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Fonti, temi e produzioni vitivinicole dal Medioevo al ... - UBI Banca

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Il caso della perpetuità ha dovuto presentarsi spesso, poiché la vigna si rigenerava<br />

perpetuamente per propagginazione e quindi lo stesso terreno poteva continuare<br />

a farla crescere.<br />

Nei periodi di crescita demografica era facile trovare la mano d’opera necessaria<br />

<strong>al</strong>l’estensione dei vigneti, tanto più che il consumo di vino era maggiore<br />

soprattutto nelle città del nord. Certamente è necessario essere cauti sulle cifre<br />

affermate, in quanto sono c<strong>al</strong>colate a partire <strong>d<strong>al</strong></strong>le tasse di consumo sul vino e i<br />

dati demografici sono lontani <strong>d<strong>al</strong></strong>l’essere facilmente gestibili. Basti pensare <strong>al</strong>le<br />

cifre riguardanti la popolazione di Parigi, 80.000 o 200.000 abitanti secondo gli<br />

storici 42 . Sembra che i francesi abbiano bevuto molto vino nel medioevo. I grandi<br />

signori, a cominciare <strong>d<strong>al</strong></strong> re, amavano il vino e se i borghesi, quelli di Laon o<br />

di Tolosa, hanno rivolto la loro attenzione a vigneti suburbani, era in gran parte<br />

per il loro consumo person<strong>al</strong>e. Anche le regioni rur<strong>al</strong>i, prive di sbocchi esterni,<br />

sono interessate <strong>al</strong>la viticoltura, base di una policoltura destinata ancora a durare<br />

nei secoli. Il vigneto della regione di Chartres ne è senza dubbio un buon<br />

esempio 43 . Per quanto ne sappiamo sull’<strong>al</strong>imentazione umana del XIII secolo,<br />

carne e vino dovevano avere un ruolo più importante che ai nostri giorni, tanto<br />

più che il vino è stato per lungo tempo considerato come un <strong>al</strong>imento più che<br />

come una bevanda 44 . La Regola di san Benedetto aveva già lasciato spazio <strong>al</strong> vino<br />

e i pasti dei monaci erano caratterizzati <strong>d<strong>al</strong></strong>la presenza del vino in quantità sorprendenti.<br />

I monasteri e gli ospe<strong>d<strong>al</strong></strong>i che accoglievano viandanti e pellegrini non<br />

mancavano di offrirne ai loro ospiti durante il loro soggiorno.<br />

Se il vino veniva consumato abbondantemente (a Bruges 100 litri a persona!),<br />

bisogna, comunque, dire che si trattava di un prodotto a ridotto contenuto<br />

42 Gli storici hanno discusso a lungo, per esempio, sul numero degli abitanti di Parigi <strong>al</strong>la fine del XIII<br />

secolo, a partire <strong>d<strong>al</strong></strong> famoso documento Etat des feux del 1328 e del Libres de tailles: v. a questo proposito<br />

i saggi di PH.DOLLINGER, Le chiffre de Paris au XIIIe siècle: 200.000 ou 80.000 habitants?, «Revue<br />

historique», 216 (1956), pp. 35-44, ripreso in ID., Pages d’histoire (France et Allemagne médiév<strong>al</strong>es, Alsace),<br />

Strasbourg 1978, pp. 63-72, che conclude col far ammontare la popolazione a 80.000 abitanti; in<br />

opposizione a Dollinger, R. CAZELLES, La population de Paris avant la Peste Noire, «Comptes rendus de<br />

l’Académie des Inscriptions et Belles Lettres», s.n. (1966), pp. 539-550, ipotizza il numero di 200.000<br />

abitanti come un dato verosimile. Per i problemi di metodologia v. J. HEERS, Les limites des méthodes statistiques<br />

pour les recherches de démographie médiév<strong>al</strong>e, «Ann<strong>al</strong>es de démographie historique, 5 (1968), pp. 43-<br />

72, e R. FOSSIER, La démographie médiév<strong>al</strong>e: problèmes de méthode (Xe-XIIIe siècle), «Ann<strong>al</strong>es de démographie<br />

historique», 12 (1975), pp. 143-165.<br />

43 e e A. CHEDEVILLE, Chartres et ses campagnes (XI -XIII siècle), Paris 1973.<br />

44 J.L. FLANDRIN,M.MONTANARI, Cuisines médiév<strong>al</strong>es, Paris 1996.<br />

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