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Santa Maria di Licodia è un paesino che<br />
conta poco più di settemila abitanti. Pochi,<br />
sì. Ma, l’esiguità del numero giustifica forse<br />
la mancanza di strutture e possibilità di espressione<br />
e realizzazione per i giovani? Parte della<br />
cittadinanza meno presa in considerazione,<br />
i giovani sono dimenticati, abbandonati a se<br />
stessi, lasciati alla noia di un paese che non gli<br />
offre assolutamente NULLA. Non ci sono<br />
punti di ritrovo, associazioni giovanili, centri<br />
culturali e anche l’idea di avere un cinema qui<br />
sembra essere pura utopia.<br />
L’unica forma di “svago” di cui dispongono<br />
i giovani è passare il loro tempo nella villa<br />
comunale, senza altro da fare che parlare di<br />
quanto sia noiosa la vita a Licodia e di come<br />
tutti ne vorrebbero scappare. Entrare in questo<br />
paese è come leggere Gente di Dublino di<br />
Joyce: si viene assaliti da una sensazione di<br />
paralisi. Il tempo sembra essersi fermato, la<br />
vita scorre al ritmo della monotonia e gli abitanti,<br />
come i personaggi di Joyce, sono invasi<br />
fino al midollo osseo da questa paralisi che gli<br />
impedisce di essere ricettivi ad ogni esperienza<br />
nuova. Incapaci di agire, di cambiare le loro<br />
vite e di realizzare i loro sogni, si lamentano e<br />
così sfogano la propria rabbia di accettare<br />
passivamente la realtà.<br />
Tuttavia, qui non vogliamo parlare solo<br />
della paralisi licodiese, bensì sottolineare come<br />
una reazione ad essa sia possibile e lo facciamo<br />
raccontando la storia di un gruppo di ragazzi<br />
che è singolare e, al tempo stesso, rappresentativa<br />
della situazione giovanile in questo<br />
paese.<br />
Alcuni mesi fa, un paio di amici, durante<br />
l’ennesima serata di “paranoia”, decide che<br />
bisogna scuotere la situazione e, in pochi giorni,<br />
si crea un gruppo di una trentina di ragazzi<br />
che si ritrovano a discutere insieme del loro<br />
Il Tribunale ha altresì riconosciuto<br />
la violazione degli artt. 6 e<br />
7 del DPR n. 203 del 1988 per<br />
non essere stata rilasciata la necessaria<br />
precedente autorizzazione<br />
alle emissioni; autorizzazione<br />
che secondo la legge sia per la fase<br />
di “costruzione” di un nuovo<br />
impianto, sia per quella di “esercizio”<br />
deve essere anticipata all’effettivo<br />
“inizio”, al fine di assicurare<br />
un controllo di compatibilità<br />
ambientale serio. Scorrendo<br />
ancora l’ordinanza, scopriamo<br />
che i giudici evidenziano in<br />
modo inequivocabile il fatto che<br />
la costruzione del megagalattico<br />
impianto ricade all’interno del sito<br />
di interesse comunitario (SIC<br />
delle Valanghe). La commissione<br />
VIA (Valutazione Impatto Am-<br />
Provincia<br />
Dicembre 20<strong>05</strong><br />
“Raccolta differenziata di pensieri”: un’originale protesta<br />
“Oltre” la Villa Comunale<br />
Giovani dimenticati contro la “paralisi” di Santa Maria di Licodia<br />
modo di vivere Licodia e dei loro desideri su<br />
come cambiarla. Dalle parole passano all’azione<br />
e, durante l’estate, esordiscono con una<br />
manifestazione, originale e creativa già dal<br />
nome: RACCOLTA DIFFERENZIATA DI<br />
PENSIERI. Lo scopo è raccogliere (attraverso<br />
foglietti distribuiti in giro su cui ognuno<br />
può scrivere i propri pensieri) il malcontento<br />
e le lamentele dei giovani, ma anche conoscerne<br />
gli interessi e i desideri e utilizzare questo<br />
materiale come punto di partenza per la creazione<br />
di attività che potessero coinvolgere il<br />
maggior numero possibile di giovani. La raccolta<br />
di idee è stata seguita da una proiezione<br />
di diapositive, accompagnata da una voce<br />
esterna che ha commentato le immagini e presentato<br />
