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Evento culturale di grande richiamo a Paternò per le celebrazioni del seicentesimo<br />
anniversario della promulgazione delle “Consuetudini” di Bianca di<br />
Navarra.<br />
La manifestazione è stata promossa dall’Amministrazione Comunale con<br />
l’ impegno sinergico tra l’Assessorato alle Pari Opportunità (Ass. Rossella<br />
Puglisi), la Consulta delle Donne (Pres. Grazia Scavo), l’Assessorato alla<br />
Cultura (Ass. Nino Naso), e l’Istituzione Biblioteca “G.B. Nicolosi” (Pres.<br />
Marilina Cancellieri-Dir.ce Rosanna Messina).<br />
La manifestazione ha degnamente commemorato l’evento con un nutrito<br />
programma aperto dall’inaugurazione alla Galleria d’arte moderna di una mostra<br />
della Copia delle Consuetudini, animata dal “cuntu” del maestro Salvatore<br />
Marchese.<br />
Nel suggestivo scenario di San Francesco alla Collina una conferenza sul<br />
tema “Bianca di Navarra-Seicento anni dalle Consuetudini di Paternò”, ha<br />
tracciato un poliedrico profilo storico/culturale sulla figura della “Reyna”,<br />
donna di estrema raffinatezza ed eleganza, nonché sovrana equa ed illuminata.<br />
Relatori dell’incontro sono stati la dott.ssa Cristina Grasso, direttrice vicaria<br />
Archivio di Stato di Catania, che ha illustrato e commentato, con la proiezione<br />
di diapositive, il documento ufficiale delle Consuetudini del 14<strong>05</strong>, redatto<br />
in lingua latina e conservato presso l’archivio di Stato di Catania; il prof.<br />
Vincenzo Fallica che ha tracciato un quadro delle vicende storiche che videro<br />
Bianca di Navarra protagonista della gestione politica del regno, delle resistenze<br />
nei confronti di qualche interessato corteggiatore, dei suoi contrasti con le<br />
grandi famiglie siciliane; il prof. Carmine Rapisarda che, con il tema La femminilità<br />
di Bianca, ha esaltato, oltre l’immagine della sovrana, quella della donna<br />
dai nobili tratti spagnoleggianti e dai gusti sobri ma molto raffinati.<br />
Grazia Scavo, Presidente della Consulta delle donne, ha auspicato “…che<br />
la manifestazione “Bianca di Navarra” possa assumere un carattere istituzionale<br />
e far parte di una serie di eventi che caratterizzino lo scenario culturale di<br />
una città come Paternò, ricca di storia e di tradizioni.”<br />
I lavori sono stati coordinati dall’avv. Giuseppe Virgillito e dal prof. Angelino<br />
Consolo.<br />
La serata è stata anche coronata dall’omaggio della tela “Bianca di Navarra”<br />
di Carmen Arena all’ assessorato alla Cultura di Paternò.<br />
A. R.<br />
Speciale Paternò<br />
Nel 14<strong>05</strong>, la regina Bianca di Navarra,<br />
nominata vicaria del regno di Sicilia<br />
dopo la morte del marito Martino, percorreva<br />
i territori del suo dominio e si<br />
fermava a Paternò, dove con la sua firma<br />
segnava il passaggio delle consuetudini<br />
locali alle leggi, trasformando quella<br />
che era una terra abitata da “vagabondi”<br />
in una società civile.<br />
A distanza di seicento anni, i Baternù<br />
portano in scena uno spettacolo che<br />
fa rivivere le vicende della giovane regina,<br />
ambientandole in un quadro suggestivo<br />
come quello del Castello normanno<br />
di Paternò. L’ambientazione storica,<br />
magistralmente ricreata attraverso<br />
musiche e costumi, trascina lo spettatore<br />
moderno indietro nel tempo immergendolo<br />
in una dimensione in cui il<br />
sapore della storia si confonde e si fonde<br />
con quello del mito e della leggenda.<br />
La rappresentazione dei Baternù si<br />
concentra in particolare sull’episodio<br />
