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Maggio - numero sedici - Università degli studi di Cagliari.

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•• UNICA - 16 12-05-2003 8:52 Pagina 7<br />

A<br />

<strong>di</strong>fferenza delle altre analisi in uso nella<br />

pratica clinica, i risultati dei test genetici<br />

comportano <strong>numero</strong>se implicazioni in ambito<br />

psicologico, sociale e riproduttivo. Il patrimonio<br />

genetico rappresenta infatti un elemento fondamentale<br />

dell’identità personale e familiare, e<br />

l’informazione genetica può assumere, più <strong>di</strong> altre<br />

informazioni<br />

biologiche, elementi<br />

<strong>di</strong> minaccia<br />

e <strong>di</strong> violazione<br />

del sé a causa<br />

della componente<br />

non solo<br />

in<strong>di</strong>viduale ma<br />

coinvolgente<br />

anche la famiglia<br />

<strong>di</strong> origine e<br />

la <strong>di</strong>scendenza.<br />

La conoscenza<br />

<strong>di</strong> queste impli-<br />

Carlo Carcassi<br />

cazioni ha sviluppato<br />

un ampio<br />

<strong>di</strong>battito in<br />

ambito bioetico su scopi, metodologie e utilizzo<br />

dei test genetici in generale. I soggetti che hanno<br />

ricevuto il risultato <strong>di</strong> un test genetico possono<br />

presentare stress psicologici <strong>di</strong> vario genere<br />

come per esempio l’autosvalutazione in caso <strong>di</strong><br />

risultato sfavorevole in quanto l’in<strong>di</strong>viduo si<br />

sente come imperfetto o dannoso nei confronti<br />

della prole. Inoltre, il risultato <strong>di</strong> un test genetico<br />

presenta implicazioni nella pianificazione familiare.<br />

Le coppie a rischio <strong>di</strong> trasmettere una<br />

malattia genetica grave hanno <strong>di</strong>verse scelte riproduttive<br />

che vanno dalla decisione <strong>di</strong> correre<br />

il rischio <strong>di</strong> avere un figlio malato, alla decisione<br />

<strong>di</strong> non avere figli, alla <strong>di</strong>agnosi prenatale, alla interruzione<br />

<strong>di</strong> gravidanza fino alle tecniche <strong>di</strong> fecondazione<br />

me<strong>di</strong>calmente assistita. Alcune <strong>di</strong><br />

queste <strong>di</strong>verse opzioni possono essere in contrasto<br />

con il credo religioso della coppia o del singolo<br />

in<strong>di</strong>viduo o con i principi etici in<strong>di</strong>viduali.<br />

Tutte queste problematiche richiedono specifiche<br />

procedure sia nell’offerta <strong>di</strong> un test genetico,<br />

sia nella comunicazione del risultato e queste<br />

procedure sono comprese nella consulenza genetica<br />

che deve essere parte integrante <strong>di</strong> tutti i<br />

test genetici. Nell’ambito della fecondazione<br />

me<strong>di</strong>calmente assistita la <strong>di</strong>agnosi genetica<br />

preimpianto rappresenta una tecnica in continua<br />

evoluzione in grado <strong>di</strong> fornire una alternativa<br />

alla <strong>di</strong>agnosi prenatale, che effettuata su amniocentesi<br />

o sui villi coriali, quando la gravidanza<br />

è già in atto, può eventualmente portare alla<br />

decisione <strong>di</strong> interrompere la gravidanza da parte<br />

delle le coppie che sono a rischio <strong>di</strong> trasmettere<br />

una malattia genetica grave alla loro prole: nella<br />

maggior parte malattie autosomiche recessive<br />

come per esempio la talassemia. Essenzialmente<br />

sono due le componenti <strong>di</strong> laboratorio coinvolte<br />

nella <strong>di</strong>agnosi genetica preimpianto. La prima è<br />

responsabile della raccolta del materiale biologico<br />

da sottoporre a indagine genetica ed è comu-<br />

XIII settimana scientifica<br />

Genetica e <strong>di</strong>agnosi preimpianto<br />

Ricerca e metodologie d’eccellenza dal <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Scienze me<strong>di</strong>che<br />

