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La comunicazione scientifica nei conflitti ambientali. Casi a ...

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Dal punto di vista della <strong>comunicazione</strong> <strong>scientifica</strong> è interessante osservare come il<br />

fronte pro inceneritore si sia avvalso nella maggior parte dei casi di expertise<br />

ingegneristiche, e abbia privilegiato come forma di confronto il gruppo di studi<br />

(costituito da una cerchia ristretta di esperti) e la conferenza informativa (aperta<br />

alla stampa e raramente frequentata da qualche cittadino particolarmente<br />

impegnato). Al contrario, gli oppositori al progetto dell’inceneritore hanno<br />

puntato sull’incontro pubblico e principalmente su expertise mediche (nel primi<br />

quattro anni di attività Nimby Trentino ha organizzato ben 21 incontri pubblici).<br />

Incontri cui amministratori e forze politiche si sono costantemente autoescluse.<br />

Il caso dell’inceneritore di Trento vede quindi una forte polarizzazione<br />

dell’expertise nel dibattito, in cui gli scienziati della vita si sono schierati quasi<br />

unanimemente contro il progetto di inceneritore, mentre gli esperti delle discipline<br />

tecniche - nella maggior parte dei casi - hanno appoggiato il progetto stesso. <strong>La</strong><br />

Provincia di Trento ha fatto ricorso agli esperti dell’Università di Trento e al<br />

gruppo di lavoro tecnico sulla bioessiccazione per depoliticizzare il dibattito. I<br />

comitati di opposizione hanno risposto ricorrendo al sapere medico-sanitario e<br />

spostando il confronto su temi legati ai rischi per la salute, usando il sapere tecnico<br />

per ripoliticizzare il confronto e allargare il conflitto ad altri portatori d’interesse.<br />

Una nota finale sul caso dell’inceneritore di Trento riguarda il fatto che,<br />

probabilmente, il conflitto ambientale ha avuto origine proprio dalla strategia di<br />

<strong>comunicazione</strong> adottata dai proponenti del progetto. <strong>La</strong> logica che li ha guidati è<br />

stata di tipo top-down, , nota con l'acronimo DAD (Decido, Annuncio, Difendo), in<br />

base al quale una volta progettato l’intervento, concordati gli aspetti strategici con<br />

i tecnici e avuto tutte le necessarie autorizzazioni amministrative, lo si annuncia al<br />

pubblico (Pfleger, 2011). È questo che probabilmente ha scatenato forti <strong>conflitti</strong> e<br />

opposizioni. Di fronte a queste reazioni, l'ente proponente del progetto ha cercato<br />

in tutti i modi di difendere la decisione assunta, generalmente col supporto di<br />

argomentazioni di natura tecnico-<strong>scientifica</strong>, oppure appellandosi all'emergenza<br />

della situazione o all'inevitabilità della scelta 32 (Sancassiani, 2005).<br />

Come si accennava precedentemente, momenti di discussione e di incontro in<br />

realtà ci sono stati. Tuttavia, si è trattato di un confronto avvenuto a livello<br />

32 Su l’Adige del 28 giugno 2003 sono riportate alcune affermazioni con cui il Presidente<br />

della PAT Lorenzo Dellai ha sostenuto il progetto: “Sull’inceneritore non si torna indietro”<br />

(20 aprile 2002); “L’inceneritore è indispensabile: sentiremo tutti ma la scelta è già fatta”<br />

(23 maggio 2002).<br />

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