della firma delle consuetudini e si svolge<br />
nel luogo in cui essa avvenne, la sala<br />
regia del castello. Ed è forse lo scenario<br />
a generare la sensazione di assistere ad<br />
un momento storico di grande portata,<br />
facendo dimenticare la distanza temporale<br />
che lo separa da un presente in<br />
cui il valore di quell’atto è andato perduto.<br />
La rappresentazione vera e propria<br />
è preceduta da una sorta di prologo, in<br />
cui l’attore rievoca la vicenda della regina<br />
e stabilisce un collegamento fra passato<br />
e presente. L’atto compiuto da<br />
Dicembre 20<strong>05</strong><br />
Seicentesimo delle “Consuetudini” di Bianca di Navarra<br />
Conferenza storico-culturale<br />
Da sin.: Marilina Cancelliere, Grazia<br />
Uno spettacolo dedicato a Cicciu Busacca, cantastorie paternese<br />
La regina Bianca nel teatro dei Batarnù<br />
Quando la storia si fonde e si confonde con il mito e la leggenda<br />
Bianca di Navarra fu altamente significativo<br />
non solo perché mirava alla creazione<br />
di leggi, primo passo verso la<br />
costituzione di una società civile, ma<br />
anche perché lo faceva a partire dalle<br />
norme elaborate dalla tradizione e dal<br />
popolo. Un atto, quindi, di democratizzazione:<br />
novant’anni prima che venisse<br />
scoperta l’America e molto prima<br />
che la cultura occidentale elaborasse<br />
il concetto di democrazia attuale.<br />
Ecco come Giovanni Calcagno,<br />
membro dei Baternù, risponde alle nostre<br />
domande su questo spettacolo.<br />
Da cosa è nato il progetto di portare<br />
in scena la vicenda di Bianca di Navarra?<br />
“Bianca di Navarra è personaggio<br />
straordinario. È una donna arrivata in<br />
Sicilia giovanissima, a soli diciannove<br />
anni, che ha tuttavia rappresentato una<br />
tappa importante nella storia di Paternò<br />
perché è riuscita a trasformare le leggi<br />
del popolo in istituzioni segnando il<br />
passaggio della società da uno stato di<br />
quasi barbarie ad uno civile. È, dunque,<br />
un momento che fa parte delle nostre<br />
origini ed è importante tornare al passato<br />
e recuperare le componenti della<br />
nostra cultura. Ancor di più, se si guarda<br />
alla realtà presente e si vede come<br />
essa sia degenerata rispetto al passato.<br />
Fa un certo effetto guardare oggi Paternò,<br />
e la società in generale, e accorgersi<br />
che da allora in poi la società ha regredito<br />
piuttosto che avanzare e il potere è<br />
diventato sempre più un privilegio appannaggio<br />
di pochi eletti. È proprio per<br />
recuperare e salvare dall’oblio quanto<br />
di meglio ha la nostra storia che abbiamo<br />
pensato di far rivivere la regina, in<br />
occasione dei Seicento anni della firma<br />
delle consuetudini, perché siamo convinti<br />
dell’attualità che questo messaggio<br />
contiene”.<br />
“Teatro, poesia e musica siciliana dall’’800 al ‘900”<br />
“Caffè Letterario” all’Antares<br />
Giovanni Calcagno e il duo “Triquetra”riportano il passato<br />
Giovanni Calcagno (al centro) e il duo “Triquetra”<br />
Un autunno all’insegna della cultura quello che ha<br />
contraddistinto la città di Paternò.<br />
Dopo “Bianca di Navarra”, il “Caffè Letterario”,<br />
un’iniziativa dell’Istituzione Biblioteca Comunale<br />
“G.B. Nicolosi” di concerto con l’Assessorato alla<br />
Cultura.<br />
La saletta del Caffè Antares ha rappresentato lo<br />
scenario ideale dell’incontro con cui si è inteso rievocare<br />
quel luogo simbolo di cultura, ma anche di ritrovo<br />
e convivialità che ha rappresentato per secoli, e<br />
