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alba settembre 05 - CRIEA

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Santa Maria di Licodia è un paesino che<br />

conta poco più di settemila abitanti. Pochi,<br />

sì. Ma, l’esiguità del numero giustifica forse<br />

la mancanza di strutture e possibilità di espressione<br />

e realizzazione per i giovani? Parte della<br />

cittadinanza meno presa in considerazione,<br />

i giovani sono dimenticati, abbandonati a se<br />

stessi, lasciati alla noia di un paese che non gli<br />

offre assolutamente NULLA. Non ci sono<br />

punti di ritrovo, associazioni giovanili, centri<br />

culturali e anche l’idea di avere un cinema qui<br />

sembra essere pura utopia.<br />

L’unica forma di “svago” di cui dispongono<br />

i giovani è passare il loro tempo nella villa<br />

comunale, senza altro da fare che parlare di<br />

quanto sia noiosa la vita a Licodia e di come<br />

tutti ne vorrebbero scappare. Entrare in questo<br />

paese è come leggere Gente di Dublino di<br />

Joyce: si viene assaliti da una sensazione di<br />

paralisi. Il tempo sembra essersi fermato, la<br />

vita scorre al ritmo della monotonia e gli abitanti,<br />

come i personaggi di Joyce, sono invasi<br />

fino al midollo osseo da questa paralisi che gli<br />

impedisce di essere ricettivi ad ogni esperienza<br />

nuova. Incapaci di agire, di cambiare le loro<br />

vite e di realizzare i loro sogni, si lamentano e<br />

così sfogano la propria rabbia di accettare<br />

passivamente la realtà.<br />

Tuttavia, qui non vogliamo parlare solo<br />

della paralisi licodiese, bensì sottolineare come<br />

una reazione ad essa sia possibile e lo facciamo<br />

raccontando la storia di un gruppo di ragazzi<br />

che è singolare e, al tempo stesso, rappresentativa<br />

della situazione giovanile in questo<br />

paese.<br />

Alcuni mesi fa, un paio di amici, durante<br />

l’ennesima serata di “paranoia”, decide che<br />

bisogna scuotere la situazione e, in pochi giorni,<br />

si crea un gruppo di una trentina di ragazzi<br />

che si ritrovano a discutere insieme del loro<br />

Il Tribunale ha altresì riconosciuto<br />

la violazione degli artt. 6 e<br />

7 del DPR n. 203 del 1988 per<br />

non essere stata rilasciata la necessaria<br />

precedente autorizzazione<br />

alle emissioni; autorizzazione<br />

che secondo la legge sia per la fase<br />

di “costruzione” di un nuovo<br />

impianto, sia per quella di “esercizio”<br />

deve essere anticipata all’effettivo<br />

“inizio”, al fine di assicurare<br />

un controllo di compatibilità<br />

ambientale serio. Scorrendo<br />

ancora l’ordinanza, scopriamo<br />

che i giudici evidenziano in<br />

modo inequivocabile il fatto che<br />

la costruzione del megagalattico<br />

impianto ricade all’interno del sito<br />

di interesse comunitario (SIC<br />

delle Valanghe). La commissione<br />

VIA (Valutazione Impatto Am-<br />

Provincia<br />

Dicembre 20<strong>05</strong><br />

“Raccolta differenziata di pensieri”: un’originale protesta<br />

“Oltre” la Villa Comunale<br />

Giovani dimenticati contro la “paralisi” di Santa Maria di Licodia<br />

modo di vivere Licodia e dei loro desideri su<br />

come cambiarla. Dalle parole passano all’azione<br />

e, durante l’estate, esordiscono con una<br />

manifestazione, originale e creativa già dal<br />

nome: RACCOLTA DIFFERENZIATA DI<br />

PENSIERI. Lo scopo è raccogliere (attraverso<br />

foglietti distribuiti in giro su cui ognuno<br />

può scrivere i propri pensieri) il malcontento<br />

e le lamentele dei giovani, ma anche conoscerne<br />

gli interessi e i desideri e utilizzare questo<br />

materiale come punto di partenza per la creazione<br />

di attività che potessero coinvolgere il<br />

maggior numero possibile di giovani. La raccolta<br />

di idee è stata seguita da una proiezione<br />

di diapositive, accompagnata da una voce<br />

