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Laocoonte: il mito e la statua nelle fonti classiche Per una lettura di ...

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Post, è <strong>il</strong> turno <strong>di</strong> <strong>Laocoonte</strong>, che <strong>il</strong> sentimento paterno spinge a intervenire in soccorso dei figli brandendo<br />

le armi: anche lui viene afferrato con forza, anche lui è avvinto dalle spire stringenti, in <strong>una</strong> sorta <strong>di</strong> spirale<br />

vorticosa in cui i serpenti ormai «bis me<strong>di</strong>um amplexi, bis collo» (v. 218). Interessante e forse funzionale a<br />

iso<strong>la</strong>re al centro <strong>la</strong> figura <strong>di</strong> <strong>Laocoonte</strong>, a consacrarne l’importanza in questa scena, <strong>il</strong> fatto che egli sia<br />

inserito in un sistema fatto <strong>di</strong> coppie, scan<strong>di</strong>to da elementi binari: i serpenti sono gemini (v. 203) e si<br />

<strong>di</strong>rigono verso <strong>la</strong> terra pariter (v. 205); due sono i figli (v. 213) avvinti dall’uno e dall’altro serpente (serpes<br />

uterque, v. 214); e sempre gemini poi essi si <strong>di</strong>rigeranno delubra ad summa (v. 225); ma solo è quell’ipsum<br />

(v. 216) avvinghiato da un doppio giro <strong>di</strong> spire che <strong>il</strong> testo moltiplica, <strong>di</strong> nuovo per due, me<strong>di</strong>ante l’anafora<br />

asindetica al v. 218. Ancora al v. 220 quell’<strong>il</strong>le si staglia solo all’inizio del verso, nel tentativo estremo e<br />

<strong>di</strong>sperato <strong>di</strong> tendere le mani per <strong>di</strong>vellere nodos: un solo verso per rendere con efficacia lo sforzo, <strong>la</strong><br />

tensione <strong>di</strong> quelle membra che sembrano non arrendersi sotto <strong>la</strong> stretta dei no<strong>di</strong>, mentre al cielo si levano<br />

c<strong>la</strong>mores horrendos. Ecco <strong>il</strong> grido <strong>di</strong> <strong>Laocoonte</strong> che irrompe in <strong>una</strong> scena tutta visiva e tatt<strong>il</strong>e e vi si accorpa<br />

in un tutt’uno: «simul manibus ten<strong>di</strong>t… c<strong>la</strong>mores simul horrendos ad sidera tollit» (vv. 220 e 222). Il<br />

<strong>Laocoonte</strong> <strong>di</strong> Virg<strong>il</strong>io grida nel contorcersi e, del resto, <strong>il</strong> grido è <strong>la</strong> naturale espressione del dolore fisico:<br />

come fa notare Lessing 5 , gli eroi greci, superiori in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> loro azione, sono uomini veri nel sentire,<br />

temono e gridano, senza per questo compromettere <strong>la</strong> grandezza d’animo che li <strong>di</strong>stingue. Sofferenza, grida<br />

e magnanimità si possono per <strong>la</strong> mentalità antica conc<strong>il</strong>iare. 6 E Virg<strong>il</strong>io insiste sulle grida, inserendo in<br />

chiusura dell’episo<strong>di</strong>o <strong>una</strong> potente sim<strong>il</strong>itu<strong>di</strong>ne che con <strong>la</strong> sua irresistib<strong>il</strong>e evidenza e densità paragona <strong>il</strong><br />

sacerdote al<strong>la</strong> vittima: <strong>Laocoonte</strong>, che non a caso è stato presentato nell’atto <strong>di</strong> compiere un sacrificio a<br />

Nettuno, ora è <strong>di</strong>venuto a sua volta vittima designata e i suoi gesti, le sue grida vengono accostati a quelli del<br />

toro ferito che tenta <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinco<strong>la</strong>rsi sotto i colpi del<strong>la</strong> scure. Vittima e carnefice si scambiano i ruoli, ma se ci<br />

si sofferma sull’accostamento, si ha l’impressione che Virg<strong>il</strong>io abbia voluto suggerire <strong>di</strong> più: non è senza<br />

conseguenze <strong>il</strong> fatto <strong>di</strong> designare <strong>Laocoonte</strong> come vittima sacrificale e quin<strong>di</strong> innocente e necessaria<br />

insieme. La logica del sacrificio 7 implica l’apertura <strong>di</strong> un orizzonte <strong>di</strong> necessità, guida lo sguardo del lettore,<br />

avvisato del<strong>la</strong> <strong>di</strong>namica progettuale sottesa agli eventi narrati, verso quei Lavina litora (Aen. I, 2-3) su cui<br />

hanno da sorgere le altae moenia Romae (I, 7). Ma agli occhi dei Troiani <strong>la</strong> morte <strong>di</strong> <strong>Laocoonte</strong> appare come<br />

monito, come punizione per <strong>il</strong> sacr<strong>il</strong>egio <strong>di</strong> aver vio<strong>la</strong>to <strong>il</strong> sacrum robur con quell’asta scagliata con forza: lo<br />

conferma loro l’acquattarsi dei serpenti ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Minerva oltraggiata, <strong>il</strong> loro acquietarsi, consumata <strong>la</strong><br />

vendetta, al riparo sotto lo scudo del nume.<br />

La morte <strong>di</strong> <strong>Laocoonte</strong> vien così a caricarsi <strong>di</strong> almeno tre significati, in corrispondenza dei tre punti <strong>di</strong> vista<br />

che si fondono insieme in quel<strong>la</strong> scena <strong>di</strong> morte, come le spire dei serpenti sui corpi: punizione <strong>di</strong>vina per <strong>la</strong><br />

5 G.E. LESSING, <strong>Laocoonte</strong>, a c. <strong>di</strong> M. COMETA, Palermo, Aestethica, 2007, pp. 23-24.<br />

6 Le osservazioni <strong>di</strong> Lessing sono <strong>il</strong> frutto delle perplessità in lui suscitate dalle considerazioni <strong>di</strong> Winckelmann su questo punto.<br />

Egli afferma che se <strong>il</strong> <strong>Laocoonte</strong> <strong>di</strong> marmo non leva alcun grido <strong>di</strong> dolore durante <strong>il</strong> suo sacrificio, come invece avviene in<br />

Virg<strong>il</strong>io, è perché l’artista ha dovuto a sua volta sacrificare l’espressione deturpante del patimento fisico al<strong>la</strong> legge prima dell’arte,<br />

<strong>la</strong> legge del<strong>la</strong> bellezza, e non perché l’assenza del grido, mitigato in un sospiro, fosse espressone <strong>di</strong> sngo<strong>la</strong>re fermezza d’animo.<br />

(cfr. LESSING, <strong>Laocoonte</strong>,pp.27-28).<br />

7 A questo proposito cfr. gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> RENÉ GIRARD, fra i quali Il capro espiatorio, Adelphi, 1986; Il Sacrificio, Cortina Raffaello,<br />

2004; La pietra dello scandalo, Adelphi, 2004; Il pensiero rivale. Dialoghi su letteratura, f<strong>il</strong>osofia e antropologia, Trasnseuropea,<br />

2006.<br />

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