Turismo - CONFCOMMERCIO
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Imponente nella sua magnificenza barocca,<br />
Palazzo della Marra è stato, fin dalla metà del<br />
1500, residenza aristocratica degli Orsini, passato<br />
un secolo dopo alla famiglia Della Marra, cui si<br />
deve il rifacimento della facciata sulla quale si<br />
apre il portone decorato da due raffigurazioni, la<br />
Vecchiaia e la Giovinezza, dominato dal sontuoso<br />
balcone sostenuto da cinque mensole raffiguranti<br />
mostri, cani, grifi. Al di sopra del portale<br />
corre il fregio con la scritta “DELLA MARRA”, le<br />
cui lettere sono circondate da amorini alati. La<br />
grande loggia affacciata al mare composta da cinque<br />
arcate dalle volte a crociera, ricca di decorazioni<br />
ispirate ai temi allegorici delle stagioni<br />
della vita. Costruito su tre livelli, il palazzo si<br />
apre sulla corte interna dove domina un elegante<br />
loggiato a colonne.<br />
L’apertura della Pinacoteca (2006), appunto<br />
nella splendida sede del Palazzo della Marra,<br />
segna una data storica per la città di Barletta. La<br />
Pinacoteca che, come dicevamo, accoglie le opere<br />
di De Nittis, donate alla città natale dalla moglie<br />
Léontine Gruvelle, non è soltanto una sede<br />
museale, ma rappresenta un ritorno a casa del<br />
grande artista che rinnova, dalla Puglia, il dialogo<br />
con protagonisti di uno dei momenti più alti<br />
dell’arte dell’800 in Europa. Il percorso museografico<br />
parte dall’esperienza napoletana con i<br />
paesaggi dal vero, si sofferma sulle pendici del<br />
Vesuvio, si distende lungo il fascino della modernità<br />
delle metropoli, Parigi e Londra e svela il<br />
lirico intimismo per Léontine e le figure femminili<br />
care al pittore barlettano.<br />
Dal Palazzo della Marra al Teatro Curci. Sorto<br />
nel 1819 sul sito dell’antico convento<br />
dell’Annunziata e inizialmente intitolato a S.<br />
Ferdinando, il teatro viene in seguito completato<br />
sotto la direzione dell’architetto Santacroce che,<br />
ispirato dal S. Carlo di Napoli, vi realizza uno<br />
splendido scrigno acustico. Sulla facciata neoclassica<br />
si apre il portico che introduce al foyer.<br />
La decorazione esterna è affidata alle nicchie circolari<br />
novecentesche, ove alloggiano i busti dei<br />
musicisti Verdi, Mercadante, Rossini, Bellini e<br />
Donizetti. All’interno, la forma a ferro di cavallo,<br />
regola la platea, quattro ordini di palco e il loggione.<br />
Le decorazioni in stile per l’illuminazione<br />
e gli stucchi sono ricercate; sul controsoffitto si<br />
apre “L’Aurora”, una luminosa raffigurazione<br />
del barlettano G.B.Calò, che dipinse inoltre i due<br />
sipari con La Disfida di Barletta e il Parnaso, a<br />
completare il luogo ribattezzato dalla tradizione<br />
locale “La bomboniera”.<br />
Disgiunta dal borgo medievale, sorge la singolare<br />
Chiesa dei Greci già edificata nel 1398 dai cattolici<br />
con il nome di Santa Maria degli Angeli, successivamente<br />
animata da due fiorenti comunità<br />
greche cui si deve la denominazione “Chiesa dei<br />
Greci”. Nel XVI sec. la prima comunità commissiona<br />
a Bathàs le tavole più importanti dell’iconostasi<br />
e scompare con la peste del 1656. La seconda,<br />
subentrata nel corso del XVIII sec. ne rimane in<br />
possesso fino al XX sec. All’interno, un’unica aula<br />
rettangolare costituiva lo spazio dedicato al culto<br />
su cui troneggia il secondo esempio in Puglia di<br />
Teatro Curci<br />
iconostasi. Altre icone vengono realizzate da artisti<br />
diversi tra il XVIII e XIX sec.<br />
Il pavimento è un insieme unico in maiolica, gli<br />
scanni in legno chiudono lateralmente lo spazio.<br />
Paramenti liturgici raffinatissimi e il tabernacolo<br />
dipinto completano questo tesoro di arte e di<br />
fede. Questa antichissima basilica ha nel nome la<br />
chiara impronta del culto dei crociati a Barletta.<br />
Fu infatti gestito fino al XVI sec. dai Canonici<br />
Regolari del S Sepolcro, venuti dalla Palestina. La<br />
facciata e l’ingresso principale sono sul lato ovest<br />
dove si conservano i resti di un antico portico.<br />
Sul lato opposto (c.so Garibaldi) si pronunciano i<br />
volumi delle tre absidi schierate mentre lateralmente<br />
corre un gioco di archi e colonne che fanno<br />
da scenario al colosso Eraclio. Dall’ingresso, un<br />
lunga fila di colonne a sostegno di archi e capriate<br />
in pietra bianca squadrata, conduce lo sguardo<br />
attraverso le tre navate fino all’abside centrale<br />
dove si scorge un affresco del XIII sec. Tra i tesori<br />
conservati una Croce reliquario d’argento (Xlt<br />
sec.), un Tabernacolo e una Colomba eucaristica<br />
[1184), un Ostensorio d’argento (XIII sec.) e un<br />
Breviario (XII sec.)<br />
La Basilica del Santo Sepolcro<br />
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SPECIALE “BARLETTA”