il nostro realizzare<br />

compiutamente riforme a risorse calanti<br />

è assai diffi cile. Non possono solo ridenominare<br />

le risorse, dicendo che oggi una<br />

parte di quelle che riceviamo derivano dai<br />

nostri meriti, ma in realtà i trasferimenti a<br />

un’università considerata virtuosa come la<br />

nostra si riducono invece di aumentare.<br />

La premialità dovrebbe basarsi su risorse<br />

Cristiana Compagno (foto Buldrin)<br />

aggiuntive, rispetto alla funzionalità di base<br />

del sistema.<br />

Superate le criticità e se si riuscirà<br />

a implementare la riforma, potremo<br />

leggere meno libri di critica ai concorsi<br />

pilotati e alle altre manchevolezze<br />

delle nostre università?<br />

Ritengo che questi siano processi destinati<br />

all’estinzione. Credo che, anche per effetto<br />

di ampi rinnovi generazionali, si vada verso<br />

una nuova “ecologia” del sistema universitario<br />

nazionale che avrà i suoi tempi di realizzazione,<br />

ma che va nella direzione giusta.<br />

Economia<br />

Intervista<br />

Noi, ad esempio, abbiamo già fatto l’intera<br />

riforma didattica e non la toccheremo più<br />

per i prossimi anni e questo ha richiesto<br />

un grande sforzo di razionalizzazione (con<br />

una diminuzione del 16% della stessa),<br />

ma anche di capacità di immaginare cosa<br />

servirà nei prossimi anni, guardando avanti,<br />

per ottenere anche un importante risultato<br />

di riqualifi cazione, perseguendo obiettivi<br />

di qualità. In questo senso, ad esempio,<br />

abbiamo introdotto il numero chiuso ad<br />

economia, per riuscire a garantire una qualità<br />

elevata, lasciando fuori 140 studenti<br />

che avevano fatto domanda, ma puntando<br />

a fornire al territorio una classe dirigente<br />

futura di elevata, elevatissima qualità. Certamente<br />

il risultato dipenderà anche dai<br />

singoli contesti ambientali, è, infatti, scontato,<br />

che in contesti ambientali e territoriali<br />

più virtuosi certi processi ottengono perfomances<br />

migliori.<br />

L’Università di <strong>Udine</strong> ha qualifi cato<br />

il suo ruolo integrando le funzioni<br />

istituzionali di ricerca, didattica e<br />

formazione con quella di supporto<br />

al territorio per contribuire al suo<br />

sviluppo. Qual è il consuntivo dello<br />

svolgimento di queste funzioni? Quali<br />

i programmi?<br />

L’università ha istituzionalmente tre funzioni<br />

che sono la didattica, la ricerca e<br />

la promozione dello sviluppo territoriale.<br />

Credo che l’università di <strong>Udine</strong> abbia nel<br />

suo dna la capacità di integrare queste tre<br />

funzioni, seguendo lo sviluppo del territorio<br />

nelle sue esigenze. Si pensi a Pordenone<br />

dove sono collocate tutte le materie di management,<br />

di ingegneria dell’innovazione<br />

o della tecnologia dell’informazione, molto<br />

richieste dal settore manifatturiero di quella<br />

provincia. Più in generale l’offerta formativa<br />

del nostro ateneo porta trasferimenti<br />

di conoscenze importanti e forma classe<br />

dirigente per il nostro territorio. La nostra<br />

università ha ottimi indicatori di ricerca<br />

scientifi ca, ma, ciò che più conta per l’industria<br />

del territorio, ha i migliori indicatori<br />

nazionali di trasferimento tecnologico,<br />

cioè di trasferimento e di cogenerazione<br />

di innovazione con il sistema produttivo.<br />

Attualmente abbiamo 60 brevetti che, fatto<br />

tutt’altro che automatico, per oltre il 50%<br />

sono o venduti direttamente ad aziende o<br />

sfruttati nelle imprese spin off universitari,<br />

il che consente di portare innovazione nel<br />

sistema. Abbiamo inoltre 28 spin off, molti<br />

dei quali hanno dimostrato di essere economicamente<br />

sostenibili. In questo modo<br />

come università abbiamo avuto anche un<br />

ruolo di sviluppo di alcuni settori innovativi<br />

dicembre09 9


Economia<br />

Intervista<br />

come le biomedicine, le biotecnologie vegetali<br />

e l’Ict, il che ci rende uno strumento<br />

anticiclico che può essere utile al sistema<br />

industriale regionale rispetto alla crisi che<br />

sta colpendo strutturalmente alcuni settori<br />

del manifatturiero. Sul lato della formazione<br />

della classe dirigente, va, infi ne, detto<br />

che tre delle nostre dieci facoltà sono<br />

state giudicate le migliori d’Italia e le altre<br />

sette si collocano tutte nei primi dieci posti,<br />

mentre per quanto riguarda la qualità<br />

globale del nostro ateneo siamo al nono<br />

posto in Italia su oltre ottanta università.<br />

In questo contesto come giudica<br />

il rapporto con l’industria? C’è bivalenza,<br />

cioè una commistione di<br />

interesse/indifferenza, oppure, dopo<br />

l’incomunicabilità dei primi anni dell’Università,<br />

il rapporto si è stabilizzato<br />

sino a preludere ad una più stretta<br />

integrazione?<br />

I rapporti tra università e industria sono<br />

indubbiamente positivi, tant’è che spesso<br />

siamo stati presi a modello a livello nazionale.<br />

Sicuramente anche questo rapporto,<br />

come tutti i rapporti, ha bisogno di essere<br />

alimentato e migliorato nel tempo, per<br />

evitare fasi di obsolescenza. Dobbiamo,<br />

quindi, ricercare continui contatti fra università<br />

e industria, dove l’ateneo deve essere<br />

visto come la più importante infrastruttura<br />

immateriale al servizio del territorio.<br />

In questo senso, cosa chiede all’industria?<br />

Di credere e investire nell’università, perché<br />

proprio in questi momenti può aiutare<br />

a guardare oltre la crisi con processi di<br />

innovazione e cognitivi diversi. Chiedo agli<br />

imprenditori di guardare con fi ducia all’università<br />

che ha sempre una mano tesa in<br />

tutte le aree disciplinari delle quali un’industria<br />

può avere bisogno.<br />

In passato anche l’ateneo udinese ha<br />

visto uno sviluppo diffuso con proliferazione<br />

di corsi e sedi in località<br />

diverse, espansione immobiliare. Il<br />

processo di razionalizzazione, riduzione<br />

dei costi, miglioramento della<br />

qualità, riconoscimento del merito,<br />

sta rendendo necessari provvedimenti<br />

di ridimensionamento. Qual è la<br />

situazione adesso? Il processo è fi nito<br />

o deve proseguire?<br />

Al riguardo distinguerei fra quello che è un<br />

immaginario collettivo di università sprecona<br />

e dissipativa sul territorio, e quello<br />

che è il caso specifi co dell’Università del<br />

Friuli. Senz’altro negli ultimi quindici anni<br />

il sistema universitario nazionale ha visto<br />

10 dicembre09<br />

un’esplosione dell’offerta formativa e anche<br />

una polverizzazione territoriale che<br />

oggi non vanno più d’accordo con la strutturale<br />

scarsità di risorse e con l’esigenza<br />

fare massa critica e di fare qualità. Tuttavia<br />

mi preme sottolineare che entrambi i fenomeni<br />

non possono essere imputati unicamente<br />

all’università. L’esplosione dell’offerta<br />

formativa deriva, infatti, in larga parte<br />

dalle riforme ministeriali che si sono succedute.<br />

Per fare un esempio chiarifi catore:<br />

dopo l’introduzione del famoso “3+2”, io,<br />

che con il vecchio modello avevo un solo<br />

insegnamento di “strategie di impresa”, mi<br />

sono ritrovata con tre insegnamenti (strategia<br />

1, 2 e 3) uno dei quali per la triennale<br />

e due per la specialistica. Quindi spesso<br />

l’offerta didattica è esplosa portando gli<br />

stessi contenuti di prima, su diversi insegnamenti<br />

nei vari anni. Anche per quanto<br />

riguarda la dissipazione sul territorio c’è<br />

stata, invece, spesso una mancata capacità<br />

degli atenei di dire di no ad assessori e<br />

sindaci che hanno investito in immobili<br />

per portare nei propri territori l’università.<br />

Oggi, quindi, gli stessi politici (e gli stessi<br />

industriali) che hanno voluto l’università<br />

nei loro comuni e nelle loro provincie,<br />

sono quelli che accusano gli atenei di dissipazione<br />

territoriale. I rettori che come me<br />

si trovano al governo degli atenei in questa<br />

fase, sono costretti a dire sempre di no e<br />

a bloccare le espansioni territoriali.<br />

E, quindi, cosa farà l’ateneo udinese?<br />

Per quanto riguarda l’Università del Friuli va<br />

detto che ha cercato negli anni di espandersi<br />

territorialmente in maniera razionale,<br />

proponendo un’offerta formativa fortemente<br />

ancorata alle necessità e alle culture dei<br />

diversi territori nei quali è presente. Di Pordenone<br />

abbiamo detto, mentre per Gorizia<br />

si è puntato sull’anima umanistica, della<br />

mediazione culturale, di comunicazione e<br />

scambio fra i popoli e territori. Ovviamente,<br />

oggi, scelte di ulteriori espansioni non sono<br />

più sostenibili perché si sono drammaticamente<br />

ridotte le risorse. Dobbiamo, quindi,<br />

concentraci su scelte di consolidamento.<br />

Sempre più le scelte di permanenza territoriale<br />

sono scelte di sistema e non solo<br />

della sola università.<br />

In che senso?<br />

Perché l’università nella sua autonomia<br />

strategica è fortemente limitata da due fattori:<br />

il primo sono i requisiti ministeriali posti<br />

sull’offerta qualitativa e quantitativa che,<br />

ad esempio, ci impone requisiti minimi di<br />

docenza, cioè un numero minimo di docenti<br />

per ogni corso di laurea. Se l’ateneo<br />

Palazzo Florio (Rettorato)<br />

non ha il numero richiesto dal ministero il<br />

corso deve essere disattivato; il secondo è<br />

la crescente scarsità di risorse, che da un<br />

lato rendono complesso il mantenimento<br />

dei requisiti e dall’altro impediscono la<br />

sostenibilità dei costi aggiuntivi spesso presenti<br />

nelle sedi decentrate. Le decisioni di<br />

mantenimento territoriale di un dato corso<br />

di laurea, di una sede universitaria devono,<br />

quindi, essere decisioni di sistema.<br />

Tradotto vuol dire che se una città, o<br />

gli imprenditori della zona, vogliono<br />

mantenere un dato corso di laurea<br />

devono contribuire a pagarlo?<br />

Esatto. In questo momento diventa importante<br />

il sistema. Un sistema che adesso è<br />

fortemente in crisi e ciò ci fa vivere momenti<br />

di grande diffi coltà. Anche perché<br />

la solidarietà del sistema va nei punti più<br />

deboli e l’università non è ancora percepita<br />

come tale o meglio non è percepita come<br />

istituzione in emergenza fi nanziaria. Ciò,<br />

però, in prospettiva futura è molto pericoloso.<br />

Il sistema economico non può evolvere<br />

senza la conoscenza e l’innovazione.<br />

Questa vostra impostazione trova<br />

condivisione nel territorio o “Università<br />

del Friuli” è più uno slogan che<br />

altro?<br />

Penso che su questo si debba ancora lavorare<br />

per far sentire l’Università del Friuli


come un patrimonio di tutto il territorio.<br />

Non solo perché come ogni ateneo è un<br />

indispensabile luogo di produzione di ricerca<br />

e di conoscenza, ma anche perché<br />

da un punto di vista economico la nostra<br />

università muove annualmente, e fa permanere<br />

sul territorio in termini di ricchezza,<br />

circa 160 milioni di euro all’anno. Ha 2000<br />

dipendenti e muove 20.000 persone fra le<br />

varie sedi.<br />

A proposito del movimento di persone,<br />

visto che l’ateneo udinese è relativamente<br />

recente, non avrebbe avuto<br />

più senso concentrarlo in un’unica<br />

sede costruita ex novo, un campus,<br />

invece di sparpagliarla in tanti palazzi<br />

storici con i relativi costi di recupero<br />

e creazione di “traffi co” per gli<br />

spostamenti fra le varie sedi?<br />

La nostra è nata come modello di università<br />

molto inserita nella città, fra la gente, e<br />

questo impianto genetico rispecchia la sua<br />

struttura edilizia. Forse dal punto di vista<br />

di un’analisi dei costi-benefi ci immobiliari<br />

sarebbe stato meglio procedere come da<br />

lei suggerito, ma in termini di vitalità, di<br />

internazionalità, di cultura portata alla città,<br />

di “valori intangibili” trasmessi al territorio,<br />

credo sia stato meglio così.<br />

L’ipotesi di una fondazione unica per<br />

le due Università di <strong>Udine</strong> e di Trieste<br />

sembra tramontata. Bisogna, comunque,<br />

trovare quale forma di maggiore<br />

integrazione tra l’Università di <strong>Udine</strong>,<br />

quella di Trieste e la Sissa?<br />

Direi che su questo stiamo facendo abbastanza.<br />

Sarebbe irresponsabile non<br />

introdurre processi di razionalizzazione<br />

integrativa dell’offerta didattica e di riqualifi<br />

cazione della spesa. Il modello è quello<br />

della coopetizione, cooperare e competere<br />

insieme, sperimentato da tante industrie,<br />

che dobbiamo fare proprio dell’università.<br />

Dobbiamo, quindi, introdurre integrazioni<br />

funzionali a un miglioramento dell’offerta<br />

didattica e a un minor costo della stessa.<br />

Un modello che possiamo attuare non<br />

solo con l’Università di Trieste, ma anche<br />

con quelle dell’intero Nord-Est e, perché<br />

no, dell’Euroregione. Alcuni processi con<br />

Trieste per due lauree magistrali (gli ultimi<br />

due anni, ndr) umanistiche (Italianistica e<br />

Antichistica) e altrettante scientifi che (Fisica<br />

computazionale e Ambiente e territorio)<br />

partiranno già dal 2010-2011, mettendo<br />

insieme docenti e studenti dei due atenei,<br />

un anno a Trieste e uno a <strong>Udine</strong>. Si tratta<br />

di corsi che erano “deboli” sia a Trieste, sia<br />

<strong>Udine</strong> e che unifi cati potranno rispondere<br />

ai requisiti richiesti dal ministero e garantire<br />

un’offerta formativa molto qualifi cata al<br />

territorio. Sono discipline con ancora piccoli<br />

numeri, ma con importanti prospettive<br />

future. Allo stesso modo stiamo lavorando<br />

con scuole di dottorato interateneo e internazionali<br />

nel campo delle nano e delle<br />

biotecnologie con Trieste e la Sissa. Stiamo<br />

anche aprendo molti contatti con altri<br />

atenei dell’Euroregione. Il tutto nel pieno<br />

rispetto e affermazione della nostra autonomia<br />

e della nostra identità.<br />

Il Parco scientifi co e tecnologico di<br />

<strong>Udine</strong> gestito da Friuli Innovazione è<br />

un esempio concreto di rapporto con<br />

il territorio. E’ soddisfatta dell’attività<br />

del Parco? Quali le prospettive anche<br />

in relazione all’incubatore di imprese<br />

innovative?<br />

Penso che si debba puntare sempre a migliorare<br />

le cose. Il Parco è uno strumento<br />

molto importante nella catena del trasferimento<br />

tecnologico ed è fortemente legato<br />

alle caratteristiche del sistema economico<br />

friulano. Credo che sia l’industria, sia l’università<br />

debbano valorizzarlo maggiormente,<br />

perché il parco è l’anello intermedio di<br />

una catena dove a monte c’è l’ateneo e a<br />

valle l’industria e se queste non gli danno<br />

il giusto valore, esso di conseguenza ne<br />

Economia<br />

Intervista<br />

risente. In un’ottica sistemica, dunque, tutti<br />

gli anelli della catena possono avere valore<br />

se gli altri glielo riconoscono.<br />

L’Università “produce” la nuova classe<br />

dirigente. Sotto questo profi lo<br />

quanti laureati trovano occupazione<br />

o lavorano in Friuli? Quanti invece<br />

trovano opportunità fuori Regione?<br />

Laureiamo circa tremila giovani all’anno.<br />

E in generale la caratteristica riscontrata<br />

è quella della mobilità delle esperienze<br />

lavorative anche a livello internazionale.<br />

Spesso i nostri giovani tornano in regione<br />

più maturi e capaci di offrire intelligenza e<br />

innovazione al sistema. Tuttavia va rilevato<br />

che la capacità di assorbimento di nostri<br />

laureati da parte del sistema produttivo regionale<br />

è ancora relativamente bassa, date<br />

le caratteristiche strutturali di un’economia<br />

articolata sulle piccole e piccolissime imprese.<br />

Anche per il nostro territorio valgono<br />

i trend nazionali: le lauree tecnico scientifi<br />

che sono le più richieste. Più in generale<br />

i laureati dell’università di <strong>Udine</strong>, in base<br />

alle classifi che nazionali, trovano lavoro<br />

mediamente prima rispetto ai laureati di<br />

altre università: il 71% dei nostri laureati<br />

magistrali trova infatti lavoro entro un anno<br />

dalla laurea mentre la media nazionale è<br />

ferma al 62%.<br />

Cristiana Compagno (Foto archivio Università degli Studi di <strong>Udine</strong>)<br />

dicembre09 11


Economia<br />

Focus<br />

GLI IMPRENDITORI<br />

SERGIO BURATO,<br />

BCF Italia di Rivignano<br />

Secondo noi “Fabbriche Aperte” è<br />

un’iniziativa molto utile a far conoscere la<br />

nostra realtà agli studenti, con la speranza<br />

che, una volta terminati gli studi, possano<br />

prendere in considerazione anche la nostra<br />

azienda come luogo nel quale lavorare.<br />

La nostra è un’impresa non molto grande,<br />

ma ben organizzata, ordinata e pulita, e<br />

questo, generalmente, suscita una reazione<br />

positiva nei ragazzi che arrivano a farci<br />

visita. Purtroppo per noi non è facile, in<br />

un’ora o due di visita, riuscire a entrare in<br />

contatto, a capire la mentalità, di questi<br />

giovani, ma, proprio perché sono ragazzi<br />

giovani, sono convinto che la semina fatta<br />

con “Fabbriche Aperte” potrà dare i suoi<br />

frutti. Quest’anno da noi sono arrivate una<br />

quarta e una quinta dell’Ipsia Ceconi di<br />

<strong>Udine</strong> con specializzazione termoidraulica<br />

e si sono dimostrate interessate, facendo<br />

domande pertinenti al nostro settore. Per<br />

12 dicembre09<br />

DIECI ANNI DI<br />

FABBRICHE APERTE<br />

Sono passati dieci anni da quando, su iniziativa del compianto ingegner Adalberto<br />

Valduga, nacque “Fabbriche aperte”. L’obiettivo, allora come oggi, era<br />

quello di mettere a contatto i ragazzi delle scuole medie con le realtà produttive<br />

del territorio, attraverso la visita diretta agli stabilimenti di alcune classi scolastiche<br />

(prevalentemente terze, quarte e quinte superiori), accompagnate dagli insegnanti<br />

e guidate dai titolari e dai responsabili delle diverse aziende. In dieci anni sono centinaia<br />

le aziende e oltre diecimila gli studenti che hanno preso parte a Fabbriche<br />

Aperte e ciò ha certamente contribuito a modifi care, almeno in parte, il giudizio negativo<br />

che, in modo spesso preconcetto, nella società civile si ha della fabbrica come<br />

luogo “sporco e pericoloso”. Molti giovani hanno potuto constatare come le aziende<br />

manifatturiere del Friuli negli anni duemila siano, invece, spesso, luoghi di lavoro<br />

accoglienti, dove l’impegno per la ricerca e il miglioramento qualitativo di processi<br />

e prodotto sono costanti. Un’iniziativa utile, quindi, a superare antichi pregiudizi, ma<br />

anche a permettere agli studenti di orientare meglio le proprie scelte lavorative future,<br />

che, come si capisce dalle interviste che seguono, riceve l’apprezzamento degli imprenditori,<br />

dei docenti e degli studenti. Un impegno organizzativo indubbio per Confi<br />

ndustria <strong>Udine</strong> e le aziende partecipanti, ma che merita, dunque, di essere portata<br />

avanti anche negli anni a venire.<br />

noi è la seconda partecipazione all’iniziativa<br />

e ne siamo complessivamente soddisfatti.<br />

Lo scorso anno da noi era venuta una<br />

scuola di Cividale e il modo con cui si era<br />

svolta la visita era stato diverso. Mentre<br />

quest’anno,<br />

infatti, abbiamo<br />

avuto un dialogo<br />

molto diretto<br />

con gli studenti<br />

senza un’intermediazione<br />

dei<br />

professori, ma<br />

con ragazzi molto<br />

interessati,<br />

lo scorso anno<br />

i professori<br />

avevano svolto<br />

forse maggiormente<br />

il ruolo<br />

di intermediari<br />

e ciò aveva<br />

semplifi cato il<br />

dialogo, anche<br />

se forse gli studenti<br />

del 2008<br />

erano un po’ meno coinvolti.<br />

FRANCO DI FONZO<br />

e DENIS MONAI,<br />

Frag di Pradamano<br />

Di Fonzo: Ritengo che “Fabbriche<br />

aperte” sia un’iniziativa importantissima<br />

sebbene comporti per le aziende un certo<br />

dispendio di tempo e di personale. Consente,<br />

infatti, di dare agli studenti un’immagine<br />

concreta e reale del mondo del lavoro<br />

che spesso è diversa da quella che uno<br />

studente si immagina. Credo che sia molto<br />

importante per gli studenti delle superiori,<br />

mentre, forse, è meno adatta agli studenti<br />

delle medie inferiori che a quell’età sono<br />

troppo lontani dal mondo del lavoro. La<br />

visita di quest’anno lo ha dimostrato. Gli<br />

studenti dell’Itc Marchetti si sono rivelati<br />

molto più interessati agli aspetti gestionali<br />

di un’azienda che non al semplice modo di<br />

operare delle macchine, come capita con i<br />

ragazzini delle medie.<br />

Monai: All’inizio gli studenti erano un po’<br />

intimiditi come è comprensibile per chi si<br />

trova in un ambiente nuovo. Devo, però,<br />

dire che poi la giornata è volata e, forse, ci<br />

sarebbe voluto più tempo per rispondere<br />

Gli studenti dell’Ipsia Ceconi di <strong>Udine</strong> alla BCF Italia Srl


Gli studenti dell’Itc Marchetti di Gemona alla Frag Srl<br />

a tutte le curiosità dei ragazzi. Durante il<br />

percorso in fabbrica, infatti, gli studenti ci<br />

hanno posto domande che erano già state<br />

in qualche modo preparate e calibrate sulla<br />

realtà aziendale, mentre al termine si sono<br />

lasciati andare facendo domande su temi<br />

più generali del tipo “come avete affrontato<br />

la crisi” o “come affrontate i mercati<br />

internazionali” che avrebbero avuto bisogno<br />

di più tempo per ricevere una risposta<br />

completa. Nel complesso, comunque, ho<br />

visto ragazzi molto attenti e interessati e<br />

spero che questa esperienza sia stata loro<br />

utile per percepire meglio la realtà lavorativa.<br />

Sono convinto che iniziative come queste<br />

andrebbero ripetute anche più spesso,<br />

perché quello che continua a mancare in<br />

Italia è un adeguato collegamento fra scuola<br />

e mondo del lavoro.<br />

STEFANO MIDOLINI,<br />

Fornaci di Manzano<br />

Già da tempo apriamo la nostra<br />

fabbrica alle scuole per<br />

diverse visite durante l’anno,<br />

in particolare con l’istituto geometri<br />

Marinoni e con il Malignani,<br />

e, quindi, partecipiamo<br />

e continueremo a partecipare<br />

volentieri a “Fabbriche Aperte”.<br />

L’obiettivo in generale<br />

è quello di far conoscere ai<br />

ragazzi la realtà del mondo<br />

del lavoro, mentre per quanto<br />

riguarda la nostra azienda,<br />

nello specifi co, cerchiamo di<br />

dimostrare agli studenti come<br />

si realizzi un prodotto tradizionale<br />

come i laterizi. Pensiamo,<br />

infatti, che rendendosi conto<br />

di persona di come nasce un<br />

dato prodotto, i<br />

ragazzi possano<br />

trarne una conoscenza<br />

maggiore<br />

che potrà tornar<br />

loro utile quando<br />

si avvieranno al<br />

lavoro. Quest’anno<br />

abbiamo accolto<br />

gli studenti<br />

del Marinoni e<br />

devo dire che li<br />

ho visti particolarmente<br />

attenti<br />

e penso che ciò<br />

dipenda dal fatto<br />

che vedere in<br />

concreto come<br />

si realizza un<br />

prodotto che è<br />

oggetto del proprio corso di studi sia sempre<br />

particolarmente interessante.<br />

I PROFESSORI<br />

ROBERTO D’AGOSTINI,<br />

Iti Malignani di <strong>Udine</strong><br />

Iniziative come “Fabbriche aperte” sono<br />

molto importanti per far approcciare gli studenti<br />

con le realtà con le quali andranno a<br />

confrontarsi una volta usciti da scuola. Servono,<br />

inoltre, a far comprendere ai ragazzi<br />

come lo studio non sia solo ciò che si fa in<br />

classe, ma anche, come previsto dalla riforma<br />

che si sta preparando, orientamento<br />

continuo grazie all’alternanza scuola-lavoro.<br />

Per quanto riguarda le visite, sarebbe<br />

auspicabile che un numero ancora più<br />

ampio di aziende si rendessero disponibili<br />

Gli studenti dell’Itg Marinoni di <strong>Udine</strong><br />

alla Fornaci di Manzano Spa<br />

Economia<br />

Focus<br />

a partecipare a “Fabbriche Aperte”, che<br />

possono essere un buon prodromo alla<br />

realizzazione dell’alternanza scuola-lavoro,<br />

magari per iniziativa degli stessi studenti<br />

che conosciuta una data azienda potrebbero<br />

proporsi per sviluppare insieme ad essa<br />

progetti di alternanza. In effetti, molti degli<br />

studenti che in passato hanno partecipato<br />

alle visite si sono successivamente proposti<br />

alle aziende visitate per fare stage, project<br />

working, ecc. Tutto ciò è molto utile perché<br />

circa il 70% di coloro che hanno frequentato<br />

in passato stage o progetti di alternanza<br />

scuola lavoro in una data azienda,<br />

sono stati, poi, richiamati da quell’azienda<br />

per continuare o addirittura per essere<br />

inseriti in organico. “Fabbriche aperte”,<br />

insomma offre ai nostri studenti un’utile<br />

carrellata per capire quali sono le aziende,<br />

cosa si produce in Friuli e cominciare a<br />

prendere contatto con il mondo produttivo.<br />

I ragazzi, generalmente, reagiscono molto<br />

bene a questa iniziativa e, anzi, vorrebbero<br />

poter visitare un numero maggiore di<br />

aziende durante l’anno scolastico. Devo<br />

dire che negli anni ho visto migliorare il<br />

rapporto fra scuola e mondo del lavoro,<br />

ma anche, onestamente, che le aziende<br />

potrebbero fare ancora qualcosa in più<br />

per cercare di dare una mano alla scuola,<br />

consentendo una maggiore frequenza<br />

dei ragazzi nelle aziende, da un lato, e<br />

avendo una maggior attenzione, dall’altro,<br />

al percorso di orientamento degli studenti<br />

quando si trovano all’interno delle imprese.<br />

Voglio dire che il percorso didattico di uno<br />

studente in un’azienda non può servire,<br />

come talvolta è successo, a sostituire un<br />

operaio, né, come è accaduto in altri casi, a<br />

“fare fotocopie”, ma deve essere concretamente<br />

utile al ragazzo per crescere<br />

e formarsi e all’azienda<br />

per valutare adeguatamente se<br />

nel singolo studente intravede<br />

le qualità per una possibile<br />

assunzione futura. Per questo<br />

serve che la valutazione sia<br />

fatta con attenzione, seguendo<br />

alcune regole prefi ssate.<br />

AMEDEO<br />

VENTURINI,<br />

Itc Marchetti di<br />

Gemona<br />

Il nostro istituto aderisce con<br />

entusiasmo al progetto “Fabbriche<br />

Aperte” in quanto si<br />

inquadra perfettamente nel<br />

più ampio progetto di alternanza<br />

scuola lavoro che noi<br />

dicembre09 13


Economia<br />

Focus<br />

abbiamo assunto come importante<br />

strumento di didattica<br />

formativa. “Fabbriche Aperte”<br />

è importante perché dà ai<br />

nostri studenti la possibilità di<br />

conoscere il territorio e le sue<br />

più signifi cative realtà produttive.<br />

Negli ultimi quattro anni<br />

abbiamo visitato aziende grandi<br />

e piccole, ma tutte molto interessanti<br />

come “casi aziendali”<br />

da studiare. Per consuetudine,<br />

infatti, nel nostro istituto non<br />

ci limitiamo alla semplice visita<br />

nella fabbrica, ma successivamente<br />

approfondiamo gli<br />

aspetti più signifi cativi emersi<br />

durante la giornata dedicata a<br />

“Fabbriche Aperte”. Il ruolo<br />

dei docenti accompagnatori è,<br />

dunque, anche quello di riferire<br />

ai colleghi gli argomenti toccati<br />

affi nché, ciascuno per la propria<br />

materia, possano svilupparli in<br />

classe. Noi cerchiamo, inoltre,<br />

di preparare i nostri studenti<br />

alla visita in fabbrica dando più<br />

informazioni possibili sull’azienda,<br />

facendo loro visitare il sito<br />

web della stessa e cercando<br />

di suggerire loro cosa e come<br />

guardare. Proprio perché sanno<br />

che la visita fa parte di un<br />

1. I.CO.P Spa di Basiliano - Isis Solari<br />

di Tolmezzo.<br />

2. Union Beton Spa di Castions<br />

di Strada (Gruppo Logic Pa Spa) - Iti<br />

Malignani di <strong>Udine</strong>.<br />

3. BCF Italia Srl di Rivignano - Ipsia<br />

Ceconi di <strong>Udine</strong>.<br />

4. Botto Giuseppe & Figli Spa<br />

Divisione Cascami Seta di Tarcento -<br />

Ipsia Ceconi di <strong>Udine</strong>.<br />

5. Gervasoni Spa di Pavia di <strong>Udine</strong><br />

- Isis Manzini di San Daniele del Friuli.<br />

6. Serrametal Srl di Mortegliano -<br />

Ipsia Ceconi di <strong>Udine</strong>.<br />

7. Pinatto Jr Srl di Moimacco - Iti<br />

Malignani di <strong>Udine</strong>.<br />

14 dicembre09<br />

progetto più ampio, i nostri<br />

ragazzi vivono la giornata di<br />

“Fabbriche Aperte” con molta<br />

attenzione e partecipazione.<br />

Quest’anno la visita alla Frag<br />

è stata particolarmente interessante<br />

perché è stata condotta<br />

tutta in lingua inglese il che ha<br />

colpito molto i nostri studenti,<br />

particolarmente per quelli che<br />

si stanno specializzando come<br />

periti commerciali in lingue<br />

estere. I nostri studenti, inoltre,<br />

nonostante si stiano specializzando<br />

come amministrativi,<br />

sono stati molto interessati a<br />

vedere tutto il ciclo produttivo<br />

e a capire come dalla materia<br />

prima si arrivi al prodotto fi nito.<br />

Frag ci ha, infi ne, generosamente<br />

fornito molto materiale<br />

sul quale continuare a lavorare<br />

in classe nei prossimi tempi.<br />

In conclusione, mi lasci dire<br />

che anche se molti parlano di<br />

scarso collegamento tra scuola<br />

e mondo del lavoro, personalmente<br />

credo che ciò sia<br />

meno vero di quanto appare.<br />

I ragazzi, infatti, dopo queste<br />

visite si accorgono che c’è una<br />

buona corrispondenza fra il sapere<br />

teorico che apprendono a<br />

8. Potocco Spa di Manzano - Ipsia<br />

Mattioni di San Giovanni al Natisone<br />

9. Coats Thread Italy Srl di Codroipo<br />

- Isis Linussio di Codroipo<br />

10. Frag Srl di Pradamano - Itc Marchetti<br />

di Gemona del Friuli.<br />

11. Metalinox Srl di Fiumicello – Iti<br />

Malignani 2000 di Cervignano del<br />

Friuli.<br />

12. Self Srl di Rivignano - Iti Malignani<br />

2000 di Cervignano del Friuli e<br />

di San Giorgio di Nogaro.<br />

13. Dl Radiators Spa di Moimacco<br />

– Ipsia Mattioni di Cividale del Friuli.<br />

14. Gesteco Spa di Povoletto - Iti Malignani<br />

2000 di Cervignano del Friuli.<br />

Dall’alto, gli studenti dell’Ipsia Mattioni (Cividale) alla DL<br />

Radiators Spa di Moimacco, e quelli dell’Iti Malignani<br />

all’Eurotech Spa di Amaro<br />

LE AZIENDE E LE SCUOLE CHE HANNO PARTECIPATO<br />

ALLA DECIMA EDIZIONE DI “FABBRICHE APERTE”<br />

Sono 25 le aziende, appartenenti alle diverse tipologie produttive, e due i Centri di ricerca che hanno accolto dal<br />

