Poesie - Provincia di Torino
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c) benchè l’albanese d’Albania -innegabilmente- faccia parte del<br />
contesto dell’insieme della ” lingua albanese”, essa, per lo più<br />
risulta incomprensibile agli arbëreshë ed è recepita come lingua<br />
straniera, <strong>di</strong>stante storicamente e culturalmente.<br />
Se dunque, gli arbëreshë tendono <strong>di</strong> per sè, a tralasciare il parlare<br />
quella che ritengono la loro lingua madre, facente parte della<br />
propria storia e sfera affettiva, che è la lingua arcaica <strong>di</strong> epoca<br />
me<strong>di</strong>evale, l’imporre -per l’insegnamento- la lingua d’Albania,<br />
avrà due esiti negativi: da una parte il fatto che essa non verrà<br />
mai accettata in quanto lingua, ritenuta lontana storicamente e<br />
culturalmente e dall’altra, avrà effetto totalmente contrario agli<br />
auspici delle varie leggi nazionali e regionali per la tutela delle<br />
già dette minoranze linguistiche d’Italia.<br />
d) la lingua arbëreshe in Italia, benchè in alcune situazioni -per l’integrazione<br />
con il contesto italiano- risulti “inquinata” da lemmi<br />
italiani dovuti alla <strong>di</strong>glossia, essa risulta comunque meno impoverita<br />
dello stesso albanese d’Albania che ammette nel suo<br />
vocabolario più del 20% <strong>di</strong> termini stranieri: in primo luogo italiani,<br />
poi, termini turchi che, non si è saputo sostituire e che oramai<br />
sono entrati a far parte integrante della lingua, vocaboli <strong>di</strong>alettali<br />
veneti, dovuti al dominio <strong>di</strong> vaste aree della costa albanese<br />
del XIV secolo, da parte della “Serenissima” (la repubblica<br />
veneta).<br />
In ultima analisi, al contrario <strong>di</strong> come espresso dai vari albanologi,<br />
docenti <strong>di</strong> cattedre <strong>di</strong> letteratura albanese, (albanese e dunque non<br />
arbëreshe), se si dovesse ipotizzare un piano <strong>di</strong> “restauro” linguistico<br />
per l’arbëreshe, la dove esso risulti compromesso, tale progetto<br />
potrebbe consistere nell’avvalersi dell’apporto <strong>di</strong> quei siti arbëreshë<br />
che maggiormente hanno conservato l’uso della lingua antica; quest’ultima,<br />
con le sue declinazioni ed i termini arcaici, costituisce interesse<br />
attuale per la ricostruzione della linguistica in Europa.<br />
Se in questo ipotetico “restauro”, -pura eccezione- dovessero<br />
comunque permanere dei prestiti, italianismi -per la detta integrazione-<br />
e grecismi -per la religione cattolica <strong>di</strong> rito bizantino-, essi fanno<br />
parte della storia arbëreshë: dunque, non vergognamoci <strong>di</strong> usarli come<br />
facenti parte della lingua, così come nel loro contesto, hanno ragione<br />
d’essere, alcuni turchismi nell’albanese d’Albania.<br />
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