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Cotrebbia da Curtis a possessione di S. Sisto - Itinerari Medievali

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iuris<strong>di</strong>ctiones della curia <strong>di</strong> <strong>Cotrebbia</strong> consistevano nel <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> inviare i<br />

campari nella predetta, <strong>di</strong> raccogliere la camparicia, <strong>da</strong>i milites come <strong>da</strong>i<br />

cives e <strong>da</strong>i rustici; <strong>di</strong> riscuotere la decima; <strong>di</strong> scegliere e imporre consoli e<br />

ferarii. Tra le giuris<strong>di</strong>zioni non potevano poi mancare quelle relative alle<br />

acque; così San <strong>Sisto</strong> godeva del <strong>di</strong>ritto sulle peschiere della Trebbia vetula<br />

e <strong>di</strong> quella iuvenis <strong>da</strong>l ponte della Trebbia sino al Po. Come pure era suo<br />

<strong>di</strong>ritto ripetere ogni res perduta nelle acque predette <strong>da</strong>gli homines<br />

transeuntes vel negantes. Di tutto ciò, ad esclusione dello ius naufragii 19 che<br />

restava al cenobio, erano possessori pro monasterio i Niquità, giusta le<br />

testimonianze, almeno <strong>da</strong> se<strong>di</strong>ci anni. I rapporti tra questi ultimi e il<br />

dominus sino a questo momento erano stati attestati, come s'è detto, <strong>da</strong><br />

manifestazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza feu<strong>da</strong>le e <strong>da</strong>lle non scarse liti relative sempre<br />

alla proprietà, che il monastero vedeva contesa e messa in <strong>di</strong>scussione <strong>da</strong>gli<br />

interventi agricoli attuati <strong>da</strong>i feu<strong>da</strong>tari - come l'estirpazione o la piantagione<br />

<strong>di</strong> alberi su terre <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto benedettino -, o più palesemente <strong>da</strong>lle invasioni<br />

perpetrate sulle terre abbaziali 20 sino al 1224, quando l'abate Gandolfo<br />

investì a fitto perpetuo i fratelli Folco ed Oberto, figli <strong>di</strong> Niquità<br />

Advocator 21 , della curtis Cotrebie. L'anno precedente, il 27 agosto 1223,<br />

Gandolfo aveva concesso colonario nomine per do<strong>di</strong>ci anni a due soci terra<br />

e corte <strong>di</strong> <strong>Cotrebbia</strong> (ma <strong>di</strong> questo in altro momento); con l'investitura del 3<br />

giugno 1224 terra e giuris<strong>di</strong>zione della corte entravano perpetuamente in<br />

19 Diversamente <strong>da</strong>l <strong>di</strong>ritto romano classico, propenso alla protezione del naufrago contro<br />

l'abuso dell'appropriazione del relitto, il <strong>di</strong>ritto interme<strong>di</strong>o considerò il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> naufragio<br />

una regalia, spettante a chi detenesse il dominio sulla terra presso la quale il naufragio era<br />

avvenuto. La chiesa parificò la pratica <strong>di</strong> chi si appropriava del relitto alla rapina, degna<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> scomunica (Concilio Lat. I, del 1110). Giusta la nostra documentazione, il<br />

monastero benedettino si mostra ben deciso a godere della regalia <strong>di</strong> sua competenza,<br />

facendo evidentemente prevalere il <strong>di</strong>ritto feu<strong>da</strong>le sulla norma conciliare. Cfr. Enciclope<strong>di</strong>a<br />

del <strong>di</strong>ritto, XXVII, Milano, 1977, voce Naufragio, pp. 547-554.<br />

20 ASPr, Diplomatico, cass. 17, n. 1015, 1212 maggio 21 Piacenza; cass. 15, n. 945, 1209<br />

<strong>di</strong>cembre 31 Piacenza. Per puro gusto aneddotico riferiamo che nel 1235 fu intentato un<br />

processo <strong>da</strong>ll'inquisitore comunale contro Pietro Niquità - poi con<strong>da</strong>nnato ad una multa <strong>di</strong><br />

10 lire - per aver insultato sulla pubblica stra<strong>da</strong> l'abate benedettino Gandolfo cum armis,<br />

lancia, spata et rodella, ma fortunatamente sine effusione sanguinis: ASPr, Diplomatico,<br />

cass. 27, n. 1628, 1235 febbraio 9 Piacenza.<br />

21 I De Iniquitate facevano parte della prima aristocrazia consolare, ma resistettero sulla<br />

scena politica citta<strong>di</strong>na almeno sino alla metà del XIII secolo; verso la metà <strong>di</strong> esso fu un<br />

Niquità, Oberto, ad essere designato quale rettore del popolo, dopo la sollevazione popolare<br />

organizzata contro il podestà Matteo <strong>da</strong> Correggio <strong>da</strong> Antonino Saviagata, capitano della<br />

fazione. La famiglia, membro della grande aristocrazia fon<strong>di</strong>aria, insieme a Fontana,<br />

Vicedomini, Lan<strong>di</strong> assunse sentimenti filopopolari per consoli<strong>da</strong>re la propria potenza, senza<br />

nascondere la fede ghibellina, che la portò a parteggiare, seppur ambiguamente, per<br />

Ubertino Lan<strong>di</strong>. Cfr. P. Racine, La <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a civile, in Storia <strong>di</strong> Piacenza, vol. II, Dal<br />

Vescovo conte alla Signoria, Piacenza, 1984, pp. 237-258; P. Castignoli, Il comune<br />

podestarile, Ibid., pp. 259-276.<br />

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