9 al 17 novembre, oltre 1.100 studenti di 17 scuole medie superiori per “Fabbriche aperte”.<br />

Qui di seguito l’elenco delle aziende partecipanti e delle scuole che hanno fatto visita a ciascuna di esse:<br />

15. Geo.Coil Srl di Artegna - Ipsia<br />

D’Aronco di Gemona del Friuli.<br />

16. Calligaris Spa di Manzano - Itc<br />

Zanon di <strong>Udine</strong>.<br />

17. Fornaci di Manzano Spa di<br />

Manzano - Itg Marinoni di <strong>Udine</strong>.<br />

18. Autoservizi FVG Spa- Saf di<br />

<strong>Udine</strong> – Ipsia Ceconi di <strong>Udine</strong>.<br />

19. Biofarma Spa di Mereto di Tomba<br />

– Ipsia Ceconi di <strong>Udine</strong>.<br />

20. AWM Spa Automatic Wire<br />

Machines di Magnano in Riviera – Iti<br />

Malignani di <strong>Udine</strong>.<br />

21. Faber Industrie Spa di Cividale<br />

del Friuli – Iti Malignani di <strong>Udine</strong>.<br />

22. Tonutti Spa Industria Mac-<br />

chine Agricole di Remanzacco – Iti<br />

Malignani di <strong>Udine</strong><br />

23. Eurotech Spa di Amaro – Iti Malignani<br />

di <strong>Udine</strong>.<br />

24. Quality Food Group Spa di<br />

Martignacco – Isis Solari di Tolmezzo.<br />

25. S.M.I. Sistemi Meccanici Industriali<br />

Srl di Varmo - Ipsia Ceconi<br />

di <strong>Udine</strong>.<br />

26. Agemont di Amaro - Liceo Bertoni<br />

di <strong>Udine</strong>.<br />

27. Parco Scientifi co e Tecnologico<br />

Luigi Danieli di <strong>Udine</strong> - Liceo Scientifi<br />

co Einstein di Cervignano del Friuli e<br />

Liceo Scientifi co Marinelli di <strong>Udine</strong>.


dicembre09 15


Economia<br />

Focus<br />

scuola e il sapere operativo che è necessario<br />

nelle aziende. Ciò a mio avviso è molto<br />

importante per far scaturire nei ragazzi la<br />

giusta motivazione, dalla quale dipendono<br />

in gran parte gli esiti scolastici.<br />

GRAZIELLA MOCELLIN,<br />

Liceo Scientifi co Einstein di<br />

Cervignano<br />

La nostra scuola ha sempre partecipato a<br />

“Fabbriche aperte” e noi la valutiamo<br />

molto positivamente perché offre un’occasione<br />

unica agli studenti per approcciare il<br />

mondo del lavoro, soprattutto per i ragazzi<br />

dei licei scientifi ci. Normalmente, infatti,<br />

sono gli istituti tecnici e professionali ad<br />

avere un maggior contatto con il mondo<br />

delle aziende, mentre gli studenti dei licei<br />

spesso ne rimangono lontani. Quest’anno<br />

i ragazzi dello scientifi co e dello scientifi<br />

co tecnologico hanno visitato il Parco<br />

scientifi co e tecnologico “Luigi Danieli”<br />

e abbiamo constatato come siano rimasti<br />

entusiasti della visita. Hanno, infatti, avuto<br />

l’opportunità di capire come non sia<br />

necessario andare all’estero per trovare<br />

importanti realtà di ricerca o che danno la<br />

possibilità a un giovane che voglia intraprendere<br />

un’attività in proprio di avviarla e<br />

svilupparla. Io spero che queste visite possano<br />

anche contribuire a spingere i ragazzi<br />

verso scelte di corsi di laurea “opportuni”. I<br />

ragazzi del liceo scientifi co tendono, infatti,<br />

a indirizzarsi prevalentemente verso facoltà<br />

umanistiche, mentre tutti sappiamo come<br />

ci siano maggiori opportunità lavorative per<br />

coloro che escono da facoltà scientifi che.<br />

Lo studente Giancarlo Cincotti<br />

16 dicembre09<br />

LA SFIDA E’ NELLE COMPETENZE<br />

Intervento di Fabio Feruglio, Direttore di Friuli Innovazione<br />

– Parco Scientifi co e Tecnologico “Luigi Danieli”<br />

L<br />

’incontro con gli studenti è sempre un’occasione<br />

per confrontarsi con chi costruirà il<br />

futuro e con coloro ai quali lasciamo l’eredità del<br />

passato. Un’occasione per trasmettere qualche<br />

spunto, anche qualche provocazione, per poi<br />

sorprendersi piacevolmente quando succede<br />

qualcosa. Lo scorso anno ad esempio, sempre<br />

nell’ambito delle visite organizzate con Fabbriche<br />

Aperte furono proprio gli studenti che visitarono<br />

il Parco Scientifi co e Tecnologico Luigi<br />

Danieli di <strong>Udine</strong> a scrivere il miglior articolo,<br />

comprendendone profondamente le fi nalità, le<br />

aspirazioni, gli intenti. Sul futuro sappiamo moltissimo,<br />

sappiamo che l’India produce già oggi<br />

300.000 ingegneri informatici all’anno, mentre<br />

gli Stati Uniti 50.000, sappiamo che la quantità<br />

di nuove conoscenze tecniche raddoppia ogni<br />

due anni, sappiamo che le professionalità più<br />

richieste tra 10 o anche 5 anni oggi non esistono,<br />

che questi studenti utilizzeranno tecnologie non<br />

ancora inventate per risolvere problemi che non<br />

sappiamo neanche essere problemi. Per essere<br />

protagonisti nel loro futuro sono condannati<br />

all’eccellenza e per aspirare all’eccellenza devono<br />

avere motivazione, convinzione, capacità di<br />

mettersi in gioco, di confrontarsi, di rispettare e<br />

trasgredire, ma sarà un futuro ricco di possibilità e<br />

di opportunità, un futuro entusiasmante.<br />

Loro se lo devono meritare ma noi li dobbiamo<br />

preparare: le competenze faranno la differenza.<br />

E’ questo che abbiamo voluto far capire ai ragazzi<br />

accogliendoli al Parco.<br />

Questi ragazzi dovranno imparare a conoscere e<br />

Forse, dunque, è bene che gli studenti, pur<br />

nel necessario rispetto per le inclinazioni di<br />

ciascuno, abbiano la possibilità, con iniziative<br />

come “Fabbriche aperte”, di essere<br />

orientati verso i corsi di studi che offrono<br />

loro maggiori garanzie per il futuro.<br />

LO STUDENTE<br />

GIANCARLO CINCOTTI,<br />

classe quarta elettronica<br />

Iti Malignani di <strong>Udine</strong><br />

La visita all’Awm di Magnano in Riviera<br />

è stata molto interessante. I dirigenti dell’azienda<br />

ci hanno, infatti, fatto vedere tutte<br />

le fasi di progettazione e lavorazione dei<br />

Gli studenti del liceo Einstein di<br />

Cervignano al Parco Scientifi co<br />

e Tecnologico “Danieli”<br />

a gestire i processi di cambiamento del mondo in<br />

cui vivranno e dovranno farlo senza averne timore,<br />

consapevoli delle proprie capacità e dei propri<br />

limiti, sempre alla ricerca di un nuovo traguardo.<br />

Mostrare loro che cosa si fa ogni giorno qui al<br />

Parco e degli spicchi del mondo è stato il nostro<br />

modo per renderli consapevoli che potranno<br />

essere loro i protagonisti di domani nella ricerca,<br />

nell’impresa, nella società.<br />

macchinari che producono. Certamente<br />

iniziative come “Fabbriche Aperte” sono<br />

molto utili perché ci permettono di vedere<br />

il mondo del lavoro in concreto e da una<br />

prospettiva diversa da quella della scuola.<br />

In particolare ci ha stupito come la gestione<br />

di un’azienda sia decisamente più<br />

articolata di come potevamo immaginarla.<br />

Nel complesso la visita ha avuto un effetto<br />

positivo, perché ci ha fatto capire come il<br />

lavoro in fabbrica oggi sia lontano dagli stereotipi<br />

comuni di “fatica, stress e rigidità di<br />

orari”, consentendoci di capire come spesso<br />

si tratti, invece, di ambienti stimolanti e<br />

dove esiste la possibilità di realizzarsi.<br />

c.t.p.


dicembre09 17


Economia<br />

Aziende Flash<br />

Gli impianti RHOSS<br />

in Austria e Gran Bretagna<br />

La Rhoss di Codroipo, azienda del gruppo<br />

veneto Irsap, si è aggiudicata tre importanti<br />

commesse all’estero del valore totale di 1,5 milioni<br />

di euro. In particolare, per il sito della Ikea<br />

a Klagenfurt, l’azienda friulana ha sviluppato un<br />

sistema completo di controllo e gestione dell’impianto<br />

di riscaldamento e condizionamento<br />

che prevede l’uso anche di pompe di calore<br />

geotermiche Rhoss. “Si tratta di una soluzione<br />

impiantistica innovativa – affermano i tecnici<br />

della Rhoss - che potrà servire come esempio<br />

per la costruzione di tutti i futuri negozi Ikea in<br />

Europa”. A Londra, invece, Rhoss ha vinto la<br />

gara per la fornitura degli impianti di refrigerazione<br />

del nuovo edifi cio progettato nella City<br />

dagli architetti dello studio Rolfe Judd. La struttura<br />

ospita importanti uffi ci di società specializzate<br />

in consulenza legale, fi nanziaria, amministrativa<br />

e fi scale. Rhoss ha studiato un sistema<br />

di macchine che prevede il miglior comfort per<br />

gli occupanti in tutti i 16.500 metri quadrati,<br />

attraverso la scelta di un impianto a quattro<br />

tubi con unità terminali in ogni locale, centrali<br />

di trattamento aria per tutta la volumetria interessata<br />

e gruppi frigoriferi appositamente realizzati.<br />

La particolare esigenza architettonica ha<br />

richiesto una soluzione molto complessa con i<br />

gruppi frigoriferi collocati sul tetto e non visibili<br />

Nel programma dei corsi organizzati da Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong>nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro,<br />

spicca per originalità l’iniziativa promossa con tre imprese<br />

di nazionalità ungherese (Danubbio) e serba<br />

(Maxo e Maxmont) che operano in appalto nel<br />

territorio friulano.<br />

I corsi, in svolgimento a palazzo Torriani, interessano<br />

circa dieci persone per ciascuno dei due gruppi iscritti<br />

(gruppo ungherese, da una parte, e gruppo serbo/<br />

croato dall’altro). Si è<br />

partiti con il Modulo A di<br />

base (28 ore complessive)<br />

per poi passare, dal<br />

27 ottobre e fi no a metà<br />

marzo, al Modulo B di<br />

specializzazione (48 ore)<br />

che tratta la natura dei<br />

rischi presenti sul luogo<br />

di lavoro, correlati alle<br />

specifi che attività lavorative.<br />

Quindi, da metà<br />

marzo a fi ne aprile, sarà<br />

la volta del Modulo C,<br />

18 dicembre09<br />

perché costruiti con un altezza inferiore ai due<br />

metri. La grande potenza richiesta, oltre 2300<br />

kw, l’esigenza di in basso impatto acustico e la<br />

necessità di avere il vano pompe incorporato,<br />

ha portato alla realizzazione di due refrigeratori<br />

con compressori a vite lunghi quasi 14 metri<br />

ciascuno. Sempre a Londra, l’azienda friulana<br />

ha fornito gruppi frigoriferi per il dipartimento<br />

di ricerca genetica dell’Università di Oxford.<br />

Anche in questa installazione, per esigenze di<br />

spazi ridotti e fattori di basso impatto visivo ed<br />

acustico, i tre refrigeratori sono stati realizzati<br />

con compressori a vite con incapsulamento per<br />

l’insonorizzazione ad alta effi cienza.<br />

La linea produttiva della Rhoss<br />

FORMAZIONE<br />

LA SICUREZZA SI FA INTERNAZIONALE<br />

un ulteriore corso di specializzazione con approfondimenti<br />

su prevenzione e protezione dei rischi, anche<br />

di natura ergonomica e psico-sociale, su tecniche di<br />

comunicazione e sulle relazioni sindacali.<br />

Infi ne, nel mese di maggio, avrà luogo il corso per i<br />

Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.<br />

I responsabili delle tre imprese hanno espresso<br />

soddisfazione sia per essere stati tra i primi ad aver<br />

organizzato un corso di formazione di questo genere<br />

in Italia che per aver<br />

già ottenuto dei buoni<br />

risultati. “Un plauso<br />

particolare” affermano<br />

“va attribuito a Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong> che, con<br />

la fattiva collaborazione<br />

di docenti e traduttori,<br />

ha saputo costruire un<br />

corso tagliato su misura<br />

delle esigenze delle<br />

nostre imprese”.<br />

(foto Gasperi)<br />

INTERNA<br />

IMPORTANTI COMMESSE E<br />

UN NUOVO SHOWROOM<br />

AD AMSTERDAM<br />

Interna Contract si è aggiudicata nuove<br />

commesse per un valore complessivo di<br />

circa 4 milioni di euro e ha aperto il suo<br />

secondo show room a Amsterdam dopo<br />

quello inaugurato alcuni mesi fa a Mosca a<br />

pochi passi dalla piazza Rossa. In Francia,<br />

Interna realizzerà per il Grand Hotel<br />

de Bordeaux un progetto integrale di<br />

arredi per la spa e il centro benessere su<br />

disegno esclusivo del decoratore parigino<br />

Jacques Garcia. Buona parte degli arredi<br />

deriveranno dalla collezione che Garcia<br />

ha creato in esclusiva per Interna. Interna<br />

allestirà, inoltre per Fincantieri, l’area<br />

pubblica cabaret lounge di 750 metri<br />

quadrati relativamente della nave Azura<br />

6166 in costruzione a Monfalcone. Il<br />

contratto ha un valore complessivo di un<br />

milione e 300 mila euro e prevede progettazione<br />

esecutiva, fornitura di pavimenti,<br />

pareti, soffi ttature, arredi, montaggio e<br />

collaudo fi nale. L’azienda di Tavagnacco<br />

fornirà anche i mobili per gli spazi comuni<br />

dello Hyatt Regency Mainz in Germania.<br />

Gli arredi sono tutti a fi rma dello studio FG<br />

stijl di Amsterdam e derivano per la maggior<br />

parte dalla collezione che i designer<br />

hanno creato in esclusiva per Interna nel<br />

2008. Infi ne, l’azienda ha inaugurato ad<br />

Amsterdam il secondo show room Interna.<br />

L’impresa guidata da Diego Travan<br />

e Derna Del Stabile ha scelto un intero<br />

edifi cio con una superfi cie espositiva di 10<br />

mila metri quadrati poco lontano dall’aeroporto<br />

internazionale di Schipol. L’edifi<br />

cio è la sede della società olandese DK<br />

Home, produttrice di oggetti d’arte e di<br />

design, che ha scelto Interna come partner<br />

d’arredo esclusivo.<br />

Il Grand Hotel de Bordeaux


dicembre09 19


Economia<br />

Aziende Flash<br />

g<br />

LA CIVIDINA<br />

arreda le sale vip<br />

di SAUDI ARABIAN<br />

AIRLINES<br />

Un pezzo di Friuli nelle aree vip degli<br />

scali internazionali di Saudi Arabian<br />

Airlines. La Cividina di Martignacco,<br />

attiva nella progettazione e nella realizzazione<br />

di sedute imbottite per il settore contract,<br />

si è di recente aggiudicata l’appalto<br />

per la fornitura di oltre sessanta divani per<br />

arredare lounge e vip lounge della compagnia<br />

saudita negli aeroporti di Jeddah,<br />

Riyadh, Dubai e Abu Dhabi per un valore<br />

economico che ammonta a circa 200 mila<br />

euro. I prodotti oggetto della fornitura<br />

fanno parte delle collezioni Tango e della<br />

serie Fly entrambe progettate dal designer<br />

Gianni Rossetti. Le sedute de La Cividina<br />

sono state selezionate in quanto perfettamente<br />

in linea con l’idea creativa per gli<br />

spazi di Saudi Arabian Airlines progettati<br />

da Crea International, studio di design<br />

milanese, particolarmente presente nell’Area<br />

del Golfo. “Ci impegnamo – spiega<br />

Fulvio Bulfoni, amministratore unico dell’azienda<br />

- per esprimere quotidianamente<br />

i valori del made in Italy, ovvero massima<br />

qualità della fase di progettazione, sensibilità<br />

e gusto estetico. Grazie a questa<br />

impostazione siamo stati apprezzati da<br />

importanti catene internazionali come<br />

nella fattispecie Saudi Arabian Airlines”.<br />

Nata nel 1976, La Cividina è oggi una<br />

delle principali realtà nel settore degli<br />

imbottiti per il mercato contract sia in<br />

Italia che all’estero. Grazie all’attenzione<br />

alle tendenze del design e a una rete commerciale<br />

operante prevalentemente sul<br />

mercato internazionale che genera l’85%<br />

del fatturato, l’azienda nell’ultimo triennio<br />

ha acquisito importanti forniture nei più<br />

svariati settori del mondo contract come<br />

hotel, ditte private, studi di progettazione e<br />

aziende armatrici.<br />

20 dicembre09<br />

ZIU: NUOVI INTERVENTI<br />

SULLA VIABILITÀ<br />

E UN PARCHEGGIO<br />

stata approvata la variante n.3 al Piano terri-<br />

È toriale infraregionale Pti della Zona industriale<br />

udinese, frutto di un lavoro svolto interamente dal<br />

Consorzio. “Il documento è stato studiato – ha<br />

spiegato il presidente Ziu, Renzo Marinig – per favorire<br />

la completa utilizzazione della Ziu salvaguardando,<br />

al contempo, le risorse naturali esistenti”.<br />

La variante rivede la morfologia dei lotti produttivi,<br />

in conseguenza del rinnovato assetto proprietario<br />

e dello stato delle assegnazioni. Gli interventi<br />

punteranno a rendere più funzionali la viabilità e<br />

i percorsi ciclabili. Si prevedono anche un nuovo<br />

parcheggio attrezzato funzionale alle aziende e una<br />

riorganizzazione della zona “Servizi tecnologici”,<br />

a sud ovest lungo la ferrovia <strong>Udine</strong>-Cervignano. Dal<br />

punto di vista ambientale, la variante conferma la<br />

Si è concluso al Catas di San Giovanni al<br />

Natisone il meeting internazionale per la<br />

defi nizione della norma Iso, che unifi cherà a<br />

livello mondiale il metodo di determinazione delle<br />

dimensioni delle sedie da lavoro per uffi cio. Il<br />

gruppo di lavoro che ha preso parte al progetto<br />

è formato da tecnici provenienti da Canada, Danimarca,<br />

Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia,<br />

Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Usa. Il direttore<br />

del Catas, Andrea Giavon, e il responsabile del<br />

reparto mobili, Paolo Balutto, hanno rappresentato<br />

la voce dei tecnici italiani, dimostrando il<br />

ruolo chiave giocato dal Catas. Dopo un lavoro<br />

iniziato otto anni fa, il testo normativo sarà ora<br />

inviato al comitato tecnico internazionale “Mobi-<br />

tutela dei prati stabili ed estende quella delle alberature<br />

esistenti mentre, per quanto riguarda le zone<br />

produttive, punta a valorizzare due poli: la zona a<br />

sud, in connessione con la strada regionale 352, e<br />

quella in prossimità dell’accesso nordest della Ziu.<br />

“L’iter per l’approvazione – ha chiarito Marinig<br />

– è stato molto rapido. Gli uffi ci del Servizio pianifi<br />

cazione della Regione hanno, infatti, completato<br />

le verifi che in soli quattro mesi. L’aver elaborato<br />

la variante avvalendosi delle risorse interne del<br />

Consorzio - ha concluso - ha consentito un risparmio<br />

nei costi di progettazione e ha permesso di<br />

utilizzare la conoscenza diretta del territorio dei<br />

tecnici della Ziu”.<br />

Ergonomia delle sedie per uffi cio:<br />

è nata al CATAS la norma ISO<br />

Forte di un consistente consolidamento del suo<br />

fatturato, il Gruppo Luci di Povoletto è sempre<br />

presente alle maggiori fi ere del comparto ambientale.<br />

Il gruppo ha preso parte a Rimini alla tredicesima<br />

edizione di Ecomondo il più grande appuntamento<br />

annuale per l’industria dell’ambiente e della sostenibilità<br />

che vuole cogliere la sfi da globale di coniugare<br />

con profi tto sviluppo e sostenibilità,<br />

globalizzazione e cura<br />

del territorio. “Noi – racconta il<br />

presidente Adriano Luci – eravamo<br />

presenti con Labiotest,<br />

Lif, Lod e Gesteco e abbiamo<br />

approfi ttato di Ecomondo per<br />

far toccare con mano agli operatori<br />

del settore la competenza<br />

raggiunta dalle nostre aziende.<br />

li” che richiederà l’approvazione di tutti gli Stati<br />

facenti parte dell’Organizzazione internazionale<br />

per la standardizzazione (Iso). Il documento stabilirà<br />

i parametri dimensionali più importanti per<br />

la corretta progettazione di una sedia girevole da<br />

lavoro per uffi cio, nonché metodi e strumentazione<br />

per la loro determinazione. L’obiettivo è far sì<br />

che una sedia da lavoro risulti comoda non solo al<br />

lavoratore “medio”, ma anche a chi ha dimensioni<br />

eccezionali. I limiti entro cui le dimensioni dovranno<br />

essere comprese per poter defi nire una sedia<br />

“ergonomica” saranno poi specifi cati in modo<br />

da preservare le differenze antropometriche tra<br />

popolazioni.<br />

Il gruppo LUCI alla tredicesima edizione di<br />

Ecomondo<br />

L’area Ziu di <strong>Udine</strong><br />

La nostra specializzazione in campo ambientale è<br />

riconosciuta da oltre vent’anni in Italia, ma si sta<br />

facendo sempre più spazio in gran parte dei Paesi<br />

europei, con una forte espansione nell’area dei<br />

Balcani, e in altri del Medio ed Estremo Oriente”. In<br />

particolare, lo stand del Gruppo Luci ha presentato<br />

in anteprima i dettagli della sua presenza all’Esposizione<br />

Universale di Shanghai<br />

del 2010 per la quale ha ricevuto<br />

l’incarico dal Commissariato<br />

Generale del Governo per trattare<br />

la qualità dell’aria “indoor”<br />

del padiglione italiano. “Nel<br />

pieno rispetto dei tempi fi ssati<br />

– ha assicurato Luci – saremo<br />

pronti per consegnare il nostro<br />

impianto per l’Expo”.


dicembre09 21


Economia<br />

Aziende<br />

MODULBLOK:<br />

la crisi, questa<br />

sconosciuta<br />

“E’ la dimostrazione che, laddove gli imprenditori<br />

credono nella propria azienda,<br />

nel proprio lavoro e nei propri lavoratori<br />

la crisi economica può fare un po’ meno<br />

paura. In un momento di diffi coltà come<br />

questo, vedere realtà produttive che, percependo<br />

una prospettiva di mercato, hanno<br />

investito e che continuano ad investire<br />

puntando sulla ricerca, sull’innovazione<br />

e sul coinvolgimento del personale per<br />

elevare la qualità tecnico-produttiva aziendale<br />

è un segnale positivo di cui abbiamo<br />

bisogno”.<br />

E’ il commento del presidente di Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong>, Adriano Luci, al termine<br />

