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l'unico - POCHI AMICI * MOLTO AMORE :: Il blog di Carmine Mangone

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ogni attimo della tua esistenza, un fresco attimo del futuro ti fa<br />

un cenno invitante e tu, sviluppandoti, ti liberi <strong>di</strong> volta in volta «<br />

<strong>di</strong> te stesso », cioè del tuo io del momento. Ciò che sei in ogni<br />

momento è tua creatura e tu che sei il creatore non puoi, non<br />

devi perderti nella tua stessa « creatura ». Tu sei un essere<br />

superiore a te stesso e oltrepassi te stesso. Ma tu, egoista<br />

involontario, non riconosci per l'appunto che sei tu superiore a te<br />

stesso, cioè che tu non sei solo creatura, ma al tempo stesso tuo<br />

creatore: per questo l'« essere superiore » è per te qualcosa <strong>di</strong> -<br />

estraneo. Ogni essere superiore, come la verità, l'umanità, ecc., è<br />

un essere al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> noi.<br />

L'estraneità è un segno <strong>di</strong> riconoscimento del « sacro ». In<br />

tutto ciò che è sacro c'è qualcosa <strong>di</strong> « inquietante », cioè <strong>di</strong><br />

estraneo, che ci fa sentire a <strong>di</strong>sagio, non a casa nostra. Ciò che per<br />

me è sacro non mi appartiene: se la proprietà altrui, per esempio,<br />

non mi fosse sacra, io la considererei mia e, quando si presentasse<br />

un'occasione propizia, me ne approprierei definitivamente. Oppure,<br />

viceversa, se il volto dell'imperatore della Cina è per me<br />

sacro, esso rimane estraneo ai miei occhi e io li chiudo,<br />

infatti, al suo apparire.<br />

Perché un'incontrovertibile verità matematica, che secondo il<br />

significato corrente delle parole potrebbe ben venir detta eterna,<br />

non è tuttavia - sacra? Perché non è una verità rivelata, ossia<br />

perché non è la rivelazione <strong>di</strong> un essere superiore. Chi<br />

comprende fra le verità rivelate solo quelle religiose si sbaglia <strong>di</strong><br />

grosso e misconosce completamente l'ampiezza del concetto <strong>di</strong> «<br />

essere superiore». Gli atei si fanno beffe dell'essere superiore (che<br />

è stato venerato anche col nome <strong>di</strong> « supremo » o <strong>di</strong> étre<br />

supreme) e gettano nel fango una dopo l'altra le « prove della sua<br />

esistenza ». Ma essi non si accorgono che <strong>di</strong>struggono il vecchio<br />

essere superiore solo perché sentono l'esigenza <strong>di</strong> uno nuovo a<br />

cui far posto. Forse che « l'uomo » non è un essere superiore all'uomo<br />

singolo? Forse che le verità, i <strong>di</strong>ritti e le idee che derivano<br />

dal suo concetto non vengono necessariamente venerati e<br />

considerati - sacri appunto come rivelazioni <strong>di</strong> questo concetto?

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