esterna che ha commentato le immagini e presentato<br />

ad un immaginario turista la Licodia<br />

che si troverebbe sotto gli occhi: una città<br />

fantasma, dove le strade sono completamente<br />

deserte, i luoghi destinati alle attività sportive<br />

(come la palestra comunale e i campi da<br />

tennis) lasciati all’abbandono...A quest’iniziativa,<br />

ne seguono delle altre, fra cui un’esposizione<br />

di quadri realizzati dagli stessi componenti<br />

del gruppo e una commedia che, in chiave<br />

ironica, ricostruisce la giornata tipo di un<br />

qualunque giovane licodiese.<br />

Ad un certo punto, il gruppo comincia a<br />

sgretolarsi; ritrovandosi settimanalmente alle<br />

riunioni solo per abbozzare dei progetti destinati<br />

poi ad essere messi nel cassetto per<br />

l’impossibilità di realizzarli: l’entusiasmo di<br />

molti viene meno. E questo è quanto di più<br />

paradossale potesse capitargli perché il grup-<br />

bientale) sarebbe stata depistata<br />

per il rilascio positivo della valutazione<br />

ambientale. Secondo il<br />

Tribunale la commissione ministeriale<br />

avrebbe dovuto approfondire<br />

l’indagine prima del rilascio!<br />

A tal proposito ricordiamo<br />

le vuote ciance di quanti si sono<br />

per interesse affannati a dimostrare<br />

che il sito era uno PSIC e<br />

non un SIC come se le peculiarità<br />

estetiche ed idrogeologiche di un<br />

luogo potessero dipendere dai<br />

giudizi degli uomini: giudizi, che<br />

non di rado sono espressione del<br />

“particulare”! I giudici inoltre<br />

hanno riconosciuto che l’impianto<br />

in contrada Cannizzola costituisce<br />

una violazione del decreto<br />

legislativo nr. 37 del 2003 che vieta<br />

la costruzione di tali tipologie di<br />

po, nato con l’intento di lottare contro l’apatia,<br />

si è fatto sconfiggere dalla stessa apatia. Il<br />

gruppetto di ragazzi attualmente rimasti a<br />

portare avanti l’iniziativa sta attraversando<br />

una fase di crisi e confusione: scoraggiato dall’abbandono<br />

degli altri, totalmente ignorato<br />

dalle istituzioni locali (l’amministrazione comunale,<br />

invitata alle loro manifestazioni, ha<br />

sempre declinato l’invito, ritenendo probabilmente<br />

che fosse poco importante sentire<br />

quello che hanno da dire i giovani), si trova,<br />

inoltre, a dover fronteggiare problemi di natura<br />

molto concreta, come la mancanza di una<br />

sede in cui riunirsi e, soprattutto, di finanziamenti<br />

con cui realizzare i propri progetti (le<br />

attività finora portate a compimento sono<br />

state, infatti, completamente auto-finanziate).<br />

Confusi, scoraggiati e demoralizzati, i giovani<br />

licodiesi continuano però ad elaborare<br />

nuove iniziative, tra le quali la realizzazione<br />

di una novena in chiave moderna e una raccolta<br />

di giocattoli per i bambini poveri per il<br />

Natale.<br />

Non si può certo dire che manchino di idee<br />

e creatività, ma di tutto il resto sì.<br />

L’iniziativa di questi ragazzi è sicuramente<br />

encomiabile e, per questo, li invitiamo a<br />

perseverare e a non cedere di fronte alle difficoltà,<br />

resistendo alla tentazione di mollare<br />

tutto “perché tanto è impossibile cambiare le<br />

cose”. Anche quello di Martin Luter King era<br />

solo un sogno, ma è a partire dal sogno di un<br />

mondo diverso che la realtà può cambiare.<br />

Tuttavia, ci rendiamo conto che, per quanta<br />

impianti in aree instabili ed alluvionali<br />

come questa che è vicinissima<br />

all’alveo del Simeto. Ricordiamo<br />

che, da queste parti, la gente<br />

chiama “traunara” l’esondazione<br />

di un fiume! E da queste parti, di<br />

“traunare” negli ultimi cento anni<br />

ce ne sono state davvero tante!<br />

Nella vicenda giudiziaria, sappiano<br />

i lettori, si è inserito anche il<br />

comune di Catania che è intervenuto<br />

ad adiuvandum e che ha<br />

