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PSICO 10/07/07 11-07-2007 11:01 Pagina 42
associazioni locali, a loro volta piccole celebrità ben esibite.
Qualcuno di loro cominciò a raccontare il dramma di
un conducente di carrozze che aveva perso il figlio che
amava più di sé stesso, e che dovendo farsi carico anche
della disperazione della moglie sfogava il suo dolore parlando
con un cavallo. All’ospite fu facile concludere che
questo sfogo, comunque, aiutava quel poveretto a tirare
avanti.
Avevo già sentito questa storia, si trattava di un racconto
di Cechov il cui utilizzo, visto il contesto, mi parve
assai strumentale; ma il pubblico applaudì commosso e
lo psichiatra famoso poté intervenire in scioltezza: «Le
grandi multinazionali dei farmaci stimano che l’espansione
del mercato dell’ansia porterà a profitti di tre
miliardi di dollari l’anno. Questi enormi interessi producono
campagne trionfalistiche per nuovi prodotti di
cui si dimentica sistematicamente di segnalare gli effetti
collaterali. I neurolettici più recenti, ad esempio,
espongono a un grave rischio di obesità, di diabete, di
morbilità e mortalità cardiovascolare…».
Erano parole d’effetto, tanto quanto erano risapute.
Niente di nuovo sotto il sole, così mi permisi un po’ di
distrazione.
Dopo qualche minuto i discorsi dal palco si fecero attutiti
e confusi, un rumore di fondo pressoché impercettibile,
come quello dell’universo: i miei occhi avevano
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