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Don Pino, cristiano appassionato Don Pino, cristiano appassionato

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IV<br />

Ida Bozzini. Il senso di una vita<br />

di Anna Civran<br />

La vigilia dell’Epifania Ida Bozzini è tornata alla casa del Padre, a Verona, all’Istituto <strong>Don</strong> Calabria; le<br />

esequie si sono svolte a Mantova nella sua parrocchia il 7 gennaio.<br />

Molti di noi l’hanno conosciuta. Era una persona che ha speso la sua vita, oltre che nella professione,<br />

a servizio della Fuci, del Movimento Laureati-Meic, dell’Azione cattolica e – specie negli ultimi<br />

anni – a servizio della Chiesa locale. A Mantova era ormai al di fuori di quegli impegni che sul piano<br />

nazionale l’hanno vista rivestire notevoli responsabilità ecclesiali nel laicato organizzato. Tra tutti in<br />

primo luogo la Fuci del secondo dopoguerra, negli anni della sua espansione e del ruolo avuto nella<br />

formazione di parte della classe dirigente del nostro Paese. Parlo di quella Fuci in cui l’azione formativa<br />

di grandi sacerdoti – basti citare don Guano e don Costa – e l’impegno culturale costituivano<br />

occasioni fondamentali per la preparazione di persone che poi – oltre i vincoli di appartenenza –<br />

hanno dato apporti significativi ovunque.<br />

Le grandi amicizie nate in Fuci sono poi continuate per Ida e per molti altri di noi nel Movimento<br />

Laureati-Meic, nell’Azione cattolica, nell’impegno associativo di quel vasto mondo laicale che ha avuto<br />

e ha un ruolo significativo nella vita della Chiesa e del Paese.<br />

Ida ha speso se stessa in questa direzione; ricordo il suo ruolo nel gruppo di Mantova, come consigliere<br />

nazionale dell’Ac, come vicepresidente nazionale del Meic (1990-1993), come segretaria nazionale<br />

dell’Azione cattolica Italiana negli anni Ottanta durante la presidenza di Alberto Monticone,<br />

senza addentrarci nell’esperienza del Cif e dell’Uciim.<br />

Ha profuso i suoi talenti e la sua cultura nell’insegnamento, nella ricerca, nella scrittura, nelle relazioni<br />

intessute ovunque. Fedele allieva spirituale di monsignor Franco Costa, ha ultimamente curato<br />

parte del suo epistolario spirituale, con finezza ed acume. Senza contare il lavoro per promuoverne la<br />

conoscenza e il magistero spirituale attraverso incontri, convegni, libri, testimonianze che costituiscono<br />

un patrimonio cui attingere.<br />

La consuetudine con la Parola di Dio non solo ha accompagnato l’approfondimento della sua vita personale,<br />

ma è divenuta un servizio alla sua comprensione e diffusione nella vita parrocchiale e di gruppi,<br />

in particolare in questi ultimi anni.<br />

L’esercizio di una lettura critica dei segni dei tempi nella diversità dei contesti che la Chiesa e<br />

l’associazionismo laicale hanno affrontato nelle varie stagioni prima e dopo il Concilio l’hanno vista<br />

vigile e disponibile. Nella ricerca dell’essenziale, ha vissuto la sua laicità cristiana nella duplice fedeltà<br />

alla Chiesa e al mondo tenendo sempre presente la responsabilità personale e il servizio comunitario.<br />

Ida è stata una testimone esemplare, generosa e disinteressata, con uno stile di umiltà e di rigore,<br />

capace di cogliere il senso profondo di un’ispirazione ideale e la fatica che comporta il realizzarla nel<br />

quotidiano in cui occorrono metodo, organizzazione, sacrificio personale, senza mai perdere<br />

l’essenziale.<br />

Ha lavorato tanto, ha scritto tanto raccogliendo materiali, esplorando vite esemplari anche non note,<br />

pubblicando e curando meditazioni, incontri, convegni, settimane di teologia. E questo senza mai<br />

dare troppo peso a quello che faceva.<br />

Nell’esprimere il nostro grazie per l’esempio datoci nell’impegno e nell’amicizia, ci uniamo a quanti<br />

l’hanno conosciuta con un ricordo nella preghiera e nella comunione fraterna.

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