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La truffa dello ius soli<br />
portato in ritardo la domanda di partecipazione al concorso come ragioniere al<br />
catasto. Ma non è colpa mia, avevo solo due mesi di tempo!<br />
Si potrebbe continuare all'infinito. La vita è fatta di scadenze, e diventare adulti<br />
significa anche imparare a rispettarle, prendendosi le proprie responsabilità. Quando<br />
sono diventato maggiorenne c'era ancora il servizio militare obbligatorio; ogni anno<br />
dovevo mandare al distretto militare una raccomandata per richiedere il rinvio del<br />
servizio di leva per motivi di studio. Qualora me ne fossi dimenticato mi sarebbe<br />
toccato partire per il CAR. Lo sapevo e mi preoccupavo di mandare la domanda<br />
entro la scadenza. Qualora me ne fossi dimenticato non avrei potuto certo allargare<br />
le braccia e dire: ma vabbe', avevo solo 60 giorni di tempo, dai... cerchiamo di essere un po'<br />
flessibili. Mi avrebbero direttamente denunciato per diserzione!<br />
Perciò chiedo: qual è la cosa giusta da fare? Educare un ragazzo a prendersi le<br />
proprie responsabilità, insegnargli a rispettare il propri doveri e informarsi sui propri<br />
diritti e seguire le procedure prescritte dalla legge? Oppure livellare verso il basso,<br />
eliminare le scadenze, togliere le regole, rassegnarsi all'incapacità di rispettarle e al<br />
menefreghismo verso le procedure perché tanto poi si può sempre scaricare la colpa<br />
sulla regola piuttosto che verso sé stesso che non l'ha rispettata?<br />
Per me vale la prima opzione, per i sostenitori dello ius soli evidentemente la<br />
seconda. Non sia mai che si educhi a rispettare le regole e le scadenze, meglio<br />
eliminare le scadenze.<br />
Ripensiamoci bene ora, è davvero così rigida una scadenza di un anno? In realtà<br />
un anno è una delle scadenze più generose che la burocrazia italiana offre. Pur<br />
impegnandomi non sono riuscito a trovare un altro termine così lungo tra le<br />
numerose scadenze che ho dovuto rispettare durante la mia vita da maggiorenne.<br />
Provateci anche voi e fatemi sapere.<br />
Vale però la pena di fare una riflessione: perché mai un neomaggiorenne si<br />
dovrebbe dimenticare di fare domanda di cittadinanza italiana entro quell'anno che la<br />
legge gli mette a disposizione? Di solito un ragazzo appena compiuti diciotto anni si<br />
fionda in una scuola guida e si iscrive al corso per ottenere la patente di guida. Alcuni<br />
hanno talmente tanta fretta che si iscrivono addirittura un mese prima di diventare<br />
maggiorenni. In questo caso non fanno passare un anno inutilmente, appena<br />
possono fanno di tutto per ottenere la patente. Nel caso della richiesta di<br />
cittadinanza invece no, si dimenticano, l'idea non gli passa nemmeno per la testa. Poi<br />
passano i 12 mesi e il termine è scaduto. Ora, perché mai un ragazzo non si<br />
dimentica mai di fare la patente quando ha diciotto anni ma si dimentica di richiedere<br />
la cittadinanza italiana?<br />
Propongo una risposta: la patente di guida gli serve di più della cittadinanza. Gli<br />
serve perché è stanco di girare col motorino mentre guidando l'automobile può fare<br />
viaggi lontano, può uscire il sabato sera portando con sé gli amici e può appartarsi<br />
con la morosa e puciare il biscotto...<br />
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