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Turismo - CONFCOMMERCIO

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TURISMO<br />

12<br />

La Terra di Bari fra sacro e profano<br />

Curtomartino, ovvero la<br />

“Castellana in miniatura”<br />

a cura di Vittorio Stagnani<br />

Acquaviva delle Fonti merita d’essere<br />

famosa solo per le cipolle rosse e le sagre<br />

a queste connesse? No, alla luce della<br />

scoperta ormai datata, ma mai abbastanza pubblicizzata,<br />

e utilizzata della grotta di Curtmartino.<br />

Una cavità carsica molto bella per la presenza<br />

di stalattiti e stalagmiti e nella quale è<br />

stato rinvenuto un tesoro paleontologico. Una<br />

grotta, perciò, che interessa l’archeologia e che,<br />

opportunamente attrezzata, potrebbe diventare<br />

un polo d’attrazione turistica e di visite guidate<br />

per studenti. I reperti scoperti a Curtomartino<br />

sono tali da segnare molti punti per la conoscenza<br />

dell’uomo preistorico, delle sue abitudini,<br />

del suo sviluppo.<br />

A Curtomartino un vero e proprio patrimonio<br />

è emerso dai depositi stratificati risalenti al<br />

Paleolitico Superiore (20.000 anni fa) con selci<br />

lavorate, alcune d’ottima fattura, usate come<br />

raschiatoi per pelli, frecce, bulini, ossa di Bos<br />

primigenius (un enorme bue), cavalli, cervi, persino<br />

iene. Molto interessanti alcuni graffiti su<br />

pietra e sulle pareti della cavità: segni geometrici<br />

e figurazioni naturalistiche come animali stilizzati.<br />

E’ stato anche trovato un molare umano.<br />

Eppure la grotta resta chiusa privando<br />

Acquaviva delle Fonti di un’importante …fonte<br />

di lavoro e di cultura.<br />

La storia, o favola se preferite, comincia con<br />

l’acquisto con una manciata di lire nel 1992 da<br />

parte di Vito Abrusci, personaggio dalle molteplici<br />

attività politiche, culturali e gastronomiche<br />

come la valorizzazione della cipolla rossa di<br />

quelle contrade ora assurta a presidio Slow<br />

Food.<br />

La grotta è una sorta di piccola Castellana<br />

poiché in appena 80 metri sono concentrate<br />

grandi bellezze carsiche, tante che Abrusci ne<br />

voleva fare un percorso di visite per scolari non<br />

sapendo ancora che di lì a qualche tempo la sua<br />

idea avrebbe avuto ancor più senso per le scoperte<br />

paleontologiche.<br />

L’interno, come dicevamo, rappresenta sicuramente<br />

la parte più suggestiva e spettacolare,<br />

dal momento che le acque di infiltrazione,<br />

penetrate attraverso le fratture presenti nei banchi<br />

di roccia calcarea, hanno depositato con il<br />

lento stillicidio una notevole varietà di concrezioni<br />

calcitiche, in molti casi eccezionali per<br />

forma, colori e dimensioni.<br />

Numerosi sono quindi gli speleotemi, in<br />

grado di attirare l’attenzione e suscitare le<br />

curiosità del visitatore: dalle numerosissime<br />

stalattiti bianche prevalentemente di forma<br />

conica ai panneggiamenti, superfici di rivestimento<br />

delle pareti della grotta, formate da calcite<br />

bianca, che creano drappeggi dalle forme<br />

più varie; dalle tozze e larghe stalagmiti alle<br />

possenti colonne derivanti dalla fusione di stalattiti<br />

e stalagmiti, presenti in particolare nel<br />

primo tratto della grotta.<br />

Molto interessanti sono inoltre gli aspetti<br />

naturalistici della grotta, legati alla presenza di

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