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Tommaso Caliò<br />
“cattolico scrittore” secondo le definizioni che dei due tipi, citando a<br />
sua volta Charles Peguy, aveva indicato già nel 1923 Giovanni Papini:<br />
Nella semplice inversione delle due parole c’è una distinzione profonda<br />
che va meditata. Lo scrittore cattolico non scrive che su temi<br />
strettamente cattolici, siano agiografici o teologici o apologetici, e deve<br />
sempre ubbidire a certe norme letterarie tradizionali; il cattolico scrittore,<br />
invece, può scrivere su qualunque argomento, in qualunque stile, e<br />
perché il suo animo sia veramente cattolico, i suoi libri saranno sempre<br />
cattolicamente sensati e pensati, anche se, per caso, non vi comparisse<br />
mai, neppure una volta, il nome di Cristo 4 .<br />
Un tema su cui tornerà spesso anche don Giuseppe De Luca nei<br />
suoi carteggi privati 5 e nella sua attività di pubblicista: ebbe un certo<br />
successo il suo aforisma: «Non esistono degli scrittori cattolici. Esistono<br />
dei cattolici, grazie a Dio, e son molti; e tra loro esistono degli scrittori,<br />
e, grazie a Dio, son pochi» 6 . Più in generale si denunciava l’ina-<br />
4<br />
G. PAPINI, L’Omo Selvatico si difende (1923), in La scala di Giacobbe, Firenze,<br />
Vallecchi, 1932, p. 146. Su posizioni simili Luciano Berra: «Nulla può essere dunque<br />
precluso all’artista cristiano e nessun limite – io penso – può essere posto alla sua ispirazione»<br />
(L. BERRA, Problemi d’arte e di vita nella letteratura cattolica, in «Vita e Pensiero»,<br />
a. XVII, fasc. 6, 1931, pp. 327-328, cfr. in proposito G. LANGELLA, Il secolo<br />
delle riviste. Lo statuto letterario dal «Baretti» a «Primato», Milano, Vita e Pensiero,<br />
1982, pp. 303-304).<br />
5<br />
Cfr. ad esempio la lettera del 28 novembre 1930 a Piero Bargellini: «Siamo<br />
cattolici, siamo artisti (chi gli riesce!), siamo anche, se vuole, cattolici artisti, ma per<br />
carità non apponiamo la troppo grande parola cattolico tanto facilmente alle nostre<br />
produzioni qualsiasi, anche fossero bellissime» (P. BARGELLINI, G. DE LUCA, Carteggio,<br />
I. 1929-1932, a cura di G. Scudder, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1998,<br />
p. 88, citata anche nell’Introduzione a p. XI).<br />
6<br />
G. DE LUCA, Tendenze e problemi della vita professionale in Italia. II. La Letteratura,<br />
in «Studium», a. XXX, fasc. 3, 1934, p. 176; sarà poi estrapolato e ripreso<br />
sulle pagine de «Il Frontespizio» (ID., Idee chiare, in «Il Frontespizio», a. VI, fasc. 4,<br />
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