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20 luglio - storia, arte e cultura

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truppe da sbarco ed Antonio Zeno Provveditore della<br />

Dalmazia e dell’Albania. Tutto si svolse, fin dalle<br />

prime battute, a favore dei Veneziani, e, mentre Zeno<br />

arrivava a Castelnuovo, il Morosini, al comando<br />

delle flotte riunite pontificia, toscana e maltese costringeva<br />

alla resa, dopo 16 giorni di lotta nel <strong>luglio</strong><br />

del 1684, l’isola di Santa Maura. Da questa località<br />

lo Strassoldo sbarcava in terraferma ed occupava<br />

Provosa causando così la rivolta dell’Epiro, della<br />

Morlacchia e dell’Albania che erano stanchi della<br />

occupazione ottomana. Per provvedere alle spese di<br />

guerra, Venezia, come aveva altre volte fatto, mise<br />

in vendita le cariche dello Stato e conferì titoli nobiliari<br />

dietro il pagamento di centomila ducati. Ciò<br />

diede un maggior impulso alla guerra e furono strappate<br />

al nemico diverse terre fra le quali Matolico e<br />

Missolungi. Il Morosini, nonostante le vittorie ottenute,<br />

oppresso dalla fatica e dagli anni, chiese di essere<br />

sostituito al comando, ma il Senato che aveva<br />

grande fiducia in lui, respinse la domanda. Egli, allora,<br />

volse le sue forze contro le fortezze di Modrone e<br />

Navarino che dovevano aprire la strada alla conquista<br />

della Morea. Nel 1687 furono registrate nuove<br />

vittorie e nuove conquiste e furono espugnate Patrasso,<br />

Corinto e Lepanto. La notizia della vittoria fu<br />

celebrata con una messa solenne in San Marco e fu<br />

collocato nella sala del Consiglio dei Dieci, un busto<br />

in bronzo del Morosini con questa epigrafe:<br />

“Francisco Mauroceno Peloponnesiaco adhuc viventi<br />

senatus”. Il Morosini, intanto, conquistata la Morea,<br />

occupava Sparta, Misistra e si rivolgeva contro<br />

Atene che cadde nelle sue mani, ma il P<strong>arte</strong>none che<br />

i Turchi avevano trasformato in polveriera, colpito<br />

da una bomba, restò fortemente danneggiato. Dopo<br />

questa vittoria pensò di strappare ai Turchi il Negroponte,<br />

mentre Girolamo Cornaro vinceva in Dalmazia<br />

ed in Albania. Gli eserciti imperiali, comandati<br />

da Eugenio di Savoia e dal Duca di Lorena, liberarono<br />

la Transilvania e la Bosnia. Nell’aprile del 1688,<br />

STORIA, ARTE, CULTURA...<br />

morto il Doge Marcantonio Giustiniani, il Morosini<br />

fu chiamato alla sua successione e, per la prima volta,<br />

il tentativo di conquista del Negroponte fallì a<br />

causa di malattie fra la truppa, l’azione non concorde<br />

dei mercenari oltre all’ostinata resistenza del nemico.<br />

I Turchi cercarono, in qualche modo, di concludere<br />

la pace, ma le eccessive richieste della Serenissima,<br />

li obbligarono a continuare la guerra. Nel 1689<br />

il Morosini avrebbe voluto ritentare l’impresa del<br />

Negroponte, ma, a causa dell’opposizione di altri<br />

capitani, non gli fu possibile realizzare quanto da lui<br />

sognato. Si rivolse, allora, contro la Malvasia, ma,<br />

dopo poco, Morosini si ammalò, fu costretto a rientrare<br />

in patria lasciando il comando a Girolamo Cornaro<br />

il quale costrinse la Regione alla resa e, verso la<br />

fine dell’agosto 1690, sbaragliò la flotta turca a Mitilene<br />

poi, di sorpresa, conquistò Valona. Quando il<br />

Cornaro morì, gli succedette nel comando Domenico<br />

Moncenigo che, spinto dalla Repubblica, tentò, dapprima<br />

di riconquistare Candia per dare modo all’armata<br />

veneta di far vela verso la Canea e sembrò che<br />

la città fosse sul punto di cedere, poi voci non veritiere<br />

a cui il Cornaro credette, lo indussero a correre<br />

verso la Morea che sembrava che i Turchi volessero<br />

assalire. Di fatto egli lasciò l’assedio perdendo l’occasione<br />

di riconquistare Candia, ma, per questo, fu<br />

destituito e punito. Morosini, pur se ormai vecchio,<br />

fu nuovamente nominato Capitano Generale, ma<br />

questi, nuovamente si ammalò e morì a 75 anni nel<br />

1694. Fu così riportato a Venezia otto mesi dopo che<br />

ne era partito e fu sostituito da Antonio Zeno che<br />

riconquistò l’isola di Scio, ma non osò affrontare la<br />

flotta turca che incrociava in quelle acque. Nel 1695<br />

i Veneziani furono costretti, sempre nelle vicinanze<br />

di Scio, a combattere con la flotta turca e furono<br />

www.<strong>storia</strong><strong>arte</strong><strong>cultura</strong>.it Pag. 15, n. 6 Luglio <strong>20</strong>08

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