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PSICO 10/07/07 11-07-2007 11:01 Pagina 81
deva ancora più caro. Ma ben presto si è messo su una
cattiva strada, e con il trascorrere degli anni i nostri rapporti
sono peggiorati. Oramai mi considera apertamente
un suo nemico, e questo solo perché gli ho sempre
detto con onestà quello che pensavo di lui.
«Saccani promuove la disumanizzazione totale della psichiatria,
l’anestesia della vita affettiva, il controllo farmacologico
dei sentimenti e dei pensieri. Non è bloccando
i recettori cardiaci che si guarisce la sofferenza
della psiche. La proposta di Saccani è un cortocircuito
pericoloso: oggi tutti prescrivono un farmaco per ogni
disturbo, e la farmacologia è assimilabile a un ipermercato
dove si trova di tutto. Diamo il Ritalin ai bambini
troppo vivaci, e il Prozac a quelli troppo tranquilli!
«I farmaci in psichiatria sono indispensabili in certe
limitate situazioni, e la ricerca scientifica ha la sua ragione
d’essere, ma un uomo è soprattutto il risultato della
sua storia, dei suoi rapporti, delle sue scelte di vita, ed
è su questo che noi possiamo aiutarlo».
Si alzò con vigore dalla sedia, e mi fece segno di seguirlo
dentro casa. Aprì un cassetto della scrivania, e si mise a
frugare in mezzo alle carte. Intanto raccontava: «Tanti
anni fa, un tuo collega americano che oggi è famoso e
potente, mi mandò un paziente molto difficile. Si trattava
di uno stimato professore universitario, un eccellente
matematico la cui mente era popolata da numeri straordinari,
ma anche da voci ricorrenti e ossessive. Parlai a lun-
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