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Don Pino, cristiano appassionato Don Pino, cristiano appassionato

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comune vocazione battesimale, facesse rilevare<br />

come tutte le manifestazioni dell’essere Chiesa<br />

sono espressione di un “corpo organico”. È chiara<br />

allora la primazia del “popolo di Dio” con il<br />

suo ministero/diaconia, mentre in seguito in esso e<br />

per esso vengono le specificazioni dei vari ministeri/servizi.<br />

La realtà del popolo di Dio è un’unità<br />

variegata, armoniosa e ben compaginata; non<br />

annulla le persone, ma tutt’al più le sottrae all’individualismo.<br />

Quanto in esso è comune, precede<br />

le distinzioni ed elimina ogni separazione.<br />

Se questa è la base di partenza, occorre però ben<br />

interpretare i modi di questa realtà divino-umana,<br />

soprannaturale e insieme storica, dell’essere<br />

Chiesa. Se – per usare l’espressione di monsignor<br />

Del Monte – occorre agire «a guisa di corpo<br />

organico», è importante individuare quali sono<br />

quelle solidarietà ecclesiali che manifestano la<br />

Chiesa in tutto il suo mistero e perciò, operare<br />

per esse. <strong>Don</strong> <strong>Pino</strong> ha dato un contributo teorico-pratico<br />

molto singolare per fissare attorno ai<br />

temi della Chiesa locale, della famiglia (con tutta la<br />

problematica del laicato) e della parrocchia, quelle<br />

solidarietà ecclesiali che manifestano la Chiesa. In<br />

ordine di tempo e per ragioni biografiche, occorrerebbe<br />

partire dall’interesse al tema del laicato,<br />

ma in ordine logico passerò velocemente in rassegna<br />

i temi della Chiesa locale, del laicato, della<br />

famiglia e della parrocchia (le motivazioni risalteranno<br />

subito).<br />

- Chiesa locale. Non era certo sfuggito a don <strong>Pino</strong><br />

la rivalutazione di questo tema, piuttosto dimenticato<br />

per secoli e ora ripreso dal Vaticano II. La<br />

Chiesa cattolica, cioè universale, sparsa nel<br />

mondo, si realizza in un luogo, si attua in modo<br />

reale attorno al vescovo in collaborazione con il<br />

presbiterio, i diaconi e i fedeli laici. La Chiesa non<br />

è la somma di tante parti e le Chiese locali non<br />

sono le province di un impero. Dall’unico Cristo<br />

deriva l’unica Chiesa che è il suo Corpo e all’interno<br />

di questo corpo si definiscono diversi ministeri,<br />

cioè compiti, che non sono mai al di sopra<br />

della Chiesa, dove vi è solo Cristo. <strong>Don</strong> <strong>Pino</strong> privilegia,<br />

nella rivisitazione della teologia della<br />

Chiesa locale, un criterio pneumatologico ed<br />

eucaristico. La Chiesa voluta da Cristo si forma<br />

mediante la viva azione dello Spirito Santo che<br />

crea comunione di persone, comunione di fede e<br />

di vita, e prende forma storica di comunità. Il<br />

luogo privilegiato dove si esplica l’azione comunionale<br />

dello Spirito è la celebrazione<br />

dell’Eucaristia. Ora per sua natura l’Eucaristia è<br />

legata ad una comunità concreta che vive in un<br />

ciola<br />

tempo ed entro uno spazio, dunque la Chiesa che<br />

ha il suo apice nell’Eucaristia è “locale”, legata ad<br />

un luogo, cioè ad un territorio, ma anche con<br />

precise connotazioni antropologiche, cioè è il<br />

coagulo di caratteristiche della gente, delle tradizioni,<br />

della cultura e del costume di una popolazione.<br />

La Chiesa locale è fatta di persone, per le<br />

quali diventa punto di riferimento e centro di<br />

unità il vescovo che presiede la comunità e nel<br />

medesimo tempo la celebrazione eucaristica.<br />

«Nelle singole comunità eucaristiche locali è presente<br />

in pienezza l’unico corpo ecclesiale di<br />

Cristo; esse sono veramente la chiesa del Signore<br />

realizzata in quel tempo e in quel luogo determinati.<br />

Ciò che dunque avviene in una chiesa locale<br />

avviene in un’altra e in tutte le altre: ivi si ha sempre<br />

l’unico Corpo e l’unico Spirito, l’unica Parola<br />

e l’unico Pane. Ne segue come impegno obbligante<br />

che ogni singola chiesa locale deve essere in<br />

comunione con le altre. Esiste la comunione della<br />

chiesa come una realtà meravigliosa e misteriosa,<br />

a cui presiede nell’amore di Cristo il Vescovo di<br />

Roma, il Papa».<br />

La Chiesa locale, come argomento teologico, non<br />

è stato (e per certi versi ancora non è) tema<br />

scontato e risolto. <strong>Don</strong> <strong>Pino</strong> dimostra di conoscere<br />

bene i punti critici del dibattito; se anche<br />

qui un contributo c’è stato, esso consiste nel sottolineare<br />

con forza l’importanza della Chiesa<br />

locale nella dimensione della diocesanità. E questo<br />

egli lo sottolinea all’incrocio tra dato teologico e<br />

prospettive pastorali. La diocesi, a cui compete il<br />

titolo pieno di Chiesa locale, è una comunione<br />

concreta tra varie comunità che celebrano<br />

l’eucaristia. È la Chiesa diocesana a realizzare pienamente<br />

la dimensione cattolica/universale della<br />

Chiesa. In essa si realizzano quelle ampie relazioni<br />

tra persone e comunità, grazie a peculiari carismi<br />

legati al ministero del vescovo.<br />

L’insonne riflessione e l’azione pastorale di don<br />

<strong>Pino</strong>, su questo tema, è stata enorme, soprattutto<br />

per aiutare le Chiese locali, in cui veniva chiamato,<br />

a crescere nel prendere coscienza della<br />

loro identità e perciò, nel contempo, a maturare<br />

nella dimensione della cattolicità/universalità<br />

quale naturale polo di riferimento della diocesanità.<br />

Proprio così: una forte coscienza della<br />

Chiesa locale per avvertire maggiormente la<br />

coscienza della cattolicità e universalità della<br />

Chiesa.<br />

La stessa biografia di don <strong>Pino</strong> è stato un esempio<br />

di come vada vissuto il legame alla propria Chiesa<br />

locale, per vivere attraverso di esso, la cattolicità<br />

della Chiesa. Egli fu sempre fedelmente ancorato<br />

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