<strong>di</strong> Carlo Carcassi*<br />

nemente effettuata in un reparto clinico, comunemente<br />

ostetrico-ginecologico, con annesso laboratorio<br />

<strong>di</strong> fecondazione in vitro. La seconda<br />

componente è rappresentata da un laboratorio<br />

<strong>di</strong> genetica molecolare <strong>di</strong> alta specializzazione in<br />

grado <strong>di</strong> processare un campione spesso rappresentato<br />

da una singola cellula. Attualmente il<br />

materiale <strong>di</strong>agnostico può essere prelevato in vitro<br />

a <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> evolutivi: il primo globulo polare<br />

dell’ovocita prima della fecondazione, e, dopo<br />

la fecondazione, il secondo globulo polare<br />

dell’ovocita o l’embrione allo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> circa otto<br />

cellule (normalmente vengono analizzate due<br />

cellule) o la blastocisti (più cellule). Questi <strong>di</strong>versi<br />

approcci <strong>di</strong>agnostici presentano notevoli<br />

<strong>di</strong>fferenze sia a livello etico che tecnico e hanno<br />

caratteristiche <strong>di</strong> affidabilità e <strong>di</strong> accettabilità <strong>di</strong>verse.<br />

Nelle malattie geniche la cellula o le cellule<br />

ottenute me<strong>di</strong>ante micromanipolazione ( per<br />

esempio prelievo <strong>di</strong> un globulo polare) vengono<br />

sottoposte a lisi (rottura) per ottenere il DNA<br />

contenuto al loro interno. Poiché la quantità <strong>di</strong><br />

DNA è estremamente ridotta sono pertanto<br />

presenti anche rischi <strong>di</strong> fallimento dell’esame,<br />

variabili a seconda delle cellule esaminate e <strong>di</strong>fficili<br />

da valutare in termini percentuali perché<br />

questi variano notevolmente da casistica a casistica<br />

e sono molto influenzati dall’esperienza <strong>degli</strong><br />

operatori. L’analisi del primo globulo polare,<br />

sicuramente accettabile dal punto <strong>di</strong> vista etico<br />

in quanto effettuata su una cellula non in grado<br />

<strong>di</strong> dare origine a un essere vivente, perchè non<br />

fecondata, presenta purtroppo<br />

<strong>degli</strong> svantaggi rappresentati<br />

per esempio dal fatto che<br />

può essere effettutata solo su<br />

gameti femminili. Queste limitazioni<br />

sono comunque<br />

accettabili soprattutto dalle<br />

coppie che non intendono<br />

sottoporsi a <strong>di</strong>agnosi preim-<br />

pianto su embrioni ottenuti<br />

in vitro. L’analisi delle altre<br />

tre cellule ottenibili e cioè il<br />

Sandro Orrù<br />

secondo globulo polare dell’ovocita, l’embrione<br />

allo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> circa otto cellule e la blastocisti<br />

presentano sicuramente un minor rischio <strong>di</strong> fallimento<br />

<strong>di</strong>agnostico ma dal punto <strong>di</strong> vista etico<br />

l’accettabilità è limitata dal fatto che si tratta comunque<br />

<strong>di</strong> selezione in vitro <strong>di</strong> embrioni anche<br />

se nei primi sta<strong>di</strong> dello sviluppo. Una scelta consapevole,<br />

basata su un’informazione chiara,<br />

completa e aggiornata è in<strong>di</strong>spensabile premessa<br />

alla <strong>di</strong>agnosi genetica preimpianto. La consulenza<br />

genetica fornita deve essere non-<strong>di</strong>rettiva e<br />

devono essere <strong>di</strong>scusse con gli interessati le caratteristiche<br />

tecniche, i rischi materni e fetali, le<br />

probabilità <strong>di</strong> successo delle tecniche <strong>di</strong> prelievo<br />

e <strong>di</strong> errore <strong>di</strong>agnostico e le varie possibili scelte<br />

riproduttive. Infine dal punto <strong>di</strong> vista legale sarebbe<br />

auspicabile una normativa che regolamenti<br />

queste procedure a salvaguar<strong>di</strong>a principalmente<br />

dei <strong>di</strong>ritti dell’embrione.<br />

*Cattedra <strong>di</strong> Genetica Me<strong>di</strong>ca - <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

