01.03.2013 Views

CRISTIANA COMPAGNO - Confindustria Udine

CRISTIANA COMPAGNO - Confindustria Udine

CRISTIANA COMPAGNO - Confindustria Udine

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

L’Opinione<br />

Molte imprese italiane, per idee e capacità, meritano di potersi far conoscere sempre<br />

più nel mondo – in un contesto di regole certe e comportamenti legalmente corretti<br />

– al pari di quelli che sono ormai status symbol come la Ferrari o i grandi stilisti.<br />

66 dicembre09<br />

A PROPOSITO DI...<br />

MADE IN ITALY<br />

Un aiuto in più contro la crisi globale, un’opportunità da saper cogliere. Il decreto legge<br />

che contiene le nuove misure a favore della tutela del “Made in Italy” sembra<br />

fi nalmente accontentare tutti e mettere un freno a speculatori e “furbi” che, giocando sul<br />

fascino dell’italianità hanno costruito fortune, ma attuando una concorrenza sleale che<br />

ha pesantemente penalizzato negli ultimi anni l’intero sistema produttivo nazionale.<br />

Ben venga, allora, questa sacrosanta tutela del “Made in Italy”, di<br />

quei prodotti per la cui promozione su nuovi interessanti mercati<br />

in prospettiva (dal Sud America ai Paesi del Golfo, tanto per citare)<br />

si sono realizzate di recente importanti missioni commerciali<br />

che hanno coinvolto l’intero sistema Italia. Ben venga<br />

l’applicazione delle sanzioni previste per chi<br />

continuerà a ciurlare nel manico. Ma la<br />

normativa rappresenta solo un piccolo<br />

passo verso una maggiore trasparenza<br />

del mercato ed è tuttavia legittimo non<br />

aspettarsi che diventi una panacea universale,<br />

considerando gli enormi interessi<br />

che ruotano attorno alle contraffazioni e<br />

che coinvolgono migliaia di persone nella<br />

stessa Italia... Insomma, uno strumento utile<br />

ma che ha bisogno di essere accompagnato<br />

da un insieme di altri comportamenti virtuosi.<br />

Da parte degli imprenditori, in primis<br />

(poiché, se è lecito confi dare nei miracoli, è<br />

meglio comunque premunirsi camminando,<br />

per quanto possibile, con le proprie gambe…),<br />

perché il “Made in Italy” potrà trovare una crescente<br />

affermazione solo se sarà in grado di offrire<br />

stile, originalità, accompagnata da qualità e da innovazione:<br />

il che presuppone aziende di dimensioni tali da poter attuare i necessari<br />

e continui investimenti in ricerca e sviluppo e nella ricerca<br />

di nuovi mercati. Tuttavia l’impegno degli imprenditori non è e non<br />

sarà di per sé suffi ciente. Ma qui, vista la situazione, si entra davvero<br />

nel campo del miracoloso. Perché sarà necessario che anche<br />

da parte dello Stato ci sia un impegno forte e deciso per rendere<br />

competitivo il sistema industriale. Impresa che, allo stato attuale<br />

– considerando anche il richiamo della Commissione europea ad<br />

un rientro dei conti pubblici entro i limiti previsti entro il 2012 e le<br />

risorse sempre più ingenti richieste dal welfare (non solo pensioni,<br />

ma soprattutto, in questa fase diffi cile e delicata dell’economia<br />

reale, il sostegno per gli ammortizzatori sociali) – sembra quanto<br />

mai improba. Tagli alle imposte e alle tasse, al di là di qualche<br />

leggero “aggiustamento” paiono davvero opera ardua e<br />

la razionalizzazione della spesa pubblica, ancorché indispensabile,<br />

non si annuncia comunque taumaturgica. Le<br />

imprese potrebbero quindi sperare in qualche minor costo<br />

legato alla sburocratizzazione e in qualche risorsa per<br />

ricerca e sviluppo, possibilmente messa a disposizione<br />

con criteri un po’ meno peregrini dei colpi di mouse<br />

dei recenti “click day”. La prosecuzione sulla strada<br />

delle riforme e dell’emersione del sommerso<br />

(altro elemento di concorrenza sleale – tutto<br />

interno al nostro Paese – ma che mette<br />

a rischio l’intero sistema quanto le contraffazioni)<br />

potranno aiutare a difendere<br />

– assieme ad investimenti in formazione<br />

e ricerca - il patrimonio di conoscenze e<br />

di capacità del nostro sistema industriale.<br />

Perché molte imprese italiane, per idee e capacità,<br />

meritano di potersi far conoscere sempre<br />

più nel mondo – in un contesto di regole certe e<br />

comportamenti legalmente corretti – al pari di quelli<br />

che sono ormai status symbol come la Ferrari o i grandi stilisti.<br />

Sperando che i primi ad affossare questa opportunità non siano gli<br />

stessi italiani con i soliti comportamenti, quelli sì, proverbialmente<br />

e spiacevolmente… Made in Italy.<br />

Mauro Filippo Grillone

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!