Cotrebbia da Curtis a possessione di S. Sisto - Itinerari Medievali

ibadito nel 1297, quando l'abate Benedetto, nomine et vice communis et
hominum loci Cotrevie, ma in forza dell'honor e della iurisdictio che il
monastero deteneva nullo mediante, investì della metà della ferrarezza certo
Obertino Ferarius. L'abbazia, cui spettava il pagamento del fabbro per
l'opera prestata, avrebbe poi ricavato un utile da tutti coloro che avessero
usufruito delle prestazioni di questi, homines del luogo e vicini 35 .
Ma il diritto più testimoniato è sicuramente quello di pascolo, che doveva
rappresentare una non insignificante fonte di reddito, stante la
conformazione del territorio trebbiense, che si snodava lungo il corso del
Po. L'estensione di questo permetteva all'abbazia di concedere a più persone
il pascatico, come è esplicitamente specificato nei contratti 36 ; tali licenze - o
locazioni - potevano essere direttamente concesse dall'ente a pastori o
beccai, come pure essere mediate da soci concessionari, non raramente
aristocratici o borghesi cittadini, che provvedevano a sublocare il diritto,
oltreché a trarne i debiti guadagni. L'area di pascolo comprendeva l'intera
curia, mentre erano precisamente determinati il numero e il genere di bestie
pascolanti, solitamente pecore e vacche. Tra i concessionari direttamente
operanti nel settore sono testimoniati pastori, locali e non, e beccai, i quali a
loro volta avevano alle dipendenze una propria manovalanza; tutti,
solitamente, dimoravano in abitazioni site nella curia medesima 37 . I
corrispettivi, commisurati in quantitativi di formaggio sino agli inizi del
XIV secolo - probabilmente calcolati sulla produzione media di latte per
capo -, furono in seguito sostituiti da pagamenti in denaro computati sul
numero delle bestie denunciate.
Il pascolo non sembra cadere sotto il regime giuridico dell'affìtto
perpetuo come avviene per il resto delle terre, preferendosi la locazione a
breve termine, anche di pochi mesi, legata, com'è evidente, ai tempi delle
transumanze, sino alla scadenza novennale nei casi di concessione ad
intermediari.
In quest'ultima circostanza rinveniamo tra i locatari nomi non sconosciuti
della borghesia come dell'aristocrazia locale, sovente accomunati in tali
operazioni, come nel caso del miles Oberto Landi in società con Guglielmo
Paiario e Tommaso Lorio, che ebbero, per un anno, il pascatico della curia
per pascolarvi bestie proprie e di altri al prezzo di 80 lire piacentine e due
buoni agnelli 38 . La presenza di borghesi e aristocratici cittadini testimonia
35 ASPr, Diplomatico, cass. 60, n. 3629, 1297 aprile 10 Piacenza. I prezzi erano
commisurati sulle bestie ferrate e su ogni brazente; erano esclusi due paia di buoi del
monastero, che niente per essi doveva pro honore et iurisdictione dicti loci.
36 ASPr, Conventi e Confraternite, LXX, cass. V, f. 1, n. 60, 1318 giugno 16 Piacenza:
l'abate riteneva per sé il diritto di dare et concedere aliis pascaticum in dicta curia sicut
voluerit; ASPr, Conventi e confraternite, LXX, cass. V, f. 1, n. 89, 1351 giugno 6 Piacenza.
37 ASPr, Diplomatico, cass. 55, n. 3326, 1291 marzo 31; cass. 55, n. 3332, 1291 giugno 9
Piacenza; ASPr, Conventi e confraternite, LXX, cass. V, f. 1, n. 60, 1318 giugno 16
Piacenza; cass. V, n. 101, 1386 giugno 2 Piacenza.
38 ASPr, Conventi e confraternite, LXX, cass. V, f. 1, n. 82, 1351 marzo 26 Piacenza.
8