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20 luglio - storia, arte e cultura

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sivo, è assediato, ma riesce lo stesso a disperdere<br />

una colonna di ghibellini che erano venuti in aiuto<br />

dei Viscontei da Bergamo. Approfittando della peste<br />

che imperversava in tutta la zona, fa uscire da Monza<br />

i fanti e i balestrieri genovesi mentre i Viscontei<br />

retrocedono ancora lasciando tutto quanto possedevano<br />

nelle mani dei pontifici. Marco Visconti, verso<br />

la fine dell’anno, riesce a recuperare la rocca di Cassano<br />

d’Adda. Raimondo cerca di impossessarsi di<br />

Lodi, ma viene respinto. Lascia, nel febbraio del 13-<br />

24, Monza con Enrico di Fiandra e Simone della<br />

Torre per andare ad occupare il castello di Vaprio<br />

d’Adda e si trova, ancora una volta, contro Galeazzo<br />

e Marco Visconti che lo sconfiggono facendolo anche<br />

prigioniero. Nel mese di novembre Galeazzo lo<br />

rilascia sulla promessa che Raimondo avrebbe assunto<br />

le funzioni di mediatore con i pontifici e sul<br />

giuramento che non avrebbe più mosso guerra contro<br />

i ghibellini milanesi.<br />

Raggiunge Monza dove viene rieletto Capitano Generale<br />

ottenendo dal Papa lo svincolo da ogni giuramento.<br />

Nei primi mesi del 1325 si trova in Provenza<br />

e, nel mese di marzo, sbarca a Talamone e da qui si<br />

reca a Firenze per combattere, al soldo di questa città,<br />

contro Castruccio Castracani, signore di Lucca e<br />

lo batte costringendolo alla ritirata. Nell’estate entra<br />

a Prato con 2100 cavalli e 15000 fanti per assediate<br />

Tizzano, supera questa località e conquista Cappiano.<br />

Anche Montefalcone finisce nelle sue mani e<br />

distrugge i territori circostanti, i contadi di Agliana e<br />

di Piuvica incendiando anche la fortezza di San Mato,<br />

si impossessa dell’abbazia di Pacchiana, la fa demolire<br />

e dà fuoco alle rovine. Assale i castelli di<br />

Carmignano e di Artimino e si prepara ad assalire il<br />

territorio di Lucca, mentre il Castracani lascia Pistoia.<br />

Nel mese di Agosto assedia Altopascio, vince<br />

a Carmignano e si impossessa del castello. Gli abitanti<br />

di Fucecchio, per le sue numerose vittorie, gli<br />

intitolano una porta (Porta Raimonda), ma le sue<br />

truppe vengono colpite dalla malaria. Il numero degli<br />

uomini a suo servizio diminuisce considerevolmente,<br />

ma è anche mal consigliato da alcuni personaggi<br />

fiorentini e decide, comunque, di attaccare i<br />

Lucchesi. Pone il suo accampamento all’abbazia di<br />

Pozzevero, ma si accorge di trovarsi in una situazione<br />

poco florida e decide di inviare Bornio di Borgogna<br />

ed Urlimbacca Tedesco tra Montechiaro e Porcari<br />

per spianargli la strada e, presso Altopascio, ha<br />

inizio il primo combattimento. Il Castracani scende<br />

dall’alto delle colline con il grosso del suo esercito,<br />

invece il Cardona non fa intervenire rinforzi ed Urlimbacca<br />

Tedesco è catturato. Dopo lo scontro si<br />

cerca di scendere a patti ma, nel frattempo, il Castracani<br />

riceve rinforzi da Azzone Visconti e da Passeri-<br />

STORIA, ARTE, CULTURA...<br />

no Bonacolsi ed il Cardona sfida di nuovo a battaglia,<br />

ma Bornio di Borgogna ed i suoi si danno alla<br />

fuga ed ecco la disfatta dei fiorentini e lo stesso Raimondo<br />

si consegna nelle mani del Visconti. Il Castracani<br />

entra trionfante in Lucca, mentre il Cardona<br />

è chiuso in prigione. Dopo la morte del Castracani,<br />

Raimondo è liberato dall’Imperatore Ludovico il Bavaro<br />

e con un riscatto di 4000 fiorini.<br />

È pagato dall’Imperatore per andare a Pisa a riscuotere<br />

una taglia sulla città di 1.000.000 di ducati. Nel<br />

1331 diviene castellano di Miranda e vicario di Otricoli,<br />

ma nel 1333 lo vediamo al servizio del Re Alfonso<br />

d’Aragona che lo nomina vicario di Sardegna<br />

e Corsica e si scaglia contro i genovesi saccheggiando<br />

numerose località della riviera. Passa poi di nuovo<br />

al servizio della Chiesa che lo invia a Perugia per<br />

controllare Pier Simone Tarlati e quasi sicuramente<br />

muore nello stesso anno in Umbria.<br />

Di lui si disse che era un uomo forte, potente, eccellente<br />

condottiero, esperto nell’<strong>arte</strong> della guerra e dotato<br />

di notevole audacia.<br />

www.<strong>storia</strong><strong>arte</strong><strong>cultura</strong>.it Pag. 13, n. 6 Luglio <strong>20</strong>08

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