Cotrebbia da Curtis a possessione di S. Sisto - Itinerari Medievali

eminente del proprietario 66 . Ma il de Pessola non risulta personaggio
minaccioso, e il nostro caso, come già s'è detto, non prevedeva un intervento
di miglioria così ingente da impedirne il rimborso da parte dell'ente
ecclesiastico; e se rinnovo ci fu, questo non significò la perdita della
proprietà, che nel 1476 fu concessa ad massaricium ai massari dei
benedettini.
La scarsità della documentazione ci impedisce dì conoscere quali e
quanti interventi migliorativi, nelle strutture edilizie come nelle terre, siano
stati apportati alla corte, che comunque appare assai più attrezzata rispetto
alla sommaria descrizione offerta dalle rinunce dei Niquità. Certo è che la
locazione sembra offrire una corte ben strutturata e funzionante, provvista di
servizi, nè si prevedono iniziative che possano far supporre il cattivo stato
del fondo, o quanto meno la necessità di miglioramenti. D'altro canto è
altresì vero che non sappiamo se le potenzialità della corte fossero
pienamente sfruttate, anche se depone a favore di una risposta ottimistica in
tal senso l'assoluta mancanza di terreni incolti, gerbidi o saldivi. Non
ignoriamo peraltro la criticità delle condizioni economiche e sociali di
Piacenza e del suo contado al volgere del XV secolo, quando si
manifestarono nel modo più virulento gli effetti della crisi demografica del
secolo precedente e degli avvenimenti politici che l'avevano coinvolta;
dissesto politico, economico, sociale che ne avrebbe caratterizzato la storia
sino alla metà del secolo 67 . Tra i più colpiti furono proprio gli enti
ecclesiastici, che agli inizi del Quattrocento all'autorità pubblica
lamentavano, tramite il vicario vescovile, l'impossibilità di riscuotere i
fitti 68 . Già precedentemente vessati dalla fiscalità viscontea, che nel 1372
impose loro la tassazione, e dall'applicazione di una normativa che
prevedeva la prescrizione dei diritti del dominio diretto dopo quarant'anni di
insolvenza dei concessionari di beni immobili 69 , gli enti ecclesiastici
piacentini vivevano anni difficili. La generale decadenza dei monasteri
maschili sembra toccare i più importanti cenobi cittadini, in profonda crisi
religiosa oltreché economica 70 . Il monastero di San Sisto non sembra
navigare in acque migliori; pur senza ignorare che le lamentazioni da parte
66 Sull'uso del contratto da parte della chiesa in età tardo medievale e rinascimentale cfr. G.
Chittolini, Un problema aperto: la crisi della proprietà ecclesiastica tra Quattrocento e
Cinquecento, in «Rivista Storica Italiana», LXXXV, 1973, pp. 353-393.
67 D. Andreozzi, La crisi del Ducato di Milano e i suoi riflessi nel Piacentino fino
all'ascesa di Filippo Maria Visconti, in Storia di Piacenza, vol. III, pp. 96 ss.
68 Andreozzi, La crisi, p. 97.
69 Castignoli, Dal governo di Azzone all'ascesa al potere di Gian Galeazzo (1336-1385), in
Storia di Piacenza, vol. III, pp. 59; Id., Gian Galeazzo Duca di Milano e il suo progetto di
unificazione e vita religiosa, ibid., pp. 79-80.
70 D. Ponzini, Organizzazione ecclesiastica e vita religiosa, ibid., p. 319. Le condizioni
possono definirsi «quasi fallimentari» per tutte le proprietà ecclesiastiche nell'Italia
Settentrionale; per la bibliografia cfr. A. Stella, La proprietà ecclesiastica nella Repubblica
di Venezia dal secolo XV al XVII, in «Nuova Rivista Storica», LII, 1958, pp. 57 ss.
18