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alba settembre 05 - CRIEA

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Evento culturale di grande richiamo a Paternò per le celebrazioni del seicentesimo<br />

anniversario della promulgazione delle “Consuetudini” di Bianca di<br />

Navarra.<br />

La manifestazione è stata promossa dall’Amministrazione Comunale con<br />

l’ impegno sinergico tra l’Assessorato alle Pari Opportunità (Ass. Rossella<br />

Puglisi), la Consulta delle Donne (Pres. Grazia Scavo), l’Assessorato alla<br />

Cultura (Ass. Nino Naso), e l’Istituzione Biblioteca “G.B. Nicolosi” (Pres.<br />

Marilina Cancellieri-Dir.ce Rosanna Messina).<br />

La manifestazione ha degnamente commemorato l’evento con un nutrito<br />

programma aperto dall’inaugurazione alla Galleria d’arte moderna di una mostra<br />

della Copia delle Consuetudini, animata dal “cuntu” del maestro Salvatore<br />

Marchese.<br />

Nel suggestivo scenario di San Francesco alla Collina una conferenza sul<br />

tema “Bianca di Navarra-Seicento anni dalle Consuetudini di Paternò”, ha<br />

tracciato un poliedrico profilo storico/culturale sulla figura della “Reyna”,<br />

donna di estrema raffinatezza ed eleganza, nonché sovrana equa ed illuminata.<br />

Relatori dell’incontro sono stati la dott.ssa Cristina Grasso, direttrice vicaria<br />

Archivio di Stato di Catania, che ha illustrato e commentato, con la proiezione<br />

di diapositive, il documento ufficiale delle Consuetudini del 14<strong>05</strong>, redatto<br />

in lingua latina e conservato presso l’archivio di Stato di Catania; il prof.<br />

Vincenzo Fallica che ha tracciato un quadro delle vicende storiche che videro<br />

Bianca di Navarra protagonista della gestione politica del regno, delle resistenze<br />

nei confronti di qualche interessato corteggiatore, dei suoi contrasti con le<br />

grandi famiglie siciliane; il prof. Carmine Rapisarda che, con il tema La femminilità<br />

di Bianca, ha esaltato, oltre l’immagine della sovrana, quella della donna<br />

dai nobili tratti spagnoleggianti e dai gusti sobri ma molto raffinati.<br />

Grazia Scavo, Presidente della Consulta delle donne, ha auspicato “…che<br />

la manifestazione “Bianca di Navarra” possa assumere un carattere istituzionale<br />

e far parte di una serie di eventi che caratterizzino lo scenario culturale di<br />

una città come Paternò, ricca di storia e di tradizioni.”<br />

I lavori sono stati coordinati dall’avv. Giuseppe Virgillito e dal prof. Angelino<br />

Consolo.<br />

La serata è stata anche coronata dall’omaggio della tela “Bianca di Navarra”<br />

