Settembre - Avventisti del Settimo Giorno
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favorevole alla possibilità di considerare anche altre<br />
feste. Infatti, la motivazione per giustificare questa<br />
pratica è di «ricordare con gioia le benedizioni<br />
ricevute»; questa stessa ragione potrebbe applicarsi<br />
anche alle altre feste. Comunque sia, questa<br />
dichiarazione mostra non solo un atteggiamento<br />
di apertura da parte di Ellen G. White (non era<br />
spaventata all’idea di esplorare nuove strade), ma<br />
anche di rispetto e saggezza. L’uso <strong>del</strong>la parola<br />
«sarebbe», invece <strong>del</strong> possibile «dovrebbe», 2 non<br />
solo denota umiltà e apertura ma anche rispetto<br />
per un eventuale punto di vista diverso. Un tale<br />
atteggiamento di tolleranza e prudenza è<br />
raccomandabile anche per noi, perché ci eviterà il<br />
rischio di reazioni e polarizzazioni che degenerano<br />
sempre in atteggiamenti radicali e fanatici e,<br />
alla fine, creano divisioni all’interno <strong>del</strong>la chiesa.<br />
Un calendario per ricordare<br />
Se scegliamo di sottolineare le feste sul nostro<br />
calendario annuale, dovremmo farlo con la chiara<br />
comprensione di ciò che quella festa significa in<br />
una prospettiva avventista. Sto volutamente usando<br />
l’espressione per ricordare invece di per celebrare,<br />
ed evito anche l’uso <strong>del</strong> concetto di calendario<br />
liturgico. Evito anche di parlare di feste da osservare<br />
preferendo il concetto di ricordare. Il ricordo<br />
<strong>del</strong>le feste non dovrebbe essere imposto come un<br />
dovere dottrinale, liturgico/religioso o addirittura<br />
amministrativo per l’insieme <strong>del</strong>la chiesa.<br />
Bisogna invece presentarlo come un’opportunità<br />
da accogliere e vivere liberamente per ricordare<br />
il piano <strong>del</strong>la salvezza di Dio e la nostra identità<br />
e missione profetica. Potrebbe costituire<br />
un’opportunità per insegnare, imparare e<br />
proclamare, a casa in chiesa e nel mondo, le grandi<br />
dimensioni <strong>del</strong> piano <strong>del</strong>la redenzione.<br />
Le feste possono essere anche uno strumento<br />
pedagogico o evangelistico da usare, così come a<br />
pagana come Babbo Natale, l’albero di Natale,<br />
o le uova pasquali). Al di fuori dei tempi che<br />
sono loro proprie, le feste sembrerebbero<br />
inopportune per chiunque, offensive contro altri,<br />
e perderebbero anche il loro potere comunicativo<br />
e significante/semantico.<br />
Comunque, considerando l’assenza di istruzioni<br />
rivelate e senza l’aiuto di una tradizione matura<br />
che abbiamo invece nel mondo giudaico,<br />
il problema principale ha che fare col modo in cui<br />
le feste potrebbero essere ricordate al di fuori<br />
di un contesto biblico. Per evitare iniziative<br />
rusticane e originali, che potrebbero indebolire e<br />
compromettere l’intero progetto, è necessario<br />
seguire due principi fondamentali:<br />
1. Il rispetto <strong>del</strong> luogo di origine dal quale nasce<br />
l’ispirazione per la rievocazione <strong>del</strong>le feste, cioè<br />
le Scritture e la testimonianza di Israele. Impariamo<br />
dunque il vero significato <strong>del</strong>le feste e informiamoci<br />
sulle tradizioni giudaiche che le accompagnano.<br />
Si evitino travisamenti ingannevoli e confusionari.<br />
Ci si assicuri che le feste non diventino occasione<br />
di sfoggio per le nostre idee personali, fantasie,<br />
hobby, e quant’altro non abbia nulla a che fare con<br />
le feste, come danze, applicazioni spiritualistiche e<br />
carismatiche, suono sconsiderato <strong>del</strong>lo shofar<br />
o l’uso di vestiti esotici. Tali modalità espressive<br />
possono essere percepite come una mascherata e<br />
come un comportamento irrispettoso.<br />
2. Il rispetto per il nuovo luogo dove l’ispirazione<br />
per le feste è stata importata, cioè la nostra chiesa.<br />
Consultiamo i suoi leader, compresi coloro che<br />
hanno una competenza teologica e i nostri amici<br />
(anche e soprattutto quelli che non la pensano<br />
come noi), per essere sicuri che le nostre idee sulle<br />
feste e le informazioni raccolte siano ben fondate<br />
e coerenti con la teologia che professiamo come<br />
volte usiamo un mo<strong>del</strong>lo<br />
“<br />
Le feste possono essere<br />
cristiani avventisti. Ci si<br />
<strong>del</strong> santuario, per dare<br />
assicuri anche che il nostro<br />
testimonianza, attraverso un tale uno strumento pedagogico esperimento non si presti a<br />
oggetto, <strong>del</strong> nostro messaggio o evangelistico da usare<br />
incomprensioni, non ferisca gli<br />
straordinario. L’uso dovrebbe per dare testimonianza <strong>del</strong> nostro altri membri di chiesa e serva<br />
essere descrittivo e istruttivo,<br />
messaggio straordinario<br />
”<br />
invece per il bene di tutta la<br />
non prescrittivo. Se desideriamo<br />
comunità. Evitiamo iniziative<br />
ricordare le feste, sarebbe anche consigliabile farlo private, siamo umili e modesti e non cerchiamo<br />
nel loro tempo specifico, non perché vogliamo o di imporre le nostre idee e i nostri progetti ad altri<br />
abbiamo bisogno di essere fe<strong>del</strong>i alle norme membri di chiesa che potrebbero non condividere<br />
agricole, rituali o legali, ma perché quello è il la nostra visione e la nostra sensibilità spirituale.<br />
momento migliore in quanto anche gli altri pensano Viviamo con prudenza le nostre emozioni e il<br />
a esse… come avviene a Natale, Pasqua o, in nostro misticismo su queste questioni. Facciamo lo<br />
America, per la festa <strong>del</strong> ringraziamento (anche se stesso con le nostre convinzioni, senza confonderle<br />
queste feste contengono alcuni elementi di origine con la verità divina o con il dono <strong>del</strong>lo Spirito. ➥<br />
SETTEMBRE 2010 IL MESSAGGERO AVVENTISTA<br />
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