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Don Pino, cristiano appassionato Don Pino, cristiano appassionato

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don sscabini<br />

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Cultura<br />

e spiritualità,<br />

clero e laici,<br />

Chiesa<br />

e Chiese:<br />

sono i binomi<br />

che secondo<br />

il vescovo<br />

e biblista, ma<br />

soprattutto<br />

amico vero,<br />

hanno caratterizzato<br />

l’esistenza di<br />

don Scabini<br />

Carlo Ghidelli,<br />

arcivescovo di<br />

Lanciano-Ortona<br />

Testimonianza<br />

di un amico<br />

Carlo Ghidelli<br />

Ho<br />

avuto come un presentimento, alla fine del mese di marzo, e non mi<br />

sono dato pace fin quando, dopo reiterate telefonate, sono riuscito a contattare al<br />

telefono la sorella di don <strong>Pino</strong>, Maria. Purtroppo non ebbi notizie buone. Dopo<br />

pochissimi giorni ricevetti invece la notizia che don <strong>Pino</strong> era ritornato al Padre. Forse,<br />

anzi sono certo che all’origine di questo presentimento ci sta la sincera amicizia e la<br />

profonda stima che ho sempre nutrito per lui. Sono profondamente grato al Signore<br />

di aver messo sul mio cammino di prete una persona tanto cara quanto amabile e di<br />

avermi dato l’opportunità di coltivare tale amicizia fino al termine della sua vita.<br />

Avevamo in comune – mi sia consentito dirlo – la considerazione e devozione che ci<br />

legava al cardinale Anastasio Ballestrero, uomo e monaco dalle virtù eccezionali, che<br />

fu chiamato a servire la Chiesa in Italia come arcivescovo di Bari e poi di Torino e<br />

come presidente della Conferenza episcopale italiana. Questa stima e considerazione<br />

la condividevamo anche con don Agostino Bonivento, che fu assistente nazionale della<br />

Fuci. Non fummo certamente gli unici, a quei tempi, a considerare il cardinale<br />

Ballestrero come un autentico maestro di vita ecclesiale ma noi tre, senza previi<br />

accordi e senza spirito elitario, avendo percepito la statura mortale e spirituale dell’uomo<br />

di Dio, lo abbiamo eletto a nostro modello. Penso di non sbagliarmi se dico<br />

che dal cardinale Ballestrero abbiamo ricevuto non pochi insegnamenti di vita, soprattutto<br />

quello spirito di sana e autentica libertà evangelica che non guasta affatto in chi<br />

viene chiamato al servizio della Chiesa di Cristo e vi si dedica senza secondi fini.<br />

Quanto bene farebbe alla Chiesa la presenza di pastori di quella taglia, solleciti solo<br />

nel gettare semi di Vangelo nel vasto mondo!<br />

La mia conoscenza di don <strong>Pino</strong> Scabini risale agli anni della mia prima militanza tra le<br />

file dell’Azione cattolica: eravamo entrambi eredi di una tradizione ecclesiale di primissima<br />

importanza che annetteva un ruolo d primo ordine alla collaborazione dei<br />

laici all’apostolato gerarchico della Chiesa. La nostra amicizia iniziò quasi subito e<br />

crebbe, direi, a dismisura, anche quando le nostre strade ci portarono in direzioni<br />

diverse. Pur lontano da lui confesso che io seguivo con grande attenzione tutti gli spostamenti<br />

con i relativi nuovi incarichi che venivano affidati a don <strong>Pino</strong>, contento che<br />

egli venisse valorizzato per quello che era. La mia partecipazione convinta e affettuosa<br />

all’iniziativa di chi volle presentare a don <strong>Pino</strong> una miscellanea in occasione dei suoi<br />

70 anni di vita è solo uno dei segni del mio profondo attaccamento alla sua persona

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