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sivo, è assediato, ma riesce lo stesso a disperdere<br />
una colonna di ghibellini che erano venuti in aiuto<br />
dei Viscontei da Bergamo. Approfittando della peste<br />
che imperversava in tutta la zona, fa uscire da Monza<br />
i fanti e i balestrieri genovesi mentre i Viscontei<br />
retrocedono ancora lasciando tutto quanto possedevano<br />
nelle mani dei pontifici. Marco Visconti, verso<br />
la fine dell’anno, riesce a recuperare la rocca di Cassano<br />
d’Adda. Raimondo cerca di impossessarsi di<br />
Lodi, ma viene respinto. Lascia, nel febbraio del 13-<br />
24, Monza con Enrico di Fiandra e Simone della<br />
Torre per andare ad occupare il castello di Vaprio<br />
d’Adda e si trova, ancora una volta, contro Galeazzo<br />
e Marco Visconti che lo sconfiggono facendolo anche<br />
prigioniero. Nel mese di novembre Galeazzo lo<br />
rilascia sulla promessa che Raimondo avrebbe assunto<br />
le funzioni di mediatore con i pontifici e sul<br />
giuramento che non avrebbe più mosso guerra contro<br />
i ghibellini milanesi.<br />
Raggiunge Monza dove viene rieletto Capitano Generale<br />
ottenendo dal Papa lo svincolo da ogni giuramento.<br />
Nei primi mesi del 1325 si trova in Provenza<br />
e, nel mese di marzo, sbarca a Talamone e da qui si<br />
reca a Firenze per combattere, al soldo di questa città,<br />
contro Castruccio Castracani, signore di Lucca e<br />
lo batte costringendolo alla ritirata. Nell’estate entra<br />
a Prato con 2100 cavalli e 15000 fanti per assediate<br />
Tizzano, supera questa località e conquista Cappiano.<br />
Anche Montefalcone finisce nelle sue mani e<br />
distrugge i territori circostanti, i contadi di Agliana e<br />
di Piuvica incendiando anche la fortezza di San Mato,<br />
si impossessa dell’abbazia di Pacchiana, la fa demolire<br />
e dà fuoco alle rovine. Assale i castelli di<br />
Carmignano e di Artimino e si prepara ad assalire il<br />
territorio di Lucca, mentre il Castracani lascia Pistoia.<br />
Nel mese di Agosto assedia Altopascio, vince<br />
a Carmignano e si impossessa del castello. Gli abitanti<br />
di Fucecchio, per le sue numerose vittorie, gli<br />
intitolano una porta (Porta Raimonda), ma le sue<br />
truppe vengono colpite dalla malaria. Il numero degli<br />
uomini a suo servizio diminuisce considerevolmente,<br />
ma è anche mal consigliato da alcuni personaggi<br />
fiorentini e decide, comunque, di attaccare i<br />
Lucchesi. Pone il suo accampamento all’abbazia di<br />
Pozzevero, ma si accorge di trovarsi in una situazione<br />
poco florida e decide di inviare Bornio di Borgogna<br />
ed Urlimbacca Tedesco tra Montechiaro e Porcari<br />
per spianargli la strada e, presso Altopascio, ha<br />
inizio il primo combattimento. Il Castracani scende<br />
dall’alto delle colline con il grosso del suo esercito,<br />
invece il Cardona non fa intervenire rinforzi ed Urlimbacca<br />
Tedesco è catturato. Dopo lo scontro si<br />
cerca di scendere a patti ma, nel frattempo, il Castracani<br />
riceve rinforzi da Azzone Visconti e da Passeri-<br />
STORIA, ARTE, CULTURA...<br />
no Bonacolsi ed il Cardona sfida di nuovo a battaglia,<br />
ma Bornio di Borgogna ed i suoi si danno alla<br />
fuga ed ecco la disfatta dei fiorentini e lo stesso Raimondo<br />
si consegna nelle mani del Visconti. Il Castracani<br />
entra trionfante in Lucca, mentre il Cardona<br />
è chiuso in prigione. Dopo la morte del Castracani,<br />
Raimondo è liberato dall’Imperatore Ludovico il Bavaro<br />
e con un riscatto di 4000 fiorini.<br />
È pagato dall’Imperatore per andare a Pisa a riscuotere<br />
una taglia sulla città di 1.000.000 di ducati. Nel<br />
1331 diviene castellano di Miranda e vicario di Otricoli,<br />
ma nel 1333 lo vediamo al servizio del Re Alfonso<br />
d’Aragona che lo nomina vicario di Sardegna<br />
e Corsica e si scaglia contro i genovesi saccheggiando<br />
numerose località della riviera. Passa poi di nuovo<br />
al servizio della Chiesa che lo invia a Perugia per<br />
controllare Pier Simone Tarlati e quasi sicuramente<br />
muore nello stesso anno in Umbria.<br />
Di lui si disse che era un uomo forte, potente, eccellente<br />
condottiero, esperto nell’<strong>arte</strong> della guerra e dotato<br />
di notevole audacia.<br />
www.<strong>storia</strong><strong>arte</strong><strong>cultura</strong>.it Pag. 13, n. 6 Luglio <strong>20</strong>08