ad un immaginario turista la Licodia<br />
che si troverebbe sotto gli occhi: una città<br />
fantasma, dove le strade sono completamente<br />
deserte, i luoghi destinati alle attività sportive<br />
(come la palestra comunale e i campi da<br />
tennis) lasciati all’abbandono...A quest’iniziativa,<br />
ne seguono delle altre, fra cui un’esposizione<br />
di quadri realizzati dagli stessi componenti<br />
del gruppo e una commedia che, in chiave<br />
ironica, ricostruisce la giornata tipo di un<br />
qualunque giovane licodiese.<br />
Ad un certo punto, il gruppo comincia a<br />
sgretolarsi; ritrovandosi settimanalmente alle<br />
riunioni solo per abbozzare dei progetti destinati<br />
poi ad essere messi nel cassetto per<br />
l’impossibilità di realizzarli: l’entusiasmo di<br />
molti viene meno. E questo è quanto di più<br />
paradossale potesse capitargli perché il grup-<br />
bientale) sarebbe stata depistata<br />
per il rilascio positivo della valutazione<br />
ambientale. Secondo il<br />
Tribunale la commissione ministeriale<br />
avrebbe dovuto approfondire<br />
l’indagine prima del rilascio!<br />
A tal proposito ricordiamo<br />
le vuote ciance di quanti si sono<br />
per interesse affannati a dimostrare<br />
che il sito era uno PSIC e<br />
non un SIC come se le peculiarità<br />
estetiche ed idrogeologiche di un<br />
luogo potessero dipendere dai<br />
giudizi degli uomini: giudizi, che<br />
non di rado sono espressione del<br />
“particulare”! I giudici inoltre<br />
hanno riconosciuto che l’impianto<br />
in contrada Cannizzola costituisce<br />
una violazione del decreto<br />
legislativo nr. 37 del 2003 che vieta<br />
la costruzione di tali tipologie di<br />
po, nato con l’intento di lottare contro l’apatia,<br />
si è fatto sconfiggere dalla stessa apatia. Il<br />
gruppetto di ragazzi attualmente rimasti a<br />
portare avanti l’iniziativa sta attraversando<br />
una fase di crisi e confusione: scoraggiato dall’abbandono<br />
degli altri, totalmente ignorato<br />
dalle istituzioni locali (l’amministrazione comunale,<br />
invitata alle loro manifestazioni, ha<br />
sempre declinato l’invito, ritenendo probabilmente<br />
che fosse poco importante sentire<br />
quello che hanno da dire i giovani), si trova,<br />
inoltre, a dover fronteggiare problemi di natura<br />
molto concreta, come la mancanza di una<br />
sede in cui riunirsi e, soprattutto, di finanziamenti<br />
con cui realizzare i propri progetti (le<br />
attività finora portate a compimento sono<br />
state, infatti, completamente auto-finanziate).<br />
Confusi, scoraggiati e demoralizzati, i giovani<br />
licodiesi continuano però ad elaborare<br />
nuove iniziative, tra le quali la realizzazione<br />
di una novena in chiave moderna e una raccolta<br />
di giocattoli per i bambini poveri per il<br />
Natale.<br />
Non si può certo dire che manchino di idee<br />
e creatività, ma di tutto il resto sì.<br />
L’iniziativa di questi ragazzi è sicuramente<br />
encomiabile e, per questo, li invitiamo a<br />
perseverare e a non cedere di fronte alle difficoltà,<br />
resistendo alla tentazione di mollare<br />
tutto “perché tanto è impossibile cambiare le<br />
cose”. Anche quello di Martin Luter King era<br />
solo un sogno, ma è a partire dal sogno di un<br />
mondo diverso che la realtà può cambiare.<br />
Tuttavia, ci rendiamo conto che, per quanta<br />
impianti in aree instabili ed alluvionali<br />
come questa che è vicinissima<br />
all’alveo del Simeto. Ricordiamo<br />
che, da queste parti, la gente<br />
chiama “traunara” l’esondazione<br />
di un fiume! E da queste parti, di<br />
“traunare” negli ultimi cento anni<br />
ce ne sono state davvero tante!<br />
Nella vicenda giudiziaria, sappiano<br />
i lettori, si è inserito anche il<br />
comune di Catania che è intervenuto<br />
ad adiuvandum e che ha<br />