rappresenta ancora, il Caffè Letterario.<br />
Nel nostro tempo al<br />
bar si parla di calcio…<br />
Un tempo chi entrava<br />
al Caffè per sorseggiare<br />
una calda ed aromatica<br />
bevanda, rimanendo<br />
affascinato dalla<br />
recitazione di versi o<br />
dalle lettere d’amore declamate,<br />
vi rimaneva incantato…<br />
Altri tempi!<br />
“Teatro, poesia e<br />
musica siciliana dall’<br />
‘800 al ‘900” è stato<br />
questo il tema dell’incontro,<br />
animato da un<br />
superbo Giovanni Calcagno,<br />
apprezzato attore<br />
paternese, con il, non<br />
meno bravo, duo di musicisti<br />
“I Triquetra” che,<br />
coniugando sapientemente<br />
musica, prosa e poesia hanno inteso rivisitare<br />
una classica forma d’arte che sempre affascina e<br />
coinvolge.<br />
L’antologia di brani siciliani, tutti da ri-scoprire, ha<br />
affascinato il numeroso pubblico presente che, nella<br />
calda atmosfera del Caffè, tra un aperitivo e un commento<br />
sussurrato, ha avuto modo di apprezzare poesia,<br />
musica e brani teatrali di autori quali Giovanni<br />
Verga, Ignazio Buttitta, Vitaliano Brancati, Luigi Pirandello,<br />
Nino Martoglio, Vincenzo Consolo, Elio Vittorini,<br />
Giovanni Meli, Toni Cucchiara e quant’ altri .<br />
Il filo rosso che ha unito la rassegna è stato il tema<br />
dell’amore e la struggente nostalgia per la propria terra.<br />
Canti, poesie e prose cantati e recitati con le nobili<br />
radici della lingua italiana: il dialetto siciliano.<br />
Tra i numerosi presenti, politici della Città, tra<br />
cui il Presidente del Consiglio Comunale Alfio Virgolini,<br />
esponenti del mondo culturale e della Scuola<br />
paternese, ma anche molti giovani che hanno seguito<br />
con partecipazione ed interesse lo spettacolo.<br />
L’assessore alla cultura, rag. Nino Naso, così come<br />
il Sindaco avv. Pippo Failla, si ritengono molto soddisfatti<br />
del successo dell’iniziativa che è andata ben<br />
oltre le aspettative, e auspicano che il Caffè Letterario,<br />
novità in assoluto per Paternò, nei prossimi appuntamenti<br />
possa contribuire sempre di più alla crescita<br />
culturale della Città.<br />
La Presidente dell’Istituzione Biblioteca Comunale,<br />
dott.ssa Marilina Cancellieri, afferma che l’iniziativa<br />
ha come obiettivo la valorizzazione della memoria<br />
artistica, culturale e sociale della nostra Sicilia<br />
ed, in particolare, di Paternò.<br />
La dott.ssa Rosanna Messina, direttrice della Biblioteca,<br />
ribadisce “… la necessità di far “uscire” la<br />
cultura dalle mura della Biblioteca per creare un’occasione<br />
di incontro fra tutti coloro che amano l’arte<br />
e, soprattutto, per fare amare l’arte da tutti. Credo<br />
necessiti una spinta intellettuale forte per “uscire<br />
fuori”, per non rinchiuderci in noi stessi e spero che<br />
il Caffè Letterario possa contribuire a far raggiungere<br />
alla nostra Città questo importante traguardo”.<br />
Atelier<br />
Benedetta<br />
Sposa<br />
Via S. Anna, 152 Belpasso (CT)<br />
Tel. 095 917674<br />
Agata Rizzo<br />
Nella parte iniziale della rappresentazione,<br />
hai narrato le vicende della regina,<br />
presentandoti al pubblico nei panni<br />
di un cantastorie e riprendendo un pò<br />
questa tradizione ormai perduta. Quale<br />
relazione esiste fra il vostro teatro e<br />
questo tipo di tradizione?<br />
“Abbiamo pensato di dedicare lo<br />
spettacolo a Ciccio Busacca che è il maggior<br />
rappresentante dei cantastorie paternesi.<br />
I cantastorie rappresentavano,<br />
fino a qualche decennio fa, la voce del<br />
