Un «filo» tra Milano e Cologno Monzese: Franco ... - poliscritture
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7) Gennaio 1987: Commento di F. Fortini alla sua poesia “Editto contro i cantastorie” 69<br />
(Paesaggio con serpente 1984) in Laboratorio Samizdat n.1 gennaio 1987 70<br />
Questi versi sono nel medesimo tempo un esperimento formale e una proposta di contenuto. Sono<br />
un esperimento formale perché montaggio o collage, un genere che ho praticato solo rare volte, e<br />
perché mi interessava un discorso , prosastico. Sono una proposta di contenuto perché in un<br />
periodo che dimenticava la grandezza delle Cina rivoluzionaria volevo se ne sentisse la voce<br />
maggiore, quella di Mao.<br />
<strong>Un</strong>a gran parte del testo è quindi montaggio di scritti politici di Mao, del periodo antecedente la<br />
fondazione della Repubblica Popolare di Cina. Ma vi sono inserti intenzionali, vòlti a creare effetti<br />
d’urto di altro genere.<br />
Ad esempio “le forze nemiche/sazie di pane e di sonno” è frase (memorabile) di Mao ma si riferisce<br />
agli americani. Lo sconosciuto di cui si parla nella prima parentesi quadra (“sparì nel 1937…) è un<br />
comunista sovietico di cui trovai, non rammento come, notizia; ed è inserito perché sia presente<br />
l’orrore della violenza intestina. Ora, che al mattino/ è più freddo ... non è una citazione ma un<br />
inserto; e così tutte le strofe successive è un continuo intervento sulla citazione. <strong>Un</strong>a speranza come<br />
una cupola è una immagine volutamente incontrollata: (grande come) una cupola. Le due parentesi<br />
quadre ma anche i due versi successivi (Non posso garantire…) sono inserti assolutamente<br />
soggettivi: il tema della "fossa di spini” viene da un’al<strong>tra</strong> mia poesia (in Questo muro) dal titolo di<br />
Dalla collina. Da qui in poi il clima è quello della edificazione rivoluzionaria nelle basi rosse: da<br />
Però ... fino a _...a cuocere mattoni. Gli ultimi otto versi vorrebbero saldare definitivamente la voce<br />
(remota) del commento politico cinese e quella dell’autore. E i “cantastorie” ossia i poeti sono<br />
obbligati “a <strong>tra</strong>sportare argilla e a cuocere i mattoni” perché essi, è vero, dicono la verità (sui poveri<br />
morti, la primavera, il passato) ma il balzo verso l’altro dalla morte e il passato esige una uscita<br />
fuori della dolcezza e persino della santità. “Questa è una guerra lunga e spietata ... “<br />
La poesia vuole essere interiormente scardinata e non pacificante. E la lacerazione finale deve<br />
restare qual è, non una parola d’ordine ma una disperata esigenza .. "'Mordere l’aria mordere i sassi/<br />
il nostro cuore non è più d’uomini” avevo scritto quarant’anni fa in un Canto degli ultimi partigiani.<br />
Qui è la primavera ad essere “inumana” cioè “sovrumana”: la lotta esige che (Brecht) si guardi la<br />
natura “con impazienza”.<br />
Fr.F.<br />
8) 28 dicembre 1987: Abate a Fortini<br />
Caro <strong>Franco</strong>,<br />
questa è la prima bozza del lavoro di molti anni che cercherò di pubblicare. In uno schema tripartito<br />
(Salernitudine/Immigratorio/ Samizdat) cerco di riordinare il mio difforme, segmentato e a volte<br />
eccentrico viaggio esistenziale e intellettuale fra le “gioie dell'educazione cattolica” in un Sud<br />
povero e reazionario degli anni ’40-’50, l’euforia disperata e lo spleen dell’immigrazione anni ’60-<br />
’70, le scissioni le agonie e i lutti della crisi che ancora ci va <strong>tra</strong>sformando. I “dialoghi” e i<br />
“monologhi” vogliono stringere in una cornice più ragionante il magma a volte scomposto e<br />
frammentato delle “poeterie” e del “narratorio”. I disegni intervallano e forse illus<strong>tra</strong>no (come tu mi<br />
dicevi qualche anno fa, quando te li mos<strong>tra</strong>i in una prima raccolta) quanto con la parola non so<br />
ancora dire.<br />
Gli strumenti di cui dispongo sono quelli che sono: poveri, bassi, a <strong>tra</strong>tti forse eccessivamente fini –<br />
il “bottino” di un’acculturazione un po’ predatoria e ansiosa, ma non (credo) arruffona.<br />
69 In Paesaggio con serpente, p.26, Einaudi, Torino 1984<br />
70 La poesia di Fortini e in suo commento erano uno dei contributi (<strong>tra</strong> i quali un’intervista ad Edoarda Masi) della sezione Nei<br />
dintorni di Mao Tse-Tung pensata in occasione del decennale della morte di Mao.<br />
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