sostenuto l’irrazionalità dell’intero<br />
piano dei rifiuti: la spazzatura<br />
di Catania dovrebbe andare<br />
ad Augusta provincia di Siracusa,<br />
mentre quella della provincia di<br />
Messina a Paternò in provincia<br />
di Catania: cose dell’altro mondo!<br />
E così, dopo i politici maneg-<br />
gi, le oscillanti e non sempre chiare<br />
posizioni degli amministratori<br />
locali, le pseudo scientifiche elucubrazioni,<br />
gli inneggiamenti al<br />
progresso, gli arzigogoli di quanti<br />
“interessati” al progetto si sono<br />
affannati a dimostrare all’opinione<br />
pubblica la presunta legittimità<br />
e l’opportunità del medesimo,<br />
ecco giungere puntuale (e speriamo<br />
risolutiva) l’ordinanza del<br />
T.A.R. che premia la tenacia e l’indefesso<br />
impegno dei comitati civici<br />
e che restituisce alla Valle del<br />
Simeto e ai suoi abitanti i loro<br />
inalienabili diritti i quali, uomini<br />
chiusi nei loro egoistici interessi,<br />
hanno cercato di sottrarre.<br />
E così in un’epoca in cui soffia<br />
sempre più forte il vento del<br />
relativismo morale, religioso, fi-<br />
3<br />
buona volontà ed energia possano impiegare,<br />
da soli potranno fare poco. Pertanto, ci uniamo<br />
a loro nell’esortare tutti i giovani licodiesi<br />
a svegliarsi dalla loro apatia.<br />
Daniele Barbagallo, Davide Giuffrida,<br />
Guido Giusti, Valentina La Mela, Luigi Minissale,<br />
Andrea Parasiliti, Salvo Patti, Giovanni<br />
Rasà, Francesca Russo, M. Lorenza<br />
Salamone e Salvo Sotera sono pronti ad accogliere<br />
tutti quei giovani convinti che Licodia<br />
sia diventata un raccoglitore di rifiuti, ma desiderosi<br />
di creare spazi nuovi in cui dare espressione<br />
alla PROPRIA voce.<br />
Il gruppo è assolutamente a-politico, si<br />
interessa in particolare ad attività artistiche e<br />
culturali (con la disponibilità a prendere in<br />
esame qualunque tipo di progetto), non ha<br />
leader né sponsor, non si vuole schierare contro<br />
niente e nessuno, ma solo denunciare la<br />
mancanza di attività rivolte ai giovani e cercare<br />
di rimediare a questa situazione, dando a<br />
tutti la possibilità di realizzare i propri interessi.<br />
Una persona da sola non può cambiare<br />
il corso della storia, ma un gruppo di ragazzi<br />
con i loro sogni e la voglia di realizzarli può<br />
contribuire a modificare la mentalità di questo<br />
paese.<br />
Per finire, ci rivolgiamo all’amministrazione<br />
comunale, alla quale vorremmo soltanto<br />
ricordare che i giovani costituiscono il futuro<br />
della società e che, forse, bisognerebbe investire<br />
un po’ di più sul patrimonio che essi<br />
rappresentano.<br />
Melita Furnari<br />
5° Concorso poesia dialettale “Carmunu Carusu”<br />
Manifestazione conclusiva alla Scuola Elementare di Motta<br />
Manifestazione conclusiva domenica<br />
27 novembre del 5° Concorso di<br />
poesia dialettale siciliana “Carmunu<br />
Carusu” (1840-1914), pueta di la<br />
Motta e forsi ‘ntisu, organizzato dalla<br />
Pro Loco di Motta. Preceduta alle 16<br />
dalla deposizione di una corona d’alloro<br />
davanti al busto bronzeo del poeta<br />
(opera dello scultore mottese Benedetto<br />
Scalirò) nel viale a lui dedicato,<br />
la premiazione, sotto la sobria<br />
conduzione della presidente Pro Loco<br />
Maria Grazia Accordino, ha avuto<br />
luogo a seguire nel salone della Scuola<br />
Elementare sul viale della Regione,<br />
gremito di appassionati della lingua<br />
affascinante degli avi, la quale, anche<br />
grazie all’iniziativa del concorso, continua<br />
a ricevere linfa vitale per essere<br />
conosciuta dalle nuove generazioni e<br />
dalla prima pagina<br />
salvaguardata come identità culturale<br />
del passato.<br />
Tra le poesie inedite di non più di<br />
40 versi dei 64 partecipanti di quest’anno,<br />