di Carmen Arena all’ assessorato alla Cultura di Paternò.<br />

A. R.<br />

Speciale Paternò<br />

Nel 14<strong>05</strong>, la regina Bianca di Navarra,<br />

nominata vicaria del regno di Sicilia<br />

dopo la morte del marito Martino, percorreva<br />

i territori del suo dominio e si<br />

fermava a Paternò, dove con la sua firma<br />

segnava il passaggio delle consuetudini<br />

locali alle leggi, trasformando quella<br />

che era una terra abitata da “vagabondi”<br />

in una società civile.<br />

A distanza di seicento anni, i Baternù<br />

portano in scena uno spettacolo che<br />

fa rivivere le vicende della giovane regina,<br />

ambientandole in un quadro suggestivo<br />

come quello del Castello normanno<br />

di Paternò. L’ambientazione storica,<br />

magistralmente ricreata attraverso<br />

musiche e costumi, trascina lo spettatore<br />

moderno indietro nel tempo immergendolo<br />

in una dimensione in cui il<br />

sapore della storia si confonde e si fonde<br />

con quello del mito e della leggenda.<br />

La rappresentazione dei Baternù si<br />

concentra in particolare sull’episodio<br />

della firma delle consuetudini e si svolge<br />

nel luogo in cui essa avvenne, la sala<br />

regia del castello. Ed è forse lo scenario<br />

a generare la sensazione di assistere ad<br />

un momento storico di grande portata,<br />

facendo dimenticare la distanza temporale<br />

che lo separa da un presente in<br />

cui il valore di quell’atto è andato perduto.<br />

La rappresentazione vera e propria<br />

è preceduta da una sorta di prologo, in<br />

cui l’attore rievoca la vicenda della regina<br />

e stabilisce un collegamento fra passato<br />

e presente. L’atto compiuto da<br />

Dicembre 20<strong>05</strong><br />

Seicentesimo delle “Consuetudini” di Bianca di Navarra<br />

Conferenza storico-culturale<br />

Da sin.: Marilina Cancelliere, Grazia<br />

Uno spettacolo dedicato a Cicciu Busacca, cantastorie paternese<br />

La regina Bianca nel teatro dei Batarnù<br />

Quando la storia si fonde e si confonde con il mito e la leggenda<br />

Bianca di Navarra fu altamente significativo<br />

non solo perché mirava alla creazione<br />

di leggi, primo passo verso la<br />

costituzione di una società civile, ma<br />

anche perché lo faceva a partire dalle<br />

norme elaborate dalla tradizione e dal<br />

popolo. Un atto, quindi, di democratizzazione:<br />

novant’anni prima che venisse<br />

scoperta l’America e molto prima<br />

che la cultura occidentale elaborasse<br />

il concetto di democrazia attuale.<br />

Ecco come Giovanni Calcagno,<br />

membro dei Baternù, risponde alle nostre<br />

domande su questo spettacolo.<br />

Da cosa è nato il progetto di portare<br />

in scena la vicenda di Bianca di Navarra?<br />

“Bianca di Navarra è personaggio<br />

straordinario. È una donna arrivata in<br />

Sicilia giovanissima, a soli diciannove<br />

anni, che ha tuttavia rappresentato una<br />

tappa importante nella storia di Paternò<br />

perché è riuscita a trasformare le leggi<br />

del popolo in istituzioni segnando il<br />

passaggio della società da uno stato di<br />

quasi barbarie ad uno civile. È, dunque,<br />

un momento che fa parte delle nostre<br />

origini ed è importante tornare al passato<br />

e recuperare le componenti della<br />

nostra cultura. Ancor di più, se si guarda<br />

alla realtà presente e si vede come<br />

essa sia degenerata rispetto al passato.<br />

Fa un certo effetto guardare oggi Paternò,<br />

e la società in generale, e accorgersi<br />

che da allora in poi la società ha regredito<br />

piuttosto che avanzare e il potere è<br />

diventato sempre più un privilegio appannaggio<br />

di pochi eletti. È proprio per<br />

recuperare e salvare dall’oblio quanto<br />

di meglio ha la nostra storia che abbiamo<br />

pensato di far rivivere la regina, in<br />

occasione dei Seicento anni della firma<br />

delle consuetudini, perché siamo convinti<br />

dell’attualità che questo messaggio<br />

contiene”.<br />