della visita aziendale che il Comitato di Presidenza<br />

dell’Associazione ha effettuato alla<br />

Modulblok spa di Amaro, impresa meccanica<br />

leader nella scaffalatura industriale<br />

e dei sistemi di magazzinaggio, un settore<br />

in costante crescita per la forte spinta alla<br />

razionalizzazione dei sistemi logistici e di<br />

magazzinaggio (robotizzazione e automazione<br />

del magazzino).<br />

Ospiti del presidente Giordano Bruno<br />

Petrei e del vice-presidente Maurizio<br />

Santon, la delegazione confi ndustriale,<br />

composta, tra gli altri, oltre che dal presidente<br />

Luci, dal vice-presidente vicario<br />

Cristina Papparotto, dal presidente del<br />

Gruppo Giovani Enrico Accettola, dal<br />

capo della Delegazione di Tolmezzo Federico<br />

Gollino e dal direttore Ezio Lugnani<br />

ha infatti avuto modo di toccare con mano<br />

una realtà produttiva di eccellenza del tessuto<br />

produttivo friulano.<br />

Con due stabilimenti, uno produttivo ad<br />

Amaro di quasi 15mila metri quadrati di<br />

coperto ed un altro amministrativo-produttivo<br />

a Pagnacco di oltre 3mila metri quadri,<br />

150 dipendenti (più 250 unità di indotto),<br />

un fatturato 2008 di oltre 34 milioni di<br />

euro, commesse prestigiose in Europa<br />

– non ultima quella ricevuta dall’Agenzia<br />

delle Entrate a Roma per 5 milioni di euro<br />

22 dicembre09<br />

– e neppure un’ora<br />

di cassa integrazione,<br />

Modulblok è<br />

quella che si dice,<br />

in onore ad una<br />

sua storica sponsorizzazionerugbistica,<br />

un’impresa lanciata<br />

con decisione<br />

verso la meta della<br />

crescita.<br />

“Siamo un’azienda con una buona struttura<br />

organizzativa – spiega il presidente<br />

Petrei - che sta riuscendo a rispondere<br />

al mercato internazionale facendo leva<br />

su una invidiabile posizione di costo, vero<br />

fattore critico di successo. Siamo cioè in<br />

grado di offrire un prodotto artigianale a<br />

prezzi industriali (oltre 5.000 le commesse<br />

processate ogni anno per oltre 25mila<br />

tonnellate di acciaio trasformato) e ciò<br />

è dovuto all’innovazione tecnologica di<br />

processo-prodotto supportata da massicci<br />

investimenti ma, soprattutto grazie all’applicazione<br />

di una fi losofi a più che di un<br />

metodo – quella della ‘lean production’<br />

introdotta dalla Toyota alla quale abbiamo<br />

prontamente aderito anche grazie alle<br />

iniziative del Gruppo Meccaniche di Confi<br />

ndustria <strong>Udine</strong> – Lean si traduce come<br />

pensiero semplice, attivo e snello; è un<br />

processo faticoso e diffi cile (ma di grande<br />

soddisfazione) che coinvolge trasversalmente<br />

tutte le risorse umane dell’Impresa;<br />

è il recupero e il rafforzamento di una<br />

forte e concreta cultura aziendale che<br />

patrimonializza la vera forza dell’impresa<br />

e valorizza potentemente la componente<br />

umana e che ci aiuta a ridurre gli sprechi<br />

al minimo, migliorando la sicurezza nel<br />

posto di lavoro e innestando un circolo<br />

virtuoso di sempre maggiore competitività”.<br />

Fondata nel settembre del 1976 da Petrei<br />

in proseguimento dell’attività paterna, Modulblok,<br />

oggi, è una realtà dinamica che<br />

propone un prodotto integrato da un avanzato<br />

servizio di progettazione e consulenza<br />

logistica.<br />

“Il nostro modo di affrontare la crisi - spiega<br />

Petrei - si potrebbe defi nire ‘continuità<br />

nel cambiamento’; null’altro che una<br />

vocazione che sentiamo nel nostro dna a<br />

dare, con sobrietà, testimonianza concreta,<br />

dentro e fuori l’azienda, riempiendo di<br />

valore parole semplici ma che - di questi<br />

tempi - sembrano svuotate di contenuto:<br />

‘serietà’ è una di queste e trascina sorelle<br />

che le somigliano: ‘qualità, affi dabilità,<br />

sicurezza’. Può apparire un paradosso ed<br />

è certamente un investimento sul mediolungo<br />

periodo, ma noi della Modulblok<br />

siamo sempre più convinti che ‘convenga’<br />

essere etici. Cosa ci ha insegnato veramente<br />

questa crisi? Sull’argomento si è<br />

detto tanto e troppo: evidentemente i<br />

modelli (in specie quelli della fi nanza ma<br />

anche quelli di un modo ‘killer’ di fare impresa:<br />

stressata e sradicata dal territorio e<br />

alla ricerca spasmodica della delocalizzazione<br />

in Paesi low cost, con un ricorso imperativo<br />

all’outsourcing) appartengono ad<br />

un paradigma che nell’avidità e nel ‘tutto<br />

subito’ ha le sue ragioni fondanti. C’è la<br />

necessità impellente di nuovi modelli e di<br />

un recupero di un ‘umanesimo d’impresa’<br />

che valorizzi il fattore umano. Conviene<br />

guardare bene dentro casa propria; non<br />

sono i tempi della crescita dimensionale<br />

ad ogni costo (ciò non signifi ca trascurare<br />

le opportunità). Sotto la cenere, tra i nostri<br />

dipendenti, covano delle potenzialità di<br />

idee e di miglioramento che sono la vera


Stertta di mano tra il presidente<br />

di Modulblok Giordano<br />

Bruno Petrei e il presidente di<br />

Confi ndustria <strong>Udine</strong> Adriano Luci<br />

possibilità di avere un futuro.<br />

Il vero valore del nostro marchio si<br />

identifi ca con l’affi dabilità percepita e<br />

riconosciuta dai nostri Clienti; è la nostra<br />

migliore assicurazione per rimanere sul<br />

mercato e non intendiamo rinunciarvi,<br />

neanche a favore del profi tto, meno che<br />

mai abbassando i nostri elevati standard<br />

sulla qualità e sicurezza della progettazione<br />

e dei materiali certifi cati da noi<br />

impiegati”.<br />

Non solo. Come sottolinea il vice-presidente<br />

Maurizio Santon “la ricetta vincente<br />

di Modulblok è stata pure quella<br />

di investire fortemente nell’area tecnico<br />

commerciale con un signifi cativo implemento<br />

dell’organigramma In un mercato<br />

mondializzato con dealers multinazionali<br />

la sfi da è alta ma non ci troverà impreparati”.<br />

Attualmente Mobulblok occupa le prime<br />

posizioni in Italia nel comparto scaffalature<br />

industriali con i prodotti cantilever<br />

e portapallet. “La strategia aziendale per<br />

i prossimi 3-5 anni – conclude il presidente<br />

Petrei - è fortemente orientata ad<br />

un consolidamento della presenza nell’area<br />

magazzini automatici-autoportanti<br />

in ragione della competenza acquisita<br />

e della capacità di gestione espressa<br />

recentemente sul mercato. Signifi cativo<br />

- ed è proprio di questi giorni - il raggiunto<br />

controllo della mbt Engineering di<br />

Treviso, un network dei leader di settore<br />

(nostro socio è, attraverso BT Cesab, la<br />

Toyota) Questa società costituisce per<br />

noi un innovativo strumento operativo<br />

integratore di diversi know how e<br />

competenze specifi che e ci consente di<br />

qualifi carci sempre più come il risolutore<br />

esperto delle complesse problematiche<br />

del magazzino”.<br />

Alfredo Longo<br />

Nasce il primo monomarca<br />

CALLIGARIS in Cina<br />

Shanghai la città che Calligaris ha scelto<br />

É per il suo primo punto vendita monomarca<br />

in Cina. Una “presenza strategica” come l’ha<br />

defi nita il Presidente del Gruppo Alessandro<br />

Calligaris “per presidiare un mercato molto<br />

importante e attento al made in Italy, che ha<br />

grandi potenzialità di crescita”.<br />

Lo stile e il design italiano, che da sempre<br />

contraddistinguono i prodotti Calligaris, sono<br />

l’anima del nuovo Calligaris Shop: 200 metri<br />

quadrati di show room con i pezzi più rappresentativi<br />

della gamma di prodotti dell’azienda,<br />

Anche questo mese “Lo Spazio delle<br />

Idee” prende la parola su Realtà Industriale<br />

per presentare un prodotto di eccellenza<br />

di un’azienda associata: la Sedia Wien di<br />

Calligaris.<br />

L’iniziativa è nata con l’obiettivo di fornire<br />

una vetrina privilegiata per prodotti<br />

innovativi e brevettati, uno spazio<br />

di esposizione temporanea che<br />

l’Associazione mette a disposizione<br />

delle aziende nell’ambito delle<br />

attività di supporto alla promozione<br />

delle stesse. Sotto la ormai<br />

famosa lampadina rossa nell’atrio<br />

di ingresso di Palazzo Torriani da<br />

marzo sono stati ospitati già sette<br />

prodotti nuovi, originali e coperti da<br />

brevetto.<br />

Questo mese la lampadina rossa<br />

ospita la nuova Sedia Wien di<br />

Calligaris. Disegnata da Lucidi<br />

& Pevere, essenziale ed elegante,<br />

Wien reinterpreta le linee classiche<br />

con materiali e tecnologie moderne.<br />

Il fusto è una pressofusione di<br />

alluminio verniciato o lucidato<br />

e sedile e schienale sono in<br />

policarbonato. Un elemento<br />

d’arredo dal design ricercato ed<br />

estremamente versatile: Wien è<br />

realizzabile in differenti versioni,<br />

in plastica trasparente o coprente<br />

lucida, in otto varianti di colore.<br />

Economia<br />

Aziende<br />

tra sedie, tavoli, divani, letti e altri complementi<br />

d’arredo.<br />

L’azienda friulana, leader nel settore arredocasa,<br />

ha sviluppato una strategia commerciale<br />

e di penetrazione internazionale che la vedono<br />

oggi presente con propri negozi in Italia, Francia,<br />

Russia, Stati Uniti, Canada e ora anche in<br />

Cina. I suoi prodotti sono distribuiti in 12.000<br />

punti vendita in 90 Paesi del mondo.<br />

Un’azienda che dal 1923 di strada ne ha fatta<br />

tanta, puntando alla qualità e all’innovazione,<br />

sempre attenta alla ricerca e all’etica del lavoro.<br />

LO SPAZIO DELLE IDEE<br />

La SEDIA WIEN nuova ospite<br />

de “Lo Spazio delle Idee”<br />

Tante soluzioni e accostamenti possibili<br />

che la rendono adatta ad ambiti e ambienti<br />

molto diversi tra loro.<br />

Un grande esempio di ricerca e qualità,<br />

frutto di un esperienza fondata su 85<br />

anni di storia e di forte passione.<br />

dicembre09 23


Economia<br />

Aziende<br />

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi,<br />

ha inaugurato mercoledì 4 novembre a Fossa,<br />

in Abruzzo, a pochi chilometri da L’Aquila, il Villaggio<br />

Friuli, costituito da 16 casette prefabbricate<br />

e realizzato, di concerto con la Protezione Civile<br />

regionale, dalle imprese Stratex di Sutrio ed Euroholz<br />

di Villa Santina (oltre che dalla Riccesi Spa<br />

di Trieste) ed illuminato dai dispositivi prodotti dalla<br />

società di fi liera Athena cui fanno capo sette aziende<br />

friulane, di cui cinque carniche (B.Eng, DVM<br />

System, Car Audio System, Elettrica e Arte<br />

Edile), una udinese (Studio Marangone) e una<br />

pordenonese di Pravisdomini (Gielle Plast).<br />

Le unità abitative godono di un impegno fi nanziario<br />

congiunto di Regione, Confi ndustria e Legacoop<br />

Fvg e implementato da cospicue donazioni, per 1,8<br />

milioni di euro.<br />

Alla inaugurazione hanno preso parte il presidente<br />

della Regione Friuli, Renzo Tondo, il sottosegretario<br />

alla Protezione civile Guido Bertolaso e Luigi<br />

Calvisi, sindaco di Fossa, del paese devastato dal<br />

terremoto del 6 aprile scorso.<br />

Nel suo intervento, Berlusconi ha ricordato come<br />

il Friuli Venezia Giulia, “toccato” dal terremoto nel<br />

1976, ha saputo portare in Abruzzo “la sua grande<br />

esperienza e le sue grandi capacità, dando in<br />

tempi ristretti una risposta in termini di alta solidarietà”,<br />

creando immobili che in qualche caso “sono<br />

ancora più belli di quelli che la popolazione sfollata<br />

di Fossa è stata costretta a lasciare”. Dunque,<br />

“grazie al Friuli Venezia Giulia ed alla generosità<br />

dei suoi cittadini, uomini forti”.<br />

“Da un lato - ha affermato a sua volta Tondo - con<br />

orgoglio restituiamo, con il nostro operato in<br />

Abruzzo, quella solidarietà che avevamo ricevuto<br />

33 anni fa, dall’altro siamo in grado di offrire alla<br />

comunità di Fossa ‘case vere e proprie’, realizzate<br />

in pochissimo tempo grazie al collettivo contributo<br />

di tutto il Friuli Venezia Giulia, del suo sistema<br />

bancario e dei privati cittadini, delle istituzioni,<br />

Regioni ed Enti locali, e del mondo dell’impresa.<br />

Confermiamo, con la realizzazione di questo nostro<br />

Villaggio, il modello di una comunità in grado<br />

di reagire alle avversità”.<br />

24 dicembre09<br />

Secondo molti il Villaggio Friuli è il più bello<br />

dell’Abruzzo terremotato, o almeno così è il parere<br />

del sindaco Calvisi.<br />

“Effettivamente – conferma l’ingegner Andrea<br />

Macorig, della Euroholz – non abbiamo voluto<br />

fare le tradizionali case prefabbricate, ma qualcosa<br />

di più, dei villini dall’aspetto gradevole. Uno sforzo<br />

che ci è stato riconosciuto da chi ha già visto le<br />

nostre realizzazioni”.<br />

= La testimonianza del presidente LUCI<br />

All’inaugurazione del Villaggio Friuli ha partecipato anche Adriano Luci, presidente di Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong>.<br />

“Siamo lieti – è il commento del presidente – di aver contribuito tangibilmente a questa<br />

donazione che dimostra l’attenzione delle imprese a 360 gradi; un importante segnale di<br />

solidarietà in quanto tutti noi ricordiamo cosa signifi chi il termine ‘solidarietà’ in occasioni<br />

così diffi cili”.<br />

“Siamo altresì convinti – aggiunge Luci – che le nostre aziende possano mettere in campo<br />

competenze, esperienze ed organizzazione di primo ordine per affrontare qualsiasi progetto<br />

di ricostruzione, ma anche quella giusta dose di umanità che consente di condividere qualsiasi<br />

iniziativa o progetto di prospettiva. Concludo, ringraziando per la competenza e per la<br />

serietà la Protezione Civile regionale che, anche in questo frangente, ha dato dimostrazione<br />

di grande effi cienza”.<br />

INAUGURATO IN ABRUZZO<br />

IL VILLAGGIO FRIULI<br />

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il presidente della<br />

Regione Renzo Tondo alla cerimonia inaugurale del “Villaggio Friuli”<br />

a Fossa in Abruzzo (foto Archivio Immagini Fvg)<br />

“Le nostre case – aggiunge Nicola Plazzotta, della<br />

Stratex - sono a tutti gli effetti defi nitive, rispettando<br />

pienamente i parametri acustici e termici<br />

imposti dalla legge. E’ stato un buon lavoro di<br />

squadra, considerando che la Riccesi si è occupata<br />

dell’urbanizzazione del villaggio. In altre parole,<br />

siamo riusciti a dare alla popolazione un ‘prodotto’<br />

chiavi in mano”.<br />

Dal canto suo, la società di fi liera Athena ha montato<br />

i lampioni esterni. “In tutto – racconta Giovannino<br />

Bearzi, presidente di Athena e di B.Eng di<br />

Amaro – sono sette dispositivi di illuminazione a<br />

led, una tecnologia a basso consumo che produce<br />

una luce più intensa, versatile e conveniente. Ho<br />

provveduto personalmente, con l’impresa elettrica,<br />

ad effettuare la messa in opera”.<br />

“C’è molta Carnia nella ricostruzione dell’Abruzzo<br />

terremotato – evidenzia il capo della Delegazione<br />

di Tolmezzo di Confi ndustria <strong>Udine</strong>, Federico Gollino<br />

-. Un bell’esempio di squadra vincente che,<br />

attraverso l’aggregazione e la collaborazione tra<br />

imprese, sa unire le forze per centrare i traguardi<br />

prefi ssati”.<br />

a.l.


dicembre09 25


Economia<br />

Aziende<br />

Lo stabilimento de Le Offi cine Riunite e il presidente Paolo Salvadori<br />

I CINQUANT’ANNI<br />

DE LE ORU<br />

Il passaporto per l’internazionalizzazione<br />

passa attraverso i cancelli de Le Offi cine<br />

Riunite – <strong>Udine</strong>, oggi parte di IMER<br />

Group. Lo sostiene Paolo Salvadori,<br />

presidente di quella Divisione Concrete di<br />

IMER Group che si identifi ca con ORU,<br />

facendo un bilancio dei cinquant’anni di attività<br />

dell’azienda nel momento in cui inizia<br />

una nuova espansione verso la Cina. «La<br />

nostra strategia di internazionalizzazione<br />

– dichiara il dottor Salvadori, ricordando il<br />

50esimo anniversario di fondazione della<br />

ORU – si fonda su di un trasferimento<br />

globale dell’idea imprenditoriale. Non si<br />

tratta quindi di una semplice espansione<br />

commerciale. La nostra fi liale cinese ha<br />

l’obiettivo di accrescere la nostra presenza<br />

e il nostro ruolo su quel mercato, rafforzando,<br />

contemporaneamente, la struttura<br />

produttiva in Italia». E in questo senso lo<br />

stabilimento di Basaldella è un elemento<br />

fondamentale di questa strategia.<br />

L’impianto friulano della IMER Group<br />

ha un ruolo fondamentale nella strategia<br />

di internazionalizzazione del gruppo, e<br />

rappresenta un cardine nel panorama<br />

industriale del Friuli Venezia Giulia. “Questa<br />

è una società prestigiosa – continua<br />

Paolo Salvadori – che è stata il punto di<br />

riferimento del settore della produzione di<br />

26 dicembre09<br />

calcestruzzo a livello nazionale e internazionale”.<br />

Le Offi cine Riunite sono state<br />

acquisite da IMER Group dieci anni fa:<br />

“Da allora abbiamo riorganizzato lo stabilimento,<br />

sfruttando le sinergie commerciali<br />

e le conoscenze tecnologiche portando<br />

a regime le potenzialità degli impianti”.<br />

Il tutto senza dimenticare l’identità dell’azienda:<br />

«Il marchio “ORU è rimasto nella<br />

denominazione dei prodotti – conferma<br />

Salvadori – perché IMER Group ha<br />

voluto tener conto della storia di questa<br />

azienda, pur mirando al completo ammodernamento<br />

dei mezzi esistenti con<br />

particolare attenzione alla qualità”. Sul<br />

mercato i prodotti realizzati a Basaldella<br />

di Campoformido sono riconosciuti come<br />

affi dabili e innovativi, e questo sia a livello<br />

nazionale che internazionale. Da ricordare<br />

che dopo ORU, IMER Group nel 2002 ha<br />

anche acquisito L&T SpA di San Giorgio di<br />

Nogaro, un’azienda produttrice di autobetoniere<br />

e pompe per calcestruzzo.<br />

Nello stabilimento della ORU vengono<br />

oggi realizzate nuove tecniche per l’ottimizzazione<br />

della produzione e vengono effettuati<br />

investimenti concreti in risorse umane<br />

e marketing, come ricorda il presidente<br />

Salvadori. “In questo momento – dichiara<br />

– stiamo implementando tecniche in<br />

grado di rendere più omogeneo il fl usso<br />

produttivo, garantendo la massima affi dabilità<br />

e sicurezza”.<br />

Ricordiamo che la sede di Basaldella si<br />

sviluppa su una superfi cie di 150 mila<br />

metri quadrati (35 mila coperti) e dà occupazione<br />

a 250 dipendenti. La Divisione<br />

Concrete di IMER Group produce oltre<br />

300 impiani l’anno (tra mobili, fi ssi e a<br />

raggio raschiante) e più di mille macchine<br />

per il trasporto e la posa in opera del calcestruzzo.<br />

Per quanto riguarda i dati di bilancio occorre<br />

riferirsi a quelli aggregati del gruppo che<br />

hanno raggiunto, nel 2008, i 149 milioni<br />

di euro di fatturato consolidato. A questo<br />

risultato ha contribuito un aumento delle<br />

esportazioni (+1,33%) che rappresentano<br />

oltre il 71% del totale fatturato. Qualche<br />

sofferenza si è registrata sul mercato interno<br />

che ha visto una fl essione del 12%.<br />

Comunque i prodotti “Made in Basaldella”<br />

restano il prodotto di punta della strategia<br />

di internazionalizzazione di IMER Group:<br />

lo conferma la decisione della società di<br />

realizzare la fi liale commerciale a Shanghai<br />

(in Cina) proprio per la commercializzazione<br />

delle soluzioni della Divisione Concrete.<br />

“La nuova fi liale di Shanghai – conferma il<br />

presidente Salvadori – commercializzerà<br />

i prodotti realizzati dalla Divisione Concrete.<br />

Prodotti che rappresentano le soluzioni<br />

tecnologiche di punta nel settore e che ci<br />

hanno permesso di presidiare fruttuosamente<br />

il mercato”. Se anche gli altri prodotti<br />

del Gruppo entreranno a far parte del<br />

pacchetto di offerta sul mercato cinese, per<br />

ora IMER Group punta proprio su ORU<br />

per aggredire una realtà in grande sviluppo.<br />

Alessandro Montello


dicembre09 27


Economia<br />

Botta & Risposta<br />

28 dicembre09<br />

RAFFAELLA CODUTTI<br />

Codutti Spa<br />

= Che cosa vuol dire essere un’imprenditrice?<br />

Vuol dire anche essere madre e avere una famiglia.<br />

Riuscire a coordinare le due attività non è<br />

sempre facile. Io sono stata fortunata perché mi<br />

ha aiutato mia madre quando avevo i bambini<br />

piccoli e perché oggi sono i miei stessi fi gli ad<br />

aiutarmi. Dal punto di vista lavorativo, quando<br />

arrivai in azienda una donna che andasse oltre il<br />

livello di segretaria era una rarità e, quindi, dovetti<br />

affrontare diverse diffi coltà e resistenze. Per<br />

fortuna il sostegno di mio padre, dei miei zii e dei<br />

miei cugini mi permise di crescere. In generale<br />

credo che per essere imprenditore si debba avere<br />

un grande amore per l'impresa.<br />

= Le aziende in Italia fanno abbastanza per<br />

agevolare il lavoro femminile?<br />

Nella nostra realtà abbiamo dato ascolto alle<br />

esigenze delle donne cercando di venire loro<br />

incontro. Purtroppo, mi è capitato di sentire di<br />

alcune aziende dove i rapporti umani sono diffi cili,<br />

mentre io credo che curare i rapporti umani sia<br />

fondamentale per gestire bene un'impresa.<br />

= Cos’è l’etica per un imprenditore?<br />

Essere sempre chiari e corretti.<br />

= Quali sono le principali diffi coltà nell’essere<br />

imprenditore oggi in Italia e Fvg?<br />

Riuscire a tenersi sempre aggiornati di fronte a<br />

cambiamenti sempre più veloci. Dover combattere<br />

con una burocrazia eccessiva e con una mancanza<br />

di modernizzazione dell'apparato pubblico<br />

che si traducono in un extracosto per le imprese.<br />

= Come state vivendo la crisi del settore<br />

mobile arredo?<br />

Nati come produttori di banconi da bar e arredi<br />

per negozi, siamo prima passati a produrre<br />

scaffalature e mobili per uffi cio e dagli anni '90 ci<br />

dedichiamo esclusivamente ai mobili per uffi cio,<br />

abbinando essenze di legni pregiati, tecnologie<br />

avanzate per la lavorazione dei metalli e lavorazione<br />

del cuoio con precisione sartoriale. E'<br />

una scelta di nicchia e specializzazione che ci sta<br />

premiando sui mercati di fascia alta.<br />

= In generale come sta andando il settore in<br />

questo periodo di crisi?<br />

Fino a maggio 2009 il mercato ha tenuto, dopo le<br />

ferie estive c'è stato un netto calo dei fatturati. So<br />

che molte aziende, come noi, stanno combattendo<br />

cercando di rafforzarsi o recuperare i mercati<br />

dove erano già presenti e di trovare nuovi mercati.<br />

Noi, ad esempio, stiamo approcciando con<br />

qualche successo il mercato indiano e quello di<br />

alcuni Paesi africani.<br />

= Quali aziende potranno superare la crisi?<br />

Quelle con un'adeguata patrimonializzazione che<br />

siano capaci di abbassare il punto di pareggio.<br />

Noi abbiamo un patrimonio costruito negli anni<br />

e stiamo ridefi nendo i budget per abbassare il<br />

nostro punto di pareggio. Per fortuna il nostro è<br />

un mercato molto frazionato senza leader capaci<br />

di imporsi a tutti gli altri. Quindi, facendo scelte<br />

positive dal punto di vista competitivo si possono<br />

recuperare quote di mercato.<br />

= Come si combatte la concorrenza dei produttori<br />

dei Paesi emergenti, come la Cina?<br />

Credo che il segreto sia quello di puntare alla<br />

qualità che loro ancora non riescono a copiare e<br />

sulla capacità di saperla vendere. Nel mobile per<br />

uffi cio la competizione con i cinesi c'è più sulla<br />

fascia bassa, operativa, non certo su quella alta,<br />

direzionale. Inoltre chi compra il mobile per uffi -<br />

cio è un esperto che sa valutare i dettagli tecnicoproduttivi<br />

e, quindi, mediamente, sa apprezzare<br />

la qualità superiore dei prodotti italiani.<br />

= Quanto conta nel vostro settore una rete<br />

di vendita adeguata?<br />

E’ un'esigenza molto sentita per avere una presenza<br />

capillare sui mercati. Servono venditori<br />

preparati dall'impresa che, pur essendo plurimandatari,<br />

si sentano parte dell'azienda e che la<br />

vivano come fosse una famiglia. Per questo noi<br />

stiamo investendo molto nella formazione e nella<br />

fi delizzazione della rete di vendita.<br />

= Avete diffi coltà a reperire il personale?<br />

Se parliamo di personale qualifi cato, sicuramente<br />

si.<br />

= Qualcuno sostiene che dipende dalla poca<br />

voglia di lavorare dei giovani d'oggi. E' d'accordo?<br />

No. Non direi che i giovani d'oggi abbiano poca<br />

voglia di fare, piuttosto che spesso hanno una<br />

idea della realtà lavorativa molto teorica e distorta.<br />

Scuole e Università dovrebbero prevedere un<br />

periodo durante il quale gli studenti abbiano la<br />

possibilità di entrare direttamente in contatto con<br />

il mondo del lavoro. Ciò li aiuterebbe a essere<br />

meno spaesati una volta terminati gli studi.<br />

= L'ultimo numero di Realtà Industriale ha<br />

dedicato un focus al tema Friulano vs Inglese.<br />

Cosa ne pensa?<br />

Che il friulano vada tutelato, ma ciò non si deve<br />

trasformare in un eccesso di localismo. E', poi,<br />

ovvio che per lavorare lo studio dell'inglese è<br />

oramai assolutamente necessario.<br />

= Cosa pensa degli imprenditori che si dedicano<br />

alla politica?<br />

Che farebbero meglio a continuare a fare gli<br />

imprenditori.<br />

= Come giudica l'approccio della politica<br />

italiana alla crisi?<br />

Mi pare che siano state fatte tante chiacchiere.<br />

Mentre un'azienda ha bisogno di fatti concreti.<br />

Come, ad esempio, la puntualità nei pagamenti<br />

da parte della pubblica amministrazione...<br />

= Cosa pensa dello scudo fi scale?<br />

Mi lascia molto perplessa.<br />

= L’evasione fi scale è un reato da punire o<br />

una forma di difesa da una tassazione eccessiva?<br />

La tassazione è eccessiva, ma le leggi vanno rispettate.<br />

L'evasione non è corretta, anche perché<br />

se tutti pagassero le tasse potremmo contare su<br />

servizi migliori.<br />

= Un personaggio del passato del quale<br />

l’Italia avrebbe bisogno oggi?<br />

Indro Montanelli<br />

= Un personaggio del presente del quale<br />

potremmo fare a meno?<br />

Tanti.<br />

c.t.p.<br />

Codutti Spa<br />

i dati<br />

Anno di fondazione: 1954<br />

Sedi operative: via Bonavilla - 33037<br />

Passons di Pasian di Prato - via Maù 2/1<br />

- 10 - 33035 Martignacco<br />

Fatturato 2008: 10.545.300 euro<br />

Dipendenti: 79<br />

Prodotto: arredi direzionali e operativi<br />

per uffi cio; sistemi di pareti modulari<br />

Export: 66%


dicembre09 29


Economia<br />

Analisi<br />

RIPRESA PALLIDA<br />

Occorre prendere consapevolezza<br />

che il mondo è cambiato e che<br />

molte convinzioni vanno riviste: la<br />

crescita non è illimitata, la fi ducia acritica<br />

nei confronti del mercato si è rivelata sbagliata,<br />

il valore non si crea con la moltiplicazione<br />

esponenziale del rischio ma sulla<br />

capacità di sviluppo dell’economia reale<br />

fondata sul lavoro e sull’impresa.<br />

Il punto di minima della caduta produttiva<br />

pare superato ma la ripresa si preannuncia<br />

fragile ed incerta, ancora dipendente dal<br />

sostegno della politica economica. Quando<br />

la crisi dell’economia reale<br />

è stata determinata, come in<br />

quest’ultimo anno ma con una<br />

dimensione sistemica ed ampiezza<br />

globale mai manifestatasi,<br />

dalla crisi fi nanziaria, i tempi<br />

di ripresa della produzione e del<br />

lavoro sono risultati più lunghi<br />

di quelli di una normale recessione.<br />

Il recupero che si è registrato<br />

nel terzo trimestre di quest’anno<br />

dalla produzione industriale<br />

ha benefi ciato del processo di<br />

ricostituzione delle scorte. L’andamento<br />

positivo della produzione<br />

industriale ha “trascinato”<br />

l’inversione di tendenza del<br />

prodotto. Dopo 15 mesi, infatti,<br />

si è interrotta la caduta del PIL,<br />

la più lunga e la più costosa dal<br />

secondo dopoguerra. Ma la crescita<br />

è risultata inferiore ai livelli<br />

che erano attesi dall’andamento<br />

della produzione industriale.<br />

Tensioni sul mercato del lavoro,<br />

razionamento/selezione del<br />

credito, tasso di cambio euro/<br />

dollaro possono esserne state le<br />

determinanti.<br />

Le prospettive di consolidamento<br />

della ripresa, ora incerta,<br />

sono legate sia alla tenuta del<br />

processo di rafforzamento della<br />

domanda estera, ma soprattutto<br />

alla possibilità di rilancio della<br />

30 dicembre09<br />

domanda interna. Ma, sotto questo profi lo,<br />

consumi ed investimenti costituiscono un<br />

aspetto critico.<br />

I consumi sono condizionati dalla capacità<br />

delle spesa delle famiglie sulla quale<br />

andranno a scaricarsi gli effetti del ridimensionamento<br />

dell’occupazione e del<br />

conseguente contenimento del reddito<br />

disponibile.<br />

Gli investimenti verrebbero limitati dalla<br />

selezione del merito di credito e dalla<br />

capacità produttiva in eccesso (l’indagine<br />

congiunturale interna di Confi ndustria Udi-<br />

Permangono interrogativi<br />

sulla robustezza del recupero ciclico<br />

ne segnala che il grado di utilizzo degli impianti<br />

è sceso in un anno dall’88 al 58%).<br />

A questo si aggiungono i rischi di tensioni<br />

valutarie con la sopravvalutazione dell’euro<br />

che viene a penalizzare la nostre esportazioni<br />

proprio quando si profi la il recupero<br />

della domanda internazionale.<br />

Quindi permangono interrogativi sulla robustezza<br />

del recupero ciclico.<br />

Dopo il rimbalzo del terzo trimestre l’attività<br />

produttiva si assesterebbe mantenendo<br />

comunque una dinamica leggermente<br />

positiva per stabilizzarsi nella prima parte<br />

del 2010 ed assumere una maggiore consistenza<br />

nella seconda metà. La gradualità<br />

del ciclo rifl etterebbe la lentezza della<br />

ripresa in particolare nell’area dei paesi<br />

avanzati.<br />

Quindi la ripresa è prevista ma sarà “pallida”.<br />

Per le imprese la “ripresa” è il futuro che<br />

ciascun imprenditore saprà<br />

costruire.<br />

Le imprese, da quelle piccole e<br />

medie a quelle grandi, hanno<br />

reagito alle spinte recessive<br />

puntando sulla riduzione dei costi<br />

nel segno dell’effi cientamento,<br />

sull’innovazione di prodotto,<br />

sull’ampliamento e sulla diversifi<br />

cazione dei mercati, sulla personalizzazione<br />

del servizio.<br />

Chi più ha “investito” in queste<br />

strategie meglio si è attrezzato<br />

per la fuoriuscita dagli effetti<br />

della recessione che non sarà<br />

neutrale.<br />

La selezione imposta dal mercato<br />

con la recessione si è acuita.<br />

L’importante e non subirla ma<br />

gestirla. Quindi serve una politica<br />

economica attenta a favorire<br />

la competitività di sistema ed<br />

una politica industriale che<br />

promuova i processi di crescita<br />

delle imprese.<br />

La legge fi nanziaria regionale,<br />

pur vincolata dal calo delle entrate<br />

e dalla rigidità della spesa,<br />

non può disattendere questa<br />

esigenza complessiva puntando<br />

sulla priorità della difesa del<br />

lavoro e della salvaguardia delle<br />

potenzialità di sviluppo del sistema<br />

delle imprese.<br />

Ezio Lugnani


MISSIONE IN<br />

BRASILE E CILE<br />

“Il Cile e soprattutto il Brasile sono destinati a recitare un ruolo<br />

di protagonisti nello scacchiere dell’economia internazionale. La<br />

nostra fortuna è che sono due Paesi già nostri amici grazie alla<br />

forte presenza di italiani o di persone di origine italiane. Solo<br />

nello Stato di San Paolo sono cinque milioni. Quindi, ci sono tante<br />

affi nità legate alle origini, alla storia, alla cultura ed in questo<br />

momento alle relazioni governative. Le opportunità sono diverse<br />

e vanno colte. il nostro Governo, con gli incisivi interventi dei<br />

vice-ministri Scotti ed Urso, e Confi ndustria si sono positivamente<br />

adoperati per aprire la strada alle nostre imprese, sottolineando<br />

però, nel contempo, l’importanza dell’abbassamento dei dazi che<br />

in questo momento sono elevati e limitano le importazioni”.<br />

E’ il bilancio consuntivo del presidente di Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong>, Adriano Luci, al rientro, assieme al vice-presidente<br />

