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Dove danzano gli angeli - Stefano Emanuele Ferrari

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E ci stringiamo forte, più forte che possiamo.<br />

Rimaniamo abbracciati a lungo, nel calore dei nostri corpi sudati.<br />

Ho i suoi capelli in bocca, non provo neanche a to<strong>gli</strong>erli.<br />

Gli amori a volte zoppicano ma vanno avanti.<br />

“Emanuela non ti lascio scappare”.<br />

Mi sento un guerriero che è tornato a casa vittorioso, ora tutto<br />

sarà più facile, c’è sempre gloria per chi combatte.<br />

Dal pavimento mi arriva un brivido di freddo. Lei mi bacia<br />

sull’orecchio e poi le sue labbra rimangono lì.<br />

«Amore mio bello».<br />

Ho un brivido, ma questa volta è di piacere. Le accarezzo i capelli,<br />

con i polpastrelli le massaggio la nuca.<br />

«Ho un po’ di freddo…» mi dice, e il suo è un filo di voce.<br />

121<br />

Emanuela si sta guardando allo specchio, piega il collo a sinistra, si<br />

tocca delicatamente con le mani il punto dove ha il rossore, sbuffa.<br />

«Potevi essere meno irruente!».<br />

«Vedevo che ti piaceva sempre di più e mi sono lasciato un po’<br />

andare…».<br />

Sono passati tre giorni da quella sera e ha ancora il segno del<br />

succhiotto che le ho fatto. Tutte le volte che è in bagno non fa che<br />

guardarselo e lamentarsi. Quando siamo usciti si è sempre messa il<br />

foulard, si vergogna un po’ a farlo vedere e la cosa non so perché mi<br />

fa impazzire – è come avere un segreto tutto nostro e quel foulard è il<br />

suo guardiano.<br />

La bacio proprio lì, su quel rossore che non vuole andarsene.<br />

«Mi piaceva sì, ma lasciarmi un tale segno... Domani al lavoro devo<br />

tenermi tutto il tempo il foulard. I miei colleghi saranno tutti curiosi,<br />

mi immagino già le domande: “Manu come mai il foulard? Non stai<br />

bene? Hai mal di gola?” No, sapete, è che al mio ragazzo piace<br />

mordere!».<br />

Ce la ridiamo, le tocco il culo.<br />

«Comunque non è colpa mia se hai la pelle così sensibile. Sembra<br />

quella di una bambina…».<br />

«Sono delicata!» e adesso fa la voce da bambina. «Non posso<br />

sopportare neanche le punture di zanzara, sono allergica. Adesso che<br />

arriverà l’estate, dovrò mettermi ai ripari…».<br />

L’abbraccio, appoggio la testa sulla sua spalla e la guardo<br />

attraverso lo specchio. Adoro il suo viso, più lo guardo e più mi piace.<br />

Quei lineamenti sottili, <strong>gli</strong> occhi un po’ malinconici, le sopracci<strong>gli</strong>a<br />

curate, il piccolo brillantino sul naso, la bocca grande, le labbra<br />

sempre morbide…<br />

«Lo sai che con te ho fatto cose che non avrei mai pensato di<br />

fare…» dice voltandosi. «Lo pensavo ieri… Non mi sono mai fatta<br />

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