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La disoccupazione giovanile è una piaga<br />
oggi in Italia e in parte dell’Europa. Un’economia<br />
stagnante, che non cresce, fa fatica a<br />
rinnovarsi sta espellendo le componenti più<br />
deboli, ma anche più vitali e creative, generando<br />
così un circolo vizioso. Una soluzione<br />
che per molti si sta profilando all’orizzonte è<br />
quella di emigrare. Conosco tanti colleghi che<br />
dall’epoca del dottorato hanno scelto di andare<br />
a studiare all’estero, e vi sono rimasti.<br />
Credo però che questa non sia la soluzione<br />
di tutti i problemi, e soprattutto non sia la soluzione<br />
che permetterà all’Italia di riprendersi.<br />
Il tema oggi, anche e soprattutto per i giovani,<br />
è quello dell’innovazione, del creare lavoro,<br />
piuttosto che cercare un posto di lavoro.<br />
Pensiamo solo al fatto che in Italia abbiamo<br />
circa un milione e mezzo di badanti che provengono<br />
dall’estero, e il cui costo pesa fortemente<br />
sulle famiglie, perché non siamo riusciti<br />
a gestire il problema della cura di anziani e<br />
ammalati. In questo campo<br />
c’è spazio per inventare<br />
qualcosa<br />
di nuovo,<br />
c o s ì<br />
PREPARATI A SERVIRE<br />
come in altri servizi. Conosco un gruppo di<br />
giovani che si sono associati e posti al servizio<br />
delle imprese per andare incontro a tutte le<br />
necessità dei dipendenti (pagare bollette, andare<br />
a prendere i figli a scuola, ecc.), in un servizio<br />
integrato che le aziende sono disposte a<br />
pagare in quanto la produttività dei dipendenti<br />
aumenta se non sono assillati dalle mille preoccupazioni<br />
della vita quotidiana. Poi c’è tutto<br />
il tema delle riforme di cui abbiamo bisogno<br />
per far ripartire l’economia e per difendere i<br />
giovani e le giovani famiglie, vera risorsa per<br />
la società italiana, ma questi punti meriterebbero<br />
approfondimenti a parte. Così come le<br />
riforme del sistema dell’istruzione e della formazione:<br />
oggi un giovane arriva a laurearsi<br />
senza aver mai avuto contatti con il mondo<br />
del lavoro...<br />
Infine, credo che come cristiani, oltre tutto<br />
quello che dobbiamo fare a livello civile e politico,<br />
abbiamo anche un dovere di solidarietà<br />
verso i giovani e verso le famiglie più giovani,<br />
e se crediamo al valore della famiglia dovremmo<br />
inventare noi forme di sostegno e aiuto<br />
a chi vuol metter su famiglia e non<br />
abbandonarli a loro stessi. Non<br />
è questa una forma di povertà<br />
emergente che<br />
ci interpella?<br />
<strong>AZIMUTH</strong> • SCOUT D’EUROPA 2/2013 13