dell’Associazione Matteo Tonon, dalla missione in Brasile e<br />

Cile promossa dal 9 al 13 novembre da Confi ndustria, Abi, Ice,<br />

assieme ai Ministeri dello sviluppo economico e degli Affari esteri.<br />

Prima tappa a San Paolo dove intenso è stato il ruolino di marcia<br />

per i 400 imprenditori in rappresentanza di 216 imprese italiane:<br />

il programma si è sostanziato infatti in seminari sulle opportunità<br />

di investimento, in un forum istituzionale con la partecipazione tra<br />

gli altri del presidente brasiliano Luis Inacio Lula, del ministro<br />

italiano per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola e del<br />

presidente nazionale di Confi ndustria Emma Marcegaglia, e in<br />

1.485 incontri BtoB tra aziende.<br />

Sia Luci che Tonon sono rimasti piacevolmente stupiti delle<br />

potenzialità della nazione carioca: la nona economia mondiale per<br />

il potere d’acquisto, una crescita tra il 4,2 e il 5% prevista per il<br />

2010, un piano di investimenti in infrastrutture da 190 miliardi di<br />

euro, cui vanno aggiunti gli ingenti investimenti da stanziare – altri<br />

70-75 miliardi – per la Coppa del Mondo di calcio del 2014 e per<br />

le Olimpiadi del 2016.<br />

“Il Brasile dimostra, con i fatti, di volere e di sapere crescere – ha<br />

dichiarato Luci -. La politica di Lula, sostanziatasi nella riduzione<br />

delle tasse per le imprese e lavoratori, unita alla modernizzazione<br />

del sistema Paese, ha permesso a questa nazione di uscire dalla<br />

crisi prima di molti altri. E’ evidente che, già da ora, il Brasile è un<br />

competitor con cui ci dovremo inevitabilmente confrontarci”.<br />

La speranza è che l’interesse espresso dal presidente brasiliano<br />

Lula per le PMI italiane non sia solo di facciata. “Specie sulle<br />

infrastrutture da realizzare per i Mondiali di calcio e le Olimpiadi<br />

– aggiunge Luci - l’Italia vorrebbe giocare la sua partita. Restano<br />

tuttavia da superare alcuni nodi, primo fra tutti, il problema dei<br />

dazi troppo alti, fi no all’80%, che non permettono ai beni di<br />

consumo made in Italy di penetrare nel mercato carioca”.<br />

Associazione<br />

In primo piano<br />

Dall’alto, i relatori del forum di San Paolo del Brasile e un<br />

momento del meeting tenutosi a Santiago del Cile<br />

Dopo San Paolo la missione si è spostata a Santiago del Cile<br />

con la partecipazione ad un seminario plenario dedicato alla<br />

presentazione delle opportunità di cooperazione con il Cile<br />

organizzato in collaborazione con le autorità di Governo cilene<br />

– presente il vice-presidente della Repubblica Edmundo Perez<br />

Yoma - e le locali agenzie di promozione degli investimenti.<br />

“Il Cile – evidenzia Luci - non si è ancora affermato come il<br />

Brasile quale uno dei protagonisti dell’economia mondiale,<br />

ma offre comunque allettanti opportunità di collaborazione<br />

industriale e di investimento alle imprese italiane, non fosse<br />

altro per la sua invidiabile posizione geografi ca. Di fatti, grazie<br />

anche ad una lungimirante strategia di apertura multilaterale<br />

sul versante degli scambi commerciali, rappresenta una porta<br />

d’accesso privilegiata per penetrare nei mercati dell’America<br />

Latina o in aree mature quali Giappone o Stati Uniti”.<br />

A.L.<br />

dicembre09 31


Associazione<br />

Palazzo Torriani News<br />

WELCOME DAY<br />

CONFINDUSTRIA<br />

LA STORIA ACCOGLIE IL FUTURO<br />

Oltre duemila imprenditori del Nord<br />

hanno partecipato giovedì 12 novembre<br />

ad Assago al 3° Welcome Day di<br />

Confi ndustria. Tra questi era presente anche<br />

una delegazione di Confi ndustria <strong>Udine</strong><br />

composta da una trentina di imprenditori,<br />

tra neoassociati ed associati di lungo corso.<br />

In questa Giornata di Benvenuto alle imprese<br />

neoassociate che - come ha annunciato<br />

il vice presidente Edoardo Garrone -<br />

hanno raggiunto quota 141.599 (+8,9% di<br />

iscrizioni rispetto al 2008) sono state inoltre<br />

premiate le venti imprese che vantavano il<br />

rapporto associativo più antico.<br />

L’incontro a porte chiuse, fortemente voluto<br />

dalla presidente Emma Marcegaglia,<br />

si è caratterizzato come un momento di<br />

confronto per condividere le strategie e i<br />

disegni futuri dell’organizzazione attraverso<br />

l’ascolto dei pareri e delle esigenze direttamente<br />

espressi dalla base associativa che<br />

ha risposto alla chiamata con una lunga<br />

32 dicembre09<br />

serie di interventi.<br />

Tra gli associati “over 50”, la nostra Associazione<br />

si è onorata di schierare gli imprenditori<br />

di due aziende iscritte fi n dall’anno<br />

della sua fondazione, nel 1945: Giacomo<br />

Chiarandini, delle Offi cine Chiarandini<br />

Srl di <strong>Udine</strong> e Enrico Rosina della Folicaldi<br />

di Cividale del Friuli, e di due aziende<br />

di poco più “giovani”: Antonio Tarussio<br />

dell’omonima azienda di Paularo e Carlo<br />

Tonutti, della Tonutti Macchine Agricole<br />

di Remanzacco.<br />

A ricordo dell’evento, la signora Solidea<br />

Tarussio ha desiderato omaggiare con<br />

una gerla ricolma di scarpets carniche,<br />

accompagnata da un fi ammante biglietto<br />

rosso, l’intrepida “donna di ferro” della Confi<br />

ndustria!<br />

Alberto Toffolutti (foto Gasperi)<br />

Sono state fi rmate le nuove convenzioni tra Confi ndustria <strong>Udine</strong> e le start<br />

up incubate al Parco scientifi co e tecnologico Luigi Danieli di <strong>Udine</strong>, in<br />

base alle quali le giovani imprese possono accedere a tutti i servizi proposti<br />

agli associati e ricevere consulenza e assistenza specifi ca sulla ricerca di personale<br />

e sull’internazionalizzazione.<br />

Confi ndustria <strong>Udine</strong> rinnova così il sostegno alle start up nate dal progetto<br />

Techno Seed, gestito da Friuli Innovazione, Università di <strong>Udine</strong> e Ires<br />

FVG. Un progetto che si è concluso alcuni mesi fa e che, in poco più di due<br />

anni, ha accompagnato 15 nuove idee imprenditoriali dalla fase di sviluppo<br />

alla creazione di vere e proprie imprese nel settore informatico, con quasi 80<br />

addetti e un fatturato di oltre 1 milione di euro (dati 2008).<br />

“I giovani imprenditori – ha commentato Alberto Toffolutti, vice presiden-<br />

Barbara Franceschelli<br />

Area Organizzazione, Marketing e Sviluppo<br />

Confi ndustria <strong>Udine</strong><br />

Welcome Day Confi ndustria: la<br />

relazione della presidente Emma<br />

Marcegaglia, poi con alcuni delegati e,<br />

sotto, con Giacomo Chiarandini<br />

Rinnovato il sostegno<br />

alle start up del Parco<br />

te di Confi ndustria <strong>Udine</strong> e di Friuli Innovazione – possono trarre molti vantaggi<br />

dal collegamento con il sistema industriale locale, dal capire meglio<br />

come funziona un’impresa avviata a farsi un’idea più precisa del mercato<br />

di riferimento e delle opportunità di sviluppo commerciale”.<br />

Siglate per la prima volta nell’ottobre 2007 le convenzioni sono state rinnovate<br />

per tutte le aziende Techno Seed, ed estese anche alle ultime nate:<br />

Dermap Srl, e-laser Srl e The Business Game Srl.<br />

Soddisfatti gli imprenditori che hanno già usufruito dei servizi: “Ho partecipato<br />

ad alcuni seminari e alle riunioni di categoria con i referenti del mio<br />

settore – racconta Mauro Majeroni, della Gestiware Srl specializzata in<br />

sistemi gestionali innovativi per le aziende – ed stato utile sia per approfondire<br />

aspetti economici, fi nanziari e tecnologici, sia soprattutto per rafforzare<br />

le relazioni con il territorio e con le altre imprese. Ci si sente parte di un<br />

sistema che sostiene e tutela”.<br />

La reciproca conoscenza e la condivisione sono un valore aggiunto anche<br />

per Andrea Bertoni della Fill in the blanks Srl, che sviluppa architetture<br />

informatiche e servizi di business continuity. “Ho conosciuto altri imprenditori,<br />

con le loro idee ed esperienze. E’ stato utile per sapere come si evolve<br />

il sistema produttivo locale e su quali aspetti puntare per far crescere la mia<br />

azienda”.<br />

g


dicembre09 33


Associazione<br />

Eventi<br />

Sotto i migliori auspici è nato giovedì 5<br />

novembre www.greenfvg.it, il primo<br />

portale dedicato alla sostenibilità ambientale<br />

e al “buon essere” in Friuli Venezia<br />

Giulia. Presentato alla stampa a palazzo<br />

Torriani, nella sede di Confi ndustria <strong>Udine</strong>,<br />

la nuova “creazione” on line dell’Agenzia<br />

Friulimmagine, si è data il compito di<br />

muoversi in una nuova direzione, quella<br />

della eco sostenibilità<br />

a<br />

servizio della<br />

comunicazione<br />

dell’impresa e<br />

delle Istituzioni<br />

del territorio.<br />

Numerose le<br />

personalità<br />

intervenute<br />

per portare<br />

il loro saluto.<br />

Hanno aperto i<br />

lavori Alberto<br />

Toffolutti,<br />

presidente del<br />

Comitato per<br />

la Piccola Industria<br />

di Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong>,<br />

e Claudio<br />

Magon, capogruppo<br />

del<br />

Terziario Avanzato di Confi ndustria <strong>Udine</strong>.<br />

Sono seguiti i saluti del professor Paolo<br />

Pascolo, rappresentante Governativo nell’EEVC<br />

e Direttore del Consorzio Interuniversitario<br />

di FORmazione e COMunicazione<br />

e Università di <strong>Udine</strong>, e gli interventi di<br />

Enrica Gallo, editore di GREEN FVG, e<br />

Adriano Del Fabro, direttore editoriale<br />

del portale.<br />

Un’iniziativa nuova per la nostra regione<br />

che, come si è potuto cogliere dalle parole<br />

del direttore Del Fabro, è nata dalla sensibilità<br />

per le tematiche ambientali. Uno<br />

strumento indipendente, punto di contatto<br />

tra la semplice intenzione e l’attuazione<br />

della buona pratica. Green FVG, desidera<br />

raccontare attraverso la qualità dei suoi<br />

contenuti, la fi losofi a quotidiana del “buon<br />

essere” e la prassi dell’economia della<br />

felicità. “La green economy è già tra noi<br />

ma deve ancora esprimersi a 360°. Green<br />

FVG, per ora, può essere visto come un<br />

seme da cui potranno originare molte altre<br />

piante a servizio dell’economia e della<br />

collettività”.<br />

34 dicembre09<br />

Da sinistra: Adriano Del Fabro, Alberto Toffolutti, Claudio Magon,<br />

Paolo Pascolo ed Enrica Gallo (foto Gasperi)<br />

CONFINDUSTRIA UDINE TIENE<br />

A BATTESIMO GREENFVG<br />

Nasce il primo portale<br />

a impatto zero per il buon essere<br />

in Friuli Venezia Giulia<br />

Un pensiero condiviso da Enrica Gallo<br />

che ha sottolineato come Green FVG sia<br />

una piattaforma sulla quale l’utente fi nale<br />

può trovare la qualità dell’informazione eco<br />

sostenibile, sia essa relativa a un prodotto<br />

o a un servizio che un’azienda o un’istituzione<br />

desidera offrire e comunicare. La costituzione<br />

di un comitato scientifi co è infatti<br />

uno degli obbiettivi prossimi per far sì che<br />

all’indipendenza della redazione si unisca il<br />

prezioso e necessario contributo scientifi co.<br />

Una scienza che ha affascinato la platea attraverso<br />

l’intervento del professor Pascolo<br />

che ha portato la sua esperienza di divulgatore<br />

scientifi co per caratterizzare il nuovo<br />

portale creato da Friulimmagine. Nell’immenso<br />

mare di internet, la dispersione<br />

dell’informazione è inevitabile. Creare un<br />

portale riconoscibile per le sue qualità<br />

contenutistiche rappresenta un’opportunità<br />

prima di tutto per il tessuto economico della<br />

nostra regione che, attraverso il suo utilizzo,<br />

può ritagliarsi una vetrina riconosciuta<br />

come qualitativamente superiore.<br />

L’interattività è una risposta alla condivisione<br />

delle informazioni e in uno scenario di<br />

crisi ancora incerto come quello attuale, ha<br />

ricordato nel suo intervento Alberto Toffolutti,<br />

la ricerca di risposte nello sviluppo<br />

dell’ambito eco sostenibile può essere un<br />

impulso per l’economia.<br />

“Un’iniziativa che dimostra il valore del<br />

settore dei servizi - ha affermato Claudio<br />

Magon, - che attraverso l’Agenzia Friulimmagine<br />

e il suo nuovo progetto evidenzia<br />

in modo più tangibile il valore spesso<br />

fl uttuante del settore che per la sua scarsa<br />

materialità diventa diffi cilmente rappresentabile”.<br />

Una sostenibilità concreta si delinea quindi<br />

all’orizzonte della comunicazione del Friuli<br />

Venezia Giulia: indipendente, di qualità, a<br />

impatto zero e al servizio dello sviluppo<br />

economico verde. Dal 5 novembre on line<br />

su www.greenfvg.it.


dicembre09 35


Associazione<br />

Edilizia<br />

I COSTRUTTORI<br />

INCONTRANO DE ANNA<br />

Chiesta la semplifi cazione degli adempimenti e una<br />

normativa uniforme su tutto il territorio regionale.<br />

Denunciato il fenomeno della corsa al massimo ribasso<br />

che non può garantire una ottimale qualità edifi catoria<br />

Il castello di Rive d’Arcano, di proprietà<br />

dell’ingegner Domenico Taverna che<br />

lo ha gentilmente concesso, è stato il<br />

luogo d’incontro del vertice dei costruttori<br />

edili dell’ANCE del Friuli Venezia Giulia<br />

con l’assessore regionale ai Lavori Pubblici<br />

Elio De Anna. Presenti i componenti del<br />

Direttivo regionale e quelli dei quattro<br />

Direttivi provinciali dell’ANCE, e con la<br />

partecipazione anche del Sindaco di Rive<br />

d’Arcano e del Presidente di Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong>, Adriano Luci, la riunione ha preso<br />

atto che la realtà del mondo delle costruzioni<br />

non è ancora uscita dall’emergenza;<br />

che l’amministrazione pubblica non ha<br />

ancora sbloccato la macchina burocratica<br />

e che i provvedimenti assunti, purtroppo,<br />

si sono rivelati insuffi cienti. Bastano due<br />

dati per fotografare la situazione: gli operai<br />

edili in Friuli Venezia Giulia sono passati da<br />

15.029 (2007) a 13.535 (2009), mentre<br />

le imprese operanti sono scese da 3.319<br />

(2007) a 2.978 (2009). L’allarme è stato<br />

lanciato dal presidente regionale ANCE,<br />

Donato Riccesi, che ha evidenziato come<br />

la pur apprezzabile attenzione dimostrata<br />

dalla politica al comparto delle costruzioni<br />

non si è tradotta in effi caci iniziative di in-<br />

36 dicembre09<br />

versione del ciclo economico. Soprattutto,<br />

secondo Riccesi, la complessità della normativa<br />

che disciplina i lavori pubblici impone<br />

alle Amministrazioni e alle imprese una<br />

permanente e controversa interpretazione,<br />

provocando incertezza e il paradosso è<br />

che le aziende hanno ormai più bisogno<br />

di avvocati che di ingegneri. “E’ ora che il<br />

Governo regionale – ha affermato Riccesi<br />

– avvii una radicale semplifi cazione degli<br />

adempimenti, puntando sull’univocità della<br />

disciplina su tutto il territorio regionale,<br />

chiudendo ogni protagonismo di singoli<br />

comuni o di singoli funzionari”. Al centro<br />

della discussione anche la recente Legge<br />

regionale del febbraio 2009 che permette<br />

alle stazioni appaltanti di poter assegnare<br />

lavori pubblici fi no a un massimo di cinquecentomila<br />

euro attraverso una procedura<br />

negoziata: un provvedimento che avrebbe<br />

dovuto superare la suicida corsa al massimo<br />

ribasso e che invece viene sistematicamente<br />

ignorato dalle Amministrazioni<br />

locali, che probabilmente rifuggono da un<br />

maggiore profi lo di responsabilità. La conseguenza<br />

è che solo il 30-35% degli appalti<br />

viene aggiudicato a imprese regionali,<br />

mentre il ribasso medio tocca ormai punte<br />

del 50-60%, ponendo un preoccupante<br />

interrogativo sul livello di qualità che si può<br />

realizzare con una spesa inferiore alla metà<br />

di quella preventivata. Donato Riccesi ha<br />

sollecitato ancora una volta l’urgenza di un<br />

processo di responsabilizzazione di tutto<br />

il percorso che porta alla realizzazione di<br />

un’opera, attraverso una disciplina capace<br />

di valorizzare il merito e la capacità di<br />

impresa, con norme per la partecipazione<br />

alle gare fondate su requisiti meno formali<br />

e più sostanziali, affi nché le persone, le attrezzature,<br />

i tecnici possano rappresentare<br />

il fattore discriminante tra le vere imprese<br />

industriali e quelle fasulle. L’assessore Elio<br />

De Anna non si è sottratto a un serrato<br />

confronto, sottolineando l’impegno assunto<br />

dall’Amministrazione regionale per affi ancare<br />

le imprese delle costruzioni in una<br />

fase estremamente complessa della realtà<br />

socio-economica, ricordando anche la legge<br />

regionale predisposta per accelerare le<br />

procedure per la progettazione degli appalti.<br />

Nel corso del summit sono intervenuti<br />

anche i presidenti provinciali dell’ANCE:<br />

Pontarolo (Pordenone) sottolineando<br />

l’importanza del protocollo di valutazione<br />

energetica quale strumento cruciale per<br />

migliorare la qualità edifi catoria; Cividin<br />

(Trieste) che ha evidenziato la necessità<br />

di un monitoraggio delle opere realizzate;<br />

Hoffman (Gorizia) che ha richiamato la<br />

necessità dell’adeguamento dei prezziari<br />

da parte della Regione; Frata (<strong>Udine</strong>) che<br />

ha evidenziato il potenziale effetto volano<br />

che le opere viabilistiche di intervento strategico<br />

affi date al Commissario straordinario<br />

potrebbero determinare a benefi cio del<br />

settore delle imprese edili industriali.<br />

Al castello di Rive d’Arcano il vertice dei dirigenti dell’ANCE FVG, alla presenza dell’assessore regionale Elio De Anna<br />

Franco Rosso


RICOSTRUZIONE KOSOVO<br />

STRATEGICA PER LE AZIENDE FVG<br />

Guardare ad Est è un’opportunità importante<br />

per l’economia del Friuli Venezia<br />

Giulia, che grazie al supporto di Informest<br />

può trovare nuovo spazio nei mercati<br />

dell’Europa orientale. Il caso specifi co del<br />

Kosovo, e delle sue infrastrutture, è stato<br />

giovedì 5 novembre al centro di una giornata<br />

di lavori tra Gorizia e <strong>Udine</strong>, a palazzo<br />

Torriani, nella sede dell’Ance, cui hanno<br />

partecipato aziende della regione, rappre-<br />

Al centro, Giuliano Vidoni (foto Gasperi)<br />

sentanti delle istituzioni e delle associazioni<br />

del settore del Kosovo. Particolarmente<br />

signifi cativa, in questa occasione, la partecipazione<br />

del mondo accademico, con il<br />

coinvolgimento delle Facoltà di Architettura<br />

e Ingegneria dell’Università di Trieste e di<br />

Pristina.<br />

Il Kosovo ha infatti in programma investimenti<br />

importanti nella costruzione o nel<br />

UDINE RASSICURA:<br />

AVVIEREMO I CANTIERI<br />

Grande impegno dell’Amministrazione comunale<br />

di <strong>Udine</strong> nell’avviare il maggior numero di<br />

cantieri edili per il rinnovamento e lo sviluppo della<br />

città e per la salvaguardia dell’imprenditoria edile<br />

e delle relative maestranze. Tali assicurazioni sono<br />

state fornite dal sindaco di <strong>Udine</strong> prof. Furio Honsell<br />

al termine dell’incontro con una delegazione di<br />

costruttori edili di Confi ndustria <strong>Udine</strong> guidata dal<br />

capogruppo Ugo Frata.<br />

All’incontro erano anche presenti il vice sindaco<br />

Vincenzo Martines, l’assessore alla Gestione<br />

Urbana Gianna Malisani, l’assessore alla Mobilità<br />

Enrico Pizza ed il dirigente ing. Luigi Fantini.<br />

Il sindaco Honsell ha ricordato che già nel corso<br />

del 2009 i cantieri attivati in città sono risultati numerosi<br />

per un impegno fi nanziario notevole e che i<br />

progetti in corso risultano in linea con il programma<br />

elettorale dell’Amministrazione<br />

e con le attese dei cittadini.<br />

L’assessore Malisani ha quindi<br />

elencato alcune opere riguardanti<br />

l’edilizia scolastica per<br />

circa 6 milioni e mezzo di euro<br />

e tra questi l’ampliamento e<br />

la ristrutturazione della scuola<br />

primaria “Ippolito Nievo” con<br />

un progetto preliminare di 3<br />

milioni e 300 mila euro, l’ampliamento<br />

e la ristrutturazione<br />

della scuola primaria Mazzini e la costruzione della<br />

nuova scuola per l’infanzia di Via Baldasseria Media,<br />

con un progetto preliminare di 1 milione e 200<br />

mila euro. Nell’elencare tali iniziative l’assessore<br />

Malisani ha anche espresso viva soddisfazione per<br />

l’approvazione dei progetti entro la fi ne del corren-<br />

Il sindaco Furio Honsell<br />

Associazione<br />

Edilizia<br />

rinnovamento dell’infrastruttura stradale<br />

(108 milioni di euro nel 2008, 230 nel<br />

prossimo biennio). Gli appalti possono<br />

dunque diventare un’opportunità da non<br />

perdere per i costruttori del Friuli Venezia<br />

Giulia. Per questo, Informest è presente<br />

sul territorio, a fi anco delle nostre imprese,<br />

con il Desk Kosovo (iniziativa co-fi nananziata<br />

dalla Legge regionale 19/00).<br />

Nel mese di dicembre (dal 15 al 18), in<br />

occasione della missione per le imprese<br />

organizzata da Informest in Kosovo, un<br />

secondo workshop, a Pristina, approfondirà<br />

ulteriormente le tematiche trattate oggi, per<br />

arrivare alla partecipazione ai bandi e per<br />

stabilire sinergie anche tra le università.<br />

“Questi bandi possono essere importanti<br />

per l’economia del Friuli Venezia Giulia -<br />

ha spiegato la vicepresidente di Informest<br />

Silvia Acerbi -. E’ importante essere presenti<br />

sul territorio, con i nostri corrispondenti,<br />

e avere una maggiore presenza<br />

istituzionale, d’accordo con la Regione. E’<br />

la nostra ‘politica estera’, che porta risultati<br />

alla nostra economia”.<br />

“In questo momento di stallo nazionale<br />

- ha spiegato Giuliano Vidoni, componente<br />

dell’Ance regionale - l’imprenditoria<br />

che ha coraggio deve prendere la valigia.<br />

Per crescere e consolidarsi bisogna<br />

guardare all’estero. Il Kosovo è una realtà<br />

interessante e accessibile. L’iniziativa di<br />

oggi serve proprio per capire i programmi,<br />

i fi nanziamenti futuri di questo paese”.<br />

te anno che consentirà l’accensione<br />

dei mutui già nel 2009 senza gravare<br />

sul bilancio del prossimo anno.<br />

L’assessore Pizza ha illustrato i programmi<br />

riguardanti le infrastutture<br />

e la viabilità, sottolineando come<br />

nel corso del 2010 verranno ulteriormente<br />

incrementate le disponibilità<br />

fi nanziarie sulle manutenzioni stradali<br />

e la costruzione o sistemazione<br />

dei marciapiedi.<br />

Il presidente dei costruttori edili<br />

friulani, Ugo Frata, ha sottolineato<br />

che “le crescenti diffi coltà del settore<br />

delle costruzioni che, dopo un lungo<br />

periodo di espansione, subisce oggi<br />

una crisi di dimensioni impreviste.<br />

Tale crisi potrebbe determinare a<br />

breve per le imprese locali una riduzione degli<br />

organici, aggravando la situazione occupazione<br />

provinciale e disperdendo parte delle proprie capacità<br />

produttive faticosamente raccolte in tanti anni<br />

di attività”.<br />

dicembre09 37


Associazione<br />

Alimentari e Bevande<br />

VIAGGIO NEL GUSTO<br />

Le aziende industriali della lavorazione<br />

del latte affrontano le sfi de della<br />

globalizzazione e rilanciano puntando<br />

su effi cienza, ricerca, cultura della qualità<br />

e delle tradizioni. Franco Panciera (D.G.<br />

delle Latterie Friulane) e Marco Pezzetta<br />

(titolare dell’omonima azienda fagagnese<br />

di specialità friulane) concordano sui<br />

numeri: il 2009 si chiuderà per il settore<br />

con una fl essione dell’ordine del 4 – 5%<br />

per i volumi e del 3% per i fatturatati. E<br />

concordano anche sul fatto che se il 2010<br />

confermasse il trend del 2009 non ci si<br />

dovrebbe lamentare, alla luce di due principali<br />

fattori condizionanti: la politica agricola<br />

comunitaria che passando dal sostegno dei<br />

prezzi alla politica di redditualità agricola<br />

ha di fatto abolito tutti gli ammortizzatori di<br />

mercato aprendo lo stesso a repentine e<br />

ampie oscillazioni speculative; l’evoluzione<br />

degli stili di vita dei consumatori che si<br />

intersecano con una crescente diffusione<br />

della grande distribuzione, rivoluzionando<br />

38 dicembre09<br />

SECONDA PUNTATA<br />

Lattiero caseario: valutazioni e<br />

prospettive. La parola alle aziende<br />

Nella foto Marco Pezzetta e Franco Panciera (foto Gasperi)<br />

le tradizionali collocazioni dei prodotti sul<br />

mercato. Due fattori che, ovviamente, si assommano<br />

ad una inequivocabile maggiore<br />

accortezza dei consumatori che si esplicita<br />

anche in una accentuata parsimonia nell’acquisto<br />

dei prodotti di base, pur restando<br />

questi sostanzialmente anelastici (anche<br />

per i redditi più contenuti) all’oscillazione<br />

dei prezzi. Prezzi, che secondo Pezzetta,<br />

per molti prodotti sono rimasti praticamente<br />

immutati dal 1993 (ad esempio il<br />

formaggio Montasio) e che per Panciera<br />

infl uiscono comunque limitatamente come<br />

stimolo all’aumento del consumo del latte.<br />

Ma i venti della globalizzazione soffi ano da<br />

est proponendo competitive forniture di<br />

latte e da ovest allargando anche nel Friuli<br />

Venezia Giulia la grande distribuzione, attraverso<br />

i cui punti vendita viene commercializzato<br />

più del 55% dei prodotti caseari.<br />

Ma gli industriali friulani del settore hanno<br />

le idee chiare: per Panciera (alla guida di<br />

un colosso che fattura 75 milioni di Euro<br />

all’anno e quotidianamente fornisce 5000<br />

punti vendita) in una regione ad incremento<br />

demografi co nullo prima di tutto bisogna<br />

equilibrare l’offerta con la domanda e poi<br />

– dando la qualità come prerequisito di<br />

base – bisogna dare costanza al prodotto<br />

e puntualità nel servizio. Per Pezzetta<br />

(da tre generazioni specializzati nella stagionatura<br />

di formaggi) diventa strategico<br />

captare il ruolo positivo della grande distribuzione,<br />

sul piano della valorizzazione<br />

dell’immagine dei prodotti, e realizzare una<br />

distribuzione che sappia modernamente<br />

proporre stagionature specifi che per un<br />

consumatore sempre più attento e raffi -<br />

nato. Pezzetta cita l’impegno della sua<br />

azienda sul fronte della ricerca enogastronomica,<br />

che oggi declina il formaggio in<br />

grotta come quello ubriacato o il cosiddetto<br />

blu al ramandolo. Due strategie aziendali<br />

che rifl ettono una virtù imprenditoriale<br />

diffusa nel settore, attento ad intercettare i<br />

nuovi gusti dei consumatori e a cogliere le<br />

opportunità dei nuovi sistemi distributivi. La<br />

grande distribuzione porta in Friuli anche<br />

prodotti che vengono da lontano, ma allo<br />

stesso tempo permette di proporre sugli<br />

scaffali di Palermo o di Genova la tipicità<br />

dei prodotti friulani. Certamente la sfi da sta<br />

nel tener alta l’immagine della produzione<br />

del settore (e Regione e Consorzi stanno<br />

facendo la loro parte) e nello stesso tempo<br />

nell’affi nare continuamente la qualità e la<br />

genuinità dei prodotti, che sul fronte della<br />

produzione casearia concretamente può<br />

vantare una genuinità che nasce da veri<br />

“chilometri zero” e una tipicità realmente<br />

insuperabile. E poi anche la crisi, in qualche<br />

modo, sta dando una mano: magari<br />

ci sono meno tavoli serviti nei grandi ristoranti,<br />

ma le famiglie controbilanciano<br />

acquistando prodotti di qualità per raffi nati<br />

incontri conviviali nell’intimità domestica.<br />

Ma se questo è l’aspetto per qualche<br />

verso positivo, il risvolto della medaglia è<br />

rappresentato dalla progressiva sparizione<br />

sul territorio dei piccoli negozi di quartiere,<br />

insuperabili medium tra produttori locali e<br />

gusti popolari, legati alla tradizione e alla<br />

genuinità. Questo è un fenomeno che,<br />

purtroppo, accomuna più settori in una<br />

evoluzione della società in forma più moderna<br />

ma sicuramente più standardizzata e<br />

anonima.<br />

f.r.