sostenuto l’irrazionalità dell’intero<br />

piano dei rifiuti: la spazzatura<br />

di Catania dovrebbe andare<br />

ad Augusta provincia di Siracusa,<br />

mentre quella della provincia di<br />

Messina a Paternò in provincia<br />

di Catania: cose dell’altro mondo!<br />

E così, dopo i politici maneg-<br />

gi, le oscillanti e non sempre chiare<br />

posizioni degli amministratori<br />

locali, le pseudo scientifiche elucubrazioni,<br />

gli inneggiamenti al<br />

progresso, gli arzigogoli di quanti<br />

“interessati” al progetto si sono<br />

affannati a dimostrare all’opinione<br />

pubblica la presunta legittimità<br />

e l’opportunità del medesimo,<br />

ecco giungere puntuale (e speriamo<br />

risolutiva) l’ordinanza del<br />

T.A.R. che premia la tenacia e l’indefesso<br />

impegno dei comitati civici<br />

e che restituisce alla Valle del<br />

Simeto e ai suoi abitanti i loro<br />

inalienabili diritti i quali, uomini<br />

chiusi nei loro egoistici interessi,<br />

hanno cercato di sottrarre.<br />

E così in un’epoca in cui soffia<br />

sempre più forte il vento del<br />

relativismo morale, religioso, fi-<br />

3<br />

buona volontà ed energia possano impiegare,<br />

da soli potranno fare poco. Pertanto, ci uniamo<br />

a loro nell’esortare tutti i giovani licodiesi<br />

a svegliarsi dalla loro apatia.<br />

Daniele Barbagallo, Davide Giuffrida,<br />

Guido Giusti, Valentina La Mela, Luigi Minissale,<br />

Andrea Parasiliti, Salvo Patti, Giovanni<br />

Rasà, Francesca Russo, M. Lorenza<br />

Salamone e Salvo Sotera sono pronti ad accogliere<br />

tutti quei giovani convinti che Licodia<br />

sia diventata un raccoglitore di rifiuti, ma desiderosi<br />

di creare spazi nuovi in cui dare espressione<br />

alla PROPRIA voce.<br />

Il gruppo è assolutamente a-politico, si<br />

interessa in particolare ad attività artistiche e<br />

culturali (con la disponibilità a prendere in<br />

esame qualunque tipo di progetto), non ha<br />

leader né sponsor, non si vuole schierare contro<br />

niente e nessuno, ma solo denunciare la<br />

mancanza di attività rivolte ai giovani e cercare<br />

di rimediare a questa situazione, dando a<br />

tutti la possibilità di realizzare i propri interessi.<br />

Una persona da sola non può cambiare<br />

il corso della storia, ma un gruppo di ragazzi<br />

con i loro sogni e la voglia di realizzarli può<br />

contribuire a modificare la mentalità di questo<br />

paese.<br />

Per finire, ci rivolgiamo all’amministrazione<br />

comunale, alla quale vorremmo soltanto<br />

ricordare che i giovani costituiscono il futuro<br />

della società e che, forse, bisognerebbe investire<br />

un po’ di più sul patrimonio che essi<br />

rappresentano.<br />

Melita Furnari<br />

5° Concorso poesia dialettale “Carmunu Carusu”<br />

Manifestazione conclusiva alla Scuola Elementare di Motta<br />

Manifestazione conclusiva domenica<br />

27 novembre del 5° Concorso di<br />

poesia dialettale siciliana “Carmunu<br />

Carusu” (1840-1914), pueta di la<br />

Motta e forsi ‘ntisu, organizzato dalla<br />

Pro Loco di Motta. Preceduta alle 16<br />

dalla deposizione di una corona d’alloro<br />

davanti al busto bronzeo del poeta<br />

(opera dello scultore mottese Benedetto<br />

Scalirò) nel viale a lui dedicato,<br />

la premiazione, sotto la sobria<br />

conduzione della presidente Pro Loco<br />

Maria Grazia Accordino, ha avuto<br />

luogo a seguire nel salone della Scuola<br />

Elementare sul viale della Regione,<br />

gremito di appassionati della lingua<br />

affascinante degli avi, la quale, anche<br />

grazie all’iniziativa del concorso, continua<br />

a ricevere linfa vitale per essere<br />

conosciuta dalle nuove generazioni e<br />

dalla prima pagina<br />

salvaguardata come identità culturale<br />

del passato.<br />

Tra le poesie inedite di non più di<br />

40 versi dei 64 partecipanti di quest’anno,<br />

la giuria, composta dai proff.<br />