la giuria, composta dai proff.<br />
Antonella Dolei e Simone Caruso e<br />
dai poeti Pippo Consoli, Angelo Santonocito,<br />
Giovanni Torrisi e Nino<br />
Tomasello, ha incoronato tre componimenti<br />
molto affini nell’affrontare<br />
con naturalezza il tema della morte<br />
con i sentimenti che essa crea. Al primo<br />
posto Alfia Contino con “Tistamentu”,<br />
una sorta di viatico di una<br />
madre ai figli per essere trovata dopo<br />
anche nelle piccole cose o negli elementi<br />
della natura; al secondo Alfio<br />
Naso con “Na littra”, di uno zio emigrante<br />
al nipote col dispiacere del distacco<br />
dalla vita e dalla patria natia; al<br />
terzo Angelo Sciacca con “Paci a li<br />
morti”, che nell’album di famiglia evocano<br />
tanti ricordi che fanno rivivere il<br />
passato e diventano musica per l’anima.<br />
Alla triade coppa e menzione.<br />
Attestati, ovviamente, per tutti i 64.<br />
Targa-ricordo, invece, per queste<br />
nove poesie segnalate: “Sirinata all’anni<br />
mei” di Gaetano Petralia, “Oru<br />
culatu” di Nino Marzà, “L’occhi toi”<br />
di Augusto Manna, “La vecchia novena”<br />
di Nino Sava, “Giuramentu<br />
d’amuri” di Giuseppe Tomasello,<br />
“Semu frati ma…” di Alfio Sciacca,<br />
“Lu cori di l’emigratu” di Giovanni<br />
Parisi Avogaro, “Me nannu mi diceva”<br />
di Saverio Malgioglio e “Semu i<br />
stissi fratuzzu omu” di Domenico<br />
Peci. A tutti gli autori, compresi i rimanenti<br />
partecipanti, è stata data la<br />
possibilità di declamare i propri versi.<br />
Serata di versi, e che versi (vera<br />
musica per le orecchie dei mottesi),<br />
con alcune poesie do zu Carmunu recitate<br />
dagli alunni del locale Istituto<br />
comprensivo, preparati dalla docente<br />
Lella Seminerio per la Elementare,<br />
e dai proff. Paola Cardile e Santo Puzzolo<br />
per la Media.<br />
Presentati da Antonio Messina e<br />
Greta Tutone si sono avvicendati sul<br />
palco Giuseppe Rabuazzo con “Chi<br />
è la vita”, Marilena La Piana con “Cos’è<br />
lu munnu”, Martina Di Mauro con<br />
“U sgavitu”, Carla Belcuore e Christian<br />
Di Bella nel “Lamentu di Sant’Antoni”,<br />
Paolo Ziino con “Dumani<br />
partu”, Francesca Sbrizzi con “Fangu”,<br />
Graziella Vitanza in “A Ninu testa<br />
di cipudda”, Ilenia Gazzo con<br />
“Chi è tutta sta mossa”, Grazia Di<br />
Mauro in “U signurinu”, Giuseppe<br />
Consoli (brani della poesia del nonno<br />
omonimo A Carmunu Carusu),<br />
Arianna Santagati (strofe del misterbianchese<br />
Turi Scordo<br />
dedicate o zu Carmunu),<br />
Chiara Grasso<br />
(strofe di Luciano<br />
Pellegrino nell’anno<br />
della morte del poeta),<br />
Valentina Crisafulli<br />
(brani della poesia<br />
di Simone Caruso<br />
sul vate mottese) e<br />
Sara Sergi con “A lu<br />
paisi da Motta” del<br />
catanese Orazio Santonocito.<br />
“L’annu<br />
prossimu diciticci ai<br />
carusi di non curriri” è stata la simpatica<br />
esortazione, ovviamente in<br />
dialetto, di un poeta in sala riferendosi<br />
alla recitazione degli alunni.<br />
Vito Caruso<br />
Restituiti i diritti alla Valle del Simeto<br />
losofico che sembra volere spazzare<br />
via valori e certezze e orientare<br />
la vita umana entro i binari di<br />
un pericoloso soggettivismo, noi<br />
riscopriamo una certezza: la<br />
certezza del diritto dinanzi<br />
alla quale si dissolvono cavilli,<br />
sofismi, capziosità varie.<br />
Intanto i comitati civici mantengono<br />
l’impegno con una speranza<br />
in più: che anche nella nostra<br />
italietta, travolta quotidianamente<br />
da scandali e dal malcostume,<br />
possano infine affermarsi la<br />
verità e gli interessi collettivi e la<br />
Valle del Simeto, non toccata dalle<br />
nefandezze degli umani, possa<br />
continuare ad essere il paradisus<br />
deliciarum che tutti noi sappiamo.<br />
Salvatore Nicosia