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Don Pino, cristiano appassionato Don Pino, cristiano appassionato

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ddon scabini<br />

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<strong>Don</strong> <strong>Pino</strong> ci<br />

ha aiutato ad<br />

essere laici<br />

nella Chiesa<br />

e cristiani nel<br />

mondo con<br />

una vita<br />

spesa<br />

a servizio<br />

della Chiesa<br />

Anna Civran,<br />

vicepresidente<br />

nazionale del Meic<br />

dal 1990 al 1996<br />

La promozione<br />

reale del laicato<br />

Anna Civran<br />

<strong>Don</strong><br />

<strong>Pino</strong> è stato, a mio giudizio e per la mia esperienza, una grande guida e<br />

una presenza sapiente che si è spesa durante tutta la sua vita per la promozione reale<br />

del laicato, non solo per i vari ruoli e le responsabilità che ha ricoperto a tutti i livelli<br />

e nelle diverse fasi della sua vita come assistente, direttore spirituale e amico, ma – in<br />

particolare – come convinto interprete della specifica «indole secolare dei laici» (LG<br />

31) nella costruzione della Chiesa comunione e nella presenza al mondo nelle varie<br />

esperienze della loro secolarità.<br />

Lo è stato da sacerdote, da uomo spirituale e colto formatore di laici maturi, capaci di<br />

incarnare “una fede pensata, operosa nel mondo” come suona il titolo di un’assemblea<br />

nazionale del Meic da lui proposto.<br />

Il mio intervento intende sottolineare l’importanza del suo apporto sulla linea del recupero<br />

del valore teologale e non solo sociologico della valenza del laicato nella sua azione<br />

nella Chiesa e nel mondo.<br />

La mia lunga frequentazione con don <strong>Pino</strong> va dagli anni in cui lavorava nell’Ac del pre e<br />

post-Concilio alla riforma degli Statuti sino agli anni Novanta in cui era assistente del<br />

Meic; come delegato di monsignor Franco Costa nella Cnal, di cui ha auspicato i passaggi<br />

da organismo voluto dall’Ac a luogo d’incontro e di proposta delle aggregazioni<br />

laicali; senza dimenticare gli anni del suo allontanamento da Roma con incontri, ritiri,<br />

esercizi spirituali, meditazioni nelle più diverse realtà associative laicali, anche quelle<br />

legate a un modo proprio di esprimere la laicità come gli istituti secolari.<br />

In quale laicato cogliere l’unità e la novità del suo apporto? Mi riferisco prevalentemente<br />

al laicato associato che ha attraversato il Concilio vivendone la novità i fermenti<br />

e le interpretazioni nei diversi contesti. Quel laicato che si è impegnato nella sua<br />

attuazione o che è sorto nel dopo Concilio, con entusiasmo o delusioni, sempre nell’orizzonte<br />

della costruzione di una Chiesa di comunione, popolo di Dio in cammino<br />

verso il Regno e insieme assumendosi le proprie responsabilità in una società capace di<br />

umanizzare.<br />

Basti ricordare il ruolo di questo laicato nel I convegno della Chiesa italiana,<br />

“Evangelizzazione e promozione umana”, nel loro nesso intrinseco e nella loro distinzione.<br />

<strong>Don</strong> <strong>Pino</strong> è stato capace di tradurre la visione teologica del laicato non solo in una teologia<br />

pastorale, ma in una prassi che ha accompagnato, educato, responsabilizzato persone,<br />

associazioni, istituzioni ed ha lasciato una linea fondamentale riconoscibile al centro<br />

e alla base delle Chiese locali.

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