Imp. Di Guardo
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onda il mio “filo diretto”. Per un’ora, i cittadini potevano telefonare,<br />
per porre problemi e fare domande di ogni tipo, senza<br />
alcun filtro.<br />
La mia performance televisiva ebbe un grande successo.<br />
Quella trasmissione diede voce a tanta gente che, per la prima<br />
volta, poté “gridare” in televisione i propri disagi e le proprie<br />
difficoltà. Mi ritrovai, pian piano, ad essere interlocutore della<br />
comunità. I cittadini avevano trovato in me un politico che li<br />
ascoltava, che stava dalla loro parte, che assumeva impegni<br />
pubblicamente.<br />
Inconsapevolmente, sperimentavo l’uso determinante del<br />
mezzo televisivo in campagna elettorale, anticipando modalità<br />
poi divenute consuete nella vita politica.<br />
Al primo turno ottenni il 37% dei voti. Il 20 giugno, quindici<br />
giorni dopo, al ballottaggio, con 11.909 voti, e con la percentuale<br />
del 68,15%, fui eletto sindaco.<br />
Avevo vinto la mia battaglia. Ora, bisognava passare ai fatti.<br />
Da dove cominciare in un comune allo sbando e rassegnato<br />
al più umiliante malgoverno?<br />
La sede municipale e i vari uffici erano ubicati in una miriade<br />
di locali privati.<br />
I due immobili di proprietà comunale, il vecchio palazzo di<br />
città e l’ex ospizio, erano inagibili.<br />
In molte scuole vigeva il doppio turno e le aule erano in<br />
buona parte collocate in angusti locali privati, adattati alla meno<br />
peggio, senza la minima osservanza delle norme di sicurezza.<br />
L’acqua non sempre arrivava con regolarità. Spesso, per<br />
giorni, si rimaneva all’asciutto a causa della rete idrica abbandonata,<br />
logora e fatiscente.<br />
Le fognature non esistevano e quando pioveva a dirotto, in<br />
alcune strade, si rischiava di restare travolti dalla furia delle<br />
acque.<br />
Per le strade cittadine, cumuli di spazzatura regnavano in<br />
ogni dove.<br />
Il verde era quasi inesistente e quel poco che c’era sopravviveva<br />
a stento.<br />
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