Antonella Dolei e Simone Caruso e<br />

dai poeti Pippo Consoli, Angelo Santonocito,<br />

Giovanni Torrisi e Nino<br />

Tomasello, ha incoronato tre componimenti<br />

molto affini nell’affrontare<br />

con naturalezza il tema della morte<br />

con i sentimenti che essa crea. Al primo<br />

posto Alfia Contino con “Tistamentu”,<br />

una sorta di viatico di una<br />

madre ai figli per essere trovata dopo<br />

anche nelle piccole cose o negli elementi<br />

della natura; al secondo Alfio<br />

Naso con “Na littra”, di uno zio emigrante<br />

al nipote col dispiacere del distacco<br />

dalla vita e dalla patria natia; al<br />

terzo Angelo Sciacca con “Paci a li<br />

morti”, che nell’album di famiglia evocano<br />

tanti ricordi che fanno rivivere il<br />

passato e diventano musica per l’anima.<br />

Alla triade coppa e menzione.<br />

Attestati, ovviamente, per tutti i 64.<br />

Targa-ricordo, invece, per queste<br />

nove poesie segnalate: “Sirinata all’anni<br />

mei” di Gaetano Petralia, “Oru<br />

culatu” di Nino Marzà, “L’occhi toi”<br />

di Augusto Manna, “La vecchia novena”<br />

di Nino Sava, “Giuramentu<br />

d’amuri” di Giuseppe Tomasello,<br />

“Semu frati ma…” di Alfio Sciacca,<br />

“Lu cori di l’emigratu” di Giovanni<br />

Parisi Avogaro, “Me nannu mi diceva”<br />

di Saverio Malgioglio e “Semu i<br />

stissi fratuzzu omu” di Domenico<br />

Peci. A tutti gli autori, compresi i rimanenti<br />

partecipanti, è stata data la<br />

possibilità di declamare i propri versi.<br />

Serata di versi, e che versi (vera<br />

musica per le orecchie dei mottesi),<br />

con alcune poesie do zu Carmunu recitate<br />

dagli alunni del locale Istituto<br />

comprensivo, preparati dalla docente<br />

Lella Seminerio per la Elementare,<br />

e dai proff. Paola Cardile e Santo Puzzolo<br />

per la Media.<br />

Presentati da Antonio Messina e<br />

Greta Tutone si sono avvicendati sul<br />

palco Giuseppe Rabuazzo con “Chi<br />

è la vita”, Marilena La Piana con “Cos’è<br />

lu munnu”, Martina Di Mauro con<br />

“U sgavitu”, Carla Belcuore e Christian<br />

Di Bella nel “Lamentu di Sant’Antoni”,<br />

Paolo Ziino con “Dumani<br />

partu”, Francesca Sbrizzi con “Fangu”,<br />

Graziella Vitanza in “A Ninu testa<br />

di cipudda”, Ilenia Gazzo con<br />

“Chi è tutta sta mossa”, Grazia Di<br />

Mauro in “U signurinu”, Giuseppe<br />

Consoli (brani della poesia del nonno<br />

omonimo A Carmunu Carusu),<br />

Arianna Santagati (strofe del misterbianchese<br />

Turi Scordo<br />

dedicate o zu Carmunu),<br />

Chiara Grasso<br />

(strofe di Luciano<br />

Pellegrino nell’anno<br />

della morte del poeta),<br />

Valentina Crisafulli<br />

(brani della poesia<br />

di Simone Caruso<br />

sul vate mottese) e<br />

Sara Sergi con “A lu<br />

paisi da Motta” del<br />

catanese Orazio Santonocito.<br />

“L’annu<br />

prossimu diciticci ai<br />

carusi di non curriri” è stata la simpatica<br />

esortazione, ovviamente in<br />

dialetto, di un poeta in sala riferendosi<br />

alla recitazione degli alunni.<br />

Vito Caruso<br />

Restituiti i diritti alla Valle del Simeto<br />

losofico che sembra volere spazzare<br />

via valori e certezze e orientare<br />

la vita umana entro i binari di<br />

un pericoloso soggettivismo, noi<br />

riscopriamo una certezza: la<br />

certezza del diritto dinanzi<br />

alla quale si dissolvono cavilli,<br />

sofismi, capziosità varie.<br />

Intanto i comitati civici mantengono<br />

l’impegno con una speranza<br />

in più: che anche nella nostra<br />

italietta, travolta quotidianamente<br />

da scandali e dal malcostume,<br />

possano infine affermarsi la<br />

verità e gli interessi collettivi e la<br />

Valle del Simeto, non toccata dalle<br />

nefandezze degli umani, possa<br />

continuare ad essere il paradisus<br />

deliciarum che tutti noi sappiamo.<br />

Salvatore Nicosia

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