News da Internet su<br />

www.confi ndustria.ud.it<br />

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FISCALE<br />

Programma delle revisioni degli studi di<br />

settore applicabili a partire dal periodo di<br />

imposta 2010<br />

Servizi telematici: c’è tempo fi no al 31 ottobre<br />

per comunicare i gestori incaricati senza perdere<br />

l’abilitazione<br />

Appalto di opere ultrannuali e Sal: regime<br />

fi scale delle ritenute a garanzia<br />

Tremonti-ter: le istruzioni applicative dell’Agenzia<br />

delle Entrate<br />

Rimborso Irpef/Ires per mancata deduzione<br />

dell’Irap: nuova procedura<br />

Il secondo acconto Irpef, Ires, Irap in<br />

scadenza il 30 novembre 2009<br />

Dichiarazione riservata attività emerse (scudo<br />

fi scale): modifi cato il modello<br />

Deducibilità costi da Paesi black list: le istruzioni<br />

per gestire le controversie pendenti<br />

Novità sulle dichiarazioni INTRA per il<br />

2010<br />

COMMERCIO ESTERO<br />

= Fiere – Steel Fab 2010 – Sharjah 11-14 gennaio<br />

2010<br />

= Thailandia – Incontri d’affari per le pmi – Bangkok<br />

30 novembre-1° dicembre 2009<br />

= Fiere – CeBIT 2010 – Hannover 2-6 marzo 2010<br />

= Fiere – Kievbuild 2010 – Kiev 23-26 febbraio<br />

2010<br />

=<br />

Fiere – Internazionale di Hannover – 19-23<br />

aprile 2010<br />

= Russia – Showroom progetto Olimpiadi – Sochi<br />

1° dicembre 2009-31 dicembre 2010<br />

= Siria – Missione economica – Damasco 23-27<br />

novembre 2009<br />

= Kazakhstan – Business Forum – Roma 4<br />

novembre 2009<br />

=<br />

Fiere – Wetex 2010 – Dubai 9-11 marzo 2010<br />

= Normativa doganale – Indicazione origine<br />

dei prodotti italiani di cui al DL n. 135/09<br />

– Nota informativa<br />

=<br />

Normativa doganale – Rimpatrio denaro<br />

dall’estero (scudo fi scale) – Nota Agenzia delle<br />

Dogane del 16 ottobre 2009<br />

= Grecia – Country presentation – Roma 3<br />

dicembre 2009<br />

AMBIENTE<br />

= REACH - Pubblicato in GU il decreto sulla<br />

disciplina sanzionatoria<br />

= REACH – Termini per le comunicazioni ai fornitori<br />

degli usi delle sostanze chimiche da parte<br />

degli “utilizzatori a valle”<br />

INNOVAZIONE<br />

= Notizie da sportello APRE FVG di Friuli<br />

Innovazione - Newsletter n° 29, ottobre 2009<br />

ECONOMIA E FINANZA<br />

= Novità fi scali sul mercato Cinese<br />

= Uffi cio Studi - Indice dei prezzi al consumo<br />

ai fi ni delle locazioni di immobili urbani.<br />

Mese di settembre 2009<br />

= Ricerca collaborazioni per lavori in conto<br />

terzi<br />

= “Provvista mista”, art. 6 legge regionale<br />

23/2001: rifi nanziamento<br />

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=<br />

=<br />

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LAVORO E<br />

RAPPORTI SINDACALI<br />

Coeffi ciente di rivalutazione del TFR<br />

Settembre 2009<br />

TECNOLOGIE<br />

Seconda indagine sullo stato della connettività<br />

delle aziende associate<br />

INTERNAZIONALIZZAZIONE<br />

=<br />

=<br />

Opportunità in Canada per le aziende.<br />

Vancouver 2010<br />

Azienda meccanica italiana presente in<br />

Serbia ricerca partnership italiane<br />

EDILIZIA<br />

Riduzione contributiva per l’edilizia per<br />

l’anno 2009<br />

Protocollo Regionale VEA per la valutazione<br />

energetico-ambientale degli edifi ci e<br />

relativo Regolamento<br />

Avviso di acquisto alloggi per edilizia<br />

residenziale pubblica<br />

Subappalto - Chiarimenti sull’uso degli strumenti<br />

di produzione - Ministero del Lavoro<br />

- Interpello n. 77/2009<br />

Cessione del credito - Pagamenti delle p.a.<br />

- Circolare Ministeriale n. 29 dell’8 ottobre<br />

2009<br />

ORGANIZZAZIONE,<br />

MARKETING E SVILUPPO<br />

Prenota la tua esposizione ne “lo spazio<br />

delle idee”<br />

La Sedia Wien di Calligaris protagonista<br />

de “Lo spazio delle idee”<br />

RISORSE UMANE<br />

= La Vetrina di Unimpiego - I profi li della<br />

settimana 26-30 ottobre 2009<br />

=<br />

La Vetrina di Unimpiego - I profi li della<br />

settimana 2-6 novembre 2009<br />

g<br />

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=<br />

Associazione<br />

Web<br />

TRASPORTI<br />

Sicurezza stradale – Lombardia – Limitazioni<br />

alla circolazione veicoli Euro 0/1/2 dal 15<br />

ottobre 2009<br />

Trasporti internazionali – Austria – Modifi<br />

che dal 1° novembre 2009 delle regole di<br />

transito autocarri in Tirolo<br />

Autotrasporto merci in conto terzi – Indici<br />

di costo carburante ai fi ni dei contratti stipulati<br />

in forma verbale – Aggiornamento settembre<br />

2009<br />

Sicurezza stradale – Slovenia – Dal 15<br />

novembre obbligo equipaggiamento invernale<br />

per tutti i veicoli<br />

Trasporti internazionali – Austria – Ulteriore<br />

modifi ca dal 1° novembre 2009 delle regole di<br />

transito autocarri in Tirolo<br />

Sicurezza stradale. Lombardia. Limitazioni<br />

circolazione veicoli Euro 0/1/2 – Parziale<br />

deroga per diesel Euro 2<br />

Autotrasporto merci – Carta di qualifi cazione<br />

del conducente – Fino al 31 dicembre<br />

2009 vale la ricevuta di avvenuta richiesta<br />

Trasporti eccezionali – Ulteriore rinvio<br />

dell’entrata in vigore dei nuovi importi oneri<br />

istruttoria Anas<br />

NORMATIVA TECNICA<br />

Alimentari - Alimenti destinati ad un’alimentazione<br />

particolare - Aggiornato l’elenco<br />

delle sostanze che possono essere aggiunte<br />

per scopi nutrizionali specifi ci (Regolamento<br />

CE n. 953/09)<br />

Alimentari - Materiali ed oggetti di materia<br />

plastica destinati a venire in contatto con i<br />

prodotti alimentari - Modifi cata la Direttiva CE<br />

n. 2002/72 (Regolamento CE n. 975/09)<br />

Alimentari - Succhi di frutta: nuove disposizioni<br />

per i prodotti concentrati (Direttiva CE n.<br />

106/09)<br />

Alimentari - Etichettatura alimenti: modifi -<br />

cato l’elenco degli allergeni alimentari (art. 6<br />

Decreto-Legge n. 135/09)<br />

QUALITA’<br />

Uninotizie n° 18 del 15/10/2009<br />

Uninotizie n° 19 del 31/10/2009<br />

Istruzioni per l’uso...<br />

Per consultare le notizie riportate in questa<br />

pagina<br />

= Collegarsi al sito Internet dell’Associazione<br />

www.confi ndustria.ud.it<br />

= Selezionare alla voce “Ricerca“ nell’archivio<br />

della sezione “News”<br />

= Inserire la password riservata alle imprese<br />

associate<br />

= Inserire le informazioni richieste (in par-<br />

= ticolare titolo e servizio di emissione) per<br />

attivare il motore di ricerca<br />

= Cliccare “cerca”<br />

g<br />

dicembre09 39


Associazione<br />

Formazione<br />

Corsi di Formazione<br />

programma di dicembre<br />

Acquisti<br />

10 e 11 dicembre<br />

Il marketing ed il budget d’acquisto:<br />

un diverso modo di approccio al mercato<br />

e l’operare per obiettivi al fi ne di ridurre e<br />

controllare i costi<br />

Economica<br />

9 dicembre<br />

Controllo dei costi per attività ABC (Activity<br />

Based Costring)<br />

10 dicembre<br />

L’organizzazione del magazzino dal punto<br />

di vista contabile<br />

Fiscale<br />

3 dicembre<br />

La gestione del personale inviato all’estero<br />

– Aspetti civilistici, fi scali, contributivi<br />

ed amministrativi<br />

Informatica<br />

3 e 4 dicembre<br />

Microsoft Excel 2007 Avanzato<br />

40 dicembre09<br />

Management<br />

3 e 4 dicembre<br />

Competere con l’approccio “Drastica Riduzione<br />

dei Costi”<br />

Qualità<br />

2 dicembre<br />

Misure ed indicatori secondo le ISO<br />

9000:2005<br />

14, 15 e 16 dicembre<br />

Valutatori interni di sistema di gestione<br />

integrato per la qualità, l’ambiente e la sicurezza<br />

Risorse Umane<br />

14, 15 e 16 dicembre<br />

Team Building (base e avanzato)<br />

Vendite<br />

1 dicembre<br />

Migliorare le vendite con il supporto della<br />

psicologia<br />

Momento d’aula del corso<br />

“Parlare in pubblico in riunioni, convegni e meeting” (foto Gasperi)<br />

Da non perdere<br />

TEAM<br />

BUILDING<br />

g<br />

In una situazione di crisi come<br />

quella attuale, riuscire a creare<br />

buoni gruppi di lavoro non è impresa<br />

facile; ancora più complesso risulta<br />

mantenere in vita team che lavorano<br />

insieme da anni e che mai come ora<br />

rischiano di sfaldarsi a seguito delle<br />

diffi coltà organizzative. Diventa quindi<br />

necessario utilizzare strumenti mirati<br />

a far mantenere ai gruppi vitalità e capacità<br />

di affrontare la complessità dei<br />

tempi. Come? Attraverso la consapevolezza<br />

del proprio potenziale e dei<br />

valori centrali che lo caratterizzano.<br />

Il percorso formativo consentirà di<br />

vivere situazioni sperimentali di gestione<br />

dei gruppi di lavoro a partire<br />

dall’applicazione dei modelli di team<br />

building più avanzati vissuti in aziende<br />

di livello internazionale. Alla fi ne<br />

del percorso verrà realizzato un piano<br />

di sviluppo personalizzato e specifi<br />

cato in un report per ciascuno dei<br />

partecipanti.<br />

Il corso è rivolto alle fi gure aziendali<br />

che rivestono ruoli di leadership e<br />

sono interessate a migliorare la propria<br />

capacità di costruzione e gestione<br />

dei gruppi di lavoro.<br />

Istruzioni per l’uso...<br />

I programmi didattici dei<br />

corsi, i profi li dei relatori<br />

e dei formatori, le date di<br />

svolgimento e le modalità<br />

operative di partecipazione<br />

sono disponibili sul sito<br />

www.confi ndustria.ud.it,<br />

nella sezione “Formazione”<br />

“Corsi a calendario”.


Dall’inviato a Bruxelles<br />

Gli Open days 2009, “Settimana europea delle<br />

Regioni e delle città”, la più grande piattaforma<br />

di comunicazione sulla politica regionale dell’Unione<br />

Europea si sono tenuti a Bruxelles in<br />

ottobre per discutere soprattutto di innovazione,<br />

cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e<br />

cooperazione territoriale.<br />

Oltre 7.000 partecipanti hanno avuto la possibilità<br />

di partecipare a circa 122 convegni organizzati<br />

dagli Uffi ci Regionali che si trovano nella capitale<br />

belga in collaborazione con il Comitato delle Regioni<br />

e con la Commissione europea.<br />

La Regione Friuli Venezia Giulia, tramite<br />

l’Uffi cio di Collegamento di Bruxelles, ha<br />

partecipato all’iniziativa come partner del<br />

conglomerato “Creative action for innovation”.<br />

Al seminario intitolato “Unite<br />

and innovate! European clusters for<br />

recovery”, era presente come relatore il<br />

vice-Presidente per l’Europa di Confi ndustria,<br />

Andrea Moltrasio.<br />

L’intervento di Moltrasio si è incentrato<br />

sia sul ruolo che i distretti industriali<br />

possono avere nell’economia italiana,<br />

europea e mondiale ma soprattutto sulle<br />

potenzialità e le criticità che i “cluster”<br />

stanno affrontando. A margine del convegno<br />

gli abbiamo rivolto alcune domande.<br />

Vice-presidente Moltrasio, quali sono le<br />

potenzialità e le caratteristiche dei distretti<br />

industriali in Europa?<br />

Sono mediamente di dimensioni più piccole<br />

rispetto a quelli statunitensi e cinesi. Inoltre nel<br />

Continente europeo dobbiamo fare uno sforzo<br />

affi nché i distretti industriali che producono gli<br />

stessi output, ma che sono distanti geografi camente,<br />

si mettano in rete e sviluppino sinergie<br />

per essere più competitivi nei confronti dei concorrenti<br />

americani e cinesi. Tuttavia nei cluster<br />

le piccole e medie imprese hanno più forza per<br />

farsi sentire perché fanno più massa critica.<br />

A livello europeo bisogna aumentare la diffusione<br />

di buone pratiche per la gestione dei distretti<br />

e, inoltre, intensifi care la collaborazione tra università,<br />

centri di ricerca e imprese che operano<br />

nei distretti dove si fabbricano prodotti maturi<br />

dal punto di vista tecnologico.<br />

Quali possono essere le azioni di sostegno<br />

da parte dell’Unione Europea e dei vari Stati<br />

nazionali a favore dei distretti?<br />

La creazione di infrastrutture materiali ed im-<br />

materiali che rendono più conveniente produrre<br />

in Europa. Un’ottima idea, promossa dall’UE, è<br />

stata quella di mappare i distretti industriali nel<br />

Continente in modo da realizzare il profi lo di<br />

ognuno. In generale, però, bisogna evitare dirigismi<br />

da parte della politica e soprattutto rendersi<br />

conto che un distretto funziona quando produce<br />

ricchezza, posti di lavoro qualifi cati, profi tti e<br />

nuove imprese; in questo senso occorre creare<br />

nuovi parametri ed indicatori per misurare la<br />

bontà economica di ciascun distretto.<br />

In Italia si riscontra una tendenza negativa<br />

in termini di occupazione e di unità produttive,<br />

certamente acuita dall’attuale crisi, dei<br />

distretti industriali dove si producono beni a<br />

basso contenuto tecnologico. Quali sono le<br />

azioni concrete per contrastare questo preoccupante<br />

andamento?<br />

Le aziende manifatturiere devono avere valenti<br />

imprenditori capaci di riposizionare la propria<br />

organizzazione nella catena del valore puntando<br />

verso nuovi prodotti, capitale umano qualifi cato<br />

e materie prime diverse. In aggiunta, le imprese<br />

manifatturiere dei distretti industriali devono<br />

spingersi il più possibile verso manufatti a più<br />

alto contenuto tecnologico e scientifi co.<br />

Esistono dei distretti industriali in Italia<br />

che operano in settori maturi e che stanno<br />

adottando politiche nuove per far fronte alla<br />

chiusura delle aziende o alla cassa integrazione?<br />

In Val Seriana, in provincia di Bergamo, esiste<br />

un distretto tessile che sta subendo sia una forte<br />

concorrenza globale che le conseguenze della<br />

crisi. Oltre all’impiego degli ammortizzatori so-<br />

Associazione<br />

Confi ndustria<br />

ANDREA MOLTRASIO:<br />

“COME RE-INVENTARE LA PROPRIA IMPRESA”<br />

Nostra intervista al vice-presidente per l’Europa di Confi ndustria, che propone<br />

alcune ricette per affrontare la crisi nei distretti industriali<br />

Sopra: Andrea Moltrasio; a<br />

sinistra, il Parlamento Europeo<br />

a Bruxelles<br />

ciali si stanno sperimentando corsi di formazione<br />

che spingano gli imprenditori di questo distretto<br />

a cambiare la propria area d’affari indirizzandosi<br />

verso quei settori che in questo momento<br />

hanno un buon andamento economico: scienza<br />

della vita, nuovi materiali da costruzione, fonti<br />

energetiche, turismo. Sempre in Val Seriana si<br />

sta cercando di utilizzare i fondi comunitari per<br />

mettere in contatto gli imprenditori con i cluster<br />

europei più avanzati nei settori di cui detto sopra<br />

in modo che trovino i collegamenti per sviluppare<br />

un mercato di sbocco e le collaborazioni per<br />

affrontare le sfi de del nuovo business. Insomma,<br />

vogliamo che gli imprenditori non chiudano defi<br />

nitivamente le imprese ma riescano a re-inventarle,<br />

si tratta di un modello adottato e perseguito<br />

da molte aziende in Finlandia che sta dando<br />

buoni frutti. Altrimenti, agli imprenditori della Val<br />

Seriana che intendono mantenere il proprio business<br />

nel settore tessile abbiamo consigliato di<br />

fare progetti europei per costituire laboratori di<br />

ricerca e sviluppo comuni in modo da innovare i<br />

prodotti e/o i processi di produzione.<br />

Massimo De Liva<br />

dicembre09 41


Associazione<br />

Gruppo Giovani Imprenditori Confi ndustria <strong>Udine</strong><br />

L’ambasciatrice MUCAVI<br />

ospite del GRUPPO<br />

GIOVANI IMPRENDITORI<br />

L’Ambasciatrice della Repubblica<br />

del Mozambico in visita in Friuli per<br />

conoscere il sistema produttivo friulano e<br />

per sviluppare interscambi commerciali<br />

Dopo che in mattinata aveva visitato gli stabilimenti<br />

della Linea Fabbrica srl di Manzano (produzione e<br />

commercializzazione di sedie) e della Tonutti Macchine<br />

Agricole spa di Remanzacco (produzione macchine agricole)<br />

e in attesa di vedere anche quelli della Besser Vacuum srl<br />

di Dignano (produzione e distribuzione macchine sottovuoto),<br />

l’Ambasciatrice è stata ricevuta giovedì 5 novembre a palazzo<br />

Torriani dai vice-presidenti di Confi ndustria <strong>Udine</strong>, Enrico<br />

Accettola, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, e Marco<br />

Bruseschi, delegato all’Internazionalizzazione.<br />

Bruseschi ha evidenziato come “il rafforzamento dell’internazionalizzazione<br />

delle imprese rientri tra le priorità strategiche di<br />

Confi ndustria. Peraltro il Mozambico sarà anche una delle mete<br />

prescelte nel 2010 dal sistema delle Camere di Commercio italiane<br />

per intensifi care l’interscambio economico con l’Africa”.<br />

Dal canto suo, Enrico Accettola si è detto orgoglioso di ospitare,<br />

grazie al fattivo contributo dell’imprenditrice Flavia Ballico, della<br />

Pert srl di Tavagnacco, un’Ambasciatrice di un Paese emergente<br />

del terzo mondo. Sono convinto che ci siano tutte le condizioni<br />

per far decollare i rapporti di import/export”.<br />

L’Ambasciatrice Mucavi ha confermato: “Il Mozambico è un Paese<br />

in forte crescita, che gode di stabilità politica e che ha una<br />

collocazione geografi ca invidiabile nel cono sud del continente<br />

africano. Considero questa visita una grande opportunità per<br />

noi anche perchè l’Italia è da sempre considerata una nazione<br />

apprezzata e un partner privilegiato. Sono però dell’avviso che lo<br />

sviluppo di un Paese come il nostro non passi solo attraverso gli<br />

aiuti pubblici, ma anche dando spinta all’imprenditoria privata”.<br />

Dati IMPORT-EXPORT<br />

tra Mozambico e Friuli Venezia Giulia<br />

Le importazioni si sostanziano sopratutto sul settore delle materie prime (pietra, sabbia<br />

ed argille); la recente crisi ha tuttavia portato ad una notevolissima diminuzione di queste<br />

importazioni, quantifi cabile in circa – 84% per l’interscambio FVG-Mozambico (dato<br />

che in questo caso coincide con quello della Provincia di <strong>Udine</strong>), passando da un valore<br />

quasi 360mila euro nel 2007 a soli 55mila euro nel 2009. Il secondo settore rilevante di<br />

scambio (FVG-Mozambico), quello dei metalli di base, ha visto anch’esso una contrazione<br />

del suo valore, passando da 72 milioni di euro nel 2007 ai 13 milioni nel 2009.<br />

Assai scarna appare anche la situazione delle esportazioni dalla regione e dalla provincia<br />

verso il paese africano, che si sostanziano esclusivamente in prodotti siderurgici, per un<br />

valore di oltre 2500 euro e nei prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio,<br />

per un valore pari a 1400 euro.<br />

42 dicembre09<br />

Marco Bruseschi, Enrico Accettola e l’ambasciatore Carla<br />

Elisa Luis Mucavi; sotto, un momento del meeting<br />

(foto Gasperi)<br />

Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche Fabio Santoni,<br />

della Proras srl, che ha fatto una breve presentazione del Consorzio<br />

Africa, e Luigi D’Agata direttore di Assafrica, che ha<br />

illustrato obiettivi e funzionamento della propria associazione.<br />

Ex colonia portoghese, indipendente dal 25 giugno 1975, dopo<br />

16 anni di guerra civile (1977-92), il Mozambico ha aperto un<br />

periodo di relativa stabilità e sviluppo economico. Il Mozambico,<br />

oltre 21 milioni di abitanti di cui il 10% residente nella capitale<br />

Maputo, ha presentato infatti nel 2008 un tasso di crescita del PIL<br />

del 6,8% a fronte di un tasso d’infl azione del +10,3%. Il suo Pil<br />

costituito per il 28% da attività di agricoltura e pesca, per il 30%<br />

dalle industrie e per il 42% dai servizi (turismo, in particolare).<br />

Principali clienti sono i Paesi Bassi, Africa del Nord, Zimbabwe,<br />

Svizzera, Portogallo. Occorre tuttavia notare che l’economia del<br />

Mozambico resta inscindibilmente legata alla cooperazione economica<br />

internazionale, che copre oltre il 50% dell’economia<br />

nazionale.<br />

Il Mozambico, dunque, piuttosto che da un punto di vista commerciale,<br />

dati i bassi livelli di reddito (e, quindi, di consumo) e di<br />

sviluppo, va più opportunamente inquadrato in un’ottica di proiezione<br />

imprenditoriale di medio-lungo periodo, rappresentando un<br />

potenziale destinatario di investimenti produttivi forieri di elevati<br />

ritorni, grazie alla stabilità politica e al processo di stabilizzazione<br />

macroeconomica e di riforma strutturale di mercato, intrapreso dal<br />

paese negli ultimi anni.<br />

A tale riguardo, esistono opportunità da esplorare nel campo della<br />

produzione agroalimentare, nella produzione di beni di consumo<br />

e nell’industria leggera, nell’industria tessile e dell’abbigliamento<br />

(il paese benefi cia del trattamento preferenziale di accesso al<br />

mercato USA associato al programma AGOA), nella produzione di<br />

legname e pietre ornamentali, nel campo delle energie alternative<br />

e nel turismo.<br />

Enrico Accettola


CONVEGNO NAZIONALE GRUPPI GIOVANI IMPRENDITORI<br />

IL MARE NOSTRUM<br />

PER UN FUTURO DI CRESCITA<br />

A Capri, per rifl ettere sul<br />

Mediterraneo e sul futuro<br />

Per il nostro Paese di santi, poeti e navigatori,<br />

un’opportunità storica: quella di dare la rotta nel<br />

Mediterraneo, un bacino con molte potenzialità di<br />

sviluppo. È questo lo spunto da cui è nata l’idea del<br />

Convegno di Capri: “Mediterraneo. Dall’Europa<br />

al Golfo, la rotta verso nuovi orizzonti”,<br />

un’edizione che ha voluto invitare alla rifl essione<br />

circa il ruolo da protagonista e da mediatrice che<br />

l’Italia potrebbe e dovrebbe assumere nei confronti<br />

dei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, al<br />

fi ne di cogliere opportunità di miglioramento nel<br />

quadro economico internazionale.<br />

Nella prospettiva di creare nel Mare Nostrum<br />

un’area di libero scambio, con pronostici favorevoli<br />

di crescita comune, è necessario agire per superare<br />

le criticità che si presentano in questo momento,<br />

come la necessità di regolare strategicamente i<br />

fl ussi migratori, di abbattere i pregiudizi, di rivedere<br />

dazi e agevolazioni fi scali, di spingere l’acceleratore<br />

sui commerci.<br />

Ma perché ci sia crescita - come ha ben affermato<br />

Federica Guidi – “occorre che le persone si sentano<br />

forti abbastanza per assumersi dei rischi, e<br />

libere di poterlo fare”. Il nostro Paese è pronto? E<br />

l’Europa? E i Paesi del bacino? A questa e ad altre<br />

cruciali domande hanno cercato di rispondere<br />

nelle due giornate di Convegno a Capri fi gure di<br />

spicco della politica e dell’economia nazionale e<br />

internazionale: da Giulio Tremonti, Ministro del-<br />

l’Economia e delle Finanze, a Ahmed Reda Chami,<br />

Ministro dell’Industria, del Commercio e delle<br />

Nuove Tecnologie del Marocco, da Gianfranco<br />

Fini, Presidente della Camera dei Deputati a Samia<br />

Nkrumah, Deputato del Parlamento Ghanese.<br />

Tutti – parrebbe – si dicono determinati a uscire<br />

dall’attuale empasse. Tutti – naturalmente – sono<br />

chiamati all’appello da Confi ndustria, sempre in<br />

prima linea per promuovere e tutelare gli interessi<br />

del Bel Paese, con una richiesta precisa e concreta:<br />

un tavolo governativo attorno a cui riunirsi per<br />

trovare soluzioni. Il dado è tratto. Appoggiando la<br />

nostra Presidente Emma Marcegaglia, attendiamo<br />

fi duciosi risposte in tempi brevi: queste risposte si<br />

chiamano riforme.<br />

Mediterraneo per<br />

conoscere... i fondi sovrani<br />

I workshop di Capri, divenuti parte integrante del<br />

Convegno dalla scorsa edizione, sono stati ideati e<br />

sviluppati partendo dai contenuti della due giorni<br />

dei Giovani di Confi ndustria: “Mediterraneo.<br />

Dall’Europa al Golfo, la rotta verso nuovi<br />

orizzonti”.<br />

I seminari formativi, che in linea con il programma<br />

del Convegno vertevano sulle dinamiche dei Paesi<br />

che si affacciano sul Mare Nostrum, hanno trattato<br />

di internazionalizzazione, di reti commerciali e di<br />

fondi sovrani, partendo da tre parole chiave: Crescere,<br />

Unire e Conoscere.<br />

L’alto profi lo dei relatori e la modalità interattiva<br />

Associazione<br />

Gruppo Giovani Imprenditori Confi ndustria <strong>Udine</strong><br />

di svolgimento hanno fatto riscontrare un risultato<br />

straordinario in termini di coinvolgimento.<br />

Personalmente, ho partecipato al workshop: “Mediterraneo<br />

per Conoscere. Il ruolo dei fondi<br />

sovrani nello sviluppo dei Paesi del Golfo”<br />

tenuto da Alberto Quadrio Curzio, docente di<br />

Economia politica e Preside della Facoltà di Scienze<br />

politiche dell’Università Cattolica di Milano, nonché<br />

ex Presidente della Società Italiana degli Economisti.<br />

Il seminario è stato molto istruttivo, in quanto non<br />

solo ha fornito importanti nozioni sulla storia e sugli<br />

impieghi di questi fondi di investimento, ma è stato<br />

anche di grande stimolo per comprendere quali<br />

sfi de e quali opportunità potrebbero nascere per le<br />

aziende italiane dalla crescita e dallo sviluppo dei<br />

fondi sovrani appartenenti ai Paesi che si affacciano<br />

sul bacino del Mediterraneo.<br />

Toccando anche il delicato tema delle conseguenze<br />

geopolitiche ed economiche, Alberto Quadro<br />

Curzio ha esposto in maniera chiara ed esaustiva<br />

le strategie e le interrelazioni nei mercati fi nanziari,<br />

nonché l’approccio della Commissione Europea e i<br />

principi guida del Fondo monetario e dell’Ocse.<br />

A workshop concluso, posso affermare che questi<br />

momenti partecipativi, pensati per declinare in<br />

chiave operativa i temi dibattuti nel Convegno,<br />

sono davvero l’anello di congiunzione tra contenuti<br />

e pratiche, idee e applicazioni vincenti.<br />

Per un arricchimento personale, culturale e professionale<br />

sono appuntamenti di qualità, davvero<br />

immancabili.<br />

Fare Gruppo<br />

Oltre all’aspetto formativo-culturale e di presa di<br />

coscienza della situazione geopolitica ed economica<br />

a livello internazionale, il Convegno di Capri è stato<br />

un momento signifi cativo in termini di affi atamento<br />

e di coinvolgimento personale: il Gruppo dei Giovani<br />

Imprenditori Confi ndustria <strong>Udine</strong> ha aderito all’iniziativa<br />

