CRISTIANA COMPAGNO - Confindustria Udine
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Economia<br />
Analisi<br />
RIPRESA PALLIDA<br />
Occorre prendere consapevolezza<br />
che il mondo è cambiato e che<br />
molte convinzioni vanno riviste: la<br />
crescita non è illimitata, la fi ducia acritica<br />
nei confronti del mercato si è rivelata sbagliata,<br />
il valore non si crea con la moltiplicazione<br />
esponenziale del rischio ma sulla<br />
capacità di sviluppo dell’economia reale<br />
fondata sul lavoro e sull’impresa.<br />
Il punto di minima della caduta produttiva<br />
pare superato ma la ripresa si preannuncia<br />
fragile ed incerta, ancora dipendente dal<br />
sostegno della politica economica. Quando<br />
la crisi dell’economia reale<br />
è stata determinata, come in<br />
quest’ultimo anno ma con una<br />
dimensione sistemica ed ampiezza<br />
globale mai manifestatasi,<br />
dalla crisi fi nanziaria, i tempi<br />
di ripresa della produzione e del<br />
lavoro sono risultati più lunghi<br />
di quelli di una normale recessione.<br />
Il recupero che si è registrato<br />
nel terzo trimestre di quest’anno<br />
dalla produzione industriale<br />
ha benefi ciato del processo di<br />
ricostituzione delle scorte. L’andamento<br />
positivo della produzione<br />
industriale ha “trascinato”<br />
l’inversione di tendenza del<br />
prodotto. Dopo 15 mesi, infatti,<br />
si è interrotta la caduta del PIL,<br />
la più lunga e la più costosa dal<br />
secondo dopoguerra. Ma la crescita<br />
è risultata inferiore ai livelli<br />
che erano attesi dall’andamento<br />
della produzione industriale.<br />
Tensioni sul mercato del lavoro,<br />
razionamento/selezione del<br />
credito, tasso di cambio euro/<br />
dollaro possono esserne state le<br />
determinanti.<br />
Le prospettive di consolidamento<br />
della ripresa, ora incerta,<br />
sono legate sia alla tenuta del<br />
processo di rafforzamento della<br />
domanda estera, ma soprattutto<br />
alla possibilità di rilancio della<br />
30 dicembre09<br />
domanda interna. Ma, sotto questo profi lo,<br />
consumi ed investimenti costituiscono un<br />
aspetto critico.<br />
I consumi sono condizionati dalla capacità<br />
delle spesa delle famiglie sulla quale<br />
andranno a scaricarsi gli effetti del ridimensionamento<br />
dell’occupazione e del<br />
conseguente contenimento del reddito<br />
disponibile.<br />
Gli investimenti verrebbero limitati dalla<br />
selezione del merito di credito e dalla<br />
capacità produttiva in eccesso (l’indagine<br />
congiunturale interna di Confi ndustria Udi-<br />
Permangono interrogativi<br />
sulla robustezza del recupero ciclico<br />
ne segnala che il grado di utilizzo degli impianti<br />
è sceso in un anno dall’88 al 58%).<br />
A questo si aggiungono i rischi di tensioni<br />
valutarie con la sopravvalutazione dell’euro<br />
che viene a penalizzare la nostre esportazioni<br />
proprio quando si profi la il recupero<br />
della domanda internazionale.<br />
Quindi permangono interrogativi sulla robustezza<br />
del recupero ciclico.<br />
Dopo il rimbalzo del terzo trimestre l’attività<br />
produttiva si assesterebbe mantenendo<br />
comunque una dinamica leggermente<br />
positiva per stabilizzarsi nella prima parte<br />
del 2010 ed assumere una maggiore consistenza<br />
nella seconda metà. La gradualità<br />
del ciclo rifl etterebbe la lentezza della<br />
ripresa in particolare nell’area dei paesi<br />
avanzati.<br />
Quindi la ripresa è prevista ma sarà “pallida”.<br />
Per le imprese la “ripresa” è il futuro che<br />
ciascun imprenditore saprà<br />
costruire.<br />
Le imprese, da quelle piccole e<br />
medie a quelle grandi, hanno<br />
reagito alle spinte recessive<br />
puntando sulla riduzione dei costi<br />
nel segno dell’effi cientamento,<br />
sull’innovazione di prodotto,<br />
sull’ampliamento e sulla diversifi<br />
cazione dei mercati, sulla personalizzazione<br />
del servizio.<br />
Chi più ha “investito” in queste<br />
strategie meglio si è attrezzato<br />
per la fuoriuscita dagli effetti<br />
della recessione che non sarà<br />
neutrale.<br />
La selezione imposta dal mercato<br />
con la recessione si è acuita.<br />
L’importante e non subirla ma<br />
gestirla. Quindi serve una politica<br />
economica attenta a favorire<br />
la competitività di sistema ed<br />
una politica industriale che<br />
promuova i processi di crescita<br />
delle imprese.<br />
La legge fi nanziaria regionale,<br />
pur vincolata dal calo delle entrate<br />
e dalla rigidità della spesa,<br />
non può disattendere questa<br />
esigenza complessiva puntando<br />
sulla priorità della difesa del<br />
lavoro e della salvaguardia delle<br />
potenzialità di sviluppo del sistema<br />
delle imprese.<br />
Ezio Lugnani