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CIVITESE DOC<br />
“ESSERE o SEMBRARE”, è stato sempre il <strong>di</strong>lemma che ha accompagnato l’essere umano, interessato<br />
a <strong>di</strong>mostrare il proprio “identikit”.<br />
Anche per quanto riguarda i prodotti, oggi c’è la preoccupazione <strong>di</strong> poter avere la certezza della “genuinità”,<br />
per cui si richiede l’attestato <strong>di</strong> garanzia.<br />
Voler valutare un CIVITESE DOC è possibile soltanto se si riesce a <strong>di</strong>mostrare l’atten<strong>di</strong>bilità delle<br />
caratteristiche proprie dei due “termini” in oggetto.<br />
Non è sufficiente, quin<strong>di</strong>, abitare, risiedere nel territorio <strong>di</strong> Cittaducale.<br />
E’ necessario che risultino evidenti i requisiti che il “fondatore” Duca Roberto D’Angiò ha stabilito nel<br />
momento in cui ha deciso <strong>di</strong> costruire la nuova città.<br />
Partiamo anzitutto dal termine DOC, che vuol <strong>di</strong>re “denominazione <strong>di</strong> origine controllata”.<br />
Bisogna “controllare” adeguatamente persona per persona, valutandone le ra<strong>di</strong>ci, l’origine da cui<br />
proviene.<br />
Ebbene, il Duca Roberto D’Angiò dopo aver progettato la planimetria della nuova città, sud<strong>di</strong>videndola<br />
in quattro quartieri, ha ritenuto opportuno realizzare una PIAZZA ed una CHIESA in comune, de<strong>di</strong>candole al<br />
POPOLO, perché costituissero l’emblema dell’UNITA’ della popolazione, formata da persone provenienti dai<br />
<strong>di</strong>versi paesi limitrofi.<br />
Ecco dunque stabiliti i DUE REQUISITI fondamentali: PIAZZA e CHIESA.<br />
La “Piazza” da sempre ha rappresentato il luogo dell’incontro, della partecipazione –a livello civile- <strong>di</strong> un popolo<br />
desideroso <strong>di</strong> esporre e riven<strong>di</strong>care interventi legislativi per lo sviluppo e la crescita della città. La “Piazza”<br />
è, per antonomasia, il luogo in cui si manifesta la “democrazia” e, quin<strong>di</strong>, la partecipazione <strong>di</strong> un popolo alla<br />
amministrazione della città.<br />
La “Chiesa” è la “casa comune” dove le persone si ritrovano per acquisire i valori morali, e dove maggiormente si<br />
realizza la “comunione” delle persone sul fondamento della dottrina evangelica della Carità Cristiana, secondo il<br />
Comandamento Nuovo proposto da Gesù, il quale invita i Suoi Discepoli ad “amarsi gli uni gli altri”.<br />
Una persona che non riesce a rispettare nel proprio comportamento queste due “esigenze”, non ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere<br />
definita “civitese doc”.<br />
Bisogna sentirsi impegnati, fattivamente, a livello civile ed a livello religioso, partecipando all’interno delle<br />
due realtà: nella Piazza e nella Chiesa.<br />
Soltanto colui che è capace <strong>di</strong> impegnarsi nella ricerca dello sviluppo e della crescita della propria città, sia<br />
nel campo civile, sia nel campo religioso, può meritare il riconoscimento dell’attestato <strong>di</strong> “Civitese Doc”.<br />
I due requisiti sono entrambi importanti, anche se qualcuno –oggi- vorrebbe magari escluderne o l’uno o<br />
l’altro.<br />
Anche il Premio Annuale “Angioino d’Oro” dovrebbe rispettare le caratteristiche volute dal Fondatore Duca<br />
Roberto D’Angiò” nella formazione del citta<strong>di</strong>no ideale civitese, per cui la Commissione Giu<strong>di</strong>catrice dovrebbe<br />
annoverare membri del Comune e della Chiesa Parrocchiale, così come aveva previsto, nella sua lungimirante<br />
visione, Colui che si era preoccupato <strong>di</strong> costruire sia il Palazzo del Comune, sia la Chiesa del Popolo, oltre alle<br />
quattro Chiese Parrocchiali, ciascuna per ogni Quartiere.<br />
Diventa quanto mai opportuno, anzi vitale, ripartire dalle origini, dalle ra<strong>di</strong>ci storiche della nostra Città, per<br />
ricreare i presupposti che hanno reso gloriosa, illustre e superba la nostra amata <strong>CITTADUCALE</strong>.<br />
Nandoe<br />
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