Settembre - Avventisti del Settimo Giorno
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ATLANTA 2010<br />
prannaturale che caratterizza la<br />
fede <strong>del</strong>la maggioranza dei cristiani<br />
e degli avventisti in particolare.<br />
Tuttavia, questa esplicita menzione<br />
mi ha lasciato un po’ perplesso,<br />
perché se da una parte le<br />
premesse filosofiche sono quelle<br />
che sono, la mia paura è che si<br />
possa ingenerare un disprezzo<br />
preventivo nei confronti <strong>del</strong>la ricerca<br />
teologica che usa tale metodo.<br />
Dobbiamo tornare indietro<br />
(per usare un’espressione <strong>del</strong> fratello<br />
Wilson) a una visione «<strong>del</strong><br />
puro e <strong>del</strong>l’impuro» in rapporto<br />
alla cultura, o possiamo tentare<br />
con intelligenza di discriminare<br />
ciò che può apparire utile nell’esegesi<br />
anche tra i libri di studiosi<br />
non avventisti?<br />
Anche la menzione <strong>del</strong> pericolo<br />
pervasivo <strong>del</strong>l’ecumenismo tra<br />
i pericoli <strong>del</strong> nostro tempo (citato<br />
dopo la confusione sociale e politica<br />
<strong>del</strong> nostro mondo e immediatamente<br />
prima <strong>del</strong>l’influenza<br />
<strong>del</strong>lo spiritismo), denota una certa<br />
superficialità, perché sono<br />
molti i modi di intendere l’ecumenismo<br />
come ben sanno i pastori<br />
B.B. Beach e J. Graz, e si nota<br />
anche un’ingenua visione<br />
«aventiniana», di chi pensa che<br />
sottraendosi all’incontro con l’altro,<br />
questo gli porti dei vantaggi<br />
per il futuro, quando è vero esattamente<br />
il contrario. Intendo dire<br />
che gli avventisti dovrebbero essere<br />
in prima linea per un corretto<br />
modo di fare ecumenismo, e<br />
non in retroguardia.<br />
Un altro aspetto che non mi<br />
convince è l’esplicito appello rivolto<br />
ai fratelli di chiesa a vigilare<br />
nei confronti di dirigenti che non<br />
si attengano all’ortodossia avventista.<br />
L’appello segue la lista dei<br />
vari pericoli antichi e recenti (come<br />
per esempio, non credere allo<br />
Spirito di Profezia o alla stretta<br />
storicità dei primi 11 capitoli <strong>del</strong>la<br />
Bibbia). Sarà che io ho un’altra<br />
idea di unità <strong>del</strong>la chiesa, dove<br />
convivono in modo pacifico diffe-<br />
IL MESSAGGERO AVVENTISTA<br />
renze e anche tensioni, con un’identità<br />
abbastanza forte da permettere<br />
un orizzonte di sensibilità<br />
sufficientemente ampio. Ma non<br />
è questa l’idea <strong>del</strong> fratello Wilson,<br />
e il mio augurio per lui è che si<br />
trovi sempre a condividere il parere<br />
<strong>del</strong>la maggioranza, come indubbiamente<br />
succede oggi. Mi<br />
permetto solo di osservare (sommessamente)<br />
che se certi temi ritornano<br />
a galla in modo ricorrente,<br />
forse la cosa non è dovuta solo<br />
alla mancanza di fede.<br />
A conclusione di queste brevi<br />
riflessioni, mi permetto di aggiungere<br />
che si potrebbero inserire<br />
nella lista altri pericoli come l’uso<br />
strumentale e intollerante <strong>del</strong>le<br />
Scritture e degli scritti di Ellen G.<br />
White (e questo Wilson l’ha detto),<br />
o il fondamentalismo che mira<br />
a offrire certezze identitarie costi<br />
quel che costi, o il pericolo di<br />
offrire ai giovani un’immagine di<br />
chiusura verso la scienza e in generale<br />
verso il mondo moderno.<br />
Ma c’è un altro pericolo, ancora<br />
più grave.<br />
È quello <strong>del</strong>l’irrilevanza di fronte<br />
ai problemi drammatici <strong>del</strong> nostro<br />
tempo. Se la nostra fede e la<br />
nostra teologia non si interrogano<br />
rispetto al dramma ecologico, all’intolleranza<br />
etnica e religiosa, allo<br />
scandalo di un mondo ricco e di<br />
un’umanità che muore di fame, la<br />
nostra chiesa potrà crescere di numero<br />
ma sarà irrilevante per la<br />
storia <strong>del</strong> mondo e credo anche<br />
agli occhi di Dio. Anche la speranza<br />
<strong>del</strong> ritorno <strong>del</strong> Signore acquisterà<br />
credibilità maggiore se<br />
riusciremo a offrire un orientamento<br />
teologico alle nostre comunità<br />
su questi problemi antichi e<br />
moderni. E non bastano le risoluzioni<br />
finali che non mettono in discussione<br />
niente. Di questo avrei<br />
voluto che parlasse con forza e<br />
concretezza un presidente <strong>del</strong>la<br />
Conferenza Generale nel suo primo<br />
sermone.