L<br />

Numero 16<br />

maggio 2003<br />

7<br />

Ovociti, la selezione<br />

preconcepimento<br />

<strong>di</strong> Sandro Orrù*<br />

a concomitante <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> sempre più<br />

precisi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> micromanipolazione messi<br />

a punto nella pratica della fecondazione assistita da<br />

un lato e la crescita vertiginosa dei test genetici pre<strong>di</strong>ttivi<br />

dall’altro hanno permesso lo sviluppo <strong>di</strong> tecniche<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi applicabili fin dai primi attimi <strong>di</strong><br />

vita. La <strong>di</strong>agnosi preimpianto sia su blastomeri che<br />

sui due globuli polari è utilizzata per la selezione<br />

<strong>degli</strong> embrioni nelle coppie a rischio per la trasmissione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti genetici. Anche se in circa 10 anni,<br />

è stata applicata solo in poco meno <strong>di</strong> un migliaio<br />

<strong>di</strong> casi, per la maggior parte negli USA con qualche<br />

caso anche italiano, è comunque molto probabile<br />

che nel futuro prossimo anche in funzione della <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> test pre<strong>di</strong>ttivi per malattie comuni, il<br />

ricorso a questa meto<strong>di</strong>ca sia destinato ad aumentare<br />

notevolmente. In considerazione delle ragioni<br />

<strong>di</strong> natura etica che ovviamente sono legate a questo<br />

genere <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi è sicuramente lecito domandarsi<br />

se non esistono le con<strong>di</strong>zioni per superare il problema<br />

e spostare l’oggetto della selezione dagli embrioni<br />

agli ovociti. Sotto un profilo teorico la determinazione<br />

<strong>degli</strong> alleli presenti nel primo globulo<br />

polare originato dalla prima <strong>di</strong>visione meiotica<br />

permette <strong>di</strong> determinare per via in<strong>di</strong>retta quali alleli<br />

siano rimasti nel nucleo dell’ovocita. Esistono comunque<br />

delle limitazioni <strong>di</strong> carattere pratico che<br />

hanno finora fatto preferire a questa le altre tecniche<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi preimpianto. Queste possono essere<br />

riassunte in: 1) ridotta probabilità <strong>di</strong> ottenere<br />

una gravidanza; 2) maggior rischio <strong>di</strong> errore <strong>di</strong>agnostico;<br />

3) tempi <strong>di</strong> accertamento <strong>di</strong> laboratorio<br />

estremamente rapi<strong>di</strong>. Innanzi tutto va detto<br />

che si tratta <strong>di</strong> limitazioni presunte poiché<br />

nessuna gravidanza è stata finora ricercata attraverso<br />

questo metodo, e mancano dati reali<br />

<strong>di</strong> confronto. Ad esempio si potrebbe replicare<br />

che la <strong>di</strong>minuzione dei successi è stata ipotizzata<br />

sulla base <strong>di</strong> dati ottenuti in coppie<br />

con gravi problemi <strong>di</strong> sterilità che non necessariamente<br />

riguardano le coppie interessate a<br />

una <strong>di</strong>agnosi preconcepimento. Per quanto<br />

concerne gli errori <strong>di</strong>agnostici, questi sono attribuibili<br />

principale alla mancata identificazione<br />

<strong>di</strong> uno dei due alleli (allele drop out o<br />

ADO). La conseguenza <strong>di</strong> un ADO porta ad una<br />

<strong>di</strong>agnosi errata <strong>di</strong> omozigosi ed è la causa del fallimento<br />

nel 9-28% delle <strong>di</strong>agnosi preimpianto in<br />

genere. Sotto questo aspetto la riduzione del tempo<br />

che intercorre tra il prelievo del globulo polare, la<br />

scelta <strong>di</strong> protocolli che limitano la frammentazione<br />

del DNA e soprattutto l’utilizzo <strong>di</strong> marcatori microsatelliti<br />

fiancheggianti il gene in esame hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato che il problema dell’ADO può essere<br />

ridotto a livelli inferiori all’1%. Per ultimo l’impe<strong>di</strong>mento<br />

costituito dalla necessità <strong>di</strong> tempi ristretti<br />

<strong>di</strong> indagine dovuti al fatto che dopo la prima <strong>di</strong>visione<br />

meiotica l’ovocita rimane <strong>di</strong>sponibile per la<br />

fecondazione per un tempo limitato prima che degeneri,<br />

non costituisce più un problema a patto <strong>di</strong><br />

adottare e mettere a punto protocolli rapi<strong>di</strong> basati<br />

sulla ibridazione con sonde fluorescenti che possono<br />

dare risposte in tempi quasi imme<strong>di</strong>ati.<br />

* Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Me<strong>di</strong>che

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