“Teatro, poesia e musica siciliana dall’’800 al ‘900”<br />

“Caffè Letterario” all’Antares<br />

Giovanni Calcagno e il duo “Triquetra”riportano il passato<br />

Giovanni Calcagno (al centro) e il duo “Triquetra”<br />

Un autunno all’insegna della cultura quello che ha<br />

contraddistinto la città di Paternò.<br />

Dopo “Bianca di Navarra”, il “Caffè Letterario”,<br />

un’iniziativa dell’Istituzione Biblioteca Comunale<br />

“G.B. Nicolosi” di concerto con l’Assessorato alla<br />

Cultura.<br />

La saletta del Caffè Antares ha rappresentato lo<br />

scenario ideale dell’incontro con cui si è inteso rievocare<br />

quel luogo simbolo di cultura, ma anche di ritrovo<br />

e convivialità che ha rappresentato per secoli, e<br />

rappresenta ancora, il Caffè Letterario.<br />

Nel nostro tempo al<br />

bar si parla di calcio…<br />

Un tempo chi entrava<br />

al Caffè per sorseggiare<br />

una calda ed aromatica<br />

bevanda, rimanendo<br />

affascinato dalla<br />

recitazione di versi o<br />

dalle lettere d’amore declamate,<br />

vi rimaneva incantato…<br />

Altri tempi!<br />

“Teatro, poesia e<br />

musica siciliana dall’<br />

‘800 al ‘900” è stato<br />

questo il tema dell’incontro,<br />

animato da un<br />

superbo Giovanni Calcagno,<br />

apprezzato attore<br />

paternese, con il, non<br />

meno bravo, duo di musicisti<br />

“I Triquetra” che,<br />

coniugando sapientemente<br />

musica, prosa e poesia hanno inteso rivisitare<br />

una classica forma d’arte che sempre affascina e<br />

coinvolge.<br />

L’antologia di brani siciliani, tutti da ri-scoprire, ha<br />

affascinato il numeroso pubblico presente che, nella<br />

calda atmosfera del Caffè, tra un aperitivo e un commento<br />

sussurrato, ha avuto modo di apprezzare poesia,<br />

musica e brani teatrali di autori quali Giovanni<br />

Verga, Ignazio Buttitta, Vitaliano Brancati, Luigi Pirandello,<br />

Nino Martoglio, Vincenzo Consolo, Elio Vittorini,<br />

Giovanni Meli, Toni Cucchiara e quant’ altri .<br />

Il filo rosso che ha unito la rassegna è stato il tema<br />

dell’amore e la struggente nostalgia per la propria terra.<br />

Canti, poesie e prose cantati e recitati con le nobili<br />

radici della lingua italiana: il dialetto siciliano.<br />

Tra i numerosi presenti, politici della Città, tra<br />

cui il Presidente del Consiglio Comunale Alfio Virgolini,<br />

esponenti del mondo culturale e della Scuola<br />

paternese, ma anche molti giovani che hanno seguito<br />

con partecipazione ed interesse lo spettacolo.<br />

L’assessore alla cultura, rag. Nino Naso, così come<br />

il Sindaco avv. Pippo Failla, si ritengono molto soddisfatti<br />

del successo dell’iniziativa che è andata ben<br />

oltre le aspettative, e auspicano che il Caffè Letterario,<br />

novità in assoluto per Paternò, nei prossimi appuntamenti<br />

possa contribuire sempre di più alla crescita<br />

culturale della Città.<br />

La Presidente dell’Istituzione Biblioteca Comunale,<br />

dott.ssa Marilina Cancellieri, afferma che l’iniziativa<br />

ha come obiettivo la valorizzazione della memoria<br />

artistica, culturale e sociale della nostra Sicilia<br />

ed, in particolare, di Paternò.<br />

La dott.ssa Rosanna Messina, direttrice della Biblioteca,<br />

ribadisce “… la necessità di far “uscire” la<br />

cultura dalle mura della Biblioteca per creare un’occasione<br />

di incontro fra tutti coloro che amano l’arte<br />

e, soprattutto, per fare amare l’arte da tutti. Credo<br />

necessiti una spinta intellettuale forte per “uscire<br />

fuori”, per non rinchiuderci in noi stessi e spero che<br />

il Caffè Letterario possa contribuire a far raggiungere<br />

alla nostra Città questo importante traguardo”.<br />

Atelier<br />

Benedetta<br />

Sposa<br />

Via S. Anna, 152 Belpasso (CT)<br />

Tel. 095 917674<br />

Agata Rizzo<br />

Nella parte iniziale della rappresentazione,<br />

hai narrato le vicende della regina,<br />

presentandoti al pubblico nei panni<br />

di un cantastorie e riprendendo un pò<br />

questa tradizione ormai perduta. Quale<br />