con 16 membri che si sono trovati a condividere<br />

spazi, tempi e modi in una full immersion<br />

di contenuti. Due giornate di spessore che hanno<br />

tuttavia lasciato il giusto spazio all’aggregazione e<br />

al confronto con le altre realtà presenti: in questa<br />

specifi ca occasione, coordinati dalla territoriale di<br />

Napoli, abbiamo trascorso ore speciali: motivati<br />

dagli interventi del convegno, abbiamo potuto conversare<br />

delle diffi coltà e delle gioie di fare e di saper<br />

fare impresa. Ci siamo scambiati opinioni, consigli<br />

e strategie. Abbiamo assaporato i cibi di una tradizione<br />

comune scoprendone un diverso sapore.<br />

All’insegna dell’esplorazione e dell’arricchimento<br />

reciproco, gli appuntamenti annuali di Confi ndustria<br />

(Capri, Santa Margherita, Cortina) sono esperienze<br />

di vita, di cui non possiamo che andare fi eri. Sono<br />

capisaldi della crescita, che avviene sempre attraverso<br />

uno scambio, per riprendere ancora una volta<br />

le parole della nostra Giovane Presidente Federica<br />

Guidi. E dunque continuiamo a partecipare a queste<br />

occasioni con grande entusiasmo: si allargano<br />

le vedute, lo spirito si fa più leggero, si riparte con<br />

entusiasmo. Ma sempre in attesa del prossimo<br />

momento da trascorrere insieme.<br />

e.a.<br />

dicembre09 43


Associazione<br />

Gruppo Giovani Imprenditori Confi ndustria <strong>Udine</strong><br />

AGENDA<br />

gli appuntamenti dei<br />

Giovani Imprenditori<br />

= Consiglio Centrale<br />

G.I.<br />

Data: 19 novembre 2009<br />

Luogo: Roma<br />

= Assemblea annuale<br />

GGI<br />

Data: 24 novembre 2009<br />

Ore: 18.00<br />

Luogo: Palazzo Torriani<br />

= Conviviale invernale<br />

Data: 27 novembre 2009<br />

Ore: 20.30<br />

Luogo: Ikon srl (Povoletto)<br />

= Seminario:<br />

La penetrazione<br />

commerciale e gli<br />

investimenti produttivi<br />

all’estero<br />

Data: 28 gennaio 2009 (da confermare)<br />

Ore: 17.30<br />

Luogo: Palazzo Torriani<br />

= Tavola rotonda : criticità<br />

e prospettive delle<br />

imprese manifatturiere<br />

in Friuli<br />

Data: gennaio/febbraio 2009<br />

Luogo: Palazzo Torriani<br />

Info: www.ggiudine.it<br />

44 dicembre09<br />

DIVENTARE GIOVANI<br />

IMPRENDITORI<br />

Una tavola rotonda fra i rappresentanti dei gruppi giovani<br />

delle diverse associazioni imprenditoriali<br />

Ha suscitato grande interesse la tavola rotonda<br />

coordinata e moderata dall’imprenditrice<br />

Michela Mugherli “Professione giovane imprenditore:<br />

opportunità, esperienze, idee” che<br />

è stata organizzata dal Associazione dei laureati in<br />

economia dell’università di <strong>Udine</strong> e alla quale hanno<br />

partecipato rappresentanti dei gruppi giovanili delle<br />

principali organizzazioni datoriali della provincia di<br />

<strong>Udine</strong>. Nell’aula magna della facoltà di economia,<br />

davanti a un pubblico di studenti molto partecipe<br />

sono intervenuti Denis Andrian di Confcommercio,<br />

Ivan Baiutti di Confartigianato, Michele Bressan<br />

dell’Api, Lorenzo Cargnelutti di Legacoop, Matteo<br />

Di Giusto di Confi ndustria, Denys Novello di<br />

Coldiretti e Gabriele Rosso di Cna.<br />

Dapprima i diversi partecipanti hanno illustrato le<br />

attività, i limiti d’età, le modalità organizzative e i<br />

numeri delle rispettive associazioni. Successivamente,<br />

stimolati dalle azzeccate domande della Mugherli,<br />

hanno affrontato molti diversi temi legati all’essere,<br />

oggi, giovani imprenditori: dal perché si decide di<br />

diventare giovani imprenditori a quali sono le principali<br />

diffi coltà da affrontare nel contesto italiano e<br />

friulano, dalla creazione di reti e collaborazioni fra i<br />

diversi imprenditori e le diverse associazioni al ruolo<br />

della famiglia, dall’imprenditoria femminile alla difesa<br />

del made in Italy.<br />

Nel complesso, nonostante le diffi coltà dell’attuale<br />

momento economico del contesto italiano, sottolineate<br />

da tutti i relatori, dal dibattito è emerso un quadro<br />

incoraggiante per i giovani che terminati gli studi<br />

vogliano diventare imprenditori. I rappresentanti dei<br />

diversi gruppi giovani hanno, infatti, spiegato come<br />

sia possibile avviare e far crescere un’azienda.<br />

Servono, hanno chiarito, passione e determinazione,<br />

capacità di mettersi sempre in discussione e di saper<br />

imparare dai propri errori, lealtà, voglia di migliorarsi<br />

continuamente, forte senso di responsabilità, propensione<br />

all’innovazione, il tutto unito a competenze<br />

adeguate e a una grande curiosità per girare il mondo<br />

e imparare da quello che fanno gli altri. I relatori<br />

non hanno, però, mancato di sottolineare come in<br />

l’Italia esistano una serie di problemi che rendono<br />

diffi cile l’emergere di nuovi imprenditori. Fra questi:<br />

il fatto che in tutti i settori ci sia una classe dirigente<br />

con un’età media più avanzata che in gran parte del<br />

resto del mondo e tendenzialmente poco aperta<br />

al nuovo; la diffi coltà a reperire i capitali nella fase<br />

iniziale dell’attività se non si può contare sul sostegno<br />

della famiglia; una classe politica autoreferenziale e<br />

distante dal mondo del lavoro; un mondo formativo<br />

spesso lontano dalle esigenze delle imprese e per<br />

certi versi arretrato (si pensi al poco tempo dedicato<br />

nelle scuole allo studio delle lingue o al fatto che<br />

negli atenei italiani si studia quasi solo su testi in<br />

italiano, mentre altrove l’uso di testi inglesi è prassi<br />

normale); e, infi ne, una cultura generale avversa agli<br />

imprenditori visti come “evasori, sfruttatori e inquinatori”.<br />

Tutti i relatori, però, hanno descritto il Friuli<br />

come una terra unica che ha notevoli potenzialità e<br />

che può essere valorizzata anche attraverso l’attività<br />

imprenditoriale.<br />

Nei suoi interventi il vicepresidente del gruppo giovani<br />

di Confi ndustria <strong>Udine</strong>, Matteo Di Giusto, dopo<br />

aver illustrato l’attività del gruppo, ha sottolineato<br />

come che a fronte di un mondo imprenditoriale<br />

che rischia ogni giorno in proprio, esistano una<br />

classe politica e un sistema pubblico dove c’è scarso<br />

ricambio e dove chi sbaglia non è sanzionato e ha<br />

affermato come in politica sarebbe necessario introdurre<br />

un limite di mandato per garantire il ricambio<br />

generazionale. Nel giro fi nale dedicato ai suggerimenti<br />

per i giovani che terminati gli studi intendano<br />

intraprendere un’attività imprenditoriale, Di Giusto<br />

ha evidenziato in particolare l’importanza di sfruttare<br />

già durante il corso gli stage aziendali e di utilizzare<br />

lo strumento delle work esperience per poter approcciare<br />

il mondo dell’imprenditoria,. Infi ne ha anche<br />

ricordato l’importanza di visitare e conoscere le<br />

aziende del tessuto locale che in alcuni casi sono veri<br />

e propri esempi di eccellenza.<br />

c.t.p.


dicembre09 45


Orizzonti<br />

Obiettivo Montagna<br />

SAIE: l’unione fa<br />

la forza<br />

Fare squadra sui mercati nazionali ed<br />

internazionali e proporre una fi liera<br />

foresta-legno regionale: questi gli<br />

obiettivi che si sono dati la Regione FVG,<br />

della Cooperativa Legno Servizi e della<br />

Delegazione di Tolmezzo di Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong>, nel partecipare dal 28 al 31 ottobre<br />

a Bologna al SAIE, il Salone Internazionale<br />

dell’Industrializzazione Edilizia.<br />

A livello visivo questo impegno si è tradotto<br />

nell’allestimento di un padiglione<br />

di 260 metri quadrati con al centro lo<br />

stand della Legno Servizi attorniato da una<br />

ventina di aziende attive nell’edilizia in<br />

legno. Fra queste la Stratex di Sutrio, la<br />

Diemme Legno di Pontebba, la Patt del<br />

gruppo Fantoni, la De Infanti di Ravascetto<br />

e la Legnolandia di Forni di Sopra.<br />

Questa iniziativa è stata un tangibile esempio<br />

di come, dall’unione delle forze in<br />

campo, si possa, da un lato, accompagnare<br />

la crescita tecnico-professionale degli associati<br />

e il miglioramento delle loro capacità<br />

gestionali attraverso una capillare azione<br />

di informazione e, dall’altro, valorizzare le<br />

loro produzioni garantendo loro migliori<br />

condizioni economiche, favorendo la commercializzazione<br />

consorziata del legname,<br />

coordinando e gestendo i differenti interventi<br />

di partecipazione alla Fiera di tutti i<br />

segmenti della fi liera legno.<br />

46 dicembre09<br />

Soddisfazione per la riuscita dello stand<br />

collettivo è stata espressa da Daniele Peresson<br />

di Legno Servizi che ha notato<br />

a Bologna un leggero rilancio del settore<br />

nonostante il momento di crisi che investe<br />

ancora l’economia mondiale. “Siamo<br />

soddisfatti di questa partecipazione - ha<br />

commentato Peresson – sia come coordinatori<br />

di questa fi era, una delle più importanti<br />

del settore, dove ruotano oltre 180<br />

mila operatori con 1.700 aziende espositrici,<br />

sia per il successo che ha avuto la<br />

presentazione delle piccole aziende da noi<br />

proposta in un depliant distribuito in oltre<br />

duemila copie”. Mentre le grosse imprese<br />

del settore hanno attivato contatti personali,<br />

le piccole aziende, quelle con pochi addetti<br />

e che non possono sostenere i grossi<br />

sforzi economici che una fi era comporta,<br />

sono state rappresentate in maniera collettiva<br />

dalla stessa Legno Servizi.<br />

Contenta per l’esito della fi era è anche Lorenza<br />

Di Marco della Diemme Legno di<br />

Pontebba: “Ritengo positiva la presentazione<br />

in gruppo del settore del legno friulano.<br />

Abbiamo avuto diversi contatti interessati<br />

specialmente a due aspetti della nostra<br />

produzione che tratta case in legno sia da<br />

parte dei progettisti che dei costruttori e<br />

dei privati”. Il primo è stato quello dell’utilizzo<br />

del pannello strutturale diemmeTria<br />

Lo stand della Legno Servizi al SAIE di Bologna<br />

di propria realizzazione e produzione,<br />

oggetto di una specifi ca attività di ricerca<br />

svolta in collaborazione con il Dipartimento<br />

di Ingegneria Civile dell’Università degli<br />

Studi di <strong>Udine</strong>, mentre con stupore è stato<br />

accolta l’idea che questo tipo di materiale<br />

venga prodotto in Italia e non importato<br />

come solitamente accadeva prima. “Molto<br />

interesse - prosegue Lorenza Di Marco<br />

- ha avuto la nostra produzione che prevede<br />

la costruzione fatta non a base standard<br />

ma su misura. Ora occorre verifi care<br />

- conclude la titolare della Diemme Legno-<br />

quanti contatti si trasformeranno effettivamente<br />

in contratti, considerato che la crisi<br />

rallenta ancora il mercato: mancano soldi<br />

e c’è lo spettro della disoccupazione che<br />

non facilita l’economia”.<br />

“Abbiamo sviluppato un concept perché<br />

facciamo una certa cosa e per il modo in<br />

cui la facciamo - ha commentato Marino<br />

De Santa di Legnolandia –, lavorando<br />

il legno di casa nostra, all’ombra delle<br />

Dolomiti, ora patrimonio dell’umanità<br />

riconosciuta dall’Unesco. Abbiamo legato<br />

un materiale, l’abete bianco, unico nel suo<br />

genere di cui solo Legnolandia in Italia ne<br />

fa uso, ad una area geografi ca precisa,<br />

di cui non si può prescindere”. Il SAIE si<br />

è rivelato un successo per i boschi della<br />

montagna friulana e per la collegialità dello<br />

stand friulano che potrebbe far cambiare<br />

il trend attuale che vede sfruttato solo un<br />

quarto della massa legnosa prodotta in<br />

regione, oltre un milione di metri cubi all’anno,<br />

mentre il rimanente viene esportato<br />

in tronchi.<br />

Gino Grillo


dicembre09 47


Orizzonti<br />

Obiettivo Austria<br />

LA RIPRESA ANCORA<br />

NON C’E’<br />

Qui sopra, lo stabilimento Infi neon a Villaco; in alto, Otmar Petschnig<br />

Tutti gli indicatori economici in Austria sono<br />

ancora di segno negativo. Lo sono soprattutto<br />

in Carinzia, fanalino di coda della vicina Repubblica.<br />

I dati più recenti (ottobre) sulla disoccupazione<br />

indicano in 19.700 il numero delle persone<br />

che hanno perso il lavoro, di cui 6.673 nei settori<br />

produttivi (industria e artigianato) e 5.980 nei servizi.<br />

Ne deriva un tasso di disoccupazione dell’8,8%,<br />

calcolato secondo il sistema austriaco, che rapporta<br />

i disoccupati al totale dei lavoratori dipendenti (in<br />

Carinzia erano 205.245 in ottobre) e non raffrontabile,<br />

quindi, con quello italiano calcolato in base<br />

ai criteri UE. Non è il valore più alto raggiunto nel<br />

Land – in Carinzia i livelli occupazionali risentono<br />

dell’andamento stagionale e in estate sono generalmente<br />

più elevati – ma è il più alto in Austria, due<br />

punti sopra la media nazionale che è del 6,8%.<br />

“Chi sperava in una rapida ripresa – commenta<br />

Otmar Petschnig, presidente dell’Industrielle Vereinigung<br />

(l’Associazione industriali) della Carinzia<br />

– deve dare un’occhiata ai dati congiunturali. Tutti<br />

gli indicatori - commesse, produzione, fatturato<br />

- sono ancora di segno negativo, anche se appaiono<br />

stabilizzati, sia pure a un livello molto basso.<br />

Insomma, siamo ancora in piena crisi”.<br />

Come venirne fuori? La risposta del presidente degli<br />

industriali carinziani è inequivocabile e si riassume<br />

in due parole: ricerca e sviluppo. Soltanto le aziende<br />

che investono in questo campo potranno avere<br />

un futuro. E sono proprio le aziende carinziane che<br />

48 dicembre09<br />

più si sono esposte verso l’innovazione che preoccupano<br />

Petschnig. Le defi nisce “aziende-gazzella”.<br />

L’immagine richiama alla mente le antilopi che vivono<br />

nella savana africana. Sono dunque le aziende<br />

snelle, fl essibili, rapide come gazzelle nell’adattarsi<br />

alla domanda del mercato su cui si deve puntare<br />

per risollevare l’economia della regione.<br />

Le “aziende-gazzella” sono quelle che hanno avuto<br />

una crescita più rapida in tempi normali, ma che<br />

proprio perciò hanno anche risentito di più della<br />

crisi e ora vanno aiutate, perché sono quelle che<br />

hanno il maggiore indotto nei servizi e nelle forniture,<br />

ma anche perché altrimenti si corre il pericolo<br />

di una loro delocalizzazione. Per aiuto Petschnig<br />

intende, a breve termine, un intervento dello<br />

Stato o del Land a garanzia del credito, ma anche<br />

un’adeguata politica per l’innovazione, che faciliti il<br />

compito delle imprese su tutti i fronti, non ultimo<br />

quello della ricerca di manodopera.<br />

Può sembrare un paradosso, ma mentre la Carinzia<br />

ha il più alto tasso di disoccupazione, in luglio<br />

– cioè nel bel mezzo della crisi – le aziende carinziane<br />

erano alla ricerca di 509 lavoratori specializzati,<br />

che in zona non si trovavano. “Dove andremo a<br />

fi nire – si chiede il presidente degli industriali – se<br />

le previsioni ci dicono che entro il 2050 il numero<br />

degli uomini in età lavorativa si ridurrà in Carinzia<br />

cinque volte di più che nel resto dell’Austria?”. La<br />

considerazione conclusiva del ragionamento di Otmar<br />

Petschnig è quella già altre volte espressa a<br />

proposito delle politiche dell’immigrazione: occorre<br />

giocare la carta dell’immigrazione qualifi cata, per<br />

rendere disponibili quelle forze lavoro che oggi ci<br />

mancano, e non praticare un blocco indiscriminato<br />

all’ingresso degli stranieri nel Paese.<br />

Pendolari tra la Carinzia e la Slovenia. In maggio del<br />

prossimo anno il mercato del lavoro tra l’Austria e<br />

la Slovenia sarà completamente liberalizzato. Ciò<br />

signifi ca che i lavoratori dei due Paesi potranno<br />

muoversi senza più alcuna limitazione al di qua e<br />

al di là delle Caravanche. Ciononostante, secondo<br />

Josef Sibitz, responsabile dell’Arbeitsmarktservice<br />

(una sorta di uffi cio di collocamento) della Carinzia,<br />

non si assisterà a fughe di lavoratori dalla Slovenia<br />

all’Austria, come sarebbe potuto accadere qualche<br />

anno fa. Il reddito medio in Slovenia corrisponde<br />

ormai al 70% di quello austriaco, per cui non vi<br />

sono più le motivazioni di un tempo per cercare<br />

lavoro lontano da casa, sopportando i relativi disagi.<br />

Potrebbe esserci, tuttavia, uno scambio di forze lavoro<br />

specializzate in entrambi i sensi, per soddisfare<br />

le diverse, specifi che esigenze dei settori produttivi<br />

esistenti in Slovenia e in Austria. Per la Carinzia<br />

Sibitz stima un pendolarismo nel 2011 di circa 500<br />

unità. In questa prospettiva, i ministri del lavoro<br />

dei due Paesi – Josef Hundstorfer per l’Austria e<br />

Ivan Svetlik per la Slovenia – hanno sottoscritto<br />

un accordo di cooperazione, volto ad agevolare le<br />

persone che in futuro si troveranno a svolgere la<br />

loro attività nella regione confi nante.<br />

Anche la Slovenia risente della crisi economica<br />

mondiale. Nel primo semestre dell’anno la disoccupazione<br />

è salita dal 6 al 9 per cento circa, raggiungendo<br />

cioè sui livelli della Carinzia.<br />

Marco Di Blas


dicembre09 49


Orizzonti<br />

Obiettivo Iraq<br />

La visita della delegazione<br />

del KURDISTAN<br />

“Come sistema industriale non possiamo<br />

lasciare nulla di intentato. Pur consapevoli<br />

delle diffi coltà che si possono incontrare<br />

in Paesi come l’Iraq che stanno cercando<br />

una nuova identità, c’è la volontà, da parte<br />

nostra, di cogliere qualsiasi opportunità<br />

di mercato. Quest’area può aprire infatti<br />

prospettive interessanti per le produzioni<br />

delle nostre imprese. In tal senso abbiamo<br />

deciso di dare un taglio pratico e operativo<br />

alla visita della delegazione in Friuli”.<br />

Con queste parole il presidente di Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong>, Adriano Luci, ha accolto<br />

lunedì 2 novembre a palazzo Torriani la delegazione<br />

ministeriale del Kurdistan iracheno,<br />

guidata dai responsabili dei dicasteri<br />

dell’Industria e dell’Agricoltura. Presente, tra<br />

gli altri, anche Marco Bruseschi, vice-presidente<br />

di Confi ndustria <strong>Udine</strong> con delega<br />

all’internazionalizzazione.<br />

Con lo scopo di approfondire le relazioni<br />

con istituzioni e aziende specializzate in<br />

forniture di know-how, sistemi tecnologicamente<br />

avanzati e macchinari, la<br />

delegazione, nel corso della visita in Friuli<br />

organizzata da Informest, in collaborazione<br />

con Confi ndustria <strong>Udine</strong>, ha avuto modo<br />

50 dicembre09<br />

di visitare alcune importanti realtà industriali<br />

friulane quali il Consorzio Latterie<br />

Friulane di Campoformido, la Snaidero<br />

di Majano, la Tonon di Manzano, la M.E.P.<br />

di Reana del Rojale e la Qualità Food<br />

Group di Martignacco nonchè di avere a<br />

palazzo Torriani incontri d’affari con T.P.S.<br />

Hydro e Vetroresina Enginia.<br />

Per il vicepresidente di Informest Silvia<br />

Acerbi “questa iniziativa è la testimonianza<br />

di come la collaborazione tra l’Agenzia per<br />

lo sviluppo internazionale e le imprese friulane<br />

funzioni con risultati di reciproca soddisfazione.<br />

“Il Kurdistan - ha evidenziato la<br />

dottoressa Acerbi - è un’area che va ricostruita<br />

e che offre interessanti opportunità<br />

per le nostre aziende. La visita operativa<br />

della delegazione in Friuli Venezia Giulia è<br />

solo il primo passo di un percorso, auspicabilmente,<br />

lungo”.<br />

Il Kurdistan iracheno si estende per circa<br />

40mila km quadrati e con una popolazione<br />

di 4milioni di abitanti, sul quadrante<br />

settentrionale dell’Iraq, al confi ne con Iran,<br />

Turchia e Siria. Questa sua caratteristica<br />

ha reso il Kurdistan e la sua capitale Erbil<br />

(chiamata Hawler in lingua curda) un<br />

crocevia di popoli e di tradizioni, dove gli<br />

incontri e gli scontri tra la popolazione curda<br />

e le altre etnie locali (arabi, turcomanni,<br />

turchi, armeni, persiani) si sono protratti<br />

per secoli, fi no ai tristi e noti eventi della<br />

guerra e dei massacri del 1991.<br />

Da allora però, grazie anche al sostegno<br />

politico ed economico dell’occidente, il<br />

Kurdistan iracheno ha intrapreso la strada<br />

dell’autonomia politica regionale, dando<br />

anche vita ad una serie di misure di ricostruzione<br />

economica ed infrastrutturale. La<br />

regione gode ora infatti di una forte stabilità<br />

politica ed istituzionale, che ha permesso<br />

lo sviluppo di un sistema produttivo i<br />

cui punti di forza sono il settore petrolifero,<br />

le costruzioni e il comparto agro alimentare.<br />

La sua ricchezza di risorse naturali, assieme<br />

alla posizione geografi ca di fulcro tra<br />

il Medio Oriente e l’Asia Centrale, aprono<br />

nel Kurdistan iracheno uno scenario interessante<br />

per le prospettive d’investimento.<br />

Tutto questo è poi favorito dalla attività di<br />

promozione del governo regionale, che ha<br />

fi rmato numerosi accordi di collaborazione<br />

economica riguardanti tutti i più importanti<br />

ambiti dello sviluppo industriale.<br />

Va ricordato, tra l’altro, che nel giugno di<br />

quest’anno, ad Erbil, si è tenuta la terza<br />

edizione di ItalianExpo Iraq 2009, fi era<br />

B2B dedicata al Made in Italy e patrocinata<br />

dal Ministero dello Sviluppo economico<br />

italiano.<br />

A sinistra: la cittadella della città antica di Erbil (Hawler);<br />

a destra, l’incontro con la delegazione del Kurdistan: da sinistra, Silvia Acerbi, Adriano Luci e Naufal Sahil (foto Gasperi)<br />

A.L.


