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«Roque six», romanzo d'avanguardia

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María Vittoria Calvi<br />

La vana ribellione di Roque alla volontà di Dio ricorda il rapporto tra l'Augusto Pérez<br />

di Niebla e il proprio creatore; ma il riferimento a Unamuno - e in particolare al testo teatrale<br />

El otro -, è d'obbligo anche per quanto riguarda l'ultima reincarnazione "gemellare" del<br />

personaggio. Quando per la sesta volta torna sulla terra, infatti, Roque deve condividere la<br />

condizione umana con un altro uomo, esattamente uguale a lui; trovatosi di fronte alla propria<br />

immagine e ai propri pensieri come in uno specchio, egli scoprirà che il presunto fratello<br />

- come nel dramma unamuniano - non è che il suo doppio, che lui e l'altro sono un essere<br />

solo, cosicché l'uccisione dell'antagonista si trasforma in un suicidio.<br />

Sul piano tematico, quindi, il libro continua una riflessione che trova in Unamuno e in<br />

Pirandello i suoi grandi maestri; ma occorre sottolineare che il motivo della reincarnazione<br />

rappresenta, al tempo stesso, il congegno basilare della struttura narrativa, tale da trasformare<br />

il testo in un <strong>romanzo</strong> <strong>d'avanguardia</strong> (8). La scissione della storia in sei diverse unità,<br />

infatti, contribuisce in primo luogo a frammentare la compattezza del personaggio letterario.<br />

Come è noto, nel <strong>romanzo</strong> tradizionale i vari attanti sono passibili di mutamenti caratteriali<br />

o sociali ma non viene mai messa in dubbio la loro identità biografica; Roque Fernández,<br />

invece, pur mantenendo una certa identità spirituale, cambia continuamente il nome,<br />

l'aspetto fisico e le circostanze vitali.<br />

La scomposizione della struttura tradizionale del <strong>romanzo</strong> fu preconizzata in Spagna<br />

da Ortega y Gasset e attuata dal gruppo dei «Nova novorum», ma anche dallo stesso Gómez<br />

de la Serna nella sua ampia produzione narrativa. In particolare, ricordiamo la struttura speculare<br />

de El novelista (1923), vero e proprio <strong>romanzo</strong> sul <strong>romanzo</strong> ("novela del novelar") e<br />

la parodia dei generi tradizionali offerta dalle 6 falsas novelas (1927) (9).<br />

Entro il contenitore narrativo delle sei vite di Roque, vi sono altri elementi che contribuiscono<br />

a sgretolare l'unità "razionale" del racconto. Se, da una parte, non mancano sequenze<br />

dotate di una certa omogeneità narrativa in cui il racconto procede secondo schemi<br />

quanto meno apparentemente "realistici", il più delle volte l'azione si articola in una serie<br />

di episodi paradossali, in cui ogni norma logica viene sovvertita, come avviene, ad esempio,<br />

nella sequenza del cimitero descritta nella terza vita di Roque. Non mancano parentesi digressive<br />

dominate dalFincongruenza più totale, come la sconclusionata storia della vecchia<br />

piragua che Roque-Jean racconta ai propri familiari, nella quale i falsi dati storico-geografici<br />

si mescolano in un caleidoscopio di assurdità:<br />

- Esta vieja piragua - dijo Roque - era de un indio<br />

de Borneo, llamado Azteca... Sí, eso es. Él y<br />

su mujer y sus hijos eran indios y vivían felices<br />

en una choza de paja, en lo alto de un monte nevado<br />

y a orillas del mar... Aquellos indios no<br />

creían en Dios. Eran protestantes. No, protestan-<br />

(8) A questo proposito, J.M. Martínez Cachero osserva che il meccanismo morte/reincarnazione potrebbe ripetersi<br />

all'infinito: il libro offre una serie chiusa di episodi strutturati in forma aperta, "corno si de una novela abierta<br />

o nunca acabada se tratase" (op. cit., p. 9). Come si sa, la struttura aperta è una delle prerogative del <strong>romanzo</strong> sperimentale:<br />

basterà ricordare il titolo del celebre saggio di Umberto Eco, Opera aperta, Milano, Bompiani, 1962.<br />

(9) Si veda I.C. Zlotescu Simatu, «Introducción» a R. Gómez de la Sema, 6 falsas novelas, Madrid, Mondadori<br />

España, 1989, pp. 5-28.<br />

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