relazione esiste fra il vostro teatro e<br />

questo tipo di tradizione?<br />

“Abbiamo pensato di dedicare lo<br />

spettacolo a Ciccio Busacca che è il maggior<br />

rappresentante dei cantastorie paternesi.<br />

I cantastorie rappresentavano,<br />

fino a qualche decennio fa, la voce del<br />

popolo, una voce che aveva il ruolo di<br />

informare ma che esprimeva anche una<br />

cultura popolare e alternativa, prima che<br />

la modernità la cancellasse, soppiantandola<br />

con l’omologazione e la cultura del<br />

“fast-food”, togliendo ai cantastorie persino<br />

lo spazio fisico in cui si esibivano,<br />

quelle strade che sono state invase dalle<br />

macchine.<br />

La morte dei cantastorie è assimilabile,<br />

in qualche modo, a quanto diceva<br />

Pasolini nel suo famoso articolo “La<br />

morte delle lucciole”: è la perdita di una<br />

cultura popolare e rurale di fronte all’avanzata<br />

della modernità. Il nostro teatro<br />

si collega, in qualche modo, alla tradi-<br />

5<br />

zione dei cantastorie perché si propone<br />

di riportare in vita questa voce popolare<br />

e alternativa che loro hanno rappresentato”.<br />

Sulla scia di un’arte ormai scomparsa,<br />

i Baternù evocano Busacca come<br />

guida e protettore ideale, con il quale<br />

si instaura un collegamento spirituale,<br />

nel tentativo di creare un teatro<br />

che recuperi la voce proveniente dal<br />

basso, quella del popolo e della gente<br />

comune. Una voce che esprimeva la<br />

diversità e la bellezza che ogni diversità<br />

contiene al suo interno, prima che<br />

la “cultura del fast-food” e della massificazione<br />

livellasse tutto e cancellasse<br />

le particolarità e l’unicità delle<br />

culture locali, sotto l’impellente necessità<br />

di omologazione.<br />

Riportare in vita la voce dei cantastorie,<br />

voce alternativa a quella ufficiale,<br />

acquista oggi un valore ancor<br />

più sovversivo perché si pone come<br />

una voce controcorrente rispetto al<br />

movimento della storia che corre sfrenatamente<br />

avanti, lasciandosi dietro,<br />

e dimenticando, le identità locali.<br />

Melita Furnari<br />

“La vita di Santa Barbara”<br />

Turi Marchese ha presentato la sua<br />

opera alla maniera del “Cuntu”<br />

“Incontro con l’autore” affollato e molto partecipato alla<br />

Galleria d’Arte Moderna di Paternò per la presentazione dell’opera<br />

“La vita di Santa Barbara”, testo in versi rimati e<br />

musicati del maestro Turi Marchese (nella foto), con il quale si<br />

sono aperte le manifestazioni culturali connesse alla festività<br />

di S. Barbara.<br />

Alla maniera dei cantastorie, Turi Marchese, apprezzato<br />

poeta dialettale locale, ha presentato il suo “Cuntu” accompagnando<br />

con la chitarra i versi in dialetto siciliano. Sedici suggestivi<br />

“quadri”, realizzati da Cesare Ferrante e figurati tramite<br />

diapositive, rendevano man, mano “visibili” i versi cantati.<br />

Come considera nella prefazione del libro padre Antonello<br />

Russo, parroco della Chiesa di S. Barbara, “…L’autore, utilizzando<br />

il lessico e la musicalità del dialetto siciliano e riproponendo<br />

la figura del cantastorie, offre un valido contributo nel<br />

recupero di “fatti culturali” che è giusto far rivivere e salvaguardare<br />

(…). Non meno importante è il testo come “fatto<br />

religioso” (…).”<br />

Animatrice dell’incontro la dott.ssa Rosanna Messina, direttrice<br />

della Biblioteca Comunale “G.B. Nicolosi”; moderatori<br />

il già citato sac. Antonello Russo e<br />

l’avv. Giuseppe Virgillito.<br />

Hanno presenziato: il sindaco,<br />

avv. Pippo Failla, l’assessore alla Cultura,<br />

rag. Nino Naso, la pres.ssa dell’Istituzione<br />

Biblioteca, dott.ssa Marilina<br />

Cancelliere e il pres.te del Consiglio<br />

Comunale, Alfio Virgolini.<br />

Tra gli intervenuti diversi esponenti<br />

del mondo politico e culturale<br />

della Città.<br />

R.A.

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