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l'unico - POCHI AMICI * MOLTO AMORE :: Il blog di Carmine Mangone

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tua parola a far <strong>di</strong> te un parlante? Allo stesso modo è soltanto la<br />

produzione <strong>di</strong> ciò che è spirituale a far <strong>di</strong> te uno spirito.<br />

Ma come ti <strong>di</strong>stingui dal pensante, dal cantante e dal parlante,<br />

così pure ti <strong>di</strong>stingui dallo spirito e senti assai bene che sei anche<br />

qualcos'altro, oltre che spirito. Ma come l'io pensante,<br />

nell'entusiasmo del pensare spesso non vede né sente più, così<br />

anche tu sei stato preso dall'entusiasmo dello spirito e aneli con<br />

tutte le tue forze a <strong>di</strong>ventare tutto spirito e a farti assorbire nello<br />

spirito. Lo spirito è il tuo ideale non ancora raggiunto, il tuo<br />

al<strong>di</strong>là: lo spirito è il tuo - Dio, « Dio è spirito ».<br />

Tu perseguiti da fanatico tutto ciò che non è spirito e perciò ti<br />

accanisci anche contro te stesso, perché non riesci a liberarti del<br />

tutto <strong>di</strong> un residuo non spirituale. Invece <strong>di</strong> <strong>di</strong>re: « Io sono più<br />

che spirito », tu <strong>di</strong>ci contrito: «Io sono meno che spirito. Lo<br />

spirito, il puro spirito, lo spirito che non è altro che spirito me lo<br />

posso immaginare, ma non sono io e siccome non lo sono, vuol<br />

<strong>di</strong>re che è un altro, è l'altro che io chiamo "Dio" ».<br />

È nella natura della cosa che lo spirito che deve esistere come<br />

puro spirito appartenga a un al<strong>di</strong>là: giacché io non lo sono, non<br />

può essere che fuori <strong>di</strong> me; giacché un uomo non può<br />

assolutamente <strong>di</strong>ssolversi del tutto nel concetto <strong>di</strong> « spirito », il<br />

puro spirito, lo spirito come tale, non può essere che fuori degli<br />

uomini, al <strong>di</strong> là del mondo umano, non in terra, ma in cielo.<br />

<strong>Il</strong> fatto che lo spirito <strong>di</strong>mori necessariamente nell'al<strong>di</strong>là, cioè<br />

sia Dio, si chiarisce in modo del tutto tautologico soltanto sulla<br />

base <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o in cui io e lo spirito ci troviamo, soltanto<br />

per il fatto che io e spirito non sono nomi che designano una ed<br />

una sola cosa, ma nomi <strong>di</strong>versi per cose totalmente <strong>di</strong>verse;<br />

soltanto per il fatto che l'io non è spirito e lo spirito non è l'io.<br />

Ma da tutto ciò risulta anche che la liberazione che Feuerbach 4<br />

si sforza <strong>di</strong> regalarci è puramente teologica, cioè piena <strong>di</strong><br />

sapienza <strong>di</strong>vina. Infatti egli afferma che noi abbiamo<br />

<strong>di</strong>sconosciuto la nostra propria essenza e l'abbiamo perciò cercata<br />

nell'al<strong>di</strong>là; ma adesso, essendoci accorti che Dio non è altro che la<br />

nostra essenza umana, dovremmo riconoscerla nuovamente

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