IMPRESE ITALIANE, AGGREGAZIONE<br />

PER VINCERE LA CRISI<br />

Un convegno sulle opportunità offerte dai Paesi del<br />

centro ed est Europa a 20 anni di distanza dalla<br />

caduta del muro di Berlino. Occasione anche per<br />

celebrare i 10 anni di attività di IC&Partners Group<br />

Le imprese che vogliono internazionalizzarsi<br />

devono fare sistema, ma devono<br />

anche confrontarsi con un sistema<br />

ancora complesso per le dinamiche politiche,<br />

sociali e culturali che contraddistinguono<br />

l’Europa a vent’anni dalla caduta del<br />

muro di Berlino. Lo hanno sostenuto sabato<br />

7 novembre al castello di <strong>Udine</strong> i relatori<br />

intervenuti al convegno “IC&Partners<br />

Group, 10 anni ad est” organizzato da<br />

IC&Partners - società con sede a <strong>Udine</strong><br />

che opera nell’ambito della consulenza per<br />

l’internazionalizzazione delle aziende verso<br />

il centro ed est Europa - con il supporto di<br />

Unicredit Group - Comitati Territoriali<br />

e con il patrocinio delle principali istituzioni<br />

locali e di enti nazionali<br />

All’appuntamento sono arrivati oltre trecento<br />

imprenditori e professionisti del nord<br />

Italia insieme a un qualifi cato parterre di<br />

invitati e rappresentanti delle istituzioni: il<br />

giornalista del Sole 24 Ore Enrico Brivio,<br />

moderatore dell’evento; Carlo Pelanda,<br />

docente di politica ed economia internazionale<br />

all’Università della Georgia negli Stati<br />

Nella foto: Roberto Corciulo<br />

Uniti; Gabrio Vitali, docente di storia e<br />

letteratura a Bratislava; il Console Onorario<br />

della Repubblica Ceca Paolo Petiziol;<br />

l’analista di relazioni internazionali Paolo<br />

Quercia; Agnieszka Tourek dell’Ambasciata<br />

polacca e presidente del club consiglieri<br />

economici ambasciate estere in Italia;<br />

Boyko Kadrinov dell’ambasciata bulgara.<br />

Dopo i saluti di Roberto Corciulo, presidente<br />

di IC&Partners, del sindaco di<br />

<strong>Udine</strong> Furio Honsell, del presidente di<br />

Confi ndustria <strong>Udine</strong> Adriano Luci, dell’assessore<br />

regionale al personale Andrea<br />

Garlatti, del presidente dell’Ordine dei<br />

commercialisti di <strong>Udine</strong> Marco Pezzetta,<br />

l’incontro ha toccato nel dettaglio tutte le<br />

tematiche che un’azienda italiana deve<br />

conoscere prima di affrontare la sua esperienza<br />

oltre confi ne. Subito è emersa in<br />

maniera marcata la straordinaria importanza<br />

del concetto del “fare sistema”. E’ stato<br />

l’assessore Garlatti a spiegare come l’attività<br />

di IC&Partners sia un caso concreto<br />

di come l’aggregazione possa essere elemento<br />

decisivo per accrescere la compe-<br />

Orizzonti<br />

Obiettivo Internazionalizzazione<br />

titività. Concetto, questo, ripreso anche dal<br />

presidente di Confi ndustria <strong>Udine</strong> Adriano<br />

Luci che ha sottolineato come la stessa attività<br />

di Confi ndustria sia focalizzata su due<br />

aree di intervento: la prima, quella relativa<br />

all’internazionalizzazione, in cui la risposta<br />

degli imprenditori del Friuli Venezia Giulia è<br />

positiva; l’altra, invece, è quella della creazione<br />

di un network di imprese pronte<br />

ad affrontare la sfi de della competizione<br />

globale, su cui, a detta del presidente Luci,<br />

“c’è ancora molta strada da fare”. Roberto<br />

Corciulo, presidente di IC&Partners<br />

Group, ha letto la lettera di saluti del viceministro<br />

allo sviluppo economico Adolfo<br />

Urso, il quale ha ribadito il ruolo centrale<br />

delle strutture di professionisti e consulenti<br />

come IC&Partners per guidare le aziende<br />

italiane all’attività sui mercati esteri.<br />

Non esiste più il concetto di politica internazionale<br />

di sopravvivenza e l’internazionalizzazione<br />

è già entrata in una seconda<br />

fase, quella della qualità: le imprese si<br />

rivolgono ai mercati esteri non più per<br />

trovare manodopera a basso costo bensì<br />

per individuare luoghi e personale specializzato.<br />

Spazio anche per un’interpretazione<br />

della crisi che ha investito il mondo da un<br />

anno a questa parte. Trattasi non di crisi<br />

ma di cambiamento epocale che segna la<br />

fi ne di un ciclo storico. Più interessante, anziché<br />

incolpare una crisi senza “paternità”,<br />

trovare una spiegazione a quanto accaduto<br />

e domandarsi soprattutto perché ciò non è<br />

stato previsto dagli analisti dell’economia e<br />

della storia. Se esiste una ricetta per affrontarla<br />

questa crisi, al castello di <strong>Udine</strong> si è<br />

citato Francis Bacon che nel 1623 scriveva<br />

che “il tempo è il più grande innovatore”.<br />

Un messaggio che la platea non ha mancato<br />

di raccogliere. Non solo celebrazione<br />

ma anche problematizzazione: la “rivoluzione<br />

di velluto” dal 1989 a oggi ha dato<br />

buoni risultati nell’evoluzione del problema<br />

costituzionale ma non è stato ancora fatta<br />

la rivoluzione culturale verso la grande<br />

popolazione civile, interlocutore fondamentale<br />

affi nché un processo si possa considerare<br />

completo.<br />

Nella seconda parte del convegno è stato<br />

presentato il Bilancio Sociale di dieci<br />

anni di attività di IC&Partners, diretto ad<br />

esaminare l’impatto sul tessuto socio-economico<br />

con cui si interfacciano le aziende<br />

assistite da IC&Partners Group, soprattutto<br />

quelle con insediamenti produttivi<br />

nell’Europa Centro Orientale, nei Balcani e<br />

in Federazione Russa.<br />

dicembre09 51


Orizzonti<br />

Camera di Commercio<br />

PREMIATO IL FRIULI<br />

CHE LAVORA<br />

La 56esima edizione della Premiazione del<br />

Lavoro e Progresso Economico organizzata<br />

dalla Camera di Commercio al Teatro<br />

Giovanni da <strong>Udine</strong> ha, come sempre, tributato il<br />

giusto riconoscimento a lavoratori, imprenditori e<br />

personalità di ogni settore che con il loro impegno<br />

hanno dato lustro al Friuli, contribuendo a farlo<br />

crescere e progredire. Quarantanove gli attestati<br />

assegnati. Di questi, 27 ad aziende operanti nei diversi<br />

settori produttivi e distribuite uniformemente<br />

su tutto il territorio provinciale che si sono contraddistinte<br />

per l’intraprendenza commerciale, l’innovazione<br />

e la qualità della produzione; 10 i premi per i<br />

lavoratori, 9 quelli per gli imprenditori. Due, poi, i<br />

riconoscimenti riservati ad altrettanti studenti, iscritti<br />

al 4° o al 5° anno di istituti secondari superiori<br />

della provincia, che si sono distinti per eccezionale<br />

merito negli studi conseguendo risultati signifi cativi<br />

nelle materie scientifi che o tecnico-aziendali. Premiata,<br />

infi ne anche una tesi universitaria dedicata<br />

all’approfondimento di aspetti e tematiche collegate<br />

all’economia locale.<br />

“Se siamo un'economia reale – ha detto nel suo intervento<br />

il presidente della Cciaa di <strong>Udine</strong>, Giovanni<br />

Da Pozzo - lo dobbiamo a questi imprenditori,<br />

a questi lavoratori, donne e uomini che fanno il<br />

proprio dovere mantenendo vivi i valori del lavoro,<br />

della famiglia, del rispetto e delle responsabilità”.<br />

La Premiazione stata anche l'occasione per fare il<br />

punto sulla crisi e su come uscirne. A parlare del<br />

tema “Oltre il tempo della crisi: come e quando”<br />

52 dicembre09<br />

I premiati nella serata al teatro Giovanni da <strong>Udine</strong><br />

per la Premiazione del Lavoro e Progresso Economico<br />

sono stati, infatti, oltre a Da Pozzo, il sindaco di<br />

<strong>Udine</strong> Furio Honsell, il presidente della provincia<br />

Pietro Fontanini, il giornalista economico Enrico<br />

Cisnetto, il presidente nazionale di Unioncamere<br />

Ferruccio Dardanello e il presidente della giunta<br />

regionale Renzo Tondo. In un teatro “Giovanni<br />

da <strong>Udine</strong>” gremito Honsell ha detto che si vincerà<br />

la sfi da della crisi “se si punterà al risparmio,<br />

all'effi cienza e all'eccellenza”. Fontanini ha, poi,<br />

ricordato come “i premiati rappresentino un popolo<br />

che ancora crede nel lavoro e nell'impegno,<br />

portando avanti i valori della nostra identità e della<br />

nostra cultura”. Nel suo intervento, Da Pozzo, ha<br />

dapprima ripercorso la nascita e lo sviluppo della<br />

crisi e ha, quindi, ricordato l'impegno della Cciaa di<br />

<strong>Udine</strong> per combatterla con l'impiego di 2,8 milioni<br />

di euro nell'ultimo anno. Successivamente il presidente<br />

della Camera di Commercio ha sottolineato<br />

la necessità “di un cambiamento nel modo di fare<br />

impresa, con il recupero di valori fondamentali<br />

nella vita e nel lavoro”. Cisnetto ha spiegato come<br />

l'Italia nella crisi stia pagando i ritardi accumulati in<br />

passato e come siano necessarie le riforme strutturali<br />

del sistema pensionistico, della sanità e del sistema<br />

istituzionale con l'abolizione delle provincie,<br />

la riduzione dei comuni e l'eliminazione dei troppi<br />

enti di secondo e terzo grado come le Comunità<br />

montane. In seguito Dardanello ha ricordato<br />

l'importanza per l'economia italiana delle piccole<br />

e medie imprese “fatte dell'impegno di donne, di<br />

uomini e di famiglie che hanno portato il nostro<br />

Paese a diventare quello che è oggi¨”. Traendo le<br />

= I premiati delle<br />

imprese associate di<br />

Confi ndustria <strong>Udine</strong><br />

Targhe dell’eccellenza:<br />

= Umberto Midolini (economia)<br />

Imprenditori:<br />

= Primo Degano (Degano Primo di<br />

Adegliacco)<br />

= Vespasiano Lazzari (Evr Media di<br />

<strong>Udine</strong>)<br />

= Vinicio Mauro – (Comfer di Pradamano)<br />

= Raffella Codutti – (Codutti di Pasian<br />

di Prato)<br />

Aziende<br />

Categoria industria<br />

= Cantiere Serigi di Aquileia<br />

= Icop di Basiliano<br />

= Lavanderia Adriatica di Torviscosa<br />

Categoria Commercio<br />

= Zanutta di Muzzana del Turgnano<br />

Artigianato<br />

= Serrametal di Mortegliano<br />

Internazionalizzazione<br />

= Psm di Premariacco<br />

Cooperative<br />

= Società Cooperativa Idroelettrica di<br />

Forni Di Sopra<br />

Premio Ambiente<br />

= Diemme Legno di Pontebba<br />

Premio Innovazione<br />

= B.Eng di Amaro<br />

Premio Comunicazione<br />

d’Impresa<br />

= Moroso di Tavagnacco<br />

conclusioni il governatore Tondo, non ha nascosto<br />

le diffi coltà della Regione “costretta per la prima<br />

volta a fare i conti con un decremento delle proprie<br />

risorse”, ma ha ricordato che la specialità vera del<br />

Fvg sta proprio nella capacità di «affrontare i problemi<br />

con responsabilità. Il presidente della Giunta<br />

regionale ha, quindi, ammesso che il Friuli Venezia<br />

Giulia è in ritardo nello sviluppo delle infrastrutture<br />

aeroportuali e ferroviarie e ha annunciato che le<br />

entrate ricavate dalla preannunciata cessione delle<br />

quote del Mediocredito Fvg detenute dalla Regione,<br />

saranno investite proprio nel miglioramento della<br />

funzionalità dell'aeroporto e delle ferrovie.<br />

c.t.p.


La Giunta vara la<br />

FINANZIARIA<br />

Una fi nanziaria di responsabilità, ma<br />

in grado di dare fi ducia ai nostri<br />

cittadini. Così il presidente della<br />

Regione, Renzo Tondo, defi nisce la legge<br />

fi nanziaria ed il bilancio di previsione per<br />

il prossimo anno, approvati in Giunta a<br />

metà novembre e pronti ad iniziare il loro<br />

percorso in Consiglio regionale. Il bilancio<br />

2010, che pareggia a 4,3 miliardi di euro,<br />

risente del pesante calo di entrate che la<br />

Regione ha dovuto registrare in seguito<br />

alla crisi economica internazionale che<br />

ha coinvolto settori produttivi e famiglie<br />

anche nel nostro territorio. Con questo<br />

scenario, la Giunta ha scelto di mettere in<br />

sicurezza i settori della sanità, della protezione<br />

sociale e del lavoro. Se salute ed<br />

occupazione sono al primo posto delle<br />

priorità d’intervento 2010 del governo<br />

Tondo, il “terzo pilastro” della manovra<br />

regionale si concentra sulla politica delle<br />

infrastrutture e in quest’ottica va letta la<br />

decisione dell’esecutivo legge di sottoscrivere<br />

l’aumento di capitale deliberato dalla<br />

L’assessore Riccardo RIccardi ed il presidente Renzo Tondo<br />

(foto Archivio Immagini FVG)<br />

società Aeroporto Friuli Venezia Giulia,<br />

esercitando il diritto di opzione per la quota<br />

di propria spettanza pari a un importo<br />

di oltre 606 mila euro. “In campo portuale<br />

– spiega l’assessore regionale ai trasporti<br />

Riccardo Riccardi - contiamo di chiudere<br />

al più presto la partita legata alle risorse<br />

di fonte Cipe necessarie per la Piattaforma<br />

logistica di Trieste, e nel contempo cercheremo<br />

di approfondire con Ferrovie dello<br />

Stato il tema delle connessioni ferroviarie<br />

dello scalo giuliano”. Per quanto riguarda,<br />

invece, Monfalcone e Porto Nogaro, è già<br />

emersa chiaramente la volontà della Regione<br />

di un modello di governance unico<br />

per i due scali. Va avanti poi, il complesso<br />

piano per la realizzazione della terza corsia<br />

sulla Venezia-Trieste con il prossimo obiettivo<br />

del bando di gara, entro fi ne 2009, per<br />

il lotto Gonars-Villesse. Sempre in campo<br />

stradale, ma nei programmi di FVG Strade,<br />

il 2010 sarà l’anno dell’apertura dei cantieri<br />

della cosiddetta “variante di Mariano” e<br />

Orizzonti<br />

Regione<br />

della bretella tra la statale 14 e l’interporto<br />

di Cervignano.<br />

Il nuovo Codice regionale dell’Edilizia,<br />

il Testo unico che recepisce anche il Piano<br />

Casa nazionale, introduce norme per lo<br />

snellimento della burocrazia a benefi cio<br />

del risparmio di tempo e costi, incentiva le<br />

famiglie ad investire sul bene durevole del<br />

mattone e a sfruttare la capienza abitativa<br />

del costruito senza erodere nuove porzioni<br />

di territorio.<br />

Sul fronte del lavoro cresce in autunno<br />

la cassa integrazione, ma “la Regione<br />

- conferma l’assessore regionale al Lavoro<br />

Alessia Rosolen - sta già lavorando su<br />

nuove ipotesi di sostegno all’occupazione<br />

allo scopo di ampliare e rafforzare l’attuale<br />

quadro d’intervento”. In ottobre le ore<br />

erogate sono state 2.607.416 e, di queste,<br />

1.396.674 ore di CIGO nell’industria<br />

(54%), 107.136 ore di CIGO in edilizia<br />

(4%) e 1.103.606 ore di CIG straordinaria<br />

(42%).<br />

La Giunta ha approvato il nuovo piano sociosanitario<br />

che si articola in una riorganizzazione<br />

dell’offerta della rete ospedaliera,<br />

l’istituzione di un’unica centrale operativa<br />

dell’emergenza, la presa in carico integrata<br />

delle persone con malattie croniche e<br />

disabilità e la ricerca di una maggiore effi<br />

cienza complessiva del sistema sanitario<br />

e sociale attraverso l’adozione di criteri di<br />

gestione che consentano di eliminare inutili<br />

sovrapposizioni e favoriscano sinergie<br />

operative tra le aziende. L’obiettivo consiste<br />

nel voler garantire maggiore qualità e integrazione<br />

tra sanità e sociale a fronte di<br />

un migliore impiego delle risorse e non di<br />

una politica dei tagli, in virtù del governo<br />

del buon senso, del rispetto dei valori che<br />

costituiscono il tessuto sociale, di un approccio<br />

verso l’utenza che mette sempre al<br />

centro la persona e mai è disumanizzato.<br />

Con l’obiettivo di migliorare la situazione<br />

delle nuove generazioni, l’esecutivo ha presentato<br />

in novembre un disegno di legge<br />

che, in nome dell’effettiva autonomia dei<br />

giovani, restituisce loro un ruolo attivo nell’ambito<br />

della comunità regionale. Il testo<br />

punta alla creazione di istituti che diano<br />

strumenti adatti a sostenerne l’autonomia<br />

e contribuiscano ad indirizzare le loro scelte<br />

verso soluzioni che li aiutino a diventare<br />

cittadini attivi.<br />

Carla CiampalinI<br />

dicembre09 53


54 dicembre09


dicembre09 55


Orizzonti<br />

Storia<br />

5 luglio 1976<br />

Invito ad un brindisi<br />

per il primo mobile<br />

Oggi alle 17 assieme brinderemo al primo<br />

mobile prodotto dopo il terremoto.<br />

Stamane abbiamo iniziato a lavorare a<br />

doppio turno per cui non tutti avranno la<br />

possibilità di essere presenti e poichè non<br />

farò discorsi come non ne ho mai fatti<br />

voglio scrivervi affi nchè a tutti voi giungano<br />

il mio sentimento ed il mio pensiero.<br />

In dodici anni qui ad Osoppo avevamo<br />

costruito insieme uno stabilimento<br />

ammirato da visitatori di tutto il mondo,<br />

tutti noi sappiamo come era, come era<br />

stato costruito e quanto ci tenevamo<br />

all’ordine e alla precisione in ogni<br />

particolare.<br />

Non voglio intrattenervi nel ricordo poichè<br />

già tutti pensiamo solo al futuro, al futuro<br />

che dobbiamo vedere con ottimismo<br />

poichè sappiamo delle nostre esperienze<br />

del passato.<br />

Tutti abbiamo fretta di ricostruire poichè<br />

56 dicembre09<br />

Marco Fantoni<br />

PER NON DIMENTICARE<br />

“Invito ad un brindisi<br />

per il primo mobile”<br />

Ce ne siamo già occupati nello scorso numero di REALTÀ<br />

INDUSTRIALE, eppure non potevamo considerare esaurita la<br />

nostra visita al “museo del terremoto” di Venzone, senza pubblicare<br />

integralmente il contenuto di una lettera esposta in una teca di questa<br />

interessante mostra permanente: quella che il cavaliere del lavoro<br />

Marco Fantoni, presidente della Fantoni spa di Osoppo, scrisse ai<br />

suoi dipendenti il 5 luglio 1976, invitandoli a brindare al primo mobile<br />

prodotto dall’azienda dopo il terribile sisma di due mesi prima. Uno<br />

spaccato di quei febbrili momenti che racconta dei sentimenti e delle<br />

attese dell’epoca. Un documento storico, per non dimenticare, ma anche<br />

per sottolineare come in tempi diffi cili non ci sia miglior ricetta che quella<br />

di rimboccarsi le maniche guardando al futuro. (A.L.)<br />

vogliamo rifarci il nostro ambiente di lavoro<br />

e la prima linea di produzione provvisoria<br />

che oggi si è avviata è l’esempio di come<br />

dal nulla, in meno di due mesi, noi<br />

insieme si abbia organizzato e realizzato<br />

questo primo passo.<br />

Già nei giorni scorsi girando tra voi ho letto<br />

negli sguardi la vostra soddisfazione poichè<br />

vedevate concretizzarsi questa prima<br />

tappa. E’ una prima tappa importante<br />

per quel traguardo che abbiamo già<br />

progettato e che prevede, in una seconda<br />

fase tra ulteriori due mesi, l’avvio della<br />

produzione dei mobili americani.<br />

Contemporaneamente realizzeremo lo<br />

stabilimento defi nitivo.<br />

Tutti noi sappiamo, senza ambizioni, di<br />

poter ricostruire quanto è andato distrutto,<br />

ma importante è rimanere insieme.<br />

Per questo e per le nostre famiglie<br />

sono indispensabili urgentemente tante<br />

abitazioni che non possono essere<br />

realizzate miracolisticamente; ma tutti<br />

vogliamo sapere presto i precisi programmi<br />

e soprattutto i tempi necessari.<br />

Ognuno di noi si saprà sacrifi care se è<br />

indispensabile sapere, ripeto, dove è la<br />

meta e quando sarà raggiungibile.<br />

I nostri politici devono saper richiedere<br />

un giusto sacrifi cio al resto del Paese,<br />

non dovremo mai sentirci dire che non ci<br />

sono suffi cienti mezzi, non vogliamo nè<br />

sappiamo sprecare ma rifi utiamo mezzi<br />

insuffi cienti.<br />

Per la nostra nuova Industria che ripeto<br />

abbiamo già progettato, contiamo su<br />

prestiti suffi cienti ed erogati rapidamente,<br />

queste assicurazioni ci sono indispensabili<br />

per poter appaltare i lavori già prima<br />

dell’inverno.<br />

Ripeto che l’unione tra noi è prioritaria e<br />

per questo io vi prometto di cercare con<br />

tutti i mezzi di creare le migliori condizioni.<br />

Vi sarò grato se mi farete parte dei vostri<br />

eventuali problemi nell’ambito del lavoro e<br />

familiare e vi invito a volermi riferire i vostri<br />

suggerimenti e i vostri consigli.<br />

Un grazie a tutti per quanto è stato fatto e<br />

per quanto, con sacrifi ci, so che siete pronti<br />

a fare.<br />

Vi stringo la mano.<br />

Marco Fantoni


tempi di sviluppo si minimizzano, al con-<br />

I trario invece del rischio di sviluppo che<br />

aumenta sempre di più. Con la simulazione<br />

quindi è possibile , in tempi ridotti,<br />

costruire, testare ed ottimizare i prototipi .<br />

Quanto prima viene fatta la simulazione<br />

in fase di sviluppo , tanto maggiore è il<br />

benefi cio per l’intero processo di sviluppo.<br />

Gli errori che vengono scoperti in fase di<br />

simulazione, hanno un costo irrisorio rispetto<br />

ai difetti che verranno scoperti solo<br />

più tardi.<br />

Uno sguardo alle correnti<br />

In molti processi di produzione , il monitoraggio<br />

di aria e di fl ussi di gas è particolarmente<br />

importante. Così, gli esperti fella<br />

CTR hanno esaminato la spartizione delle<br />

correnti e la formazione di tubinii in un<br />

ambiente asettico. Sulla base di questi risultati,<br />

è stata sviluppata una nuova gener-<br />

INFORMAZIONE COMMERCIALE<br />

Nelle immagini è illustrato come può essere ottimizzata la geometria di una pompa d’iniezione<br />

(simulazione in 3 fasi, da sinistra): 1) disegno di costruzione; 2) generazione della griglia,<br />

3) visualizzazione della miscelazione e distribuzione dell’acqua e del cemento<br />

MINIMIZZARE IL RISCHIO<br />

CON LA SIMULAZIONE<br />

Computer basati su tecniche di simulazione che<br />

rappresentano virtualmente la realtà di partenza e ne<br />

accelerano il processo di sviluppo. Ciò è non solo più<br />

veloce, ma anche molto più conveniente. Alcuni esempi.<br />

azione di ugelli-iniettori per ambienti sterili.<br />

La simulazione ha aiutato anche nella<br />

produzione di tubi di plastica : durante la<br />

produzione si formano miscele di gas ed<br />

aria che devono essere aspirate; attraverso<br />

la simulazione il sistema di aspirazione può<br />

essere ottimizzato senza dover effettuare<br />

costosi esperimenti pratici.<br />

Stabilità & geometria<br />

ottimizzate<br />

Anche quando si tratta di sollecitazioni<br />

elastiche, la stabilità, inerente al<br />

comportamento di oscillazione o di<br />

deformazioni, può aiutare la simulazione.<br />

Per un’azienda di ingegneria meccanica è<br />

stata simulata la stabilità ed il peso di una<br />

costruzione di lamiera.<br />

Dopo aver fatto la valutazione delle emergenti<br />

tensioni e deformazioni, la geometria<br />

è stata ottimizzata.<br />

La simulazione è davvero<br />

più veloce?<br />

Il vantaggio della simulazione è che qualsiasi<br />

parametro in ogni area viene calcolato<br />

automaticamente. Se per esempio in<br />

esperimento vengono misurate, la velocità,<br />

la temperatura e la concentrazione,si può<br />

determinre, durante la simulazione senza<br />

ulteriori costi, anche la direzione del fl usso,<br />

il grado di turbolenza, e la generazione<br />

di calore.<br />

A breve ulteriori essenziali informazioni.<br />

CARINTHIAN TECH<br />

RESEARCH - CTR AG<br />

Centro di competenza per sensori<br />

intelligenti orientato alle industrie<br />

Servizi di ricerca e sviluppo<br />

Progettazione, studi di fattibilità, design,<br />

sviluppo, prototipazione, studi, simulazioni,<br />

trasferimento di tecnologia, consulenze<br />

Clienti di riferimento<br />

AVL-List, Infi neon Microtec, Siemens, TiTech<br />

VisionSort, Carl-Zeiss Meditec<br />

Contatto:<br />

CTR AG, Technologiepark Villach,<br />

Europasstrasse 4/1, 9524 Villach<br />

e-mail: info@ctr.at, www.ctr.at<br />

dicembre09 57


Orizzonti<br />

Università<br />

Il mensile “Realtà industriale” viene<br />

distribuito dal numero di Ottobre 2009<br />

in 100 copie agli studenti della Facoltà di<br />

Economia dell’Università degli studi di <strong>Udine</strong>.<br />

Ne parliamo con il preside della Facoltà,<br />

professor Nereo Mazzocco. .<br />

Cosa pensa, preside Mazzocco,<br />

di questa iniziativa?<br />

Ritengo sia un’iniziativa estremamente<br />

utile per gli studenti che<br />

hanno la possibilità di conoscere<br />

le problematiche e i diversi<br />

aspetti economici che riguarda-<br />

no le aziende manifatturiere e dei servizi<br />

friulane. Potranno così rendersi conto che<br />

le tematiche discusse in aula sono solo<br />

apparentemente lontane dalla realtà, ma al<br />

contrario sono fondamentali per comprenderla,<br />

analizzarla e trovare possibili soluzioni<br />

ai problemi che si presentano.<br />

In che rapporti sono, a suo avviso, il<br />

mondo dell’impresa e quello dell’università?<br />

L’idea di Aldo Moro delle “convergenze<br />

parallele” rende bene la situazione dei<br />

rapporti impresa-università. Credo che le<br />

imprese e gli atenei lavorino uno accanto<br />

all’altro convergendo, ma senza mai sovrapporsi,<br />

in quanto i compiti di entrambi<br />

sono diversi: le prime devono produrre<br />

beni e servizi, i secondi devono formare<br />

persone e fi gure professionali anche, ma<br />

non solo, per le imprese e fare ricerca.<br />

Vedo soprattutto tre convergenze possibili.<br />

La prima, l’università per le sue esigenze di<br />

ricerca si rivolge, non a una, ma a un campione<br />

signifi cativo di aziende per analizzarle<br />

nei loro aspetti produttivi e gestionali,<br />

cercando di evidenziare eventuali problemi<br />

generali e offrendo, se possibile, utili suggerimenti<br />

risolutivi.<br />

La seconda casistica riguarda il fatto che<br />

un’associazione di categoria (ad esempio<br />

Confi ndustria), o un gruppo di imprese, si<br />

rivolge a un ateneo affi nché cerchi di risolvere<br />

una criticità comune.<br />

L’ultimo aspetto concerne la consulenza<br />

scientifi ca che una singola azienda richiede<br />

ad un dipartimento per essere aiutata a<br />

risolvere un particolare problema o a sviluppare<br />

una ricerca applicativa.<br />

Vede all’orizzonte altri punti di convergenza?<br />

Un altro avvicinamento tra mondo accademico<br />

ed imprenditoriale si ha negli spin-off<br />

universitari, quando un ateneo promuove<br />

la creazione di aziende nate da scoperte<br />

scientifi che frutto del lavoro e dello studio<br />

dei suoi ricercatori.<br />

58 dicembre09<br />

REALTA’ INDUSTRIALE<br />

si laurea in Economia a <strong>Udine</strong><br />

Un avvicinamento ulteriore tra imprese<br />

ed università è possibile?<br />

E’ possibile che imparino a conoscersi meglio:<br />

le imprese a utilizzare compiutamente<br />

le possibilità che le competenze di ricerca<br />

degli atenei offrono e le università a coniugare<br />

con maggiore frequenza la ricerca di<br />

base con quella applicata, senza ritenere,<br />

come forse accadeva in passato, che questa<br />

contaminazione signifi chi diminuzione<br />

del suo ruolo. Il tutto, però, senza far venir<br />

meno le specifi cità dei due interlocutori.<br />

Secondo lei, quali benefi ci si sono<br />

avuto per il mondo imprenditoriale<br />

da quando esiste la Facoltà di Economia<br />

presso l’Università degli studi di<br />

<strong>Udine</strong>?<br />

I corsi di economia vennero attivati nel<br />

1985, ma effettivamente è dal 1987 che<br />

la Facoltà di Economia è diventata autonoma.<br />

In questi venti anni abbondanti di alta<br />

formazione molti nostri laureati si sono inseriti<br />

nel mondo del lavoro sia in Friuli, sia<br />

in altre realtà italiane, europee ed extraeuropee.<br />

Penso che queste persone con le<br />

loro idee e con i loro suggerimenti abbiano<br />

contribuito a rendere più competitivo il<br />

tessuto imprenditoriale di questo territorio.<br />

Nella foto, la facoltà di Economia e Commercio di <strong>Udine</strong>;<br />

nel bollo, il professor Nereo Mazzocco<br />

La linea guida che abbiamo seguito nel formare<br />

le fi gure professionali, che caratterizzano<br />

i laureati di una facoltà di Economia,<br />

è stata quella di fornire loro un metodo per<br />

risolvere problemi e per affrontare le sfi de<br />

che via via possono presentarsi. Laureati,<br />

quindi, capaci di autoapprendimento e di<br />

inserimento con successo in ogni contesto<br />

operativo, magari dopo un breve periodo<br />

di ambientamento.<br />

Lei è uno dei professori che ha contribuito<br />

alla fondazione della Facoltà di<br />

Economia a <strong>Udine</strong>, cosa la rende più<br />

orgoglioso di questo Suo impegno<br />

ultra-ventennale?<br />

Sono molte le cose delle quali sono orgoglioso,<br />

ma dovendone scegliere una cito il<br />

corso di laurea in “Banca e Finanza”, che<br />

è stato fi n dall’origine della facoltà, inizialmente<br />

di Scienze economiche e bancarie,<br />

quello sul quale si è costituito un<br />

nucleo di docenti e di ricercatori che, per<br />

la qualità della loro ricerca e dei contenuti<br />

veicolati agli studenti, lo ha fatto diventare<br />

un punto di riferimento con capacità di<br />

attrazione non solo regionale.<br />

m.d.l.


