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Marta non la smetteva di ridere. Fuori qualcuno gridò che<br />

erano arrivati gli sbirri.<br />

Un fiume verde.<br />

Gero mi dice che Marta è una troia. Mi dice di liberarmi di lei.<br />

Gero era coetaneo mio e di Marta, ma non frequentava nessuna<br />

scuola. Sguattero, bracciante, manovale. Eterno schiavo<br />

del più feroce caporalato. Quando non gli andava molto di faticare<br />

spacciava un po’ di fumo.<br />

Gero aveva lo sguardo gelido e duro come se fosse reduce<br />

di una guerra che, di fatto, non era mai avvenuta.<br />

C’era puzza di disinfettante e sotto qualcos’altro.<br />

In quel salotto illuminato dai neon eravamo una decina di<br />

bambini, quasi tutti quelli del catechismo. C’era Mario. C’era<br />

padre Giovanni.<br />

E i vecchi.<br />

Facevano pena a vedersi quei vecchi: tutti rugosi e sbavanti,<br />

aggrappati alle loro sedie a rotelle, ai loro girelli come quelli<br />

che avevo io da piccolissimo, alle sedie scassate.<br />

Il riscaldamento era al massimo e si sudava parecchio. I nostri<br />

visi erano tutti rossi.<br />

Mario sudava.<br />

Padre Giovanni non faceva niente. Non la smetteva di sorridere.<br />

“Oh. Come sta la mia carissima sorella?” disse quando si<br />

avvicinò una vecchia che puzzava di roba usata.<br />

E sorrise.<br />

La vecchia muoveva la bocca senza denti. Le tremava tutto,<br />

quel buco.<br />

Io cercavo con lo sguardo Claudia, ma mi stava dando le<br />

spalle. Guardava il presepe con Maria e quel coglione di Silvano.<br />

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