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Fonti, temi e produzioni vitivinicole dal Medioevo al ... - UBI Banca

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Il problema che sorge da un legato di vino, conservato nelle botti e non ritirato<br />

<strong>d<strong>al</strong></strong> legatario una volta scaduto il dies cedens, è sviluppato in D. 33, 6, 6, 8 86 .Se<br />

in t<strong>al</strong> caso l’erede vuole versare il vino (perché gli servono le botti), lo fa, sia certo,<br />

a suo rischio; infatti gli è comunque riconosciuto un vantaggio sul legatario<br />

negligente. Se quest’ultimo richiedesse il vino, potrebbe veder respinta <strong>d<strong>al</strong></strong> giudice<br />

la sua pretesa con una exceptio doli m<strong>al</strong>i fatta inserire <strong>d<strong>al</strong></strong>l’erede nella formula di<br />

actio intentata contro di lui <strong>d<strong>al</strong></strong> titolare del legato 87 .<br />

Il generico legato di vino comprende per intero il prodotto della vigna e il vino,<br />

di qu<strong>al</strong>siasi qu<strong>al</strong>ità, essa produca, tranne che il mielato (sia pur denominato vino), a<br />

meno che il paterfamilias lo abbia specificamente designato nel suo testamento 88 .Se<br />

il de cuius intendeva assegnare l’aceto del suo vino, ma non lo avesse indicato, si<br />

dovrà considerare ricompreso nella categoria dell’aceto l’embamma, cioè una specie<br />

di condimento acido, che si otteneva ugu<strong>al</strong>mente <strong>d<strong>al</strong></strong> vino 89 .<br />

to nella Glossa accursiana del sec. XII da Viviano, mentre una glossa a s<strong>al</strong>samenta è dell’eruditissimo<br />

Cujas del XVI sec.: «S<strong>al</strong>samenta: (...) Sunt igitur s<strong>al</strong>samenta s<strong>al</strong>si pisces ut thynii, vel thunii, h<strong>al</strong>eces,<br />

lardum etc.» («Si tratta di pesce s<strong>al</strong>ato, come il tonno, le <strong>al</strong>ici, o la carne porcina s<strong>al</strong>ata»).<br />

86 Poiché il legato era disposto nel testamento ed esso acquistava efficacia solo se era v<strong>al</strong>ida ed efficace<br />

l’istituzione di erede, l’acquisizione, da parte del legatario, della cosa legata si verificava soltanto<br />

con l’adizione <strong>al</strong>l’eredità dell’erede. I giuristi romani avevano individuato due momenti dell’acquisto<br />

del legato: il dies cedens, momento in cui era certo che il legatario acquistava il legato (il dies cedens<br />

coincideva con l’apertura del testamento, in età classica secondo la Lex Papia Poppaea, ma fu restituito<br />

<strong>al</strong>la morte del testatore da Giustiniano); il dies veniens, momento in cui il legatario diveniva titolare<br />

del diritto re<strong>al</strong>e o del diritto di credito riservatogli nel legato (esso si verificava con l’aditio <strong>al</strong>la eredità<br />

da parte dell’erede).<br />

87 D. 33, 6, 6, 8: «Si heres damnatus sit dare vinum, quod in doliis esset, per legatarium steterit quo<br />

minus accipiat periculose heredem facturum si id vinum effundat, sed legatarium petentem vinum<br />

ab herede doli m<strong>al</strong>i exceptione placuit summoveri si non praestet id quod propter moram eius damnum<br />

passus sit heres». La exceptio era inserita <strong>d<strong>al</strong></strong> pretore, su richiesta del convenuto, nella formula<br />

richiesta <strong>d<strong>al</strong></strong>l’attore ed obbligava il giudice a considerare i vizi del negozio invocati <strong>d<strong>al</strong></strong> convenuto,<br />

par<strong>al</strong>izzando l’azione giudizi<strong>al</strong>e intentata <strong>d<strong>al</strong></strong>la parte che, secondo lo ius civile, era titolare di un diritto<br />

soggettivo derivante <strong>d<strong>al</strong></strong> negozio giuridico. In t<strong>al</strong> modo chi avanzasse una pretesa iniqua, per il<br />

comportamento scorretto da lui stesso tenuto, non poteva ottenere, attraverso il giudizio, gli effetti<br />

pratici del negozio. Per il diritto romano il soggetto che volesse invocare un vizio negozi<strong>al</strong>e non aveva<br />

mezzi processu<strong>al</strong>i per contestare la v<strong>al</strong>idità del negozio o per farne dichiarare la nullità, poteva soltanto<br />

eseguirlo ed attendere che l’avversario lo convocasse in giudizio avanzando la sua pretesa. Da<br />

quel momento era possibile <strong>al</strong> convenuto opporsi <strong>al</strong>la concessione della actio richiesta, mediante l’inserimento<br />

della exceptio nella formula, par<strong>al</strong>izzandone l’efficacia e conseguendo l’assoluzione.<br />

88 D. 33, 6, 9 (Ulpiano, Liber XXIII ad Sabinum): «Si quis vinum legaverit omne continetur quod ex<br />

vinea natum vinum permansit».<br />

89 D. 33, 6, 9 § 1.

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