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Settembre - Avventisti del Settimo Giorno

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con solo qualche dottrina diversa.<br />

Ha voluto invece quasi esaltare<br />

la fierezza di una realtà chiamata<br />

a essere costituzionalmente<br />

diversa, perché solo mantenendo<br />

questa diversità ci si può porre al<br />

servizio degli altri dando un contributo<br />

utile. Tutto questo potrà<br />

essere vissuto e visto come presunzione<br />

e orgoglio, ma può anche<br />

essere il semplice riconoscimento<br />

di una grazia ricevuta, può<br />

solo indicare un dono che ci rende<br />

solo maggiormente responsabili<br />

verso il Signore, verso noi<br />

stessi e verso gli altri.<br />

Assenza<br />

di problematicità<br />

di Vittorio Fantoni<br />

I ntanto un fraterno augurio al<br />

nuovo presidente, un uomo<br />

dalla storia limpida dedicata al<br />

servizio <strong>del</strong>la chiesa.<br />

Fortunatamente i primi discorsi<br />

degli uomini importanti, chiamati<br />

a grandi responsabilità, non<br />

sono quasi mai un sunto <strong>del</strong> loro<br />

pensiero, ma rispondono a esigenze<br />

immediate, spesso a necessità<br />

di rassicurazioni emotive per<br />

il loro popolo o, meglio, per quella<br />

parte di esso che potrebbe nutrire<br />

qualche turbamento per la<br />

loro nomina.<br />

Wilson è un nordamericano,<br />

bianco, anglosassone e forse la sua<br />

scelta potrebbe avere scontentato<br />

i tanti <strong>del</strong>egati africani o latinoamericani<br />

che attendono da tempo<br />

il riconoscimento pieno <strong>del</strong> loro<br />

peso numerico nella chiesa avventista.<br />

E non si tratta qui solo di<br />

una rappresentanza geografica ma<br />

identitaria e di sensibilità religiosa.<br />

La mia impressione è che il suo<br />

sermone abbia voluto rassicurare i<br />

rappresentanti di un mondo avventista<br />

più legato al passato e ai<br />

suoi mo<strong>del</strong>li tradizionali di riferimento.<br />

Anzi, spero che sia così.<br />

Lo spero perché il testo <strong>del</strong> sermone<br />

inaugurale mi pare un messaggio<br />

a uso interno, fortemente<br />

identitario, che non coglie alcuna<br />

reale problematicità, che non indica<br />

nessun cammino di rinnovamento,<br />

quasi che i 150 e più anni<br />

passati siano stati colmi di successi<br />

e senza difficoltà se non quelle<br />

create dai nemici <strong>del</strong>la Bibbia, da<br />

chi pone problemi ermeneutici,<br />

magari cogliendo una qualche allegoria<br />

nei primi capitoli <strong>del</strong>la<br />

Genesi… mah.<br />

Ho qualche problema anche<br />

con le cose non dette: mi pare<br />

non ci sia nessun accenno significativo<br />

a ciò che si agita nel mondo,<br />

nelle società in cui gli avventisti<br />

vivono.<br />

Si parla di una chiesa che appare<br />

(magari, poi, questo non è il vero<br />

pensiero <strong>del</strong> neopresidente)<br />

granitica nella sua verità in un deserto<br />

che neppure vale la pena di<br />

pensare, di guardare… con cui il<br />

dialogo appare inutile.<br />

Questa è l’impressione, spero e<br />

conto che la realtà che la nuova<br />

presidenza <strong>del</strong>l’avventismo mon-<br />

diale andrà poi concretamente a<br />

percorrere sarà più inclusiva, più<br />

aperta, più incarnata, meno<br />

preoccupata dalle eresie dottrinali<br />

e più attenta alla necessità che la<br />

chiesa si incarni nel mondo per<br />

trasformarlo e non per negarlo.<br />

Problemi veri<br />

di Roberto Vacca<br />

Nella meditazione conclusiva,<br />

il fratello Wilson ha incoraggiato<br />

la chiesa avventista ad andare<br />

avanti con fede, così come Mosè<br />

esortò il popolo d’Israele di<br />

fronte al pericolo imminente di<br />

un attacco egiziano. La situazione<br />

pareva disperata, eppure, proprio<br />

in quell’occasione, la grazia di<br />

Dio incontrò la fede di un popolo<br />

che anelava a una nuova terra, e il<br />

mar Rosso si aprì.<br />

Un brano biblico riletto con<br />

toni emozionati e accenti di convinzione<br />

che certamente hanno<br />

toccato il cuore di tanti fratelli<br />

che in tutto il mondo aspettano<br />

con ansia il ritorno <strong>del</strong> Signore in<br />

mezzo a pericoli, diffidenze, incomprensioni.<br />

Questa è stata la<br />

parte più bella e convincente <strong>del</strong><br />

sermone conclusivo <strong>del</strong>l’ultima<br />

Sessione <strong>del</strong>la Conferenza Generale,<br />

l’appello alla fiducia, nonostante<br />

tutto, perché chi ci conduce<br />

è il Signore. Meno convincente<br />

invece è stata la lista dei pericoli<br />

(accostata all’incredulità dei<br />

contemporanei di Mosè) che sovrasta<br />

la nostra chiesa, perché fare<br />

una lista dei «cattivi» senza entrare<br />

nel merito <strong>del</strong>le questioni,<br />

non è mai saggio.<br />

La cosa che più mi ha colpito è<br />

che, tra i pericoli attuali citati da<br />

Wilson, al primo posto, c’è il metodo<br />

storico-critico utilizzato per<br />

spiegare la Parola di Dio. E in effetti,<br />

i principi di fondo su cui si<br />

basa tale metodo sono lontani da<br />

un approccio aperto al so- ➥<br />

SETTEMBRE 2010 IL MESSAGGERO AVVENTISTA<br />

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