san matteo nelle sezioni anfi - Associazione Nazionale Finanzieri d ...
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La pregevole cartolina, stampata con l’oro da Biancardi di Lodi, è sul retro così didascalizzata:<br />
“Omaggio al Valore e al Sacrificio della R. Guardia di Finanza”. Dal disegno<br />
dell’uniforme del finanziere e dal fregio sulla cornice si può far risalire agli anni<br />
del primo dopoguerra.<br />
gialla, con l’intima coscienza e la sicura<br />
consapevolezza che Essi non sono<br />
stati dimenticati, qualunque sia stata la<br />
causa che li ha portati via, si tratti di<br />
finanzieri che hanno donato la vita in<br />
guerra con atti di eroismo o in pace, in<br />
operazioni di servizio istituzionale,<br />
sempre per la <strong>san</strong>ta idealità che mai<br />
tramonta, la Patria, o di commilitoni<br />
che più semplicemente ci hanno lasciato<br />
in serenità dopo aver svolto la propria<br />
attività, lunga o breve che fosse, a<br />
difesa degli interessi della collettività<br />
nazionale e delle leggi dello Stato, in<br />
mezzo a continui disagi, lottando contro<br />
malavitosi o correndo in soccorso di<br />
popolazioni colpite da eventi tragici.<br />
Perché di tutti costoro il sacrificio<br />
non è stato vano se è vero che anche<br />
dal loro impegno, dalla loro dedizione<br />
al servizio della nazione, in ogni<br />
momento e in ogni luogo, è sorta nella<br />
gente d’Italia la volontà di ricostruire in<br />
un rinnovato clima di solidarietà, libertà<br />
e democrazia.<br />
E penso che a questi nostri commilitoni<br />
defunti ben si addica la superba<br />
significativa notazione espressa dal<br />
premier inglese Winston Churchill alla<br />
Camera dei Comuni il 9 novembre<br />
1941 in pieno conflitto mondiale: “L’unica<br />
guida per un uomo è la sua<br />
coscienza, la sola sua difesa sono la<br />
rettitudine e la sincerità delle sue azioni.<br />
Protetto da questo scudo, comunque<br />
volga il destino, l’uomo avanza sempre<br />
nei ranghi dell’onore”.<br />
È proprio questo scudo protettivo<br />
che mi piace pensare abbia assistito<br />
amorevolmente il cuore generoso di<br />
questi nostri commilitoni nell’ora del<br />
sacrificio estremo, del loro distacco<br />
dagli affetti terreni, per assurgere all’Alto<br />
dei cieli, tra un coro di angeli festanti,<br />
nel mondo dei giusti, dove le inquietudini<br />
si placano e gli animi ritrovano la<br />
pace eterna.<br />
E mi piace pensare altresì che in<br />
questo giorno di intensa venerazione le<br />
immacolate immagini dei nostri morti<br />
rivivano sempre anche nel ricordo amorevole<br />
e appassionato dei parenti, delle<br />
mamme, delle spose, dei figli, affranti<br />
da profonda angoscia per la perdita<br />
dei loro cari, sia del passato remoto<br />
che di quello prossimo: a tutti costoro,<br />
anche se da noi non conosciuti personalmente,<br />
che hanno sopportato per<br />
lungo tempo o sopportano ancora il<br />
peso di tanto dolore ci sentiamo uniti in<br />
un unico grande fraterno abbraccio<br />
insieme con la nostra immensa gratitudine<br />
ed il nostro sincero solidale affetto,<br />
e con gli occhi velati dalla commozione<br />
accogliamo il testamento spirituale<br />
lasciatoci dai morti in fiamma gialla<br />
attraverso il loro sacrificio. Esso impegna<br />
la nostra coscienza a rifiutare il<br />
male e ad operare per il trionfo del<br />
Nella foto: il Monumento eretto nel cimitero<br />
di Timau in memoria dei Caduti della<br />
Guardia di Finanza. Il bassorilievo in<br />
bronzo ricorda la morte del maggiore<br />
Giovanni Macchi sul Pal Piccolo (s.i.e.).<br />
bene, e, costituendo un ponte ideale tra<br />
passato e presente, ci esorta a trovare<br />
in noi stessi la fede necessaria per<br />
affrontare e superare in concordia di<br />
intenti e di azioni i problemi legati alla<br />
vita di oggi e di domani, perché come<br />
ci ha insegnato il Manzoni nel suo<br />
capolavoro “I Promessi Sposi”: “La vita<br />
non deve essere una festa per pochi ed<br />
un peso per molti, ma per tutti l’adempimento<br />
di un dovere”.<br />
San Martino del Carso *<br />
Di queste case<br />
non è rimasto<br />
che qualche<br />
brandello di muro.<br />
Di tanti<br />
che mi corrispondevano<br />
non è rimasto<br />
neppure tanto.<br />
Ma nel cuore<br />
nessuna croce manca.<br />
È il mio cuore<br />
il paese più straziato.<br />
*Questa poesia è stata scritta da Giuseppe<br />
Ungaretti nel 1916 mentre era<br />
soldato al fronte del Carso durante la<br />
prima guerra mondiale e sta a significare<br />
quanto sia vivo nel cuore del Poeta<br />
e dell’umanità in genere il ricordo<br />
straziante dei tanti commilitoni morti<br />
nella battaglia.<br />
16 Fiamme Gialle 10 / 2008