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Quaderni <strong>della</strong> Scuola <strong>della</strong> Pace – n. 9<br />

parole in assoluto del Talmud sono la domanda sull’ora a partire dalla quale si<br />

può recitare questa preghiera 6<br />

.<br />

È incredibile, come se non si potesse iniziare lo Shemà prima di risolvere questo<br />

problema. Bene, il Talmud risponde che si può iniziare a recitare “Ascolta,<br />

Israele” (Deut 6,4) dal momento in cui i sacerdoti rientrando a casa iniziano a<br />

7<br />

cibarsi . I sacerdoti sono i non possidenti, coloro che dipendono dagli altri per<br />

poter sfamarsi, ecco allora che si incomincia a capire che cosa dice il Talmud;<br />

non chiede quando è che si devono recitare le preghierine, ma dà la sua risposta:<br />

quando il mondo non ha più fame, quando tutto il mondo può sedersi a<br />

tavola, allora posso concedermi questo piacere <strong>della</strong> preghiera, prima no.<br />

Ecco quindi che quando Giacobbe incontra suo figlio, ha incontrato l’uomo la<br />

cui preoccupazione è quella di cibare il prossimo; a questo punto, e solo in<br />

questo momento, egli può iniziare la sua preghiera. È legittimato a farlo ed è<br />

questa la parola di pace che Giuseppe porta a sua padre: Shalom. “Pace” in<br />

ebraico significa integrità e completezza, ma soprattutto significa che noi viviamo<br />

in un mondo carente di integrità e di completezza e che spetta a noi<br />

colmare questo deficit in tutti i sensi. È questo che ha chiesto Giacobbe a suo<br />

figlio.<br />

Come si colma questo deficit? Come affrontiamo il problema <strong>della</strong> pace? Andando<br />

fuori con le bandierine sulle spalle dei miei e nostri fratelli israeliani o<br />

fermando i bambini bomba, dobbiamo preoccuparci noi <strong>della</strong> legittima difesa di<br />

questi bambini le cui madri hanno dato le dimissioni?<br />

Giuseppe risponde a suo padre, ma non a parole bensì a fatti. Anche noi ci<br />

potremo occupare di ogni forma di ritualità quando l’ultimo bambino in fondo<br />

all’Africa avrà potuto mangiare, avendo creato un governo, un’economia il cui<br />

fine è proprio questo: Shalom. Shalom non è un valore di per sé per la tradizione<br />

ebraica, è un percorso; la pace non è un valore, perché potrebbe essere<br />

semplicemente il rimorso, la fonte di tutte le guerre. La pace rivendicata è<br />

l’ignoranza rivendicata, la pace è un percorso che inizia da qualche parte e<br />

che mira a una meta, dice Giuseppe, e questo percorso di pace inizia con<br />

l’offrire cibo, togliendo la fame dal mondo.<br />

6 Il talmud è la prima spiegazione <strong>della</strong> Torah e inizia ogni spiegazione con una domanda. Inoltre<br />

bisogna premettere che nella ritualità ebraica, il “credo d’Israele”, “Shemà Israel”, “Ascolta, Israele”,<br />

verrebbe recitato due volte al giorno, al mattino e alla sera. Il momento più importante è quello<br />

<strong>della</strong> sera ed è logico; la sera significa la notte, l’angoscia, la poca chiarezza, la necessità di fare<br />

chiarezza, di illuminare e non di essere illuminati. La notte è il passaggio tra giorno e giorno e si<br />

studia di notte per far sì che si possa passare dalla luce del giorno alla luce del giorno ed è lo studio<br />

questa luce che illumina la notte, quindi lo “Shemà Israel” serale è il più importante.<br />

7 Quella dei sacerdoti è una delle 12 tribù d’Israele, si chiama Cohanìm ed ha una particolarità,<br />

che è l’essenza stessa del loro sacerdozio, infatti gli appartenenti non hanno diritto di possedere<br />

terra da nessuna parte, né in Israele, né fuori, quindi non hanno raccolto e dipendono<br />

dall’economia di giustizia, da quel 10% del proprio raccolto, ed è il margine minimo, che ogni ebreo<br />

deve dare a questa tribù. Simbolicamente questa tribù rappresenta i non possedenti, coloro<br />

che hanno fame e dipendono dai possedenti per poter mangiare.<br />

14

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