START CUP FVG<br />

L’UNIVERSITÀ DI UDINE<br />

SUGLI SCUDI<br />

Sono PharmaDIAGEN, Specchi Lineari,<br />

DrugSteps, QFAB e Ironscan, nell’ordine,<br />

i nomi dei cinque progetti vincitori di Start<br />

Cup Fvg, la business plan competition tra idee imprenditoriali<br />

innovative che, quest’anno, coinvolge<br />

per la prima volta le tre università regionali, ovvero<br />

l’Università degli Studi di <strong>Udine</strong>, quella di Trieste e<br />

la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati<br />

SISSA di Trieste.<br />

I cinque gruppi vincitori sono stati proclamati nel<br />

corso della serata fi nale della manifestazione, svoltasi<br />

nella Sala De Banfi eld Tripcovich di Trieste e<br />

presentata dall’attrice e conduttrice televisiva Giorgia<br />

Surina. L’evento è stato anche accompagnato<br />

dalla musica jazz del<br />

Glauco Venier Quartet<br />

con la partecipazione<br />

straordinaria della<br />

cantante Diana Torto.<br />

A conquistare il primo<br />

posto e un premio in<br />

denaro del valore di<br />

15mila euro è stato<br />

PharmaDIAGEN,<br />

dell’Università di <strong>Udine</strong>,<br />

che si propone di produrre kit diagnostici di farmacogenetica<br />

per ricavare da un semplice esame del<br />

sangue preziose informazioni sull’attività dei farmaci<br />

antitumorali somministrati ai singoli pazienti, in<br />

modo da defi nire profi li di rischio individualizzati. Il<br />

secondo posto è stato assegnato, insieme a 10mila<br />

euro, a Specchi Lineari, sempre dell’ateneo<br />

udinese, che ha ideato un sistema per lo sfruttamento<br />

dell’energia solare consistente in un<br />

sistema di assi inclinati e di leve, mentre sul terzo<br />

gradino del podio è salito, aggiudicandosi seimila<br />

euro, il team DrugSteps, della SISSA, che intende<br />

sperimentare nuovi trattamenti contro alcune delle<br />

principali malattie neurodegenerative. Al quarto posto,<br />

con un premio di quattromila euro, si è classifi -<br />

cato QFAB, dell’Università degli Studi di Trieste, che<br />

propone, nel settore nanotech, la realizzazione e<br />

commercializzazione su larga scala di quantum dot,<br />

ovvero nanocristalli di semiconduttori con peculiari<br />

proprietà optoelettroniche che ne fanno il materiale<br />

del futuro per la realizzazione di dispositivi ottici ad<br />

alta effi cienza, mentre la<br />

quinta posizione, con un<br />

premio di tremila euro,<br />

è stata assegnata a Ironscan,<br />

dell’Università di<br />

<strong>Udine</strong>, che ha creato un<br />

dispositivo in grado sia<br />

di visualizzare in “realtime”<br />

la forma dell’armatura<br />

in acciaio all’interno<br />

del calcestruzzo armato,<br />

sia di identifi care con<br />

accuratezza i principali parametri geometrici.<br />

Oltre ad aggiudicarsi il premio in denaro, i cinque<br />

vincitori parteciperanno al Premio nazionale<br />

innovazione (Pni), in programma il 4 dicembre a<br />

Perugia.<br />

Orizzonti<br />

Università<br />

Nelle foto, due momenti delle<br />

premiazioni di Start Cup Fvg, e<br />

sotto il logo dell’iniziativa<br />

Sono stati inoltre assegnati i “Premi Start Cup<br />

Fvg” ai tre migliori progetti fra i non classifi cati per<br />

ciascun ateneo partecipante (2mila euro ciascuno):<br />

Warm Motion per l’Università di <strong>Udine</strong>, Marks<br />

per l’Università di Trieste e Furbo per la SISSA.<br />

Alla serata hanno preso parte, fra gli altri, il rettore<br />

dell’Università degli Studi di Trieste Francesco<br />

Peroni, quello dell’Università degli Studi di <strong>Udine</strong><br />

Cristiana Compagno, il direttore della SISSA Stefano<br />

Fantoni, il direttore di Start Cup Fvg-Trieste<br />

Maurizio Fanni, quello di Start Cup Fvg-<strong>Udine</strong><br />

Andrea Tabarroni e quello di Start Cup Fvg-SISSA<br />

Antonio De Simone. Sono intervenuti anche la<br />

responsabile del Progetto Start Cup <strong>Udine</strong> Manuela<br />

Croatto, la presidente della Provincia di Trieste<br />

Maria Teresa Bassa Poropat, l’assessore regionale<br />

al Lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen e<br />

il consigliere della Fondazione Crup Marco Maria<br />

Tosolini.<br />

L’iniziativa è sostenuta, oltre che dalla Fondazione<br />

Cassa di risparmio di <strong>Udine</strong> e Pordenone, che ha<br />

legato il suo nome a Start Cup <strong>Udine</strong> fi n dalla prima<br />

edizione, anche dalla Fondazione Cassa di risparmio<br />

di Trieste, dalla Fondazione Cassa di risparmio<br />

di Gorizia, dalla Camera di commercio di Trieste e<br />

da Friulia. La serata è stata organizzata in collaborazione<br />

con il Conservatorio “Giuseppe Tartini” di<br />

Trieste, Vodafone e con PniCube.<br />

dicembre09 59


Orizzonti<br />

Libri<br />

IL LIBRO DEL MESE<br />

David B. Audretsch<br />

= LA SOCIETA’ IMPRENDITORIALE<br />

Presentazione di Riccardo Illy<br />

Marsilio<br />

pagg.: 258<br />

euro 20,00<br />

In occidente le generazioni passate hanno<br />

goduto della sicurezza di un lavoro a vita,<br />

rafforzata dalle politiche pubbliche adottate<br />

per garantire che lo stesso posto di lavoro<br />

potesse essere garantito fi no alla pensione.<br />

Da qualche anno, alla faccia del valore del<br />

“posto fi sso” invocato da Tremonti, ci siamo<br />

abituati a pensare che il “precariato” non sia<br />

più una condizione episodica, ma il futuro<br />

nel mondo del lavoro. In questo volume<br />

David B. Audretsch, il direttore del Max<br />

Planck Institut of Economics di Jena in<br />

Germania, individua la risposta positiva alla<br />

globalizzazione nella società imprenditoriale<br />

che ha per leit-motiv il cambiamento, poiché<br />

proprio la capacità di adattamento e cambiamento<br />

danno un importante vantaggio competitivo<br />

in un mondo dove oramai i lavori e<br />

addirittura le aziende possono essere spostati<br />

con estrema celerità. Analizzando i recenti<br />

sviluppi dell’economia statunitense Audretsch<br />

spiega come da un passato nel quale le<br />

politiche pubbliche erano a sostegno delle<br />

grandi aziende, si è giunti a un presente nel<br />

quale una miriade di piccole aziende (come<br />

nel Nord-Est italiano), sostenute anche da<br />

investimenti pubblici, sono diventate la forza<br />

guida dell’innovazione, della competitività<br />

e, quindi, della crescita economica degli<br />

Usa. Uno volume di indubbio interesse che,<br />

sebbene pubblicato in Italia pochi mesi fa, è<br />

stato scritto da Audretsch nel 2007. Viene<br />

solo da chiedersi se l’entusiasmo di Audretsch<br />

per il nuovo modello americano, sia lo<br />

stesso oggi, dopo la crisi globale nata proprio<br />

negli Usa.<br />

60 dicembre09<br />

Altre letture consigliate...<br />

Peter Molloy<br />

= LA VITA<br />

AI TEMPI DEL<br />

COMUNISMO<br />

Bruno<br />

Mondadori<br />

pagg.: 264<br />

euro 20,00<br />

Il giornalista<br />

della Bcc,<br />

Peter Molloy<br />

ha raccolto in questo volume<br />

una parte delle molte interviste<br />

effettuate a personalità e gente<br />

comune dell’allora Germania Est,<br />

dell’ex Cecoslovacchia e della<br />

Romania, per un fortunato programma<br />

televisivo (purtroppo<br />

mai trasmesso in Italia). Attraverso<br />

i racconti degli intervistati,<br />

Molloy ricostruisce quale fosse<br />

“la vita ai tempi del comunismo”.<br />

Ne esce un quadro assai<br />

interessante, con giudizi in gran<br />

parte estremamente severi,<br />

ma in alcuni casi anche venati<br />

di nostalgia. A vent’anni dalla<br />

caduta del muro di Berlino, un<br />

volume intelligente e molto utile<br />

per chi, per ragioni anagrafi che<br />

o per altri motivi, non ha avuto<br />

l’occasione di visitare quei Paesi<br />

quando erano sottoposti ai<br />

regimi comunisti. Anche quanti<br />

conobbero quei Paesi quando<br />

ancora il mondo era diviso in<br />

due blocchi ritroveranno nel<br />

libro di Molloy le atmosfere<br />

grige e oppressive che dominavano<br />

allora l’Est Europa. Leggendolo<br />

si comprenderà bene come<br />

e perché i cittadini di quei Paesi<br />

appena potereno si liberarono<br />

dei regimi che li governavano<br />

dalla fi ne della seconda guerra<br />

mondiale.<br />

Maurizio Crema<br />

= SULLE ALI DEL LEONE<br />

A vela da Venezia a Corfù<br />

navigando lungo le rotte<br />

della<br />

Serenissima<br />

Ediciclo<br />

Editore<br />

pagg.: 174<br />

euro 15,00<br />

Il giornalista<br />

de “Il<br />

Gazzettino”,<br />

Maurizio<br />

Crema rac-<br />

conta in questo volume<br />

il viaggio in barca a vela<br />

intrapreso nel 2006<br />

insieme a un composito<br />

gruppo di “avventurieri”<br />

lungo le rotte adriatiche<br />

percorse dalle galee della<br />

Repubblica di Venezia.<br />

1300 miglia e cinque<br />

settimane a bordo di una<br />

vecchia barca battezzata<br />

“Brancaleon”, raccontate con<br />

maestria, nelle quali Crema e<br />

i suoi compagni hanno toccato<br />

l’Italia, Corfù (Grecia), l’Albania,<br />

il Montenegro e la Croazia<br />

cercando ciò che univa (e forse<br />

unisce ancora) popoli e terre<br />

che si affacciano su quello che<br />

una volta era il Golfo di Venezia<br />

e che la Serenissima considerava<br />

cosa propria. Un viaggio alla<br />

riscoperta della storia, ma anche<br />

attraverso il recente passato e<br />

il complesso presente dei Balcani<br />

sul quale Crema induce a<br />

rifl ettere con descrizioni attente<br />

e osservazioni acute. Una lettura<br />

piacevole e interessante che ci<br />

aiuta a capire meglio quelle terre<br />

bellissime e affascinati a noi così<br />

vicine e a superare i pregiudizi<br />

con i quali troppo spesso continuiamo<br />

a guardarle.<br />

Osamu Dazai<br />

= IL SOLE SI SPEGNE<br />

Feltrinelli<br />

pagg.: 139<br />

euro 7,50<br />

Feltrinelli ripubblica, a 25 anni<br />

dall’ultima pubblicazione e a<br />

50 dalla prima edizione italiana,<br />

questo capolavoro della letteratura<br />

giapponese. Osamu Dazai,<br />

affascinato dalla bohême parigina<br />

condusse una vita sregolata e<br />

ribelle. Alcolista e morfi nomane,<br />

morì suicida (al quarto tentativo)<br />

nel 1948, a trentanove anni,<br />

dopo aver pubblicato il suo<br />

secondo capolavoro<br />

“Lo “ squalifi cato”. Fu<br />

forse, proprio la vita<br />

inquieta e anticonformista,<br />

che gli permise<br />

di intuire nel Giappone<br />

uscito sconfi tto dalla<br />

seconda guerra mondiale,<br />

i primi segni del<br />

declino di quella classe<br />

aristocratica che, con i<br />

a cura di C.T.P.<br />

g<br />

suoi valori,<br />

aveva<br />

dominato<br />

fi no ad<br />

allora<br />

l’impero<br />

del sol<br />

levante.<br />

Proprio<br />

pensando<br />

a quel sole al tramonto Dazai<br />

racconta con delicatezza, semplicità<br />

e accuratezza la vicenda<br />

di una famiglia dell’aristocrazia<br />

(classe alla quale egli stesso apparteneva)<br />

persa fra l’arrivo della<br />

modernità e l’incomunicabilità<br />

dei rapporti familiari e amorosi<br />

nel Giappone di allora. Una<br />

lettura che ancora oggi aiuta a<br />

capire la mentalità e la vita giapponese.<br />

Peccato solo che, come<br />

troppo spesso capita per le letterature<br />

“esotiche” in Italia, anche<br />

questa sia una traduzione della<br />

traduzione inglese (americano)<br />

e non del testo originale.<br />

Davide Nonino<br />

= CHI HA VISTO<br />

CENERONTOLA? MANUALE<br />

PRATICO PER GIOVANI<br />

SCRITTORI<br />

Edizioni Il<br />

Ciliegio<br />

pagg.: 133<br />

euro 13,00<br />

Divertente e<br />

interessante<br />

questo “Manuale<br />

pratico”,<br />

ultima fatica<br />

editoriale dello<br />

scrittore friulano Davide Nonno,<br />

che accompagna i giovani<br />

scrittori nel lungo e avventuroso<br />

percorso che parte dalla ricerca<br />

delle idee e termina nella stesura<br />

di una storia. Il metodo è quello<br />

della scrittura creativa, con<br />

esercizi e giochi che aiutano a<br />

stimolare e sviluppare la capacità<br />

espressiva, e lezioni che permettono<br />

di acquisire i fondamenti<br />

della narrazione. Il volume<br />

ha anche una fi nalità benefi ca<br />

supporta, infatti, la Fondazione<br />

Francesca Rava N.P.H. Italia<br />

Onlus devolvendo il 10% dei<br />

proventi per aiutare i bimbi di<br />

Haiti grazie al progetto Francisville.


Tracciamo l’iter professionale che l’ha<br />

portata nei Caraibi.<br />

Mi sono diplomato Perito Edile al Malignani nel<br />

1975, poi ho lavorato come tecnico comunale<br />

ma, il mio spirito imprenditoriale era troppo<br />

forte così ho costituito una società con cui ho<br />

realizzato i primi centri commerciali in Friuli. Alla<br />

fi ne degli anni 80, il ‘sistema Italia’ e la libertà<br />

imprenditoriale imbrigliata dalla burocrazia<br />

e le innumerevoli tasse, mi hanno spinto a<br />

intraprendere un’avventura professionale fuori<br />

dai confi ni regionali. Dal 1991 ho girato tra<br />

Thailandia, Canarie, Cuba, Costa Rica, Venezuela<br />

in cerca del contesto più adatto a me dove<br />

vivere e lavorare. Poi ho scoperto la Repubblica<br />

Domenicana, che mi ha ‘adottato’ nel 1997. Qui<br />

ho sviluppato le mie idee, le mie aspettative e<br />

anche la mia persona.<br />

Come si ricomincia in un altro Paese?<br />

Il presupposto è quello di avere la<br />

consapevolezza e l’umiltà di partire da zero.<br />

Ci sono altri soci friulani con lei?<br />

Nel 1997 ho portato con me due ragazzi, uno<br />

di Nespoledo e Giorgio Tosolini di Colloredo<br />

di Monte Albano che è divenuto il mio braccio<br />

destro. Da poco, nello staff, c’è anche Sandy<br />

Gobet che risiede da tempo a Santo<br />

Domingo e ci dà una mano.<br />

Di cosa vi occupate?<br />

Inizialmente di costruzioni, un settore<br />

dove ritengo che i friulani siano dei<br />

maestri, per cultura e per bravura. Poi<br />

ho scelto di specializzarmi in forniture di<br />

impermeabilizzazioni, guaine e materiali edili.<br />

Quanti dipendenti ha e qual è il suo<br />

fatturato?<br />

L’Avirex S.A. Impermeabilizantes conta<br />

15 dipendenti: 3 friulani, 1 piemontese e 11<br />

collaboratori domenicani. Il fatturato annuo si<br />

aggira sui 2 milioni e mezzo di euro.<br />

Cosa c’è nel futuro dell’Avirex?<br />

Da poco ci siamo trasferiti in un nuovo<br />

Avirex S.A.<br />

Impermeabilizantes<br />

indirizzo: Calle “J” no. 14 – zona<br />

industrial de herrera – Santo Domingo<br />

Oeste R.D.<br />

Tel. 001 – 809-251-5018<br />

E-mail: avirex_sa@hotmail.com<br />

LA LIBERTÀ IMPRENDITORIALE<br />

capannone, l’obiettivo è quello di guardare<br />

sempre avanti e ampliare l’attività.<br />

Con quali nazioni ha rapporti d’affari?<br />

Principalmente con quelle che hanno interessi<br />

turistici nell’isola, ma anche privati e ditte locali.<br />

I settori turistico e alberghiero sono in continua<br />

espansione e rimangono i più dinamici.<br />

La situazione politica aiuta l’imprenditoria?<br />

Il presidente, al terzo mandato, è uno statista<br />

giovane e qualifi cato. La sua intelligenza è una<br />

garanzia per la stabilità e lo sviluppo della<br />

Repubblica Domenicana.<br />

Come sono le aliquote d’imposta?<br />

Si paga il 25%, qualunque sia l’ammontare dei<br />

guadagni. Qui chi fa girare l’economia crea<br />

Orizzonti<br />

Ente Friuli nel Mondo<br />

HA I COLORI DI SANTO DOMINGO<br />

Lo sguardo è quello vivace di un imprenditore che ha realizzato<br />

i suoi sogni professionali. Pronuncia, come un vessillo, la parola<br />

“libertà” e aggiunge “nella Repubblica Domenicana fi occano le<br />

opportunità di lavoro, basta saperle cogliere”. Mauro Tonasso,<br />

originario di Variano, è a capo dell’Avirex di Santo Domingo,<br />

azienda specializzata in forniture di materiali edili<br />

Lo stabilimento Avirex a<br />

Santo Domingo e, nel bollo,<br />

Mauro Tonasso<br />

“Il ‘sistema Italia’ rimarrà in piedi<br />

fi no a quando reggerà l’economia.<br />

C’è troppa gente che vive alle<br />

spalle dei pochi che producono<br />

ricchezza. Bisogna ancora toccare<br />

il fondo, solo successivamente<br />

sarà possibile una risalita”.<br />

reddito e non vede sfumare metà dei guadagni<br />

in tasse.<br />

Lei è presidente del locale Fogolâr Furlan,<br />

com’è il legame col Friuli?<br />

Il legame è più forte da quando sono a Santo<br />

Domingo. Può sembrare paradossale ma è<br />

così. Il venerdì ci troviamo a cena tutti assieme,<br />

scegliamo un locale, piazziamo la bandiera della<br />

piccola patria fuori dalla porta e facciamo il<br />

punto su ciò che succede in Friuli. Discutiamo, ci<br />

confrontiamo, analizziamo con occhio obiettivo.<br />

Questo ci fa sentire più vicini alla nostra terra<br />

d’origine.<br />

Paola Del Degan<br />

dicembre09 61


Orizzonti<br />

Approfondimenti<br />

= L'intervento di<br />

ROBERTA MICHIELI<br />

Ho letto le interviste pubblicate a pagina 12 - 13<br />

-14 del Vostro mensile "Realtà Industriale" n. 9,<br />

novembre 2009. Organizzato dalla Provincia di<br />

<strong>Udine</strong>, a <strong>Udine</strong>, l' 8 e 9 novembre 2002, si svolse<br />

il Convegno internazionale "Lingue minoritarie<br />

e identità locali - come risorse economiche e<br />

fattori di sviluppo". A pagina 201 della publicazione<br />

degli Atti, si può leggere quanto allora<br />

affermò Tarcisio Mizzau Responsabile Cultura<br />

dell'Associazione Industriali di <strong>Udine</strong>: “Mi pare<br />

giunto il momento di discutere un'obiezione che<br />

è circolata, messa in giro da quanti non gradiscono<br />

specialmente l'insegamento del friulano a<br />

scuola. Eccola: ‘Perchè studiare il friulano? Meglio<br />

l'inglese’. Si noti che lo studio del friulano a<br />

scuola viene presentato come generatore di un<br />

costo di opportunità, quello della rinuncia all'inglese.<br />

Quest'alternativa è un falso, da qualcuno<br />

usato in buona fede, per superfi cialità; da altri<br />

in cattiva fede. Nessuno, nè la direttiva europea,<br />

nè la legge italiana di tutela delle lingue parlate<br />

da comunità ristrette, nè atti a livello regionale<br />

e amministrativo hanno mai prospettato un'alternativa<br />

del genere, peraltro stupida. I nostri<br />

ragazzi studiano l'inglese, o altra lingua scelta,<br />

assieme al friulano e all'italiano; e probabilmente<br />

meglio, conoscendo il funzionamento grammaticale<br />

della propria lingua madre”.<br />

Consiglio la ristampa degli Atti di questo importante<br />

Convegno internazionale e in particolare la<br />

relazione dell'allora vostro "Responsabile Cultura<br />

dell'Associazione Industriali di <strong>Udine</strong>", dr.<br />

Tarcisio Mizzau, e la consegna della ristampa a<br />

tutti i vostri iscritti, Presidente Calligaris incluso.<br />

Cordialità.<br />

Roberta Michieli<br />

= L'intervento di<br />

CHRISTIAN ROMANINI<br />

Preseâts President Calligaris e President Luci,<br />

o ai let cun interès lis pagjinis dedicadis a la<br />

cuintriposizion "furlan vs inglês" sul mensîl<br />

"Realtâ industriale".<br />

O rispieti dutis lis posizions e mi plasarès che cul<br />

stes spirt si frontàs simpri lis cuistions: par chest<br />

mi à fat mâl lei che i "pretestuôs" a saressin chei<br />

che a àn esprimût cualchi proteste tai confronts<br />

des peraulis dal president Calligaris.<br />

No jentri tal mert des ideis dal President Calligaris<br />

ancje se o soi une vore deludût des sôs<br />

declarazions: aio di condiserâmi ancje jo un<br />

"pretestuôs"? O lassi che a rispuindi al sedi<br />

un sienziât espert di linguistiche (prof. Franco<br />

62 dicembre09<br />

FRIULANO vs INGLESE?<br />

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO<br />

Il Focus pubblicato il mese scorso su realtà industriale dal titolo “Friulano Vs Inglese”<br />

ha suscitato notevole attenzione anche al di fuori del mondo industriale. In<br />

particolare abbiamo ricevuto due interventi via e-mail , l'uno in friulano del vicedirettore<br />

della Patrie dal Friuli Christian Romanini, l'altro in italiano da Roberta<br />

Michieli, curatrice (insieme a Giuliano Zelco) del volume “Venezia Giulia – la<br />

regione inventata” edito da Kappa Vu, che in modo garbato criticano i contenuti<br />

di alcune interviste di quell'articolo. Pubblichiamo volentieri entrambi i contenuti,<br />

così come quello inviatoci da Tarcisio Mizzau, già responsabile culturale di Confi ndustria<br />

<strong>Udine</strong> (tutti i commenti hanno subito alcuni tagli per ragioni di spazio, che<br />

tuttavia non ne alterano il contenuto)<br />

Finco: “Se tu sâs il furlan tu imparis l’inglês”): o<br />

soi convint che ancje voaltris o sês dacuardi che<br />

su lis cuistions sientifi chis al è impuartant scoltâ<br />

il parê dai esperts che a fevelin su dâts cierts e<br />

no su semplicis opinions (che la riviste "Realtâ<br />

Industriale" e à defi nît "pretestuosis").<br />

Par chest, sigûr che la pluralitât di espression e<br />

sedi a la fonde de linie editoriâl ancje de vuestre<br />

riviste, us domandi se al è pussibil dâ acet ancje<br />

a chest intervent su lis vuestris pagjinis.<br />

Ringraziant pe atenzion, us saludi.<br />

Christian Romanini<br />

= L'intervento di<br />

TARCISIO MIZZAU<br />

Di fronte alla provocatoria alternativa posta da<br />

Realtà Industriale – “meglio il friulano o l’inglese?”<br />

– gli imprenditori friulani hanno dato risposte<br />

di un’esemplare maturità, apprezzando la<br />

lingua friulana come valore culturale e l’inglese<br />

come strumento per entrare in rapporto con le<br />

popolazioni di tutto il mondo.<br />

La risposta più chiara è venuta da Marco Calzavara:<br />

“Credo che il tema dell’alternativa fra<br />

il friulano e l’inglese non si ponga nemmeno.<br />

Sono convinto che la lingua friulana sia un patrimonio<br />

da preservare e difendere”.<br />

Il paragone diretto fra friulano ed inglese non ha<br />

senso: la lingua friulana incorpora per noi storia,<br />

tradizione, cultura, identità. E’ un marchio di<br />

fabbrica i cui valori hanno sede nel profondo,<br />

si giudica prima di tutto con il cuore. L’inglese è<br />

uno strumento indispensabile per il lavoro, alla<br />

pari del personal computer. Qualcosa di freddo,<br />

ma che ci serve, da giudicare con la ragione.<br />

Non ci si poteva aspettare che le risposte degli<br />

imprenditori fossero diverse. O qualcuno pensa<br />

che sia compito di chi fa impresa raccogliere<br />

la lacera bandiera di coloro che per un secolo,<br />

fra immense sofferenze, hanno proclamato che<br />

l’economia è il solo metro per misurare la bontà<br />

delle scelte? In questo quadro orribile, sacrifi care<br />

una lingua che non serve direttamente l’economia,<br />

come quella friulana, sarebbe stato un<br />

dovere.<br />

Ma l’industria d’oggi è basata sulla conoscenza e<br />

sui valori. Per questo, accanto al potenziamento<br />

dell’Università, gli imprenditori considerano il<br />

riconoscimento dei valori identitari un bene da<br />

promuovere. E’ con l’umile lingua dei nostri<br />

vecchi che vengono trasmessi la serietà dell’impegno<br />

lavorativo, il rispetto per gli altri, il piacere<br />

per l’opera ben fatta: tutte qualità che assorbiamo<br />

nell’ambiente in cui ci formiamo e che ci<br />

vengono riconosciute come elemento distintivo<br />

nel mondo.<br />

I cinesi sono portatori di una lingua di grande<br />

importanza negli affari. Nella mia ultraventennale<br />

frequentazione di quel grande Paese, li ho<br />

sempre trovati fi eri di appartenere alla grande<br />

Cina, ma anche orgogliosi di parlare della loro<br />

Provincia, della famiglia e della lingua che parlano<br />

con i loro cari. Chi vuole rapportarsi non<br />

superfi cialmente con loro, racconti – in inglese<br />

– dei propri familiari, della storia della nostra<br />

terra, dell’<strong>Udine</strong>se (i giovani la conoscono,<br />

perché vedono le partite importanti del nostro<br />

campionato di calcio). L’amore per la terra nativa,<br />

nella grande diversità delle culture, è fra noi<br />

e loro un punto in comune, un ponte per aprire<br />

un dialogo vero. Gli affari seguono.<br />

Tarcisio Mizzau


CAFC SPA, nella Carta<br />

dei Servizi un nuovo<br />

“patto” con gli utenti<br />

Il documento defi nisce tra l’altro i tempi<br />

massimi entro i quali l’azienda è tenuta a<br />

dare risposta alle richieste della clientela<br />

In alto a destra: Eddi Gomboso, presidente di Cafc spa; qui sopra, la sede della società<br />

Venti giorni per un allacciamento,<br />

cinque per l’attivazione della fornitura<br />

idrica, venti minuti di attesa allo<br />

sportello. Sono questi alcuni degli standard<br />

garantiti da Cafc spa sulla base della<br />

nuova Carta dei Servizi recentemente<br />

approvata dal Cda. Un vero e proprio<br />

“patto” con gli utenti: per la precisione, un<br />

patto rivisto e rinnovato, considerato che il<br />

documento – contenuto in un opuscolo in<br />

distribuzione a domicilio a tutti coloro che<br />

fruiscono del servizio e che chiunque può<br />

inoltre visionare sul sito internet www.<br />

cafcspa.com - contiene diverse novità<br />

rispetto alla “vecchia” Carta in vigore fi no a<br />

oggi. A richiederne l’adeguamento è stata<br />

l’Autorità di ambito territoriale ottimale,<br />

fi ssando gli standard minimi ai quali Cafc<br />

spa, così come gli altri gestori, è chiamato<br />

a uniformarsi.<br />

L’obiettivo dell’azienda è quello di garantire<br />

un servizio migliore e più qualifi cato, nel<br />

rispetto di una serie di principi fondamentali<br />

che sono l’eguaglianza e l’imparzialità<br />

di trattamento, la continuità del servizio,<br />

la partecipazione, la cortesia, l’effi cacia e<br />

l’effi cienza, la chiarezza e comprensibilità<br />

dei messaggi e il rispetto delle condizioni<br />

principali di fornitura.<br />

La Carta risponde dunque a esigenze di<br />

trasparenza e di corretta informazione,<br />

fi ssando principi e regole nel rapporto tra<br />

l’azienda che eroga i servizi e gli utenti che<br />

ne fruiscono. In questo modo, assicura la<br />

partecipazione dei cittadini, riconoscendo<br />

loro il diritto di accesso alle informazioni e<br />

di giudizio sull’operato del gestore. Tutto<br />

questo secondo modalità ben precise, che<br />

hanno lo scopo di favorire il dialogo tra<br />

gli uni e l’altro. Il documento può dunque<br />

INFORMAZIONE COMMERCIALE<br />

essere considerato anche una sorta di<br />

“mappa” per orientarsi tra i servizi offerti, i<br />

tempi e le modalità di comunicazione con<br />

il gestore. Più concretamente, tra le pagine<br />

si possono trovare defi niti in maniera precisa<br />

i tempi massimi entro i quali l’azienda<br />

è tenuta a dare risposta alle esigenze della<br />

clientela: dai dieci giorni per la cessazione<br />

della fornitura ai sessanta per il rilascio<br />

dell’autorizzazione all’allaccio alla pubblica<br />

fognatura.<br />

Ma la guida fornita dalla Carta va oltre, e<br />

indica anche la strada da seguire qualora<br />

tali tempistiche non fossero rispettate.<br />

Per ciascuna inadempienza è previsto un<br />

rimborso forfettario e, inoltre, qualsiasi violazione<br />

dei principi contenuti nella Carta<br />

può essere segnalata attraverso un reclamo<br />

in forma orale o scritta e deve ottenere<br />

risposta entro trenta giorni. in alternativa,<br />

l’utente avrà da ora anche la possibilità di<br />

rivolgersi alla Commissione di conciliazione<br />

istituita presso Cafc spa e composta da<br />

Cafc stesso e dalle associazioni dei consumatori<br />

accreditate. Inoltre, si stabiliscono le<br />

facilitazioni per utenti particolari, continuando<br />

sulla strada da tempo intrapresa con<br />

l’attivazione di un servizio a domicilio su<br />

richiesta per utenti diversamente abili.<br />

Vengono infi ne stabiliti i criteri con i quali<br />

l’azienda valuterà la percezione da parte<br />

degli utenti del servizio atteso e ricevuto e,<br />

nella ricerca di un continuo miglioramento,<br />

verranno concentrati gli sforzi per ridurre<br />

decisamente le tempistiche di intervento<br />

sulle rotture di tubazioni e il rilascio dei documenti<br />

su procedimenti autorizzativi.<br />

dicembre09 63


64 dicembre09<br />

AGRODOLCE<br />

di Paolo Tarabocchia


dicembre09 65


L’Opinione<br />

Molte imprese italiane, per idee e capacità, meritano di potersi far conoscere sempre<br />

più nel mondo – in un contesto di regole certe e comportamenti legalmente corretti<br />

– al pari di quelli che sono ormai status symbol come la Ferrari o i grandi stilisti.<br />

66 dicembre09<br />

A PROPOSITO DI...<br />

MADE IN ITALY<br />

Un aiuto in più contro la crisi globale, un’opportunità da saper cogliere. Il decreto legge<br />

che contiene le nuove misure a favore della tutela del “Made in Italy” sembra<br />

fi nalmente accontentare tutti e mettere un freno a speculatori e “furbi” che, giocando sul<br />

fascino dell’italianità hanno costruito fortune, ma attuando una concorrenza sleale che<br />

ha pesantemente penalizzato negli ultimi anni l’intero sistema produttivo nazionale.<br />

Ben venga, allora, questa sacrosanta tutela del “Made in Italy”, di<br />

quei prodotti per la cui promozione su nuovi interessanti mercati<br />

in prospettiva (dal Sud America ai Paesi del Golfo, tanto per citare)<br />

si sono realizzate di recente importanti missioni commerciali<br />

che hanno coinvolto l’intero sistema Italia. Ben venga<br />

l’applicazione delle sanzioni previste per chi<br />

continuerà a ciurlare nel manico. Ma la<br />

normativa rappresenta solo un piccolo<br />

passo verso una maggiore trasparenza<br />

del mercato ed è tuttavia legittimo non<br />

aspettarsi che diventi una panacea universale,<br />

considerando gli enormi interessi<br />

che ruotano attorno alle contraffazioni e<br />

che coinvolgono migliaia di persone nella<br />

stessa Italia... Insomma, uno strumento utile<br />

ma che ha bisogno di essere accompagnato<br />

da un insieme di altri comportamenti virtuosi.<br />

Da parte degli imprenditori, in primis<br />

(poiché, se è lecito confi dare nei miracoli, è<br />

meglio comunque premunirsi camminando,<br />

per quanto possibile, con le proprie gambe…),<br />

perché il “Made in Italy” potrà trovare una crescente<br />

affermazione solo se sarà in grado di offrire<br />

stile, originalità, accompagnata da qualità e da innovazione:<br />

il che presuppone aziende di dimensioni tali da poter attuare i necessari<br />

e continui investimenti in ricerca e sviluppo e nella ricerca<br />

di nuovi mercati. Tuttavia l’impegno degli imprenditori non è e non<br />

sarà di per sé suffi ciente. Ma qui, vista la situazione, si entra davvero<br />

nel campo del miracoloso. Perché sarà necessario che anche<br />

da parte dello Stato ci sia un impegno forte e deciso per rendere<br />

competitivo il sistema industriale. Impresa che, allo stato attuale<br />

– considerando anche il richiamo della Commissione europea ad<br />

un rientro dei conti pubblici entro i limiti previsti entro il 2012 e le<br />

risorse sempre più ingenti richieste dal welfare (non solo pensioni,<br />

ma soprattutto, in questa fase diffi cile e delicata dell’economia<br />

reale, il sostegno per gli ammortizzatori sociali) – sembra quanto<br />

mai improba. Tagli alle imposte e alle tasse, al di là di qualche<br />

leggero “aggiustamento” paiono davvero opera ardua e<br />

la razionalizzazione della spesa pubblica, ancorché indispensabile,<br />

non si annuncia comunque taumaturgica. Le<br />

imprese potrebbero quindi sperare in qualche minor costo<br />

legato alla sburocratizzazione e in qualche risorsa per<br />

ricerca e sviluppo, possibilmente messa a disposizione<br />

con criteri un po’ meno peregrini dei colpi di mouse<br />

dei recenti “click day”. La prosecuzione sulla strada<br />

delle riforme e dell’emersione del sommerso<br />

(altro elemento di concorrenza sleale – tutto<br />

interno al nostro Paese – ma che mette<br />

a rischio l’intero sistema quanto le contraffazioni)<br />

potranno aiutare a difendere<br />

– assieme ad investimenti in formazione<br />

e ricerca - il patrimonio di conoscenze e<br />

di capacità del nostro sistema industriale.<br />

Perché molte imprese italiane, per idee e capacità,<br />

meritano di potersi far conoscere sempre<br />

più nel mondo – in un contesto di regole certe e<br />

comportamenti legalmente corretti – al pari di quelli<br />

che sono ormai status symbol come la Ferrari o i grandi stilisti.<br />

Sperando che i primi ad affossare questa opportunità non siano gli<br />

stessi italiani con i soliti comportamenti, quelli sì, proverbialmente<br />

e spiacevolmente… Made in Italy.<br />

Mauro Filippo Grillone


dicembre09 67


68 dicembre09

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