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AZIMUTH

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ci porteranno al collasso globale, ne può<br />

citare solo alcuni?<br />

Il 20% più ricco della popolazione mondiale<br />

guadagna 90 volte il reddito del 20% più povero.<br />

Il patrimonio netto di 500 miliardari equivale<br />

al patrimonio netto della metà della popolazione<br />

mondiale più povera ed entro le nazioni<br />

“sviluppate” si riproduce lo squilibrio che si<br />

registra tra paesi ricchi e paesi poveri. Le spese<br />

militari a livello mondiale sono cresciute negli<br />

ultimi dieci anni, sottraendo denaro alla salute<br />

e all’ambiente. Ogni anno, gli americani statunitensi,<br />

preoccupati per la propria obesità,<br />

spendono per tentare di dimagrire una somma<br />

equivalente a 30 volte l’intero budget impegnato<br />

dalle Nazioni Unite per combattere la<br />

fame nel mondo. Vi è una diminuzione della<br />

quantità di acqua potabile disponibile per ben<br />

oltre la metà della popolazione mondiale. Ogni<br />

giorno, più di 6000 bambini muoiono per mancanza<br />

di acqua potabile.<br />

Ma… perché c’è un “ma”…<br />

Questi trend non sono il destino e possono<br />

essere cambiati. Il collasso non è che uno dei<br />

futuri possibili di fronte a noi. Non siamo ancora<br />

lanciati in modo irreversibile su questo<br />

sentiero. Infatti, di fronte a problemi crescenti<br />

di minacce condivise, gruppi di cittadini consapevoli<br />

si uniscono e danno vita (attraverso<br />

le tecnologie stesse della rivoluzione informazionale)<br />

ad associazioni e reti che perseguono<br />

obiettivi condivisi di pace e di sostenibilità.<br />

Quale apporto può dare l’educazione interculturale<br />

a questa sfida?<br />

Occorre riflettere su alcuni orientamenti<br />

di politica educativa, nella consapevolezza che<br />

una politica “educativa” è qualcosa di più<br />

ampio e di diverso rispetto alla sola politica<br />

“scolastica”, che tuttavia ne è inclusa. Oggi è<br />

necessario mettere in relazione tutti gli attori<br />

educativi (istituzionali e non) che hanno un<br />

ruolo rilevante sul territorio, perché si con-<br />

ORIZZONTE EUROPA<br />

frontino sui temi della convivenza nonviolenta,<br />

della solidarietà intergenerazionale, della sobrietà<br />

materiale e della crescita culturale. Serve<br />

un nuovo patto tra questi soggetti (scuola, altre<br />

agenzie formative, famiglie, associazioni...).<br />

Per affrontare le sfide educative del presente<br />

occorrono una rivoluzione del pensiero, del<br />

metodo e delle forme di insegnamento. Per<br />

dirla con Michel de Montaigne: “È meglio una<br />

testa ben fatta che una testa ben piena”.<br />

Come definirebbe Lei l’intercultura?<br />

Non è una nuova materia, ma un approccio<br />

transdisciplinare; non è la conoscenza,<br />

spesso folcloristica e superficiale, delle culture<br />

altre ma è una prospettiva e una strategia<br />

educativa (quindi un modo di pensare e di<br />

agire) che mira alla valorizzazione delle differenze<br />

e allo sviluppo di competenze per sostenere<br />

una convivenza democratica; è centrata<br />

sullo sviluppo sia di abilità relazionali-comunicative<br />

(ascolto attivo, cooperazione, gestione<br />

del conflitto, analisi delle emozioni) sia di abilità<br />

cognitive; è un approccio che punta a<br />

connettere scuola e territorio. L’educazione<br />

interculturale, in quanto punta alla formazione<br />

di persone libere, autonome, capaci di critica,<br />

incanala altre educazioni: alla democrazia, ai<br />

diritti umani, alla pace, alla legalità, allo sviluppo<br />

sostenibile, alla salute.<br />

Quali finalità formative appartengono<br />

all’intercultura?<br />

Sostenere il dialogo come strumento di apprendimento,<br />

educare alla convivenza democratica,<br />

innanzitutto organizzando in modo<br />

democratico la comunità scolastica; favorire<br />

processi di socializzazione; promuovere la capacità<br />

di comprendere il punto di vista degli<br />

altri, decostruire stereotipi e pregiudizi e sviluppare<br />

il senso e la pratica della responsabilità<br />

e della solidarietà.<br />

<strong>AZIMUTH</strong> • SCOUT D’EUROPA 2/2013 39

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