popolo, una voce che aveva il ruolo di<br />
informare ma che esprimeva anche una<br />
cultura popolare e alternativa, prima che<br />
la modernità la cancellasse, soppiantandola<br />
con l’omologazione e la cultura del<br />
“fast-food”, togliendo ai cantastorie persino<br />
lo spazio fisico in cui si esibivano,<br />
quelle strade che sono state invase dalle<br />
macchine.<br />
La morte dei cantastorie è assimilabile,<br />
in qualche modo, a quanto diceva<br />
Pasolini nel suo famoso articolo “La<br />
morte delle lucciole”: è la perdita di una<br />
cultura popolare e rurale di fronte all’avanzata<br />
della modernità. Il nostro teatro<br />
si collega, in qualche modo, alla tradi-<br />
5<br />
zione dei cantastorie perché si propone<br />
di riportare in vita questa voce popolare<br />
e alternativa che loro hanno rappresentato”.<br />
Sulla scia di un’arte ormai scomparsa,<br />
i Baternù evocano Busacca come<br />
guida e protettore ideale, con il quale<br />
si instaura un collegamento spirituale,<br />
nel tentativo di creare un teatro<br />
che recuperi la voce proveniente dal<br />
basso, quella del popolo e della gente<br />
comune. Una voce che esprimeva la<br />
diversità e la bellezza che ogni diversità<br />
contiene al suo interno, prima che<br />
la “cultura del fast-food” e della massificazione<br />
livellasse tutto e cancellasse<br />
le particolarità e l’unicità delle<br />
culture locali, sotto l’impellente necessità<br />
di omologazione.<br />
Riportare in vita la voce dei cantastorie,<br />
voce alternativa a quella ufficiale,<br />
acquista oggi un valore ancor<br />
più sovversivo perché si pone come<br />
una voce controcorrente rispetto al<br />
movimento della storia che corre sfrenatamente<br />
avanti, lasciandosi dietro,<br />
e dimenticando, le identità locali.<br />
Melita Furnari<br />
“La vita di Santa Barbara”<br />
Turi Marchese ha presentato la sua<br />
opera alla maniera del “Cuntu”<br />
“Incontro con l’autore” affollato e molto partecipato alla<br />
Galleria d’Arte Moderna di Paternò per la presentazione dell’opera<br />
“La vita di Santa Barbara”, testo in versi rimati e<br />
musicati del maestro Turi Marchese (nella foto), con il quale si<br />
sono aperte le manifestazioni culturali connesse alla festività<br />
di S. Barbara.<br />
Alla maniera dei cantastorie, Turi Marchese, apprezzato<br />
poeta dialettale locale, ha presentato il suo “Cuntu” accompagnando<br />
con la chitarra i versi in dialetto siciliano. Sedici suggestivi<br />
“quadri”, realizzati da Cesare Ferrante e figurati tramite<br />
diapositive, rendevano man, mano “visibili” i versi cantati.<br />
Come considera nella prefazione del libro padre Antonello<br />
Russo, parroco della Chiesa di S. Barbara, “…L’autore, utilizzando<br />
il lessico e la musicalità del dialetto siciliano e riproponendo<br />
la figura del cantastorie, offre un valido contributo nel<br />
recupero di “fatti culturali” che è giusto far rivivere e salvaguardare<br />
(…). Non meno importante è il testo come “fatto<br />
religioso” (…).”<br />
Animatrice dell’incontro la dott.ssa Rosanna Messina, direttrice<br />
della Biblioteca Comunale “G.B. Nicolosi”; moderatori<br />
il già citato sac. Antonello Russo e<br />
l’avv. Giuseppe Virgillito.<br />
Hanno presenziato: il sindaco,<br />
avv. Pippo Failla, l’assessore alla Cultura,<br />
rag. Nino Naso, la pres.ssa dell’Istituzione<br />
Biblioteca, dott.ssa Marilina<br />
Cancelliere e il pres.te del Consiglio<br />
Comunale, Alfio Virgolini.<br />
Tra gli intervenuti diversi esponenti<br />
del mondo politico e culturale<br />
della Città.<br />
R.A.