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AZIMUTH

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come i tabelloni di un uomo sandwich, un cartello di<br />

almeno 30 cm di lato, con sopra un disegno. Quando<br />

ha fatto 10 volte il suo avanti e indietro, il Lupetto<br />

cambia cartello»<br />

B.-P. eccelleva nei giochi di appostamento:<br />

vedere, osservare senza essere visti e soprattutto<br />

non essere presi dagli avversari, facendo<br />

però dei “prigionieri”. L’azione si svolge veloce:<br />

Matteo dei rossi sta attento con un occhio ai<br />

simboli da trascrivere e con l’altro a Luigi, suo<br />

avversario dei blu, che si sta avvicinando per<br />

prenderlo al braccio. Luca ed Antonio invece<br />

hanno un compito che potrebbe sembrare inutile:<br />

camminare avanti e indietro con i cartelli<br />

al collo. Una grossa parte della riuscita del<br />

gioco ricade proprio su loro due.<br />

Proviamo a dare una lettura più approfondita<br />

di questo gioco nell’ottica della formazione<br />

del bambino in prospettiva del buon cristiano<br />

e del buon cittadino. Non v’è dubbio che il lavoro<br />

ed una corretta visione di esso stanno<br />

alla base di una sana società.<br />

Nel nostro piccolo gioco di appostamento<br />

abbiamo chiesto ad ogni singolo lupetto di<br />

fare bene la propria parte, mettendo a buon<br />

frutto le proprie capacità, indipendentemente<br />

dal ruolo che in esso ha: un impegno personale<br />

in un grande gioco di squadra. Si tratta<br />

di un primo passo per educare ad<br />

una visione del lavoro quotidiano nella<br />

giusta prospettiva. Un secondo passo:<br />

ogni lavoro ha un significato preciso<br />

per realizzare il proprio progetto<br />

di vita: Mowgli non ha pascolato<br />

i buoi del villaggio per far<br />

passare il tempo dell’attesa.<br />

Nella vita di Branco ogni attività<br />

ha un suo significato e mira<br />

a farci crescere in umanità così come<br />

è nel piano di Dio per ciascuno di<br />

noi. Il gioco di squadra è un “dialogo”<br />

costante tra persone: anche il lavoro ri-<br />

Giocare il gioco<br />

chiede di affinare questa capacità. Si lavora<br />

per gli altri, si lavora insieme agli altri e proprio<br />

perché si sta insieme agli altri, si mettono a<br />

frutto le proprie virtù personali: comprese la<br />

capacità di affrontare la fatica e il sacrificio.<br />

Giovanni Paolo II parla di Gesù come “Vangelo<br />

del lavoro” (LE 26) una prospettiva che ci<br />

illumina ancor di più anche nella dimensione<br />

della fatica e del sacrificio. Il lavoro, se ben<br />

eseguito e vissuto, diventa testimonianza attiva,<br />

esempio bello che si traduce in un aiuto<br />

efficace perché concreto per chi collabora alle<br />

attività e gode dei frutti. Così il lavoro diventa<br />

occasione per aprirsi ad una valenza interumana<br />

e che permette di umanizzare gli altri<br />

attraverso il proprio di lavoro. (Vedi Lavoro in<br />

La sfida educativa, ed. Laterza). Abbiamo ancora<br />

una volta maturato insieme la<br />

consapevolezza che il gioco<br />

nel Lupettismo mette<br />

buone basi nel bambino<br />

di oggi affinché<br />

il suo futuro<br />

di domani possa<br />

essere felice in<br />

quanto abituato<br />

a pensare prima<br />

agli altri, con<br />

una buona manualità<br />

ed inventiva, capace<br />

di sforzo e di relazioni<br />

vere.<br />

<strong>AZIMUTH</strong> • SCOUT D’EUROPA 2/2013 23

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