<strong>VolanZ<strong>in</strong>e</strong> <strong>n°14</strong>: <strong>tutti</strong> i <strong>racconti</strong> <strong>in</strong> <strong>concorso</strong> Tutto <strong>in</strong>izia dalla scala evolutiva dell‟uomo, dove il punto di partenza non è l‟australopithecus, ma noi stessi. Non è filosofia specialistica, né chiacchiera da bar, ma semplici riflessioni. “Perché <strong>in</strong> fondo una salita, è una cosa anche normale, assomiglia un po‟ alla vita, devi sempre un po‟ lottare”, tratto da un testo degli Stadio, una frase cara nel contesto della canzone, ma anche ideale l<strong>in</strong>ea di start del nostro viaggio. Eh si, il viaggio della vita e affermare che parte <strong>in</strong> salita, è veramente dir poco. Vieni al mondo facendo una fatica tremenda e sei solo al primo grado di difficoltà delle prove che dovrai affrontare. Hai fame, freddo, paura, devi dipendere da qualcuno per mangiare, coprirti, scoprirti, muoverti. Però sei adorato, coccolato, basta un piccolo strillo per farti servire. Allora <strong>in</strong>izi a pensare; "ma dopo, quando sarò autosufficiente, chi mi coccolerà, sbaciucchierà, cosa farò tutto il giorno?". E poi cresci, sali un ipotetico scal<strong>in</strong>o, passi di livello, primo scal<strong>in</strong>o, secondo grado, grad<strong>in</strong>o. Puoi giocare tanto, f<strong>in</strong>o allo sf<strong>in</strong>imento, ma vieni rimproverato cont<strong>in</strong>uamente, non andare là, non andare lì, non dire A, non dire B. Allora ti chiedi; "ma perché non si può dire, fare, lettere… niente?" Cresci ancora, altro passo, secondo scal<strong>in</strong>o, terzo grado. Inizi una serie di impegni coatti. Devi studiare, lavorare, gli ormoni annebbiano un po‟ la vista, addirittura qualcuno dice che si diventa ciechi… esagerando, e soprattutto ci si pone domande che sembrano senza risposta: “Ma come fanno i genitori, i colletti bianchi, i grandi, ad andare a letto presto, a non uscire tutte le sere… a sballarsi?", c‟è chi arriva all‟estremo dichiarando; "io non sarò mai così, io sono il Jim Morrison degli anni 2000”. Quante doors ho visto chiudersi. La salita procede, terzo scal<strong>in</strong>o, quasi non ti accorgi del grado toccato, quarto, ma il tempo è passato, hai raggiunto un equilibrio. Volenti e… dolenti. il fisico <strong>in</strong>izia ad accusare qualche acciacco, segnali, avvisi, si sposa la cultura del salutismo, sana alimentazione, esercizio fisico, determ<strong>in</strong>azione, programmazione. Ma quesiti, apparentemente irrisolvibili, cont<strong>in</strong>uano ad affollare la mente: “ma come fanno quei vecchi a tirar avanti, ancorati alle loro carcasse? Trasc<strong>in</strong>arsi a oltranza senza obiettivi, verso il capol<strong>in</strong>ea?" Sei all'ultimo stadio, qu<strong>in</strong>to grado, quarto scal<strong>in</strong>o, hai raggiunto la pace dei sensi, le cose terrene sono ormai superflue, vorresti andare oltre, salire ancora, desidereresti trovare la pace eterna e ancora una domanda ti arrovella le cervella; "cosa ci sarà dopo?". La risposta a quest'ultima domanda credo sia impossibile da dare, se non affidandosi al mistero della fede, ma una soluzione a tutte le altre si può trovare semplicemente facendo un passo <strong>in</strong>dietro. All<strong>in</strong>eando i gradi agli scal<strong>in</strong>i s<strong>in</strong>o al pianerottolo. Quarto grado, “ma come fanno quei vecchi a tirar avanti, ancorati alle loro carcasse? Trasc<strong>in</strong>arsi a oltranza senza obiettivi, verso il capol<strong>in</strong>ea?", quarto scal<strong>in</strong>o; hanno raggiunto la pace dei sensi. Terzo grado; “Ma come fanno i genitori, i colletti bianchi, i grandi, ad andare a letto presto, a non uscire tutte le sere… a sballarsi?" terzo scal<strong>in</strong>o; hanno raggiunto un equilibrio. Secondo grado; "ma perché non si può dire, fare, niente?", secondo scal<strong>in</strong>o; devi studiare, lavorare, gli ormoni annebbiano un po‟ la vista. Primo grado; "ma dopo, quando sarò autosufficiente, chi mi coccolerà, cosa farò tutto il giorno?", primo scal<strong>in</strong>o; si può giocare tanto, f<strong>in</strong>o allo sf<strong>in</strong>imento. Al pianerottolo… se solo potessimo tornare <strong>in</strong>dietro, avere la classica seconda opportunità! 44 h t t p : / / w w w . s c r i p t a - v o l a n t . o r g
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