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PSICO 10/07/07 11-07-2007 11:01 Pagina 53
reggere, le sue teorie sugli oggetti transizionali mi affascinarono.
Si avvertiva a tal punto l’influenza delle persone
che erano passate per il suo lettino che gli consigliai
di dedicare il libro proprio a loro. E Winnicott
scrisse: “Ai miei pazienti, che mi hanno pagato per insegnarmi”».
Apprendere che quella frase fosse stata ispirata al grande
psicoanalista inglese proprio dal Dottore mi sorprese
piacevolmente: qualche anno prima io stesso avevo
curato un’edizione di quel libro, illustrandola con le
strisce di Linus attaccato alla sua coperta, che è l’oggetto
transizionale più conosciuto al mondo. Avevo
aggiunto anche una dedica “a tutti i bambini, perché
siano pazienti con i grandi che vogliono rubare loro la
coperta”.
«Spesso osservo l’oceano» continuò il Dottore, «e ripenso
a un periodo straordinario della mia vita, quando
condivisi con Carl Gustav Jung la sua casa in riva al lago
di Zurigo. Da poco laureato alla Columbia University,
pendevo dalle labbra di quell’illustre maestro. Una sera
Jung mi chiamò vicino a sé sulla terrazza e mi raccontò
di quando, all’inizio della sua carriera, si era innamorato
fino alla perdizione di Sabine Spielrein, una sua giovane
e affascinante paziente isterica. Mi confidò che per
anni si era pentito amaramente di quella storia, arrivando
a disprezzarsi nel profondo, ma che giunto alla
soglia degli ottant’anni considerava quella relazione con
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